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Autore: Akari    14/06/2005    1 recensioni
Akira Sendoh sembra essere molto bravo anche in matematica...e il suo amico Hikoichi lo invita a casa piochè ha bisogno di una mano. Ma qualcuno non aveva anche una sorella...?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akira Sendoh
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO IV Era passato qualche giorno dalla serata studio di casa Aida. Da allora le cose erano trascorrevano normalmente…Hikoichi si impegnava, oltre che nella stesura dei suoi inseparabili appunti, nello studio della matematica. Sendoh non si era più fatto vedere dalla serata studio, anche perché a quanto pare dovesse concentrarsi molto anche con gli allenamenti…l’anno successivo il Ryonan si sarebbe dovuto qualificare ai nazionali, e con alla testa il nuovo capitano, la prospettiva era tutto fuorché un’utopia. O perlomeno, questo era quello che Yayoi sentiva dire continuamente dai concitati discorsi del fratellino. Anche quella sera, avrebbe fatto tardi. Erano le otto passate, e come spesso accadeva, la ragazza era sola in casa…il che in fondo non era tanto male. L’ora di cena era passata da un bel pezzo, ma non avendo né fame ne voglia di cucinare, Yayoi stava dando gli ultimi ritocchi all’articolo del giorno dopo, portandosi avanti nel lavoro. Anche se non era il massimo del divertimento, il lavoro davanti allo schermo del computer con una tisana a scaldarle la pancia, era una cosa molto rilassante. Soprattutto considerando che non era oppressa dalle snervanti richieste dei colleghi del suo ufficio…che caos là dentro! Ecco, ancora una riga…finito! Rileggendo l’articolo la giovane donna non poteva che esser soddisfatta del proprio lavoro. Senza dubbio, da lì alla fine dell’anno, avrebbe ricevuto una promozione, ne era sicura. Lei, Yayoi Aida aveva avuto il posto al giornale, due anni prima. In poco tempo era riuscita a farsi strada col suo temperamento vivace, e a realizzare splendidi articoli. Portava avanti benissimo la casa, aveva tanti amici e, se il cielo lo avesse voluto, tra qualche anno magari si sarebbe anche sposata. Aveva tutto ciò che si poteva desiderare, e in futuro le cose non sarebbero potute che migliorare. O forse, no? Già, perché no? Forse perché da tempo, molto tempo, un pensiero fisso continuava a girarle in testa. Quel qualcosa le girava in testa, e non la lasciava in pace, mai. Yayoi prese un giornale dal cassetto, di solito era la soluzione migliore per alleviare quello stato di confusione che la faceva quasi impazzire. O probabilmente, lo alimentava. Quasi come un automa, la ragazza prese a leggere l’articolo, il suo articolo. Su Sendoh. L’aveva scritto qualche mese prima (*), giusto in tempo prima dei nazionali. Aveva pianto, proprio come il suo fratellino, quando il liceo Ryonan era stato squalificato…avrebbe tanto voluto seguire il progredire del suo gioco a Shizuoka. Quell’ultimo articolo, l’aveva scritto per render giustizia a un giocatore così eccezionale, che nonostante l’impegno da parte di tutti, anche quell’anno non avrebbe goduto della fama meritata. Quella pagina sarebbe dovuta essere dedicata allo Shohoku, e infatti quando il capo redattore aveva scoperto che si sarebbe occupata della squadra perdente, era andato su tutte le furie. Ma Yayoi era determinata come sempre a far di testa sua, e aveva passato la notte in bianco a preparare l’articolo. Le era uscito così bene, che il giorno dopo il direttore le aveva fatto i suoi complimenti, e Nakamura allegato una delle foto più belle che avevano in archivio. Così alla fine, anche se non lui di persona, almeno la fama di Sendoh era arrivata alle nazionali. Yayoi continuava a guardare quella pagina, lo faceva sempre quando la prendeva quel triste stato d’animo. Torturandosi…perché sentiva di stare provando qualcosa di sbagliato. Qualcosa che l’avrebbe fatta solo soffrire, di nuovo. <> A quel pensiero le prese un groppo alla gola, aveva una voglia terribile di piangere. Però sapeva che non si sarebbe consolata tanto in fretta, e cercò di trattenersi. Non voleva che Hikoichi al suo rientro la trovasse così… DRIIIN DRIIIIIN <> si disse lasciando squillare il telefono. Non se la sentiva di rispondere, e poi a quell’ora di solito erano i rappresentanti pubblicitari che scocciavano. Una vera noia. Le era venuta improvvisamente una fame da lupi, e decise di andare a prepararsi uno snack di sotto, da gustarsi, come piaceva a lei, di fronte alla tv. Ma non prima di aver staccato il telefono… :::::: “finalmente abbiamo finito…! Non ce la facevo più!” esclamò Koshino stremato dalla fatica. La squadra aveva appena finito gli allenamenti, erano tutti distrutti “mamma mia che fatica!” anche il nostro Hikoichi non ce la faceva più…stasera l’avevano proprio tirata lunga “non è vero senpai?!” “già…mi sembri migliorato comunque, complimenti Hikoichi!” “ma non prendermi in giro…! magari fossi come voi!” gli rispose un po’ imbarazzato la matricola guardando fuori dagli spogliatoi “Sendoh nonostante tutto è ancora pieno di energie!” “già è vero…e dire che i nostri allenamenti sono i più duri di Kanagawa…” gli rispose Koshino stendendosi su una panca “a quanto pare non ha proprio rivali…” “già puoi ben dirlo…vorrei tanto poter diventare come lui..!” “e chi lo sa? Tu continua ad allenarti con costanza e magari…” “vabè” rispose il ragazzo non capendo se il senpai lo stesse prendendo in giro o fosse sincero “ora però devo tornare a casa! Il mio treno parte tra 15 minuti” “ma come, non hai nessuno che ti viene a prendere? Sono le 11 passate…” gli rispose sorpreso Hiroaki “abiti troppo lontano, non ti conviene fare tutta quella strada. Perché non vieni a dormire a casa mia? È a 5 minuti da qui, e poi è enorme!” “ma…non vorrei disturbare…” rispose la matricola tentato dall’offerta “no problem!” lo assicurò il ragazzo “allora aspetta che chiamo mia sorella per avvisarla…accidenti! Non risponde!” “prova sul cellulare…” “niente da fare…non lo sente…!” “allora che fai? Vieni o no? Puoi sempre chiamare domani mattina” “scusa, ma già non dovrei lasciare la mia sorellina da sola a casa di notte…non posso anche lasciarla in ansia, non vedendomi rientrare a un cert’ora…” “che ometto di casa! Complimenti!” lo lodò l’amico “allora corri, o perderai il treno!” “volo! Ciao a tutti!” rispose sorridente Hikoichi correndo come un fulmine fuori dallo spogliatoio ::::::: Che cosa era stato? Yayoi si svegliò di colpo. Un brivido di freddo le aveva attraversato la schiena. Si era assopita sul divano avvolta da una coperta di lana, e aveva perso la cognizione del tempo. “oddio” si disse inspiegabilmente agitata. L’orologio segnava mezzanotte e mezza. <> la ragazza corse su per le scale e spalancò la porta della camera del fratello. Era vuota. Calma….ma non riusciva a stare calma! Doveva telefonargli subito, sarebbe dovuto rientrare a casa da un’ora! Ma dov’era il cellulare?! In borsa…in camera sua! <> continuava a pensare Yayoi frugando in modo convulso nella sua borsetta. Il cellulare aveva il silenzioso…15 chiamate senza risposta? “oddio…” si ripetè la ragazza ricordandosi improvvisamente del fisso staccato. La prima era di Hikoichi, e le altre di due numeri sconosciuti. Era successo qualcosa, ormai Yayoi ne aveva la certezza. Hikoichi adesso aveva il telefono spento…dei brividi di freddo la facevano tremare dalla testa ai piedi. Senza pensarci due volte si mise in fretta e furia la giacca stesa sul letto e si precipitò di sotto, doveva assolutamente andare a cercarlo! Non preoccupandosi del dove e del come, Yayoi aveva sbattuto la porta alle sue spalle e stava correndo nel buio più assoluto del suo giardino per raggiungere il cancello. Improvvisamente però sbattè contro qualcosa o…qualcuno! Due braccia l’avevano afferrata prontamente per la vita per evitare che cadesse. “AHHHHH!!! No!!!!” si mise a urlare e a divincolarsi la ragazza, presa dal panico più totale…doveva essere un ladro, o ancora peggio, un maniaco! “calma! Stai calma, sono io!” la rassicurò una voce familiare “non aver paura” “ma…cosa…” gli rispose ancora tremante lei “Akira!” “sono io…come stai? Sono venuto-“ “dov’è mio fratello!?” lo interruppe subito con ancora più ansia. Il fatto che fosse da solo significava che davvero era successo qualcosa di brutto. “…vedi…lui è…ti spiego dopo, adesso sali in macchina!” “cos’è successo?!” Si mise quasi a urlare la ragazza “voglio che tu me lo dica ora, chiaro e tondo!” Akira non aveva altra scelta. “Hikoichi è in ospedale. È stato investito da una macchina” (*) Solo ora mi rendo conto di non aver specificato l’ambientazione temporale della storia: siamo a fine gennaio, poco più di un mese prima della fine della scuola, e Sendoh è ancora in seconda
  
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