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Autore: __JUN__    17/11/2009    8 recensioni
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Rinoa81, assistente amministratrice.

-Cosa c’è di meglio di un matrimonio per sancire un’alleanza duratura e trasmetterla alle prossime generazioni?- la vecchia sventolava piano il ventaglio con aria compiaciuta.
-Avete qualcuno in mente?-
La vecchia donna mi fece fare un giro su me stessa: sembrava abbastanza soddisfatta.
-come fisionomia ci siamo- disse più a se stessa che ad altri.
Con la punta del sensu  mi sollevò il mento e mi colpì la schiena – sta dritta!-
Dopodiché, prese a sventolare con noncuranza il ventaglio.
-E’ vergine?-
Sentì le mie guance andare a fuoco in un secondo.
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Sabaku no Gaara , Altri
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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capitolo 8

I “giardini di Suna” si trovavano a pochi minuti di distanza dal palazzo del Kazekage, se si procedeva a passo spedito senza fermarsi a riprendere fiato.

La serra, che si trovava isolata dagli altri edifici della città, rifletteva il chiarore della luna piena alta nel cielo nero, e lasciava intravedere le piante rigogliose che crescevano al suo interno illuminate dalla luce soffusa e spettrale.

Aprì piano la porta, senza far rumore, anche se a quell’ora tarda difficilmente si trovava anima viva nel labirinto di fiori e di piante che si perdeva a vista d’occhio districandosi in numerosi padiglioni.

La porta si chiuse cigolando alle mie spalle, lentamente, ed io mi incamminai verso il luogo stabilito con una mano poggiata sul petto che sobbalzava ritmicamente in modo innaturale per la fatica e per l’emozione.

Avevo suggerito io venti minuti prima a Naruto di incontrarci nel padiglione delle rose, lontano da occhi e orecchie indiscrete, in un sussurro, quando il kazekage non guardava dalla mia parte e i commensali ammiravano la danza delle fanciulle orientali.

Finite le musiche frenetiche e seducenti nella sala dei banchetti, ero sgattaiolata via dal palazzo per raggiungerlo, e adesso mi pentivo: chissà se aveva trovato il padiglione giusto! Alla luce della luna fiori e piante non si distinguevano e il sentiero interno di giorno illuminato ora era seminascosto nell’ombra.

Io invece non avevo bisogno di vedere: in quei cinque mesi avevo percorso quella strada decine di volte, la serra mi affascinava e il padiglione delle rose era qualcosa di incantato.

Dalla prima volta che mi aveva condotto li Temari-san, le varietà di rose era aumentate: alcune venivano da  paesi lontani, altre erano rare e introvabili.

Il Kazekage le aveva fatte piantare per me.

Pensando a Gaara, che forse non si era ancora accorto della mia assenza, provai l’impulso di tornare immediatamente indietro e sedermi al mio posto come se niente fosse, ma ero a pochi passi dalla meta, il padiglione era vicino, e Naruto-kun mi stava aspettando.

Il profumo delle rose era intenso e dolce, ed i raggi lunari che filtravano dal tetto di vetro rendevano quel luogo s’è possibile ancora più magico.

Mi guardai attorno: non c’era nessuno.

Forse Naruto non aveva capito dove incontrarci, ero stata vaga e poco chiara o forse non aveva più  voglia di parlarmi. In ogni caso mi sentì inspiegabilmente sollevata.

Improvvisamente un tocco leggero e delicato mi fece sussultare.

- Hinata…- Naruto sorrideva leggermente imbarazzato, aveva ancora la mano appoggiata alla mia spalla –ti ho spaventata?- chiese, in risposta alla mia reazione.

Il mio cuore ricominciò a battere in fretta, non potevo arrossire davanti a lui come una ragazzina!

E tanto meno svenire tra le sue braccia!

-n-no N-naruto-kun…- balbettai incoerentemente.

Mi guardava interrogativo, le braccia lungo i fianchi e un sopracciglio alzato.

-scusa... non ho capito-

Stava succedendo. Avevo le labbra sigillate e le dita si tormentavano freneticamente in grembo.

Naruto continuava a guardarmi, ma stavolta nel suo sguardo c’era altro: non era incomprensione per le parole balbuzienti di una ragazzina spaurita, sembrava quasi…rammarico.

Quella reazione mi sbloccò, avvertì un senso di ansia e tristezza. Che stava succedendo?

-no Naruto-kun, non mi hai spaventata- gli sorrisi e vidi che si rilassava anche lui.

-di cosa volevi parlarmi?- quelle parole pronunciate e scandite perfettamente, quel tono calmo e controllato mi sorpresero non poco. Adesso le mie mani erano intrecciate educatamente all’altezza del ventre e le mie gambe erano dritte  e immobili.

-ti va se ci sediamo?- mi chiese indicandomi una panchina a qualche metro da noi.

Annuì e lo seguì, cercando di restare calma e di affrontare la situazione da donna adulta e non da piccola Hinata Hyuga timidissima e silenziosa.

-ti trovi bene a Suna Hinata-chan?- mi chiese Naruto sorridendo un po’ imbarazzato.

-si certo, sono tutti così gentili con me-

In effetti la vita lontana dal mio villaggio e dai miei amici era meno dura di quanto avessi immaginato.

Temari e Mari mi facevano compagnia, mi aiutavano ad ambientarmi e a conoscere luoghi e persone, chiacchieravano e scherzavano e mi raccontavano i dettagli piccanti e scandalosi dell’elite di Suna.

Gaara... era semplicemente lui, freddo e distaccato con gli altri, aperto e dolce con me: era il nostro rapporto speciale.

E Kankuro-kun mi faceva morire dal ridere!

-si sono felice- ribadì, ed ero completamente sincera.

-mi fa piacere-

Naruto sembrava distaccato e lontano, il suo sguardo era triste e il suo sorriso ben lontano dall’ essere il sorriso radioso e spensierato che illuminava le mie giornate.

-come vanno le cose al villaggio?- chiesi un po’ a disagio.

-il solito- rispose sorridendomi –io, Kiba e Rock lee facciamo casino e Shikamaru e Sakura-chan ci danno una bella lezione,a proposito, ho ancora il segno dell’ultima lezione di Sakura-chan – mi mostrò ridendo il braccio dolorante  –Choji diventa sempre più enorme. Sembra incredibile! E lo sapevi che Neji è entrato nella squadra AMBU?- mi chiese.

Annuì. Neji era l’unica persona con cui mi tenevo costantemente in contatto.

Mio fratello, si perché il mio affetto per lui era inimmaginabile e andava ben oltre al rapporto con un cugino, mi aveva tenuta aggiornata sui risultati da lui conseguiti.

Era entrato nella squadra speciale con sua grande soddisfazione ed aveva riempito di orgoglio mio padre e la casata cadetta.

-si ho saputo-

-Ino e Sakura sono diventate grandi amiche, e tutte e due medici ninja straordinari, Shino è sempre taciturno e apatico- scosse la testa.

-ne ero sicura!-

-sai, Kiba è un po’ sotto tono- si fece serio –gli manchi davvero molto-

Naruto si fece più vicino e senza staccare lo sguardo dal mio mi prese una mano.

-e  manchi anche a me, Hinata-chan… davvero- sospirò.

Il mio cuore fece un balzo nel petto: non poteva essere così crudele da dichiararsi alla moglie del suo migliore amico dopo anni di indifferenza, ciò che avevo costruito con Gaara non poteva essere distrutto da un amore d’infanzia.

Naruto mi spaventava ed io non volevo ascoltare, dovevo tornare a palazzo, subito, prima che fosse troppo tardi.

-io devo andare, Gaara mi starà cercando- dissi in un soffio, scostando rapidamente la mano dalla sua e allontanandomi dalla panchina.

-per favore Hinata, mi hai frainteso- disse afferrandomi un braccio e invitandomi nuovamente a sedere –ascoltami ti prego, questa non è una dichiarazione…non lo farei mai, ora che sei felice-

Mi sorrise e io sorrisi con lui: certo che no, Naruto non poteva essere crudele, non poteva essere insensibile ed egoista, perchè era buono e sincero… e mi voleva bene, adesso lo sapevo, ed io volevo bene a lui, come sempre, ma in modo diverso.

Perché io amavo Gaara, mio marito e adesso mi era chiaro, il mio cuore apparteneva a lui, e a lui solo.

-ti devo chiedere scusa Hinata…-

La sua voce mi riscosse dal filo di pensieri, mi feci attenta.

-per non aver compreso i tuoi sentimenti per me- sospirò –per averti resa infelice-

-no- lo interruppi.

Lo guardai negli occhi azzurro cielo oscurati dalla tristezza, e gli accarezzai una guancia per rassicurarlo. Non lo avevo mai toccato prima, aveva la pelle morbida e la guancia calda.

-non mi hai resa infelice, Naruto-kun-  gli sorrisi  - tu mi hai aiutato ad accettare me stessa e ad avere fiducia in me. Sono uscita dal mio guscio di solitudine, per imitarti, seguirti ed essere forte come lo sei tu.

-ma io non ti ho mai capita veramente, mi dispiace-

Feci scivolare via la mia mano e la posi in grembo, nonostante tutto grazie alle mie parole aveva recuperato il sorriso.

-sai quando sei partita, Kiba mi ha detto, anzi gridato, che era colpa mia-

Scossi la testa –non è così Naruto-kun…- dissi dispiaciuta.

-non riuscivo a capire-  continuò  -che cosa volesse dire-

Sospirai: Kiba se l’era presa con Naruto, anche se sapeva benissimo che non centrava niente.

La verità era che il mio migliore amico era innamorato di me, ma io me ne ero accorta quando era già troppo tardi…

-poi Shikamaru mi ha spiegato che tu mi amavi da una vita- disse  -e che Kiba credeva che avessi accettato il matrimonio con il kazekage  per colpa mia…-

-io non avevo scelta- mi giustificai in fretta.

-sono stato un stupido, eppure era così chiaro- scosse la testa, lo sguardo puntato verso il basso.

-non importa più ormai- cercai di tranquillizzarlo –adesso sono felice, lo hai detto anche tu-

-io non ti ho ignorata-   disse Naruto serio, prendendomi il mento con una mano e incrociando il mio sguardo  -questo lo sai, vero Hinata-chan?-

Mi mossi lenta verso il suo viso: era così vicino e terribilmente bello…  posai delicatamente le mie labbra sulla sua guancia, adesso era fredda ma sempre morbida e delicata come al contatto con la mia mano.

-lo so Naruto-kun, tu non mi faresti mai del male, non mi hai resa infelice, grazie a te sono un’altra persona, sono sbocciata-

Mi cinse le spalle in un abbraccio, le sue braccia erano così forti e muscolose, era un uomo, un uomo meraviglioso, che un giorno, ne ero sicura, avrebbe guidato il villaggio della foglia.

-mi raccomando Hinata-chan, non lasciare che nessuno ti renda infelice- mi sussurrò dolcemente a un orecchio .

-te lo assicuro- risposi –questa è una promessa!-

 

 

*

 

Nel palazzo del Kazekage regnava il silenzio, intervallato momentaneamente dal rumore di posate, piatti e  bicchieri che venivano rimossi dai tavoli dal personale nella sala dei banchetti. Gli ospiti dovevano essere quasi tutti nelle loro stanze ai piani superiori poiché l’atrio era deserto a parte una giovane sentinella che mi salutò educatamente quando entrai nell’edificio. Salì piano la scala che portava alle stanze del Kazekage e ad ogni passo ero sempre più turbata: mi ero intrattenuta nella serra più di quanto avessi calcolato e Gaara doveva essersi sicuramente accorto dell’assenza di sua moglie stranamente coincidente con la sparizione di un suo ospite. Mi sentivo così felice di aver finalmente chiarito le cose con Naruto-kun, finalmente avevo fatto chiarezza nel mio cuore, ma adesso avevo la sensazione di aver fatto qualcosa di terribilmente sbagliato.
Se si fosse venuto a sapere che la moglie di Gaara-sama si era intrattenuta con un ospite di Konoha in un luogo appartato per un tempo così lungo, non l' avrei passata liscia.
Spinsi piano la maniglia della porta della  camera da letto, e la richiusi alle mie spalle.
La camera era buia e silenziosa, procedetti con il cuore in gola verso il nostro letto matrimoniale.
Ciò che avevo fatto era inaccettabile ed adesso ne stavo per pagare le conseguenze.
Aspettai nascosta dietro una delle tendine del baldacchino aspettando la reazione di Gaara quando mi accorsi effettivamente che adagiato sul nostro letto non c’era nessuno: Gaara doveva essersi intrattenuto con qualche ospite nel suo studio e con un pizzico di fortuna forse non si era accorto della mia fuga.
Sorrisi mentalmente: per una volta i kami celesti erano dalla mia parte…

 



*






La mattina nel deserto  era magica: la finestra della mia camera  si apriva sulle case di Suna illuminate dalle luci chiare dell’alba e dalle strade sottostanti arrivavano ovattati i suoni e rumori della città che si svegliava. Al di là delle mura il deserto si estendeva a vista d’occhio,  sempre più lontano fino a perdersi all’orizzonte.
Quella mattina però ebbi la sensazione che andasse tutto storto: Gaara non era tornato quella notte, forse si era addormentato sulla sua scrivania, stanco e annoiato per la sera prima.
Per di più quando appoggiai i piedi per terra fui assalita dai capogiri e da una nausea così forte che dovetti correre  precipitosamente in bagno.
Quella non era la prima volta che succedeva: nelle ultime settimane  la  nausea e i capogiri erano andati sempre più intensificandosi diventando sempre più frequenti.
Forse dovrei vedere un dottore
-Hinata-sama è permesso?-
Mari era entrata piano nella stanza per aiutarmi come ogni mattina a vestirmi e a pettinarmi.
-arrivo-
Mi misi in piedi a fatica aiutandomi con le braccia aggrappate al lavandino e mi sciacquai la bocca con acqua fresca.
-Vi sentite bene? Siete così pallida!- Mari mi scrutava preoccupata da sopra gli occhiali rotondi.
-non è niente, solo un po’ di nausea- risposi piano.
La mia assistente annuì pensierosa, ed estrasse dall’ involucro il  vestito che avrei dovuto indossare quel giorno: era un abito corto fino al ginocchio di colore chiaro  e semplice come piacevano a me.
-Hinata-sama indossatelo subito, sono sicura che vi starà d’incanto- esclamò entusiasta Mari-san.
Quel vestito rosa chiaro risaltava sulla mia pelle diafana, la gonna a campana mi slanciava le gambe e il bustino risaltava delicatamente le mie forme, sarebbe stato perfetto se solo non fosse stato…stretto.
-Questo vestito è un po’ stretto Mari-san- dissi forzando la cerniera.
-non è possibile Hinata-sama, questa è la vostra taglia, ho controllato personalmente- rispose aiutandomi a salire la cerniera sulla schiena.
-è troppo stretto!-
-lo tolga ci deve essere stato un errore-
Mari ripose il vestito nell’involucro e  mi squadrò da capo a piedi, critica, osservando ogni centimetro del mio corpo.
Arrossì a quello sguardo e mi coprì il petto con le mani.
Mari storse il naso e si avvicinò di più scrutandomi attentamente da sopra gli occhiali adagiati sul naso aquilino.
-siete ingrassata, Hinata-sama!- esclamò la mia assistente annuendo a se stessa.
-  c-come?- chiesi leggermente offesa.
Mi voltai verso lo specchio tenendo le braccia ben allineate lungo il corpo: effettivamente i fianchi in quell’ultimo mese erano diventati più morbidi e tondi, braccia e gambe era più grassottelle come le mie guance leggermente paffute.
-e poi vi ricordo Hinata-sama che mi avevate chiesto di cambiare la taglia della biancheria intima perché ve la sentivate incollata addosso- aggiunse  verbalmente Mari alla lista.
-si, forse hai ragione- concessi, guardandomi allo specchio da un lato e dall’altro.
-vi consiglio- esclamò Mari con un sorriso -di mettervi una tuta e di fare una corsetta intorno al quartiere-
Sospirai: quella mattina era iniziata decisamente male.
-Mari-san, sapete dov’è il Kazekage? Ieri sera non è rientrato e questa mattina non si è fatto vedere- chiesi preoccupata.
-è ancora nel suo studio, gli ho portato il te poco fa- rispose Mari, mentre sceglieva un kimono dall’armadio.
-questo è di vostro gradimento?- disse indicandomi un kimono verde mela con dei ricami floreali oro.
-non mi piace il colore…-
-Hinta-sama!- esclamò un giovane ninja affacciato alla porta.
-bè, adesso non si usa più bussare alla porta di una signora?- esclamò indignata la mia assistente rossa in volto.
- p-perdonatemi- sussurrò il ragazzo intimorito -il kazekage e il Gran Consiglio vi aspettano in sala riunioni-
Mari mi guardò perplessa, l’espressione sul suo volto mutò tradendo stupore e preoccupazione: il mio viso doveva essere diventato ancora più pallido.
Il cuore aveva iniziato a martellarmi nel petto poiché se il Gran Consiglio mi aveva convocata con così poco preavviso, poteva esserci una ragione sola.
-Hinata-sama è urgente- esclamò il giovane impaziente sulla porta.
- a-arrivo- risposi sottovoce.
Quando il ragazzo si chiuse la porta alle spalle, Mari si affretto a ad aiutarmi ad infilare quel’orrendo kimono verde mela stringendo un obi chiaro intorno alla vita.
-Hinata-sama siete pronta- annunciò Mari agitata legando stretto un ultimo nodo.
-vieni con me Mari per favore- dissi supplicandola guardando  impaziente verso la porta.
La mia assistente annuì decisa -andiamo signora- esclamò.
Mari mi precedette aprendomi la porta e facendosi da parte per lasciarmi passare.
Il cuore mi batteva forte al pensiero di ciò che mi aspettava e il mio cervello si rifiutava di pensare le parole per discolparmi, perché ero innocente, io  lo sapevo, avevo passato la serata in una serra deserta, al chiarore della luna, a chiudere la storia con il ragazzo del mio villaggio che amavo da una vita.
Senz’altro, non mi avrebbero creduto.






Quando entrai nella sala del consiglio, quindici paia di occhi si spostarono su di me.

Gaara era seduto al centro della tavola ovale, le dita incrociate immobili, mi osservava leggermente turbato con il suo sguardo gelido e impenetrabile.

Temari al suo fianco si agitava sulla sedia e non guardava nella mia direzione ma era concentrata su qualche dettaglio terribilmente interessante della tonaca del suo vicino.

Mari mi fece una leggera pressione alla schiena in segno di procedere al mio posto mentre lei si disponeva alla mia destra, immobile.

Abbassai lo sguardo sulla lucida superficie del tavolo di legno, poi l’uomo vicino al Kazekage cominciò a parlare. Era Iguchi, segretario del consiglio, una persona di grande influenza e intelligenza che cinque mesi prima aveva espresso liberamente la sua disapprovazione riguardo la mia unione con il Kazekage.

Le gambe sotto il tavolo iniziarono a tremarmi e le mani si tormentavano in grembo.

-Hinata-sama, ci è giunta voce da fonti assolutamente attendibili che lei ieri sera ha lasciato il banchetto all’insaputa di tutti, per recarsi ad un incontro segreto con un’ospite di Konoha…è così?- chiese l’uomo ostentando indifferenza mentre riordinava alcuni fogli sparsi davanti a lui.

Annuì.

-e vi siete intrattenuta per più di un ora da sola con lui, lontano dalle mura del palazzo- proseguì l’uomo con tono amichevole e concessivo come se fossi una bambina.

- s-si è così… m-ma i-io- cominciai, ma le parole erano sibili e la lingua si impastava continuamente.

-che cosa avete fatto tutto quel tempo da sola con lui?- continuò l’uomo marcando bene ogni parola.

Tra i presenti scese il silenzio, ora tutti erano assolutamente concentrati sul mio dialogo\terzo grado con Iguchi. Mari alle mie spalle si agitava indignata per la domanda sconveniente e così anche Temari che fissava con astio l’uomo seduto poco lontano da lei.

-Per piacere Iguchi, questo non è un interrogatorio- protestò Gaara fulminando il suo interlocutore con lo sguardo.

-scusatemi Hinata-sama…potete rispondermi?-

Presi un bel respiro e organizzai le idee: non avevo niente da temere, non avevo fatto nulla di male e avevo la mia famiglia dalla mia  parte, Gaara mi avrebbe creduta. Dovevo solo parlare chiaro.

-s-si Iguchi-san- iniziai facendomi coraggio –io dovevo chiarire una faccenda personale che richiedeva la massima privacy…noi abbiamo solo parlato- dissi, cercando di sottolineare l’ultima parola –dopo ci siamo divisi ed io sono tornata immediatamente nella mia stanza, è tutto- conclusi guardandolo negli occhi.

-peccato che voi non possiate provarlo, Hinata-sama- mi sorrise –questo episodio ha del disdicevole, è una macchia sulla vostra reputazione e su quella di vostro marito!- terminò viscidamente l’uomo.

-la state accusando di un ipotetico tradimento, Iguchi-san?- chiese una anziana donna sporgendosi sul tavolo per guardarlo meglio.

-se la volete mettere così- le rispose l’uomo con tono ovvio.

-ne avete le prove?- continuò lei scrutandolo severamente.

-no…ma è evidente che…-

-se non ci sono prove, allora tutta questa messa in scena è assolutamente inutile- concluse la donna perentoriamente rilassandosi sulla sedia.

-vorreste chiudere qui la questione?- chiese l’uomo alzandosi in piedi e battendo un pugno sul tavolo –potrebbe avere svelato delle informazioni sul nostro villaggio a quelli di Konoha!-

Non era giusto! Avrei voluto replicare e proclamare la mia innocenza ma invece di gridargli ciò che pensavo, sibilai una frase tra me e me –io non ho tradito nessuno!-

Mari mi strinse una spalle in segno d’appoggio.

-non vedo perché Konoha dovrebbe rubarci delle informazioni, siamo villaggi alleati- replicò Gaara  a gran voce, molti dei presenti concordarono.

-lo sapevo che questo matrimonio sarebbe stato la rovina di questo villaggio!- esclamò Iguchi furioso.

-il Kazekage avrebbe dovuto sposare quella serpe di tua figlia Itsuko, vero Iguchi-san- rise la vecchia donna espirando una nuvola di fuma della sigaretta da poco accesa.

-come ti permetti- gridò l’uomo fuori di se.

-adesso basta- gridò Gaara alzandosi della sedie per far tacere i due litiganti.

Il rumore e la confusione si fecero a tratti confusi e distanti come l’eco delle onde in una conchiglia.

Scossi il capo per scacciare quella sgradevole sensazione, concentrandomi sulle parole del Kazekage che intimava al collegio di fare silenzio.

Poi la stanza iniziò a vorticare e le immagine si fecero indefinite e sfocate.

-si sente bene signora?- mi chiese Mari preoccupata chinandosi su di me.

Girai il capo per rassicurarla quando fui assalita da un altro giramento di testa e dal senso di nausea che mi aveva colta quella mattina.

-signora!- gridò la mia assistente chinandosi sulle ginocchia e prendendomi una mano.

Sentì i presenti ammutolirsi  in un istante e per la seconda volta i loro occhi indagatori si posarono su di me.

In quell’istante l’immagine delle cose intorno a me divenne   un vortice di colori e rumori

. Chiusi gli occhi e mi abbandonai tra le braccia della ragazza che continuava a pronunciare frasi senza senso.

 

 

 

La prima sensazione che provai, quando mi svegliai in un lettino dell’infermeria, era una forte e fastidiosa pressione sulla pancia.

Battei le palpebre velocemente e vidi la faccia tonda e allegra del medico dell’ospedale sorridermi educatamente mormorando parole rassicuranti.

Le analisi stavano arrivando, disse l’uomo, ma dovevo stare tranquilla: sicuramente non era nulla di cui preoccuparsi.

Dovevo essere rimasta svenuta per parecchi minuti: ricordavo vagamente la scena nella sala del consiglio prima di perdere i sensi. Iguchi e la vecchia arzilla litigavano ferocemente mentre Gaara cercava di farli tacere, poi Mari aveva gridato a qualcuno di aiutarla a sorreggermi e il Kazekage era corso da me.

Un brivido mi corse lungo la schiena: avevo freddo. Il kimono verde mela era piegato su una sedia accanto al lettino ed io ero rimasta solo in biancheria intima.

Mi raggomitolai sotto le coperte, cercando di fare chiarezza nei miei pensieri: forse avrei dovuto dire al medico che quegli episodi si erano verificati frequentemente in quell’ultimo mese.

In ogni caso mi sentivo ansiosa ed inspiegabilmente eccitata.

-Eccomi qua, Hinata-sama- esclamò tranquillo il simpatico dottore.

-tutto bene?- chiesi subito preoccupata.

L’uomo annuì sorridendo e senza staccare gli occhi dalla mia cartella clinica si sedette sul letto accanto a me.

-adesso vi devo fare qualche domanda personale, Hinata-sama- disse l’uomo spostando finalmente l’attenzione su di me.

-d’accordo- assentì.

-quando avete avuto il ciclo l’ultima volta?- chiese l’uomo cortese.

Ci pensai un po’ su: erano passate più o meno sei settimane, mi ero accorta del ritardo ma non vi avevo dato peso visto che non ero mai stata esattamente puntuale come un orologio.

-un mese e mezzo- risposi.

L’uomo si schiarì la voce – e avete avuto dei rapporti poco dopo, è così?-

Arrossì leggermente per la domanda tanto intima –si- risposi –più o meno una settimana dopo- riflettei.

-mi confermate ciò che dicono le analisi, allora- esclamò l’uomo sorridente – passando in rassegna una serie di valori stampati sui fogli bianchi.

-aspettate un bambino, Hinata-sama, congratulazioni!.. una visita ginecologica specifica ci dirà precisamente la settimana di gravidanza…-

Ma io non ascoltavo più: eccitazione, ansia, timore e felicità , un misto di emozioni mi pervadeva il corpo, il cuore batteva forte e il sangue pulsava nelle vene.

Ebbi la sensazione di stare per svenire di nuovo ma poi pensai che mai come in quel momento potevo essere più in forze dopo aver ricevuto la bellissima notizia di avere un’altra   vita dentro di me.

Era il lieto fine che aspettavo con ansia, la fine di una giornata che minacciava di allontanarmi per sempre dall’uomo che amavo a causa delle menzogne di un uomo arrivista e pomposo.

Mi accarezzai il ventre non ancora gonfio ma infinitamente prezioso e sorrisi tra me e me: sarebbe stato un bambino felice, amato e coccolato dalla sua famiglia e da tutti gli abitanti del  villaggio.

Dovevo dirlo a Gaara. E subito.

Scesi dal letto seguita dallo sguardo interrogativo del dottore e infilai il kimono alla meno peggio, stringendo l’obi con un doppio nodo per mantenerlo chiuso sotto protesta dell’uomo che implorava di non stringere così forte.

Attraversai di corsa il corridoio dell’infermeria incuriosendo medici e infermiere, con il kimono sconvenientemente aperto sul davanti che mostrava una buana parte delle gambe nude e con i capelli che cadevano scompigliati oltre le spalle e sulla schiena.

Non mi ero mai sentita tanto felice e viva!

Dovevano saperlo tutti: immaginai la faccia di Iguchi dopo avere appreso che la mia presenza al palazzo era più solida che mai, la vecchietta arzilla sarebbe scoppiata in una grassa risata per l’assurdo paradosso, Temari-san e Mari mi avrebbero abbracciata entusiaste e commosse e Gaara…

Mi fermai a pochi passa dalla porta della sala del consiglio: nonostante fosse passata una mezzora buona, i membri del gran Consiglio stavo ancora discutendo animatamente.

Posai una mano sulla maniglia ma l’abbassai all’istante.

Ero così felice ed emozionata che non avevo pensato a lui, a Gaara, che per tutta la riunione mi aveva guardata con occhi freddi e sospettosi nonostante non mi avesse attaccata in pubblico.

Posai una mano sul ventre: mi amava ancora o mi riteneva un’adultera bugiarda? In quel caso mi avrebbe accetta nuovamente nella sua vita esclusivamente perché aspettavo il suo bambino?

Voltai le spalle alla porta del collegio e mi diressi stancamente al piano di sopra, desiderando ardentemente di buttarmi sul letto e spegnere il cervello in ebollizione per qualche secondo.

Lo avrei affrontato in privato, nella nostra camera da letto dove era iniziata la nostra storia sperando che guardandomi negli occhi si accorgesse che il mio amore era vero e sincero.

Cercai di non farmi prendere dal panico, ora ero al sicuro nella mia stanza, feci un respiro profondo chiudendo bene la porta e mi lascia cadere pesantemente sul letto libera di essere impresentabile e sconvolta.

Prega che il papà ci voglia ancora piccolo mio, pensai, prima di addormentarmi sfinita sulle fredde lenzuola di seta rossa del nostro letto.

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Salve a tutti^^

un altro capitolo postato e relativamente presto per i miei standard: ho approfittato di questa settimana a casa per scrivere e dopo un lavoro di tre giorni eccomi qui!

Scusate se non riesco ad aggiornare la storia più presto ma sarebbe praticamente impossibile, non ho mai tempo e questo periodo prima di Natale è terribile per tutti i compiti e l'interrogazioni che fissano i prof.

Comunque spero che questo capitolo vi sia piaciuto mi ci sono messa di impegno perchè ci tenevo che venisse bene, è un passo importante perchè scioglie qualche dubbio e ne crea di nuovi XD

Fatemi sapere che cosa ne pensate, ovviamente!

Questa volta provo a rispondere alle recensioni una ad una^^


martufella87: grazie per i complimenti^^ credo che questo capitolo abbia risposto un po’ a tutti i tuoi interrogativi!!

Spero che continuerai a seguirmi e a recensire, un bacio!!!

 

Midblooder_The_Joker: visto che bravo bambino è Naruto-chan?? Continua a recensire mi raccomando! Spero che anche questo capitolo sia stato di tuo gradimento^^

 

Kimly: ti lascio ancora nel dubbioXD i sentimenti di Gaara sono tutt’altro che confusi ma ho intenzione di non svelare cosa davvero prova fino alla fine. D’altra parte è un personaggio all’apparenze molto freddo e distaccato, e così è anche nella mia fic! Ti ringrazio ovviamente non solo per questa ma per tutte le recensioni che hai lasciato!! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto, fammi sapere! Baci!!!!

 

Black_Berry: in effetti rileggendo qualche giorno fa il 7 capitolo prima che mi mettessi a scrivere ho notato qualche errore di battitura e non solo… che figura!!!! Io ODIO gli errori di grammatica.

Prima di postare il capitolo lo leggo e lo rileggo 3-4 volte, ma sono così ansiosa di aggiornare che a volte lo faccio un po’ superficialmente. Stavolta credo di essere stata un po’ più attenta…

Ti ringrazio per la recensione, fammi sapere cosa ne pensi di questo 8 capitolo!!!

Un bacio^^

 

chandelora: ti ringrazio tanto per tutte le recensioni lasciate^^ non sai quanto mi fa piacere avere dei lettori così fedeli! Stavolta ho aggiornato un po’ prima approfittando del fatto che sono chiusa in casa per il raffreddoreXD

Spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo!!

Kissssssssss

 

JhonSavor: a quanto pare Naruto-kun è più maturo di quel che si pensi!!! Mi fa piacere ricevere una recensione maschile, sono curiosa di sapere cosa ne pensi anche di questo capitoloXD

Baci^^

 

HinaNaru: grazie per i complimenti^^ Spero che ti sia piaciuto anche questo ottavo capitolo!!

Fammi sapere cosa ne pensi!

Un bacioooo

Kahoko: i tuoi dubbi erano fondati! la nostra Hinata è incinta ma che reazione avrà  Gaara-sama? ti ringrazio per i complimenti spero che in questo capitolo ci siano stati i colpi di scena che ti aspettavi, e non è finita qui, assolutamente no! Non ho ancora finito di tormentarli XD

fammi sapere che cosa ne pensi!

baci

smivanetto: una new entry fa sempre piacere! ti ringrazio di seguire la mia storia e mi fa piacere che ti piaccia tanto^^ Spero che questo capitolo sia stato di tuo gradimento.

Mi piacerebbe che tu continuassi a recensire per avere una tua opinione!

un bacio

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e ringrazio ovviamente tutti i lettori


alla prossima!!!!
 un bacio

_JUN_

  
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