…Alla calda luce di un falò
Salve! se state leggendo vuol dire che siete sopravvissuti a quello schifo totale che era il secondo chap.
senza indugio passerei ai ringraziamenti. grazie a tutti quelli che commentano e che lo faranno.
Buona lettura!!!!!!!!!!!!!
Stage 3
Giunto sulla spiaggia, Sesshomaru si guardò intorno, decisamente meravigliato; a pochi metri dal bagnasciuga si stagliava un alto falò, delimitato da grosse pietre e, diffusi qua e la, diversi barbecue sui quali i vari camerieri arrostivano molte varietà di cibo. Ma certo! Una grigliata, a base di carne, pesce e verdure, a quanto poteva vedere; davvero fuori dal comune, ma decisamente molto, molto allettante, si, gli piaceva. Gli invitati, seduti un po’ ovunque, indossavano abiti piuttosto leggeri e alcune ragazze, addirittura dei costumi da bagno, cosparsi di pailettès luminose e un lieve chiacchiericcio si espandeva nell’aria.
«Allora Sesshomaru, ti piace? » Domandò Kagura con voce sinuosa stringendosi di più al ragazzo che la teneva a braccetto.
«Si…davvero molto originale, tua madre deve essere un genio! »
«Mi lusinga questo tuo complimento… »
Kagura era molto gentile, fin troppo, pensò Sesshomaru, ma a giudicare il modo in cui premeva il suo seno contro il braccio del ragazzo, il suo scopo era ben altro che essere gentile con “un ospite”; certo che aveva una fortuna sfacciata, pensò sarcastico. Il suo famoso fascino aveva funzionato con la persona sbagliata.
Non riuscì a togliersela di torno per la maggior parte della serata e dovette sopportare tutto il racconto riguardo la sfilata di moda che lei e una sua amica, invitata anche lei alla festa, avevano visto qualche settimana prima a Milano. A salvarlo fu Kagome che, con la scusa di accompagnarlo da suo fratello, lo rubò alle grinfie di un’incazzatissima Kagura.
«Che cosa vuole il fratellastro?... » Chiese Sesshomaru continuando a guardarsi alle spalle. «Comunque mi sa che questa volta lo devo ringraziare…»
Kagome rise divertita. «In realtà…non ti vuole proprio nessuno, solo che, sai, ti ho visto un po’…”in difficoltà”…» Disse piegando due volte l’indice e il medio.
Risero entrambi, poi Sesshomaru passò un braccio intorno alle spalle di Kagome «Sai, penso proprio che tu sia la mia cognata preferita…» Ed entrambi scoppiarono in una fragorosa risata.
«Ti ho visto gironzolare intorno alla piccola Rin…» Osservò Kagome maliziosa. Sesshomaru sorrise. «Mi auguro che tu non abbia intenzione di andarci giù pesante con lei…è poco più che una bambina… nonostante la società di cui fa parte… » Aggiunse tristemente, prima di trovare InuYasha anche lei era stata ingannata più volte da ragazzi facoltosi, ma poco seri.
«Vedi Kagome, io…io non lo so che cos’è che mi ha preso quando l’ho vista…non so se è stato attrazione fisica, se è puro sfizio, o…o…qualcos’altro… » Disse Sesshomaru confuso… «Ma non sono stupido…tanto meno un pedofilo…non ho intenzione di sfiorarla nemmeno con un dito… se lei non vuole…»
Kagome sorrise sollevata, ma Sesshomaru sapeva che resistere alla tentazione sarebbe stato assolutamente difficile per lui, abituato ad avere tutte le ragazze ai suoi piedi. In effetti non aveva ancora avuto la possibilità di soffermarsi a pensare cosa, in realtà, lo attraesse in Rin. Si gli piaceva tutto di lei, ma c’era qualcosa che doveva averlo colpito fin dal primo attimo, no?
Lei era così bella, con quel visino innocente e il corpo dalla bellezza acerba e poi…quella finta altezzosità che per niente sembrava appartenere ai dolci occhi blu mare. Lo stesso mare che ora aveva davanti, in cui la luna si specchiava, giocando con i mille riflessi delle luci sulla spiaggia. Quella semplicità, quella completa assenza di malizia la rendevano unica agli occhi di Sesshomaru che di malizia, negli occhi delle ragazze, ne aveva vista fin troppa.
Solo questo? Solo quella novità lo attraeva in Rin?
No.
Perché se fosse stato solo quello, si sarebbe presto stancato di lei. Invece Sesshomaru sentiva che, se avesse avuto la possibilità di avvicinarla, di suscitare il suo interesse, non si sarebbe mai saziato della sua presenza, della sua voce, del suo corpo.
La guardò. Stava un po’ distante da tutti gli altri, Sesshomaru aveva ormai capito che per lei era normale, con le cuffiette nelle orecchie, probabilmente ascoltava della musica, e guardava il riflesso della luna in acqua. La fioca luce del fuoco la rendeva ancora più bella, quasi simile ad una dea, illuminandola di caldi riflessi dorati. Ma nonostante il fuoco, lei sembrava risplendere di luce propria, una luce e una vitalità che, estremamente contagiose, irradiavano dai suoi occhi.
Si, quella luce lo aveva colpito fin dal primo momento, quella gioia di vivere di cui forse lui aveva un bisogno vitale.
Rin avvertì qualcuno sedersi al suo fianco e per poco il suo cuore non manco un battito quando si accorse che si trattava di Sesshomaru. Quel ragazzo stava mettendo a dura prova la sua pazienza…o forse era meglio dire i suoi ormoni…quanto era bello, con quel viso meraviglioso e il fisico scolpito, quasi statuario. Le sue iridi color dell’ambra l’avevano incantata da subito, sembravano esercitare, sui suoi occhi, la stessa attrazione di una calamita. E la sua voce, suadente e matura, le faceva provare dei brividi intensi, tanto che sarebbe stata per ore ad ascoltarlo. Ma non doveva lasciarsi abbindolare, se uno così, che poteva avere ragazze a palate, si avvicinava a una ragazzina come lei era sicuramente per sfottere, quindi si strinse di più a Rumiko, che stava distesa al suo fianco e decise di ignorarlo.
«Non ti annoi qui, tutta da sola? » Chiese Sesshomaru togliendole un’auricolare. A quel contatto entrambi rabbrividirono
«No… » Rispose Rin mostrandosi indifferente.
«Andiamo non farmi quel faccino antipatico, so che non ti appartiene…» Insistette Sesshomaru.
Per tutta risposta Rin si rimise l’auricolare.
Sesshomaru fece spallucce, forse avrebbe dovuto arrendersi, il suo fascino sembrava non fare presa su di lei.
Improvvisamente, un ragazzo, che sembrava avere la stessa età di Sesshomaru, staccò la musica del cd, che fino a quel momento aveva riempito l’aria, e prese a suonare un piccolo strumento a percussione che dava un suono dal ritmo veramente particolare ed incalzante, seguito subito da un altro ragazzo.
«Ehi Rin! » Esclamò una ragazza bionda, decisamente europea, lanciando uno scialle a Rin. «Dai, facci sognare! » Disse.
La ragazzina guardò Sesshomaru un po’ imbarazzata, poi, sfilandosi entrambi gli auricolari, si alzò e guadagnò il centro, accanto al fuoco.
Nel momento in cui Rin prese a muoversi a ritmo di musica, Sesshomaru capì cosa voleva dire la biondina; Rin aveva un modo muoversi talmente sinuoso e sensuale, ma allo stesso tempo pulito e naturale, da riuscire ad eccitarlo al solo sguardo, tanto più che aveva gli occhi della ragazzina incollati addosso. Il movimento dei suoi fianchi, che seguiva i gesti di una antica danza cubana, si fondeva con l’oscillazione delle fiamme, provocando su Sesshomaru uno strano effetto ipnotico.
Le voci e gli applausi della folla riempirono l’aria quando la ragazza terminò la sua danza. E mentre Rin si rinfrescava e si asciugava il sudore provocato dalla vicinanza del fuoco, Kagome si avvicinò a Sesshomaru.
«Complimenti, signor Sesshomaru! Ha fatto colpo sulla bella Rin chan! » Esclamò.
«Ma che stai dicendo? » Sibilò lui guardandosi intorno e premendosi un dito sulle labbra «E poi abbassa la voce! »
«Forse tu non te en sei reso conto, ma ti ha fissato per tutto il ballo. »
«E allora? » Chiese Sesshomaru non capendo dove la sua amica volesse andare a parare.
«Come presupponevo, non sai nulla di queste cose. » Osservò Kagome lievemente indispettita.
«Evidentemente…» ammise Sesshomaru.
«Probabilmente è per questo che Rin si è azzardata. Comunque…questo è un ballo di antiche origini cubane, usato in una località molto particolare in cui erano le donne a scegliere l’uomo e a corteggiarlo…appunto con questo ballo intorno al fuoco…simbolo della passione… » Spiegò Kagome con occhi sognanti.
Sesshomaru sembrava ancora un po’ confuso.
«Sveglia! Tu le piaci! » Esclamò Kagome sventolandosi una mano davanti al viso.
«Un semplice ballo, secondo te, basterebbe a darmi l’assoluta certezza di quanto dici? » Ribattè testardo il ragazzo dagli occhi d’ambra.
«Non è “un semplice ballo”! » Ripetè Kagome che cominciava a perdere la pazienza. «Tramite questa danza le donne cubane cercavano di sedurre gli uomini…»
«Sicura? » Chiese Sesshomaru un po’ meno titubante.
«Provare per credere. » Fu la risposta certa.
To the next stage…
Bene. è finito anche questo chap! Che ne pensate? Lo so che è un po’ noioso, ma tempi migliori si preparano a bussare alle nostre porte! Don’t worry!
Cmq vorrei precisare che la storia della danza cubana è assolutamente inventata!
Mi scuso ancora per l’OOC e vi do l’appuntamento al prossimo chap!
Commentate, vi prego! Anche le critiche sono ben accette.
Nu jeans e ‘na maglietta Un jeans e una maglietta
‘Na faccia acqua e sapone Una faccia acqua e sapone
M’ha fatt’ annammurà chesta semplicità Mi ha fatto innamorare questa semplicità
Ma tu nun me dai retta Ma tu non mi dai retta
Dice ca’ si guagliona Dici che sei piccola
E nun a tiene ancora l’età pè fa l’ammore e non hai ancora l’età per innamorarti.
Tu quinnece anne ma sei già donna Tu 15 anni ma sei già donna
Anche se piccola d’età anche se piccola d’età
Nun sacce ancora nemmeno u’ nomm Non so ancora il tuo nome
E dda mia t’ sent già E già ti sento mia
M’ e fatt annammurà Mi ha fatto innamorare
Quell’aria da bambina che tu hai quell’aria da bambina che tu hai
Nun me fa cchiù aspettà Non farmi più aspettare
U’ tiempo vola e tu peccat faie Il tempo vola e tu fai un peccato
Me fann annammurà pure e’ capricci Mi fanno innamorare anche i capricci
E i’ smorfie cca me faie e le smorfie che fai
Me fann cchiù attaccà Mi fanno innamorare di più
Tu nun capisce ‘o male ca me faie Non capisci il male che mi fai.
Iamme damme stà vocca Dai dammi la tua bocca(cioè, dammi un bacio)
Viene astrigneme e mane E stringi le mie mani
E scrivimmolo ‘nzieme stù rumanzo d’ammore E scriviamo insieme una storia d’amore
M’ e fatt’ annammurà Mi hai fatto innamorare
Che colpa tengo si te voglio già Che colpa ho se ti voglio?
Tu si guagliona ma Tu sei una ragazzina
Pè chisto amore nun ce vò l’età ma per questo amore non conta l’età
Pecchè nun te convince Perché non ti convinci
E ancora me ne cacci? E mi mandi via?
Dimmi che non ti piaccio Dimmi che non ti piaccio
È questa la ragione? È questa la ragione?
Aiza l’uocchie a terra guardame buono ‘nfaccia Alza gli occhi e guardami in faccia
Dice ca io sò pagliaccio Dici che io sono un pagliaccio
Sfotto a tutte ‘e guaglione e prendo in giro tutte le ragazze
Tu quinnece anne ma sei già donna Tu 15 anni ma sei già donna
Anche se piccola d’età anche se piccola d’eta
Nun sacce ancora nemmeno u’ nomm Non so ancora il tuo nome
E dda mia t’ sent già E già ti sento mia
M’ e fatt annammurà Mi ha fatto innamorare
Quell’aria da bambina che tu hai quell’aria da bambina che tu hai
Nun me fa cchiù aspettà Non farmi più aspettare
U’ tiempo vola e tu peccat faie Il tempo vola e tu fai un peccato
Me fann annammurà pure e’ capricci Mi fanno innamorare anche i capricci
E i’ smorfie cca me faie e le smorfie che fai
Me fann cchiù attaccà Mi fanno innamorare di più
Tu nun capisce ‘o male ca me faie Non capisci il male che mi fai.
Iamme damme stà vocca Dai dammi la tua bocca
Viene astrigneme e mane E stringi le mie mani
E scrivimmolo ‘nzieme stù rumanzo d’ammore E scriviamo insieme una storia d’amore
M’ e fatt’ annammurà Mi hai fatto innamorare
Che colpa tengo si te voglio già Che colpa ho se ti voglio?
Tu si guagliona ma Tu sei una ragazzina
Pè chisto amore nun ce vò l’età ma per questo amore non conta l’età