"E ora che vuole?" pensò mettendosi subito sulla difensiva e guardandolo di sottecchi. Lui non parlava.
-Senti.- si spazientì - Vuoi toglierti di mezzo per favore? Vorrei tornare a quello che stavo facendo.-
-Ma se non stavi facendo niente!- la rimbeccò lui sarcastico.
-Fa lo stesso, smettila di starmi tra i piedi se non hai nulla da dirmi.- ribatté la bionda alquanto seccata, andandosene senza ascoltarlo.
-Aspetta!- la raggiunse lui correndo -Voglio parlare con te.-
-Secondo me non c'è proprio nulla da dire, mi pare che sei stato abbastanza chiaro no?-
-Si ma non possiamo continuare così.-
-Spiegati, che vuol dire?- chiese la ragazza fermandosi e guardandolo dritto negli occhi. Se era giunta l' ora dei chiarimenti allora che si sbrigasse a parlare.
-Voglio dire che io e te siamo colleghi, lavoriamo insieme ed è importante che non ci siano tensioni fra di noi. La prossima volta che avremo un caso che faremo, staremo tutto il tempo ad ignorarci come adesso? Sai che non è possibile dobbiamo collaborare.-
Meredith si morse il labbro inferiore, aveva ragione da vendere.
-Lo so.- ammise - Così non possiamo lavorare. Quindi cosa si fa?-
Ora era il turno di Reid di mordersi il labbro e tacere. Sembrava imbarazzato, tuttavia la ragazza sapeva bene quello che stava per succedere. Era l' inevitabile conseguenza di un rapporto nato all' improvviso, nel quale si erano lasciati entrambi trasportare senza sapere bene come era successo. Se nuotando ci si abbandona alla forza delle onde, queste ci trascinano a largo facendoci affogare. Lo sapevano bene entrambi, eppure dirlo era difficile. Dannatamente difficile.
-Dovremo...- cominciò il ragazzo titubante.
-Dovremo prenderci una pausa, ed essere per prima cosa colleghi.- concluse la frase Meredith al suo posto. Indovinava cosa stava per dirle, ma le sue orecchie si rifiutavano di sentire quelle parole pronunciate da lui. Sarebbe stato troppo doloroso, così aveva deciso di anticiparlo. Attaccava sempre per prima quando temeva di venire ferita, era una sua abitudine.
-Si hai ragione tu. Ripartiamo da zero, ci siamo lasciati coinvolgere troppo.- fece Reid sconsolato fissando un punto non precisato del pavimento. La ragazza annuì:
-Siamo d' accordo allora. Beh io torno a sedermi di là adesso.- disse avviandosi con uno sguardo triste alla scrivania. Spencer rimase impalato a guardare nel vuoto. Doveva prima realizzare ed accettare che era tutto finito anche se dentro di lui sapeva che non sarebbe mai stato in grado di farlo. Non voleva lasciarla andare, eppure era quella la cosa giusta da fare. Sentiva un enorme vuoto dentro di se e gli sembrava di essere sul punto di esplodere.
Meredith seduta alla sua postazione intanto sospirava tristemente. Era una fortuna che nessuno fosse presente in quel momento, non avrebbe potuto spiegare il perché di tanta malinconia. Stava ripensando alla prima volta che aveva visto Spencer all' accademia, quando ancora studiava per diventare profiler, e al primo periodo in cui lei aveva iniziato a lavorare alla BAU quando avevano imparato a conoscersi meglio. Quei giorni le sembravano così lontani che non era più neanche sicura di averli vissuti davvero. Ripensò a quella sera in cui l'aveva portato alla sua casa sull' albero, cioè il molo, e a quel bacio nato spontaneamente con la complicità della luna e delle stelle. Si distolse subito da quel ricordo, perché sentiva che avrebbe pianto e non voleva che accadesse. Era giusto così, sapevano entrambi come sarebbe andata. Non le restava che rassegnarsi alla fine di una storia che non sarebbe mai dovuta nascere, e che era già morta ancora prima di cominciare.
Alla fine dell' orario di lavoro, Meredith si congedò in fretta dagli altri e si avviò alla sua macchina. George era là ad aspettarla.
"Ci avrei scommesso!" pensò la ragazza sospirando. Gli si avvicinò e questa volta disse qualcosa che l' uomo non si sarebbe mai aspettato:
-Volevo farlo da sola, ma visto che sei qui ti va di cenare da qualche parte? Sono affamata sinceramente, e presumo tu abbia molte cose da dirmi. Prometto che stavolta se ti comporterai bene nessuno ti picchierà.- aggiunse mantenendo sempre il medesimo tono di voce piatto di chi si sta sforzando tremendamente a fare qualcosa che non gli va.
-Dici sul serio?- chiese lui incredulo.
-Si, ma vedi di sbrigarti prima che io cambi idea. E sappi che la mia decisione di ascoltarti non cambia il fatto che non ti voglio nella mia vita. Questo deve essere ben chiaro.- puntualizzò seria aprendo la portiera della macchina.
-Ho capito, va bene.- si arrese George dicendosi che tutto sommato era già un miracolo che potessero parlare senza creare cataclismi, di certo non poteva pretendere di più. Meredith accese il motore e partì. Non sapeva dove tutto questo l' avrebbe portata, se la sua vita sarebbe migliorata o peggiorata non poteva prevederlo. L' unica cosa di cui era certa era proprio l'incertezza, divisa com' era tra un futuro che appariva nebuloso all' orizzonte ed un passato popolato di ombre che mai l' avrebbero abbandonata. Non era sicura di come sarebbero andate le cose, e forse neanche voleva saperlo. Qualunque cosa il destino le riservasse lei era lì, pronta ad affrontarlo come aveva sempre fatto, e questo niente avrebbe mai potuto cambiarlo.
THE END