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Autore: Bardunfula    18/11/2009    1 recensioni
Devo parte dell’ispirazione per questa fanfiction a ‘The Portrait of the Unknown One’, una fanfiction che l’utente Lemondropseverus ha pubblicato sul sito www.fanfiction.net .
Il resto è opera mia.
La fiction è ambientata nell'Inghilterra di Enrico VII, ma non segue necessariamente il corso 'veritiero' degli avvenimenti storici che tutti noi conosciamo.
Caterina d'Aragona ed Enrico Tudor sono sposati da cinque anni. Hanno già una primogenita, Maria, e sono in attesa del loro secondogenito.
Sarà, finalmente, un maschio?
I personaggi della fic, alcuni sono realmente esistiti, altri no.
Buona lettura, e commentate :)
Genere: Generale, Storico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Tudor/Inghilterra
Capitoli:
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A Queen's Daughter - Missing

Londra /Parigi Gennaio/Febbraio 1530 – Missing

 

“Volete passare da Isabel?”
Caterina fulminò con lo sguardo il marito e poi girò il viso, sdegnata.
“Caterina sono quasi quattro settimane che non le date udienza, e rispedite indietro i suoi messaggi. Fino a dove vorrete arrivare?” Chiese Enrico, cercando di mantenere la calma e la pazienza. “Non ha nemmeno sedici anni ed ha peccato di leggerezza.. Non posso davvero credere che la stiate cancellando dal vostro cuore.” Provò a farla ragionare.
In realtà, nonostante la situazione drammatica, gli veniva quasi da sorridere. In genere, era lui quello fumantino e veloce alla reazione scomposta e lei aveva il compito di ricomporre i cocci che lui rompeva. In questo caso, invece, era stata lei ad aver perso la sua proverbiale calma e a sragionare.
“Quella sgualdrinella deve capire dove ha sbagliato e recepire un po’ di disciplina..” Fu la sua unica risposta, la sola in quelle quattro settimane che continuava a ripetere in modo quasi ossessivo.
“Ancora un po’ di disciplina, e rimarrà senza pelle sulla schiena, Caterina.” Commentò Enrico, stupito da tanta durezza da parte sua, soprattutto nei confronti di Isabel. “Dio non voglia vi dobbiate pentire di ciò che fate. Crescere senza madre è innaturale, e Dio solo sa cosa ha già passato nostra figlia..”
Detto questo, la lasciò sola, a preparare le ultime cose per il viaggio in Francia, dove si sarebbe celebrato il fidanzamento di Maria con Francesco, il primogenito di Francesco I e Claudia.
Praticamente tutta la corte avrebbe partecipato, esclusi Thomas More, che avrebbe tenuto la reggenza in vece di Enrico, sir Knivert e sir Hilliard, che sarebbero rimasti a Londra assieme ad Isabel, e naturalmente la secondogenita di Enrico e Caterina, che ancora soffriva il totale ostracismo materno.
La Regina guardò uscire il marito e poi continuò a preparare l’occorrente per il viaggio. Da che aveva scoperto il tradimento di Isabel, l’aveva praticamente bandita dalla corte, aveva ignorato i suoi innumerevoli messaggi di scuse e richieste di ricevimento, dedicandosi in pratica a Maria ed a tutto ciò che la riguardava. Non aveva mai trattato Isabel in un modo tanto rigoroso e duro, ma il dolore e la rabbia che provava erano talmente accesi che solo ripensare alla notte di Natale le faceva venir voglia di gridare e fare a pezzi qualsiasi cosa.
“Mia signora, vostra figlia..” Azzardò a dire Maria de Salinas. Caterina dapprima sorrise, ma poi quando vide lo sguardo imbarazzato della dama, capì che Isabel aveva osato contravvenire ai suoi ordini. Il viso le si contrasse in una smorfia di pura rabbia.
“Cacciatela via!” Ordinò a voce sufficientemente alta perché ‘quella svergognata’ sentisse. “Ditele che la Regina non ha tempo né voglia di vederla e che se non vuole finire alla Torre farebbe bene a eseguire alla lettera i suoi ordini, invece che osare contraddirla.”
“Maestà..” Mormorò lady Willoughby, implorando con lo sguardo Caterina. Come poteva pensare di farle riferire una cosa del genere? Ad Isabel poi..
“Lady Willoughby, vi consiglio di eseguire i miei ordini, ed alla svelta..” Sibilò furente Caterina, con un tono di voce bassissimo, segno evidente che era davvero al limite della sopportazione. La dama, chiuse gli occhi e deglutì a vuoto. Poi dopo l’inchino consueto, si voltò per prendere l’uscita.
“Non vi preoccupate, mia buona lady..” Mormorò Isabel. “Obbedisco. Vi prego, vogliate dare questo messaggio alla Regina, e ditele che la affido ogni momento al Signore perché le conceda la sapienza del cuore e la mantenga fedele al Suo servizio, donandole tutta la salute possibile.”
La nobildonna spagnola sorrise alla giovanissima principessa, prese il messaggio cartaceo che Isabel le aveva consegnato e poi tornò indietro da Caterina.
L’espressione sul suo volto era, se possibile, ancor più stravolta e turbata. Quando l’amica le diede il biglietto, lo fece in un istante in mille pezzi, ma era impossibile non avesse sentito le parole della figlia.

 
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“Dieci anni fa mi avete atterrato.. Farete lo stesso anche oggi?” Sorrise Francesco, baciando timidamente le guance della sua fidanzata. Maria gli sorrise, arrossendo.
“No, Vostra Altezza..” Rispose, baciando a sua volta le guance fresche, e leggermente imporporate di lui.
Tutto il seguito esplose in un applauso entusiasta, e i due padri si levarono in piedi sollevando i loro calici colmi di vino francese. Seguiti dalle mogli e poi dai loro cortigiani, subito fecero un brindisi alla nuova coppia, mentre i due novelli fidanzati si studiavano con discreta curiosità.
Mentre guardava la primogenita, Caterina non riuscì a non estraniarsi ed a non pensare ad Isabel, sola a Londra. La durezza ed il rigore che stava infliggendo alla figlia cominciava a stancarla. Isabel aveva sbagliato, enormemente, e lei si sentiva talmente ferita che ancora non riusciva a pensare a quanto avvenuto in maniera serena e tranquilla. Lo smacco ricevuto era enorme, ma ora che il tempo cominciava a fare il suo dovere ed a marcare la distanza da quanto successo, Caterina cominciava a chiedersi se tutto quanto non avesse una spiegazione che fino ad quel momento lei non aveva preso in considerazione perché troppo adirata e troppo incollerita. La pervicacia con cui Isabel l’aveva cercata per tutto gennaio la disturbava molto, ma nello stesso tempo la straniva. Possibile che volesse solo scusarsi? Possibile che non ci fosse spiegazione per i suoi continui tentativi di incontrarla? Possibile che la fedeltà che la figlia le aveva mostrato fino a quel momento fosse una barzelletta, un imbroglio oppure si fosse dissolta con un gioiello in regalo? Possibile che non ci fosse nessun’altra spiegazione che l’improvvisa malafede di Isabel?
Mamà, oggi è il mio giorno!!” Protestò una voce, improvvisamente vicinissima. Maria stava reclamando la sua attenzione, e non completamente a torto. “Nemmeno oggi riuscite a mettere da parte mia sorella?!” Le disse, con poco tatto.
“Hai ragione, tesoro..” Rispose Caterina, abbracciandola e tenendola stretta. Cercando di concentrare la sua mente solo su Maria, affondò le labbra nei suoi capelli, ma il suo cuore, lontano come era, non riuscì a gioire pienamente.

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“Per ordine del Re sono indetti solenni festeggiamenti, della durata di dieci giorni, in tutta l’Inghilterra, a celebrazione del fidanzamento tra Maria, Principessa del Galles, ed il Delfino di Francia, Francesco. Tali festeggiamenti termineranno con una festa nella città di Londra, con musiche, balli cittadini e fuochi d’artificio, nell’ultimo dei dieci giorni.”
Thomas More, nominato reggente del Regno, sigillò il solenne bando e poi lo consegnò a Thomas Cromwell, il segretario.
“Fatela entrare..” Mormorò al suo usciere. Dopo pochi secondi Isabel, accompagnata da sir Knivert, entrò nella sala. Il filosofo la guardò con occhi severi, ma bonari. Quella giovane le piaceva, e non poco. Anche se aveva fatto una sciocchezza enorme, non la riteneva capace di malafede, soprattutto nei confronti della madre, per cui era risaputo aveva una vera e propria adorazione, ampiamente ricambiata peraltro. “Vostra Altezza..” La salutò lui, chinando il capo. Isabel sorrise un pochino e rispose educatamente al suo saluto.
“Sir More..”
“Principessa, è precisa volontà del Sovrano che anche voi festeggiate il fidanzamento di vostra sorella.. Egli desidera la vostra presenza a corte in questi giorni, e in particolar modo nell’ultimo giorno, quando i Sovrani torneranno e vi saranno festeggiamenti solenni in tutto il Paese.”
“Non credo di essere benvoluta a corte, sir More.” Rispose Isabel cercando di tenere calma e ferma la voce. “Mia madre non mi ha ancora perdonata, se mai lo farà. Fino a che non sarò ben accetta anche da lei, non intendo imporre la mia presenza. Non potrei mai farle un torto del genere. Non dubitate, festeggerò in modo appropriato il fidanzamento di mia sorella e del Delfino, ma vi prego, non mi costringete a disobbedire a mia madre.”
“Principessa, non presenziando, disobbedirete a vostro padre.” Obiettò con delicatezza sir Thomas, osservando il viso della giovane e ammirando la sua dignità in un momento così difficile. Odiava metterla alle strette in quel modo, e di sicuro Enrico non era stato un fior di delicatezza nell’imporre alla figlia una cosa del genere. In realtà il messaggio di Enrico non era per Isabel, ma per la moglie. Le stava imponendo di piegarsi al suo volere e di passar sopra una cosa obiettivamente scandalosa.
“Lo so, sir Thomas, ma non intendo disobbedire a mia madre. Sono certissima che anche mio padre, il Sovrano, capirà ed apprezzerà.” Rispose lei, guardandolo negli occhi. Sapeva che avrebbe recapitato il messaggio ad Enrico, e lui avrebbe capito al volo. Isabel voleva stare fuori dai problemi dei genitori, che si erano improvvisamente riacutizzati quasi subito dopo il litigio tra madre e figlia.
Sir More la guardò sorridendo ed annuì.
“Siete coraggiosa, mia giovane principessa..” Mormorò lui, non riuscendo a trattenersi. Lei scosse la testa decisa, tenendo lo sguardo alto.
“E’ giustizia, sir More. E mia madre merita da me almeno quella, visto che non ha potuto avere il mio buonsenso..”

 

 
“Lizzie, sapete cosa dovete fare, vero?” George Bolena sorrise, allungando una carezza lasciva alla dama. Quella lo guardò con occhi maliziosi, e poi annuì.
“Non potrà non fidarsi di me.” Rispose lei. “Abbiamo la stessa età, e una delle sue dame è improvvisamente caduta ammalata..”
“Non deve solo fidarsi di voi..” Rispose quello, con un cenno di intesa. “Dovete fare quello che abbiamo deciso..”
“Fidatevi di me.. ed ora, datemi quello che mi avete promesso..” Esclamò lei, aprendo i bottoni dei suoi calzoni.

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“Quando arriverà?”
“Domani o dopo sarà qui..” Rispose Thomas Bolena. “Il Re ha chiesto di nuovo di lei.” Aggiunse con un’evidente nota soddisfatta nella voce.
“Bene. Benissimo direi, Vostra Grazia. Sapete che questi sono attimi decisivi..” Commentò il suo interlocutore. “Dopo aver sistemato la figlia, è il turno della madre. E stavolta con lei vediamo di non fallire..”
“Sì, certo, Vostra Grazia..” Replicò Bolena, la voce un po’ spazientita. “Ormai sappiamo come fare e daremo il colpo di grazia.”
“Voglio sperarlo. In fondo con la figlia siamo stati fortunati..”
“In che senso?” Chiese Bolena. “Direi che non è stata solo fortuna..”
“Io dico di sì.” Replicò l’uomo. “Nessuna madre è disposta a non credere alla figlia, e soprattutto nessuna figlia accetta di non discolparsi e di non rivelar d’esser stata raggirata, non credete? Dobbiamo ringraziare la nostra buona stella, Vostra Grazia, che la Regina sia talmente ossessionata da vostra figlia che basta una cosa del genere per farla arrivare quasi a disconoscere addirittura sua figlia. Se Caterina dovesse scoprire che la Principessa è stata ingannata da lady Anna, e che il ciondolo era tutt’altro che un disinteressato regalo d’amicizia, si scatenerebbe l’inferno.. e tutti noi salteremmo in aria.”
Poco distante, Caterina si appoggiò ad una colonna e cercò di riprendere fiato, totalmente stordita da quelle parole. La sua mente non riuscì a formulare nessun altro pensiero coerente se non quelli per Isabel. Quando sentì che le gambe la sorreggevano, girò sui tacchi e fece a ritroso la strada che aveva fatto poco prima, in cerca di aria fresca. Voleva lasciare la Francia, doveva lasciare quel posto e quella situazione che ora per lei significava ben poco. Sapeva che la sua partenza per Enrico, e soprattutto per Maria, sarebbe stato uno choc, ma confidava nel fatto che tanto la figlia quanto il marito sarebbero stati presi dal disbrigo di altre formalità con Francesco e Claudia, e, in minima parte, anche con il Delfino.
Lei aveva solo un’unica urgenza: tornar in Inghilterra da Isabel, e sapere da lei come erano andate davvero le cose.

  
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