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Autore: Anthy    19/11/2009    8 recensioni
Ci sono tappe nella vita che non si possono saltare, per quanto si vorrebbe.
Ci sono addii che non si possono evitare, per quanto si vorrebbe.
Non ci sono parole che possono fermare il dolore, per quanto si vorrebbe.
Solo chi ha la fortuna di avere accanto a sè qualcuno di importante, qualcuno che lo aiuti a superare la sofferenza, forse potrà riprendersi prima.
Ma nulla è uguale al legame di una figlia con il proprio padre.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
- Questa storia fa parte della serie 'Twilight's shots'
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Inevitabile
INEVITABILE








Perché bisogna soffrire? Perché quaggiù l'Amore puro non esiste senza sofferenza.

Bernadetta Soubirous



Immobile di fronte alla finestra, osservi la pioggia cadere. Scorgi la tua immagine riflessa dal vetro; eternamente diciannovenne, eternamente pallida e bella. Ti stringi tra le braccia, incrociandole sotto il seno, alla ricerca di un calore che non c'è. Che non ci sarà più.
Riporti la tua attenzione sulle gocce che impietose scendono dal cielo. È un'immagine famigliare quella che ti si presenta, a Forks il sole fa capolino raramente. Hai sempre odiato la pioggia, fin dal tuo arrivo in questa sperduta cittadina americana; l'umidità pesante, le coltri di nubi grigie che coprono il cielo... Certo, se non ci fossero state queste condizioni climatiche, non avresti mai incontrato tuo marito, questo lo sai bene. Forse è stata una delle poche volte in cui sei stata grata che a Forks piovesse con una frequenza al di sopra della media. Ma per il resto, la tua avversione verso il cattivo tempo non è mai mutata.
Ora invece ti ritrovi ad osservare incantata il panorama che ti si presenta di fronte, l'acqua che scende a catinelle. Il tuo udito potenziato ti permette di sentire ogni singola goccia che impatta contro la finestra, il lento scivolare lungo il vetro. Invidi quelle lacrime, perché desidereresti fossero tue. Hai voglia di piangere, di sfogarti, di dar fondo a tutte le tue energie e consumarti lentamente. Ma la tua condizione di vampira non te lo permette. Dolore, sordo e profondo, si fa largo nel tuo corpo mentre ripensi alla mattina.
Hai seppellito tuo padre oggi.
Un brivido ti scuote, una delle poche manifestazioni che il tuo corpo perfetto ti concede per mostrare il tuo malessere.
Sai bene che era una tappa inevitabile, ma non per questo il dolore è minore. L'hai visto invecchiare, l'hai visto entrare in pensione e dedicare così il suo tempo libero alla pesca e alle partite in televisione. L'hai visto trascorrere le sue giornate con Sue, e solo il cielo sa quanto sei stata grata nel saperlo in compagnia di qualcuno, evitando la solitudine. Solitudine che si sarebbe presentata al momento della tua partenza da Forks. Il senso di colpa ti provoca una fitta. Non riesci a non considerarti egoista, sebbene sai che il tuo è un pensiero irrazionale. È destino che i figli prima o poi si separino dai genitori, eppure ti tormenta il pensiero di averlo in qualche modo deluso o di esserti staccata da lui troppo presto. A causa del tuo aspetto immutabile, hai dovuto lasciare Forks per un certo periodo di tempo. Hai dovuto lasciare tuo padre. Ti fa male pensare che ti sei persa parte della sua vita allontanandoti. Ricordi bene il senso di gelo provato quando, dopo che  siete ritornati, trasferendovi in un paese vicino, vi siete rincontrati: era invecchiato, la tua vista poteva contare ogni nuova ruga, ogni capello grigio. E tu invece ti sei presentata nella tua forma di sempre terna diciannovenne. E giorno dopo giorno nuove rughe si aggiungevano, nuovi capelli grigi si sommavano agli altri. La tua ansia cresceva. Stargli vicino e vedere come i primi acciacchi lo costringevano lontano dalle sue passioni ti addolorava. Solo grazie alla tua famiglia potevi distrarti e riacquistare attimi di felicità. Ma ogni volta che te lo ritrovavi di fronte, la tristezza faceva da padrona ai tuoi pensieri, sebbene sapessi mascherarla. E allora hai capito cosa Edward intendesse nel dire che aveva dovuto essere un “bravo bugiardo”.
Ci sono stati giorni in cui l'idea di trasformarlo in vampiro si faceva sentire prepotente. Ma hai sempre saputo che quella non era la strada desiderata da Charlie. L'avresti solo imprigionato a te, egoisticamente. Eppure doverlo abbandonare ti faceva così male... L'avevi già fatto una volta, non volevi di nuovo per quella che, sapevi bene, sarebbe stata definitiva.

Successe.
Nel cuore della notte una chiamata. La voce disperata di Sue alle orecchie, le braccia di Edward a sostenerti, il potere di Jasper a cullarti, inutilmente. Per una persona il cui concetto di tempo e vita risultano privi di senso, quella chiamata è apparsa senza significato. Impensabile. Ma quando lentamente hai immagazzinato ogni parola, hai urlato. Non ti ricordi per quanto. Ricordi solo il dolore provato, paragonabile a quando Edward ti aveva lasciata. Ti sei divincolata dalla presa di tuo marito, per correre da Charlie, incurante dei passi che ti seguivano. Disteso a letto, solo l'assenza di battito e respiro faceva intendere la sua morte. Con una mano gli hai accarezzato la guancia, baciandogli la fronte, la pelle che si raffreddava. Una sola frase, sebbene avresti voluto dirne tante altre.

<< Grazie papà. Di tutto. Ti voglio bene.>>

Oggi c'è stato il funerale, a cui hai assistito da lontano: hai sofferto nel non poter essere là presente. Hai sofferto per non aver potuto piangere. Solo il cielo poteva sfogare il suo dolore. Ti sei avvicinata solo quando si sono allontanati tutti e ti sei inginocchiata sulla terra fresca, abbracciando la lapide per un tempo indefinito. Al tuo ritorno, hai trovato la casa vuota. La tua famiglia ti conosce, sanno che in questo momento le parole sono inutili. Ti sei posizionata di fronte alla finestra di camera tua e non ti sei più mossa, in balia dei tuoi pensieri. Con una mano cancelli l'umidità dal vetro. Cerchi di richiamare a te i ricordi che ti vedono vicino a Charlie, ma la trasformazione ha reso confusi tutti quelli riguardanti la tua vita umana. Stringi i pugni, frustrata. Non ti è concesso piangere, non ti è concesso ricordare. Cosa ti è concesso? Cosa?
Senti la porta aprirsi e subito dopo due braccia circondarti. Lo lasci fare, senza nessuna voglia di reagire. Le sue labbra, leggere, si posano sul capo. Lasci che il suo profumo ti entri dentro, donandoti un attimo di calma.

<< Non ti chiederò come stai, sarebbe una domanda inutile. Voglio solo sapere se posso fare qualcosa per te.>>
<< Non lasciarmi.>> senti la sua presa rafforzarsi, in una muta promessa. La tua frase ha mille significati, lo sai. E tu li intendi proprio tutti. Sai che non ti lascerebbe mai, non di sua spontanea volontà. Però in questo momento tutte le tue insicurezze stanno pian piano riaffiorando. Hai un bisogno spasmodico di sentirlo vicino a te, di sentire la sua presenza. Mille dubbi, mille rimpianti, mille pensieri ti affollano la mente. È difficile dar loro un senso compiuto. Inoltre anche la paura è presente in te; una paura irrazionale, un’inquietudine che non riesci a spiegarti. O che forse non necessita di spiegazioni.

<< Dimmi cosa pensi. Ti prego, non sopporto vederti così.>> la sua voce triste ti scuote, ma fai fatica ad articolare parola. Cosa pensi? Non lo sai, è già di suo strano il fatto che riesci a pensare. Pretendere di creare una frase è utopia. Ti senti logorata: da una parte vorresti parlare, sfogarti, lasciarti confortare; dall’altra vorresti essere lasciata sola nel tuo dolore, continuare a domandarti perché è successo, continuare a rimproverarti di tutti gli sbagli commessi come figlia, delle cose non dette. << Bella…>>

Non ce la fai più. Ti volti nel suo abbraccio e lo baci, gli occhi serrati. Senti le sue labbra esitare, sorprese, ma poi seguono le tue. È un ritmo violento, come violente sono le emozioni dentro di te. Ci metti tutta la disperazione che hai in corpo, tutto il dolore, perché hai bisogno di aiuto, bisogno che qualcuno ti aiuti a condividere tutto ciò. Non riesci da solo. Non riesci…
Ti stacchi, leggermente ansimante, e punti il tuo sguardo sui suoi occhi preoccupati. << Aiutami Edward. Amami, aiutami a zittire tutto questo, per favore. Ora… Ora non riuscirei a darti le risposte che cerchi. Non le conosco neppure io. Aiutami a dimenticare, anche solo per un attimo…>> ti basterebbe poco, spegnere tutto e non pensarci più fino al mattino. Illudersi che tutto è normale, illudersi che non è successo niente. Sopperire allo mancanza di coscienza causata dal dormire con qualcos’altro di abbastanza forte. Non chiedi altro. Solo soffrire meno e non pensare che hai perso tuo padre, colui che ti ha sempre silenziosamente amato, che ha sempre voluto il tuo bene, che ha accettato ogni stranezza che hai portato nella sua vita. Colui che si è tormentato quando sei stata male per l’abbandono di Edward, ma che non ti ha lasciato. Colui che così poche volte hai chiamato padre, ma semplicemente Charlie… Troppo semplicemente. Ed è strano come tutti i rimorsi saltino fuori quando ora non puoi più rimediare.

Persa nei tuoi pensieri non ti sei accorta di essere distesa sul letto. Edward è seduto accanto a te, la malinconia è leggibile nei suoi occhi.
<< Sei sicura?>> ti limiti ad annuire e ad abbassare le palpebre. Delicate, le mani di tuo marito ti spogliano lentamente di tutti gli abiti, senza fretta. Ti concentri su di lui, sul bisogno di sentirlo vicino, a contatto con te. Quando anche l’ultimo indumento è stato levato riapri gli occhi. Anche lui si è spogliato, più velocemente. Ora è sopra di te, il suo sguardo esprime tutto l’amore che prova.
<< Ti amo.>> te lo sussurra prima di baciarti dolcemente.
<< Lo so.>> mormori quando si stacca. Vorresti dirgli che lo ami pure te, che lui, Nessie e tutti gli altri Cullen sono la tua vita. Vorresti davvero dirglielo. Ma non ci riesci. Un groppo in gola non te lo permette. Cominci a sentire i primi sensi di colpa per quello che stai facendo; fare l’amore dopo quella giornata. Ti sembra così deplorevole… Eppure ne hai bisogno, per sentire che non sei sola, che qualcuno che ti ama e ti conosce è vicino a te. Per sfogarti.

Le sue labbra baciano il tuo corpo, le sue mani ti accarezzano con gentilezza, il suo respiro sfiora la pelle. Senti i pensieri cominciare a farsi sempre più silenziosi, distanti. Sei concentrata solo su Edward, sulle emozioni che ti sta facendo provare. Quando il suo viso torna all’altezza del tuo, lo baci e nel frattempo lo senti farsi strada in te. Accogli la penetrazione con un gemito soffocato dalle sue labbra, la lucidità ormai lontana. Ma non si muove. Rotola su se stesso, con grazia, e ti ritrovi a cavalcioni sul suo corpo.
<< Se hai bisogno di questo, per star bene, allora sfogati completamente. Non pensare ad altro che a noi, al nostro amore, al nostro piacere. Dimentica, fino a domani dimentica.>>
Ti sfugge un singhiozzo alle sue parole, commossa, grata. Innamorata. Ma gli occhi rimangono asciutti… Avevi immaginato di abbandonarti sul letto, di lasciare che il piacere ti invadesse e annebbiasse la mente grazie ad Edward. Soltanto una bambola vuota che avrebbe cercato di soffrire il meno possibile. Invece, ciò che ti sta offrendo è molto meglio, un’ancora per riemergere con le proprie forze, per non lasciarti piegare su te stessa. Prendere l’iniziativa per riprendersi, per ricominciare.
Ti muovi su di lui, lasciandoti guidare solo dall’istinto. Solo i vostri sospiri rompono il silenzio della stanza. Non pronunciate i vostri nomi come sempre, lasciate solo che lievi ansiti vi sfuggano dalle labbra. E quando finalmente il piacere arriva, accogli con gioia la tanto ricercata nebbia dei sensi, un blackout che, sebbene momentaneo e breve, ti permetterà, se vorrai, di resettare tutto, di non lasciarti avvolgere dal dolore ancora, in un circolo vizioso. Ti accasci su Edward, che prontamente ti avvolge con le braccia, sostenendoti. Sempre.
Vi lasciate cullare dal silenzio spezzato dal ticchettio della pioggia contro il vetro, entrambi persi nei vostri pensieri. Senti che la fase post-orgasmo sta velocemente svanendo, tutta la lucidità persa ritorna. Ma stavolta sei pronta ad affrontare ciò che porta con sè. Cominci a parlare, senza neanche rendertene conto. Di come ti manca, di come senti il bisogno di fargli sapere quanto gli hai voluto bene. Di come vorresti chiedergli scusa, per averlo fatto preoccupare o averlo deluso. Di come vorresti chiedergli scusa per quando, senza che lui lo sapesse, l’hai messo in pericolo. Di come desidereresti ringraziarlo per aver accettato, a volte a malincuore altre no, ogni tua decisione. Edward ascolta in silenzio, limitandosi ad accarezzarti la schiena. Ti lascia sfogare, parlare, singhiozzare. E gliene sei grata.

<< Ora come stai?>>
<< Meglio.>>
<< Cosa vuoi fare?>>
<< Stare qui, con te, fino a domani.>>
Ti bacia sulla testa. << Come desideri…>>
<< Edward…>>
<< Mm?>>
<< Grazie. E… Ti amo anch’io.>>
<< Per te questo e altro, per l’eternità. Ti amo.>>

***

La pioggia ha smesso di scendere, ma le nubi grigie non abbandonano il cielo. Davanti a te, la foto mostra un Charlie sorridente, uno dei rari sorrisi che concedeva alle persone a lui più vicine. È così che lo vuoi ricordare. Che sorride. Come ricorderai i suoi silenzi, la poltrona in cui si sedeva a guardare le partite in televisione, la divisa che indossava prima di uscire… Questi sono i ricordi che porterai con te. Ti inginocchi, l’erba ti solletica le gambe. Posi un mazzo di fiori, semplici: non amava le manifestazioni di affetto, sai quindi bene che odierebbe una composizione troppo elaborata. Con la mano accarezzi il vetro della foto, sorridendo a tua volta lievemente. La tua mano trema, ma tu continui a sorridere, incurante.

<< Mi mancherai…>> sussurri con voce rotta da singhiozzi silenziosi. << Ma sarai sempre nel mio cuore. Ti voglio bene papà.>>
Un mano ti stringe la spalla, infondendoti tutta la forza che sta svanendo mentre pronunci quelle parole. Ti sollevi lentamente, non distogliendo lo sguardo dalla lapide.
<< Andiamo Bella. Torneremo domani.>> annuisci, lasciando che le vostre dite s’intreccino.

E lentamente, volti le spalle ad una delle persone più importanti delle tua vita, sicura che il tuo cuore, sebbene morto, non dimenticherà mai il suo volto.

“Ciao Charlie, ci vediamo domani. È una promessa.”





Note: non chiedetemi come mi è venuta in mente. Non lo so. Sarà la nebbia che da ormai una settimana non mi permette di vedere il sole. Mah. So solo che più di una volta ho fatto gli occhi lucidi, mannaggia me. È uscito New Moon (che non ho ancora visto e non so quando andrò a vedere…), non potevo scriverci qualcosa su quello?
Diciamo che è venuto spontaneo scrivere questa storia. Come dice il titolo, è un traguardo inevitabile, che sarebbe sicuramente accaduto dopo BD. E io ho semplicemente voluto raccontarlo. Oltre ad essere un piccolo esperimento per vedere come scrivo. Non posso dire che Bella sia IC, sebbene io creda lo sia: non sappiamo come potrebbe personalmente prenderla una notizia del genere. Io ho solo immaginato cosa si potrebbe pensare nel perdere qualcuno di molto importante. E mi sono venuti i brividi.

Se qualcuno che segue le mie long su Twilight leggerà questa shot, vorrei non si preoccupasse. In questo mese e passa mi sono allontanata parecchio dal fandom. Non so se vi è mai successo, ma quando parlate, pensate, sentite parlare troppo di una cosa, poi non se ne può più. A me è successo esattamente così, non ho più aperto su efp la categoria Twilight se non per poche storie che mi si aggiornavano fra le preferite e le seguite. Nel frattempo ho tentato altre strade, altre sezioni. Inuyasha e le originali Romaniche, per la quale ho scritto due storie. Pian piano mi sono riavvicinata a Twilight. E ora sto rimettendo mano ai capitoli. Nel frattempo ho fatto dei piccoli esperimenti: una raccolta di flashfic sui Cullen e questa one shot. Lontane dal mio solito stile. Ma ho bisogno di provare e cambiare. E crescere.

Spero la storia sia stata di vostro gradimento, sebbene i contenuti tristi presenti. Spero inoltre che la scena d’amore (e non sesso) non vi abbia disturbato o sentita indelicata per il momento. L’ho vista come un bisogno d’aiuto per Bella, un sostegno, un modo per sentire vicina una persona importante senza lasciarsi sopraffare dal dolore.

Un bacione a tutti. Grazie a chi leggerà e, ancora di più, a chi commenterà.
Anthea

   
 
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