Capitolo 12: La fine.
Scusate se aggiorno solo ora, ma si era rotta la chiavetta internet e finalmente l'hanno riparata! Questo è il capitolo finale...se vorrete ci sarà un epilogo in cui si vedrà i giorni di oggi....penso che lo pubblicherò comunque ^^ Grazie per aver commentato o letto...
Fmi89: Eh si...e non è finita per lei :( grazie ^^
Mentre
correvo con la mia fedele moto avevo il
sangue alla testa, sentivo le mani tremarmi per la rabbia, in quel
momento ero
davvero fuori di me.
Arrivai in un lampo, anche se il tempo impiegato
mi sembrava fin troppo.
Ricordo che la rabbia mi aumentava man mano che
mi avvicinavo a quel dannato edificio.
Ka: Inuyasha che diavolo fai qui?
I: Sono venuto a riprendere Kagome! E forse ad
ammazzare quel bastardo!
Ka: Non ci riuscirai mai! Cerca la ragazza
prendila e scappate via, maledizione Inuyasha questa è una
trappola, Naraku ti
vuole morto!
I: Allora che venga a sfidarmi.
Ka: Non potrò più aiutarti una volta che sarai la
dentro.
I: Non serve Kagura, anzi tu hai fatto fin troppo
e non ti ringrazierò mai abbastanza.
La donna annuì e mi guardò mentre mi allontanavo
con aria rassegnata.
Entrai come una furia all’interno del palazzo,
presi le scale correndo e poi lo vidi…Naraku! Stava
comodamente seduto a
controllare dei documenti, come se niente fosse e poi mi sorrise. La
mia rabbia
non poté altro che aumentare.
Na: Ma che bella sorpresa abbiamo qui, sai ti
aspettavo.
I: Dannato bastardo, lascia subito andare Kagome.
Na: La lascerò dopo che io e te abbiamo
pareggiato i conti, in effetti lei era il pretesto perfetto
affinché tu venissi
qui.
I: Avresti potuto usare qualsiasi pretesto ma non
lei dannazione! Naraku dimmi che cazzo vuoi da me!
Na: Ma è così semplice…desidero solo
che tu torni
a lavorare per me.
I: Non se ne parla, mi pare di averti seguito
abbastanza e il mio debito è stato ampiamente ripagato ora
ti prego…liberala!
Na: Beh anche lei mi ha fatto un torto in
effetti…quindi…
I: Naraku se vuoi che ti supplichi stai
sbagliando persona. E sto perdendo la pazienza… non ho
più paura di mettermi
contro di te.
Quella era vero, ormai avevo Kagome da difendere
avevo qualcosa per cui rischiare il tutto per tutto, non mi sembrava
vero…ma
avrei dato tutto pur di salvarla. Non mi ero mai sentito
così legato a qualcuno
a tal punto…
Naraku tuttavia non aveva paura di me, non
avrebbe mai avuto paura di un ragazzino talmente innamorato da essere
un
grandissimo idiota. Eh si perché Naraku aveva sempre un asso
nella manica,
avrei dovuto pensarci prima.
Restammo a fissarci senza dire niente per quella
che a me parve un’eternità, poi lui sorrise, quel
sorriso che io odiavo e gli
diedi un pugno. Un pugno che avevo sognato ogni volta che mi rivolgeva
quel
sorriso.
Col naso sanguinante premette un bottone sulla
scrivania.
Na: Kikyo apri la porta.
Una porta lì vicino che non avevo neanche notato
si aprì e vidi Kikyo che sorrideva felice e poi vidi lei,
l’oggetto della mia
preoccupazione, della mia rabbia…del mio mondo: Kagome! Era
legata ad una
sedia, la faccia gonfia e tumefatta, ma per me sempre stupenda, il
corpo era
sporco di sangue.
Non saprei descrivere quello che provai in quel
momento poiché erano mille le sensazioni che avevano nessuna
delle quali
piacevoli.
I: Che tu sia maledetto Naraku! Come hai osato
farle questo?
Na: Oh Inuyasha quante storie per qualche piccolo
graffietto!
Non ci vidi più, quell’uomo mi aveva sempre
irritato ma ora più che mai.
Gli diedi
un altro pugno questa volta più forte, poi estrassi la
pistola per minacciarlo,
non l’avrei ammazzato non ancora per lo meno.
Sentii lo sguardo spaventato di Kagome sulla mia
figura, ma non ci facevo caso, non potevo assolutamente distrarmi in
quel
momento.
Naraku fece per tirare fuori la pistola e fu
allora che successe tutto, troppo in fretta.
Sparai un colpo alla mano di Naraku, volevo solo
evitare che si armasse a sua volta, lui fece un urlo dolorante e un
cenno a
Kikyo. La ragazza estrasse un coltello…e creò un
profondo taglio nel ventre di
Kagome. Quel ventre così perfetto che tante volte avevo
baciato, ora perdeva
sangue copiosamente e Kagome…Kagome emise un urlo disperato,
maledicendo Kikyo,
ma quello non era un urlo per il male subito, ma un urlo di dolore come
per
qualcosa che si è perso…ma io non potevo ancora
sapere.
Na: Ogni colpo che infliggerai a me sarà un colpo
per Kagome, non ti conviene farmi del male perché potrebbe
anche morire.
I: Bastardo! E va bene se vuoi che torni a
lavorare per te lo farò, ma lascia che la porti in
ospedale…
Ero disperato, se Kagome non ce l’avesse fatta io
sarei impazzito per il dolore ne ero certo. Naraku fece per dire
qualcosa, ma
non ci riuscì, le parole gli morirono in gola…e
un colpo nel petto. Kagura gli
aveva sparato. Naraku si girò meravigliato nel vedersi
davanti la bella donna, lo
sguardo glaciale e carico d’odio.
Na: Tu…come…come hai potuto?
Ka: Tu non mi hai salvata! Hai ucciso la mia
famiglia, hai ucciso l’uomo che amavo per farmi giungere a
te…Ho scoperto cosa
diavolo fai…per arrivare alla persone che vuoi gli distruggi
la vita…
Naraku voleva ribattere, ma non poté poiché esalo
il suo ultimo respiro…quell’incubo era finito.
Ki: Kagura che tu sia maledetta! La ragazzina
morirà.
I: Kikyo metti giù quel coltello e allontanati da
lei…sparisci per sempre e non ti accadrà nulla.
Non so se fosse per vera paura della mia pistola
puntata su di lei, ma corse via senza dire una sola parola e, per
quanto male
avesse causato, io non feci nulla per fermarla.
Il mio unico pensiero era di prendere Kagome e
portarla in ospedale. La liberai alla svelta mentre il suo sangue mi
inzuppava
le mani, quella ferita era maledettamente profonda. Sentivo lo sguardo
di lei
su di me e la guardai, stava soffrendo lo sentivo, e non avevo nulla
che
potesse alleviarle il dolore, i suoi begli occhi luminosi erano
appannati per
la fatica di rimanere cosciente.
La presi in braccio con delicatezza.
I: Tranquilla piccola adesso ti porto in ospedale
e guarirai…
K: Inu…inuyasha…
I: No amore, non parlare…risparmia le forze ti
prego…
Una lacrima mi solcò il viso, una lacrima dopo
tanti anni…
Lei alzò la sua mano con fatica per asciugarmela
e mi sorrise debolmente, in quel gesto sentivo tutto l’amore
che provavo per
lei e che lei provava per me.
Prima che potessi uscire da quell’edificio
sopraggiunse un altro problema.
Hitachi: Che diavolo sta succedendo qui?
Ka: Hitachi va via.
Hitachi: Inuyasha…hai ucciso Naraku?
Ka: No, sono stata io…
Hitachi: Maledizione Kagura! Lo sai o no cosa
significa questo?
Ka: Si…
I: Cosa vuol dire Hitachi?
Hitachi: Che ora sono io al comando, Naraku ha
preservato il suo impero clandestino in caso di morte…e a me
è stato bene. Kagura
io…io devo ucciderti…
Ka: So cosa aveva detto quel bastardo.
I: Non scherzare Hitachi! Se sei al comando puoi
fare ciò che vuoi…
Ka: Non del tutto Inuyasha. Hitachi ha ragione
tutti sapevamo cosa sarebbe successo in caso di tradimento.
I: E allora perché l’hai fatto?
Kagura sorrise tristemente e i suoi occhi si
colmarono di lacrime, la vidi come una donna fragile per la prima volta.
Ka: Perché era giusto così, ho avuto
l’occasione
di fare del bene anziché del male…ed ora posso
raggiungere coloro che amo e che
Naraku mi ha tolto.
Si mise in ginocchio in attesa del colpo finale,
ma Hitachi temporeggiava…probabilmente non voleva farlo.
Hitachi: In quanto a te Inuyasha, sei comunque
colpevole di aggressione contro Naraku prima della morte…per
quanto tu sia mio
amico… ti dovremo punire, ma dato che non mi piace
ciò che ha fatto Naraku ti
concedo di andare in ospedale e ti do una settimana di vantaggio, poi
inizieremo a cercarmi…se entro due anni non ti troveremo
ritieniti un uomo
libero.
Quelle parole fecero crollare i miei sogni,
nonostante la morte di Naraku non era finita. Io ero ancora
intrappolato per
due anni!
E nonostante tutto non volevo andarmene lasciando
Kagura alla morte, lei in fondo aveva dato la mia vita per me, non
potei far
altro che guardarla.
Ka: Vai stupido! O la tua ragazza non ce la farà.
Così ricordai che Kagome era gravemente ferita e
non potevo aspettare. Dopo un ultimo sguardo a Kagura, che mi rispose
calorosamente nonostante le lacrime, me ne andai.
L’ultima cosa che sentii fu Hitachi che non
voleva davvero farlo e Kagura che lo supplicava di premere quel
grilletto e
alleviare le sue sofferenze, alla fine arrivò lo sparo.
E il mio cuore si fermò per un attimo, per Kagura
era davvero finita.
Col cuore colmo di ansia e dolore riuscii
arrivare in ospedale, forse fu proprio quel senso di frustrazione a
continuare
a farmi muovere.
Quando entrai tutte le infermiere si voltarono
verso di me, i loro occhi mi scrutavano male e solo una delle
più giovani mi
accolse con un sorriso gentile.
Chiamò altri infermieri affinché
l’aiutassero a
portare la ragazza in sala operatoria urgentemente, aveva un brutto
taglio
all’addome.
Quando Kagome scomparve dietro quella porta
iniziarono un’infinità di domane, io risposi come
meglio potevo e alla fine
credettero alla versione di un incidente.
Finalmente mi lasciarono solo, dopo quelle che
per me parvero ore arrivò un medico.
D: Salve è lei che ha portato la ragazza?
I: Si sono io, come sta Dottore?
D: Si riprenderà, la ferità si era infettata, ma
l’abbiamo pulita ed ora è tutto a posto, ha perso
molto sangue poiché ha avuto
un’emorragia interna, ma le abbiamo fatto delle trasfusioni.
Si riprenderà
presto.
I: Grazie al cielo!! Posso vederla?
D: Non ora sta ancora dormendo…meglio lasciarla
tranquilla. Quando si sveglierà credo che non
starà bene, purtroppo a causa
dell’emorragia non c’è stato nulla da
fare. Ha perduto il bambino.
I: Bambino?
D: Non lo sapeva?? La ragazza era incinta.
In quel momento sentii il mondo crollare ancora
di più., per quanto giovani eravamo il pensiero di avere un
figlio da Kagome mi
riempiva il cuore di gioia e io non lo avevo mai saputo e per di
più, quella
felicità era stata spenta ancora prima di cominciare.
I: Capisco…non si preoccupi le staremo tutti
vicino.
Io dovevo essere forte per lei, almeno per il
tempo che avrei potuto starle ancora accanto.
D: Bene! Io vado, le consiglio di andare a
casa…può tornare domani.
Non volevo andarmene e lasciarla lì sola, se si
fosse svegliata volevo esserle accanto, ma la voce del dottore era
ferma, come
un ordine. Così lo ringraziai e uscii, solo allora chiamai
Miroku.
I: Miroku ora è tutto a posto, è finita!
Mi: Oh finalmente! Kagome
è lì con te?
I: No, sto tornando a casa…lei è in ospedale
aveva una brutta ferita, ma si rimetterà presto. Devi farmi
un favore.
Mi: Tutto quello che vuoi!
I: Chiedi a Sango di andare dalla madre di Kagome
e di dirle che sta bene, presto tornerà a casa.
Mi: D’accordo riferirò…
Inuyasha…tu come stai?
I: Difficile da dire....
Stavo per dire che me ne dovevo andare, ma mi
mancò il coraggio. Per la prima volta in vita mia avevo
paura di dire qualcosa,
e non lo feci.
Domani…avrei avuto tempo domani.
I: Devi farmi un altro favore. Domani mattina
vado in ospedale da Kagome, venite anche tu e Sango vi prego.
Mi: Non vuoi stare con lei?
I: Si, ma dopo voglio che la salutiate anche voi
due… vi prego.
Ciò che avevo in mente era orribile, non potevo
fare una cosa simile a Kagome, ma era necessario…Salutai
Miroku ed entrai in
casa, mi addormentai come un ghiro.
La mattina dopo mi svegliai triste.
Come era stato stabilito trovai Miroku,
accompagnato da Sango, fuori dall’ospedale. Guardai la
valigia appoggiata sui
sedili posteriori della mia auto, sospirai e scesi.
Mi: Su Inuyasha fai un sorriso, altrimenti Kagome
col cavolo che si riprende!
S: Miroku ti prego, usa un po’ di tatto!
Mi: Mia dolce Sango era solo un consiglio…
La ragazza non aggiunse altro, e forse è stato
meglio così.
Cercammo la stanza di Kagome ed entrai prima io,
solo. Lei era lì sveglia, guardava fuori dalla finestra
persa nei suoi
pensieri, nonostante i lividi io trovai che fosse la cosa
più bella del mondo.
Si girò verso di me e sorrise, debole, io non
ricambiai.
K: Inuyasha…sai tutto?
I: Si, Kagome…e non devi abbatterti per questo,
hai la vita davanti e tempo per…
K: Non continuare…queste cose le so bene.
I: Scusa…ma il dottore aveva detto che avresti
potuto essere giù di corda per il bambino.
K: Lo sono, insomma sarebbe stato figlio tuo e mi
avrebbe riempita di gioia, ma abbiamo tutto il tempo che vogliamo!
Mi sorrise e il mio cuore perse un battito, come
potevo lasciarla in questo momento??
I: Kagome c’è una cosa che devo
dirti…è molto
importante! Io devo andarmene, devo partire oggi stesso…
K: Dove vai?
La sua voce sembrava spaventata.
I: Ancora non lo so…
K: E quando tornerai?
I: Non tornerò!
Gli occhi presero a riempirsi di lacrime, ma
ancora non pianse, cercava di essere forte.
K: Perché? Perché te ne vai ora?
I: Ci sono cose che non posso spiegarti, ma devo
farlo! Vedrai ti rimetterai presto e potrai tornare alla tua vita di
sempre.
K: Ma senza di te! Inuyasha per me non sarebbe
vita.
I: Ora ti sembra una tragedia, ma vedrai che
passerà presto.
Stavo dicendo un mucchio di stronzate, anche per
me una vita senza di lei non sarebbe stata vita, ma cosa potevo fare?
Dovevo
fare la parte del menefreghista e non potevo dire altro.
K: Ma come puoi dire questo?! Sai benissimo che
no passerà presto! Ti prego Inuyasha non lasciarmi, ti amo e
sono sicura che
qualsiasi cosa possiamo passarla insieme.
E ora la parte più difficile, mentire
spudoratamente ed essere lo stesso bastardo di sempre.
I: Ma non capisci?! Kagome io non ti amo…credevo
di essere innamorato, ma ora ho capito che non è mai stato
così. Non ti ho mai
amato…avevi ragione tu agli inizi, non sono in grado di
amare.
K: Sei impazzito?? Tu sei cambiato! Non sei più
quello che eri! Hai rischiato la vita per salvarmi da Naraku!!
I: Ho rischiato la vita perché mi sembrava ingiusto
che per un mio errore fossi tu a pagare, ma rassegnati. Una persona non
cambia
mai completamente.
Ora iniziò a piangere come una bambina, dovevo
uscire da lì non potevo continuare quella farsa era troppo
per me!
K: Inuyasha…
I: Kagome non c’è più niente da dire.
Oggi stesso
me ne vado, cerca di rimetterti presto. Addio.
K: Ti prego non andartene….non mi
lasciare…inuyasha ti prego…
Mi alzai e mi allontanai dando un ultimo a quel
volto rigato dalle lacrime, disperato. Il mio cuore si
spezzò.
Richiusi la porta dietro le mie spalle e seppi
che la mia vita era finita, avevo appena lasciato qualcosa che niente
avrebbe
mai potuto colmare.
Mi: Ah Inuyasha! Allora come sta?
I: Statele vicino, soprattutto tu Sango.
La ragazza guardò intensamente negli occhi Inuyasha
e capì ogni cosa, il dolore che provava lui e quello che
aveva causato alla sua
amica.
Mi: Ma che stai dicendo?
S: Miroku…Inuyasha l’ha lasciata!
Miroku mi guardò incredulo.
Mi: Cosa??? E poi proprio in questo momento??
I: Miroku ti prego, devo andarmene!!
Mi: Ma Naraku è morto.
I: Il comando è stato preso da qualcun altro,
sono comunque in pericolo…ho una settimana per andarmene.
Kagome non può stare
con me, sarebbe troppo rischioso. Guarda cosa le è
già successo!
Il mio dolore si trasformò in rabbia verso
Miroku, non voleva capire.
Mi: Va bene allora se proprio devi tronca con
lei, ma ti prego non andartene.
I: Mancherai anche a me Miroku!
Ci abbracciammo stretti, oltre che all’amore
della mia vita stavo perdendo anche un fratello. La mia vita stava
andando in
pezzi.
Salutai anche Sango, e infine diedi a Miroku una
busta.
I: Datela a Kagome quando starà meglio, le spiego
le mie vere ragioni.
Miroku annuì, ma Sango non fece altrettanto.
Mi: Potrò sentirti?
I: Ogni volta che vorrai amico mio!
Ci stringemmo ancora per l’ultima volta e poi me
ne andai.
Non sarei tornato mai più a Tokyo…e ormai dopo
tutto il dolore che provavo non sapevo nemmeno più che
pensare.
Quando chiusi la portiera della macchina,
scoppiai in un pianto isterico…mi sembravano secoli che non
piangevo più così
tanto. Ero davvero cambiato e lo dovevo a quella persona che, in quel
momento,
stavo facendo soffrire.
Asciugai le lacrime, senza vergogna. Accesi il
motore e partii per sempre.
Ormai
ero arrivata al limite della
sopportazione… Non sopportavo più
l’attesa e i continui colpi di Kikyo, avrei
voluto urlare che la smettesse, almeno un secondo per sentire se la mia
sensazione era giusta, ovvero se davvero avevo sentito la voce di
Inuyasha…
Mi arrivò un altro pugno, volevo
urlare, ma avevo troppo dolore perfino per quello, sputai sangue.
Finalmente Kikyo aprì la maledetta
porta dietro la quale ero nascosta, potei vederlo…Inuyasha!
Il solo vederlo mi
fece sentire meglio, non m’importava se io ero in uno stato
pietoso, lui era
lì per me.
Naraku fece delle proposte ad
Inuyasha, ma io non capivo tutto, ero troppo stordita per seguire ogni
parola,
so di per certo che Inuyasha ha rifiutato…e fu lì
che successe tutto.
Inuyasha puntò la pistola contro
Naraku, io fissavo spaventata il mio uomo, perché anche
Naraku tentava di
tirare fuori la pistola, ma fu Inuyasha ha sparare per primo, sulla
mano di
Naraku.
E fu allora che vidi Kikyo tirare
fuori un coltello, sapevo che voleva usarlo su di me, ma non riuscivo a
muovermi, mi fece un profondo taglio nella pancia, sentivo il sangue
che usciva
copiosamente dal mio, ormai stremato corpo, e capii…la vita
che avevo avuto
dentro di me fino a poco prima, mi aveva lasciato. Non potevo fare
niente, ma
urlai di dolore e maledissi Kikyo, quella vita in fondo era parte di
me,
sarebbe nata dall’unione di un unico amore, ma soprattutto
sarebbe stato il
figlio di Inuyasha, già solo per questo lo amavo.
Quell’urlo disperato rimarrà
per sempre nelle mie orecchie.
Crollai, un mondo tutto mio mi
avvolse, l’ultima scena che vidi fu Inuyasha che parlava con
Naraku, poi
svenni. Mi avvolse la pace.
Quella pace non durò a lungo mi
risvegliai di nuovo, riportata alla coscienza dalla voce di Kikyo,
ancora
vicina a me…ma alla fine se ne andò anche lei.
Fu Inuyasha ad avvicinarsi a me, per
liberarmi, mentre le sue mani si inzuppavano di sangue, provavo un
dolore
immenso, che non si poteva spiegare…guardai Inuyasha
attraverso un velo di
lacrime e fatica, lui mi prese delicatamente in braccio.
I:
Piccola ora ci sono io, ti porto in ospedale e
guarirai…
K: Inu...yasha…
Parlare era difficile, ma volevo
fargli sapere che cosa sentivo dentro, ma lui non capì.
I: Amore non parlare…devi rimanere in
forze.
Gli scese una lacrima, quella lacrima
per me significava molto…poteva essere per me o per il
bambino che non sapeva
di aver perduto, o semplicemente per entrambi,
mi rese felice…
Alzai la mano, volevo asciugargliela a
tutti i costi, dovevo toccare quella piccola lacrima, mi
costò una fatica
enorme, ma ce la feci e ci misi tutto l’amore che potevo
trasmettergli in quel
piccolo gesto…poi svenni di nuovo.
Mi svegliai circondata da gente che
non conoscevo, una luce abbagliante mi accecava gli occhi.
Infermiera: Signorina, ora è in
ospedale…stiamo per operarla, quindi si prepari a dormire
ancora un po’…
Mi fecero addormentare e di nuovo
volai nel mio mondo perfetto, dove ero con Inuyasha e il mio bambino
stava
bene.
Il mattino dopo fui nuovamente
strappata da quel sogno, l’anestesia e il bisogno di riposare
perdevano il loro
effetto, io riprendevo a sentire dolore e ormai sapevo che quel bambino
non
poteva rimanere altro che un sogno…
Mi sedetti sul letto, guardai fuori…in
quella stanza silenziosa mi persi nei miei pensieri, fino a quando
sentii una
presenza entrare e sedersi sulla sedia…non potevo non
riconoscerlo, quando
c’era lui la stanza mi era sempre parsa più piena.
Mi girai verso di lui e
gli sorrisi debolmente, ma non ricambiò.
K: Sai tutto?
I: Si, ma Kagome non devi
abbatterti…sei giovane hai la vita…
K: Fermati ti prego, Inuyasha queste cose
le so…insomma mi sento come se mi mancasse qualcosa, infondo
sarebbe stato
figlio tuo e ne sarei stata felicissima, ma abbiamo tutto il tempo che
vogliamo!
Gli sorrisi per confortarlo e fargli
capire che ero forte per superare quel momento, ma lui mi guardava da
lontano,
sembrava assente.
I: Kagome è molto importante che tu mi
ascolti….io devo andarmene devo partire oggi stesso.
Quelle parole mi spaventarono, gli
chiesi dove andava.
I: Non lo so…
K: Quando tornerai?
Mi lanciò uno sguardo e abbassò gli
occhi.
I: Non tornerò.
Mi si riempirono gli occhi di lacrime,
ma non potevo credere alle mie orecchie, ero forte, dovevo essere
forte…
K: Non puoi andartene ora…non
puoi…perché?
I: Ci sono cose che non ti posso
spiegare, ma devo farlo credimi! E so che può sembrare una
tragedia, ma non lo
è…ti rimetterai presto e continuerai con la tua
vita di sempre.
K: Senza di te! Non sarebbe vita senza
averti accanto Inuyasha!
Ero disperata, se ne stava andando per
davvero, parte di me aveva sperato fino
all’ultimo…ma ormai tutto era
chiaro…stava andando via e non potevo sapere niente di
più.
I: Credimi passerà.
K: Inuyasha smettila! Lo sai bene che
non passerà presto! Inuyasha
ti prego,
non lasciarmi…ti amo e possiamo superare qualsiasi
cosa…
Non sapevo cosa avrei potuto dire, ma
dovevo tentare di tenerlo lì…
I: Kagome non capisci proprio? Io non
ti amo! Credevo di essere innamorato,ma ora ho capito che non
è così…avevi
ragione tu quando ci siamo conosciuti: non sono in grado di dare amore.
Non credevo alle mie orecchie, quello
non era l’Inuyasha di cui mi ero innamorata, né
quello che avevo avuto accanto
fino al giorno prima, non capivo cosa fosse successo e continuavo a non
crederci.
K: Sei completamente impazzito??
Inuyasha io so che sei cambiato da allora! Hai addirittura rischiato la
tua
vita per salvarmi da Naraku!
I: Oh andiamo! Ho rischiato la vita
perché non mi sembrava giusto che per un errore mio fossi tu
a pagare, devi
rassegnarmi ti sto dicendo la verità. Una persona non cambia
mai completamente.
Per quanto mi sforzassi di non
crederci e di essere forte, ormai non potevo più negare
l’evidenza, mi stava
lasciando…crollò tutto, ogni piccola particella
di me… iniziai a piangere come
una bambina disperata.
K: Inuyasha….
I: Kagome non c’è più niente da dire,
oggi stesso lascio Tokyo…cerca di rimetterti
presto…Addio…
K: Inuyasha…ti prego…non lasciarmi, ti
amo…
Si alzò e si diresse alla porta, non
disse nulla, mi guardò per l’ultima
volta…gli occhi fermi…
Passò una mezzora in cui continuai a
piangere, quando anche le lacrime finirono qualcos’altro
prese il sopravvento,
non avevo più nessuna voglia di andare avanti,
perché guarire se non avevo
niente per cui la pena valesse farlo?
Mi lasciai andare e peggiorai, mi
portarono in terapia intensiva…
Dopo qualche tempo fui dimessa
dall’ospedale…
Mi riportarono a casa, ma era come se
non vivessi più…piangevo ogni giorno, Sango,
Miroku e la mia famiglia mi
stavano vicini…ma io non riuscivo più a reagire,
avevo perso l’unica persona in
cui avevo riposto delle certezze.
L’unica cosa che riuscivo a fare era
pensare ai momenti trascorsi e al suo sguardo fermo l’ultima
volta che mi aveva
guardata…non lo vidi mai più.
Mi ripresi dopo mesi, anni, non lo
bene dire neanche io…avevo capito che l'unico modo per
superare la cosa era odiare Inuyasha per avermi presa ingiro,ma una
parte di me continua a pensare a lui ancora oggi…nonostante
siano anni che non fa più parte della mia vita.