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Autore: shikon    20/11/2009    3 recensioni
Una storia d'amore vissuta all'età di 17 e 18 anni. Raccontata dal punto di vista sia di Inuyasha che di Kagome.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 12: La fine.


Scusate se aggiorno solo ora, ma si era rotta la chiavetta internet e finalmente l'hanno riparata! Questo è il capitolo finale...se vorrete ci sarà un epilogo in cui si vedrà i giorni di oggi....penso che lo pubblicherò comunque ^^ Grazie per aver commentato o letto...
Fmi89: Eh si...e non è finita per lei :( grazie ^^

Mentre correvo con la mia fedele moto avevo il sangue alla testa, sentivo le mani tremarmi per la rabbia, in quel momento ero davvero fuori di me.
Arrivai in un lampo, anche se il tempo impiegato mi sembrava fin troppo.
Ricordo che la rabbia mi aumentava man mano che mi avvicinavo a quel dannato edificio. Kagura mi venne incontro con aria preoccupata.
Ka: Inuyasha che diavolo fai qui?
I: Sono venuto a riprendere Kagome! E forse ad ammazzare quel bastardo!
Ka: Non ci riuscirai mai! Cerca la ragazza prendila e scappate via, maledizione Inuyasha questa è una trappola, Naraku ti vuole morto!
I: Allora che venga a sfidarmi.
Ka: Non potrò più aiutarti una volta che sarai la dentro.
I: Non serve Kagura, anzi tu hai fatto fin troppo e non ti ringrazierò mai abbastanza.
La donna annuì e mi guardò mentre mi allontanavo con aria rassegnata.
Entrai come una furia all’interno del palazzo, presi le scale correndo e poi lo vidi…Naraku! Stava comodamente seduto a controllare dei documenti, come se niente fosse e poi mi sorrise. La mia rabbia non poté altro che aumentare.
Na: Ma che bella sorpresa abbiamo qui, sai ti aspettavo.
I: Dannato bastardo, lascia subito andare Kagome.
Na: La lascerò dopo che io e te abbiamo pareggiato i conti, in effetti lei era il pretesto perfetto affinché tu venissi qui.
I: Avresti potuto usare qualsiasi pretesto ma non lei dannazione! Naraku dimmi che cazzo vuoi da me!
Na: Ma è così semplice…desidero solo che tu torni a lavorare per me.
I: Non se ne parla, mi pare di averti seguito abbastanza e il mio debito è stato ampiamente ripagato ora ti prego…liberala!
Na: Beh anche lei mi ha fatto un torto in effetti…quindi…
I: Naraku se vuoi che ti supplichi stai sbagliando persona. E sto perdendo la pazienza… non ho più paura di mettermi contro di te.
Quella era vero, ormai avevo Kagome da difendere avevo qualcosa per cui rischiare il tutto per tutto, non mi sembrava vero…ma avrei dato tutto pur di salvarla. Non mi ero mai sentito così legato a qualcuno a tal punto…
Naraku tuttavia non aveva paura di me, non avrebbe mai avuto paura di un ragazzino talmente innamorato da essere un grandissimo idiota. Eh si perché Naraku aveva sempre un asso nella manica, avrei dovuto pensarci prima.
Restammo a fissarci senza dire niente per quella che a me parve un’eternità, poi lui sorrise, quel sorriso che io odiavo e gli diedi un pugno. Un pugno che avevo sognato ogni volta che mi rivolgeva quel sorriso.
Col naso sanguinante premette un bottone sulla scrivania.
Na: Kikyo apri la porta.
Una porta lì vicino che non avevo neanche notato si aprì e vidi Kikyo che sorrideva felice e poi vidi lei, l’oggetto della mia preoccupazione, della mia rabbia…del mio mondo: Kagome! Era legata ad una sedia, la faccia gonfia e tumefatta, ma per me sempre stupenda, il corpo era sporco di sangue.
Non saprei descrivere quello che provai in quel momento poiché erano mille le sensazioni che avevano nessuna delle quali piacevoli.
I: Che tu sia maledetto Naraku! Come hai osato farle questo?
Na: Oh Inuyasha quante storie per qualche piccolo graffietto!
Non ci vidi più, quell’uomo mi aveva sempre irritato ma ora più che mai.  Gli diedi un altro pugno questa volta più forte, poi estrassi la pistola per minacciarlo, non l’avrei ammazzato non ancora per lo meno.
Sentii lo sguardo spaventato di Kagome sulla mia figura, ma non ci facevo caso, non potevo assolutamente distrarmi in quel momento.
Naraku fece per tirare fuori la pistola e fu allora che successe tutto, troppo in fretta.
Sparai un colpo alla mano di Naraku, volevo solo evitare che si armasse a sua volta, lui fece un urlo dolorante e un cenno a Kikyo. La ragazza estrasse un coltello…e creò un profondo taglio nel ventre di Kagome. Quel ventre così perfetto che tante volte avevo baciato, ora perdeva sangue copiosamente e Kagome…Kagome emise un urlo disperato, maledicendo Kikyo, ma quello non era un urlo per il male subito, ma un urlo di dolore come per qualcosa che si è perso…ma io non potevo ancora sapere.
Na: Ogni colpo che infliggerai a me sarà un colpo per Kagome, non ti conviene farmi del male perché potrebbe anche morire.
I: Bastardo! E va bene se vuoi che torni a lavorare per te lo farò, ma lascia che la porti in ospedale…
Ero disperato, se Kagome non ce l’avesse fatta io sarei impazzito per il dolore ne ero certo. Naraku fece per dire qualcosa, ma non ci riuscì, le parole gli morirono in gola…e un colpo nel petto. Kagura gli aveva sparato. Naraku si girò meravigliato nel vedersi davanti la bella donna, lo sguardo glaciale e carico d’odio.
Na: Tu…come…come hai potuto?
Ka: Tu non mi hai salvata! Hai ucciso la mia famiglia, hai ucciso l’uomo che amavo per farmi giungere a te…Ho scoperto cosa diavolo fai…per arrivare alla persone che vuoi gli distruggi la vita…
Naraku voleva ribattere, ma non poté poiché esalo il suo ultimo respiro…quell’incubo era finito.
Ki: Kagura che tu sia maledetta! La ragazzina morirà.
I: Kikyo metti giù quel coltello e allontanati da lei…sparisci per sempre e non ti accadrà nulla.
Non so se fosse per vera paura della mia pistola puntata su di lei, ma corse via senza dire una sola parola e, per quanto male avesse causato, io non feci nulla per fermarla.
Il mio unico pensiero era di prendere Kagome e portarla in ospedale. La liberai alla svelta mentre il suo sangue mi inzuppava le mani, quella ferita era maledettamente profonda. Sentivo lo sguardo di lei su di me e la guardai, stava soffrendo lo sentivo, e non avevo nulla che potesse alleviarle il dolore, i suoi begli occhi luminosi erano appannati per la fatica di rimanere cosciente.
La presi in braccio con delicatezza.
I: Tranquilla piccola adesso ti porto in ospedale e guarirai…
K: Inu…inuyasha…
I: No amore, non parlare…risparmia le forze ti prego…
Una lacrima mi solcò il viso, una lacrima dopo tanti anni…
Lei alzò la sua mano con fatica per asciugarmela e mi sorrise debolmente, in quel gesto sentivo tutto l’amore che provavo per lei e che lei provava per me.
Prima che potessi uscire da quell’edificio sopraggiunse un altro problema.
Hitachi: Che diavolo sta succedendo qui?
Ka: Hitachi va via.
Hitachi: Inuyasha…hai ucciso Naraku?
Ka: No, sono stata io…
Hitachi: Maledizione Kagura! Lo sai o no cosa significa questo?
Ka: Si…
I: Cosa vuol dire Hitachi?
Hitachi: Che ora sono io al comando, Naraku ha preservato il suo impero clandestino in caso di morte…e a me è stato bene.  Kagura io…io devo ucciderti…
Ka: So cosa aveva detto quel bastardo.
I: Non scherzare Hitachi! Se sei al comando puoi fare ciò che vuoi…
Ka: Non del tutto Inuyasha. Hitachi ha ragione tutti sapevamo cosa sarebbe successo in caso di tradimento.
I: E allora perché l’hai fatto?
Kagura sorrise tristemente e i suoi occhi si colmarono di lacrime, la vidi come una donna fragile per la prima volta.
Ka: Perché era giusto così, ho avuto l’occasione di fare del bene anziché del male…ed ora posso raggiungere coloro che amo e che Naraku mi ha tolto.
Si mise in ginocchio in attesa del colpo finale, ma Hitachi temporeggiava…probabilmente non voleva farlo.
Hitachi: In quanto a te Inuyasha, sei comunque colpevole di aggressione contro Naraku prima della morte…per quanto tu sia mio amico… ti dovremo punire, ma dato che non mi piace ciò che ha fatto Naraku ti concedo di andare in ospedale e ti do una settimana di vantaggio, poi inizieremo a cercarmi…se entro due anni non ti troveremo ritieniti un uomo libero.
Quelle parole fecero crollare i miei sogni, nonostante la morte di Naraku non era finita. Io ero ancora intrappolato per due anni!
E nonostante tutto non volevo andarmene lasciando Kagura alla morte, lei in fondo aveva dato la mia vita per me, non potei far altro che guardarla.
Ka: Vai stupido! O la tua ragazza non ce la farà.
Così ricordai che Kagome era gravemente ferita e non potevo aspettare. Dopo un ultimo sguardo a Kagura, che mi rispose calorosamente nonostante le lacrime, me ne andai.
L’ultima cosa che sentii fu Hitachi che non voleva davvero farlo e Kagura che lo supplicava di premere quel grilletto e alleviare le sue sofferenze, alla fine arrivò lo sparo.
E il mio cuore si fermò per un attimo, per Kagura era davvero finita.
Col cuore colmo di ansia e dolore riuscii arrivare in ospedale, forse fu proprio quel senso di frustrazione a continuare a farmi muovere.
Quando entrai tutte le infermiere si voltarono verso di me, i loro occhi mi scrutavano male e solo una delle più giovani mi accolse con un sorriso gentile.
Chiamò altri infermieri affinché l’aiutassero a portare la ragazza in sala operatoria urgentemente, aveva un brutto taglio all’addome.
Quando Kagome scomparve dietro quella porta iniziarono un’infinità di domane, io risposi come meglio potevo e alla fine credettero alla versione di un incidente.
Finalmente mi lasciarono solo, dopo quelle che per me parvero ore arrivò un medico.
D: Salve è lei che ha portato la ragazza?
I: Si sono io, come sta Dottore?
D: Si riprenderà, la ferità si era infettata, ma l’abbiamo pulita ed ora è tutto a posto, ha perso molto sangue poiché ha avuto un’emorragia interna, ma le abbiamo fatto delle trasfusioni. Si riprenderà presto.
I: Grazie al cielo!! Posso vederla?
D: Non ora sta ancora dormendo…meglio lasciarla tranquilla. Quando si sveglierà credo che non starà bene, purtroppo a causa dell’emorragia non c’è stato nulla da fare. Ha perduto il bambino.
I: Bambino?
D: Non lo sapeva?? La ragazza era incinta.
In quel momento sentii il mondo crollare ancora di più., per quanto giovani eravamo il pensiero di avere un figlio da Kagome mi riempiva il cuore di gioia e io non lo avevo mai saputo e per di più, quella felicità era stata spenta ancora prima di cominciare.
I: Capisco…non si preoccupi le staremo tutti vicino.
Io dovevo essere forte per lei, almeno per il tempo che avrei potuto starle ancora accanto.
D: Bene! Io vado, le consiglio di andare a casa…può tornare domani.
Non volevo andarmene e lasciarla lì sola, se si fosse svegliata volevo esserle accanto, ma la voce del dottore era ferma, come un ordine. Così lo ringraziai e uscii, solo allora chiamai Miroku.
I: Miroku ora è tutto a posto, è finita!
Mi: Oh finalmente!  Kagome è lì con te?
I: No, sto tornando a casa…lei è in ospedale aveva una brutta ferita, ma si rimetterà presto. Devi farmi un favore.
Mi: Tutto quello che vuoi!
I: Chiedi a Sango di andare dalla madre di Kagome e di dirle che sta bene, presto tornerà a casa.
Mi: D’accordo riferirò… Inuyasha…tu come stai?
I: Difficile da dire....
Stavo per dire che me ne dovevo andare, ma mi mancò il coraggio. Per la prima volta in vita mia avevo paura di dire qualcosa, e non lo feci.
Domani…avrei avuto tempo domani.
I: Devi farmi un altro favore. Domani mattina vado in ospedale da Kagome, venite anche tu e Sango vi prego.
Mi: Non vuoi stare con lei?
I: Si, ma dopo voglio che la salutiate anche voi due… vi prego.
Ciò che avevo in mente era orribile, non potevo fare una cosa simile a Kagome, ma era necessario…Salutai Miroku ed entrai in casa, mi addormentai come un ghiro.
La mattina dopo mi svegliai triste.
Come era stato stabilito trovai Miroku, accompagnato da Sango, fuori dall’ospedale. Guardai la valigia appoggiata sui sedili posteriori della mia auto, sospirai e scesi.
Mi: Su Inuyasha fai un sorriso, altrimenti Kagome col cavolo che si riprende!
S: Miroku ti prego, usa un po’ di tatto!
Mi: Mia dolce Sango era solo un consiglio…
La ragazza non aggiunse altro, e forse è stato meglio così.
Cercammo la stanza di Kagome ed entrai prima io, solo. Lei era lì sveglia, guardava fuori dalla finestra persa nei suoi pensieri, nonostante i lividi io trovai che fosse la cosa più bella del mondo.
Si girò verso di me e sorrise, debole, io non ricambiai.
K: Inuyasha…sai tutto?
I: Si, Kagome…e non devi abbatterti per questo, hai la vita davanti e tempo per…
K: Non continuare…queste cose le so bene.
I: Scusa…ma il dottore aveva detto che avresti potuto essere giù di corda per il bambino.
K: Lo sono, insomma sarebbe stato figlio tuo e mi avrebbe riempita di gioia, ma abbiamo tutto il tempo che vogliamo!
Mi sorrise e il mio cuore perse un battito, come potevo lasciarla in questo momento??
I: Kagome c’è una cosa che devo dirti…è molto importante! Io devo andarmene, devo partire oggi stesso…
K: Dove vai?
La sua voce sembrava spaventata.
I: Ancora non lo so…
K: E quando tornerai?
I: Non tornerò!
Gli occhi presero a riempirsi di lacrime, ma ancora non pianse, cercava di essere forte.
K: Perché? Perché te ne vai ora?
I: Ci sono cose che non posso spiegarti, ma devo farlo! Vedrai ti rimetterai presto e potrai tornare alla tua vita di sempre.
K: Ma senza di te! Inuyasha per me non sarebbe vita.
I: Ora ti sembra una tragedia, ma vedrai che passerà presto.
Stavo dicendo un mucchio di stronzate, anche per me una vita senza di lei non sarebbe stata vita, ma cosa potevo fare? Dovevo fare la parte del menefreghista e non potevo dire altro.
K: Ma come puoi dire questo?! Sai benissimo che no passerà presto! Ti prego Inuyasha non lasciarmi, ti amo e sono sicura che qualsiasi cosa possiamo passarla insieme.
E ora la parte più difficile, mentire spudoratamente ed essere lo stesso bastardo di sempre.
I: Ma non capisci?! Kagome io non ti amo…credevo di essere innamorato, ma ora ho capito che non è mai stato così. Non ti ho mai amato…avevi ragione tu agli inizi, non sono in grado di amare.
K: Sei impazzito?? Tu sei cambiato! Non sei più quello che eri! Hai rischiato la vita per salvarmi da Naraku!!
I: Ho rischiato la vita perché mi sembrava ingiusto che per un mio errore fossi tu a pagare, ma rassegnati. Una persona non cambia mai completamente.
Ora iniziò a piangere come una bambina, dovevo uscire da lì non potevo continuare quella farsa era troppo per me!
K: Inuyasha…
I: Kagome non c’è più niente da dire. Oggi stesso me ne vado, cerca di rimetterti presto. Addio.
K: Ti prego non andartene….non mi lasciare…inuyasha ti prego…
Mi alzai e mi allontanai dando un ultimo a quel volto rigato dalle lacrime, disperato. Il mio cuore si spezzò.
Richiusi la porta dietro le mie spalle e seppi che la mia vita era finita, avevo appena lasciato qualcosa che niente avrebbe mai potuto colmare.
Mi: Ah Inuyasha! Allora come sta?
I: Statele vicino, soprattutto tu Sango.
La ragazza guardò intensamente negli occhi Inuyasha e capì ogni cosa, il dolore che provava lui e quello che aveva causato alla sua amica.
Mi: Ma che stai dicendo?
S: Miroku…Inuyasha l’ha lasciata!
Miroku mi guardò incredulo.
Mi: Cosa??? E poi proprio in questo momento??
I: Miroku ti prego, devo andarmene!!
Mi: Ma Naraku è morto.
I: Il comando è stato preso da qualcun altro, sono comunque in pericolo…ho una settimana per andarmene. Kagome non può stare con me, sarebbe troppo rischioso. Guarda cosa le è già successo!
Il mio dolore si trasformò in rabbia verso Miroku, non voleva capire.
Mi: Va bene allora se proprio devi tronca con lei, ma ti prego non andartene.
I: Mancherai anche a me Miroku!
Ci abbracciammo stretti, oltre che all’amore della mia vita stavo perdendo anche un fratello. La mia vita stava andando in pezzi.
Salutai anche Sango, e infine diedi a Miroku una busta.
I: Datela a Kagome quando starà meglio, le spiego le mie vere ragioni.
Miroku annuì, ma Sango non fece altrettanto.
Mi: Potrò sentirti?
I: Ogni volta che vorrai amico mio!
Ci stringemmo ancora per l’ultima volta e poi me ne andai.
Non sarei tornato mai più a Tokyo…e ormai dopo tutto il dolore che provavo non sapevo nemmeno più che pensare.
Quando chiusi la portiera della macchina, scoppiai in un pianto isterico…mi sembravano secoli che non piangevo più così tanto. Ero davvero cambiato e lo dovevo a quella persona che, in quel momento, stavo facendo soffrire.
Asciugai le lacrime, senza vergogna. Accesi il motore e partii per sempre.

  

Ormai ero arrivata al limite della sopportazione… Non sopportavo più l’attesa e i continui colpi di Kikyo, avrei voluto urlare che la smettesse, almeno un secondo per sentire se la mia sensazione era giusta, ovvero se davvero avevo sentito la voce di Inuyasha…
Mi arrivò un altro pugno, volevo urlare, ma avevo troppo dolore perfino per quello, sputai sangue.
Finalmente Kikyo aprì la maledetta porta dietro la quale ero nascosta, potei vederlo…Inuyasha! Il solo vederlo mi fece sentire meglio, non m’importava se io ero in uno stato pietoso,  lui era lì per me.
Naraku fece delle proposte ad Inuyasha, ma io non capivo tutto, ero troppo stordita per seguire ogni parola, so di per certo che Inuyasha ha rifiutato…e fu lì che successe tutto.
Inuyasha puntò la pistola contro Naraku, io fissavo spaventata il mio uomo, perché anche Naraku tentava di tirare fuori la pistola, ma fu Inuyasha ha sparare per primo, sulla mano di Naraku.
E fu allora che vidi Kikyo tirare fuori un coltello, sapevo che voleva usarlo su di me, ma non riuscivo a muovermi, mi fece un profondo taglio nella pancia, sentivo il sangue che usciva copiosamente dal mio, ormai stremato corpo, e capii…la vita che avevo avuto dentro di me fino a poco prima, mi aveva lasciato. Non potevo fare niente, ma urlai di dolore e maledissi Kikyo, quella vita in fondo era parte di me, sarebbe nata dall’unione di un unico amore, ma soprattutto sarebbe stato il figlio di Inuyasha, già solo per questo lo amavo. Quell’urlo disperato rimarrà per sempre nelle mie orecchie.
Crollai, un mondo tutto mio mi avvolse, l’ultima scena che vidi fu Inuyasha che parlava con Naraku, poi svenni. Mi avvolse la pace.
Quella pace non durò a lungo mi risvegliai di nuovo, riportata alla coscienza dalla voce di Kikyo, ancora vicina a me…ma alla fine se ne andò anche lei.
Fu Inuyasha ad avvicinarsi a me, per liberarmi, mentre le sue mani si inzuppavano di sangue, provavo un dolore immenso, che non si poteva spiegare…guardai Inuyasha attraverso un velo di lacrime e fatica, lui mi prese delicatamente in braccio.
I:  Piccola ora ci sono io, ti porto in ospedale e guarirai…
K: Inu...yasha…
Parlare era difficile, ma volevo fargli sapere che cosa sentivo dentro, ma lui non capì.
I: Amore non parlare…devi rimanere in forze.
Gli scese una lacrima, quella lacrima per me significava molto…poteva essere per me o per il bambino che non sapeva di aver perduto, o semplicemente per entrambi,  mi rese felice…
Alzai la mano, volevo asciugargliela a tutti i costi, dovevo toccare quella piccola lacrima, mi costò una fatica enorme, ma ce la feci e ci misi tutto l’amore che potevo trasmettergli in quel piccolo gesto…poi svenni di nuovo.
Mi svegliai circondata da gente che non conoscevo, una luce abbagliante mi accecava gli occhi.
Infermiera: Signorina, ora è in ospedale…stiamo per operarla, quindi si prepari a dormire ancora un po’…
Mi fecero addormentare e di nuovo volai nel mio mondo perfetto, dove ero con Inuyasha e il mio bambino stava bene.
Il mattino dopo fui nuovamente strappata da quel sogno, l’anestesia e il bisogno di riposare perdevano il loro effetto, io riprendevo a sentire dolore e ormai sapevo che quel bambino non poteva rimanere altro che un sogno…
Mi sedetti sul letto, guardai fuori…in quella stanza silenziosa mi persi nei miei pensieri, fino a quando sentii una presenza entrare e sedersi sulla sedia…non potevo non riconoscerlo, quando c’era lui la stanza mi era sempre parsa più piena.
Mi girai verso di lui  e gli sorrisi debolmente, ma non ricambiò.
K: Sai tutto?
I: Si, ma Kagome non devi abbatterti…sei giovane hai la vita…
K: Fermati ti prego, Inuyasha queste cose le so…insomma mi sento come se mi mancasse qualcosa, infondo sarebbe stato figlio tuo e ne sarei stata felicissima, ma abbiamo tutto il tempo che vogliamo!
Gli sorrisi per confortarlo e fargli capire che ero forte per superare quel momento, ma lui mi guardava da lontano, sembrava assente.
I: Kagome è molto importante che tu mi ascolti….io devo andarmene devo partire oggi stesso.
Quelle parole mi spaventarono, gli chiesi dove andava.
I: Non lo so…
K: Quando tornerai?
Mi lanciò uno sguardo e abbassò gli occhi.
I: Non tornerò.
Mi si riempirono gli occhi di lacrime, ma non potevo credere alle mie orecchie, ero forte, dovevo essere forte…
K: Non puoi andartene ora…non puoi…perché?
I: Ci sono cose che non ti posso spiegare, ma devo farlo credimi! E so che può sembrare una tragedia, ma non lo è…ti rimetterai presto e continuerai con la tua vita di sempre.
K: Senza di te! Non sarebbe vita senza averti accanto Inuyasha!
Ero disperata, se ne stava andando per davvero, parte di me aveva sperato fino all’ultimo…ma ormai tutto era chiaro…stava andando via e non potevo sapere niente di più.
I: Credimi passerà.
K: Inuyasha smettila! Lo sai bene che non passerà presto!  Inuyasha ti prego, non lasciarmi…ti amo e possiamo superare qualsiasi cosa…
Non sapevo cosa avrei potuto dire, ma dovevo tentare di tenerlo lì…
I: Kagome non capisci proprio? Io non ti amo! Credevo di essere innamorato,ma ora ho capito che non è così…avevi ragione tu quando ci siamo conosciuti: non sono in grado di dare amore.
Non credevo alle mie orecchie, quello non era l’Inuyasha di cui mi ero innamorata, né quello che avevo avuto accanto fino al giorno prima, non capivo cosa fosse successo e continuavo a non crederci.
K: Sei completamente impazzito?? Inuyasha io so che sei cambiato da allora! Hai addirittura rischiato la tua vita per salvarmi da Naraku!
I: Oh andiamo! Ho rischiato la vita perché non mi sembrava giusto che per un errore mio fossi tu a pagare, devi rassegnarmi ti sto dicendo la verità. Una persona non cambia mai completamente.
Per quanto mi sforzassi di non crederci e di essere forte, ormai non potevo più negare l’evidenza, mi stava lasciando…crollò tutto, ogni piccola particella di me… iniziai a piangere come una bambina disperata.
K: Inuyasha….
I: Kagome non c’è più niente da dire, oggi stesso lascio Tokyo…cerca di rimetterti presto…Addio…
K: Inuyasha…ti prego…non lasciarmi, ti amo…
Si alzò e si diresse alla porta, non disse nulla, mi guardò per l’ultima volta…gli occhi fermi…
Passò una mezzora in cui continuai a piangere, quando anche le lacrime finirono qualcos’altro prese il sopravvento, non avevo più nessuna voglia di andare avanti, perché guarire se non avevo niente per cui la pena valesse farlo?
Mi lasciai andare e peggiorai, mi portarono in terapia intensiva…
Dopo qualche tempo fui dimessa dall’ospedale…
Mi riportarono a casa, ma era come se non vivessi più…piangevo ogni giorno, Sango, Miroku e la mia famiglia mi stavano vicini…ma io non riuscivo più a reagire, avevo perso l’unica persona in cui avevo riposto delle certezze.
L’unica cosa che riuscivo a fare era pensare ai momenti trascorsi e al suo sguardo fermo l’ultima volta che mi aveva guardata…non lo vidi mai più.
Mi ripresi dopo mesi, anni, non lo bene dire neanche io…avevo capito che l'unico modo per superare la cosa era odiare Inuyasha per avermi presa ingiro,ma una parte di me continua a pensare a lui ancora oggi…nonostante siano anni che non fa più parte della mia vita.

  
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