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Autore: Terry17    20/11/2009    6 recensioni
Anno 2014: sono passati 4 anni da quando Near, l'SPK e l'intero staff del quartier generale della polizia giapponese sono stati giustiziati da Kira. Ora il mondo di Kira è una cruda realtà, un mondo in cui chiunque non segue le regole viene eliminato senza pietà. Ma quando tutto sembra perduto, Roger Ruvie, nuovo direttore della Wammy's House, scopre da una lettera di L che forse c'è ancora una speranza di fermare Kira...
Estratto dal cap 18: Io non sono L, e non sono nemmeno uno dei suoi successori: io sono la sua erede, la sua vendetta per il genere umano nata dal suo sangue e dalle sue ceneri, sono la bambina a cui hai fatto come regalo per il suo settimo compleanno la morte di suo padre. Io sono la tua Nemesi, sono colei che segnerà la tua condanna: io sono Dark L.
Genere: Drammatico, Sovrannaturale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri personaggi, L, Light/Raito, Misa Amane, Ryuuk, Teru Mikami
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Sapete, quando sei certo di stare per morire ti passa automaticamente tutta la vita davanti agli occhi. Lo so, perché è quello che ho provato io subito dopo essere caduta nell'oblio del sonno senza risveglio a causa del proiettile che Misa aveva mi aveva sparato contro a causa della sentenza di morte firmata dall'uomo che lei amava a tal punto da poter dare l'anima al diavolo pur di compiacerlo. Forse neanche lei credeva che Light l'avrebbe fatto, che sarebbe arrivato a uccidere anche lei pur di eliminare l'ultima minaccia presente sul suo cammino.
Rivivendo tutta la mia vita fino a quell'istante, mi resi conto che gli ultimi mesi erano stati i più belli della mia vita: avevo trovato le mie radici, degli amici sinceri, qualcuno da amare... e soprattutto sapevo cosa fare della mia vita.
Quando il "tuffo nei ricordi" finì, mi trovai sdraiata su una superficie solida; mi guardai rapidamente intorno e mi resi conto di non essere mai stata lì prima: era una strada deserta, che si estendeva all’infinito, cui lungo un lato correva un muro.
-Ma come ci sono arrivata qui?- mi chiesi ad alta voce.
-È una bella domanda, sai?- disse una voce sconosciuta ma allo stesso tempo familiare alle mie spalle. Mi girai e vidi una figura rannicchiata con la schiena pigramente adagiata contro il muro che guardava curiosamente nella mia direzione. Strabuzzai gli occhi appena lo vidi.
-Papà?-
Ebbene sì, L Lawliet in carne ed ossa (più o meno) mi fissava con gli occhi sgranati senza muoversi dalla sua postazione. Cosa ci faceva lì? Eravamo davvero nell'aldilà? E quanto tempo era passato da quanto ero... morta?
-Sì, sono proprio io... o forse no.- disse semplicemente L, giocherellando con una zolletta di zucchero che tirò fuori dalla tasca dei pantaloni -Questo solo tu puoi dirlo.-

-Ma guarda un pò: anche se sei morto non hai smesso di parlare per enigmi- dissi scuotendo la testa in un finto segno di rimprovero. -Anche quando ci siamo incontrati la prima volta ero morto. Una sola volta, ma ero comunque morto- mi fece innocentemente notare. Touché.
-Comunque, che cosa ci fai qui?-
L sorrise. -Aspettavo che me lo chiedessi. Se sono qui può voler dire solo due cose: la prima, e apparentemente la più elementare, e che tu non sei più in vita e che questo è l'aldilà.-
Trasalii. Allora esisteva davvero la possibilità che fossi davvero morta.
-Ma ci sono delle prove che la smontano quasi automaticamente: dov'è la tanto citata luce bianca? Perché è così corporeo per essere un luogo che tecnicamente dovrebbe accogliere migliaia di anime? E soprattutto, perché questo posto è deserto?-
Mi guardai intorno. L aveva ragione: avevo notato anch'io quegli strani dettagli che mi avevano incuriosita fin da subito. Se quello era il Paradiso, l'Inferno, o il Mu citato dalla regola n°120 del Death Note, era un aldilà molto strano.
-Questo dovresti essere tu a dirlo: se questo posto è davvero l'altro mondo tu ci sei da circa un mese, mentre io sono appena arrivata!- protestai.
L sorrise. -Guarda un pò, ti sei detta la seconda teoria da sola.-
Come? In che senso mi ero "detta la seconda teoria da sola"? Quando fa così papà farebbe davvero perdere la pazienza anche a un santo. Comunque sospirai e ripensai attentamente a quello che gli avevo detto, finché la soluzione non arrivò da sola.
-Aspetta... questo posto è davvero l'altro mondo?-
-Brava, ci sei arrivata! E allora la seconda domanda sorge spontaneamente: se questo non è l'aldilà, allora cosa potrebbe essere?- chiese L.
In effetti il ragionamento non faceva una piega. Cominciai a pensarci mentre mi sedetti accanto a mio padre poggiando la schiena al muro.
-Allora la spiegazione può essere una sola.- dissi, quando giunsi alla mia conclusione -Questo posto è nella mia testa, e tu sei la rappresentazione dei miei pensieri.-

L si portò il pollice alla bocca, come soleva fare mentre rifletteva. -Brava, questa è un'idea molto intelligente. Però c'è qualcosa che mi sfugge: se questa è la tua testa, allora cosa ci faccio io qui?-
-Forse perché sentivo il bisogno di parlarti un'ultima volta... per comunicarti la mia decisione.- respirai profondamente, pronta a comunicare la mia decisione davanti a mio padre -Ho deciso di continuare ad essere Dark L anche dopo la fine del caso Kira. Voglio farne la mia missione di vita, proprio come te, papà. Voglio indagare sui casi impossibili che si presenteranno sulla mia strada, proprio come avresti fatto tu. So che il tuo allontanamento da me era mirato proprio ad impedirmi di prendere una decisione del genere, ma credo sia inevitabile: forse anche se tutto questo non fosse mai successo, adesso starei collaborando nell'ombra con la polizia di tutto il mondo sotto un'identità fittizia, un pò come L aveva fatto in precedenza. Sai, penso che il desiderio che la mamma ha espresso sul suo letto di morte si sia avverato: ti assomiglio troppo per prendere una decisione diversa da questa.-
L sospirò. -È proprio vero quel vecchio detto: tale padre, tale figlia. Forse era davvero inevitabile che tu in un modo o nell'altro finissi col diventare il mio successore- detto questo L si alzò in piedi e s'incamminò lungo la strada dritta.
-Papà? Dove stai andando?- gli chiesi mentre lo guardavo andare via. Stavolta non ricevetti risposta.
-L'unica cosa che posso fare a questo punto è augurarti buona fortuna e raccomandarti di non commettere i miei stessi errori. Non ti isolare dagli altri, Rue: ti faresti solo del male inutile- disse semplicemente, continuando a camminare avanti e senza voltarsi indietro.
Mio padre diventava sempre più distante e io mi alzai in piedi giusto un secondo prima che la strada cominciasse a svanire.
-Arrivederci, erede di L.- sentii dire a L, ormai troppo lontano per essere raggiunto -Arrivederci, figlia mia.-

Improvvisamente precipitai nell'oscurità. Quando ripresi i sensi, la prima cosa che sentii fu un misterioso e continuato "bip" che mi fece aprire gli occhi. E allora vidi di essere in una stanza completamente bianca, su un letto un pò scomodo dalle candide lenzuola bianche. Mi sentivo gli arti stranamente pesanti, come se non li avessi mossi da giorni. E forse non era solo una sensazione.
Provai a muovermi, ma sentii tirare stranamente il torace: dovevano avermi messo dei punti per richiudere la ferita del proiettile. Quel maledetto bastardo di Light Yagami...
-Sei sveglia.- disse l'infermiera che stava sistemando i fiori nel vaso sul tavolino vicino al letto -Hai dormito per tre giorni filati. E mi sembra giusto, tuo nonno mi ha raccontato che dormi poco la notte.-
-Cos... Cos'è successo?- chiesi con la voce stranamente impastata. Non ho dormito molto da una la vita intera e improvvisamente mi facevo tre giorni di sonno filati. Era una strana sensazione.
-Cosa ti è successo? Non chiederlo a me! I medici non hanno detto niente a nessuno: sei solo sotto antidolorifici, e nessuno ne sa la ragione.- disse l'infermiera dirigendosi verso la porta -Comunque i tuoi parenti saranno felici di sapere che ti sei svegliata. Non potrai ricevere visite prima di domani mattina, ma sappi che erano tutti molto preoccupati per te, specialmente il ragazzo più grande e sua sorella. -
L'infermiera uscì dalla stanza e io premetti il tasto sul telecomando del letto per far alzare il cuscino: i punti smisero di tirare per la nuova posizione del mio corpo, dandomi un relativo sollievo.
Nella mia testa turbinavano centinaia di domande, ma una mi premeva particolarmente: se io ero all'ospedale, e dalle parole dell'infermiera risultava che anche gli altri erano vivi, allora che ne era stato di Light Yagami? Le mie domande erano destinate ad avere una risposta prima di quanto pensassi, dato che appena l'infermiera uscì, nella stanza entrarono due marmocchi fin troppo familiari, un certo biondino che sembrava una biondina e una certa rossa che sembrava tanto un rosso. Insomma, erano i gemelli, Matt e Mike.
-Ah. Sei viva.- disse Mike.
-Michael, non puoi essere gentile per una volta nella vita?- disse Matt tirando uno scappellotto al fratello.
-Scusa Matt, ma rimango dell'opinione che Rue era meglio quando era in coma.- disse alla sorella come se io non ci fossi stata, o come se non fossi stata in grado di capire quello che stava dicendo -Insomma, almeno non diventava un semaforo in presenza di Alex, e loro non facevano gli smielati! Pensa che l'altro giorno li ho sorpresi mentre si baciavano!-
Mi sentii avvampare, mentre anche il macchinario a cui ero collegata segnalò che il mio cuore saltò un battito.
-COSA?!- Matt si arrampicò sul mio letto con gli occhi che le brillavano -Tu e Alex vi siete baciati?! Amica mia, devi raccontarmi tutto! Com'è stato? Bello? Dolce? Incredibilmente romantico?...-
Matt ormai mi bombardava di domande lanciando in contemporanea gridolini isterici, mentre Mike si batté una mano sulla fronte scuotendo la testa. Improvvisamente l'infermiera entrò nella stanza e guardò prima Mike e poi Matt, che continuava a scuotermi e a chiedermi del mai avvenuto bacio come se fosse stata una pazza isterica posseduta.
-Cosa ci fate qui? Non lo sapete che l'orario delle visite è passato da almeno un'ora e mezza?!- chiese l'infermiera portando via i due ragazzini.
Scossi la testa sospirando, quando all'improvviso la porta si riaprì rivelando un ragazzo castano con gli occhiali fin troppo familiare. A quella vista scattai a sedere mentre il macchinario segnalò una nuova irregolarità nella mia attività cardiaca.
-Alex, cosa ci fai qui?- farfugliai.
-Cosa vuoi che ci faccia qui? Sono venuto a trovarti.- disse sedendosi sulla sedia vicino al mio letto -Se non ti è di disturbo.-
-No.- dissi mentre i "bip" del macchinario si facevano meno insistenti -Nessun disturbo. Anzi, capiti proprio a fagiolo.-
-Già. Immagino che tu abbia parecchie domande a cui rispondere- disse Alex.
Annuii e respirai profondamente prima di fa sganciare la bomba. -Cos'è successo a Yellow Box? Che ne è stato di Yagami? E Misa è davvero...?-
-Ehi calma, non sparare tante domande o finirai col confondere qualcuno!- mi fermò Alex -Vuoi che ti dica tutto quello che è successo dopo che ti hanno sparato, non è così?-
Annuii aspettando impazientemente la risposta. Alex trasse un respiro profondo e cominciò a rievocare gli eventi di quella notte.
-Dopo che Yagami ha dato a Misa il segnale di spararti, lei si è accasciata a terra, morta. Lui ha cominciato a ridere e a schernirci, dicendo che dal momento che tu eri morta noi non avevamo più speranze di provare che lui era Kira, e che ci avrebbe uccisi tutti. Allora Roger è saltato fuori dicendo di aver chiamato la polizia al cellulare e di aver azionato il vivavoce: avevano sentito tutto, e una volta che sarebbero arrivati gli agenti sarebbe scattato automaticamente l'arresto. Light allora è andato fuori di matto, è corso verso il corpo di Misa per recuperare il quaderno e scriverne i nomi di tutti gli agenti con cui era entrato in contatto alla centrale, ma prima che potesse farlo Mike gli è saltato alle gambe facendolo cadere a terra. La pistola gli è sfuggita di mano ed è partito un colpo; Yagami ha iniziato a urlare e a contorcersi, urlava al suo Shinigami di fare qualcosa e di ucciderci tutti prima che arrivasse la polizia. A quel punto un quaderno ha cominciato a volare, e Yagami ha cominciato a ridere per poi morire dopo alcuni secondi. Allora mi sono avvicinato al Death Note volante e ho letto il nome "Light Yagami". Tutto questo putiferio e alla fine Kira è stato ucciso dalla sua stessa arma. Il resto lo sai: sono arrivate la polizia e l'ambulanza e hanno scoperto che tu eri ancora viva.-
Mi rigirai il braccialetto che portavo al polso un pò a disagio: Light aveva assassinato Misa per di arrivare a me; Misa voleva solo vivere una vita normale con la sua famiglia e per farlo si era rivolta all'unica amica sincera che aveva trovato negli ultimi dieci anni. Alice doveva esserci rimasta malissimo: era stata l'unica ad aver visto Misa come una persona anziché come "secondo Kira" da non si sa quanto tempo. Dal momento in cui riuscii a vedere nella sua orbita, quando Misa si trasformò da carnefice a vittima, non potei fare a meno di provare pena per lei. In fondo era una brava ragazza, e nonostante i suoi sbagli non meritava di fare quella fine.
Ma chi ci aveva rimesso più di tutti era stato indubbiamente il piccolo Akira Yagami: per la stupidità di suo padre ora era orfano e con un potere che andava al di là della comprensione umana. Secondo il testamento di Light e Misa, ora la tutrice legale del bambino era la zia paterna, Sayu Yagami. Ovviamente era sconvolta per la rivelazione che suo fratello era in realtà Kira, ma accettò comunque di prendersi cura del nipote. Alex mi disse che proprio il giorno prima Alice era andata a trovare Sayu per raccontarle del potere che Akira aveva ereditato da sua madre e per chiederle di non nascondere al piccolo la verità sui suoi genitori: perché Akira deve sapere perché è orfano, e soprattutto deve capire in tempo che uccidere chi commette il male non è una soluzione, ma è solo fonte di altro dolore. Deve sapere che nonostante tutto il male che hanno fatto e tutto il dolore che hanno causato, i suoi genitori non erano cattivi, ma avevano solo avuto la sfortuna di imbattersi in un potere troppo grande per essere controllato, e che avevano capito troppo tardi che ciò che stavano facendo era sbagliato. Speravo solo che Akira capisse tutto questo, e che un giorno lui riuscisse in qualche modo a riscattare il nome dei suoi genitori attraverso le sue azioni future.
Perché, anche se è stato un bastardo della peggior specie, anche se è stato lui a far uccidere mio padre, anche se ha calpestato la sua stessa famiglia per raggiungere i suoi scopi, non si può negare che Light Yagami sia stato uno dei più grandi personaggi che la storia abbia mai visto.


°°°


Alcuni giorni dopo io e Alex andammo da soli a far visita all'orfanotrofio in cui sono cresciuta. Lui era eccitato, perché era la prima volta che andava in America e fremeva dalla voglia di vedere New York dal vivo. Ammetto che anch'io volevo visitare la città insieme a lui: può sembrare strano detto da una ragazza nata e cresciuta a New York, ma in verità un pò per la mia scarsa voglia di uscire dalla mia stanza, un pò per le grandi dimensioni della città, non ero riuscita a visitare tutta New York in diciassette anni di vita. E poi volevo passare un pò di tempo da sola con lui.
Il direttore dell'orfanotrofio, il vecchio signor Philips, era sorpreso di rivedermi così presto: immaginava che sarebbero passati anni prima che mi facessi di nuovo viva, e invece ero tornata a quella che volta era la mia casa dopo soli quattro mesi.
Sembra incredibile, ma è così: sono passati quattro mesi esatti da quando Watari mi aveva prelevata dall'orfanotrofio seguendo la pista indicatagli da mio padre e scoprendo così l'esistenza della figlia segreta di L. Se penso che prima di allora ero solo una ragazzina qualunque un pò strana, ma comunque abbastanza folle da indagare da sola sul caso più complicato della storia mi viene da sorridere: anche prima ancora di scoprire le mie vere origini ho dimostrato di essere proprio figlia di mio padre fino in fondo.
Ed è proprio per mio padre che tornai a New York; io e Alex aspettammo pazientemente la notte per farlo: riesumammo mia madre, Kyrie Jordan, dopo diciassette anni dalla sua morte. Quando aprimmo la bara fummo sorpresi di averla trovata quasi intatta. Non era molto diversa dalla ragazza della visione che mi aveva mostrato L poco prima che morisse: una ragazza di diciotto anni dal viso pallido e grazioso, dalla folta capigliatura color mogano con uno strano ciuffo aperto sull'occhio sinistro che copriva completamente il destro. A diciassette anni dalla morte, aveva il viso tirato e ancora più pallido e il corpo era sformato, segnando che indubbiamente fosse morta subito dopo un parto travagliato. A quella vista sentii un groppo alla gola.
-Rue, è il momento- mi ricordò Alex. Mi ridestai dallo stato di shock in cui ero caduta e presi l'urna che conteneva le ceneri di mio padre. Sollevai le braccia di Kyrie e posai l'urna sul suo petto per poi incrociare nuovamente le braccia, facendo così in modo che sembrasse che l'abbracciasse.
Non sapevo fino a che punto fosse legale quello che stavo facendo, ma sentivo che era la cosa giusta da fare: L e Kyrie si amavano veramente, ed avevano il diritto di essere uniti nella morte come non erano riusciti a stare uniti in vita. E seppi di aver fatto la cosa giusta proprio un momento prima che la tomba di mia madre fosse nuovamente sigillata: prendetemi per pazza se volete, ma nel momento in cui guardai il viso di Kyrie per l'ultima volta prima che le restituissi l'eterno riposo, mi sembrò che stesse sorridendo come se avesse voluto dirmi "grazie".
Dopo aver gettato l'ultima manciata di terra sulla tomba, presi il pennarello indelebile dello stesso colore della scritta già scolpita nella roccia che mi ero portata dietro e aggiunsi un messaggio alla lapide con la preghiera che non fosse cancellato:

Kyrie Jordan N: 21/08/1979 - M: 05/11/1997
L Lawliet N: 31/10/1979 - M: 03/12/2014

Grazie per avermi permesso di continuare a vivere. Se non fosse stato per voi oggi non sarei qui. Con affetto, vostra figlia.
Rue Philomena Lawliet, 17/01/2015


Posai per l'ultima volta un sasso sulla tomba dei miei genitori e prima di avviarci verso il cancello che era stato lasciato per noi, riuscendo a varcarlo appena un secondo prima ch la guardia notturna lo chiudesse.
-Come ti senti?- chiese Alex mentre ci dirigevamo a piedi verso l'orfanotrofio.
-Come vuoi che mi senta?- gli chiesi in risposta -Qualcuno doveva farlo, e quel qualcuno dovevo essere io: i miei genitori sono morti per darmi la possibilità di vivere, sarebbe stato da ingrati non ricambiare il favore. E poi meritavano di essere di nuovo insieme.-
Alex annuì. -Da come mi hai parlato della visione di L si capisce che lui amava molto tua madre.-
-Già. Al punto che persino il noto detto "finché morte non vi separi" non ha retto con la loro coppia.- sorrisi per l'ironia della sorte -La morte li ha uniti anziché separarli.-
-Io non parlerei di morte, ma più di una figlia eccezionale.-
Sospirai scuotendo la testa. -Sai Alex, mi chiedo come tu possa vedere tanti pregi in me: ogni volta che parli di me sembra quasi che tu stia parlando di una specie di dea scesa in terra.-
-In effetti un difetto ce l'hai: hai poca fiducia nelle tue capacità- disse.
-La fiducia nelle mie capacità non centra: sarò anche colei che ha appena acquisito il titolo di miglior detective del mondo, ma in fondo sono solo una larva asociale che beve litri di succhi di frutta. Fidati Alex, non sono poi questo granché- dissi -Se non fosse stato per te, per Alice, per Ezdra, per Roger e per i due gemelli a quest'ora Kira sarebbe ancora a piede libero. Non importa quanto tu sia dotato, da solo non riuscirai mai a cambiare il mondo. Ma è questo che lo rende un posto così meraviglioso.*-
Non so da dove mi sia uscita una frase così profonda: in quel momento mi sembrò che mio padre l'avesse mormorata nel mio orecchio, come per dare un ultimo insegnamento all'umanità attraverso me.
-Hai proprio ragione, Rue. Però tu potrai cambiare il mondo, perché tu non sei sola. Non lo sei stata contro Light Yagami, non lo sei stata mentre lottavi per vivere in un letto d'ospedale e non lo sarai mai.- Alex mi abbracciò e rimanemmo in quella posizione per quella che mi parve un'eternità.
-Grazie, Alex- mormorai mentre mi staccavo dal mio compagno di avventure.
Ci guardammo negli occhi per un istante infinito, per poi unire le nostre labbra in un bacio caldo e appassionato. Perché, noi ce n'eravamo accorti da tempo, a me e ad Alex non servivano parole per comunicare.
Aveva ragione, anche su quello che aveva detto sul non essere soli: io, Alex e gli altri eravamo una squadra imbattibile, e finché saremmo rimasti uniti avremmo potuto affrontare qualunque sfida.
Papà lo aveva capito troppo tardi, ma ha lottato anche contro la morte per insegnarmelo e per impedirmi di compiere il suo stesso errore di isolasi dai suoi cari per proteggerli. Ed era servito, perché avrei seguito quell'insegnamento fino alla fine dei miei giorni.
Non so se riesci a sentirmi L, ma ti prometto che sarò la tua degna figlia ed erede, e che farò l'impossibile perché tu e la mamma siate fieri di me. Grazie L. Grazie papà.



***

* citazione dal film "Death Note: L Change the WorLd"

Angolo dell'Autrice: E così si concluse la storia di Rue Lawliet. Spero che siate tutti più o meno soddisfatti dal finale (fan di Kira, fan di L e fan della coppia RuexAlex, AlexxRue -non so come si scrivono i pairing, spiacente-). Comunque, sappiate che ho una mezza idea di scrivere una versione della storia seguendo la storyline originale -con Near, il quartier generale e compagnia bella-, ma ancora tutto da definire, e non si sa nemmeno se sarà fattibile una cosa del genere. Le uniche cose certe sono due: 
1) Una fan fiction dedicata a Sonic (chi? ndTutti) alle prime fasi di scrittura già praticamente pronta per essere postata,
2) Un probabile riscrittura della mia PRIMA STORIA ORIGINALE su questo sito (è il primo capitolo di una trilogia originale) per cause di forza maggiore

Nel frattempo vi dico una cosa: "la madrina" di questa storia (colei che mi ha consigliato l'ascolto di L's Theme A che mi ha dato l'ispirazione per tutta questa storia), per le stesse cause del punto 2 sopra citato sta pubblicando il suo capolavoro su questo sito: se volete leggerla, sappiate che è fra le Originali - Noir e che s'intitola "Electra: La Luce Assassina" e che vi piacerà se siete fan di Death Note (la sua fonte d'ispirazione primaria). Purtroppo il rating è Rosso, e per questo non tutti potranno leggerla. -sigh- Leggetevela, ve la consiglio!

Risposta alle Recensioni:
amanotsukiko4evr: perdonami per il ritardo S-P-A-V-E-N-T-O-S-O, ma alla fine ho aggiornato. Spero che la conclusione sia stata di tuo gradimento (visto? alla fine Rue non è morta! ahah! XD)

Inoltre ci terrei a ringraziare: TheDarkWisher e Ritsuka96, che oggi non sono qui per cause di forza maggiore, e gli altri che hanno letto e commentato e inserito la storia fra le preferite e le seguite (_Bonnie_, Targul, TheDarkWisher, Soruccio, Ritsuka96, Only_Me, mizar89, Lewaras, amimy, blackygrace, darkroxas92, lain87, Lakisha95, rosi33, tenshifly, TheCrazyHatter) e tutti quelli che prima facevano parte dell'elenco mai poi si sono "ammutinati", e chi, in un modo o nell'altro mi ha dato qualche ispirazione (TheDarkWisher e Serenetx in primis -oltre ad altri che quasi sicuramente ho dimenticato di ringraziare-).

Inoltre, Death Note e i suoi personaggi NON mi appartengono, ma sono dei mitici Tsugumi Ohba e Takeshi Obata.

  
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