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Autore: Slayer87    23/11/2009    3 recensioni
Per il compleanno di Narcissa63, la laurea di Saya e l'iniziativa Criticombola.
Non c’è molto da dire, su come Draco ed io siamo finiti insieme. La nostra storia fa parte di quei casi della vita, in cui due persone si incrociano talmente tante volte lungo il cammino che l’unica definizione possibile è Destino.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Happy Birthday Serie'
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Titolo: Come nasce un amore
Autore: Slayer87
Beta: aloneinthemoonlight
Pairing: Harry/Draco
Rating: PG13
Note: scritta per il compleanno di Narcissa63 e per l’iniziativa Criticombola, numero 70.
Dedica: scritta per Narcissa63, non fosse per altro che per il fatto che commenta quasi ogni singola storia di NA, e non con due paroline buttate li, ma con commenti veri e pensati. Questa storia quindi è dedicata a lei e alla sua gentilezza e premurosità. Spero sia di vostro gradimento (anche perché l’ho scritta ieri sera, e oggi per convincermi a copiarla ho atteso le tre del pomeriggio e sto raccattando in giro un betaggio^^).
La dedico anche a Saya, che ho appena saputo essersi laureata. Le faccio tutti i miei complimenti, dottoressa Saya, e le mando un mega abbraccio. XD.
Enjoy!

Come nasce un amore.

Non c’è molto da dire, su come Draco ed io siamo finiti insieme. La nostra storia fa parte di quei casi della vita, in cui due persone condividono talmente tante cose lungo il loro cammino, che l’unica definizione che mi viene in mente è Destino.

Avevamo appena finito la scuola, Malfoy ed io.
In quel momento le nostre strade si erano divise e, onestamente parlando, durante l’estate avevo sì rivolto qualche pensiero all’ex-Serpeverde, ma nessuno di quel tipo.
I Weasley avevano fatto a gara per distrarmi e per farmi passare le vacanze senza alcun tipo di preoccupazione, e, in tutte quelle settimane, non ero mai riuscito a star da solo con i miei pensieri per più di cinque minuti di fila.

Il giorno in cui pensai nuovamente a Draco fu durante la prima ora del Corso di Addestramento per Auror. Quella testa bionda doveva avercela con me, perché era impossibile che me lo ritrovassi anche al corso. L’idea che Malfoy volesse diventare un Auror era qualcosa di parecchio inaspettato per me, ma nulla di più di quello, in fondo.

Le cose precipitarono quando cominciammo l’addestramento pratico. La fortuna, si sa, ha un senso dell’umorismo tutto suo, probabilmente la cecità poi non aiuta molto, e fu così che mi ritrovai in coppia con Draco. Quando si vive per settimane fianco a fianco con una persona si finisce per forza col conoscerla.
Se poi si conta che, sempre per un caso fortuito, i nostri appartamenti a Londra erano adiacenti, beh, posso dire solo che la nostra conoscenza si era fatta molto intima.

La grande svolta arrivò nel momento meno probabile dell’intero universo. Erano già passati tre anni da quella prima ora e Draco stava per affrontare il suo esame conclusivo per essere ordinato Auror. Poco prima di entrare nella stanza ebbe una crisi di nervi. Credeva di non farcela, lo stupido. Avevo avuto anch’io lo stesso problema solo due ore prima e mi apprestai ad aiutare il mio amico:

“Stai a sentire quello che ti dico Draco,” cominciai con calma.

“Non mi interessa.”
“Non mi interessa che non ti interessi.”


Silenzio. Ormai sapevo come prenderlo, il caro Malfoy.
In quelle situazioni diventava tutto teso e insicuro, ma bastava riattizzare in lui il fuoco della competizione, e sarebbe tornato quello di prima.

“Va bene. Parla.”
“Sei il miglior Auror di questa terra. Ora entrerai lì e farai vedere a tutti di che stoffa è fatto il Grande Draco Malfoy.”

Draco entrò, e mi complimentai da solo per essere riuscito a stuzzicare l’orgoglio di Malfoy nella maniera migliore possibile. Uscì due ore dopo, sudato e sorridente. In quel momento, non mi venne in mente niente di meglio che baciarlo.

Non lo baciai come ci si bacia fra amici. Fu un lungo, inteso bacio, dove le nostre bocche si aprivano e le nostre lingue si toccavano e si arrotolavano. Si potrebbe chiamare un signor Bacio, insomma. Quando entrambi tornammo a respirare, appoggiai la fronte sulla sua e dissi solo: “Complimenti.”

Da allora i cammini delle nostre vite sono diventati uno solo.
Ecco, io penso sia stato Destino. Non saprei come altro chiamarlo, e voi?

The End
   
 
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