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Autore: puffolettaHP    23/11/2009    10 recensioni
- Io... t-tu mi hai...
- Ti ho salvata sì. - la interruppi, passandomi una mano tra i capelli e sfoggiando la mia migliore espressione da Clark Kent - Mi devi la vita, effettivamente se non ti avessi salvata con il mio coraggio ed il mio eroismo a quest'ora saresti bell'e spiaccicata sotto a quel furgoncino... ma non c'è bisogno che mi ringrazi...
Lei, pallida come un cencio, si appoggiò al fianco del Pick-up e mormorò. - Stavo per morire...
- Sì, è vero, stavi per morire... - decisi di sfoggiare tutte le mie doti di consolatore - a quest'ora, se non ci fossi stato io, saresti un cadavere schifosissimo e molliccio, tutto insanguinato, con le ossa rotte e la testa spiaccicata e spaccata a metà... pensa che schifo, avresti tutto il cervello che ti cola per terra, mezzo spiaccicato sui vestiti e sul cofano del tuo cator... ehm, del Pick-up... e magari ci sarebbe un occhio staccato che rotola in giro per il parcheggio... ma t'immagini che schifo?
Lei squittì, facendosi ancora più pallida e scandalizzata. Le diedi una pacca sulla spalla e, con un sorriso che voleva essere rassicurante, terminai il mio discorso.
- Ma non è andata così, quindi su col morale! Non c'è motivo di preoccuparsi, sei viva, no?
Lei emise un verso a metà fra il grido di guerra di Tarzan ed il ruggito di un orso bruno incazzato nero e si alzò in piedi di scatto, guardandomi con gli occhi fiammeggianti d'ira. Indietreggiai di alcuni passi, intimorito.
- Ehm... ti ho salvata, ricordi? - dissi, incerto, vedendo che aveva preso in mano il paraurti staccato del furgoncino e me lo stava brandendo contro con ferocia.
- Tu mia hai salvata! - gridò lei, come se mi stesse accusando di aver dato fuoco alla sua casa. Perplesso, indietreggiai ancora e balbettai.
- Ehm... infatti, ti ho salvata... dovresti essermi riconoscente... quindi perchè non cominci a mettere giù quel paraurti?

Genere: Commedia, Demenziale, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'LA VERA STORIA DI EDWARD E BELLA'
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CAPITOLO 10
(dove i piani di suicidio di Bella vengono intralciati da Edward e lei, com'era prevedibile, s'incazza di brutto)


Quella mattina, alle sette e cinquanta, scesi in salotto con lo zaino di scuola in spalla, lanciando un'occhiata depressa alla Play Station che giaceva sola soletta accanto al televisore. Poveretta, chissà come doveva sentirsi sola... chissà come soffriva senza di me... e tutto per colpa di quella suonata del Pick Up! Non preoccuparti mia piccola Play pensai, con affetto presto potremo di nuovo giocare assieme e finiremo quel cazzo di ultimo livello di Winny The Phoo! (non sono particolarmente sicuro di dove vada messa l'H... ).
La vista mi tremò leggermente e, come in sogno, vidi me stesso correre verso il JoyStick della Play, mentre sullo schermo del televisore al plasma (perché noi siamo ricchi ha-ha) campeggiava la scritta "Winny the Phoo, decimo livello". Un coro d'angeli cantava una splendida canzone che mi accompagnò fino a quando le mie dita sfiorarono la plastica fredda del JoyStick, scorrendo sulle familiari protuberanze dei tasti. Osservai lo schermo per alcuni lunghissimi istanti, carichi di affetto e commozione, ammirando Winny The Phoo, Tigro e Pimpi in tutta la loro bellezza... finalmente avrei potuto completare l'ultimo livello! Finalmente, dopo una lunghissima e straziante attesa, avrei potuto nuovamente immergermi nel magico mondo della Foresta Dei Cento Acri, dove avrei vissuto entusiasmanti avventure come la ricerca della coda smarrita dell'asinello (che è un maschio con una voce peggio di Maria DeFilippi ma, non si sa bene perchè, tiene un fiocco rosa sulla coda). Con le lacrime agli occhi, mi accinsi a premere il tasto "start"...
- Edward, la pianti di stare imbambolato davanti alla Play Station?
La voce di Carlisle mi riportò bruscamente alla realtà, e la scena celestiale che stavo sognando ad occhi aperti scomparve in una nuvoletta di fumo bianco. Seccato mi voltai verso il mio padre adottivo, che mi lanciò lo zaino in faccia dicendo.
- Avanti, smettila di stare piantato in soggiorno a fissare quell'aggeggio come un bambino Senegalese morto di fame che guarda un pezzo di pane chiuso dietro a delle sbarre. E vedi di arrivare in tempo a scuola, scioperato di un vampiro, perchè non ho la minima intenzione di sprecare un foglio di carta per firmarti la giustificazione.
- Da quando ti sono prese queste manie da ambientalista, papy? - chiesi, piuttosto perplesso.
- Da quando si piantano sempre più alberi per fare la carta, riducendo il numero e l'estensione dei campi di Marijuana - possa sempre essere fumata. - ribattè lui, stringendo i pugni per la rabbia, e per enfatizzare il tutto pese ad arrotolare uno spinello.
Fregandomene altamente della riduzione dei campi di Marijuana nel mondo - non per fare il menefreghista, ma credo che ci siano cose più importanti, tipo la Play - esclamai, con tono lamentoso.
- Quando portò riavere la mia Play?
- Quando mi avrai dimostrato di essere pentito delle tue azioni e sarai diventato amico di Isabella Swan.
Bene, addio Play Station allora. Ma non mi sarei arreso così facilmente, non se c'era in ballo il decimo livello del videogioco di Winny the Phoo. Sforzandomi di apparire più pentito, depresso ed abbattuto possibile, mi misi a piagnucolare.
- Dai, papino papucc...
- Guarda che non mi fai assolutamente pena, Edward, e poi non occorre che ti cavi gli occhi per cercare di farli lacrimare, sai benissimo che i vampiri non piangono. - disse lui, severo - e ora fila a scuola, altrimenti, per non sprecare carta, potrei decidere di scriverti la giustificazione sulle chiappe.
E, tirando un poderso calcio alla parte del mio corpo appena mezionata, mi spedì fuori di casa. Borbottando insulti in tutte le lingue che conoscevo (e anche in quelle che non conoscevo), mi diressi verso il garage, maledicendo il giorno in cui Isabella Mary Swan aveva messo piede a Forks.
Ero così incavolato (con Isabella Swan, con Carlisle, con il mondo... ) che non badai neanche al sottile strato di ghiaccio e neve che ricopriva il giardino, rendendo scivolosi i gradini ed imbiancando gli alberi circostanti come forfora sulla testa di un umano pidocchioso... e dopo questa uscita direi che mi merito come minimo il premio Nobel per la frase più poetica dell'anno. Accanto all'ingresso del garage sorgeva un pupazzo di neve che dovevano aver fatto i miei fratelli mentre mi aspettavano: l'omuncolo bianco indossava un reggiseno di pizzo che puzzava terribilmente di licantropo (ma dove l'avranno pescato, poi?) ed un cappello di Emmett; al posto della bocca aveva una canna incastrata nella neve (quella doveva essere opera del mio augusto genitore...). Ancora imbestialito per la storia della Play, distrussi il mucchietto di neve con un calcio rotante alla Chuck Norris e, non ancora soddisfatto, saltai sopra ai resti del malcapitato pupazzo, distruggendo con cura canna, reggiseno e cappello.
Stavo anche prendendo in considerazione l'idea di dare fuoco ai resti del povero pupazzo (sì, lo so che non si può dar fuoco alla neve, ma mi limito a riportare l'idiozia di Edward, non ho colpe io! nda) quando la voce irritata di Alice, proveniente dal garage, mi fece sobbalzare.
- Allora, Edward, dobbiamo aspettare la prossima Era Glaciale perchè tu ti muova?
- Arrivo, arrivo... - borbottai, lanciando un ultimo calcio alla neve e dirigendomi a grandi passi verso il portellone aperto del nostro mega box.
- A proposito di Ere Glaciali... - saltò su Emmett - non trovate che ci sia una certa somiglianza tra Edward e il bradipo?
Si però il bradipo era più intelligente! Pensò Rosalie, spennellandosi allegramente le unghie con uno smalto rosso sangue che aveva probabilmente rubato dal Beauty Case di Crudelia Demon.
Ignorai i pensieri dolci e simpatici di Barbie-Vampira e mi sedetti al posto di guida della mia Volvo metallizzata, dentro alla quale erano già seduti i miei fratelli. Sbuffai, infastidito: possibile che dovessero sempre usare la mia auto come se fosse il loro taxi personale?
Oh, ecco il tassista! Pensò Alice in quel momento, voltandosi verso di me con un gran sorriso. Ecco, appunto. Il tassista...
Emmett, con la sua consueta sensibilità e attenzione a non urtare i sentimenti altrui, ci tenne ad informarmi che ero in ritardo e che non aveva la minima intenzione di arrivare in ritardo a lezione per colpa di "quel pirla Play Station dipendente di suo fratello", testuale.
Misi in moto e partii sgommando, fregandomene altamente delle urla indignate di Rosalie che mi intimava di rallentare, perchè così non riusciva a mettersi bene lo smalto. Imboccai la stradina che attraversava il bosco e presi la curva con cui s'immetteva nell'autostrada a tutta velocità. Rosalie ringhiò, esasperata.
- Edward, dio santo, guidi come un vecchio ubriaco! Mi sono sporcata tutta la mano di smalto!
Feci spallucce.
- Capita...
- Già, e capita anche che un vampiro stacchi la testa ad un altro vapiro, lo sai?
Per tutta risposta premetti il piede sull'acceleratore e cominciai a zigzagare tra le macchine, passando da una carreggiata all'altra senza preoccuparmi minimamente del codice stradale, mentre i clacson delle auto a cui rifacevo la fiancata con gli specchietti retrovisori strepitavano, inferociti. Ma mai quanto Rosalie, che mi stava minacciando di morte in tutte le lingue che conosceva.
- Dici che si schianta?
Chiese Jazz, con molta calma.
- Non saprei - rispose Emmett, guardando fuori dal finestino - si potrebbe scommett...
Un'occhiata particolarmente significativa di Alice bastò a fargli cambiare idea. Emmett alzò le mani in segno di resa, dicendo.
- Ok, ok, era solo un'idea...
- Bhe, vedi di non farti venire mai più idee del genere, allora. - replicò Alice, gelida - potrei diventare violenta.
Da quando i miei due fratelli avevano tentato di scommettere sul guardaroba di Alice, la vampira era diventata piuttosto suscettibile sull'argomento.
"Nervosetta oggi, eh?" pensò Emmett, studiando Alice "Se non sapessi che è una vampira direi che ha la sindrome premestruale..."
I pensieri di Jasper non si discostavano troppo dall'argomento: "Forse è così isterica perchè le sono venute le mestruazioni... che bello, stasera non si scopa! Era da mezzo secolo che aspettavo che le venissero per poter passare una notte in santa pace!"
Tirai su col naso. Che avete da ridere? I grandi amori mi commuovono...
Finalmente parcheggiai la Volvo nello spiazzo davanti alla scuola, seguito dalle maledizioni silenziose di Rosalie (che io sentivo perchè, tu guarda, leggo nel pensiero). Scesi dall'auto sbattendo la portiera e, zaino in spalla, mi avviai verso la scuola, spintonando la gente per farmi spazio. La pazza del PIck-up scese dal suo catorcio in quel momento, dall'altra parte del parcheggio, ed appena mise piede sul suolo ghiacciato finì col culo per terra. Si rialzò tastandosi il fondoschiena dolorante, ma nonostante tutto aveva un'espressione raggiante sul volto, invece della smorfia di dolore che mi sarei aspettato di trovarvi... bho, valla te a capire, questa gentaglia...
La Swan alzò lo sguardo ed il suo sorriso idiota se ne andò all'istante, quando i nostri occhi s'incrociarono: mi rivolse un'occhiataccia sprezzante e poi si diresse verso Newton, che le stava facendo i segnali di fumo dall'altra parte del parcheggio. Dopo neanche due passi, però, la ragazza (che fa rima con pazza... eh, sì, lo so, sono un poeta nato...) si bloccò e cominciò a fissare le ruote del suo catorcio con aria perplessa. Cosa ci fosse di strano nelle catene da neve, non lo sapevo. Ma considerato che è della pazza del Pick up che stiamo parlando, non mi preoccupai tanto di indagare sulle ragioni del suo comportamento idiota: non mi è mai interessato il lavoro dello psicologo. E poi ho già sei fantastici esempi di vampiri matti da legare a casa mia, quindi se voglio dei casi di malati mentali senza possibilità di riabilitazione - diciamocelo - non è che ho bisogno di andarmeli a cercare.
La Swan era ancora impalata accanto al fanale posteriore del suo catafalcio (che prorbabilmente era stato il mezzo di trasporto dei primi uomini di Neandertal), e fissava le catene da neve con aria decisamente contrariata, come se, evitando alla sua macchina (anche se il Pick-up non meritava quell'appellativo) di slittare sul ghiaccio e di schiantarsi da qualche parte, le avessero fatto un gran torto. Da parte mia, dopo l'episodio dell'albero, ritenevo che con quella pazzoide alla guida del suo carro armato la prudenza non fosse mai troppa... un paio di semplici catene da neve non sarebbero bastate ad evitare che si schiantasse da qualche parte, visto come guidava. Ed io e la povera quarcia lo sapevamo bene...
Mi ritrovai a sperare che quel pomeriggio, tornando a casa, la Swan perdesse il controllo del catorcio e finisse in fondo ad un crepaccio ghiacciato. Le mie fantasie sul funerale della pazza, durante il quale io avrei riso come un cretino tutto il tempo, furono interrotte da uno stridio sinistro. Alzando lo sguardo vidi il furgoncino blu scuro di Tyler che girava come una trottola impazzita nel parcheggio, slittando sul ghiaccio, ed avvicinandosi inesorabilmente al retro del Pick up della pazza, davanti al quale - gioia delle gioie - c'era proprio la pazza.
Non potevo credere di aver avuto una tale botta di culo: il furgoncino avrebbe senza dubbio spiaccicato la pazza peggio di una sottiletta sopra a cui si fosse seduto un rinoceronte obeso! Decisamente, quella era la mia giornata fortunata. Avevo un unico rimpianto: non sarei stato io a ucciderla. Ma nella vita bisogna anche saper accontantarsi, mica si può sempre volere un Lucano! E poi avrei sempre potuto violare la sua tomba ed infierire sul suo cadavere...
Ero già con la mano a mezza strada verso la tasca dove tenevo il cellulare, pronto a filmare l'evento del secolo per poi metterlo su Youtube (e anche per provare a Carlisle che non ero stato io ad ucciderla), quando il pensiero di mio padre mi fece tornare in mente la punizione... e di conseguenza anche il decimo livello del gioco di Winny the Pooh. Livello che non avrei mai potuto completare, se non fossi diventato amico della pazza, come voleva Carlisle. E se lei fosse morta sarebbe stato un po' complicato farmela amica... Ma col cavolo che era la mia giornata fortunata!
In quel momento la tragicità della situazione mi colpì più forte di quanto mi avesse colpito l'albero in testa quella volta: se Isabella Swan fosse morta, io non avrei mai potuto riavere la mia Play Station, e non avrei mai potuto completare il decimo livello del mio amato gioco di Winny the Pooh. Penso che se il mio cuore non avesse smesso di battere già un centinaio di anni prima, mi sarebbe come minimo venuto un infarto.
No, non potevo permettere che Isabella Swan morisse. Nonostante vedere il suo corpo spiaccicato fra due furgoncini rientrasse sicuramente nella top ten delle mie massime aspirazioni, non potevo permetterlo. L'avrei salvata, nonostante l'idea mi facesse schifo anche solo a pensarla. L'avrei salvata per la mia Play Station. E per Winny the Pooh.
Senza fermarmi a riflettere oltre sull'immane cazzata che stavo per fare, e con la mente occupata soltanto dall'immagine della mia Play Station, mi slanciai attraverso il parcheggio, correndo talmente veloce da essere invisibile a tutti tranne che ai miei fratelli (che pensarono, tutti e quattro all'unisono, "idiota!"). In meno di un quindicesimo di secondo raggiunsi la Swan, che fissava l'avvicinarsi inesorabile del furgoncino con un'aria da esaltata, e la spinsi via senza preoccuparmi di essere delicato (anzi, feci in modo che battesse la testa sull'asfalto coperto di ghiaccio). Poi fermai il furgoncino tendendo avanti le braccia, ma quello ruotò nuovamente e la sua ruota posteriore rischiò di spiaccicare la gamba della pazza. Fui tentato di lasciarlo fare: avrei potuto socializzare con lei anche se fosse stata mutilata, e poi una gamba in più, una in meno... l'importante era che restasse viva, poi nessuno aveva mai parlato del fatto che dovesse necessariamente essere tutta intera.
Però - considerai - se l'avessi salvata mi sarebbe stata riconoscente e sarebbe stata più che disposta ad essere mia amica. Illuminandomi, spostai la sua gamba e fermai definitivamente il fugoncino.
"Edward Masen Cullen, sei un genio." mi complimentai con me stesso, mentre tutto attorno a noi scoppiavano le grida dei presenti, apparentemente molto preoccupati per il guidatore del furgoncino. Ormai era fatta: avevo salvato la vita alla Swan, sicuramente lei mi avrebbe visto come un eroe, ed avrebbe fatto di tutto per diventare mia amica. Non poteva certamente avercela con me, dopo quello che avevo appena fatto! Anzi, probabilmente da quel momento sarei stato il suo idolo e avrebbe fatto tutto quello che le avrei chiesto... magari anche sparire dalla faccia della Terra e non farsi vedere mai più...
Pensai con gioia alla Play Station che mi aspettava a casa e, deciso a farla finita più velocemente possibile, mi stampai in faccia un'espressione preoccupata e, voltandomi verso la pazza che mi guadava con gli occhi sbarrati, chiesi.
- Bella, tutto a posto?
Lei aprì e richiuse la bocca un paio di volte, troppo sconvolta per riuscire a collegare la bocca al cervello (sempre che ce l'avesse, il cervello).
- I-io... tu... t-t-tu...
Balbettò, fuori di sé. Poveretta, doveva essere rimasta scossa. Non che la cosa potesse peggiorare i suoi problemi mentali: dubitavo che si potesse diventare più pazzi di così... Lei si guardò attorno, smarrita, ed il suo sguardo si spostò dal Pick-up, al furgoncino, a me ed infine al suo corpo illeso. Aprì la bocca, la richiuse. Sbattè gli occhi, mi guardò, si stropicciò le palpebre e riaprì gli occhi, incredula. Si diede un energico pizzicotto sulla guancia, sbattè nuovamente le palpebre e, accertatasi di essere sveglia, balbettò.
- T-t-tu...
Le parole le morirono in bocca. Indicò sé stessa, poi me, poi il furgoncino.
- T-t-t-tu... tu...
Ritentò.
- Io... t-tu mi hai...
- Ti ho salvata sì. - la interruppi, passandomi una mano tra i capelli e sfoggiando la mia migliore espressione da Clark Kent - Mi devi la vita, effettivamente se non ti avessi salvata con il mio coraggio ed il mio eroismo a quest'ora saresti bell'e spiaccicata sotto a quel furgoncino... ma non c'è bisogno che mi ringrazi...
Intanto alcuni professori, aiutati dal bidello e da due infermieri, erano riusciti a spostare il furgoncino quel tanto che bastava a farci passare. Il professore di ginnastica tese la mano verso la Swan, per aiutarla a rialzarsi, ma lei lo ignorò completamente e continuò a fissarmi con gli occhi sbarrati.
- Tu... tu mi hai salvata! - esclamò, come se se ne fosse resa conto solo in quel momento.
Le sorrisi e, scimmiottando le frasi idiote che dicono i supereroi in tv dopo aver salvato qualcuno, spiegai.
- Sì, ti ho salvata. Ma non devi sentirti in debito con me... sai com'è, salvare le persone è il mio mestiere... - poi, frugandomi in tasca, aggiunsi - aspetta che mi metto i Ray Ban, fanno molto "vip", non so se mi spiego... e poi noi supereroi dobbiamo mantenere segreta la nostra identità, sai com'è...
Inforcai gli occhiali a specchio e schiccai la lingua, facendole il gesto della pistola con le mani, come a dire "sono un figo". Poi balzai in piedi e con la mano salutai studenti e professori, facendo un leggero inchino e gridando.
- Lei sta bene! - a quella notizia un boato scontento si diffuse tra gli studenti - L'ho salvata io! - continuai, indicandomi e piegando il braccio destro per mostrare il muscolo, in stile Braccio di Ferro.
"Esibizionista..." pensò Rosalie, irritata. Alice mi scoccò un'occhiataccia, rimproverandomi mentalmente "Se tutti i vampiri fossero bravi come te a tenere segreta la nostra esistenza, oggi la gente dormirebbe ancora con l'aglio sotto al cuscino...". Jazz ed Emmett, invece, erano troppo impegnati a scommettere sulle conseguenze dell'incidente per perdere tempo a pensare che ero un colossale idiota, o robe del genere.
Mi inchinai nuovamente, alzando le braccia ed incitando la folla a fare la ola. Molti studenti mi guardarono, perplessi, ma non si mossero. Potevo quasi vedere la gocciolina di sudore dietro alle loro nuche, come nei cartoni animati. Il professore di matematica, seccato, mi tirò per un braccio, esclamando.
- Falla finita, Cullen, e dici alla tua amica Swan che ora può anche alzarsi da là. Non vi farò saltare la verifica solo perchè stavate per morire, se è questo che sperate.
- Hai sentito, Swan? - dissi, acido - muoviti.
Lei, pallida come un cencio, si appoggiò al fianco del Pick-up e mormorò.
- Stavo per morire...
Sospirai e mi inginocchiai accanto a lei, posandole una mano sulla spalla (ma guarda un po': l'avevo salvata, contro la mia volontà, ed ora mi toccava pure consolarla!).
- Sì, è vero, stavi per morire... - decisi di sfoggiare tutte le mie doti di consolatore - a quest'ora, se non ci fossi stato io, saresti un cadavere schifosissimo e molliccio, tutto insanguinato, con le ossa rotte e la testa spiaccicata e spaccata a metà... pensa che schifo, avresti tutto il cervello che ti cola per terra, mezzo spiaccicato sui vestiti e sul cofano del tuo cator... ehm, del Pick-up... e magari ci sarebbe un occhio staccato che rotola in giro per il parcheggio... ma t'immagini che schifo?
Lei squittì, facendosi ancora più pallida e scandalizzata. Le diedi una pacca sulla spalla e, con un sorriso che voleva essere rassicurante, terminai il mio discorso.
- Ma non è andata così, quindi su col morale! Non c'è motivo di preoccuparsi, sei viva, no?
Lei emise un verso a metà fra il grido di guerra di Tarzan ed il ruggito di un orso bruno incazzato nero e si alzò in piedi di scatto, guardandomi con gli occhi fiammeggianti d'ira. Indietreggiai di alcuni passi, intimorito.
- Ehm... ti ho salvata, ricordi? - dissi, incerto, vedendo che aveva preso in mano il paraurti staccato del furgoncino e me lo stava brandendo contro con ferocia.
- Tu mia hai salvata! - gridò lei, come se mi stesse accusando di aver dato fuoco alla sua casa.
Perplesso, indietreggiai ancora e balbettai.
- Ehm... infatti, ti ho salvata... dovresti essermi riconoscente... quindi perchè non cominci a mettere giù quel paraurti?
SDENG! Con uno schianto sonoro il paraurti si abbattè sulla mia testa. E daghe! Prima gli alberi, poi i paraurti... qualcos'altro da lanciarmi in testa? No, per sapere...
- Ehi, calmina! Ma che ti prende? - esclamai, facendo un salto indietro per evitare un nuovo fendente del paraurti.
Lei mi si avventò contro, menando fendenti a destra e a manca con il pezzo di metallo, e sbraitò.
- Come hai osato? Come diamine hai osato salvarmi?
- Io veramente... - balbettai, confuso.
Lei, ancora più furiosa, continuò a gridare, come una pazza isterica, inseguendomi per tutto il parcheggio della scuola mentre io, visto che ci stavano fissando tutti, non potevo usare i miei poteri vampireschi per sottrarmi alla furia della pazza e del paraurti.
- Coma diavolo ti è venuto in mente di fare una cosa del genere?
SDENG!
- Ma ti ho salvata!
SDENG!
- Qualcuno ti aveva chiesto di farlo? - SDENG - No!
- Dovresti essermi riconoscente!
SDENG!
- Riconoscente? - SDENG - Hai appena rovinato la mia più grande possibilità di morire e vuoi anche che ti dica grazie?
- Bhe, sarebbe il minim...
SDENG!
- Ti rendi conto che a quest'ora potrei essere mortalmente ferita, magari mutilata, o ancora meglio morta? - SDENG - se non fosse stato per te - SDENG - brutto schifoso guastafeste - SDENG - a quest'ora sarei...
- Ma ti ho salvata!
- Appunto!
SDENG!
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Ed eccomi qua, dopo un'assenza di qualcosa come tre settimane (no comment, grazie, ci arrivo anche da sola che è tanto xD). Bine, che dire? Mi sono divertita un mondo a scrivere questo capitolo, anche se non è stato facile (come testimonia la mia lunga assenza), ma finalmente eccomi qua! Spero davvero che il capitolo vi sia piaciuto.
Ora passiamo ai ringraziamenti vari. Prima di tutto grazie a chi legge, come sempre, ma un ringraziamento speciale va a quelle anime pie che, dopo aver letto le mie menate, hanno anche la bontà di recensire! Vi adoro tutte, ragazze!
Nessie93 ciao! Mi dispiace che tu ti sia quasi soffocata con la celmentina xD *me si sente in colpa* ihih... grazie per la recensione!!!!!!
patu4ever grazie anche a te per avermi lasciato un commento... l'altra ficcy aspetta che mi venga una qualche sorta d'ispirazione... poverò con lo yoga, vediamo se funziona xD
Kumiko_Chan grazie per tutti i complimenti (che nn ti meriti ndEdward) (e tu taci, se no al prossimo capitolo ti sputtano nda). ehhh, sì, bella è furba... che dire? Edward invece ha ancora un bel po' di strada da fare, mi sa... ihih... un bacio a presto!
hale1843 attenzione, non ingerire nessun tipo di cibo o bevanda durante la lettura del capitolo perchè, in caso il suddetto capitolo vi piacca, potreste soffocarvi dal ridere, e in caso non vi piaccia potreste vomitare tto quello che avete mangiato. Andava bene? xD grazie per tutti i complimenti e x la recensione fantastica! ah, quasi mi dimenticavo di dirtelo, Jazz nn ha ancora imparato a contare fino a cento... ma sto cercando di insegnargli... prima o poi sono convinta che ce la farò! XD
HpK00 grazie Chiara! Grazie per la bellissima recensione e x tutti i complimenti - meritati e non. Ci ho messo un po' ad aggiornare, ma spero che il capitolo ripaghi l'attesa! ^^ un bacione enorme
_Sofia_ ciao! Sono davvero felice che la mia ff riesca a trasmettere un po' di allegria a chi la legge... infondo la risata è la migliore medicina, e se le mie cavolate riescono a tirare su il morale a qualcuno sono davvero felicissima! Grazie x la recensione, tesoro ^^
FairyFlora grazie per la recensione, sono contenta che il cap ti sia piaciuto! baci baci
Violet Girl grazie tante anke a te x la recensione... i complimenti sul mio stile (che non so se sono proprio meritati) mi hanno fatto davvero piacere!
Sei_Nel_Anima 2oo9 grazie anke a te x la tua recensione! Non ho aggiornato esattamente prestissimo, ma spero comunque di essermi fatta perdonare con questo capitolo! Cmq la Meyer che interviene ogni tanto x aggiustarsi la storia era un must... mica poteva andare tutto come voleva lei x conto suo! xD
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a presto
Marghe
  
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