Hermione interruppe i suoi pensieri - Io, beh...se non ti va...forse.
- Ehi, certo che mi va è che mi hai lasciato letteralmente senza parole...tu non sai nulla di me eppure...
"Eppure dato che sono una Grifondoro..."pensò lei tra sè e sè. Ma poi gli rispose - Eppure ho deciso che dato che hai bisogno di aiuto e non sembra esserci nessuno che ti conosca a parte me verrai a stare da me per un po'.
Draco sorrise ed Hermione ricambiò.
- Tu rimani seduto e aspettami qui, vado a prendere le mie cose e andiamo a casa.
Lui annuì.
- Ehi, aggiunse voltandosi, posso fidarmi di te vero? non proverai a scappare di nuovo?
-Non lo farò, promesso.
Hermione sospirò, si sentiva strana, non sapeva come avrebbe gestito quella strana convivenza ma sentiva dentro di sè la serenatà di chi era conscio di avere fatto la cosa giusta.
Quando tornò temette per un attimo di trovare soltanto una sedia vuota ma poi lo vide lì ad aspettarla.
-Andiamo?
Draco sì alzò a fatica, camminava a stento.
-Appoggiati a me, lo incoraggio facendo passare il braccio del biondo attorno alle proprie spalle e cingendogli la vita con il proprio.
Per tutto il tragitto in macchina rimasero in silenzio, poi, finalmente raggiunsero il piccolo appartamento di Hermione.
- Ecco, tu dormirai in camera mia e io mi sistemerò qui. Propose indicando il divano letto del soggiorno sul quale si trovava accoccolato un vecchio gatto rosso.
-No, non se ne parla neppure, dormirò io sul divano.
-Tu hai bisogna di riposare e stare tranquillo per parecchie ore al giorno quindi a te tocca la camera. Il suo tono era diventato autoritario.
-D'accordo, Acconsentì seppure di malavoglia Draco.
Hermione lo invitò a sedersi sul letto.
-Dovrei controllarti la fasciatura. Disse.
E dato che lui rimaneva immobile apparentemente senza sapere cosa fare aggiunse - Dovresti toglierti la camicia.
Lui abbassò lo sguardo e se non si fosse trattato di Draco Malfoy Hermione avrebbe giurato che il suo volto si fosse tinto di un certo rossore: imbarazzo!
-Ehi, non dirmi che ti vergogni, sono un dottore, è il mio lavoro!
Senza rispondere iniziò con il primo bottone ma una fitta al braccio gli provocò un gemito che non riuscì a trattenere.
-Lascia, faccio io. Disse mentre prendeva posto accanto a lui.
Era bella, tremendamente bella e tremendamente vicina a lui.
Nel vedere le sue mani affusolate scorrere sulle asole della propria camicia gli si insinuò un dubbio, doveva sapere se...ma come? E così scelse le parole più dirette che conosceva così come gli vennero.
-Io e te stavamo insieme ai tempi della scuola?
Hermione abbassò il capo, lo scosse e lascò istintivamente la camicia di lui.
-No, certo che no! Lo disse con veemenza.
-Scusami, per un momento ho pensato che...ti ho messo in imbarazzo, sono stato uno sciocco, ti prego, scusami.
Si diede mentalmente dello stupido più e più volte. Ma come gli era venuto in mente di fare quella domanda? Ma lei era così bella: come aveva fatto a scuola a non provarci con una come Hermione Granger? Si disse che o doveva essere stato davvero un ragazzino stupido o forse lei l'aveva semplicemente respinto.
Ringrazio in particolare Delichan e Cecilia per le recensioni al sesto capitolo! e tutti quelli che seguono la mia storia!