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Autore: Summerbest    26/11/2009    3 recensioni
La città non sempre è un posto tranquillo, infatti pullula di vampiri, streghe e altri esseri soprannaturali. Di conseguenza noi umani dovremmo difenderci, giusto? E se per una volta la risposta a questa domanda non fosse “si”?
In questa fanfic intendo narrare dalla parte dei “cattivi”, perché anche loro reagiranno in qualche modo agli attacchi, giusto?
Per farla breve, ho intenzione di presentare alcuni “cattivi” ed alcuni “umani” che in seguito... beh se volete scoprirlo dovete leggerlo^^
PS: se leggendo questa trama avete giudicato male la storia, vi prego di darle un’altra possibilità leggendola, please^^
Genere: Dark, Azione, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve! Ora è il turno di Dylan e Vanille, buona lettura^^
Rispondo ai commenti:

Per trullitrulli: esatto, capitolo di passaggio.. Beh ti posso assicurare che i lupi mannari non mancheranno, anche se non posso rivelarti chi sarà o chi lo è già^^ buona lettura^^

Per DarkViolet92: grazie^^ non preoccuparti, recensisci quando vuoi, non intendo obbligarti a farlo se non vuoi o non hai tempo^^ buona lettura^^
XOSummerbestXO


Changing Principles






"Ancora non so cosa stavo aspettando,
E il mio tempo stava correndo selvaggio,
Un milione di vicoli ciechi e,
Ogni volta ho pensato di avercela fatta,
Sembrava che il sapore non fosse così dolce."



[da “Changes” di David Bowie]
* * * *

La pallina di plastica andò a scontrarsi contro il soffitto e poi ricadde giù, nelle sue mani. Un altro lancio, e naturalmente la forza di gravità la riportò ancora da lui. Quanto si annoiava a restare solo in una stanza senza far niente, non c’era neanche la tv. Dylan lanciò la palla contro il pavimento, rimbalzò per un po’, fermandosi in seguito in mezzo alla stanza. L’uomo si guardò attorno, alla ricerca di qualcosa da fare. Stava per frugare nei mobili alla ricerca di bevande alcoliche, quando qualcuno bussò alla porta. Chiunque vi fosse dall’altra parte del legno non dovette aspettare molto, poiché Dylan aprì la porta in un attimo.
<< ciao >>
Una sorridente Emily gli si parò davanti. Era in tenuta da letto, portava addosso un semplice pigiama composto da una maglietta corta bianca e dei calzoncini neri. Un sorriso malizioso comparve sul viso di Dylan non appena vide la ragazza.
<< ciao, accomodati >>
Le fece cenno di entrare, chiudendo la porta alle sue spalle non appena Emily varcò la soglia.
<< le stanze si somigliano un po’ tutte qui dentro, anche la mia ha un arredamento come questo >>
Commentò la giovane, passando una mano su di uno dei mobili. Dylan si accomodò nel letto, facendole cenno di sedersi accanto a lui.
<< immagino tu non sia qui solo per esaminare la mia stanza >>
Disse Dylan, mentre Emily si sedeva sul materasso, mantenendo comunque una certa distanza tra di loro. Quest’ultima scosse la testa, senza però dare alcuna motivazione per cui si trovava lì in quel momento. Il mutaforma decise di prendere parola, vedendo la ragazza che rimaneva sulle sue, decisamente non sul punto di aprir bocca.
<< non hai freddo vestita così? >>
Incominciò il discorso restando vago. La prima cosa che aveva notato vedendo la ragazza era che a pieno inverno portava addosso una semplice maglietta e shorts, mentre lui aveva pure difficoltà a riscaldarsi con il pigiama pesante che si era portato dietro.
Emily squadrò prima se stessa e poi Dylan, notando la differenza nell’abbigliamento.
<< tendo sempre ad avere molto caldo, Axel dice che è normale per noi avere questa temperatura >>
Sorrise, fissando Dylan attraverso le lenti dei suoi occhiali.
<< per "voi" è normale >>
Il mutaforma ripeté l’ultima parte rielaborandola dentro di se. Sapeva che quando parlava di “loro” intendeva quelli della sue specie, quelli che avevano la sua stessa particolarità. Nonostante tutto però non era ancora riuscito a capire chi fossero, Emily poi non intendeva dirglielo, Axel era contrario, e da quanto aveva capito la ragazza tendeva a rispettare le sue decisioni.
<< so a cosa stai pensando: cosa sono loro? Cosa non vuole dirmi? >>
Emily pronunciò la frase modificando la voce in un tono più maschile, imitando in parte quella di Dylan.
<< esatto, non è che sei venuta qui per dirmelo? >>
Domandò, curioso. Emily rise, scuotendo la testa.
<< no, anche se so che prima o poi capirai.. Ti basterà unire i pezzi di puzzle che ti getterò ogni tanto.. Non sono molto brava a tenere i segreti >>
La ragazza arricciò il naso, come di solito faceva quando qualcosa non le andava a genio.
<< allora perché sei venuta? >>
Questa volta il mutaforma assunse un tono malizioso, la ragazza sgranò gli occhi, subito dopo scoppiò a ridere scuotendo la testa più volte.
<< non per quello che credi! A dire la verità sono venuta a chiederti scusa da parte di Axel, per come si è comportato.. >>
Fece un gesto vago con la mano, attendendo risposta da parte di Dylan.
<< ah okay >>
Rispose semplicemente. La ragazza sembrò sollevata, forse temeva che Dylan rifiutasse le sue scuse?
<< tutto qui? >>
Aggiunse poi, con una punta di delusione. Emily allargò il suo sorriso, dando un lieve colpo alla spalla di Dylan, ridendo alla vista della sua reazione.
<< ah! >>
Si lamentò il mutaforma, massaggiandosi la spalla. La ragazza continuò a ridere.
<< dovresti andare più spesso in palestra! >>
Lo rimbeccò, alzandosi dal letto. Quella piccoletta con poco più della metà del suo peso aveva appena dato un colpo micidiale a Dylan, e quest’ultimo ancora si chiedeva dove avesse trovato tutta quella forza.
<< vai già via? >>
Chiese dispiaciuto, sperava di scoprire di più su quella misteriosa ragazza.
<< si, è tardi e sono piuttosto stanca >>
Esclamò Emily, stiracchiandosi e sbadigliando. Dylan evitò di fare altre battute, non intendeva essere umiliato nuovamente.
<< buonanotte Wonder Woman >>
Si limitò ad un semplice soprannome, ricevendo solo un occhiata divertita da parte della ragazza.
<< buonanotte femminuccia >>
Lo schernì lei, sparendo dietro la porta prima che Dylan ribattesse. Quella ragazza poteva tornargli utile, di certo gli avrebbe chiarito molte cose sul castello, inoltre, da quanto aveva appreso poco fa, poteva rivelarsi un ottima alleata in una probabile lotta. Un solo quesito gli rimaneva in mente: doveva davvero seguire delle regole e non uccidere tutti gli umani?

* * * *



Vanille era davanti allo specchio che si pettinava i capelli, non poteva vedere il suo riflesso, ma l’abitudine che l’aveva accompagnata nel suo passato da umana appariva un gesto così scontato che ancora adesso teneva con se. Chissà se i suoi boccoli rosso fuoco erano ancora come li ricordava un tempo, la sua vanità non era più come quando era umana, adesso passare attimi ad ammirarsi allo specchio era inutile. Sospirò pensierosa, rimettendo la spazzola al suo posto. Si alzò dallo sgabello andando a prendere il mantello che giaceva sopra il letto. Lo indossò coprendo l’abito che teneva addosso dalla sera precedente. Così poteva passare benissimo inosservata mentre sgattaiolava fuori dal castello. Lasciò perdere l’istinto di mettersi davanti allo specchio per vedere se il mantello nascondeva il rosso dei suoi capelli.
Aprì la porta con un cigolio, guardò da una parte e dall’altra, in seguito si avviò lungo il corridoio, sorpassando molte stanze che stagliavano ai lati.
<< dove vai a quest’ora? >>
Avrebbe riconosciuto la voce di Ayrus tra mille. Profonda e quasi sempre con una cadenza che lasciava pensare ad un rimprovero. Si voltò scocciata, non aveva proprio voglia di affrontare un discorso con lui.
<< faccio una passeggiata >>
Spiegò brevemente, pronta a tornare per i suoi passi. In un istante Ayrus fu davanti a lei, Vanille sbuffò infastidita.
<< non mentirmi >>
Perché ogni volta che Ayrus prendeva parola Vanille aveva la sensazione che si riferisse a ciò che era accaduto anni fa?
un altro motivo per detestarlo
Pensò la vampira, senza rivelare il motivo della sua fuga notturna.
<< andavi a cibarti? >>
Il tono di voce di Ayrus mutò in uno leggermente deluso.
sai che non trattengo i miei impulsi, perché allora fingi di essere deluso dal mio comportamento? Sembri quasi sorpreso!
<< certo, sai benissimo che detesto rimanere senza sangue per tutta la notte, perciò addio >>
Vanille superò Ayrus, venendo però bloccata a metà strada dalle sue parole.
<< a dire la verità speravo in un aiuto da parte tua >>
La vampira si voltò nuovamente, guardandolo disgustata.
<< da quando chiedi aiuto? >>
Gli domandò, pronta ad alzare nuovamente i tacchi ed andarsene.
<< sai che non è una cosa che faccio volentieri, però sento che la Vanille che conoscevo è in grado di aiutarmi >>
Quella risposta la spiazzò, aveva ragione quando pensava che ad ogni sua parola rivangasse il loro passato, era proprio così. Dopo tutto quel tempo che aveva passato per cancellarlo…
<< lei è morta >>
Rispose in un sussurro, rimanendo comunque ferma a metà strada, tra il corridoio che dava per le stanze e l’uscita. Ayrus compiette alcuni passi raggiungendola.
<< non del tutto, sono stati quelli del Consiglio passato a farti questo, insieme possiamo farla tornare >>
Mormorò l’uomo, accarezzandole la schiena. La vampira scacciò la sua mano, indietreggiando.
<< lei non vuole tornare! E poi anche tu facevi parte di quel Consiglio.. >>
Esclamò brusca, un lampo di fuoco attraversò i suoi occhi. Il solo ricordo di quel giorno la faceva star male.
<< lo so, ma io ero dalla tua parte.. e tu ora devi essere dalla mia, mi permetti di spiegarti in cosa consisterebbe il tuo aiuto? >>
Il tono di voce era più calmo del solito, la vampira valutò la richiesta. Dopo un attimo di esitazione, annuì.
<< non tutti qui dentro sono d’accordo con me, speravo in un aiuto da parte tua per convincerli ad ascoltarmi, non voglio rischiare in una divisione in due fazioni, da una parte coloro che vogliono la fine del mondo umano e dall’altra quelli che lottano per difendersi >>
Vanille lo guardò scettica, davvero pensava che insieme gli avrebbero dato retta?
<< sei sempre stata molto persuasiva, so che ne saresti in grado >>
Ayrus sembrava davvero disperato. Vanille non credeva in ciò che gli aveva appena detto, sapeva che manipolare la mente di creature soprannaturali era diverso dal manipolare un umano. Nonostante tutto gli doveva dare atto che anni orsono senza di lui non avrebbe proprio saputo come fare.
<< va bene, ma ho lo stesso sete >>
Si rassegnò, facendo comparire un sorriso compiaciuto sul viso di Ayrus.
<< nella mia stanza c’è del sangue in bottiglia >>
La vampira fece una smorfia disgustata, seguendo Ayrus che saliva le scale. La sua stanza a differenza delle altre era il vecchio studio del signor Dewis, in realtà quasi tutto il piano superiore apparteneva ad Ayrus.
<< so che non è come quello a cui sei abituata, ma per alcuni giorni potrai farne a meno.. >>
Vanille non ne era poi così sicura…


   
 
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