*Non esistono video su questa fiction.
Ovviamente se qualcuno si sente ispirato, vada con Dio
e con la mia benedizione!
Capitolo 80
Augusta
Lupin, vedova Paciock era
morta, ma Remus non era contento. Vederla rendere l’anima
a Dio non era servito a quietare il suo odio e l’uomo sentiva ancora le viscere
ribollire al solo guardarla. Ricordava perfettamente ogni cattiveria, il
disprezzo nei suoi occhi e quella frase soffiata ad una madre adorante “Uccidilo prima
che morda la mano che lo nutre.” Scosse la testa e uscì dalla stanza mentre
Frank si chinava ad appoggiare un bacio sulla fronte
della morta “Non è
più tuo figlio. Ora è un mostro.”Portò lo sguardo al cielo che stava
schiarendo nella luce del mattino e poi ad Alice che l’aveva raggiunto in
salotto. Le lanciò un solo sguardo per intimarle il silenzio e la donna si
ritrovò a sospirare per l’ennesima volta in quella giornata maledetta -Ti
ringrazio.- soffiò lo stesso poggiando sulla schiena del licantropi
le iride azzurro cielo e sorridendo appena – L’hai fatta morire in pace.-
[Ti perdono zia.]
Era
morta in pace, con uno schifoso sorriso sulle labbra. Remus
sentì un brivido attraversarlo e un conato salirgli prepotentemente dalla bocca
dello stomaco. Quella stronza aveva avuto la morte
dolce che la sua povera madre non aveva avuto. Alla fine era
stata lei a morire dannata, non Augusta – Devo andare.- disse voltandosi
e portandosi verso il camino.
Stava per sboccare e non voleva farlo davanti ad Alice. Imboccò
il camino e il senso di vuoto allo stomaco che la Polvere Volante sempre gli
causava decuplicò la nausea che sentiva salire e scendere lungo l’apparato
digerente. Strinse i denti e per un soffio riuscì a raggiungere il suo water.
Rigettò bile e si lasciò cadere sulle ginocchia- Remus?-
chiamò Dora –REMMIE! CHE SUCCEDE!?-
Gli
andò accanto e gli sollevò la testa per poterlo guardare in faccia. Era bianco
come gesso e sembrava in preda alla febbre. Gli
allontanò i capelli dal viso e lanciò un grido- Emmie!
Ted!- scosse la testa e si battè
il palmo della mano sinistra in fronte –Ah già… Ted
era con te…- prese fiato - EMMIE!-
La
ragazzina li raggiunse stropicciandosi gli occhi -Che ti prende?- disse alla
madre che l’aveva svegliata a quel modo così dolce e delicato - Sei ancora
caduta dal letto?- Batté le palpebre e realizzò la presenza del padre e delle
condizioni in cui verteva –Oh Dio! Che hai?-
-Ho
vomitato.- le rispose Remus
con un alzata di spalle. Come se fosse stata la cosa più naturale del mondo da
dire ad una figlia appena sveglia.
-Perché?-
Emmie sedette sul bordo della vasca mentre Tonks si allungava per sfilare un
asciugamani dal gancio e passarlo sul viso del marito che sembra sul
punto di rimettere ancora- E soprattutto.- si guardò attorno con le labbra
imbronciate – Teddy te lo sei perso per strada?-
-No,
mi ha lasciato come un coglione a casa Paciock.- Il ragazzo andò a poggiarsi al battente della
porta e si portò una mano al collo con fare indolenzito – Ti sono venuti i
conati?- chiese guardando Remus
mentre gli occhi gli tornavano color miele – Anche a me…-
Si era dovuto spacciare per il nonno e infatti portava ancora i capelli lunghi come lui e della
sua stessa tonalità – Toppo comodo cercare il pentimento quando si sente Belzebù
attaccato al culo.-
-Sei
stato tu a spingermi ad andare, Ted.-
-Io
l’ho fatto per Frank… Mica per lei.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Svegliarsi
a causa di un odore sgradito non era cosa nuova per Abrham,
ma in quello c’era qualcosa di strano. Aggrottò la
fronte e si guardò attorno, nel buio della camera l’odore era ben percepibile,
staccato da quello di Charlie che dormiva tranquillo.
Allontanò la coperta e si alzò tenendo il naso arricciato. Non riusciva a
capire cosa fosse, era conosciuto e ributtante allo stesso tempo. Uscì in
corridoio e quello che vide rischiò di fargli fermare il cuore.
Daneel
che veniva trascinata a viva forza da un uomo
incappucciato. Le teneva una mano premuta in bocca e assieme le teneva bloccato
il braccio sinistro. La ragazzina gli lanciò uno sguardo terrificato e lui
sentì un ringhio sorgergli spontaneo dal petto.
-LA-SCIA-LA!-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Svegliarsi da un brutto sogno e scoprire che forse si è appena
avuto un assaggio di futuro, Lorien sentì la bocca
spalancarsi contro il suo volere mentre fissava lo sguardo sul soffitto della
sua cella. Aveva sognato una battaglia e a giudicare dei rumori che
sentiva provenire sopra la sua testa stava succedendo davvero. Portò una mano
al petto e si alzò dal suo scomodo giaciglio. Voci confusi, rumori di oggetti che impattavano contro il pavimento e passi
affrettati –Merda.- mormorò poggiando una mano sulla
serratura- Un povero cristo che vuole morire in pace, come deve fare in questa
casa.-
Sentì
il meccanismo sotto il suo palmo scattare e aprì la porta con una semplice pressione
delle dita – Ok.- ansimò guardandosi attorno e
issandosi sulla scala di fronte a lui. Aprì la seconda porta allo stesso modo e
si trovò ad evitare di un soffio Charlie che finì
addosso ad un muro.
-COSA,
CAZZO?- soffiò voltandosi verso la fonte dello schiantesimo –Tu… Dovresti essere morto.-
-Anche
tu…-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
-Abrham!
Abrham svegliati!-
Abrham
aprì gli occhi sul viso terrorizzato di Daneel, la
ragazzina era accucciata su di lui e gli teneva il viso fra le mani. Le rivolse
uno sguardo stralunato e cercò di tirarsi a sedere- NO!- lo bloccò la piccola
prendendolo per le spalle e riportandolo a terra –Morirai!-
-Morirò!?- sussurrò guardando in basso. Una macchia di sangue
comparve nella sua visuale e il ragazzo strabuzzò gli occhi dell’aggressione
fulminea che aveva subito e di quel coltello che l’aveva ancorato al pavimento –
Quello era…- le disse guardandola un pelo più lucido – Quello era…-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
-Non
puoi essere vivo.-
-La
prossima volta finisci il lavoro, Potter.-
-L’ho
finito il lavoro! Ti ho spezzato l’osso del collo!-
Il
mangiamorte rise mentre Lorien
si guardava attorno in cerca della bacchetta che nella caduta aveva lasciato
andare. Non poteva affrontarlo a mani nude, se voleva avere un briciolo di speranza , non poteva…- ACCIO BACCHETTA!- esclamò e la bacchetta del
ragazzo tramortito alle sue spalle gli volò nella mano sinistra – Stavolta ti
ammazzo.-
-E
io tornerò in vita ancora…-
Lorien
si morse il labbro inferiore mentre si poneva in protezione di Charlie , steso a terra con una
preoccupante pozza di sangue sotto la testa – Maledizione.- soffiò guardando la
smorfia di dolore che occupava il viso del ragazzo –E’ proprio vero che i legimanti sono delle mezze pippe
negli scontri diretti…- tornò al suo avversario che sorrideva diabolicamente
affascinante e portò una mano al centro del petto per farsi forza.
-Ti
ho ucciso una volta posso farlo ancora.-
-Non
hai ancora capito professore?-
Lorien
aggrottò la fronte.
-C’è
del marcio al Ministero. –
Qualcuno
l’aveva tirato indietro dall’inferno somministrandogli Lacrime di Fenice e o
Polvere di Unicorno… Sì, ma chi? Scosse la testa
mentre un rivolo di sangue scendeva lungo la narice destra “Piton ed Hestia
dove cazzo sono?”
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
-Il
sangue Dany, il sangue…-
La
ragazza annuì con un cenno secco del capo – Sì, sto cercando di…-
-No,
piccola. Sono infetto…- le prese entrambi i polsi
nella mano sinistra e l’allontanò da sé con un gesto quasi brusco. Preferiva
schiattare lì, che condannare Daneel alla sua
maledizione. Rotolò sul fianco sano e gemette rumorosamente – I tuoi genitori
dove cazzo sono?- chiese con
la sua solita eleganza.
-Non
lo so… Non ho avuto il coraggio di andare a guardare…-
“Se non sono usciti fuori con questo casino…” si
disse il licantropo mordendosi l’interno della guancia sinistra “Potrebbero essere morti.” Guardò Daneel tremare con le
braccia strette attorno al busto e raddolcì l’espressione con un sorriso – Sta tranquilla. Andrà tutto bene.-
“Finchè non ci ammazza…”
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
-
Professor Potter,
siete davvero un uomo testardo.-
-
Fottiti
moccioso.- Lo guardò avvicinarsi a lui e si sentì afferrare con forza per i
capelli – Stronzo figlio di puttana.- sussurrò
fissando lo sguardo su quello del ragazzo su di lui –Lo sai che a tua madre
piacciono giovani e legati?-
-
Cosa?-
-
Gemeva come una puttana.-
Il
ragazzo lo allontanò per colpirlo e Lorien prese al
volo l’occasione per afferrargli il piede con entrambe le mani e mandarlo a
parte indietro –Cygnus… Cygnus..- cantilenò alzandosi non ti hanno mai detto
che non si raccolgono le provocazioni del nemico?-