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Autore: Ino chan    28/11/2009    3 recensioni
-Tu chi sei?- soffiò l'animagus.- James Potter.-
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio | Coppie: Harry/Ginny, Remus/Ninfadora
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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- Questa storia fa parte della serie 'I lost my Home'
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Ovviamente se qualcuno si sente ispirato, vada con Dio e con la mia benedizione!  

 

 


Capitolo 80

 

 

 

 

 

Augusta Lupin, vedova Paciock era morta, ma Remus non era contento. Vederla rendere l’anima a Dio non era servito a quietare il suo odio e l’uomo sentiva ancora le viscere ribollire al solo guardarla. Ricordava perfettamente ogni cattiveria, il disprezzo nei suoi occhi e quella frase soffiata ad una madre adorante Uccidilo prima che morda la mano che lo nutre.” Scosse la testa e uscì dalla stanza mentre Frank si chinava ad appoggiare un bacio sulla fronte della morta “Non è più tuo figlio. Ora è un mostro.”Portò lo sguardo al cielo che stava schiarendo nella luce del mattino e poi ad Alice che l’aveva raggiunto in salotto. Le lanciò un solo sguardo per intimarle il silenzio e la donna si ritrovò a sospirare per l’ennesima volta in quella giornata maledetta -Ti ringrazio.- soffiò lo stesso poggiando sulla schiena del licantropi le iride azzurro cielo e sorridendo appena – L’hai fatta morire in pace.-

 

[Ti perdono zia.]

 

Era morta in pace, con uno schifoso sorriso sulle labbra. Remus sentì un brivido attraversarlo e un conato salirgli prepotentemente dalla bocca dello stomaco. Quella stronza aveva avuto la morte dolce che la sua povera madre non aveva avuto. Alla fine era stata lei a morire dannata, non Augusta – Devo andare.- disse voltandosi e portandosi verso il camino.

Stava per sboccare e non voleva farlo davanti ad Alice. Imboccò il camino e il senso di vuoto allo stomaco che la Polvere Volante sempre gli causava decuplicò la nausea che sentiva salire e scendere lungo l’apparato digerente. Strinse i denti e per un soffio riuscì a raggiungere il suo water. Rigettò bile e si lasciò cadere sulle ginocchia- Remus?- chiamò Dora –REMMIE! CHE SUCCEDE!?-

 

Gli andò accanto e gli sollevò la testa per poterlo guardare in faccia. Era bianco come gesso e sembrava in preda alla febbre. Gli allontanò i capelli dal viso e lanciò un grido- Emmie! Ted!- scosse la testa e si battè il palmo della mano sinistra in fronte –Ah già… Ted era con te…- prese fiato - EMMIE!-

 

La ragazzina li raggiunse stropicciandosi gli occhi -Che ti prende?- disse alla madre che l’aveva svegliata a quel modo così dolce e delicato - Sei ancora caduta dal letto?- Batté le palpebre e realizzò la presenza del padre e delle condizioni in cui verteva –Oh Dio! Che hai?-

-Ho vomitato.- le rispose Remus con un alzata di spalle. Come se fosse stata la cosa più naturale del mondo da dire ad una figlia appena sveglia.

-Perché?- Emmie sedette sul bordo della vasca mentre Tonks si allungava per sfilare un asciugamani dal gancio e passarlo sul viso del marito che sembra sul punto di rimettere ancora- E soprattutto.- si guardò attorno con le labbra imbronciate – Teddy te lo sei perso per strada?-

-No, mi ha lasciato come un coglione a casa Paciock.- Il ragazzo andò a poggiarsi al battente della porta e si portò una mano al collo con fare indolenzito – Ti sono venuti i conati?- chiese guardando Remus mentre gli occhi gli tornavano color miele – Anche a me…-

 Si era dovuto spacciare per il nonno e infatti portava ancora i capelli lunghi come lui e della sua stessa tonalità – Toppo comodo cercare il pentimento quando si sente Belzebù attaccato al culo.-

 

-Sei stato tu a spingermi ad andare, Ted.-

-Io l’ho fatto per Frank… Mica per lei.-

 

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.

 

 

 

Svegliarsi a causa di un odore sgradito non era cosa nuova per Abrham, ma in quello c’era qualcosa di strano. Aggrottò la fronte e si guardò attorno, nel buio della camera l’odore era ben percepibile, staccato da quello di Charlie che dormiva tranquillo. Allontanò la coperta e si alzò tenendo il naso arricciato. Non riusciva a capire cosa fosse, era conosciuto e ributtante allo stesso tempo. Uscì in corridoio e quello che vide rischiò di fargli fermare il cuore.

Daneel che veniva trascinata a viva forza da un uomo incappucciato. Le teneva una mano premuta in bocca e assieme le teneva bloccato il braccio sinistro. La ragazzina gli lanciò uno sguardo terrificato e lui sentì un ringhio sorgergli spontaneo dal petto.

-LA-SCIA-LA!-

 

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.

 

 


Svegliarsi da un brutto sogno e scoprire che forse si è appena avuto un assaggio di futuro, Lorien sentì la bocca spalancarsi contro il suo volere mentre fissava lo sguardo sul soffitto della sua cella. Aveva sognato una battaglia e a giudicare dei rumori che sentiva provenire sopra la sua testa stava succedendo davvero. Portò una mano al petto e si alzò dal suo scomodo giaciglio. Voci confusi, rumori di oggetti che impattavano contro il pavimento e passi affrettati –Merda.- mormorò poggiando una mano sulla serratura- Un povero cristo che vuole morire in pace, come deve fare in questa casa.-

Sentì il meccanismo sotto il suo palmo scattare e aprì la porta con una semplice pressione delle dita – Ok.- ansimò guardandosi attorno e issandosi sulla scala di fronte a lui. Aprì la seconda porta allo stesso modo e si trovò ad evitare di un soffio Charlie che finì addosso ad un muro.

-COSA, CAZZO?- soffiò voltandosi verso la fonte dello schiantesimo –Tu… Dovresti essere morto.-

 

-Anche tu…-

 

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.

 

 

-Abrham! Abrham svegliati!-

 

Abrham aprì gli occhi sul viso terrorizzato di Daneel, la ragazzina era accucciata su di lui e gli teneva il viso fra le mani. Le rivolse uno sguardo stralunato e cercò di tirarsi a sedere- NO!- lo bloccò la piccola prendendolo per le spalle e riportandolo a terra –Morirai!-

-Morirò!?- sussurrò guardando in basso. Una macchia di sangue comparve nella sua visuale e il ragazzo strabuzzò gli occhi dell’aggressione fulminea che aveva subito e di quel coltello che l’aveva ancorato al pavimento – Quello era…- le disse guardandola un pelo più lucido – Quello era…-

 

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.

 

 

-Non puoi essere vivo.-

-La prossima volta finisci il lavoro, Potter.-

-L’ho finito il lavoro! Ti ho spezzato l’osso del collo!-

 

Il mangiamorte rise mentre Lorien si guardava attorno in cerca della bacchetta che nella caduta aveva lasciato andare. Non poteva affrontarlo a mani nude, se voleva avere un briciolo di speranza , non poteva…- ACCIO BACCHETTA!- esclamò e la bacchetta del ragazzo tramortito alle sue spalle gli volò nella mano sinistra – Stavolta ti ammazzo.-

 

-E io tornerò in vita ancora…-

 

Lorien si morse il labbro inferiore mentre si poneva in protezione di Charlie , steso a terra con una preoccupante pozza di sangue sotto la testa – Maledizione.- soffiò guardando la smorfia di dolore che occupava il viso del ragazzo –E’ proprio vero che i legimanti sono delle mezze pippe negli scontri diretti…- tornò al suo avversario che sorrideva diabolicamente affascinante e portò una mano al centro del petto per farsi forza.

 

-Ti ho ucciso una volta posso farlo ancora.-

 

-Non hai ancora capito professore?-

 

Lorien aggrottò la fronte.

 

-C’è del marcio al Ministero. –

 

Qualcuno l’aveva tirato indietro dall’inferno somministrandogli Lacrime di Fenice e o Polvere di Unicorno… Sì, ma chi? Scosse la testa mentre un rivolo di sangue scendeva lungo la narice destra Piton ed Hestia dove cazzo sono?”

 

 

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.

 

 

-Il sangue Dany, il sangue…-

 

La ragazza annuì con un cenno secco del capo – Sì, sto cercando di…-

-No, piccola. Sono infetto…- le prese entrambi i polsi nella mano sinistra e l’allontanò da sé con un gesto quasi brusco. Preferiva schiattare lì, che condannare Daneel alla sua maledizione. Rotolò sul fianco sano e gemette rumorosamente – I tuoi genitori dove cazzo sono?- chiese con la sua solita eleganza.

 

-Non lo so… Non ho avuto il coraggio di andare a guardare…-

 

“Se non sono usciti fuori con questo casino…” si disse il licantropo mordendosi l’interno della guancia sinistra “Potrebbero essere morti. Guardò Daneel tremare con le braccia strette attorno al busto e raddolcì l’espressione con un sorriso – Sta tranquilla. Andrà tutto bene.-

 

Finchè non ci ammazza…”

 

 

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.

 

 

-         Professor Potter, siete davvero un uomo testardo.-

-         Fottiti moccioso.- Lo guardò avvicinarsi a lui e si sentì afferrare con forza per i capelli – Stronzo figlio di puttana.- sussurrò fissando lo sguardo su quello del ragazzo su di lui –Lo sai che a tua madre piacciono giovani e legati?-

-         Cosa?-

-         Gemeva come una puttana.-

Il ragazzo lo allontanò per colpirlo e Lorien prese al volo l’occasione per afferrargli il piede con entrambe le mani e mandarlo a parte indietro –CygnusCygnus..- cantilenò alzandosi non ti hanno mai detto che non si raccolgono le provocazioni del nemico?-

   
 
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