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Autore: Jo_    28/11/2009    3 recensioni
Andrea aveva un amore, riccioli neri. Storia di adolescenti stupidi, ribelli, ormonali e confusi. Non sono capace ad impostare gli avvertimenti, comunque, si parla di cose sporche. La canzone citata nel titolo sarà di mia proprietà nel giorno in cui verrò adottata da Dori Ghezzi.
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Grazie a tutti per la fiducia accordatami.

Alla fine c'ho messo meno tempo del previsto per convincermi a continuare.

Forse perchè morgain28 mi tiene sotto ricatto :D

O forse no.

 

Buon proseguimento. Spero questi capitoli non siano deludenti.

I wrote this novel just for you
It sounds pretentious but it's true
I wrote this novel just for you
That's why it's vulgar
That's why it's blue
And I say, thank you
And I say, thank you

 

Blue American - Placebo. 

 

 

Andrea.

 

1.

I AM AN ANTICHRIST, I AM AN ANARCHIST…*

…uh? Ma che ore sono?

Maledizione, le sette e tre quarti. Tra un quarto d’ora devo essere a scuola.

Il gatto sta dormendo sopra ai miei vestiti.

“Zecca TOGLITI IMMEDIATAMENTE!” Zecca miagola, e scende dalla sedia.

Questi jeans sono miei o di mio fratello?

Oh beh, fa niente.

Maglietta.

Felpa.

…cazzo, mi sono scordata un pezzo.

Oh beh, è troppo tardi, non faccio in tempo a togliermi tutto solo per mettermi il reggiseno.

Per oggi passo.

Arraffo lo zaino (dentro c’è qualche libro?) e volo fuori.

Rischio di essere investita un paio di volte.

Sto migliorando, nel giro di un paio di anni riuscirò ad essere un pedone modello.

Ma una terribile automobilista, in compenso.

Sta suonando l’ultima campanella. La calca si sta spostando nell’ingresso.

Corro sulle scale rischiando di inciampare nei lacci ed entro.

 

*Non sono uno dei Sex Pistols nè, temo, lo sarò mai, quindi la canzone, purtroppo, non è mia.

 

2.

Corro per il corridoio (per quale altro motivo si dovrebbe chiamare corri-doio? Altrimenti sarebbe un cammina-toio!) e apro la porta della classe.

Saluto il professore e mi siedo al mio posto.

Sento tutti gli occhi fissi su di me. Oddio, ditemi che non ho ancora la piega del cuscino sulla faccia.

…ma abbiamo un professore nuovo?

“Mi scusi signorina, lei chi sarebbe?”
Mi guardo intorno. Facce mai viste.

Houston, abbiamo un problema.

“Ehm, mi scusi ma…questa che classe è?”

“Temo non la sua, signorina.”

Cristo che figura di merda.

Prendo lo zaino e mi precipito nel precipita-toio.

Ma perché tutti i lunedì la stessa storia?

 

3.

“Ma Santi Andrea dov’è? Io inizio ad arra-“

“…eccomi! Eccomi! Scusi ma…”

…che mi invento ora?

“…ma sono tornata stanotte alle tre dal servizio sociale.”

Va bene, va bene, non si dicono bugie su queste cose. Ma che devo fare? In fondo ho solo barato di qualche ora…

“E dove lo fa il servizio sociale, signorina Santi, in discoteca?”

“Nossignore, è una casa di riposo, ma un anziano si è sentito male proprio mentre stavo andando via e sono dovuta restare là fino alla fine dei soccorsi.”

“Vabbè facciamo finta che me la bevo…siediti e lasciamo stare…”

Come ci voglio bene al professor Cherubini.

Un angelo, davvero.

Saranno quei due occhi che lasciano senza fiato, e quel cu…

“Andreaaa!”

Chi è? Mi volto di scatto, sbattendo i capelli in faccia al vicino (“Scusa!”).

“Oh, dimmi.”

“Me l’hai riportato?”
”Cosa?”

“GIOCHIAMO A UNO DUE TRE STELLA, mi volto e NESSUNO parla!”

Strappo un pezzo di carta e lo lancio a Lucia.

Cosa?

Lo apre, scrive e me lo rilancia.

Gioventù Cannibale, ricordi?

Ah. Il libro. Come glielo dico che non l’ho nemmeno aperto?

Scusa, ma stamattina stavo davvero di fretta e l’ho lasciato sulla scrivania. Giuro solennemente che domani te lo porto.

Lucia fa finta di credermi.

Ma sono davvero così bugiarda di solito?

Le due ore proseguono così, tranquillamente.

Mentre le luci elettriche stanno a guardare.

 

4.

Termina la seconda ora.

Ricreazione!

Tutti escono nell’esci-toio.

Ci provo anche io.

Cherubini mi prende per un gomito.

“Andrea, va tutto bene?”

“Si certo, tutto bene, non si preoccupi.”
La classe è completamente vuota.

“Andrea, ti prego, odio quando mi dai del Lei…”

“No, la prego, una volta per tutte. Io non sapevo sarebbe stato il mio professore, e lei non sapeva sarei stata sua alunna. Pura casualità, davvero.”

“Non ti ho mica detto di chiamarmi in chissà quale modo. Solo, non mi dare del Lei perché mi mette in imbarazzo. Lo considero un insulto all’affetto che nutro nei tuoi confronti.”

“Mi scusi ma non ci riesco più, davvero.”

“Va bene, non ti biasimo, in fondo non hai tutti i torti. Con tua madre è finita ormai, non hai il dovere di considerarmi ancora parte della tua vita privata.”

“Non si preoccupi, davvero. Anzi, è molto gentile a curarsi ancora di me. Però ho bisogno di allontanare le due sfere, sa com’è.”

“Hai ragione, hai ragione. E’ che…no, niente. Su, esci a fare ricreazione.”

Esco nel ricreaziona-toio.

Sulla questione Cherubini-mamma meglio metterci una pietra sopra.

Però, davvero, è una persona straordinaria.

Per come lo ha trattato mia madre, dovrebbe odiarmi a morte.

Invece, è uno degli insegnanti più buoni, nei miei confronti.

Mi manca la sua presenza in casa.

E quel suo vizio di lasciare le finestre sempre aperte.

In tutti i sensi.

 

5.

Finalmente è finita la mattina a scuola.

Esco dall’esci-toio e vado in strada.

Tiepido sole autunnale. Mi dà un po’ fastidio all’occhio destro.

Da quel giorno non riesco a vederci tanto bene.

Non ero una gran cima, da bambina.

Ho guardato un’eclissi solare dritta in faccia, e mi ha letteralmente abbagliata.

Per farla breve, adesso sono praticamente cieca dall’occhio destro.

Che è miracolosamente diventato verde smeraldo.

Per questo mi dà fastidio quando la gente mi guarda in faccia.

Ho timore di ogni qualsiasi reazione.

Non lo so, non voglio esser etichettata come diversa ed ostracizzata dalla società.

Inforco gli occhiali da sole e mi incammino verso casa.

Si, lo so, gli occhiali da sole stile Blues Brothers in pieno buio attirano ancora di più l’attenzione dell’eterocromia, ma non posso farci nulla.

Lo zaino mezzo pieno – mezzo vuoto mi pende dalla spalla sinistra.

S’è rotto lo spallaccio destro.

La parte destra del mio corpo non mi appartiene proprio.

Sono una donna a metà.

Meno male che sono mancina.

Mi guardo i piedi, per caso.

Ho una All Star rossa e una beige.

…no, non mi esprimo.

Alle volte mi sembro Due Facce.

 

6.

Devo attraversare la strada.

Benissimo. Dall’altra parte della strada c’è un’anziana signora con le buste della spesa.

Le buste sfondate in mano, e la spesa a terra. Non s’è accorta di nulla.

Odio essere crudele, ma devo farlo.

Speriamo ci sia.

Ma lo zaino è troppo leggero, troppo. Non può esserci.

E infatti ho dimenticato la Reflex a casa.

Peccato signora, le avrei riservato il posto d’onore. Per oggi niente nuove foto.

La signora scrolla la testa, forse ha sentito il mio sguardo su di lei.

Attraverso la strada di corsa.

“Signora…le è caduta la spesa…dove abita? La aiuto a …”

La signora mi guarda, sconvolta. Temo di averla spaventata.

“Scusi chi è lei? Come si permette di toccarmi? GUARDA CHE CHIAMO LA POLIZIA!”

“Signora, volevo solo…”

“TOGLI QUELLE ZAMPE!”

Inizia a prendermi a bustate. Meno male che sono vuote.

Mi proteggo gli occhiali con le braccia  e corro via.

Giro l’angolo e finisco addosso a uno.

“Oh…Cristo…scusami…è che sto…ecco, sono inseguita da una pazza che…”

Mi guarda e :”Si, vabbè, scollati…”

La signora ci ha incredibilmente raggiunti.

“ECCOLA, LADRUNCOLA! STA SPARTENDO IL BOTTINO CON UN COMPLICE!”

Il tipo mi guarda, dall’altro in basso.

“Signora le assicuro che io questa non la-“

“Io VI DENUNCIO!”

Ricomincio a correre- e lui accanto a me. Tutto questo è incredibilmente folle!

L’anziana ha ormai desistito- ma noi continuiamo a correre, corriamo con tutte le gambe del mondo, corriamo con il cuore in gola e le gambe ai piedi. Curva a destra, a sinistra, dritto in un vicoletto, poi di nuovo a destra.

Poi ad un certo punto lui si blocca. “Scusa ma, perché stiamo correndo?”
”Beh, forse è semplicemente il bisogno di correre, no?”

“…tu sei sciroccata.” E se ne va.

E’ strana la vita: alcune persone arrivano ad un passo dal diventare coscienti di loro stesse…e tornano indietro.

Vado a casa, che è meglio.

 

 

 

 

Sorpresi? Non credo. Fatemi sapere cosa ne pensate (tradotto: se commentate ne sarò immensamente felice. Soprattutto TU, che non commenti mai.)

  
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