Videogiochi > Tekken
Segui la storia  |       
Autore: Martyx1988    29/11/2009    1 recensioni
Una nuova generazione di combattenti per il nuovo torneo del pugno d'acciaio. "Cosa volete da noi?" gli domandò Alex sprezzante. "Da voi? Niente. E' voi che voglio" "Perchè?" chiese Mei Mei, senza alcuna esitazione nella voce. "Perchè vi vogliono mio figlio e mio fratello? Io vi voglio per lo stesso motivo. Sarete il mio asso nella manica, la mia arma per schiacciare la Mishima Zaibatsu e quei due pagliacci al suo comando una volta per tutte"
Genere: Azione, Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Jin Kazama, Lei Wulong, Ling Xiaoyu
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Essere una squadra


La palmata sul naso fu più forte di quanto se la fosse immaginata e gli annebbiò la vista per un attimo, bastante a Mei Mei per farlo cadere a terra con una velocissima spazzata. Alex approfittò poi dell'arrivo di Jamal a tenere impegnata la ragazza per rialzarsi in piedi con un colpo di reni e riprendere il combattimento a tre. Messa alle strette dai due ragazzi, Mei Mei cercò una posizione di vantaggio salendo sul corrimano in legno del ponte che attraversava il fiume. Jamal la raggiunse rapido, così come Alex alle sue spalle.
"Sei in trappola, ragazzina" la canzonò il pellerossa con sorriso sghembo.
"Questo è ancora da vedere" ribattè lei determinata, prima di effettuare un leggero salto oltre il corrimano e sparire dalla vista dei due ragazzi.
Jamal e Alex non fecero nemmeno in tempo a chiedersi dove fosse finita, che le gambe di Mei Mei andarono a circondare il collo del primo. Sporgendosi poi verso il ponte, la ragazza lo scaraventò a terra e si rimise nuovemente in piedi per risparire dalla parte opposta. Alex allertò tutti i sensi e percorse l'intero ponte con lo sguardo attento.
Jamal nel frattempo era ritornato in piedi e si massaggiava la mascella, dolorante per la facciata presa. ma anch'egli attento ad ogni rumore fosse diverso dallo scorrere lento del fiume.
"Dovremmo dividerci i due lati" propose Alex senza distogliere l'attenzione, ma il compagno non rispose.
"Mi ha sentito?" incalzò nuovamente.
"Perchè dovrei collaborare con te?" domandò atono Jamal, restando sempre voltato.
"Perchè è così l'esercizio. Uno contro due, l'abbiamo già fatto poco fa non ricordi? Io contro te e Mei Mei e tu contro noi due"
"A parte l'obiettivo comune, nessuno ci obbliga a collaborare" Jamal si voltò accigliato verso Alex "E io con te non voglio allearmi"
"Amico, nemmeno tu mi stai a genio, ma sta di fatto che facciamo parte della stessa squadra e di norma i membri di una squadra lavorano assieme"
"Invece io ti ricordo che non è stata una mia scelta venire qui, ma mi ci hanno obbligato. Con voi due non ho niente da spartire" concluse Jamal per rivoltare nuovamente le spalle ad Alex.
Nell'udire quella risposta seccata tutti i sensi di Alex si concentrarono su Jamal come unico bersaglio. Scese dal corrimano e avanzò minaccioso verso di lui col pugno alzato, ma quandò sferrò il colpo l'altro lo parò con facilità e tentò a sua volta l'offensiva. Alex evitò il colpo, ma concentrato com'era su Jamal non riuscì a percepire l'arrivo di Mei Mei alle sue spalle, che lo colpì al volto con un pugno. Afferrate poi le mani di entrambi, li mise schiena a terra in un secondo.
I due ragazzi accusarono il colpo e rivolsero uno sguardo sorpreso a Mei Mei, che però gliene restituì uno colmo di delusione. Aveva sentito tutto il loro litigio appostata sotto il ponte in attesa del momento migliore per attaccare, e l'astio di Jamal nei confronti di Alex le aveva fatto rinascere nel cuore la paura che un giorno il ragazzo potesse abbandonarli, se non addirittura tradirli. Si era decisa ad intervenire per evitare che succedesse il peggio.
"Ben fatto, Mei Mei" si congratulò Lei spuntando all'inizio del ponte "Hai approfittato di una situazione critica e l'hai rigirata a tuo vantaggio. Molto bene"
Mei Mei annuì impercettibilmente senza mostrare nessuna emozione.
"Molto male, invece, per voi due" continuò l'agente, avanzando sul ponte "Spero che questa sonora batosta vi serva di lezione. La collaborazione in una squadra è fondamentale per la riuscita di una missione, della vostra soprattutto. Mancano poche settimane all'inizio del Torneo, vedete di porre rimedio a questa mancanza per allora"
I due ragazzi non risposero, ma si rialzarono doloranti, ognuno evitando lo sguardo dell'altro. Lei sospirò "Siete liberi fino all'ora di cena"
Una volta che l'agente fu lontano, tutti e tre si concessero di rilassarsi.
"Accidenti a te, ragazzina" si lamentò Alex, massaggiandosi la schiena "Ne sentirò le conseguenze per i prossimi cinque giorni"
Mei Mei abbozzò un sorriso, ma la sua attenzione si distolse subito da Alex quando notò Jamal allontanarsi in direzione del tempio senza proferir parola. Si sentì in dovere di fare un tentativo.
"Jamal, aspetta!" lo richiamò, fermandolo per un braccio. Il compagno le rivolse un'occhiata sorpresa e irritata allo stesso tempo a cui però lei non fece caso. "Avevamo pensato di farci un bagno nel fiume dopo l'allenamento. Ti andrebbe di venire con noi?"
Il ragazzo la fissò per pochi ma interminabili secondi, quindi liberò il braccio dalla leggera presa di Mei Mei e ritornò sui suoi passi. Lei provò a richiamarlo, ma lo sconforto per quella nuova sconfitta le fece morire le parole in bocca.
"Perchè ci provi?" le chiese invece Alex, contrariato "Hai visto anche tu che è inutile"
"Qualcuno deve pur farlo" gli rispose Mei Mei, con la rabbia che iniziava a ribollirle nel cervello. Si voltò verso il compagno "Ma tu non mi sembri la persona più adatta a convincere qualcuno a stare dalla tua parte"
"Ehi, ho tentato di farmelo stare simpatico e hai visto anche tu che effetti ha sortito la mia disponibilità nei suoi confronti. Dopo cinque mesi di porte sbattute in faccia sinceramente mi sono stancato e mi meraviglia che tu non lo sia"
"Non posso stancarmi di provarci, lo capisci? Se anche io rinuncio, allora la squadra, la nostra missione, tutto quanto andrà a rotoli. C'è molto più di una vittoria al Torneo in ballo e noi dobbiamo essere uniti"
Espirò e inspirò profondamente nel tentativo di richiamare le lacrime di rabbia che le avevano velato gli occhi.
"A volte mi sento l'unica che crede veramente in questa cosa. Pensavo che fare parte di una squadra mi avrebbe tolta dalla monotona solitudine in cui ero costretta a vivere tutti i giorni, invece mi sembra di essere ancora più sola"
"Mi dispiace, Mei Mei" Alex le si avvicinò e le cinse le spalle con un possente braccio, in confronto al quale Mei Mei sembrò minuta e fragile "Io non è che non ci creda, però è anche vero che tutto quello che potevamo fare l'abbiamo fatto. E se non riusciremo ad andare al Torneo come squadra, forse anche solo in due e senza il potere che scorre in noi possiamo combinare qualcosa. D'accordo, ci rimmarrà una grossa cicatrice sulla mano, ma andiamo! Ci hai visti? Siamo fortissimi, ce la caveremo alla grande al Tekken"
Mei Mei lo guardò scettica "Quante volte hai battuto Lei?"
"Ecco...sì, non moltissime, però spesso mi ci è mancato poco"
"Andiamo a fare il bagno" sispirò per concludere la ragazza, sfuggendo al braccio di Alex.

Il bagno ebbe il potere di rilassare completamente Mei Mei, sia nel corpo che nello spirito, ma l'effetto durò giusto fino all'ora di cena, quando notò l'assenza di Jamal, oltre a quella solita del maestro Wang, attorno al tavolo. Fu presa nuovamente dai cattivi presentimenti e la sensazione di impotenza che ne derivò le risultò frustante. Nonostante il conseguente poco appetito, Mei Mei mangiò insieme agli altri cercando di non far trasparire la sua preoccupazione e vagliando le possibili giustificazioni alla mancanza di Jamal. Pensò che fosse ad allenarmi per conto proprio, dei tre era sempre stato il più stakanovista, oppure che fosse semplicemente stanco e avesse voluto ritirarsi prima degli altri. Ma nel suo cuore sapeva che nessuna delle due era la risposta esatta.
A fine pasto si congedò dai commensali dicendo di essere stanca, quindi uscì subito dalla stanza in modo che nessuno avesse il tempo di ribattere o di fermarla. Una volta sicura di essere sola nel piccolo cortile del ciliegio, Mei Mei si arrapicò sull'albero e da uno dei rami più sporgenti saltò sul tetto del tempio, luogo che, aveva scoperto, riusciva a metterle pace quando, come in quel momento, era in preda ad ansie e preoccupazioni. Andò a sedersi vicino ad uno dei possenti draghi che decoravano l'angolo del tetto e si mise a contemplare la valle sotto i suoi occhi. Oltre al grande bosco che ricopriva interamente la montagna, le luci di un piccolo villaggio erano il solo indizio che ci fossero delle forme di vita umana in quel luogo oltre ai monaci del tempio. Sin dal primo giorno di allenamenti era stato proibito loro di recarsi al villaggio, in quanto troppo rischioso per la loro incolumità: sia la Mishima Zaibatsu che la G Corporation avrebbero sicuramente avuto degli uomini appostati là ed avventurarcisi sarebbe stato come entrare nella tana del lupo.
A Mei Mei non era mai venuta voglia di visitarlo, dopo aver vissuto per anni in una grande città la pace del tempio le era sembrata una manna dal cielo. Nemmeno Alex aveva esternato il desiderio di scendere a valle in quei mesi.
Un movimento nel buio la distolse dai suoi pensieri. Una figura dalle movenze ormai conosciute si era addentrata rapidamente nel bosco: Jamal.
Mei Mei si alzò in piedi nella speranza di riuscire a scorgerlo nuovamente tra gli alberi.
"Non sforzarti" le consigliò Alex dietro di lei, facendola sobbalzare. Il ragazzo le fu a fianco in breve, anch'egli con lo sguardo puntato sul bosco "Va sempre nello stesso posto da un po' di giorni a questa parte"
"E dove?" domandò Mei Mei, temendo però la risposta che Alex le avrebbe dato.
"Al villaggio, ovviamente"
"Ma è proibito!"
"Non mi sembra che questi dettagli l'abbiano mai fermato" rise lui amaramente.
"Come fai ad essere sicuro che vada proprio lì?"
"Me lo ha detto una volta che l'ho colto in flagrante. Non gli ho nemmeno dovuto porgere la domanda. Inoltre mi ha anche invitato a spifferare tutto. Forse sperava che l'avrebbero cacciato dal tempio una volta scoperto delle sue fughe notturne"
"Ma tu non l'hai fatto" constatò Mei Mei, piacevolmente sorpresa.
"No, perchè, anche se non sembra, voglio veramente che diventiamo una squadra, ma come te non so più che pesci prendere con lui"
Mei Mei gli abbozzò un sorriso, quindi tornò a guardare verso il bosco e il villaggio. Sentì Alex sospirare, darle qualche leggera pacca sulla spalla e consigliarle di andare a dormire, quindi allontanarsi e scendere silenziosamente dal tetto. Purtroppo i suoi piani per quella sera erano altri. Doveva fare un ultimo tentativo, lo sentiva come suo dovere personale. Inoltre era intenzionata a scoprire il motivo delle uscite notturne di Jamal. Se era vero ciò che avevano detto loro, era impossibile che il ragazzo non fosse mai entrato in contatto con una delle due organizzazioni, specialmente dopo ciò che Kazuya Mishima gli aveva detto quel giorno di molti mesi prima nel bosco, quello stesso bosco che ora si trovava davanti ai suoi occhi, buio e portatore di cattivi presagi. Mei Mei respirò profondamente prima di addentrarsi in quelle tenebre.

Arrivarono puntuali come sempre, con le stesse espressioni sul volto della prima volta, quelle di chi è convinto di riuscire nel proprio intento. Non era molto che Jamal li stava aspettando, nel buio di quel vicolo, appoggiato ad un muretto in buona parte crollato, traspirante umidità e maleodorante, il capo coperto dal suo fedele cappuccio.
L'occhio rosso di Kazuya perforò l'oscurità e andò a puntarsi sul suo viso e il simbolo sulla mano iniziò a formicolare. Lo sguardo penetrante dell'uomo lo mise leggermente in soggezione, molto meno rispetto al loro primo incontro, quasi due settimane prima. Jamal si era recato di nascosto al villaggio per sfuggire ai serrati controlli del Tempio e alle assillanti attenzioni del maestro Wang, il cui intento principale sembrava essere quello di ammansirlo, come era successo ad Alex. Ma Jamal non aveva la minima intenzione di diventare un cagnolino nelle mani del vecchio. Se l'era ripromesso il giorno in cui l'esattore aveva proposto a suo padre di venderglielo come guardia del corpo: nessuno l'avrebbe domato per usarlo per i propri scopi. Era quello il motivo principale per cui si trovava lì in quel momento.
Se giorni prima l'incontro con Kazuya e i suoi uomini era stato inevitabile, quella notte era quindi più che voluto.
"Hai preso la tua decisione?" gli domandò con voce calma e profonda.
"Sì" rispose lui altrettando serafico.
"Dunque, cosa vuoi fare?"
Jamal attese qualche momento prima di rispondere, ripercorrendo con la mente tutti i motivi che l'avevano portato a quella scelta. Nonostante non sopportasse l'apprensione del maestro Wang nei suoi confronti, quell'uomo gli aveva dato molto non solo a livello di combattimento, ma anche spiritualmente. La sua saggezza era tale che l'epiteto di maestro gli era più che dovuto. Anche allenarsi con gli altri ragazzi gli era stato utile e anche da loro aveva imparato. Inoltre, era difficile ammetterlo, durante i mesi trascorsi al tempio il suo spirito si era acquietato e la sensazione di pace che ne era derivata non era descrivibile.
"Non mi unirò a voi. Non lascerò il tempio"
Kazuya parve accettare la decisione del ragazzo e annuì col capo.
"Posso sapere il motivo della tua scelta?" chiese poco dopo, sempre calmo.
"Perchè non puoi darmi molto di più di quello che ho già, al contrario degli altri"
"Gli altri ragazzi dici? Come possono arricchirti, quando è palese che tra i tre sei il più forte?"
"Non sottovalutarli come ho fatto io, potresti pentirtene un giorno"
"Io invece penso che tu voglia scappare dalla tua vera natura, ma non durerai a lungo"
Jamal gli rivolse uno sguardo accigliato che suscitò ilarità in Kazuya.
"Non sei molto diverso da me, ragazzo" ghignò avanzando nella sua direzione "Soprattutto non mi sembri il tipo incline alle buone azioni, come vogliono invece farti credere i tuoi amichetti del tempio. Non è nella tua natura, diciamo. Prima o poi tornerai ad essere l'Assassino di un tempo, e tornerai da me"
Gli era arrivato a poco più di un metro di distanza e Jamal ne poteva distinguere perfettamente il viso deturpato da cicatrici. Contrasse il volto nel tentativo di non reagire alla provocazione, senza staccare gli occhi da Kazuya. Questi, però, tornò sui suoi passi e riprese a parlare.
"Se però sei così deciso, allora non basterà nemmeno questo a farti cambiare idea, giusto?"
"Di cosa stai parlando?" gli domandò Jamal, sempre più accigliato.
L'uomo schioccò le dita e, dopo poco, all'imbocco del vicolo comparve uno dei suoi tirapiedi che si tirò dietro qualcuno a cui poi puntò un coltello alla gola. Nonostante tutto, però, Mei Mei non sembrava per niente spaventata.
Jamal si scostò velocemente dal muro e fece saettare lo sguardo dalla ragazza a Kazuya.
"L'hanno trovata che dava una sbirciatina alla nostra conversazione privata" spiegò lui divertito "E' stato proprio un colpo di fortuna! Nessuno meglio di lei poteva aiutarmi a convincerti"
"Mei Mei non c'entra niente, lasciala andare" sibilò Jamal.
"Avrà il collo salvo alle condizioni che conosci"
"Sei solo un vigliacco, Kazuya!"
"Può darsi, ma sta di fatto che non hai ancora deciso"
Jamal non seppe cosa ribattere a quelle parole. Tornò a guardare Mei Mei, come se, nella situazione in cui si trovava, potesse aiutarlo in qualche modo. Lei ricambiò il suo sguardo con decisione per alcuni secondi, quindi le sue iridi si spostarono impercettibilmente in alto versa la sua destra, per tornare altrettanto velocemente a fissare il ragazzo. Aiutato dal cappuccio che gli oscurava gli occhi, Jamal guardò senza muovere il capo nella direzione indicatagli da Mei Mei e un sorriso gli sorse spontaneo sulle labbra. Anche la ragazza sorrise.
"Deduco che tu abbia fatto la tua scelta" lo incalzò Kazuya.
"Oh, sì" rispose Jamal e subito dopo uno degli uomini di Kazuya venne messo al tappeto. Mei Mei approfittò del momento di distrazione per liberarsi dalla presa dell'altro scagnozzo e colpirlo fino a fargli perdere i sensi. Kazuya si voltò per vedere cosa fosse successo, ma si trovò il pugnale di Jamal puntato alla gola.
"Nel caso non l'avessi capito, resto con loro"
Kazuya sorrise "Non penserai di aver vinto, ragazzino?"
Mei Mei e Alex, ancora in guardia all'imbocco del vicolo per bloccare a Kazuya la fuga, vennero subito dopo accerchiati da una decina di uomini armati di fucile. Kazuya, invece, con un movimento rapidissimo disarmò Jamal e lo scagliò contro il muro assestandogli un calcio in pancia.
"Vedo come ti sei arricchito!" lo derise avvicinandosi a pugni chiusi. Jamal si rialzò subito e presa la posizione di guardia, quindi iniziarono gli scambi tra i due. Nel frattempo Alex e Mei Mei furono impegnati a disarmare gli uomini attorno a loro, ma l'impegni durò pochi minuti, dopo i quali tutti e dieci i soldati furono a terra privi di sensi. Poterono così andare a dare manforte a Jamal, messo in seria difficoltà dall'esperienza e dalla potenza di Kazuya.
Dopo averlo mandato nuovamente a terra, l'uomo andò a sovrastare il ragazzo per dargli il colpo finale. Caricò il sinistro, da cui scaturirono alcune scariche elettriche, quindi vibrò il colpo che però non andò a segno. Mei Mei glielo aveva parato con entrambe le mani e, ruotando su se stessa, gli assestò un potente calcio in faccia. Kazuya entrò nel raggio d'azione di Alex, che lo colpì a sua volta con un gancio sinistro, mandandolo a terra.
L'uomo si risollevò subito e le scariche elettriche presero ad uscire da tutto il suo corpo, costringendo i tre ragazzi ad allontanarsi. Con un balzò felino poi raggiunse il tetto di un edificio vicino e si diede alla fuga.
Senza pensarci due volte, i tre ragazzi si lanciarono al suo inseguimento ma, una volta saliti sul tetto, di Kazuya non videro traccia.
"Guardate!" esclamò poi Alex, indicando il cielo scuro.
Mei Mei e Jamal fecero come aveva detto e riuscirono a scorgere in lontananza una figura alata che si allontanava dal villaggio.
"Quindi è quello l'effetto del Devil Gene" constatò Jamal.
"E Kazuya ha solo il potere del suo" aggiunse Mei Mei "Immagina qualcuno con quel potere raddoppiato...o triplicato"
"Già, siamo proprio in un bel casino" concluse Alex.
"Perchè mi avete seguito?" domandò poi Jamal a bruciapelo, senza staccare gli occhi dal cielo.
"Io non ho seguito te, ma lei" precisò Alex "E direi che ho fatto bene. Si è cacciata nei guai come al solito"
"Era tutto sotto controllo anche senza il tuo intervento"
"Non avresti più la testa sul collo senza il suo intervento" intervenne Jamal, lasciandola a bocca aperta. Il ragazzo si voltò verso di lei "Perchè io avrei deciso ugualmente di restare nella squadra"
Mei Mei fece per ribattere, ma non le vennero le parole giuste. L'espressione sul suo volto si fece da pensierosa a divertita.
"E' incredibile, non so se arrabbiarmi o esserne felice. Voglio dire, sono felice che tu abbia scelto di restare, però arrabbiata perchè avresti sacrificato il mio collo! Faccio parte anche io della squadra, non dovrei essere tenuta un po' più in considerazione da te?"
"Ma se non gli arrivi nemmeno al mento!" la prese in giro Alex, suscitando sorprendentemente una breve risata in Jamal.
"Non c'è niente da ridere!" si inbronciò lei, e Jamal dovette ammettere che era davvero carina quando faceva così, ma non si sarebbe mai abbassato a dirglielo.
"Sono perfettamente d'accordo"
La voce bassa ma perentoria di Wang congelò tutti e tre. Il vecchio maestro era sul loro stesso tetto, le mani congiunte dietro la schiena e un'espressione severa sul volto. Avanzò lentamente verso di loro.
"Maestro, possiamo spiegare tutto. Noi..." iniziò Mei Mei, ma Wang la fermò con un gesto deciso della mano. Scrutò i visi di ognuno dei ragazzi, tutti in attesa di un suo rimprovero e di una qualche punizione.
"Torniamo al tempio. Faremo i conti lì" decretò alla fine, prima di scivolare giù dal tetto con estrema eleganza.

Wang aveva riunito tutti, maestri e allievi, nella sala del tè. I tre ragazzi erano inginocchiati di fronte ai loro mentori, lo sguardo basso in attesa dell'inevitabile rimprovero, se non di peggio.
"Chi di voi vuole spiegarmi cosa è successo?" domandò il vecchio maestro, la cui espressione severa non era minimanente cambiata durante il tragitto dal villaggio al tempio.
Dopo qualche secondo, Mei Mei decise di parlare a nome di tutti, ma Jamal la anticipò.
"E' stata colpa mia, maestro" esordì senza preamboli. L'attenzione di tutti fu su di lui, ma non sembrò importargliene. Jamal continuò.
"Sapevo che Kazuya era al villaggio. Quando ci ha attaccati al nostro arrivo al tempio mi ha detto delle cose che non ho potuto dimenticare e volevo spiegazioni. Non è stato difficile trovarlo, forse si può dire che lui abbia trovato me. Mi ha proposto di unirmi a lui, diceva che eravano simili e che mi avrebbe aiutato a sfruttare appieno le mie potenzialità"
La rivelazione non sembrò sconvolgere il maestro, così proseguì col racconto.
"Questa sera avrei dovuto comunicargli la mia decisione definitiva. Sono sceso al villaggio ma non pensavo che Mei Mei e Alex mi avessero visto, nè tantomeno seguito. Quando ho detto a Kazuya che volevo restare con la squadra, ha preso in ostaggio Mei Mei per ricattarmi"
Lo sguardo di Wang si spostò sulla ragazza, che iniziò a raccontare la sua versione dei fatti.
"Ho visto Jamal che si allontanava nel bosco dopo cena. L'ho seguito perchè avevo un brutto presentimento e non volevo che facesse qualche sciocchezza. Arrivata al villaggio ho visto che si era appostato in un vicolo in attesa di qualcuno. Mi sono nascosta poco lontano e poi è arrivato Kazuya. Ero concentrata ad ascoltare la conversazione quando uno degli uomini della scorta mi ha puntato un coltello alla gola intimandomi di non opporre resistenza oppure Jamal sarebbe morto. Ho obbedito. Mentre poi Kazuya ordinava all'uomo di uscire allo scoperto, ho scorto Alex sul tetto"
La parola passò al terzo compagno.
"Quando Mei Mei ha deciso di seguire Jamal, ho fatto altrettanto temendo che potessero sorgere complicazioni, e ho fatto bene. Sono riuscito a sconfiggere uno dei tirapiedi di Kazuya e a volgere la situazione a nostro vantaggio. Dopodichè siamo stati accerchiati da altri soldati e abbiamo iniziato a combattere contro di loro e contro Kazuya..."
Wang alzò una mano per farlo tacere "Il resto l'ho visto con i miei occhi, basta così"
I tre ragazzi si misero in attesa del verdetto del maestro Wang. Questi li osservò per un po', quindi si voltò a prendere qualcosa dietro di lui. Porse ai ragazzi tre cartelline con dentro dei documenti, che presero nonostante non stessero capendo niente della situazione. Quando però lessero l'intestazione dei documenti, trattennero il respiro dalla sorpresa e tornarono a guardare il maestro, il cui volto si era rilassato in un sorriso soddisfatto.
"Maestro, ma queste sono..."
"Proprio così, Mei Mei. Ora siete pronti, siete una squadra"
Tutti e tre i ragazzi sorrisero al più grande complimento che Wang aveva fatto loro sin dal primo giorno.
"Mancano poche settimane al Torneo del Pugno d'Acciaio, perciò compilate alla svelta i moduli d'iscrizione e impegnatevi, nel tempo che vi rimane, a perfezionare le vostre tecniche singole e di gruppo. Durante il Torneo non sarete insieme, dovrete contare solo sulle vostre potenzialità senza l'aiuto materiale degli altri compagni. Ma ricordatevi sempre una cosa: una squadra, una vera squadra, è unita anche quando è divisa"
Tutti e tre annuirono e iniziarono a compilare ciascuno il proprio modulo. Si fermarono quasi contemporaneamente all'ultimo punto: Motivo di partecipazione al Torneo.
Mei Mei ci riflettè su qualche secondo, rimuginando sulla storia della famiglia Mishima e di Jin Kazama e sull'accorata richiesta di quella ragazza il giorno del loro arrivo. Quindi scrisse:

Per aiutare un amica

Alex invece trovò subito la risposta:

Per rendere il mio maestro fiero di me

Jamal dovette pensare a lungo alla risposta. Non si era arruolato di sua spontanea volontà, ci era stato costretto. Alla fine, però, ne aveva solo tratto vantaggio. Rivolse uno sguardo a Mei Mei, intenta a scrivere. Reimpugnò la penna e compilò:

Per non deludere chi ha avuto fiducia in me


Madò, non finiva più questo capitolo, non l'avevo pianificato così lungo!
Il torneo si avvicina, sarà la parte più difficile da scrivere, spero di riuscirci, intanto godetevi il pre-torneo :)
Grazie a Lotti e Angel Texas Ranger per i commenti, attendo un vostro parere su questo :)
Grazie anche a tutti i lettori silenzioni :)
A presto!
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Tekken / Vai alla pagina dell'autore: Martyx1988