Capitolo 7
“Pensi che abbiano passato il test?”
Forse per la prima volta in vita sua, Gai Maito era serio. Rinchiuso in una camera d’albergo,
aspettava l’opinione di S, che non tardò ad arrivare.
“Immagino di sì. E poi sarebbe una seccatura farli
aspettare ancora.”
S si trovava nei pressi della finestra, intento ad
osservare il paesaggio esterno che da quella stanza era quasi nullo. in quella camera all’ultimo piano di un albergo, l’unica
visuale era il viavai di macchine per le strade di Tokyo. Posto ideale per non
essere notati, non tanto se si voleva osservare il panorama. Chiuse gli occhi
e, uniti i polpastrelli delle dita, rovesciò le mani verso terra, nella
posizione che era solito prendere nei suoi momenti di riflessione.
Mostrarsi a qualcuno, era una mossa parecchio
azzardata e pericolosa. Il non farlo, d’altronde, avrebbe solo complicato le
indagini. Ormai le conversazioni fatte attraverso il computer con tutto
l’ufficio, stavano diventando controproducenti. Troppe persone venivano a
conoscenza delle sue idee, mentre lui aveva bisogno di un gruppo fidato di
pochi individui. A quello si sovrapponeva un altro problema, ovvero il fatto
che, in molte nazioni, i capi di stato stavano prendendo in considerazione
l’idea di appoggiare Kira e, sebbene il Giappone in
quel momento non accettasse quella politica, vi erano diverse possibilità che
anche lì, in poco tempo, avrebbe avuto carta libera. Ciò implicava che il caso Kira sarebbe stato chiuso e nessun agente vi avrebbe più
lavorato. In previsione di questi fatti, S aveva proposto ai federali
l’acquisizione di falsi distintivi. Coloro che avrebbero rischiato la vita per
quell’indagine erano usciti fuori.
Fugaku Uchiha, Neji Hyuga e Naruto Uzumaki, erano
i tre più degni di fiducia. C’era una probabilità molto alta che loro non
avrebbero smesso di indagare, anche se la nazione si fosse alleata con quello
psicopatico.
“Quindi ti mostrerai loro?”
“No, sarebbe una seccatura.”
Il sorriso che aveva precedentemente solcato il
volto di Gai, si spense. Secondo lui S avrebbe dovuto dirigere un po’ più
attivamente il caso.
“Saranno loro a venire qui.”
“Così si fa! Buttati nella mischia, la gioventù ti
proteggerà!”
Ormai si trovava in mezzo, non sarebbe stato
giusto non impegnarsi fino in fondo. Si era assunto la responsabilità di quel
caso e lo avrebbe portato a termine.
Tutto quello non sarebbe successo se Lee non
avesse abbandonato l’orfanotrofio.
Gai, uomo ricco quanto eccentrico, aveva fondato
diversi orfanotrofi in cui ospitava ragazzi con un’intelligenza di molto
superiore alla media. Le sue intenzioni erano appunto quelle di trovare
qualcuno che avesse potuto competere con i detective di fama mondiale,
risolvendo tutti i casi. Dopo aver scartato diversi candidati, erano rimasti
soltanto lui e Lee, la fotocopia in piccolo di Gai Maito.
Quest’ultimo, provava una sconfinata ammirazione per la sua fotocopia; era il
suo prediletto e la scelta, sicuramente, sarebbe ricaduta su di lui.
Purtroppo, il caro Lee aveva deciso che la
professione del detective non faceva per lui e si era dato alle arti marziali,
spezzando il cuore del povero Gai. A quel punto lui
non poté rifiutare la sua proposta e, da quel momento, si era ritrovato a dover
risolvere casi che il suo senso del dovere rifiutava di ignorare.
“Gai, portali qui. Ed evita di far sapere agli
altri agenti che mi mostrerò solo ad alcuni di loro.”
In pochi minuti, quelli che bastavano per elogiare
la gioventù, il portavoce di S uscì dall’albergo, con l’intenzione di
recuperare i tre, che sicuramente in quel momento si trovavano al lavoro.
Mezz’ora dopo, cinque persone si trovavano sedute
intorno ad un tavolo, occupate a squadrarsi.
I tre agenti erano ancora un po’ increduli.
Finalmente potevano vedere il famoso S, il detective migliore di tutto il
Giappone e, probabilmente, del mondo intero. Erano diffidenti per un semplice
motivo. La persona che si trovava di fianco a loro, non sembrava affatto ciò
che in realtà doveva essere.
Sguardo annoiato e capelli raccolti in una coda,
più che altro, aveva l’aria di uno studente non molto brillante. In quel caso
si poteva proprio affermare che l’apparenza inganna.
Naruto, ancora poco convinto, si decise a chiedere
ciò che tutti stavano pensando.
“Ehm… e tu saresti S?”
“Purtroppo per me, sì.”
Senza pensare minimamente che la cosa potesse
essere quantomeno inopportuna in quel momento, l’Uzumaki gli scoppiò a ridere
in faccia.
“Ma dai! Come fai ad essere tu? Dalla tua faccia
sembri uno scemo! Soprattutto con quei capelli!”
Indicando la capigliatura del detective con
l’indice, faceva notare a tutti quanto fosse bizzarra.
“Naruto, smettila.”
Neji, che non sembrava toccato minimamente
dall’aspetto del loro interlocutore, non tollerava il comportamento
imbarazzante del suo collega. Non c’erano molti modi per scoprire se la persona
che avevano di fronte mentisse, però non c’era motivo di credere che Gai li
avesse portati dinnanzi ad un impostore.
“No, non posso dimostrarvi di essere il vero S, ma
come io mi sono fidato di voi, immagino che voi
dobbiate fidarvi di me.”
Come se avesse letto nel loro pensiero, rispose
alla richiesta che era rimasta informulata.
“D’accordo.”
Fugaku, per la prima volta in quella giornata,
aveva preso la parola. Sicuramente anche lui era molto contento di poter
lavorare a stretto contatto con S, ma non era un tipo che dava a vedere le sue
emozioni.
Dopo quel breve discorso, il detective spiegò loro
il motivo per cui si era mostrato.
Fece una breve panoramica della situazione che,
secondo lui, entro qualche anno si sarebbe manifestata in Giappone, chiedendo
loro se fossero stati disposti ad indagare anche senza il supporto della
polizia. I tre dichiararono la loro totale disponibilità a proseguire con il
caso.
“Ovvio che lo faremo, dattebayo!”
Naruto, come suo solito, era il più entusiasta di
tutti.
Dopo aver analizzato quella faccenda, passarono
alle questioni più tecniche.
“Mi sembra logico il fatto che, parlando di me,
non potete chiamarmi S, altrimenti potrebbero nascere dei sospetti…”
Gai si protese in avanti, tentando di bloccare il
discorso del suo assistito.
“Non vorrai dire loro il tuo vero nome!”
Gai interveniva sempre al momento meno opportuno.
“No. Ovviamente tra noi useremo dei nomi diversi.
Anche se avete espressamente dichiarato di non volere i distintivi falsi, ve li
ho fatti preparare lo stesso. In quanto a me, chiamatemi pure Shikamaru.”
Gai distribuì i documenti ai tre, che, dopo averli
presi, li osservarono. Erano, in tutto e per tutto, identici a quelli precedenti,
con l’unica variante del nome.
“Adesso voglio mettervi a parte delle mie ultime
supposizioni.”
I quattro in ascolto, si sporsero oltre il tavolo
per ascoltare meglio le sue parole, curiosi di sapere
cosa avesse scoperto Shikamaru.
“Sono quasi sicuro di sapere chi sia in realtà Kira.”
A quelle parole tutte le espressioni, da vigili,
divennero stupite. S aveva già capito chi si nascondeva dietro quegli omicidi?
Allora perché chiamarli?
“Ho detto di essere quasi sicuro. Ecco perché vi ho chiamato.”
Di nuovo quella sua inquietante facoltà di
comprendere le domande prima che venissero poste. A quel punto, si scatenarono
una marea di proteste da parte di Naruto, che voleva sapere perché non aveva
detto nulla prima. Affermava, inoltre, che se lui non avesse capito l’identità
del colpevole, sicuramente lo avrebbe scoperto lui quanto prima, perché era il
miglior poliziotto di Tokyo. Non avendo voglia di fermare il suo sproloquio, si
mise a fissare fuori della finestra in attesa del suo termine. Ottenuto il
silenzio, riprese a parlare, svelando loro il nome di colui che riteneva essere
Kira. Prima della rivelazione, tutti quanti erano
rimasti con il fiato sospeso, ma nel momento immediatamente seguente ad essa,
un insieme di voci si era levato per contestare quella che, secondo Shikamaru,
era una verità quasi certa.
“Io penso che ti
stia sbagliando. È semplicemente impossibile,
non ne avrebbe i mezzi.”
Sempre con il suo solito tono, Fugaku non aveva
bisogno di alzare la voce, incutendo timore grazie al solo sguardo, contestò le
ipotesi di S.
Riteneva molto improbabile ciò che aveva appena sentito e, da solerte poliziotto, non aveva
potuto fare a meno di mettere in evidenza i suoi dubbi. Secondo lui, la teoria
di Shikamaru era sicuramente fallace, perché partiva dal presupposto che Kira potesse uccidere senza disporre dei mezzi necessari,
ovvero la vicinanza alla vittima o la possibilità di far avvicinare qualcuno di
fidato ad essa.
S, però, non si lasciava convincere. Lui aveva
vagliato migliaia d’ipotesi e, nella sua improbabilità, quella che aveva appena
esposto sembrava la più probabile.
“Io non posso essere del tutto sicuro della mia
affermazione, ma tutti gli indizi portano a lui e questo m’induce a credere che
le possibilità che sia Kira non siano poi così
scarse.”
A quel punto Fugaku non poté ribattere. Come capo
della polizia, diede il via libera a Shikamaru per proseguire nelle sue
indagini. Per la prima volta in vita sua, quest’ultimo, avrebbe giocato a carte
scoperte.
“Bene. Anche se so che mi annoierò, ho deciso di ritornare a scuola.”
Dopo aver concordato che quella camera d’hotel
sarebbe stata, da quel momento in avanti, il loro quartiere generale, i tre se
ne andarono, ognuno per conto proprio, a casa loro.
Mentre si ritirava, Fugaku non poteva fare a meno
di pensare che era impossibile che S avesse già
individuato la vera identità di Kira.
“Shikamaru, perché gli hai rivelato il tuo vero
nome?”
Gai fissava il ragazzo con sguardo interrogativo.
Non capiva mai il senso delle sue mosse.
“Per prima cosa, perché sarebbe stata una
seccatura doverne inventare uno e poi, in questo modo, se volessero scoprire la
mia identità, l’unico nome che ignorerebbero sarebbe proprio Shikamaru.”
Aveva proprio scelto un genio, come detective.
Avrebbe preferito Lee, però; s’impegnava molto di più.
Fine settimo capitolo!
Ebbene sì, sono ritornata con un capitolo
cortissimo T.T
Siamo ormai arrivati al penultimo capitolo, quindi
questo vuol dire che il prossimo sarà l’ultimo! Sì, immagino che sarete molto
dispiaciuti (come no)!^^
Ho anche aggiornato in tempo utile, inizio quasi a
spaventarmi...
Darkshin: sono contenta che trovi il mio stile ottimo!
Sì, effettivamente Choji
non è molto Shinigami._. Però, davvero, mi viene
impossibile renderlo come un dio della morte serio!xD
Ogni volta che scrivevo una parte dove compariva
lui mi venivano sempre in mente pacchetti di patatine._.
Aehm... spero che questo capitolo ti piaccia! Ormai siamo alla fine._.
Al prossimo, nonché ultimo, capitolo! Ciao ciao!!^^
Ringrazio le persone che hanno messo la storia tra
i preferiti e quelle che l’hanno messa tra le seguite. Davvero, mi fa molto
piacere che seguiate questa storia, perché mi fa capire che il mio lavoro è
stato apprezzato!^^
Ja ne,
Nihal