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Autore: Nihal    29/11/2009    2 recensioni
Come si può notare dal titolo, la trama sarà quella di Death Note (solo una parte), ovviamente con i personaggi di Naruto!
Sasuke Uchiha è uno studente brillante, ma annoiato. Durante una giornata di scuola, trova un quaderno che provoca la morte delle persone. Basta scrivere sopra il loro nome…
Il suo sguardo, però, fu attirato da un piccolo oggetto situato dietro ad un cespuglio. Raccogliendolo, si rese conto che doveva trattarsi di quel quaderno che era stato buttato giù dalla finestra quella mattina. Fece per buttarlo di nuovo a terra, quando la scritta sulla copertina, attirò la sua attenzione. Gli sembrò davvero una trovata insulsa. Chi mai avrebbe chiamato il proprio quaderno Death Note?
Prima classificata all'Anime Contest indetto da ValeHina e vincitrice del premio attinenza
Genere: Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Choji Akimichi, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Shikamaru Nara, Shino Aburame
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo 7

Capitolo 7

 

“Pensi che abbiano passato il test?”

Forse per la prima volta in vita sua, Gai Maito era serio. Rinchiuso in una camera d’albergo, aspettava l’opinione di S, che non tardò ad arrivare.

“Immagino di sì. E poi sarebbe una seccatura farli aspettare ancora.

S si trovava nei pressi della finestra, intento ad osservare il paesaggio esterno che da quella stanza era quasi nullo. in quella camera all’ultimo piano di un albergo, l’unica visuale era il viavai di macchine per le strade di Tokyo. Posto ideale per non essere notati, non tanto se si voleva osservare il panorama. Chiuse gli occhi e, uniti i polpastrelli delle dita, rovesciò le mani verso terra, nella posizione che era solito prendere nei suoi momenti di riflessione.

Mostrarsi a qualcuno, era una mossa parecchio azzardata e pericolosa. Il non farlo, d’altronde, avrebbe solo complicato le indagini. Ormai le conversazioni fatte attraverso il computer con tutto l’ufficio, stavano diventando controproducenti. Troppe persone venivano a conoscenza delle sue idee, mentre lui aveva bisogno di un gruppo fidato di pochi individui. A quello si sovrapponeva un altro problema, ovvero il fatto che, in molte nazioni, i capi di stato stavano prendendo in considerazione l’idea di appoggiare Kira e, sebbene il Giappone in quel momento non accettasse quella politica, vi erano diverse possibilità che anche lì, in poco tempo, avrebbe avuto carta libera. Ciò implicava che il caso Kira sarebbe stato chiuso e nessun agente vi avrebbe più lavorato. In previsione di questi fatti, S aveva proposto ai federali l’acquisizione di falsi distintivi. Coloro che avrebbero rischiato la vita per quell’indagine erano usciti fuori.

Fugaku Uchiha, Neji Hyuga e Naruto Uzumaki, erano i tre più degni di fiducia. C’era una probabilità molto alta che loro non avrebbero smesso di indagare, anche se la nazione si fosse alleata con quello psicopatico.

“Quindi ti mostrerai loro?”

“No, sarebbe una seccatura.”

Il sorriso che aveva precedentemente solcato il volto di Gai, si spense. Secondo lui S avrebbe dovuto dirigere un po’ più attivamente il caso.

“Saranno loro a venire qui.”

“Così si fa! Buttati nella mischia, la gioventù ti proteggerà!

Ormai si trovava in mezzo, non sarebbe stato giusto non impegnarsi fino in fondo. Si era assunto la responsabilità di quel caso e lo avrebbe portato a termine.

Tutto quello non sarebbe successo se Lee non avesse abbandonato l’orfanotrofio.

Gai, uomo ricco quanto eccentrico, aveva fondato diversi orfanotrofi in cui ospitava ragazzi con un’intelligenza di molto superiore alla media. Le sue intenzioni erano appunto quelle di trovare qualcuno che avesse potuto competere con i detective di fama mondiale, risolvendo tutti i casi. Dopo aver scartato diversi candidati, erano rimasti soltanto lui e Lee, la fotocopia in piccolo di Gai Maito. Quest’ultimo, provava una sconfinata ammirazione per la sua fotocopia; era il suo prediletto e la scelta, sicuramente, sarebbe ricaduta su di lui.

Purtroppo, il caro Lee aveva deciso che la professione del detective non faceva per lui e si era dato alle arti marziali, spezzando il cuore del povero Gai. A quel punto lui non poté rifiutare la sua proposta e, da quel momento, si era ritrovato a dover risolvere casi che il suo senso del dovere rifiutava di ignorare.

“Gai, portali qui. Ed evita di far sapere agli altri agenti che mi mostrerò solo ad alcuni di loro.

In pochi minuti, quelli che bastavano per elogiare la gioventù, il portavoce di S uscì dall’albergo, con l’intenzione di recuperare i tre, che sicuramente in quel momento si trovavano al lavoro.

Mezz’ora dopo, cinque persone si trovavano sedute intorno ad un tavolo, occupate a squadrarsi.

I tre agenti erano ancora un po’ increduli. Finalmente potevano vedere il famoso S, il detective migliore di tutto il Giappone e, probabilmente, del mondo intero. Erano diffidenti per un semplice motivo. La persona che si trovava di fianco a loro, non sembrava affatto ciò che in realtà doveva essere.

Sguardo annoiato e capelli raccolti in una coda, più che altro, aveva l’aria di uno studente non molto brillante. In quel caso si poteva proprio affermare che l’apparenza inganna.

Naruto, ancora poco convinto, si decise a chiedere ciò che tutti stavano pensando.

“Ehm… e tu saresti S?”

“Purtroppo per me, sì.”

Senza pensare minimamente che la cosa potesse essere quantomeno inopportuna in quel momento, l’Uzumaki gli scoppiò a ridere in faccia.

“Ma dai! Come fai ad essere tu? Dalla tua faccia sembri uno scemo! Soprattutto con quei capelli!”

Indicando la capigliatura del detective con l’indice, faceva notare a tutti quanto fosse bizzarra.

“Naruto, smettila.”

Neji, che non sembrava toccato minimamente dall’aspetto del loro interlocutore, non tollerava il comportamento imbarazzante del suo collega. Non c’erano molti modi per scoprire se la persona che avevano di fronte mentisse, però non c’era motivo di credere che Gai li avesse portati dinnanzi ad un impostore.

“No, non posso dimostrarvi di essere il vero S, ma come io mi sono fidato di voi, immagino che voi dobbiate fidarvi di me.”

Come se avesse letto nel loro pensiero, rispose alla richiesta che era rimasta informulata.

“D’accordo.”

Fugaku, per la prima volta in quella giornata, aveva preso la parola. Sicuramente anche lui era molto contento di poter lavorare a stretto contatto con S, ma non era un tipo che dava a vedere le sue emozioni.

Dopo quel breve discorso, il detective spiegò loro il motivo per cui si era mostrato.

Fece una breve panoramica della situazione che, secondo lui, entro qualche anno si sarebbe manifestata in Giappone, chiedendo loro se fossero stati disposti ad indagare anche senza il supporto della polizia. I tre dichiararono la loro totale disponibilità a proseguire con il caso.

“Ovvio che lo faremo, dattebayo!”

Naruto, come suo solito, era il più entusiasta di tutti.

Dopo aver analizzato quella faccenda, passarono alle questioni più tecniche.

“Mi sembra logico il fatto che, parlando di me, non potete chiamarmi S, altrimenti potrebbero nascere dei sospetti…

Gai si protese in avanti, tentando di bloccare il discorso del suo assistito.

“Non vorrai dire loro il tuo vero nome!”

Gai interveniva sempre al momento meno opportuno.

“No. Ovviamente tra noi useremo dei nomi diversi. Anche se avete espressamente dichiarato di non volere i distintivi falsi, ve li ho fatti preparare lo stesso. In quanto a me, chiamatemi pure Shikamaru.

Gai distribuì i documenti ai tre, che, dopo averli presi, li osservarono. Erano, in tutto e per tutto, identici a quelli precedenti, con l’unica variante del nome.

“Adesso voglio mettervi a parte delle mie ultime supposizioni.”

I quattro in ascolto, si sporsero oltre il tavolo per ascoltare meglio le sue parole, curiosi di sapere cosa avesse scoperto Shikamaru.

“Sono quasi sicuro di sapere chi sia in realtà Kira.”

A quelle parole tutte le espressioni, da vigili, divennero stupite. S aveva già capito chi si nascondeva dietro quegli omicidi? Allora perché chiamarli?

“Ho detto di essere quasi sicuro. Ecco perché vi ho chiamato.”

Di nuovo quella sua inquietante facoltà di comprendere le domande prima che venissero poste. A quel punto, si scatenarono una marea di proteste da parte di Naruto, che voleva sapere perché non aveva detto nulla prima. Affermava, inoltre, che se lui non avesse capito l’identità del colpevole, sicuramente lo avrebbe scoperto lui quanto prima, perché era il miglior poliziotto di Tokyo. Non avendo voglia di fermare il suo sproloquio, si mise a fissare fuori della finestra in attesa del suo termine. Ottenuto il silenzio, riprese a parlare, svelando loro il nome di colui che riteneva essere Kira. Prima della rivelazione, tutti quanti erano rimasti con il fiato sospeso, ma nel momento immediatamente seguente ad essa, un insieme di voci si era levato per contestare quella che, secondo Shikamaru, era una verità quasi certa.

“Io penso che ti stia sbagliando. È semplicemente impossibile, non ne avrebbe i mezzi.

Sempre con il suo solito tono, Fugaku non aveva bisogno di alzare la voce, incutendo timore grazie al solo sguardo, contestò le ipotesi di S.

Riteneva molto improbabile ciò che aveva appena sentito e, da solerte poliziotto, non aveva potuto fare a meno di mettere in evidenza i suoi dubbi. Secondo lui, la teoria di Shikamaru era sicuramente fallace, perché partiva dal presupposto che Kira potesse uccidere senza disporre dei mezzi necessari, ovvero la vicinanza alla vittima o la possibilità di far avvicinare qualcuno di fidato ad essa.

S, però, non si lasciava convincere. Lui aveva vagliato migliaia d’ipotesi e, nella sua improbabilità, quella che aveva appena esposto sembrava la più probabile.

“Io non posso essere del tutto sicuro della mia affermazione, ma tutti gli indizi portano a lui e questo m’induce a credere che le possibilità che sia Kira non siano poi così scarse.”

A quel punto Fugaku non poté ribattere. Come capo della polizia, diede il via libera a Shikamaru per proseguire nelle sue indagini. Per la prima volta in vita sua, quest’ultimo, avrebbe giocato a carte scoperte.

“Bene. Anche se so che mi annoierò, ho deciso di ritornare a scuola.

Dopo aver concordato che quella camera d’hotel sarebbe stata, da quel momento in avanti, il loro quartiere generale, i tre se ne andarono, ognuno per conto proprio, a casa loro.

Mentre si ritirava, Fugaku non poteva fare a meno di pensare che era impossibile che S avesse già individuato la vera identità di Kira.

 

“Shikamaru, perché gli hai rivelato il tuo vero nome?”

Gai fissava il ragazzo con sguardo interrogativo. Non capiva mai il senso delle sue mosse.

“Per prima cosa, perché sarebbe stata una seccatura doverne inventare uno e poi, in questo modo, se volessero scoprire la mia identità, l’unico nome che ignorerebbero sarebbe proprio Shikamaru.”

Aveva proprio scelto un genio, come detective. Avrebbe preferito Lee, però; s’impegnava molto di più.

 

Fine settimo capitolo!

 

 

Ebbene sì, sono ritornata con un capitolo cortissimo T.T

Siamo ormai arrivati al penultimo capitolo, quindi questo vuol dire che il prossimo sarà l’ultimo! Sì, immagino che sarete molto dispiaciuti (come no)!^^

Ho anche aggiornato in tempo utile, inizio quasi a spaventarmi...

 

 

Darkshin: sono contenta che trovi il mio stile ottimo!

Sì, effettivamente Choji non è molto Shinigami._. Però, davvero, mi viene impossibile renderlo come un dio della morte serio!xD

Ogni volta che scrivevo una parte dove compariva lui mi venivano sempre in mente pacchetti di patatine._.

Aehm... spero che questo capitolo ti piaccia! Ormai siamo alla fine._.

Al prossimo, nonché ultimo, capitolo! Ciao ciao!!^^

 

Ringrazio le persone che hanno messo la storia tra i preferiti e quelle che l’hanno messa tra le seguite. Davvero, mi fa molto piacere che seguiate questa storia, perché mi fa capire che il mio lavoro è stato apprezzato!^^

Ja ne,

 

Nihal

 

 

  
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