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Autore: ladykitsune    29/11/2009    4 recensioni
Piccoli frammenti di vita quotidiana.
Genere: Commedia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Jasper Hale
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jasper’s Diary 1 – Il Mattino.

 

 

 

Ok, non ho idea di cosa mi sia preso.

Quando Lei mi ha regalato questo quaderno bianco, pensavo fosse impazzita.

Perché non c’era verso che io utilizzassi qualcosa di così stupido.

E SOPRATTUTTO  la mia dolce mogliettina non spende mai meno della metà del nostro conto in banca per fare un regalo.

Due giorni fa, invece, è accaduto il miracolo.

Si è limitata a regalarmi..un diario.

Ora, quando mi si è presentata davanti con un pacchetto di dimensioni NORMALI, dall’aria del tutto INNOCUA, ho creduto che l’Apocalisse fosse vicina.

Che i Volturi stessero arrivando?

O magari (opzione decisamente più remota della prima ) Carlisle le aveva impedito di mettere le mani sulle carte di credito?

Iniziavo improvvisamente a stimare quell’uomo.

Successivamente tornai con i piedi per terra quando notai l’enorme fila di pacchi colorati dietro le sue spalle.

Tutti di Cavalli,Prada, D & G e altre innumerevoli marche che, solo a nominarle, mi fanno venire uno strano e prevedibile senso di nausea.

Comunque, torniamo a noi.

All’inizio credevo che un oggetto del genere non mi sarebbe servito ma ora..ora devo ricredermi.

Quella donna è un autentico genio del male ed io, povero marito e vampiro, dovrò pur raccontare a qualcuno di ciò che mi fa passare giornalmente.

Perché Lei è un miscuglio di vanità, capricci e vizi che, lentamente, mi stanno portando alla pazzia.

 

Vi faccio un esempio: il mattino.

 

Ecco, ora vi chiederete di cosa diamine sto parlando.

Bene, ve lo riferisco subito.

 

Mentre io riposo, dopo una lunga e soddisfacente notte di fuoco, lei si alza dal letto, si riveste e si dirige in bagno.

Ancora intontito, io OVVIAMENTE non faccio nulla per fermarla.

Grosso errore, enorme errore!

Quando sento il rumore della serratura mi accorgo che è successo proprio ciò che mi ero ripromesso di evitare: lei resterà dentro lì per ORE.

E non importa quanto io possa lamentarmi o bussare, lei stazionerà lì impiastricciandosi con innumerevoli creme e lozioni.

Ne ha una quantità allarmante.

Se è vero che il corpo di un essere umano è composto dall’ 80% d’acqua, il suo è ormai formato della stessa percentuale da quei dannati liquidi.

Fattostà che il sottoscritto, oltre ad aver perso un’ingente quantità di denaro per comprare tutte quelle porcherie, dovrà anche andare a testa bassa da uno sghignazzante Emmett e chiedere di utilizzare il suo bagno se vuole fare una doccia prima dell’inevitabile giornata scolastica.

 

Ma non è tutto!

Perché ora viene il peggio.

 

Quando ritorno in camera ed inizio ad indossare i vestiti che LEI ha scelto, Alice esce dal bagno.

Vestita solo con un asciugamano.

Il mio sguardo cade inevitabilmente sulle sue curve e i miei neuroni iniziano a spegnersi.

Uno ad uno.

Perché tutte le mie energie si concentrano in un’unica zona corporea, situata a sud del mio ombelico.

Tuttavia tento eroicamente di resistere pensando che, sicuramente, ora si rivestirà.

Ora.

Ora.

O…ora?

Niente da fare.

Lei non sembra avere nessuna intenzione di mettersi qualcosa addosso, si limita ad andare avanti e indietro per la stanza alla ricerca di qualcosa di indefinito.

Probabilmente una cintura o un cerchietto.

 

Sento distintamente i miei pantaloni farsi più stretti, altri neuroni passano a minor vita.

Con lo sguardo puntato addosso a lei, mi avvicino.

L’idea di poter rimanere insieme quel giorno, chiusi nella nostra stanza, inizia a farsi concreta e sempre meno improbabile.

Riesco a raggiungerla e, in un attimo, le mie mani premono possessivamente sui suoi fianchi.

Si gira, con uno strano sorriso sulle labbra.

Sento distintamente un campanello d’allarme suonare nella mia mente ma lei, appoggiandosi al mio petto, lo rende praticamente muto.

 

-Neh, Jazz..-mi sussurra all’orecchio, mentre il mio respiro diventa affannoso.

-Dov’è la carta di credito?-

 

Raggelo. Come ogni mattina io gliela nascondo e, come ogni mattina, alla fine mi costringe a tirarla fuori.

Ma questa volta non cederò.

 

-Non ne ho idea..-rispondo a malapena, tentando di riaccendere il cervello.

 

I miei buoni propositi crollano definitivamente quando sento una sua mano armeggiare con la mia cintura, poi scorrere dentro i miei pantaloni e..

 

 

 

Oh.

 

 

 

 

-T..terzo cassetto..a..ah…destra..-soffio a fatica, totalmente fuso.

 

Riprendo il controllo solo quando lei si è precipitata verso il nostro armadio.

 

Ha vinto. Di nuovo.

Mi guarda con un ghigno soddisfatto dipinto sulle sue labbra rosse.

…E io non posso fare a meno di pensare che lei è un autentico diavolo.

Nata per ricattarmi.

 

Mi alzo, chiudendo la porta della nostra camera a chiave.

 

Prima che lei possa reagire le sono addosso, sopra il nostro letto.

 

Dopotutto avrò diritto ad una ricompensa, dannazione.

  
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