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Autore: cl33    29/11/2009    13 recensioni
Ginevra si sedette sul letto della sua camera. Era lì che si era smaterializzata, non appena aveva avuto la notizia bomba, ed erà li che aveva passato gli ultimi 5 minuti buoni a misurare il perimetro della stanza camminando come un automa e dandosi della stupida. Alzò la testa e incontrò il suo riflesso nello specchio: i lunghi capelli rossi le scendevano lungo le spalle, lasciati liberi di andare come volevano. Non un filo di trucco a incorniciare gli occhi castani, né lucido per le labbra che erano già abbastanza rosse per conto loro. Non dimostrava più di 18 anni, a dir tanto. Era questo che aveva spinto Harry a preferirle Hermione, più matura, più interessante, più curata nell'aspetto, coi suoi boccoletti biondi tenuti dalle forcine e il sorriso sicuro? Ginevra si passò le dita sul volto, dove faceva ancora bella mostra di sé la miriade di lentiggini tipica della sua famiglia. Sarebbe apparsa sui giornali di domani con quella faccetta spaurita. Non portata in trionfo dai compagni di squadra dopo una prestazione da urlo al suo esordio in Nazionale, ma 'atterrita dalla notizia del matrimonio dell'ex Harry Potter', già si vedeva i titoli. Che grandiosa figura di merda.
Genere: Romantico, Commedia, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Luna Lovegood, Nuovo personaggio, Ron Weasley | Coppie: Draco/Ginny, Harry/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Not just a matter of Quidditch - 7. Questione di immagine

I giorni che seguirono furono massacranti per tutta la squadra. Boyle aveva deciso di testare tutte le possibili combinazioni di gioco, mescolando prime e scelte e riserve per provare tattiche alternative. L’unico punto fermo, prevedibilmente, era Malfoy. La conseguenza di tanto trambusto era che non solo la stampa non aveva la più pallida idea di come l’Inghilterra sarebbe scesa in campo in semifinale, ma di fatto nemmeno i giocatori stessi sapevano se sarebbero stati in panchina o sulle scope. Erano tutti parecchio sotto pressione, e il nervosismo era alle stelle. Veniva da chiedersi come era possibile che le cose fossero cambiate in questo modo nel giro di pochi giorni: dopo l’amichevole erano stati osannati come uno dei team più belli che l’Inghilterra avesse mai avuto, mentre adesso non c’era giornale che non li denigrasse per la prova con la Cina.

Ginevra uscì dagli spogliatoi con le spalle curve: anche se era domenica si erano allenati per 5 ore quel pomeriggio ed era letteralmente sfiancata. Mercoledì ci sarebbe stata la semifinale e Boyle era più isterico che mai. La cacciatrice nell’ultima mezz’ora aveva giocato in prima squadra al centro dell’attacco, con la Lopez a sinistra e Stow a destra, ma i tre non erano riusciti a coordinarsi bene e alla fine il coach li aveva mandati a farsi la doccia sbraitando furioso.

Fortuna che in quei giorni d’inferno Ron era rimasto ad Amsterdam, e si era impegnato come non mai a distrarre la sorella. Tutte le sere la portava in giro per la capitale olandese, che in quel periodo, grazie al Campionato del Mondo, pullulava di spettacoli ed eventi da sogno. Mentre la parte babbana continuava la sua vita senza accorgersi praticamente di niente (alla fine delle partite i tifosi delle squadre vittoriose spesso e volentieri si precipitavano a festeggiare anche al di fuori della Amsterdam magica, ma la città era abituata alle stravaganze e anche chi andava in giro con le vesti da mago non faceva particolarmente scalpore) nei quartieri dei maghi, invasi da appassionati di ogni angolo del globo, la festa era continua. Per quella sera il ragazzo aveva scovato un locale dove avrebbero fatto musica dal vivo, e le aveva parlato con così tanto entusiasmo del gruppo che avrebbe suonato che Ginevra non vedeva l’ora di godersi la serata, dimentica di pluffe, boccini e scope.

Appena uscita all’aperto si trovò davanti Ron, con le mani in tasca, intento a farsi una grassa risata. Non era solo, infatti: con sua grande sorpresa la ragazza lo trovò a fianco di...

"Luna?!"

"Ginny!", la chiamò felice l’amica. "Piaciuta la sorpresa?!", le chiese con un sorriso.

La ragazza bionda era dovuta tornare a Londra dopo la partita, anche se ogni giorno le aveva inviato gufi di incoraggiamento. Con lei, Ginevra ne era sicura, la serata sarebbe stata ancora migliore.

*****

La serata, almeno fino a quel momento, non era stata decisamente un granché.

Per carità, la cacciatrice adorava stare con Luna e ormai poteva dire di stare veramente bene quando era in compagnia di suo fratello, ma passare del tempo in contemporanea con entrambi significava, evidentemente, ritrovarsi a reggere il moccolo.

Ginevra sapeva che Luna e Ron, se pur rimasti amici, dopo la guerra si erano un po’ persi di vista, soprattutto dopo il trasferimento in Brasile: il fratello aveva praticamente tagliato i contatti con tutto il vecchio giro. Probabilmente quando si erano rivisti per la partita con la Cina non si incontravano da tre anni, giorno più giorno meno. Era per questo motivo che avevano così tante cose da dirsi, ovviamente senza preoccuparsi di coinvolgere minimamente anche la rossa nel discorso?! A onor del vero Luna, ogni tanto, si degnava di scambiare qualche frase anche con l’altra ragazza, ma Ron riportava subito la conversazione a uno scambio a due, e alla cacciatrice non restava che starsene in silenzio, sorseggiando il suo cocktail e guardandosi intorno.

Non aveva mai pensato alla possibilità che tra loro nascesse qualcosa, eppure adesso che li vedeva così presi dalle loro chiacchiere si rese conto che c’era una chimica incredibile. Pensò a come suo fratello avesse sempre visto Luna come una mezza svitata quando erano a Hogwarts, troppo presa da Nargilli e Ricciocorni Schiattosi per suscitare il suo interesse - anche perché la cotta per Hermione gli era venuta così presto che, al di là della vaghissima sbandata per Fleur e della parentesi Lavanda Brown, per lui le altre ragazze praticamente non esistevano. Lei però con gli anni era diventata un’altra persona: aveva perso l’aria di chi vive costantemente sulle nuvole e, visto che era decisamente una bella ragazza, evidentemente Ron cominciava a trovare la sua compagnia molto stimolante.

Ginevra guardò sconsolata nel bicchiere, dove ormai era rimasto solo qualche cubetto di ghiaccio mezzo sciolto. Avrebbe presto assistito alla costituzione di una nuova coppia? Era felice per loro, certo. Ma il suo momento, quello quando sarebbe arrivato?

Lasciò scorrere uno sguardo svogliato sugli avventori del locale. Non poteva certo dire che non ci fossero ragazzi, ma di sicuro non ce n’era uno capace di attirare la sua attenzione. Chi era troppo brutto, chi troppo sguaiato nel modo di fare, chi troppo preso a guardare le donne che gli passavano a tiro come un cane di fronte a una bistecca. Molto probabilmente era lei ad essere di gusti difficili, vista la disinvoltura con cui altre fanciulle puntavano gli occhioni truccati e si facevano coinvolgere in amabili conversazioni.

Richiamò con un cenno un cameriere per farsi portare il terzo drink della serata. Non avrebbe dovuto esagerare - pensò che gli strepiti di Boyle sarebbero stati ancora più fastidiosi con un dopo sbornia coi fiocchi - ma il suo umore era troppo a terra per reggere la serata senza un ulteriore correttivo.

Aveva appena iniziato a sorseggiare la sua bevanda azzurrina quando le luci in sala si abbassarono e il gruppo apparve sul palco. Molti si alzarono dai divanetti per avvicinarsi, e anche Ron sembrò dell’avviso che fosse la cosa migliore. Porgendo la mano a Luna invitò le ragazze a seguirlo.

"Andate voi, io preferisco ascoltare da qui", li informò Ginevra.

"Ma così non vedrai nulla...", provò a obiettare l’amica, ma Ron la stava già trascinando in mezzo alla folla e pochi secondi dopo la cacciatrice li aveva già persi. Si accomodò meglio, mentre una cortina umana le si parava davanti a pararle la visuale. Sentiva i suoni delle chitarre e delle voci che arrivavano coperti dalle urla di incitamento del pubblico, e si chiese se non fosse il caso di alzare i tacchi, uscire fuori e smaterializzarsi.

 
"Weasley, fossi in te eviterei di ubriacarmi. Tuo fratello a fine concerto potrebbe essere troppo occupato con la Lovegood per riportarti in camera a braccia".

Ginevra alzò lo sguardo, per incontrare gli occhi grigi di Draco Malfoy, mollemente appoggiato alla parete.

"Ti stai offrendo come volontario per sostituirlo?" gli chiese, con tono frivolo e, allo stesso tempo, di sfida. L’alcool purtroppo non tirava fuori il meglio di lei.

L’altro le si rivolse con un sorrisetto furbo: "Non è mia abitudine prendere in collo nessuna donna per portarla in camera: di solito o mi invitano nella loro, o cercano di entrare nella mia".

La cacciatrice scoppiò a ridere.

"Ma ti senti quando parli?! Sembri Phantom...", mormorò la ragazza, prima di bere un altro sorso.

"Con la differenza che quando parla lui spara cazzate", continuò l’altro, sicuro.

Nel mentre, un gruppetto di streghe nelle vicinanze aveva scorto il cercatore, e si stava avvicinando per fare qualche foto e chiedere un autografo. Prima che i loro urletti esaltati le arrivassero troppo vicini Ginevra si alzò in piedi per guadagnare l’uscita: le ci voleva una bella boccata d’aria, e voleva salvaguardare i timpani, finché era in tempo. Peccato che il suo senso dell’equilibrio non volesse collaborare più di tanto. Ma che diavolo c’era in quel bicchiere?!

Malfoy si mostrò stranamente gentile - probabilmente non aveva voglia di farsi assalire da un’orda di adolescenti - visto che, senza proferire parola, la accompagnò fuori.

 
La sera era fresca, nonostante fosse quasi luglio. L’aria notturna e il silenzio furono più che sufficienti per far sentire meglio Ginevra.

"Che dici", mormorò amaramente, "mi avranno scattato abbastanza foto in questo stato pietoso per farmi guadagnare la prima pagina sulla Gazzetta del profeta?"

"Sarebbe un problema così grave?", le chiese il compagno con tono indifferente.

"Ti ricordo chi è il nostro coach", rispose l’altra. "Sarebbe capace di farmi allenare anche la sera per punizione".

I due rimasero in silenzio per qualche minuto, ognuno perso nei propri pensieri.

"Non ti dà mai noia?", sussurrò Ginevra.

"Cosa?"

"Avere l’attenzione morbosa della stampa e della gente. Sembra che tu ti senta sempre a tuo agio".

"Perché non dovrei?", ribatté Malfoy.

"Mettere la propria vita in piazza... alla fine è come se non fosse più nemmeno tua. E’ di tutti. E tutti possono parlarne e giudicare, e pretendere di sapere come sei sul serio. Davvero, non capisco come fai".

Malfoy si prese qualche secondo prima di rispondere.

"Hai mai letto la nuova edizione di Storia di Hogwarts?"

Ginevra lo guardò torva. Lei gli faceva una domanda seria e lui si metteva a parlare d’altro?

"Se non vuoi rispondere basta dirlo", disse piccata.

"Ti sto rispondendo. L’hai mai letto?". Si voltò a fissarla, con sguardo serio e... adirato?

La ragazza non capiva: fece cenno di no.

"C’è un intero capitolo dedicato a me. Al mio sesto anno a Hogwarts. A come sono riuscito a far entrare i mangiamorte la notte in cui Piton ha ucciso Silente".

Ginevra sentì un groppo salirle in gola. Il ricordo di quella notte era ancora vivido, nonostante fossero passati tanti anni. Il momento in cui aveva scorto il corpo del vecchio preside, a terra... Harry, al suo fianco. Lei lo aveva preso per mano e lo aveva portato via. Il marchio nero in cielo era così grande e sembrava che stesse per inghiottire tutta la scuola. Di fatto, era stato così, per tutto l’anno che era seguito.

In un lampo ritornò alla notte della vera battaglia, quella in cui Harry aveva liberato il mondo magico dal veleno di Voldemort. E in cui avevano perso Fred.

"Per caso non è così che è andata?". La ragazza aveva la voce dura, adesso.

"Appunto", concluse l’altro, mettendosi le mani in tasca e riavviandosi verso la porta del locale.

Ginevra lo guardò spiazzata. "Ma che risposta è? Fermati!" gridò, prendendolo per il braccio.

Malfoy si scostò dalla presa, girandosi di nuovo verso di lei, un’espressione glaciale a sottolineare le sue parole: "Io sono uno stronzo che si gode la vita, le donne, i soldi e il successo. Non ho problemi con chi mi giudica per questo. Ma non ho la minima intenzione di passare l’esistenza ad essere trattato come un criminale".

Ginevra provò a controbattere, ma il cercatore non glielo permise. "Se mi va bene che la mia vita sia in piazza, come dici tu, è perché se non fosse così per tutti sarei soltanto il mangiamorte mancato che ha provocato l’omicidio di Silente. Lo sono", continuò, vedendo lo sguardo di Ginevra, "e ho già pagato per il passato. Ma non voglio portare quell’etichetta a vita. E fintanto che mi vedono fare acrobazie su una scopa", disse, spostando lo sguardo, "le parole scritte su quel cazzo di libro di storia sembrano contare meno per la gente".

La cacciatrice non riusciva ad aprire bocca. C’era una logica distorta dietro alle motivazioni di Malfoy, ma da qualche parte, in fondo, riusciva a capirlo.

"Ma non mi dire", riprese infine il ragazzo, "sono riuscito a zittirti?". Dava l’impressione di aver riacquistato il solito cipiglio scanzonato, ma le mani, ancora strette a pugno, rivelavano che la tensione non era ancora passata.

"Diciamo che mi hai fatto vedere le cose dal tuo punto di vista. Non condivido, ma almeno ha un senso".

"Tu dovresti condividere più di tanti altri, invece", la rimbeccò.

"E perché mai?", gli chiese scettica.

"Perché anche tu fai parte della schiera di maghi e streghe che si porta dietro la fama per via della seconda guerra magica. La gente ti riconosce e parla, specula, giudica, anche se te ne resti nell’anonimato di una vita squallida. Nell’immaginario delle persone tu finora sei stata solo l’ex ragazza di Potter e l’ex migliore amica della Granger. Adesso sei l’ex ragazza di Potter e l’ex migliore amica della Granger che gioca nella nazionale di Quidditch. Se non altro è un passo avanti".

"Perché dovrebbe importarmi così tanto di quello che pensa di me la gente? Hai mai pensato che forse non me ne frega niente?"

"Può darsi. Ma il fatto è che anche quelli che ti stanno vicino ti vedono così. I tuoi amici, i tuoi parenti... Tutti a compiangerti perché lo sfregiato ti ha piantato in asso. O mi sbaglio?"

Ginevra avrebbe tanto voluto dirgli che sì, si sbagliava, che non sapeva un beneamato niente della sua vita o di chi gli stava intorno e che quindi avrebbe dovuto tapparsi la bocca. Se solo non avesse avuto così dannatamente ragione, accidenti a lui.

"Quindi meglio apparire come l’ex fidanzata di Harry Potter che esce mezza sbronza da un locale. O come l’ex fidanzata di Harry Potter che va con il suo vecchio ‘nemico’ al suo matrimonio. Non fa una piega", chiosò lei con sarcasmo.

"Non mi pare di averti obbligata a farlo. E almeno non ti sei limitata a fare da tappezzeria".

"Però ammetterai che non è bastato a togliermi l’etichetta ‘ex di turno’ dalle spalle".

"Per toglierti quella dovresti iniziare a goderti la vita, con o senza fotografi e giornalisti intorno".

"La tua idea di godersi la vita è avere una sciacquetta bionda che ti sbava addosso. La mia è qualcosa di meno squallido".

Lo aveva sputata fuori d’istinto, ma adesso si rendeva conto che quella era una tipica frase da ragazza gelosa. Sospirò stizzita: quella chiacchierata con Malfoy era durata fin troppo, e stava prendendo una piega che non le piaceva.

"Me ne torno in albergo, comincio ad essere stanca", disse, prendendo la bacchetta dalla borsa.

"Com’è che quando la conversazione comincia ad essere interessante tu scappi?!".

Con le mani in tasca e un ghigno che non prometteva niente di buono, il cercatore si era avvicinato alla compagna, il suo volto ormai a una manciata di centimetri da quello stupito di Ginevra. Che non sapeva bene cosa fare, in effetti, nuovamente combattuta tra l’istinto di prenderlo a schiaffi e quello di...

Prima di poter formulare un pensiero più esplicito la ragazza ruotò su se stessa, per ritrovarsi, ancora confusa e con le guance spaventosamente rosse, nella hall dell’albergo.

Dandosi della cretina si avviò verso la sua stanza.

 Mancava solo qualche giorno alla semifinale.



Ovviamente non ho fatto in tempoa mettere l'avviso che l'ispirazione è tornata :) Ho rifinito il capitolo appena postato e ho finito di scrivere il prossimo... che mi dà tanta soddisfazione!!!! Vedrete...
Grazie ancora dei commenti e della fiducia :*

  
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