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Autore: Goten    01/12/2009    8 recensioni
Sotto lo sguardo attendo di Caius, Alice si avvicinò a me, allungò la sua mano, ponendomela con il palmo rivolto verso l'alto. - Per favore, Jasper. Passa con me solo qualche giorno. Non ti chiedo altro. -
Non potei evitare ai miei occhi rossi di affogare nei suoi color oro. La sensazione di fiducia, pace e speranza, fluivano da quella minuta figura davanti a me. Bastava solo un piccolo gesto da parte mia, avrei semplicemente dovuto afferrare la sua mano e godere di quelle emozioni che sembravano irretirmi ogni secondo di più.
Fu un semplice secondo e tutto cambiò, la sua espressione divenne triste, le sue emozioni si spezzarono, diventando affrante. Si sentiva respinta.
Perché? Io ancora non avevo detto nulla... oppure... la risposta era chiara, aveva visto il mio futuro. Lei sapeva che avrei rifiutato la sua mano.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Jasper Hale
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: Sai che non lo so

Storia di: Goten

Beta: Giusy

Paring: Jasper - Alice

Capitoli: Bella domanda! XD Non ne ho idea ^.^

Aggiornamenti: ogni martedì e giovedì


Capitolo 8


Sentivo la fragranza che emanava il suo corpo, un dolcissimo miscuglio di profumi. Questa era Alice. Non era una semplice vampira, lei era speciale.

Il suo viso era appoggiato delicato nelle mie mani.

Avvicinai il mio viso ancora di più e alla fine lasciai che le mie labbra premessero sulle sue. Ero a casa.

Il suo sapore si mescolava con il mio alla perfezione, non c'era nulla di sbagliato. Niente. Il mio corpo reagiva in maniera impressionante al suo, le sue labbra morbide si aprirono sotto il mio tocco e le sue mani vagarono fra i miei capelli, scatenando in me ondate di brividi.

Non mi ero neanche reso conto di aver chiuso gli occhi, fu con grande stupore che quando li aprii, trovai i suoi occhi osservarmi, neri e perfetti.

Aprii la bocca pronto a parlare, ma lei mi mise un dito sulle labbra. << Non dire nulla. E' stato perfetto, e lo sai anche tu. >>

Era stato più che perfetto, ma non dissi nulla, lasciai semplicemente che quel nostro primo bacio finisse così.

Mi sorrise complice ed in quel momento mi sentii sollevato, Alice sembrava sapesse che tutto quello che mi stava accadendo mi stava facendo provare emozioni talmente forti e potenti da non poter essere espresse a parole.

<< Ora tocca a te. >> Indicò con lo sguardo verso una precisa direzione, io seguii con gli occhi e a un certo punto sentii il battito pesante di un cuore. << Vai Jasper. >>

Scattai avanti, fulmineo. Pochi istanti dopo affondavo i denti nel collo morbido e peloso di un cervo. Succhiavo avido quel nettare, cercando di gustarlo, ma aveva un pessimo sapore rispetto al sangue umano che fino a poco prima avevo gustato a Volterra.

Continuammo la nostra corsa nei boschi, cacciando e osservandoci a vicenda. Era una sensazione di libertà mai provata prima. Stavo correndo libero, cacciavo libero e nessuno poteva fermarmi!

<< Jasper, fermati. >> Esclamò Alice a poca distanza da me, mentre balzava giù dal ramo di un albero. La sua risata cristallina risuonava fra gli alberi. << Non vorrai oltrepassare il confine! >> Sorrise fermandosi a pochi passi da me.

Non mi ero reso conto di essere arrivato al confine con il Canada. Ero stato talmente preso dall'assaporare quella sensazione di libertà da essermi scordato di tutto.

<< No, certo che no. >> Le risposi calmo, cercando di arginare tutta quella folle euforia che poco prima mi aveva invaso.

Feci una cosa che ormai da parecchio tempo non mi veniva più spontanea, mi avvicinai alla sua esile figura e le porsi il braccio. << Torniamo a casa? >>

Il suo volto e le sue emozioni erano molto compiaciuti da quel mio semplice gesto ed io, ritenni di aver fatto la cosa giusta, quando sentii la sua mano appoggiarsi delicata.

<< Con molto piacere. >> Mi sussurrò, camminando al mio fianco, cominciando a parlare del più e del meno.

Questo era il bello di Alice, con lei potevi parlare anche delle cose più insignificanti, ma lei, con il suo modo così particolare, unico, riusciva a sorprenderti, sempre.

Cominciarono a trascorrere le ore, i giorni, e le settimane.

Ero sempre più attaccato a lei, a quella piccola folle figura che con la sua spontaneità aveva rischiarato le mie tenebre e aveva riportato il sole.

Odiavo letteralmente le ore in cui lei e i suoi fratelli, ma soprattutto lei era a scuola. Odiavo sentire i commenti di Emmett sul popolo maschile e sui loro modi rozzi di cercare di avere la sua attenzione.

<< Questa sai come si chiama, vero Jasper?! >> Mi sussurrò con fare cospiratorio un giorno Emmett.

<< Piantala. >> Risposi brusco. Avevo appena sentito che un certo Tyler aveva cercato di parlare alla mia piccola Alice.

<< E' gelosia, mio caro, gelosia. >> Continuò Emmett, guadagnandosi un'occhiataccia da parte mia.

E dov'era adesso lei? Fuori in giardino con Bella. Almeno la potevo sentire, sembrava felicissima per qualcosa di cui non sapevo nulla. Non mi piaceva l'idea di non conoscere cosa la rendesse così euforica.

In tutti quei giorni che ero rimasto a casa Cullen, il rapporto fra me e Alice era diventato molto particolare. Non c’eravamo più scambiati nemmeno un bacio, ma bastava un semplice sguardo per capire esattamente di cosa avesse bisogno lei e di cosa sentissi io la mancanza.

Sembrava quasi che vivessimo in simbiosi. Perfino Edward, un giorno, mi aveva detto senza girarci troppo attorno, che invidiava il mio rapporto con la piccola Alice. Non avevamo bisogno di parlare per capirci.

E questo un po’ mi spiazzava. Cosa avrei fatto una volta tornato a Volterra? E lei? Avrei potuto chiederle di venire con me, ma non credevo che avrebbe mai accettato la mia proposta.

Di nuovo la sua risata cristallina mi attirò come un’ape al suo miele. Ero diventato Alice dipendente e non capivo se la cosa poteva essere salutare per me.

<< Io dico di sì. >> La voce di Edward mi arrivò da dietro, ovviamente aveva sentito tutti i miei pensieri.

<< A volte ne sono convinto anch’io... >> Ghignai. << Ma a volte... >> Il mio ghigno si spense. A volte temo che quando ritornerò in Italia tutto sarà peggio di prima, perché lei non sarà con me.

<< Nessuno ti vuole mandare via da qui Jasper. Sei della famiglia. >>

Mi voltai e lo osservai, era così serio e sentivo che in parte aveva ragione, ma non potevo sfuggire ai miei obblighi. Avevo giurato fedeltà eterna a Volterra, prima o poi sarei dovuto tornare in quel posto.

<< Dipende da te, Jasper. Solo da te. Vale di più il tuo giuramento ai Volturi o quello che provi per Alice? Spetta solo a te la risposta... >> Mi voltò le spalle cominciando a salire verso il piano superiore.

<< Aspetta Edward. >> Mi avvicinai di nuovo a lui. << Tu cosa faresti al mio posto? >>

Si voltò nuovamente verso di me. << Io non sono te, Jasper. Non so cosa farei al tuo posto. Ma so che ho provato sulla mia pelle cosa vuol dire stare senza Bella. Fidati. >> Mi poggiò una mano sulla spalla. << Il dolore che ho provato è stato peggiore di quello che Jane infligge, molto peggio. >>

Passai il resto della mia giornata alla finestra, i miei occhi non la lasciavano mai. Sorrideva, era felice, imbronciata, irritata, ma alla fine aveva sempre un sorriso felice sul viso.

In quella piccola cittadina sperduta in mezzo al verde lussureggiante avevo percepito sempre e solo emozioni positive, era inutile non ammetterlo, stare lì con loro e far parte di questa famiglia erano veramente una manna dal cielo.

Sorrisi e decisi di unirmi al piccolo duo che formavano Alice e Bella.

Uscii da casa e con poche falcate arrivai di fianco alla piccola vampira.

<< Jasper ti prego, prova a convincerla che non mi serve nessun abito nuovo! >> Esclamò Bella guardandomi implorante.

Era più che evidente cosa intendesse fare la mia piccolina. Dentro di me risi, capendo perfettamente in che supplizio l'avrebbe condotta quella pazza di Alice.

Mi bastò una semplice occhiata a quel dolce musetto per farmi sciogliere. Utilizzai il mio potere sulla povera Bella, che in pochissimi secondi si trovò, accondiscendete e felice di andare a fare shopping con la piccola Alice.

Il mio umore divenne ancora più roseo, quando avvertii il corpo minuto ma ben proporzionato della vampira appoggiarsi al mio e il suo braccio avvolgermi la vita. << Sei il mio eroe. >> Mi sussurrò, schioccandomi un bacio sulla guancia.

Decisamente adoravo avere quel ruolo nella sua vita.

Passarono altri giorni, la caccia con Alice e gli altri membri dei Cullen era decisamente esaltante, avevo ancora poco controllo in presenza degli umani, ma quando Bella era da noi, istantaneamente smettevo di respirare.

Tutto questo stava diventando una piacevole routine. I membri del clan di Denali non erano più venuti a trovarci, decisamente questo aveva aiutato molto l'equilibrio di felicità e tranquillità che la famiglia Cullen riusciva a trasmettermi.






================================================================== Scusatemi se non rispondo ai commenti, ma quì grandina e mi salta la corrente. Nel prossimo, prometto che risponderò! ^___^ Spero di riuscire a postare prima del prossimo black out! E scusatemi anche per la mia assenza, ma sono stata a casa con l'influenza, una settimana orrenda!
   
 
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