Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: Morwen    20/06/2005    2 recensioni
Un piccolo delirio...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Un uomo siede su una poltrona rossa… bianche le nocche delle sue mani che stringono i braccioli… la testa reclinata all’indietro appoggiata al muro… gli occhi chiusi…

“Un uomo siede su una poltrona rossa… bianche le nocche delle sue mani che stringono i braccioli… la testa reclinata all’indietro appoggiata al muro… gli occhi chiusi…”

Mesi fa scrivevo questo, forse non perfettamente uguale, ma questo.

E progettavo, progettavo, raccoglievo, scrivevo bozze, e poi?

Più niente. Mille idee e nessuna compiuta. Ci sono forse io adesso su quella poltrona rossa?

Eppure nessun lutto ha spalancato le porte della mia anima.

O forse sì?

Il lutto di quella che ero forse bussa piano alla mia porta.

È più un lieve ticchettio. Che un vero e proprio bussare.

Magari è prematuro, oltre che decisamente altisonante, parlare di “Lutto di Quella che Ero”.

Sì, è un’esagerazione.

E forse è anche falso.

Certo io mi vedo diversa, certo agisco in modo diverso, forse per la prima volta in vita mia agisco davvero.

Ma sono diversa?

In fondo sono sempre io, non sono un’altra.

Solo mi sento più libera.

E terribilmente arrabbiata.

Mi sento pronta a lottare, combattere è il mio pane. Ma per cosa? Riscattare una vita passata a lasciarsi dominare? Altri termini risonanti, ma non posso proprio farne a meno?

Libera… davvero sono libera?

Quando penso alle fanfictions che ho pensato, abbozzato, cullato, accudito e non ho scritto, dubito di esserlo davvero. Se la libertà è lasciar fluire libere le emozioni, io l’ho solo accarezzata e poi l’ho messa in gabbia, tradendo loro ed anche me. Sono venuta meno al mio obiettivo. A ciò che volevo.

Del resto non è mai stato nelle mie intenzioni scrivere FF per “imparare a scrivere”, farmi le ossa, provare ad immaginare intrecci, personaggi, dialoghi. Magari diventare una futura scrittrice.

No. Niente di tutto questo.

Volevo dare parole alle emozioni.

Regolare, riordinare, imbrigliare le emozioni nella fissità della parola scritta.

Scardinare, sciogliere, plasmare la fissità della parola scritta nella lava incandescente delle emozioni.

È con grandissimo piacere che ho letto commenti come “mi hai commosso come da un po' di tempo non mi succedeva”. Certo non volevo far stare male nessuno, ma era la testimonianza del fatto che ero riuscita pienamente nel mio intento.

Grazie, le vostre lacrime sono il più grande complimento che potevate farmi.

L’unica cosa che mi sono scoperta ad esplorare davvero da un punto di vista stilistico è l’uso della punteggiatura, la scelta del carattere, la separazione in paragrafi, come se fossero sostitutivi di quel linguaggio non verbale che i personaggi, peraltro non miei, non possono avere attraverso le parole.

Come se ogni punto, virgola, maiuscola, corrispondessero ad un gesto, uno sguardo, un sorriso di chi sta parlando.

Come associazione sembra strana anche a me che la faccio.

In ultimo, ma non è certo meno importante, è la seduzione del suono delle parole la regina indiscussa di ogni mia frase.

Come un canto di sirena.

Due parole di uguale significato ma di suono diverso possono aprire le porte di mondi completamente differenti, magari paralleli, ma distanti.

Termino qui questo breve delirio.

Questa pagina di un diario che non è un diario.

Questa sorta di manifesto programmatico della mia rivoluzione.

Un “punto e a capo” nella fanfiction della storia della mia “Vita da Autrice”.

Prima di chiudere, desidero ringraziare sinceramente tutti coloro che hanno letto le mie storie, e in particolar modo Galadwen,Vitani, Yelle, Glowen, Dalila, Verhobbit, Rowan_MayFair, Cristy, Yuo che con i loro commenti mi hanno resa molto felice e, lo ammetto, anche lusingata… Grazie a tutti davvero, per aver letto, recensito, ma soprattutto per aver avuto voglia di ascoltare ciò che avevo bisogno di dire.

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Morwen