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Autore: alex_vampire    02/12/2009    1 recensioni
non ho mai pensato che mi sarei innamorata di qualcuno fino a sacrificare la mia vita per lui, almeno non la pensavo così fino ad oggi. oggi è il giorno in cui inizierò la mia nuova scuola, sono un po preoccupata ma me la caverò, credo.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-basta Liam! lasciami in pace- la vergogna arrivò come un fulmine quando vidi che a tirare i sassi era Phil e appena nominai il nome del mio amico la sua faccia cambiò in disgusto. -ehm scusami...- -niente, mi inviti ad entrare?- urlò lui da sotto la finestra. -certo, entra pure, vengo subito ad aprirti- -no aspetta! non ti scomodare, vengo io!- si arrimpicò sull'albero accanto alla mia finestra e in un nano-secondo era vicino a me. -ma... ma... ma come hai fatto?- sgranai gli occhi. -anni e anni di pratica- sorrise. -parla a bassa voce, se i miei fratelli ti trovano qui mi chiuderanno enlle segrete a vita, comunque immagino tu rivoglia la tua giacca- -no puoi tenerla, ne ho tante uguali- -ma no dai è tua!- -no tienila tu, te la regalo- -ahm ok grazie- gli diedi un bacio sulla guancia. subito si irrigidì. -ehm io... scusa non volevo- -no non ti preoccupare- sentii qualcosa vibrare sulla mia gamba e mi accorsi che era il mio cellulare. -pronto?- -Alex scendi, voglio andare a fare una passeggiata!- -un secondo Liam- attaccai il telefono e mi misi le scarpe. -devo andare- -va bene anche io devo andare- scendemmo le scale e in un balzo aprii la porta e la chiusi a chiave. -Alex!- strillò Liam uscendo dalla macchina, ma, appena vide Phil cambiò idea. si fissarono per una frazione di secondo e poi tornarono ai loro posti. salutai Phil ed entrai in macchina con Liam. -hey Alex perchè quel tipo era a casa tua?- -era venuto solo a trovarmi tutto qui- feci spallucce. -Alex cos'è questa puzza?- -non ne ho la più pallida idea anche perchè la senti solo te- -non è tua quella giacca vero?- non mi ero accorta che avevo preso la prima giacca che avevo trovato e cioè quella di Phil. -no...- feci la mia vocina da innocnete. -oh no! Alex di chi è?- -di... di... di Phil...- -e perchè hai la sua giacca?- -oggi avevo freddo e lui me l'hai data e poi oggi pemeriggio me l'ha regalata... tutto qui...- -allora dove andiamo?- cambiò discorso Liam. -dove vuoi tu!- -alla nostra gelateria personale?- -andata!- la gelateria era un bel po distante da casa mia perchè era vicina al lago. parlammo per tutto quello che rimaneva del pomeriggio della scuola e delle lezioni. -hey Liam che ora si è fatta?- -sono le sette e mezza, devi andare?- era quasi dispiaciuto. -si...- -bene ti riporterò a casa in un lampo- e così fu, dopo appena cinque nano secondi eravamo a casa. ci salutammo e io entrai nella mia casetta di periferia. sognai che mia madre venisse a svegliarmi - cosa che non aveva mai fatto, e da ciò dedussi che era un sogno - e mi diceva che Liam si era dovuto trasferire, non credendole corsi giù per le scale ancora in piagiama, presi il cappotto e le chiavi della macchina e mi fiondai in auto. arrivata a casa sua non c'era nessuno, era tutto sbarrato da grandi assi di legno sovrapposte una sull'altra, poco dopo sentìì un ringhio e di colpo mi svegliai. ero sudata, avevo gli occhi bagnati - non mi ricordavo di aver pianto - automaticamente presi il cellulare e chiamai Liam. suonò tre o quattro volte prima di sentire una voce assonnata che parlava. -pr... ah... pronto?- la sua voce tremava. -Liam stai bene? sei a casa? vero? tutto apposto? non sei andato via vero?- incominciai ad agitarmi. -Alex ma che dici? semmai tu stai bene? perchè non dovrei essere a casa mia?- la sua voce era preoccupata, forse troppo. -no... no... ehm... ecco... è... che... insomma... no niente... avevo paura...- incominciai a singhiozzare. -Alex stai bene? avanti oggi mariniamo tutti e due la scuola e ci andiamo a fare una bella scampagnata... credo tu abbia bisogno di una bella pausa, ok?- -mmm... non so... sono solo da due giorni in quella scuola...- sentivo il pianto in gola. -avanti! me lo devi! mi hai svegliato nel pieno sonno!- -ehm... ok... ok... accetto- non c'era molta euforia nella mia voce. -passo tra mezz'ora- attaccammo entrambi il telofono. nel mio armadio c'era un caos totale, non ci capivo niente, quindi presi i primi vestiti che mi capitarono a tiro, un paio di jeans e una maglietta viola chiaro. stranamente nessuno aveva preparato la colazione, prima di aprire il frgorifero per prendere un po di succo mi accorsi che c'era un post-it attaccato. lo lessi. -cara Alessandra, tuo madre e io siamo stati chiamati per un'urgenza nella capitale, lascio a te la casa, ho pensato che ti farebbe piacere andare a dormire da Liam tanto per cambiare... torneremo tra una settimana, con affetto papù e mamma.- -P.S. chiudi bene la casa, non vorremmo che ci sparisse qualcosa- -perfetto! un'intera settimana da Liam- non vedevo l'ora di dirglielo perchè di certo il mio amico dormiglione non ne sapeva ancora niente. mi sedetti al tavolo a mangiare dei corn-flakes. dopo aver lavato la tazza sentìì Liam suonare il clakson, mi assicurai di avere le chiavi di casa e subito mi buttai tra le sue braccia. -dove vai?- ad un tratto spuntò Andrez da un angolo del salotto in bower e canottiera. -ah ti prego vatti a mettere qualcosa di decente, fai proprio schifo!- -allora vieni qui e fatti dare un'abbraccio- io subito uscii dalla porta perchè l'ultima cosa che desiderevano era avere addosso l'odore di sudore di un maschio. -non sai che paura che mi sono messa- ansimai io salendo in macchina. -perchè?- la sua voce era confusa. -ho sognato che tu cambiavi casa e che non ti avrei più rivisto...- -ah tu e i tuoi sogno stravaganti... avanti sali in macchina e raccontami tutto- la sua macchina era bollente all'interno, tanto che mi dovetti sbottonare il giaccone. gli raccontai tutto il sogno, parola per parola, appena finii lui fece una pausa e la sua bocca si contrasse. -che c'è?- -hai detto un ringhio?- -ehm... si perchè?- non capivo, ma sapevo che mi stava nascondendo qualcosa. -no niente, ti voglio portare in un posto che ho scoperto da poco, però tu devi chiudere gli occhi prima- -ok, non mi va di rompere oggi, solo oggi però!- il viaggio a mia intuizione durò una ventina di minuti, appena arrivati ero incuriositissima, ma, non volevo rovinarmi la sorpresa. -non aprire gli occhi eh!- mi comandò Liam. -sta tranquillo, ho detto che per oggi non rompo! ah! ah!- incominciai a ridere e credo che delle piccole lacrime scesero dai miei occhi. -ok siamo quasi arrivati, tra un attimo potrai aprire gli occhi... sei curiosa?- -noooo... sono a mala pena curiosissima!- mi piaceva prenderlo in giro. -ok, direi che siamo arrivati, ancora un secondo però- sentivo che sotto i miei piedi non era più presente l'asfalto del marciapiedi ma ormai c'era della terra. -ok aprili- appena aprii i miei occhi vidi un po sfocato ma dopo l'immagine fu subito più chiara... era... era bellissimo, intorno a me c'erano una decina, ma no una ventina di salici piangenti, un laghetto con dei cigni e nelle vicinanze credo ci fosse qualche lupo perchè sentivo i loro ululati. dalle mie labbre uscì un suono di contemplazione. -ti piace?- chiese ansioso Liam. -come potrebbe non piacermi Liam... è stupendo!- i miei occhi incominciarono a brillare -e poi gli ululati dei lupi- erano davvero splendidi -sei un mito Liam!- e lo abbracciai. credo restammo abbracciati per cinque minuti. nell'aria c'era un'odore leggero di pino e montagna anche se non ce ne erano nelle vicinanze. -ecco a proposito di lupi io dovrei dirti una cosa...- fece una pausa -non so come tu possa prenderla, ma credo che sia la risposta alle tue grandi domande su quel tipo a scuola e sul mio cambiamento...- si fece serio. -Liam!- una voce interruppe l'armonia di quel posto meraviglioso. -oh no! mio padre... aspetta un secondo...- non gli diedi retta e lo seguii senza che mi potesse vedere. suo padre era appoggiato ad un'albero e dall'aria non era molto felice. -Liam non mi volevi disobbedire vero?- -ehm no padre, no...- fece spallucce. -Liam sai queli sarebbero le conseguenze del tuo gesto vero?- -si padre, scusatemi- strano ero sicura che l'ultima volta lo chiamava papà. tornai dove mi aveva lasciata però non mi sedetti, volevo affrontarlo una volta per tutte. -Alex scusa io- lo interruppi andandogli contro. -Liam! io non so cosa avete da nascondermi ma voglio saperlo! basta mi sono stufata, vi siete forsi messi in comunella?- ero molto arrabbiata, un'altro po e poteva uscirmi il fumo dalle orecchie. incominciai a prenderlo a spintoni. non sembrava che io gli facessi male, in una sola mossa mi prese le mani con una sola delle sue e me le strinse forte per bloccarmi. mi faceva male, molto male. -Liam basta! mi fai male!- gli urlai contro. -Alex calmati... scusa non volevo, ma non ti lascerò le mani se prima non mi ascolti attentamente!- -cosa vuoi?!- -voglio che tu la pianti di dirmi che è colpa mia... non ti rendi conto che quando sto per dirti ciò che vuoi sapere arriva mio padre? è lui l'ostacolo, non io, lo capisci?- -si lo capisco... ma... uffa! perchè devi sempre avere ragione tu?- -basta ora! non voglio litagare con te!- -scusa...- incominciai a singhiozzare -quando qualcuno mi nasconde qualcosa vuol dire che non si fida di me, e quindi che non mi vuole bene...- incominciai a piangere. -oh Alex...- si spinse verso di me e mi abbracciò, quasi mi stritolò con la sua forza, ma non m'interessava, il suo odore era buonissimo, anche se era fredda l'aria, lui era caldissimo. -promettimi che non mi lascerai mai!- sembrava lo stessi obbligando. -te lo prometto! eccome se te lo prometto!- mi abbracciò più forte -ma dimmi è vero che verrai a stare da me per un settimana?- la sua voce aveva il tono di un bambino che aveva appena ricevuto un sacco pieno di regali a Natale. -si- -ci divertiremo un sacco! no problem!- -e chi si preoccupa- non sapevo se chiederglielo o no, ma poi mi decisi -perchè sei così caldo?- -ehm... non lo so veramente, sarà il fatto che faccio molto sport o forse sono i miei muscoli che emanano calore... bho...- mi stava mentendo, ancora. -vabbè so che mi sai mentendo, però questa volta voglio crederci- non rispose, sospirò soltanto, era ovvio che mentiva ancora, ma non avevo le forze di litigare ancora. di scatto sciolse l'abbraccio. -che c'è?- ero dispiaciuta, si stava bene tra le sue braccia. -non possiamo stare abbracciati per tutto il tempo- -si ma oggi si gela e tu sembri un caminetto a legna!- -andiamo, su!- -mi prese per una mano e lentamente mi aprì la portiera. -prego madame!- -quanto sei stupido- mi portò a casa per fare le valigie. -eccoci qua- -ci metto un secondo- dissi mentre aprivo la portiera dell'auto -mi faccio una doccia e faccio la valigia, aspetta qui oppure dentro casa- aprii velocissima la porta perchè non vedevo l'ora di iniziare la mia settimana lontana da quella casa che non potevo più vedere. mi feci la doccia il più veloce possibile, presi l'accappatoio in un lampo perchè si gelava e mi diressi verso la mia camera, anche se sentivo dei rumori venire dall'interno. -Liam!- era appoggiato alla finestra -come diavolo hai fatto ad entrare?- -dalla finestra... la porta era chiusa...- -oh no anche tu! povero albero- ripensai a Phil il giorno prima. -perchè hai detto "anche tu?"?- si innervosì -chi altro è entrato qui in questo modo?- annusò la stanza come un cane da caccia e la sua faccia assunse un'aria disgustata. -mmm... Phil...- avevo paura della sua reazione. -ah...- non era affatto sorpreso. -ma scusa poi... io sono in accappatoio... non potevi aspettare in macchhhiin... nnnaaa...?- incominciai a tremare ma ero anche seccata. -ho pensato che avessi freddo e sono salito per riscaldarti... tutto qui- era imbarazzato, glielo lessi in faccia. -mmm... nnonnn... nnn... serveee... eee... graaa... ziiie...- si avvicinò a me e mi abbracciò comunque, in quel momento mi resi conto che mi sbagliavo, si che avevo bisogno che mi abbracciasse. -bene, grazie, ora sto meglio vai pure, mi devo vestire...- -non posso restare?- -Liam!- -ok scusa scherzavo, scherzavo- scese le scale rapidamente. io preparai la valigia mettendo solo le cose essenziali, mi vestii velocemente e scesi. Liam non c'era, a quanto pare era già tornato in macchina. presi le chiavi di casa, il mio cellulare e la borsa. -hey finalmente- -non rompere- -scusa- per tutto il tragitto non parlammo. quando arrivammo me ne accorsi subito, perchè dallo spicchio di finestrino aperto arrivò l'odore di un'aria pulita e soprattutto non inquinata dalla smog. -stasera sei curiosa di sapere che si mangia?- parlava sempre e solo di quello. -mmm... ok- bluffai. -ci facciamo un falò tutto nostro all'aperto, contenta?- -certo- non del tutto, perchè sapevo che avrebbe fatto freddo, ma non mi preoccupavo più di tanti perchè tanto io avevo la mia stufa personale. mi portò subito nel posto del falò, c'erano due grossi tronchi che - immagino - avrebbero dovuto essere le nostre panche, c'erano anche due pleid - a quell'idea mi sollevai - non sarei morta di freddo. accendemmo il fuoco dopo pochi minuti e subito si ingrandì, emanava un calore fortissimo ma non quanto quello di Liam. -cosa preferisci, wurstel o salsicce?- di certo aveva già la bava alla bocca a quell'idea. -wurstel- -ok- la cena si svolse abbastanza in silenzio, forse troppo per i miei gusti. -allora io dove dormo?- cercai di interrompere quell'aria di silenzio che non mi piaceva affatto. -nel mio letto- -e tu?- -nel sacco a pelo- -ma non hai freddo?- -no, non ti preoccupare- -mmm... ok- finito il falò rientrammo in tutta fretta perchè io stavo morendo di freddo. notai, appena entrata nella stanza da letto che il sacco a pelo in cui avrebbe dormito Liam era rosa. incominciai a ridacchiare. -non dire niente sul sacco a pelo- ridacchiai più forte, quasi fino a farmi venire un'infarto. -ok ok prendimi pure in giro...- -allora io vado a mettermi il pigiama... dov'è il bagno?- -in fondo al corridoio...- mentre passai notai che i suoi non c'erano, credo fin da quando ero arrivata. mi misi il pigiama in un secondo e subito corsi di là. -hey ma i tuoi non ci sono?- mi accorsi che Liam indossava solo la parte inferiore del pigiama e sopra era a torso nudo -ehm... oddio scusami... dovevo bussare...- wow però che muscoli che aveva! -no problem Alex- si mise a ridere -dicevi?- -i... i tuoi non ci sono?- chiesi ancora con la faccia tutta rossa per l'imbarazzo. -no, questa volta il raduno era a casa di qualche loro amico, e solo per adulti...- -ah... ok- -che vuoi fare?- mi chiese lui tutto ansimante. -veramente volevo andare a dormire... domani devo assolutamente andare a scuola...- non mi piaceva l'idea ma era un mio dovere. -ah ok ok....- mi infilai sotto le coperte gelate del letto di Liam e mi chiesi come faceva lui a stare per terra. -Alex?- mi chiese lui. -ss... ssiiiii?- non mi ero accorta di essere tornata a tremare, di sicuro aveva sentito i miei denti. -hai freddo?- -unnn pochhhiinoooo... niieentteeee dii cheeee...- si alzò dal sacco a pelo si infilò sotto le coperte con me. -chhee faiii?- -non voglio mica che i tuoi mi incolpino della morte del loro pinguino surgelato!- -come vuoi...- riuscivo finalmente a parlare normalmente, Liam aveva una temperatura corporea davvero calda, stavo iniziando a sudare. incominciò a stringermi più forte, e mise i suoi piedi sotto i miei. -Liam! mi fai male! non stringere così!- -mmm... non so se mi va...- ci pensò sù un'attimo poi allentò la presa -ok ok scusa, mi sono fatto prendere dal momento- -ok- -buona notte Alex- -buona notte...- sbadigliai -Liam- sprofondai nel sonno nel giro di pochi secondi. sono sicura che quella notte non sognai. o almeno non ricordavo niente di ciò che potevo aver sognato.
  
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