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Autore: alex_vampire    02/12/2009    2 recensioni
non ho mai pensato che mi sarei innamorata di qualcuno fino a sacrificare la mia vita per lui, almeno non la pensavo così fino ad oggi. oggi è il giorno in cui inizierò la mia nuova scuola, sono un po preoccupata ma me la caverò, credo.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-avanti vai, io ti aspetto qui- scesi di corsa dall'auto, ovviamente Ashely non voleva venire perchè non avrebbe sopportato quell'odore di sangue dentro all'ospedale. Andrew era seduto accanto a mia zia e stava piangendo a dirotto. -dove sono?- -Ale, io dovrei...- non volevo sentire parlare nessuno, volevo solo sapere dove erano i miei genitori, ero loro figlia e dovevo vederli. mi diressi verso il bancone dove c'era un'infermiera dai capelli rosso carota, sperando che mi sapesse dire cove si trovavano i miei genitori. -scusi, mi chiamo Alessandra Marc, i miei genitori dovrebbero essere ricoverati qui, posso sapere qual'è la stanza?- -un'attimo che controllo- sfogliò velocemente le pagine di un registro, arrivando alla data di oggi poi si fermò -mi dispiace signorina, ma il signore a la signora Marc sono deceduti venti minuti fa- mi sentii svenire, non potevano essere morti, no, non stava succedendo davvero a me, perchè nessuno mi aveva chiamata dicendomelo, cavolo ero loro figlia, incominciai a sentire le lacrime rigarmi il viso. di corsa uscii dall'ospedale e vidi Ashley venirmi in contro. la ignorai e continuai, camminai lungo il marciapiede senza fermarmi, nessuno mi stava seguendo - per fortuna -, non volevo parlare con nessuno, volevo solo stare sola, non mi piaceva essere compatita. una macchina si accostò al marciapiedi, quando il finestrino si abbassò vidi due ragazzi, pieni di tatuaggi, che mi fissavano, per quanto avevo camminato? dove ero finita? -ciao bella, salta su, stiamo andando ad una festa- li ignorai e continuai andando per la mia strada, anche se non sapevo dove stavo andando. la macchina si riavvicinò a me. -su, non avere paura, vieni con noi, ci divertiremo!- continuai a camminare, prima o poi se ne sarebbero andati. ma la macchina continuava a seguirmi, ad un tratto sentii in lontananza una sgommata e mi scostai dal marciapiedi. la macchina si fermò con un'altra sgommata dietro la macchina di quei due ragazzi. scese alla svelta Phil, arrabbiato come non lo avevo mai visto. -vi conviene andarvene- ringhiò mettendosi davanti a me. -perchè altrimenti che ci fai?- -nemmeno ve lo immaginate- rispose lui in tono di sfida. -noi siamo capaci di ammazzarti se vogliamo- sapevo cosa stava per succedere e non mi piaceva per niente. -siete arrivati in ritardo, sono già morto- io deglutii e lui tirò fuori i denti. le facce dei due ragazzi si inorridirono e a tutto gas scomparvero dalla strada. nell'arco di tempo in ci Phil si girò verso di me, mi venne in mente l'incubo e continuai a camminare. volevo strillare, volevo che i miei genitori tornassero in vita; <> continuavo a ripetermi nella testa, <<è solo un'altro incubo>>, ma sapevo che non era un'incubo, solo che non lo volevo acccettare. Phil mi afferrò per un braccio e mi ritrovai faccia a faccia con lui. -non puoi farci niente, tutti muoiono, per un'incidente, per la vecchiaia, per una malattia o come me... scappare non serve a niente e ricordati che c'è quel vampiro a piede libero, vuoi davvero che tuo fratello perda anche te?- le sue parole si insediarono nella mia testa, stavo soffrendo, ma ancora di più stava soffrendo mio fratello, non poteva perdere anche me, non ora almeno. -avanti andiamo, ti riporto a casa- -no, non voglio tornare a casa- non volevo avere intorno i ricordi dei miei genitori, non volevo stare ancora più male -non voglio ricordare- -vuoi tornare a casa mia?- quello era l'unico posto in cui volevo andare, forse stando insieme a persone che non dormivano non mi sarei addormentata e se non mi fossi addormentata non avrei avuto altri incubi. salii in macchina di Phil e pensai a quello che aveva appensa fatto per proteggermi. -non ci posso credere, hai appena rivelato il tuo segreto per salvare me, una stupida umana che si comporta da bambina- appena finii di parlare Phil accostò e si girò verso di me. -tu non hai nemmeno idea di quello che provo per te, ho aspettato tutto questo tempo, sperando di trovare la mia anima gemella e quando sto con te mi sembra di rivivere, anche se non ho un'anima, sento che grazie a te essa è tornata in me- -tu hai un'anima, io lo so... nessun vampiro avrebbe fatto ciò he hai fatto tu per me- -quando sto con te tutto il resto del mondo svanisce- -anche per me è lo stesso, ma allo stesso tempo ho paura, paura che prima o poi la mia fine arriverà- -la tua fine doveva arrivare quella notte in cui stavi per essere morsa, solo per colpa mia- -non è stata colpa tua e lo sai, tu non c'entri niente- -invece si- -lo sai che fin'ora ti ho visto arrabbiarti con tutti tranne che con me?- -non potrei mai arrabbiarmi con te, non potrei mai perderti- lui si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò qualcosa. -posso provare a fare una cosa?- io annui e lui si mise davanti a me. avevo paura, come al solito, quando un vampiro si avvicinava così non era un buon segno, ma sapevo che non stavo sognando. sentii le sue labbra fredde sulle mie, rabbrividii all'inizio, ma poco dopo mi ci abituai. ero certo, non stavo sognando, era il momento più bello della mia vita. per quell'arco di tempo dimenticai tutto quello che mi stava succedendo, non ricordavo più il motivo della mia tristezza, finalmente ero felice. sentivo che Phil stava facendo un'enorme sforzo, sentivo le sue labbra irrigidirsi sempre di più. era il bacio più bello, ma in quel momento mi spinsi troppo oltre. ad un tratto lui si allontanò da me. -basta, io non...- -scusa è colpa mia, non so controllarmi...- -non posso mai perdere il controllo con te, altrimenti le conseguenze sarebbero orribili- Phil riaccese la macchina e riprendemmo il viaggio verso casa. -sai, io credo che sia abbastanza strana la nostra storia- -sapessi io quante ne ho viste di cose strane... posso sapere che cosa hai sognato, prima quando non volevi che mi avvicinassi a te?- -cose orribili su chi mi circonda, compreso te- -e che facevo?- -ehm, mi mordevi- Phil rimase silenzioso, di certo avevo urtato il suo punto debole. -ma non per questo credo che tu lo faresti mai- per un pò nella macchina ci fu il silenzio, mi vennero in mente cose orribili, cercai di scacciarle invano; chiccà cosa sarebbe successo ora che né io né Andrea avevamo più i genitori, chi si sarebbe preso cura di noi? -ora come farò, non voglio restare senza di loro- -i tuoi fratelli si prenderanno cura di te- -io...- -non ti preoccupare, tutto si risolverà, perchè non provi a dormire?- -no, non intendo chiudere occhio, non voglio fare di nuovo quegli incubi...- -ma non puoi non dormire- -tu e la tua famiglia state svegli tutta la notte, se sto con voi non mi verrà sonno- -si, ma noi siamo vampiri e tu sei umana, non ce la farai a stare sveglia tutta la notte- -invece spero di si, non voglio fare altri incubi e poi non ce la farei comunque a dormire, troppi brutti pensieri- -va bene, come vuoi- mentre eravamo in macchina il tempo sembrava non passare mai, di solito i viaggi in macchina sembravano durare cinque o sei minuti, questo invece sembrava non finire mai, forse era perchè non volevo stare con tante persone, ma solo con una. anche se cercavo di non pensarci, il pensiero mi tornava in mente, ero in pericolo e dovevo stare molto attenta, mio fratello non poteva perdere anche me, forse una soluzione per essere al sicuro c'era, ma non era il massimo e soprattutto a Phil non sarebbe piaciuta e neanche a Liam... quando Phil entrò nel garage trovai tutta la famiglia ad aspettarci, a quanto pare avevo fatto preoccupare parecchia gente. -oh, Ale, mi dispiace tantissimo- disse Ashley abbracciandomi -no, ti prego, non mi è mai piaciuto essere compiaciuta- risposi sciogliendo l'abbraccio, a sentire quelle parole Ashley fece una faccia strana, poi continuai rivolta verso tutto il resto della famiglia -avrei un favore da chiedervi, mio fratello non può perdere anche me, quindi vi prego cercate di trovare quel maledetto vampiro, perchè non me lo perdonerei mai se lasciassi solo mio fratello in questo momento- prima che Stephanie potesse dire qualcosa sentii la voce di Liam chiamarmi. -Alex, vieni qui- -Liam!- strillai e corsi verso di lui abbracciandolo. -mi dispiace tantissimo, quando l'ho saputo non riuscivo a crederci, ma com'è successo?- -non lo so di preciso, so solo che stavano tornando a casa dall'aeroporto e un'altra macchina è passata con il rosso- -perchè non sei a casa?- -non me la sento di stare là, tutto mi ricorda loro- -e pensi che la compagnia migliore siano i Powell?- -in questo momento si, scusa- -ora io devo andare, ci vediamo- -ok, ci vediamo- Liam sembrava dispiaciuto di andarsene e in effetti anche a me dispiaceva; gli diedi un bacio sulla guancia e ritornai da Phil. -ricorda al tuo amichetto che non è gradito qui- mi disse Ceryl in tono di rimprovero. -scusa, glielo dirò... voleva solo sapere come stavo- -Ceryl, ma che...- fece quasi chiedendo Phil -avanti ti porto dentro- disse rivolgendosi a me e mettondomi un braccio intorno alla vita. per tutta la notte restai con Phil sul divano nel soggiorno, Bill stava guardando con Ceryl la televisione, Syrus era fuori con Robert e Stephanie mentre Ashley era in camera sua a fare non so cosa. stranamente vedere loro svegli e nemmeno un pò stanchi mi aiutò molto a restare sveglia, anche se la stanchezza incominciava a farsi sentire. -davvero non vuoi andare in camera? non puoi non dormire per tutta la sera- mi sussurrò Phil all'orecchio. -ok, accetto di andare in camera però non voglio dormire- ovviamente volevo dormire solo che non volevo ammetterlo e dargliela vinta. -ah, ho vinto la scommessa ora paga- disse contenta Ceryl a Bill. -ah bene, scommettete anche su di me, comunque non sto andando a dormire, non ho sonno- -evvai! grazie Ale- Ceryl si alzò arrabbiata e se ne andò di fuori, l'avevo irritata ma lei d'altronde faceva di tutto per farmi saltare i nervi e poi era ovvio che non vedeva l'ora che io me ne andassi. -ma davvero non vi fa nemmeno un pò paura andare nel bosco di notte?- Phil ridacchiò e poi mi rispose. -perchè mai dovremmo avere paura, siamo noi il pericolo là fuori- ci riflettei sopra, in effetti era vero anche se per me loro non erano cattivi, erano diversi. -giusto, però voi non siete pericolosi, semmai gli altri vampiri che girano...- -ogni vampiro è pericoloso, un'attimo di perdita del controllo e potrebbe esserci una strage- -sai credo che mi sia venuto sonno, a quanto pare avevi ragione- dissi sbadigliando, il sonno era arrivato tutto ad un tratto. -ecco qua, buona notte- mi disse baciandomi. -no, resta qui con me, non te ne andare- lui si stese sul letto, sopra le coperte per non farmi sentire freddo. sentivo il suo respiro, la mia mente si svuotò, c'eravamo solo io e Phil. poco dopo sprofondai nel sonno. venni svegliata da uno scossone, qualcuno che mi spingeva di qua e di là. quando aprii gli occhi mi ritrovai faccia a faccia con Phil. -Ale, svegliati!- -si, si, sono sveglia, che c'è?- ero ancora addormentata ma per lo meno riuscivo a parlare. -devi scendere, c'è uno dei tuoi fratelli- subito scattai in piedi, quelle parole mi avevano dato una scossa; come aveva fatto a trovarmii? e perchè era venuto? già sospettavo chi poteva essere. -mio...- deglutii -mio fratello? che... chi...- -è di sotto, non c'è da agitarsi, avanti scendiamo- Phil mi prese per mano e mi accompagnò al piano di sotto. appena scesi l'ultimo gradino sentii un forte odore di caffè, ma i vampiri non mangiavano, giusto? quando entrammo in cucina vidi Logan seduto al tavolo a bere un caffè, accanto a lui c'era Stephanie e più in là vidi Ashley appoggiata al muro con la testa girata che guardava fuori della finestra. -Logan, che ci fai qui?- subito lui si alzò e mi venne ad abbracciare. sentii il suo calore entrare dentro il mio corpo, anche perchè fino a pochi secondi prima ero stata vicino a Phil. -non lo dovevi venire a sapere così, scusa- -Loghy, ma...- -lo so che è colpa di tutti noi che non abbiamo saputo dirtelo, ma non ti preoccupare, la nonna ad ogni evnto verrò qui da noi per stare con te così non starai sempre in mezzo ai maschi- -grazie- -avanti andiamo, devi tornare a casa, sono tutti in pensiero per te- mi prese una mano e finalmente tornai a casa la mia vita stava cambiando, all'inizio sembrava tutto così bello ma poi la mia favola si è trasformata in un'incubo, la morte dei miei genitori aveva provocato un vuoto dentro di me, un vuoto che Phil, con il suo amore e Liam, con la sua grande amicizia riuscivano a riempire, quando ero lontana da tutti e due sentivo che il buco dentro di me si riapriva, per me quello era un periodaccio, speravo solo che tutto si rivoltasse; con Phil andava tutto bene, essere fidanzata con un vampiro a volte metteva a disagio, ma il loro mondo mi affascinava, stavo scoprendo una realtà che credevo non esistesse, ogni giorno c'era una nuova esperienza, cose che mi entusiasmavano, ma anche cose che viste dagli occhi umani spaventavano come non mai... Liam era sempre più geloso della mia storia con Phil, ogni giorno veniva a casa mia a parlare con mio fratello, non ho ancora capito cosa gli chieda ogni volta e non intendo saperlo, forse si è trovato un nuovo hobby: crescere mio fratello, buona idea pensavo ogni volta, Andrea aveva bisogno ogni tanto di vedere una figura maschile, non poteva crescere in mezzo a due femmine. quando aprii gli occhi non fui per niente felice. oggi era quel giorno, il giorno del mio compleanno, un giorno che odiavo più di tutti; quest'anno lo adiavo ancora di più, perchè voleva dire avevre un'anno più di Phil, un'anno più vicina alla vecchiaia. sarei voluta rimanere tutto il giorno a letto, ma qualcosa mi spinse a scendere le scale. le luci erano tutte spente, non sembrava esserci nessuno, forse era mattina presto e nemmeno mi ero accorta di essermi svegliato più presto del solito. feci de passi verso il salone e sentii uno scricchiolio sotto i miei piedi, mi sembrava di essere dentro ad un film horror, la ragazza che cammina nel buio e viene assalita, ma d'altronde ero in casa mia, perchè mai avrei dovuto avere paura? feci altri due passi e poi una luce abbagliante mi accecò. -sorpresa!- gridarono delle voci in coro. all'inizio vidi tutto bianco, poi incominciai a mettere a fuoco; vidi tutti i miei fratelli che avevano in mano delle bandierine e che all'unisono strillarono <>. dopodichè vidi mia nonna che mi guardava con un sorriso stampato in faccia e con delle lacrime che gli cadevano sulle guance; c'era anche un'altra persona e vedendola mi meravigliai. -sono meglio io, il tuo ragazzo nemmeno è qui perchè c'è il sole- mi sussurrò Liam all'orecchio. -felice di vederti Liam- gli risposi io fingendo. -ah e buon compleanno- -uffa perchè mi avete organizzato una festa? non c'è niente da festeggiare- -si che c'è da festeggiare, sei un'anno più grande!- esclamò mia nonna. -semmai un'anno più vecchia...- dissi a bassa voce. mia nonna mi sentì ma sorvolò sul senso della frase; arrivò il momento che odiavo ancor più degli auguri: l'apertura dei regali. toccò prima a quello di mia nonna, quando aprii un pacchetto e trovai due biglietti per Los Angeles. mi stupii vedendo quei due biglietti, perchè dovevo tornare a Los Angeles? e perchè due e non uno? -ti devi prendere una pausa e pensavo che ti avrebbe fatto piacere portare Phil con te a Los Angeles- Phil a Los Angeles? come avrebbe fatto, lo avrei visto solo di notte e credo che sarebbe stato un pò strano entrare in una stanza d'albergo in due e uscire in una per tutto il giorno. -che c'è non ti piace?- cheise mia nonna ansiosa della mia risposta. -no, no, certo che mi piace, grazie- dissi mentendo e abbracciandola. -questo invece è il nostro- dissero insieme i miei fratelloni porgendomi un pacchetto dalla carta argentata. lo aprii e vedendolo mi vennero le lacrime agli occhi, dentro c'era un medaglione, all'esterno la scirtta "Alessandra" con due pietre azzirre e aprendolo vidi da un lato la foto di mamma e papà e dall'altro la foto di tutti loro molto rimpicciento che grazie a te essa è torni ad ognuno un bacio sulla guancia e un'abbraccio. -questo è il mio, te lo avevo promesso da tanto...- disse fra i denti Liam. all'interno del pacchetto vidi un lupo di legno intagliato a mano, non potei credere ai miei occhi. -te ne sei ricordato?- chiesi curiosa a Liam. -certo, io ricordo tutto quello che mi hai detto- -grazie...- accennai a bassa voce guardandomi i piedi. -posso avere un'abbraccio?- chiese Liam scherzando. lo abbraccia forte per cinque secondi e poi tornao indietro, sembrava deluso da quell'abbraccio, la nostra amicizia peggiorava di giorno in giorno e si vedeva a distanza di un miglio. non so perchè ma mi vennero le lacrime agli occhi, -scusate, io vado via- svicolai attrverso Liam ma lui mi afferrò per un braccio -Liam, ti prego, voglio stare sola- mi liberai dalla sua presa e corsi fuori. ormai scappare era diventata la mia specialità. amavo stare sola, ma in alcuni momenti, come tutti d'altronde, avevo bisgono di gente intorno, ma non adesso. mentre camminavo per strada incominciai a sentire un tintennio quasi dentro la mia testa, mi guardai intorno ma non vidi nessuno. ripresi a cammoinare più svelta e il lieve rumore andò a ritmo con me; poi mi accorsi che a fare quel rumore era la collanina con la "A" che mi aveva regalato Liam che sbatteva contro la cerniera del giubbetto. ripresi a camminare ma questa volta sentii la presenza di qualcuno; ultimamente mi succedeva spesso, sentivo che c'era qualcuno con me ancora prima di vederlo, di certo perchè mi erano successe tante di quelle cose che mi ero stufata di avere sorprese. dei passi si avvicinarono a me ma non erano umani perchè erano veloci e silenziosi, quasi impossibili da sentire. mi voltai ma non vidi nessuno, poi quasi mi venne un'infarto quando qualcuno mi mise una mano sulla spalla. mi girai senza emettere alcun suono perchè ero troppo spaventata, poi tutte le mie paure svanirono quando mi accorsi che era Phil. -cavolo Phil, mi hai fatto prendere un colpo- -semmai tu me lo hai fatto prendere, lo sia che non devi andare in giro da sola- mi rimproverò con tono arrabbiato quasi ipnotizzandomi con i suoi bellissmi occhi color marrone cioccolato. -lo sa che i tuoi occhi oggi hanno un colore diverso?- lui fece una risatina e poi con il suo bel sorrise mi disse le parole che non volevo sentire. -buon compleanno Alex- -oh no, anche tu?- -scusa, io non... perchè non vuoi che ti faccia gli auguri?- mi domandò con la sua aria dubbiosa impossibile da copiare. -non ho mai amato i compleanni, soprattutto i miei e poi quest'anno vuol dire anche che sono più vecchia di te...- di nuovo fece una risatina fra i denti e poi mi rispose. -tu più vecchia di me? Alex, io ho centoquattordici anni- -si ma per tutti ne hai diciassette, mentre io ora ne ho diciotto- -già ma diciotto anni si fanno una volta sola e dovrebbero essere speciali- -non per me, scusa- -quindi non ti posso fare un regalo?- mi chiese lui con aria da cucciolo. io lo guardai irritata e lui capì subito, si voltò ma poi mi mise le braccia intorno alla vita e mi baciò. ma fu un bacio diverso da quelli che mi aveva dato di solito, sentii che si stava lasciando andare, ma aveva sempre sotto controllo la situazione. quando finalmente anche io incominciai a godermi quel bacio lui si staccò da me. lui poteva controllarsi ma sapeva che io non ci sarei riuscita. -non mi hai detto che era questo il regalo- -la prossima volta intuiscilo- mi sussurrò ad un'orecchio. -grazie, mi ci voleva- -tutto per te- mi prese per mano e continuammo a camminare; non sapevo dave stavo andando, non sapevo che ore fossero, sapevo solo con chi ero e che ero al sicuro da qualsiaso pericolo che non fosse lui stesso. volevo pensare solo a me ma i continui pensieri che odiavo si inidiarono nella mia mente molto velocemente e nemmeno mi diedero il tempo di godermi qualche minuto in pace, di certo Phil sapeva come mi sentivo ma non mi importava. -bene, bene, vorrei andare a casa di una mia amica, vuoi venire?- -beh, veramente se lei non mi invita ad entrare io non posso...- -perchè? ah, ecco perchè quella volta che sei salito dall'albero fino in casa mia mi hai chiesto di invitarti ad entrare- -esatto, ma puoi anche togliermi quell'invito- -non lo farei mai- -so che tutto può sembrarti strano e mi dispiace- -non mi sembra affatto strano, sai, prima quando mi arrabbiavo con mia madre, dicevo che sarei voluta diventare una vampira, per non avere più problemi, per non morire mai- -non lo pensi ancora, vero?- -Phil, io non so più a cosa pensare, può darsi, ma non adesso, mi piacerebbe ma credo che non avrei mai il coraggio e...- -e niente- mi interruppe lui -io non lo permetterei mai, anche perchè il modo in cui succede è orribile e lo sai bene- -Phil, basta almeno per ora, ho bisogno di sentirmi umana, per un pò non voglio sentire discorsi da vampiri- -scusa, è meglio che io vada, sta per arrivare Liam- non riuscii a protestare che lui era già sparito. dopo poco arrivò Liam, aveva la faccia tesa e arrabbiata. -Alex, scusa io devo...- non riuscii a finire la frase che uno spasmo gli contrasse la bocca. -Liam, stai bene?- gli chiesi prendendogli una mano. la sua mano stranamente era più calda del solito, avrei giurato che potesse avere la febbre a qurantadue gradi. -Liam, sei caldo- -oh, no, io... io devo andare- subito sparì dalla mia vista, non riuscii a capire come avesse potuto fare, ero convinta che solo i vampiri potessero muoversi velocemente, ma lui non era uno di loro perchè era caldo e i vampiri invece erano freddi e anche bianchi. rimasi nella strada ancora fissando il punto in cui avevo visto Phil l'ultima volta, tutti mi stavano abbandonando, nessuno mi dava spiegazioni e il mio approccio con la realtà dimunuiva giorno per giorno. poco dopo ricomparse Phil. -Phil, che succede?- -Ale, io devo andare- -dove?- -lontano, con la mia famiglia, ci sono alcuni problemi con i Qamuri- -quel gruppo di vampiri? voglio venire con te- -non è posto per te, devo andare, ti prometto che tornerò- mi diede un bacio sulla fronte e sparì dalla strada. ero di nuovo sola, volevo avere Liam accanto ma non sapevo dove cercarlo.
  
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