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Autore: Maik    03/12/2009    0 recensioni
Frequento alcuni gdr su Harry Potter. Ho creato così la storia del mio personaggio storico... La scoprirete un po' per volta! ^^
Genere: Generale, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro, personaggio, Draco, Malfoy, Harry, Potter, Mangiamorte
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Erano già un paio di settimane che erano iniziate le lezioni. Quella notte Merope non riusciva a prendere sonno. A gambe incrociate, stava seduta su una morbida poltrona della sala comune di Serpeverde. Ponderava, rifletteva. Rifletteva su quanto stesse bene con quei ragazzi, su quanto si divertisse a guardar male i ragazzi delle altre Casate. Niente di meglio che sentirsi migliori perché si è migliori. Perché si è un gradino sopra chiunque. E quella sensazione di superiorità la rendeva fiera di essere una Serpeverde. Non se lo sarebbe mai immaginato. Una Potter Serpeverde. Cosa c’era di più assurdo. Era dalla sera dello Smistamento che non riceveva notizie dei genitori, ma poco le interessava. Stava bene con se stessa in quel momento e degli altri non le interessava nulla. Posò la testa sul bracciolo della poltrona, sdraiandosi. Chiuse un attimo gli occhi, sospirando.
Cosa ci fai qui?
Una voce familiare la sorprese. Scattò a sedere, voltandosi verso i corridoi dei Dormitori.
Draco. Potrei farti la stessa domanda. Il ragazzo sorrise, scuotendo la testa. Con addosso i pantaloni del pigiama, scalzo, si avvicinò a Merope. Le scompigliò i capelli e si sedette sulla poltrona davanti a quella della ragazzina. Draco per lei continuava ad esser un enigma. Davanti agli altri ragazzi la trattava con distacco, con indifferenza quasi. E questo la irritava, la faceva inviperire. Ma poi, quando si trovavano da soli, era un’altra persona. Simpatico, quasi divertente.
Dai, che ci fai ancora in giro a quest’ora? Insistette il ragazzo, posando la testa sul dorso della mano destra. Osservava l’altra con occhi stanchi, ma lo sguardo era attento, teso a cogliere ogni gesto, ogni movimento di lei. Merope roteò gli occhi verso l’altro, facendo spalluccia.
Non riuscivo a prender sonno. Spiegò semplicemente. E tu?
Draco sorrise ancora. Roteò gli occhi verso l’altro e poi fece spalluccia. Non riuscivo a prender sonno.
Merope lo guardò finta offesa. Afferrò uno dei cuscini che erano sulla sua poltrona e lo tirò contro Draco. Simpaticone! Il ragazzo prese al volo il cuscino, posandoselo dietro la testa, in tutta risposta.
Calò improvvisamente il silenzio tra i due. Draco chiuse gli occhi, sospirando rumorosamente. Merope si sdraiò come prima, con la testa su uno dei braccioli. Prese a fissare l’altro per un po’. Osservandone i movimenti, sperando quasi di capire cosa stesse pensando. Quando l’altro aprì all’improvviso gli occhi, Merope chiuse i propri, affondando il viso nel bracciolo morbido.
Tu sei imparentata con Harry Potter, vero? Draco rizzò la testa, prendendo a fissare Merope. Non glielo aveva mai chiesto così esplicitamente. Non si era mai azzardato. Il nome del cugino della ragazzina gli faceva troppo schifo. Merope sbarrò gli occhi, puntandoli in quelli di Draco, sorpresa. Socchiuse la bocca. Sì, lo sei. Concluse il ragazzo. Indurì l’espressione, spostando il volto altrove. Merope corrugò la fronte, tornando a sedere. L’espressione della piccola Potter era irritata, inviperita.
E con questo? Sarei da meno di te?
Draco scattò in piedi. Tasto dolente. Chiunque era meno di lui, chiunque. Sì, anche lei. Per quanto quegli occhi lo incantassero. Per quanto detestasse se stesso quando non riusciva ad andarle a parlare quando c’erano gli altri ragazzi. Per quanto adorasse quel momento, in Sala Comune, da solo con lei. Per quanto le avrebbe voluto strappare via quel cognome. Lo sguardo di Draco era furente, tremante di rabbia. Quello di Merope perfetto. Distante, lontano, intoccabile. Inscalfibile. Granitico. Fisso, avvinghiato agli occhi dell’altro. La ragazzina scattò in ginocchio, con le braccia lungo i fianchi. Immobile come solo una statua sa essere. Sua parente o meno, sono sempre io. Sempre la stessa. E sono qui, non con lui!
Sono tremendamente irritato con te perché non me lo hai detto prima. Esclamò Draco, avvicinandosi alla ragazza. Merope rimase ancora immobile.
E cosa avrei dovuto fare? Venirti vicino e dire: ehi, Draco, lo sai? Harry Potter è mio cugino!
Draco sgranò gli occhi, incredulo. Tuo cugino? Ma come è possibile? James Potter era figlio..
No, non era figlio unico. Mio padre era suo fratello minore. Quello che tu sai e quello che Harry sa è ciò che il Ministero ha voluto che tutti sapessero. Merope alzò un sopracciglio. Primo sprazzo di vita nel suo volto di marmo. Draco aprì la bocca, sempre più incredulo. Si gettò nella poltrona, fissando Merope.
E chi lo sa, qui a scuola?
Nessuno oltre te e Silente. Merope tornò a sedere, portandosi le gambe al petto e stringendole con le braccia. Posò il mento sulle ginocchia e prese a fissare Draco, dubbiosa.
Cioè, Harry non sa di avere una cugina?
No. Non ha mai saputo della mia esistenza. Inclinò la testa, arricciando le labbra. Il suo piano di non farsi riconoscere non stava funzionando. Dannazione. Non ho intenzione di far sapere ad Harry della mia esistenza. Non voglio. Se dovessi incontrarlo, certo non gli direi il mio nome.
Draco annuì, troppo shockato per poter rispondere. Merope si alzò dalla poltrona, sistemandosi la camicia da notte azzurra. Sistemò i capelli e si avvicinò a Draco. Nessuno deve sapere. Draco annuì di nuovo, alzando lo sguardo su Merope. Buonanotte. Merope si abbassò a dare un leggero bacio sulla guancia dell’altro.
Buonanotte… Rispose Draco, riprendendo a fissare un punto non definito davanti a sé.

Rideva tranquilla nel cortile della scuola. Il tempo inglese aveva deciso di concedere una tiepida giornata di inizio autunno. Merope era con alcune compagne di Serpeverde del suo anno e poco più in là Draco con i suoi amici. Sembrava non fosse successo nulla la sera prima. Continuava a prendere in giro quel ragazzino di Grifondoro. Il Mezzosangue Colin Canon. Ormai era diventato un passatempo quotidiano per Draco ed i suoi scagnozzi. Dopo qualche istante che si era messa a guardare la scena, incuriosita, posata contro una delle grosse colonne del cortile interno, Draco si voltò a guardarla. Senza un motivo preciso. Rimase inespressivo un attimo e poi sorrise a Merope. La ragazzina restituì il sorriso e poi tornò ad occuparsi della preparazione del tema di Pozioni, insieme alle due compagne: Cassandra e Miranda.
Cassandra Longely era l’unica Mezzosangue di tutta la Casata di Serpeverde, l’unica forse in tutta la storia di Hogwarts. Ma era così tremendamente affascinante agli occhi di Merope che quest’ultima non riusciva più a fare a meno della sua presenza. Erano così assurdamente diverse da riuscire a compensare pienamente una le mancanze dell’altra.
Miranda Crouch invece era la cugina di Merope da parte di madre. Era figlia di Barty J. Crouch. Cresciuta tra le Arti Oscure e affascinata da queste. Era complici in tutto e aspettavano di essere complici in qualcosa di maestoso, un giorno. Qualcosa che lasciasse il segno. Anche se Miranda ogni tanto si lasciava andare a strane congetture sulla “cosa giusta da fare” e Cassandra la seguiva a ruota. Puntualmente Merope alzava gli occhi al cielo ed abbandonava la conversazione, dedicandosi ad altro, improvvisamente.
Cassandra e Miranda si erano dimostrate fin dal primo giorno giudiziose e studiose, invece Merope era diventata una testa calda. Più propensa a girovagare per i corridoi che non stare a studiare. Spesso e volentieri si aggregava al gruppetto di Draco, mettendosi a chiacchierare con Pancy e Tiger, che inaspettatamente si era sempre dimostrato simpatico e divertente.
Era persa in tutte queste sue congetture, senza né capo né coda, con gli occhi persi ancora sul tormento che i Serpeverde stavano infierendo a Colin Canon, quando qualcuno si intromise.
Lascialo stare! Una voce che non aveva mai sentito. Ma che per mesi aveva desiderato. Miranda si voltò verso il nuovo arrivato e poi verso Merope. Sulle labbra u’esclamazione, muta. Harry. Draco si voltò verso Merope, ma la ragazzina aveva gli occhi fissi sul cugino. Si staccò dalla colonna, avvicinandosi alla scena. Si posizionò alle spalle di Draco, scrutando Harry ed un suo amico dai capelli rossi. Dietro questi due intravide un volto conosciuto: Hermione, la ragazza del treno. I loro occhi si incrociarono un attimo, poi Merope si voltò a guardare Draco. Stava discutendo con Harry su quanto i Mezzosangue fossero inutili per la società magica. Merope si voltò verso Cassandra: la ragazza stava andando via insieme a Miranda. Merope tornò a fissare Harry.
Dare fastidio è l’unica cosa che sapete fare tu e la tua combriccola! Harry indicò la gente alle spalle di Draco e per la prima volta gli occhi dei due cugini si incontrarono. Un pugno dritto allo stomaco. Si somigliavano in una maniera atroce. In quel momento la cosa era sotto gli occhi di tutti. Tutti potevano accorgersene. Quasi glielo avesse chiesto, Draco si sopstò di un passo, coprendo Merope con il proprio corpo, restando comunque un paio di passi avanti a lei.
Disfarci del sudiciume come te e i tuoi amichetti, ecco cosa vogliamo e dobbiamo fare! Draco ridusse gli occhi a due fessure, fissando Harry con disprezzo. Tu non sei altro che un Traditore del tuo stesso Sangue. Te la fai con i Nati Babbani, quando potresti aspirare ad avere molto di più. Voli basso, Potter. Draco inclinò il viso, mettendo in quell’ultima parola tutto il disprezzo che poteva. Ma il pensiero di avere Merope così vicina lo rendeva nervoso. La ragazza abbassò gli occhi, sorridendo. Il cugino non valeva assolutamente nulla. Si coprì le labbra con la mano destra, tenendo i, libri al petto con la sinistra. Si avvicinò a Draco, sussurrandogli piano da dietro la schiena.
Non lo vedi? E’ solo un cavaliere senza macchia e senza paura. Per oggi basta. La voce dolce di bambina che quasi incantava. Senza dire altro voltò le spalle e si incamminò verso l’aula di Difesa contro le Arti Oscure. Camminava cercando il libro di Difesa tra gli altri, troppo distratta per notare che al centro esatto del corridoio la McGranitt la stava aspettando.
Signorina Potter? Chiamò la voce acuta della professoressa. Merope alzò lo sguardo, sorpresa. Mi segua, per favore.
Ma io.. Avrei lezione.. Tentò Merope, indicando la porta poco più in là, dove Cassandra e Miranda attendevano lei per entrare.
Vuole vederla in professor Silente. Questo bastò per ammutolirla. Aggrottò la fronte, annuendo una volta sola. Seguì la professore tra i corridoi, fino ad arrivare davanti al Gargoyle che custodiva lo studio del preside di Hogwarts. Gelatine Tuttigusti più uno. La professa roteò gli occhi verso l’alto, quasi irritata da quella parola d’ordine. Si fece di lato, indicando la scala a chiocciola appena comparsa. Merope sospirò e ringraziò, prendendo poi a salire le scale. Arrivò davanti ad una pesante porta di legno. Bussò e non attese risposta. Entrò nello studio di Silente, accolta dalla penombra. Appena gli occhi si abituarono alla semioscurità, intravide dietro l’enorme scrivania i capelli argentati tanto familiari.
Mia cara Merope! Esclamò Silente, alzandosi dalla poltrona. Andò incontro alla ragazzina con passo sicuro e le con le mani dietro la schiena. Merope restò immobile, fissando il preside con la sua solita espressione granitica. Sei entrata nella nobile Casata di Serpeverde. Ti porgo i miei complimenti. Merope annuì una volta soltanto, senza scomporsi. Questo tratto del carattere, così strano per un Potter, lo aveva ereditato dalla nonna materna, così ferma e decisa da mettere i brividi addosso. Diplomatico come sempre: gira attorno alle cose. Merope alzò un sopracciglio.
Mi ha fatta convocare. Come mai? Chiese con tono distaccato, ma non altezzoso.
Sei cambiata così tanto dall’ultima volta che ti vidi.. Iniziò il preside. Merope continuava a fissare i movimenti dell’altro nella propria mente. Registrandoli. Eri così solare, così piena di aspettative e desideri. Perché questa scelta così lontana dal tuo modo di fare, così.. Estranea a te? Silente guardò negli occhi la ragazzina, scrutandola.
E perché sarebbe estranea? Perché la mia è la Casata di chi ha ucciso i miei zii? Perché la gente che frequenta la mia Casata non è affidabile? Mi interesso poco ai giudizi altrui.
Sì, questo lo so. Ironizzò Silente, sorridendo sghembo. Scosse la testa. Sapevo che volevi appartenere a Grifondoro, come tuo cugino…
Io non sono come mio cugino, non voglio essere come lui. Io non sono una Potter qualsiasi. Sono Merope. Questo è quanto. Arrivederci, signor preside.Voltò le spalle e si avviò verso la porta. Mise la mano sulla maniglia e tirò.
Merope. La ragazzina si immobilizzò, restando voltata di spalle. Lo so, ormai è tardi, ma.. Tu puoi ribaltare il tuo destino.
L’ho appena ribaltato, signor preside.
Aprì completamente la porta ed uscì.

  
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