-Perchè mi sono lasciato
convincere?-
Era da giorni che si poneva quella domanda!
Fin da quando
aveva deciso di riprendere il posto di Portiere nella squadra del
Grifondoro.
Quando James si era presentato nel dormitorio maschile,Ronald
aveva fatto finta di essere impegnato nella lettura di un importante capitolo
del libro di Difesa,ma il fratello non si era ovviamente fatto spaventare da
quei mezzucci.
Si era avvicinato al suo letto ed era rimasto lì,in piedi
davanti a lui,a fissarlo per qualche istante, sfidandolo ad alzare lo sguardo e
a ricambiare la sua occhiata,ma Ronald avrebbe preferito un'ora supplementare di
Pozioni piuttosto che essere costretto a parlare con il fratello.
-Non ti sei
presentato alle qualificazioni per il ruolo da Portiere-aveva detto
James.
L'altro aveva continuato a fissare la pagina davanti a sè,che ora
aveva perso tutto il suo interesse,senza quasi respirare per la
tensione.
-Quindi ho pensato di venire di persona a chiederti se volevi il
tuo posto in squadra-aveva continuato James.
-Potevi anche risparmiarti il
viaggio-si era deciso a rispondere il rosso.
Il silenzio che ricevette in
risposta fu assordante;tante volte lui e James avevano litigato,si erano
insultati,ma una cosa non avevano mai fatto:trattarsi con tanta freddezza e
indifferenza neanche fossero degli estranei.
-Beh oramai sono
qui...-
-Quindi?-gli aveva chiesto cercando di non mostrare quanto tutta
quella faccenda lo infastidisse.
-Quindi potresti avere almeno la decenza di
rispondere!-aveva ribattuto l'altro con asprezza.
Finalmente Ronald aveva
alzato lo sguardo dal proprio libro e l'aveva puntato sul fratello, trovando due
iridi nere che lo fissavano con altrettanto astio.
-Se volevo fare il
Portiere mi sarei presentato alle selezioni,non credi?-gli aveva fatto notare
poi.
Aveva visto chiaramente come le narici di James si erano allargate per
la frustrazione e la rabbia,e per qualche secondo aveva temuto di doversi
difendere dall'attacco del proprio gemello,ma questo si era limitato a stringere
i pugni chiusi lungo i fianchi.
Dopodichè,senza una parola,gli aveva voltato
le spalle e si era avviato verso la porta del dormitorio per voltarsi quando
ormai era davanti alla soglia e tornare ad inchiodarlo con lo sguardo.
-Farò
finta di non aver sentito,di non essere neanche mai stato qui...
Ti darò tre
giorni di tempo per riflettere e decidere se unirti anche quest'anno alla
squadra.
Il primo allenamento è fissato per venerdì...L'attrezzatura ce l'hai
ancora,vero?-
Dette quelle parole era tornato a voltarsi ed era uscito dal
dormitorio,lasciandolo da solo con i suoi pensieri.
Fosse stato per Ronald
avrebbe chiuso in un angolo della sua mente quello spiacevole incontro e lo
avrebbe dimenticato il più in fretta possibile...ma aveva commesso il grave
errore di parlarne con Rebecca.
Da quando avevano saputo di aspettare un
bambino,si erano promessi che non ci sarebbero stati più segreti fra di loro,che
avrebbero parlato di tutto quello che succedeva loro,almeno nei limiti del
possibile.
Così quando Ronald aveva parlato con Rebecca dell'incontro avuto
con il fratello e della sua "offerta",la ragazza si era dimostrata subito
entusiasta.
-Devi farlo!-gli aveva detto.
-Ma Becca...E il bambino?-aveva
aggiunto con voce più bassa.
Lei aveva scosso la testa.
-Il bambino non
arriverà prima di sei mesi...E poi sono certa che sarebbe fiero del suo papà-gli
aveva detto con un sorriso convinto.
Il ragazzo l'aveva guardata per qualche
secondo,chiaramente sorpreso,prima di scuotere la testa.
-Perchè no?-aveva
chiesto lei scontenta.
-E se succedesse qualcosa durante gli allenamenti?O
peggio durante le partite?
Se tu ti sentissi male,o se avessi bisogno di me e
io fossi impegnato in una stupida partita...No, impossibile,non me lo
perdonerei-aveva ribattuto scacciando l'idea all'istante.
Rebecca aveva
accennato un sorriso dolce avvicinandosi a lui finchè non potè cingergli la vita
con un braccio:come al solito il suo "uomo" si preoccupava per lei.
Da quando
sapeva del bambino si era come annullato per pensare a ciò che era meglio per
lei e per il bambino;Rebecca amava che fosse così premuroso nei suoi
confronti,ma aveva paura che con il passare del tempo avrebbe finito per
rimpiangere tutto ciò che si era negato per colpa loro.
Non avrebbe mai
potuto perdonarselo se fosse successo...
Gli aveva accarezzato la guancia
destra con la punta delle dita,sorridendo ancora di più quando lo aveva visto
inclinare il viso e andare incontro al suo palmo.
-Sai quanto ti amo?-gli
aveva chiesto.
Ronald aveva accennato un sorriso,gli occhi chiusi.
-Prova
un pò a ripetermelo...-le aveva detto in tono scherzoso.
Lei aveva
ridacchiato qualche istante prima di ritornare seria.
-E' vero,stiamo per
avere un bambino ed è vero anche che la nostra vita cambierà in pochi mesi,ma
noi abbiamo soltanto diciassette anni Ronnie-gli aveva detto parlando con voce
pacata.
Il ragazzo aveva aperto gli occhi e li aveva fissati in quelli sereni
di Rebecca.
-Ci restano solo pochi mesi per vivere la nostra
adolescenza,perchè quando arriverà questo bambino non ci saranno concesse
deroghe:saremo costretti a crescere e ad affrontare le responsabilità.
Ed è
proprio per questo che tu domani indosserai la tua divisa da Portiere e ti
presenterai al campo da James...-gli aveva detto con un tono che non ammetteva
repliche.
-Becca...-aveva provato a ribattere lui.
-Se la tua paura è
quella di non potermi tenere costantemente sotto controllo,tranquillo non ho
nessuna intenzione di lasciarti da solo:ho in mente di assistere a tutti gli
allenamenti e a tutte le partite dei Grifondoro...Le ragazze sono ammesse agli
allenamenti,vero?-gli aveva chiesto poi colta da quel dubbio
improvviso.
Ronald si era prodotto in un sorriso ironico,avvolgendole le
braccia attorno alla vita.
-Non vedo perchè no...-aveva risposto avvicinando
il viso a quello della ragazza.
-Bene...Allora sarò la tua groupie-gli aveva
detto Rebecca allacciandogli le braccia al collo.
Un lampo di malizia era
apparso negli occhi del ragazzo a quelle parole prima che la risata di Rebecca
esplodesse nell'aria.
Ed ora eccolo lì,con indosso la sua divisa da
Quidditch,mentre entrava nel campo da gioco.
Era un'azione che aveva fatto
tante altre volte in passato,ma ora aveva la sensazione che ci fosse qualcosa di
diverso e gli bastò incontrare lo sguardo di James perchè quella sensazione si
facesse sentire più forte.
Fece ancora qualche passo sull'erba e si fermò di
fronte al gemello,che cercava in tutti i modi di nascondere la sua sorpresa nel
trovarselo davanti.
-Credevo non ti saresti presentato-gli disse
sincero.
Ronald fece per rispondere,ma un fischio alle sue spalle attirò la
sua attenzione;si voltò e sorrise non appena vide Rebecca,unica spettatrice
sugli spalti.
Alzò un braccio e le fece un cenno di saluto a cui lei rispose
nello stesso modo,prima di voltarsi di nuovo verso James che aveva osservato
attentamente i due.
-E' lei che devi ringraziare se ora sono qui-
Senza
aggiungere altro,gli rivolse un'ultimo sguardo e si allontanò verso gli altri
membri della squadra.
Era stato per caso che si
era imbattuta in quelle foto.
Impegnata in un lavoro importante,che l'aveva
messa molto sotto pressione nelle ultime settimane, Hermione aveva saccheggiato
la propria libreria alla ricerca di un libro di Aritmanzia che,era
certa,l'avrebbe aiutata a dissipare alcuni dubbi.
Aveva messo sotto sopra la
libreria nel suo studio senza alcun risultato,passando così a quella del
soggiorno,dove un paio di scaffali erano destinati ai suoi libri,ma neanche lì
aveva trovato ciò che cercava.
Leggermente sconsolata,si era fermata nel
centro del salotto riflettendo su una possibile soluzione alternativa,un
pensiero improvviso le aveva attraversato la mente:forse non tutto era
perduto.
Si era così diretta verso la camera di Rose e,dopo aver dato una
veloce scorsa alla liberia della figlia aveva finalmente trovato quello che
cercava.
Era tornata nello studio che già sfogliava le pagine del libro
d'Aritmanzia alla ricerca del capitolo specifico,ma ad un tratto si era bloccata
nel centro del corridoio,lo sguardo fisso sul volume.
Chiusa,e probabilmente
dimenticata,fra le pagine c'era una striscia di quelle che solitamente escono
dalle macchine per le fotografie istantanee,di quelle che puoi averne quattro
con una sterlina.
Vi erano ritratti Rose e James.
Mantenendo il tomo con
un braccio solo,Hermione aveva preso la striscia e aveva osservato con un
sorriso la prima istantanea,in cui i due ragazzi sorridevano felici
all'obiettivo.
James era seduto sul piccolo sgabello e teneva Rose sulle
ginocchia,mettendola leggermente più in primo piano rispetto a sè stesso;anche
se non poteva vederlo,Hermione capì che si stavano abbracciando.
Era
confortante sapere che in un periodo così triste per sua figlia,in cui Rose
aveva tagliato quasi completamente i ponti con lei e Ron escludendoli dalla sua
vita,c'era almeno una persona che si preoccupava per lei,che si impegnava per
renderla felice.
Spostando gli occhi sulla seconda foto,però,un sopracciglio
le si incurvò per la sorpresa:Rose aveva reclinato leggermente la testa sulla
spalla destra di James,ed il ragazzo si era avvicinato a lei,arrivando a posarle
un bacio sull'incavo fra il collo e la spalla sinistra.
Camminando senza
guardare per il corridoio,diretta però verso il salotto,Hermione si chiese da
quanto tempo i due ragazzi fossero così intimi,e se quegli comportamenti fossero
normali fra cugini.
Lei non aveva mai visto Ron e Ginny comportarsi in quel
modo,con quell'intimità con i loro tanti cugini!
Arrivata al tavolo che
solitamente usavano per le cene di famiglia Hermione vi posò il libro,ora non
così importante come pochi istanti prima,e sollevò il braccio che stringeva le
foto,avvicinandolo al viso mentre fissava la terza foto,in cui il viso di Rose
era voltato verso quello di James,un sorriso accennato sulle
labbra.
Contrariamente alla foto precedente,una mano della figlia era salita
fino al collo di James e ora le sue dita erano perse fra i capelli neri del
ragazzo.
Quelli non erano affatto comportamenti affettuosi fra parenti!Quelli
erano gesti consueti fra amanti!
Quante volte lei aveva affondato le dita fra
i capelli di Ron prima di baciarlo?
Ebbe la conferma alle sue paure guardando
l'ultima foto,in cui i due ragazzi,completamente dimentichi dell'obiettivo,si
baciavano in un modo che Hermione non potè definire altrimenti se non
appassionato.
Continuò a fissare quelle quattro foto a lungo,incapace di
staccare lo sguardo,mentre la sua mente continuava a porsi mille domande e
centinaia di interrogativi:che significavano quelle foto?
C'era per caso una
relazione fra sua figlia e James,oppure era stato un momento di sbandamento,o
peggio uno scherzo fra i due ragazzi?
E se c'era una relazione,da quanto
tempo andava avanti?Era ancora in corso oppure era un capitolo già chiuso delle
loro vite?
Era una cosa seria,anche se non voleva neanche pensare a quella
possibilità,o era stato un filarino stupido tipico degli adolescenti?
Quando
finalmente riuscì a staccare lo sguardo dalle foto,Hermione capì che c'era un
solo modo per sapere la verità,anche se una volta scopertolo Rose l'avrebbe
considerata la peggiore madre del mondo.
Continuando a stringere le foto fra
le dita della mano sinistra,si avviò verso la camera della figlia e una volta lì
si fermò per qualche istante sulla soglia,vincendo le ultime remore della sua
coscienza.
-Accio diario-
L'istante dopo un agenda elegante in similpelle
blu era stretta nella sua mano destra.Non era protetta da lucchetti o
incantesimi di protezione.
Hermione si sedette alla scrivania e aprì il
diario.
"Ho la testa che mi scoppia:sono l'unica idiota che si
ubriaca con una sola birra!
Questo devo averlo ripreso da mia
madre...
Nonostante questo è stata una serata bellissima:io e Jim abbiamo
ballato,scherzato e passato tutto il tempo insieme,come una vera coppia.
Ma
avrei voluto che la serata si concludesse in un altro
modo"
Quella faccenda andava avanti fin dall'inizio
dell'anno!
Come aveva fatto a non accorgersene?Era talmente impelagata nei
suoi problemi che non si era accorta di quello che succedeva attorno a
sè?
"Studiare con James è diventato controproducente!
Ogni
volta che siamo insieme i libri vengono inevitabilmente messi da parte e la mia
attenzione è completamente e totalmente su di lui.
Non riesco a capire come
sia possibile passare dallo scherzo al prendersi in giro come è successo oggi,al
desiderio e la voglia che mi prendono ogni volta che mi bacia.
Fermarci è
diventato sempre più difficile,e credo che se non sarà lui a prendere
l'iniziativa sarò io a fare qualcosa"
Con il cuore in gola,Hermione sfogliò velocemente le pagine dell'agenda,alla ricerca della pagina che le interessava.
"Oggi...noi"
Quella semplice annotazione nascondeva tutto un
mondo dietro.
Era lampante quello che era successo,ed Hermione si sentì
travolta da mille sensazioni diverse: dalla tristezza,per non essere stata
accanto a Rose in un momento così importante nella vita di una
ragazza,incredulità per il rapporto che si era creato fra i due ragazzi senza
che nessuno avesse il minimo sospetto,e rabbia.
Rabbia per averlo scoperto
per caso,grazie a delle stupide foto dimenticate in un libro.
Quanto tempo
ancora avevano intenzione di tenere quel segreto?Gliene avrebbero mai parlato,
oppure avrebbero continuato a vivere la loro relazione nel completo
silenzio?
Cercando una risposta a quelle domande aveva continuato a
leggere,pagina dopo pagina, seguendo tutto quello che era successo nella vita
della figlia nei mesi precedenti, scoprendo una nuova chiave di lettura per i
suoi litigi con Ron,comprendendo il sentimento profondo che legava Rose a James
e che,in qualche modo,le ricordava il suo amore adolescenziale per Ron.
Il
diario si concludeva con l'ultimo giorno di Hogwarts.
"Anche
quest'anno è finito...E io non ho nessuna voglia di tornare a casa.
Forse Jim
ha ragione:magari se parliamo ai nostri genitori della nostra storia,ci cacciano
da casa ed io non sono costretta a dover passare i prossimi due mesi in Grecia
con i miei, Hugo e quella bambina.
Mentre preparavamo le valigie ho detto a
Jim che è venuto il momento di parlare con Ronnie della nostra storia,se questo
è ancora il suo desiderio,ma lui mi ha risposto che è disposto ad aspettare fino
al ritorno a scuola.
E io sono d'accordo:cosa sono due mesi in più o in
meno?
Cazzo,non ho proprio voglia di tornare a
casa..."
-Hermione!Hermione ci sei?-
La voce di Ron la
riscosse da quell'universo parallelo che si era creata nella stanza di
Rose.
-Sono qui-rispose con la voce arrocchita dal silenzio.
Sentì i passi
di Ron su per le scale e dopo qualche istante apparve sulla soglia della stanza
con Eliza in braccio.
-Che ci fai nella stanza di Rose?-le domandò
sorpreso.
Per un brevissimo istante Hermione fu indecisa se parlare o meno
con il marito di quello che aveva scoperto,ma capì che quella era una faccenda
troppo grande e troppo importante per poterla gestire da sola.
-Forse è il
caso che tu veda questo-
Era nervoso,come mai lo era stato in vita
sua.
Quel giorno stava rischiando tanto,anche l'espulsione se avessero
scoperto che si era allontanato da Hogwarts.
Ma non poteva fare
altrimenti,non se voleva essere un buon padre.
Quel giorno Rebecca avrebbe
fatto la prima vera ecografia e lui non voleva perdersi quell' esame per niente
al mondo.
La ragazza aveva provato a dissuaderlo
dall'accompagnarla,preoccupata che qualcuno si accorgesse della loro assenza,ma
lui non si era fatto convincere in nessun modo.
-Non perderei questo momento
neanche per la finale del mondo di Quidditch-le aveva detto.
Quelle parole
avevano fatto sorridere Rebecca per l'aspetto ancora ingenuo che Ronald aveva in
sè.
-Allora è una cosa seria-l'aveva preso in giro.
Già molto seria:la
notte prima dell'ecografia non era riuscito a chiudere occhio.
Continuava a
ritornargli alla mente le sensazioni che aveva provato,quello che aveva visto
tramite i ricordi di suo padre quando l'uomo si era trovato al suo
posto.
Sapeva che la loro situazione era completamente diversa da quella dei
suoi genitori,ma la paura,il nervosismo,la tensione erano gli stessi che,ne era
certo,aveva provato suo padre diciotto anni prima.
Erano sgattaiolati fuori
dal castello attraverso il passaggio sotto il Platano Picchiatore,avevano
attraversato tutto il cunicolo e si erano ritrovati nella Stamberga
Strillante.
Una volta lì si erano smaterializzati ad Hogsmeade,in una
stradina riparata,per evitare di attirare l'attenzione dei passanti su di loro
apparendo dal nulla;dopodichè si erano diretti verso lo studio del
ginecologo.
Ed ora erano lì:Rebecca semisdraiata sul lettino in attesa della
visita e lui che continuava ad andare avanti ed indietro incapace di controllare
il nervosismo.
-Sai pagherei oro per vederti il giorno del parto...Sono
sicura che lascerai un buco nel pavimento del corridoio a forza di andare avanti
ed indietro-gli disse Rebecca scherzosa.
Ronald si era voltato verso di lei
e,interrompendo la sua marcia,le aveva fatto una smorfia.
-Ahah,sei davvero
divertente lo sai?
Vorrei vedere te al mio posto-le disse.
-Vuoi davvero
essere al mio posto amore?Perchè io ti lascio volentieri il posto in sala
parto-gli aveva chiesto lei.
Ronald aveva scosso la testa e le si era
avvicinato,poggiando entrambe le mani sul rivestimento di carta che copriva il
lettino.
-Scusa...E' solo che sono così nervoso che non ho chiuso occhio
questa notte-le confessò.
Lei si era messa a sedere e gli aveva scompigliato
i capelli con una mano,in un gesto giocoso.
-Tu ti preoccupi troppo-
La
dottoressa Harper,la ginecologa di Rebecca arrivò in quel momento,impedendo così
a Ronald di ribattere a quelle parole.
La donna,alta e con un fisico
slanciato,andò verso di loro e strinse la mano a Ronald con un sorriso
accennato,prima di portare lo sguardo su Rebecca.
-Allora Rebecca,come ti
senti?-le domandò.
-Bene..Ho ancora un pò di nausea al mattino,ma ormai non
sento più il bisogno di vomitare ogni volta che sento odore di pesce.
Però in
queste ultime settimane ho avuto dei crampi...-le disse la
ragazza.
-Crampi?Perchè non me ne hai parlato?-s'intromise Ronald
sorpreso.
-Perchè sapevo che ti saresti agitato e avresti cercato ogni
possibile causa su quei libri che stai leggendo-rispose serena
Rebecca.
Ronald sbuffò e si grattò la fronte cercando una risposta giusta,ma
venne interrotto dalla dottoressa Harper.
-E' normale a questo stato della
gravidanza avere dei crampi,ma non è niente di allarmante:è soltanto il tuo
utero che inizia ad espandersi per il bambino-le disse in tono
professionale.
-Ah ok...-
-Bene siete pronti per vedere il vostro
bambino?-chiese loro avvicinandosi alla scrivania e prendendo la
bacchetta.
Remore della visita precedente,Rebecca sollevò la maglietta fin
quasi al seno e si sdraiò sul letto,poi ben sapendo che quell'esame lo stava
preoccupando non poco,rivolse un sorriso rassicurante a Ronald e gli prese la
mano,sentendo subito la stretta salda del ragazzo.
-Bene,cominciamo-
La
dottoressa Harper avvicinò la bacchetta al ventre di Rebecca e,grazie ad un
semplice gesto circolare del polso,un piccolo cono di luce apparve sopra la
pancia della ragazza.
Pietrificato,e al contempo eccitato,da quello che
succedeva davanti ai suoi occhi Ronald strinse maggiormente la mano in quella di
Rebecca,fissando attentamente quell'ologramma davanti a sè.
Grazie ad un
altro movimento della bacchetta,il vuoto si riempì:quell'immagine bluastra era
sparita,mettendo in mostra un ambiente rossastro e all'apparenza
rassicurante.
-Eccolo qui-disse il medico compiendo un altro gesto con la
bacchetta.
Ronald strizzò gli occhi e si concentrò sull'immagine e finalmente
lo vide:era piccolo,molto più piccolo di quanto si era immaginato,e ad una prima
occhiata gli sembrò che la sua pelle fosse trasparente.
Le gambe erano
accavallate,la destra sulla sinistra e mentre il braccio sinistro fluttuava nel
vuoto,l'altro era portato vicino alla bocca,permettendogli così di succhiarsi il
pollice.
Senza che se ne accorgesse,una risatina scappò dalle sue
labbra,prima che staccasse lo sguardo dall'ologramma e lo posasse su Rebecca:i
suoi occhi erano fissi sull'immagini, spalancati per l'incredulità e Ronald si
accorse che era sulla soglia delle lacrime.
Si sporse verso di lei e le diede
un bacio fra i capelli,stringendola a sè per qualche istante, sentendo la stessa
risatina che poco prima era uscita dalle sue labbra.
-Oh Ronnie...-
Ronald
tornò a guardare davanti a sè,cercando già delle possibili rassomiglianze fra sè
e quella "ranocchietta".
-Ha il mio naso-disse continuando a
guardarlo.
Rebecca rise di nuovo e Ronald ebbe l'impressione di aver colto un
sorriso anche dalla dottoressa Harper.
-E' già possibile sapere il
sesso?-chiese Rebecca alla donna.
-Non se continua a nascondersi così,ma se
proviamo a fargli cambiare posizione...-disse con lo sguardo concentrato
sull'ologramma davanti a sè.-Avete delle preferenze sul sesso?-chiese poi la
donna.
Sia Ronald che Rebecca scossero la testa.
-Siceramente non ci
abbiamo mai pensato,credo sia indifferente-disse poi la ragazza.
Ronald la
vide fare pressione con la mano sinistra sulla parte alta del ventre di
Rebecca,e curioso,tornò a guardare l'ologramma in cerca di qualche
cambiamento.
In futuro avrebbe ripensato tante volte a quel momento,ma non
seppe mai trovare una risposta assoluta:forse era stata davvero la pressione
esercitata dalla dottoressa Harper,o magari il bambino era stanco e aveva voglia
di cambiar posizione,fatto sta che sotto i loro occhi la ranocchietta si
mosse.
-E' un maschio-disse il medico confermando l'ipotesi che già si era
formata nella mente di Ronald.
Un maschio.
Il rosso abbassò lo sguardo su
Rebecca e la trovò pronta ad incontrare il suo sguardo,raggiante.
Fu solo in
quel momento che capì cosa aveva provato suo padre quando si era trovato al suo
posto:quel senso di totale appartenenza ad una persona,quell'amore totalizzante
per qualcuno che ancora neanche aveva mai visto,ma che sarebbe diventato una
delle persone più importanti della sua vita.
Era la più bella sensazione che
avesse mai provato in vita sua.
La reazione di Ron alla scoperta della relazione
fra James e Rose era stata esattamente quella che lei si era
aspettata.
Inizialmente c'era stata l'incredulità,la ricerca di qualche
spiegazione logica davanti a quelle fotografie così chiare e che mostravano in
modo lampante il rapporto che c'era fra i due ragazzi.
Poi quando lei gli
aveva raccontato di quello che aveva letto sul diario di Rose era subentrata la
rabbia:era convinto che Rose fosse stata irretita,circuita da James e dalle sue
attenzioni "malsane",messa talmente sotto pressione da non poter fare altrimenti
se non cedere.
-So che odierai sentirtelo dire Ron,ma da come lei ne parla
nel diario,sembra davvero innamorata-gli aveva fatto notare Hermione,cercando di
riportare la giusta ottica nel discorso.
Quell'affermazione era stata seguita
dallo sconforto:perchè erano stati tenuti all'oscuro di quello che stava
succedendo?
Erano talmente indegni della fiducia della loro figlia da essere
tagliati fuori da una questione tanto importante?
-Credi che Harry e Ginny ne
siano a conoscenza?-le aveva chiesto poi dando voce ad un pensiero che le
vorticava in testa fin da quando aveva scoperto tutto.
Hermione aveva alzato
le spalle.
-Non ne ho la più pallida idea-aveva ammesso.
Era sempre stato
Ron ad avere l'idea di andare da Harry e parlare con i due amici di quello che
avevano scoperto.
-Anche loro hanno il diritto di saperlo,non
credi?-
Così,anche se nutrivano ancora delle riserve su quello che stavano
per fare,si erano presentati a casa dei cognati e,dopo i soliti
convenevoli,avevano affrontato il discorso che li aveva portati lì.
Avevano
mostrato loro le foto che avevano trovato e avevano capito all'istante che
neanche i due amici sapevano quello che stava succedendo fra i loro
figli.
-Oh andiamo,magari è soltanto uno scherzo fra amici...-tentò
Harry,poco convinto a sua volta delle sue stesse parole.
-Non ricordo che tu
baciassi così tutte le nostre amiche-gli fece notare Ron.
Il moro sospirò
frustrato e guardò sua moglie,intenta a sua volta ad esaminare quelle quattro
foto.
-Tu che ne pensi?-le domandò.
Ginny alzò la testa verso di lui prima
di dare di nuovo le foto ad Hermione.
-Beh a quanto sembra sono più che
amici...Molto più che amici-commentò.
Ron e Hermione si erano guardati,quasi
cercando l'un l'altra il coraggio per affrontare di nuovo quella
storia.
-Ecco veramente c'è dell'altro...-disse Ron impacciato.
Stava
davvero affrontando quella conversazione?Stavano davvero parlando dei loro figli
e di una possibile relazione?Perchè nonostante avesse passato più di un ora con
Hermione a sviscerare quel discorso ancora non riusciva a credere a quello che
lei gli aveva raccontato.
Sia Harry che Ginny l'avevano fissato con
un'espressione d'attesa sul volto,ma fu Hermione a parlare.
-A quanto pare
Rose e James hanno una relazione-
Una risatina ironica era scappata dalle
labbra socchiuse di Harry.
-Questo è davvero assurdo-commentò
poi.
-Credimi la pensavo anche io così,ma sembra proprio la verità-rispose
Ron.
Ginny guardò direttamente Hermione,cercando di cogliere qualcosa dal suo
sguardo, qualcosa che ad uno sguardo maschile sarebbe sicuramente
scappato.
-Da quanto tempo?-chiese all'amica.
Lei alzò le
spalle.
-Dall'inizio dell'anno,se non da prima-
La rossa annuì,assimilando
quell'informazione:ripensò a tutte le volte che Rose era rimasta a dormire da
loro durante le settimane di vacanza da Hogwarts,e inevitabilmente si chiese che
cosa era successo fra i due,che cosa le era sfuggito nonostante fosse proprio
sotto i suoi occhi.
-Ma come avete fatto a scoprirlo?-chiese Harry cercando
una parvenza di normalità in quel discorso assurdo.
Hermione spiegò loro di
come aveva letto il diario di Rose dopo aver trovato le fotografie, riassumendo
quello che era contenuto in quelle pagine.
Alla fine del racconto,ci fu
qualche istante di silenzio,un silenzio pesante e inconsueto fra i quattro
amici.
-Quindi non ci hanno detto nulla perchè avevano paura della nostra
reazione...-commentò Harry parlando più con sè stesso che con gli altri.
Ron
annuì.
-Beh hanno ragione!Come hanno potuto anche solo pensare di fare una
cosa del genere?-
-Si sono innamorati Ron...-commentò Ginny,lo sguardo perso
davanti a sè.
-Gin per favore non è il momento di far uscir fuori il tuo
istinto romantico.
Stiamo parlando di Rose e James!Sono cresciuti
insieme,gomito a gomito ogni istante della loro vita,l'idea che ora quel
rapporto sia cambiato è inaccettabile-ribattè il fratello.
La rossa puntò lo
sguardo sul volto del fratello e lo fissò con sguardo duro.
-Stai parlando da
vero bigotto!-gli fece notare-A chi importa se sono cugini?
Le famiglie di
Purosangue si sposano fra cugini da sempre-gli ricordò poi.
-Noi non siamo
mica stupidi come loro!-
-Quindi quale sarebbe la soluzione migliore per
te?Intervenire e fare in modo che si lascino?-gli domandò battagliera.
-Non
sarebbe certo una cattiva idea-
-Ok perchè non cerchiamo di darci una
calmata?-intervenne Harry per sedare gli animi.
Ginny sbuffò e allontanò lo
sguardo dal fratello,che del canto suo si ritirò in un angolo del salotto,le
braccia conserte sul petto e uno sguardo risentito in volto.
-Possiamo
restare qui ore a discutere di questa faccenda,ma sarebbe inutile.
Stiamo
imbastendo un processo senza neanche preoccuparci di sentire le ragioni di Rose
e di James...-disse Harry,cercando di essere razionale come al
solito.
Hermione annuì.
-Sono d'accordo con te.
Inoltre non stiamo
parlando di due bambini che non si rendono conto delle conseguenze delle loro
azioni.
Sia James che Rose stanno per diventare maggiorenni e sono certa che
non si sarebbero imbarcati in questa faccenda se non avessero saputo a cosa
andavano incontro,cosa avrebbe provocato la loro relazione nella
famiglia-convenne la riccia.
Ginny tornò a guardare il marito e
annuì.
-Quindi dobbiamo parlare con loro...-
Harry annuì.
Ron sospirò e
si passò una mano fra i capelli perfettamente ordinati in un gesto
sconsolato.
-So già che questo discorso non mi piacerà
affatto...-
A guardarlo avrebbero fatto fatica a
riconoscerlo.
Lui sempre così gioviale e affabile con tutti,ora mentre saliva
in fretta le scale che portavano al dormitorio femminile,aveva un'espressione
terribilmente seria sul volto.
L'incontro avuto con Scorpius e Albus lo aveva
fatto riflettere,gli aveva aperto gli occhi su quello che sarebbe stato il suo
futuro.
E l'ultima cosa che voleva era che quel futuro si realizzasse...Ma
fortunatamente sapeva come fare per evitarlo.
Arrivato davanti alla porta di
legno del dormitorio bussò alla porta nel suo solito modo e aspettò qualche
istante prima di aprire la porta.
Aveva accompagnato Rebecca al dormitorio
prima di andare da Al e Scorpius,quindi una volta dentro si guardò
intorno,cercandola con lo sguardo.
-Becca?-la chiamò con una nota
interrogativa nella voce.
La stanza era deserta:tutti i letti erano vuoti e
le tende dei baldacchini erano tirate.
Ronald chiamò di nuovo e finalmente la
porta del bagno si aprì e apparve la ragazza,il pigiama già indosso,i piedi
nudi.
-Ronnie che ci fai qui?-gli chiese sorpresa.
Ed aveva ragione ad
esserlo:si erano lasciati un'ora prima,si erano dati la buonanotte con l'intento
di rivedersi la mattina dopo.
Ma Ronald non poteva certo aspettare,non per
quello che aveva in mente.
La vide avvicinarsi e fermarsi a pochi passi da
lui,un'espressione curiosa sul viso.
-So-sono venuto perchè ho dimenticato di
chiederti una cosa-le disse con voce tremante.
La vide aggrottare la
fronte,preoccupata da quel tono di voce,per poi annuire.
In quell'attimo di
silenzio,Ronald cercò di ricordarsi se c'erano delle regole precise,già
stabilite per quello che stava per fare,ma la sua mente era completamente
vuota.
-Ronnie,va tutto bene?-gli domandò ancora lei.
-Becca ti ricordi la
nostra prima volta?-le domandò non sapendo bene da dove iniziare.
Sorpresa da
quella domanda lei accennò un sorriso e annuì.
-Certo che la
ricordo-
-Quando il giorno dopo sei venuta in camera mia,dopo che avevamo
parlato,mi hai chiesto una cosa...-le disse ancora.
L'espressione di Rebecca
cambiò in un'istante mentre le tornavano alla mente quelle ore passate e la sua
proposta scherzosa.
-Ronnie...-
-Rebecca vuoi
sposarmi?-
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