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Autore: MaryJane    21/06/2005    1 recensioni
E' mezzanotte passata, e in un tranquillo quartiere di Londra la vita procede come tutte le sere. forse perchè nessuno sa esattamente quello che sta accadendo nei sotterranei della città. l'indomani mattina,però,alle prime luci dell'alba,la tranquillità di Londra viene rotta dal ritrovamento di un cadavere messo in una strana posizione dagli assassini. perchè il corpo è stato posizionato in quel modo? cosa vorranno dire le scritte trovate sulle braccia dell'uomo?quale mistero si cela dietro al numero 3? è sulla base di questi interrogativi che l'agente della squadra omicidi Grace Armstrong,fiancheggiata dal detective Chris Bryant proverà l'esistenza di una misteriosa setta segreta aiutata da uno dei più famosi gruppi rock punk dagli anni '90 fino ad oggi:i Green Day.
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Grace Armstrong si svegliò di soprassalto. Si guardò intorno con circospezione,prima di tirare un lungo sospiro di sollievo.

 

 Fiuuu! Per fortuna era solo un incubo!”si disse sollevata mettendosi a sedere sul letto.

Guardò l’orologio posato sul comodino: le sei e mezzo. Sospirando prese la sveglia e la spense prima che cominciasse a trillare ossessivamente.

Perfetto! Si disse. Ormai era sveglia,non c’era alcuna possibilità di rimettersi a dormire,per cui scese dal letto e si diresse in bagno. Si guardò stancamente allo specchio: i capelli rosso fiamma terribilmente spettinati per via del sonno agitato,gli occhi azzurri solitamente allegri e vivaci,ora erano stanchi, semichiusi. Tutto il suo corpo stava risentendo del lavoro massacrante che le aveva causato l’omicidio di un uomo avvenuto circa tre mesi prima. Finalmente,dopo mesi di duro lavoro,lei e tutta la squadra Omicidi della polizia di Londra,erano riusciti a trovare l’assassino e solo allora si era resa conto della stanchezza che le aveva portato tutto quel lavoro. Decisa a prendersi una vacanza,lasciò cadere per terra il suo pigiama rosa con gli orsacchiotti e si infilò nella doccia. Lanciò un ultimo sguardo divertito al suo pigiama,poi, ridacchiando,aprì il rubinetto.

Lei,Grace Armstrong, trent’anni di vita,una felice carriere in polizia,capelli rossi e occhi azzurri,era ancora single. Era una gran bella donna,giovane, cosa che i suoi colleghi non smettevano mai di dirle. E lei rispondeva sempre con la classica frase”non ho ancora trovato l’uomo della mia vita”. Ma quando lo troverai l’uomo della tua vita?,si chiedeva spesso. Finirà che arriverai a cinqu ant’anni e non avrai ancora trovato l’uomo della tua vita.

Dopo una rapida doccia,ormai completamente sveglia,(se così si può definire una persona alle sette di mattina),scese in cucina e cominciò a prepararsi la colazione.

Un buon caffè è proprio quello che mi ci vuole,borbottò tra sé,mettendo la caffettiera sul fornello. Uno squillo del telefono un po’ troppo lungo,però,disse addio al caffè. Sbuffando contrariata si diresse in salotto pensando a chi potesse essere lo scocciatore che telefona alle sette di mattina. Sospirando,sollevò la cornetta.

 

“Grace Armstrong”

 

“Grace,sono Sarah.”

 

“Ah,sei tu,Sarah”rispose Grace chiedendosi perché mai la collega dovesse chiamarla a quell’ora.

 

“è successo qualcosa?”le chiese

 

“Un omicidio”

 

Grace ci mise un po’ a comprendere le parole dell’amica. Quando finalmente si rese conto di quello che aveva appena sentito,la tonalità di solito rosata del suo viso prese a trasformarsi in un bel verde,mentre il sangue nelle sue vene cominciava a bollire. Chi fosse stato presente in quel luogo al momento della telefonata,avrebbe potuto benissimo vedere il rispettabile commissario della squadra omicidi dare silenziosamente pugni al muro,in preda alla disperazione più assoluta.

 

“Grace,sei ancora lì?”

 

“Eh? Si,sono qui. Non toccate niente. Sto arrivando.”

 

Chiudendo il telefono in faccia all’amica,Grace Armstrong prese le sue cose e uscì di casa,sbattendo la porta,maledicendo mentalmente chi aveva deciso di uccidere quell’uomo,e anche se stessa,che aveva avuto la bella idea di fare quel lavoro.

  
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