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Autore: Shatzy    09/12/2009    4 recensioni
[Seconda classificata nella classifica singola e prima classificata nella classifica a squadre al "Contest a Multisquadre" indetto da Rota23 e Happy_Pumpkin]
Questa è una raccolta incentrata su Riza, ambientata durante gli eventi del volume 15 del manga, prima di entrare nell’esercito, prima di condividere un sogno con Roy, prima della serie stessa.
“Non voglio essere il miglior alchimista” le disse, sorridendo. E quella luce strana nei suoi occhi Riza avrebbe imparato a conoscerla bene, un giorno. Una luce sicura e ferma che le avrebbe fatto da faro, che l’avrebbe guidata nel sentiero delle sue scelte, che l’avrebbe fatta vivere di ideali e amore.
“E cosa, allora?”

[Accenni RoyAi]
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Riza Hawkeye
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Due

Capitolo Due

 

I lunghi singulti
dei violini
d'autunno
mi lacerano il cuore
d'un languore
monotono.

 

“Papà, la cena è quasi pronta”.

Riza non amava molto lo studio di suo padre. C’erano libri dappertutto, fogli scritti pieni di formule e cancellature scivolati per terra, e un odore acre di muffa. E, soprattutto, c’era suo padre. Sempre.

L’uomo alzò lo sguardo dai suoi appunti, rimanendo a scrutarla a lungo. Quegli occhi indagatori l’avevano sempre messa in soggezione.

“Se sei impegnato te la posso scaldare più tardi…” provò.

Lui continuò a guardarla, anche dopo che Riza ebbe abbassato il viso. “Non devi sentirti sola, Riza” disse. 

Odiava il modo in cui sapeva leggere dentro di lei, come un vero genitore.

 

 

 “Signor Mustang, non lasci in giro così i suoi libr-… Ah!”

Il ragazzo si alzò velocemente dalla poltrona, avvicinandosi a lei. Le prese la mano, esaminandola, mentre il libro cadeva per terra.

La pelle si apriva in una sottile ferita, che lentamente stava diventando rossa.

 

 

“Non lo sono, papà” rispose.

Hawkeye distolse lo sguardo per sistemare dei fogli, poi si alzò, avvicinandosi. “Lui sta inseguendo il suo sogno”.

“Lo so, non poteva rimanere qui”.

Perché tirare fuori quel vecchio argomento? Quanto tempo era passato ormai? C’erano giorni in cui nemmeno ci pensava più, in cui non aveva neanche il desiderio sempre represso di piangere.

Le sfiorò con la mano la guancia, e lei rabbrividì. “Non è questo, Riza. Bisogna sbagliare per capire i propri limiti”.

Lei si riscosse all’improvviso, spaventata. “E perché non l’hai fermato, se sapevi che stava sbagliando?” disse, sgranando gli occhi. Sentì il cuore torcersi per un secondo per quella che sembrava angoscia.

Poi si calmò, notando stupita il fantasma di un sorriso sulle labbra del padre.

 

Pieno d'affanno
e stanco, quando
l'ora batte
io mi rammento
remoti giorni
e piango.

 

“Ti sei tagliata con la carta… del mio libro” disse Roy a mo’ di scusa.

Riza ritrasse svelta la mano. “Non è niente”.

“Beh, fa male…” provò, allungando il braccio verso di lei.

“No, ora passa. Sopporto bene il dolore” dichiarò. “Porti i suoi libri nella biblioteca, per favore”.

Roy sbuffò, lanciandole un ultimo sguardo per poi scuotere la testa rassegnato.

Quel taglio faceva più male a lui…

 

 

“Tu vuoi aiutarlo, Riza?”

Non c’era bisogno di chiederlo, lui lo sapeva.

Lo sapeva già da tempo, ormai.

La ragazza abbassò lo sguardo per un secondo, insicura. Aveva pensato più volte al signor Mustang, e in tutte quante si chiedeva se lui avesse mai avuto dei dubbi riguardo alla sua scelta, se quell’abbandono gli facesse male, se ricordasse mai lei, il suo maestro, loro.

Le aveva scritto qualche lettera, all’inizio, ma Riza sapeva che la cosa non sarebbe durata: i compiti non gli erano mai piaciuti. E così, semplicemente, il ricordo era lentamente svanito. O almeno così aveva creduto fino a quel momento.

Suo padre le stava dando una possibilità, proprio a lei, e stavolta l’avrebbe accolta. Non per lui, non per Roy, ma per se stessa.

“Sì”.

Sentì la sua mano che le stringeva la spalla, e vide uno strano brillio nei suoi occhi.

“Lui tornerà, non sappiamo quando, ma lo farà. E per quel giorno dovrai farti trovare pronta” le disse. “E’ solo di voi due che mi fido, ormai. Solo di te.

Riza lo ascoltò attenta, studiando l’odore d’inchiostro di suo padre, la grandezza delle sue mani calde sulle sue spalle e quelle labbra sottili ora non più piegate verso l’alto, ma estremamente serie.

Annuì ancora e si lasciò avvolgere dal suo braccio, che la conduceva al tavolo rotondo dove l’uomo accumulava libri e pergamene. Le indicò dei fogli, dei cerchi alchemici di trasmutazione, e le spiegò la sua teoria. Riza si lasciò convincere come una debole foglia che viene portata via da una folata più forte del solito, ma sentiva che un giorno sarebbe stata lei a dar vita a un nuovo albero, più forte e rigoglioso e aperto ai rischi di quello su cui viveva.

Annuì ancora, decisa.

Forse era spavento, quello che provava, o forse finalmente si sentiva utile.

 

E mi abbandono
al triste vento
che mi trasporta
di qua e di là
simile ad una
foglia morta.

(“Canzone d’autunno” – Paul Verlaine)

 

 

Riza trattenne il respiro vedendolo andare via - era così brava ad allontanare le persone, perfino lui, ma quel senso di inadeguatezza era soffocante - mentre quell’unica goccia di sangue strisciava lungo la pelle come le sue lacrime non riuscivano mai a fare.

E capì che vederlo di spalle proprio no, non le piaceva.

 

 

 

La schiena le fece male per diverse settimane, ma non pianse nemmeno una volta.

Lui ora poteva tornare, lei sarebbe stata utile.

E se qualche volta un pensiero insistente l’assillava, dicendole che non sarebbe cambiato nulla e che ormai era troppo tardi per tornare ad essere un individuo come tutti gli altri, a lei bastava ricordare quel giorno lontano d’estate, e il rimpianto si mescolava alla speranza.

Ogni tanto era la guancia a bruciare come il fuoco, quando il dolore alla pelle era davvero insopportabile. La sua guancia sinistra, appena sotto lo zigomo e a un soffio dalle ciglia.

 

 

 

 

 

 

Note: nel flashback è la perdita di sangue, nel presente la perdita di identità, dato che Riza accetta di diventare lo strumento di suo padre per poter creare l’alchimista di fuoco (è il momento del tatuaggio sulla schiena).

Riza non piange né per un taglio sul dito che la porta ad allontanarsi da Roy né per l’incisione del tatuaggio, che invece la porterà a riavvicinarsi a lui.

 

E un ringraziamento particolare a Mary, per il regalo dolcissimo che mi ha fatto (Cento parole d’Amore).

E grazie a pat, Vale e Lely, per gli auguri in diretta <3

 

 

 

 

Riposte ai commenti: scusate il ritardo, ma questo ponte mi ha distrutto.

GLoRi: ciao ^^ sono contenta ti piaccia, spero continuerai a seguirmi (: Grazie del commento.

patronus: so che per i tuoi standard questi capitoli sono cortissimi :P Il punto è che doveva essere una raccolta di flashfic secondo il regolamento, ma poi è stato cambiato ed è stato possibile utilizzare oneshot. Ovviamente io avevo già scritto tutto, quindi mi sono limitata ad ampliare un po’, ma più di tanto non è stato possibile =_= Comunque, lo stile che ho usato è un po’ diverso dal mio solito, più a pennellate diciamo (è ironico detto da me che non so disegnare), l’importante è che l’ambientazione arriva lo stesso (: E il bacio… Era piccolo e delicato, come quello tra due bambini, mi è piaciuto immaginarmeli così. Sono contenta che il primo capitolo ti sia piaciuto, grazie mille.

valy: il nome del Vecchio è tabù XD ci sono impazzita per non fare ripetizioni in questo capitolo 2 XD Comunque, il RoyAi è il bene, e alla fine sono tornata pure io (poi c’è ancora il progettino cross-over per allietare le nostre sclerate notturne). Visto che carini i loro piccoli gesti? *si scioglie* Volevo qualcosa di dolce anche se è una fic introspettiva. Ciau.  o per precauzione -e ntest scadevano gli stessi giorni. nti che scompaiono

Evelyn_cla: ciao ^^ Lo stile di questa fic è particolare, di solito quando scrivo commedie ne uso uno molto più semplice (: Ma qui ci ho giocato un po’, ecco. L’importante è che ti sia piaciuto! E grazie mille del commento! A presto.

Rinalamisteriosa: sì, Roy per ora è ancora infantile, ha questi sogni bellissimi che però sono irrealizzabili, come tutti i sogni di libertà e pace degli adolescenti. Riza invece è complicata, dici bene, lei condivide tutti i suoi sogni, è contenta per lui, ma non le va che Roy lasci la casa – e lei. E come biasimarla? Quindi grazie per i complimenti per la posizione al contest e per il commento ^_^ Sono contentissima che ti sia piaciuta, e poi al RoyAi sono proprio affezionata. A presto, ciao!

 

   
 
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