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Autore: Asha    09/12/2009    0 recensioni
...è l'ultimo avviso che posso darti...una volta che avrai letto...Non Voltarti!
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non Voltarti...











Dove sono arrivata?

Ah già, volevo raccontarvi questa storia.

Non è semplice da descrivere, ma ci proverò.

Non ne sono certa, è confuso…





Buio…tanto buio…

Vuoto…meglio…è più certo del buio…

Nel buio non sai cosa c’è…

Ti sembra vuoto…

Ma non è detto che lo sia…

Solo perché non vedi…

Non è detto che non ci sia nulla…

E non è detto che lui non ti veda…

Magari ti fissa…

Da un angolo buio, come in questo momento…

Fossi in te non mi volterei…

Io ho avuto tanta paura quando l’ho fatto…

Non ti voltare.

Se si accorge che l’hai scoperto non ti darà più pace…

Io continuo ad ignorarlo.

Ma so che è lì…

Mi guarda e sorride…

Sa che sento il suo sguardo su di me.

A volte mi sembra di sentire delle mani allungarsi fino a sfiorarmi la schiena…

Là ho davvero paura…

E diventa difficile non voltarsi.

Devo accendere ogni luce prima di farlo.

Cerco di non guardare nessun angolo buio.

Se vedessi i suoi occhi sarebbe la fine.

L’inizio della fine.

So che lo vedrei uscire dal buio.

Ne sono certa.

E non mi darebbe più pace.

Farei a tempo a fuggire?

Non credo.

Mi afferrerebbe molto prima di raggiungere la porta.

Specie se lui arrivasse dall’ombra dietro la porta.

Se anche tu hai quella sensazione, non ti voltare.

La mia amica l’ha fatto.

È scappata per giorni, mi ha detto.

Piangeva.

Era disperata.

Quando me l’ha raccontato, però, era già a casa mia.

L'avevo ospitata per la notte.

Non mi aveva avvisato...

Forse non lo immaginava neppure lei.

Mi disse di aver visto due luci nel buio.

Era iniziato così il suo incubo.

Si era voltata con la sensazione di essere osservata.

E lì aveva visto qualcosa.

Un pezzo di ferro, un braccialetto perso, aveva pensato.

Ma quando era andata a vedere aveva cacciato un urlo da rodergli l'ugola.

In quello spicchio di buio, due occhi la fissavano avidi.

Bellissimi e mostruosi.

Era fuggita via, ma quella stessa sera li aveva rivisti.

In fondo al corridoio, in basso, e questa volta era sicura di aver visto anche il contorno di una testa.

Si era chiusa in camera telefonando ai vicini.

Ma quando erano entrati, di quell'ombra non c'era traccia.

Si era scusata con loro sentendosi una stupida, ammise.

Iniziò a pensare che fosse la stanchezza a farle quel macabro scherzo.

Ma il giorno dopo, lui era tornato.

E stavolta le aveva sorriso.

Sta prendendo forma!

L'ho vista tremare a queste parole.

Disse che da quel momento lo sentiva sempre più vicino.

E aveva paura.

Quanta ne aveva!

Forse quanta ne ho io adesso.

Per quando si sforzasse di non fissare più nessun spicchio d'ombra, alla fine lo vedeva sempre.

E sempre di più.

Era alto, abbastanza magro.

La sagoma era umana, ma a volte ne dubitava.

Sovrappensiero, l'aveva scorto ranicchiato nel buio sopra l'armadio.

E si era mosso verso di lei.

I suoi movimenti avevano rimbombato veloci sulla cassa di legno come un tamburo.

Stava ancora urlando quando raggiunse la macchina.

Quella notte aveva dormito da sua madre e lui non si era fatto vedere.

Rinascere era la parola più giusta per quello che aveva provato.

Disperazione era l'esatta sensazione quando era tornato.

Immobile, dietro lo spiraglio della porta della cucina, la sua figura si stagliava minacciosa.

La spiava sorridendo follemente.

Altalenava lo sguardo da lei a sua madre, che non si accorgeva di nulla.

Non potevo lascargli mia madre!

Così mi disse.

E mentre lei singhiozzava, io capivo.

A lui bastava una preda per volta.

Io al suo posto.

Ecco che voleva.

Prima che potesse fermarmi, già correvo verso il telefono.

L'avevo in mano quando uno scricchiolio di passi rieccheggiò fuori dalla camera.

Sapete che si fa quando la paura vi prende il cuore?

Si resta fermi.

Solo quando la senti schizzarti in testa ti metti a correre.

È esattamente quello che feci quando sentimmo la maniglia della porta girare.

Ma quella porta era l'unica uscita.

Spinsi via la mia amica che mi tirava per la manica e mi nascosi nell'armadio.

La sentì urlare non appena richiusi le ante.

Non la rividi più.

L'ultima immagine che ho di lei, sono le sue mani che artigliano disperatamente il pavimento.

I rumori di quella notte non voglio ricordarli.

Ma non è facile.

Come un gatto che ti artiglia il divano.

O i rami secchi che si spezzano sotto le scarpe.

Non li ho mai reputati suoni spaventosi.

Fino a quando non ho sentito un corpo umano, vivo, emetterli dio solo sa come.

È passato tanto tempo eppure è come sentirli adesso.

Forse c'è veramente qualcuno che fa gli stessi rumori adesso.

Già...

Dopo quella notte non guardai più un'ombra.

Avevo troppa paura di sparire anch'io.

Avevo troppa paura di cosa lui avrebbe potuto farmi.

Ma tenermi tutto dentro mi stava uccidendo.

Sarebbe stato meglio.

Io non lo sapevo...

Non avevo capito!

All'inizio non mi hanno creduta.

Uno dopo l'altro sono scomparsi tutti...

Tutti quelli venuti a conoscenza della storia venivano trascinati via.

Tutti masticati dal buio.

La paura mi stava facendo impazzire.

Eppure, nel suo delirio, mi ha illuminata.

Ho capito.

Ho capito cosa vuole.

Vuole me.

La mia amica era solo un pretesto per arrivare a me.

Era solo l'anticipazione di cosa sarebbe accaduto se mi fossi ostinata a non voltarmi.

Vuole che io mi offra a lui.

Che mi suicidi.

È questo che fa.

Esaspera le sue vittime fino alla disperazione.

Fino a quando non cedono i loro nervi e si lasciano portare via.

Però.

Il mio problema è che ho troppa paura.

Così ho dovuto trovare un modo.

Qualcosa che mi spingesse.

Il senso di colpa.

Per questo ho scritto questa storia.

In questo modo, tanti sapranno.

E tanti spariranno.

Fino a quando il senso di colpa non graverà su di me abbastanza da farmi voltare.

Però...

Ho ancora tanta paura.

...

Non voglio che lui mi porti via!

...

Mi spiace.

Tutto quello che posso dirti è di non voltarti.

Non farlo mai!

Quando senti strisciare ai piedi della tua sedia.

Non ti voltare.

Quando una mano si sta avvicinando alle tue spalle.

Non voltarti.

Lui è lì che aspetta.

E non se ne andrà finchè non ti avrà portato via...







...Non voltarti!



  
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