Ero in camera mia, distesa sul letto, con il ginocchio fasciato. Ero di nuovo caduta sulla pista di pattinaggio su ghiaccio. Ascoltavo la musica,con le cuffie nelle orecchie e il volume al massimo. Jake,il mio fedele e dolce Yorkshire, dormiva affianco a me, con la pancia all'aria. Sbattevo il piede a ritmo di musica. Fuori faceva freddo, come al solito. Eravamo a febbraio,il mese che più odiavo. La neve si scioglieva e si formavano lastre di ghiaccio che facevano andare fuoristrada il mio pick - up. Spensi l'MP3. Senza fare movimenti bruschi,scesi dal letto e presi le stampelle,ormai mie amiche fidate,sostenitrici del mi corpo quando mi facevo male. Jake mi sentì appoggiare il piede per terra. Rizzò un orecchio e aprì gli occhi. Cominciò ad abbaiare. «Sshh!» gli sibilai. Non doveva farmi scoprire. Mio padre aprì la porta e mi venne incontro,senza nemmeno accompagnarla con la mano. «Lea! Non ti devi muovere!» mi disse,facendomi risedere sul letto. « Papà vorrei ricordarti che non ho più cinque anni,ne ho diciassette!» gli ricordai. Era insopportabile,quando mi trattava così. Mi alzai e cercai in tutti i modi di non cascare per terra. «Aspetta,ferma. Non puoi fare le scale a saltelli. Ancora inciampi e...» Non gli lasciai finire la frase che feci uno sbuffo e mi incamminai verso la porta. A saltelli minuscoli attraversai l'uscio della porta e con la massima attenzione,scesi le scale. Arrivai in cucina e mi sedetti al mio posto. «Visto? Non sono più una bambina oramai!» gli dissi,mostrando una certa vanità. Lui annuì,quasi come se lo avesse fatto apposta per accontentarmi. Non sopporto mio padre quando fa così!