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Autore: Hagne    11/12/2009    1 recensioni
Nulla viene concesso gratuitamente.
Nulla verrebbe donato così facilmente se dietro ad esso non ci fosse un tranello ben celato, quasi sformato, per poter assumere fattezze più dolci ma non meno pericolose.
Questo è ciò che accade in questa storia. Un patto. Un uomo consumato dall'amore. Una donna che nulla aveva se non il proprio dolore. Degli specchi che tutto sembrano fuorché semplici superfici lucide. Creature misteriose, maledette e quant'altro in questa favola, triste e dolce.
Genere: Avventura, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nostalgia .
Un sentimento che rattristava  l’uomo nel sentire la mancanza di qualcuno a lui caro  .
Nostalgia .
Il sentimento che ora mi spingeva a cercare con occhi tristi la familiare figura della nonna .
Chissà se sentiva la mia mancanza .
Forse .
Chissà se aveva dato inizio alle mie ricerche .
Probabile .
Chissà se Alan si era nuovamente litigato con Selena  per colpa mia .
Scontato .
Chissà se Nicholas era triste per la mia assenza .
Possibile .
Chissà se mio padre , perso in chissà quale continente , era stato turbato dalla notizia  della mia scomparsa .
Alquanto improbabile .
Mio padre non si sarebbe scomodato per così poco .
Cosa poteva importagli di me ? Non erano forse anni che non si faceva vivo ?
Sebbene mio zio Alan avesse tentato più volte  di contattarlo .
Sebbene mia nonna lo avesse cercato solo per sbattergli in faccia il suo odio .
Sapevo che anche se fossi morta , a quell’uomo che ancora chiamavo  padre non sarebbe importato nulla .
Lo odiavo ?
Non lo sapevo . Non lo sapevo proprio .
Mi era indifferente come tutto ciò che mi stava attorno .
In quei due giorni poi , ero particolarmente apatica e giù di tono .
Persino ora sentivo le occhiate preoccupate di Antoniette perforarmi la schiena , e potevo udire distintamente il borbottio di Ian accanto a  me .
Ma nulla di tutto ciò mi scalfiva .
Anche se fossimo stati attaccati e fossimo rimasti tutti uccisi la mia espressione annoiata non sarebbe mutata .
Bizzarro vero ?
Inquietante .
Mia cugina  mi avrebbe sicuramente accusato di avere un cuore di pietra .
Cugina , una parentela che non percepivo .
 Lilian , quelle ragazzetta bionda  dallo sguardo superiore e ostile la consideravo meno di una mia unghia , e non perdevo occasione di far notare  la mia completa indifferenza nei suoi confronti .
Solo perché era mia parente non aveva certo il diritto di avere da parte mia un trattamento diverso da quello che riservavo al prossimo .
Io non sentivo legami di sangue .
Se per esempio avessi avuto davanti mio padre lo avrei ucciso .
Si , lo avrei ucciso .
Il motivo ?
Noia e forse un pizzico di risentimento .
Fin da piccola ero stata abituata alla solitudine , anche se Melanie e Alfred mi erano stati sempre accanto , ma per quanto mi scocciasse ammetterlo , nessuno e dico nessuno avrebbe mai  potuto sostituire i miei genitori .
Era un dato di fatto .
Per quanto la nonna cercasse di trasmettermi il suo affetto .
Per quanto Melanie tentasse di subentrare al ruolo di madre .
Per quanto Alfred manifestasse un notevole approccio  paterno nei miei confronti , nessuno di loro riusciva a farmi dimenticare l’assenza di Eleonora e Lionel .
Nessuno .
Chissà come sarebbe stata la mia vita se quella donna che avevo visto morire fosse stata ancora viva .
Chissà come sarebbe stata la mia vita se quell’uomo che aveva tentato di uccidermi nel vano tentativo di vendicare la donna amata fosse stato al mio fianco .
Sarei stata in grado di provare sentimenti umani ?
Sarei riuscita a sentirmi meno sola e abbandonata ?
Si .
Sarei stata migliore di quello che ero , sarei stata addirittura capace di sorridere senza sentire un vuoto nel petto .
Sarei riuscita a non sentire più quell’apatia che a volte mi faceva ribrezzo .
Forse sarei riuscita a parlare .
Forse , ipotesi , teorie che non valeva la pena di pormi .
Perché crucciarmi con quelle possibilità che mai si sarebbero potute realizzare ?
Perché sperare in qualcosa che era inconcepibile anche per una mente razionale come la mia ?
Perché desiderare un qualcosa che non avrei potuto avere ?
Non ne valeva la pena .
Per nulla .
- A cosa stai pensando scricciolo ? 
La voce calorosa di Dancan mi convinse a riportare la mia attenzione  su quella bizzarra situazione nella quale mi trovavo .
Ero stata fatta prigioniera , camminavo da giorni senza mai fermarmi per raggiungere una baia che neanche conoscevo   , in compagnia di mercenari dall’aria per nulla rassicurante , eppure non provavo nulla .
Il vuoto assoluto albergava nella mia mente .
Contrassi i muscoli facciali , aumentando la presa sul cucciolo che mi dormiva in grembo quando tentai di provare una qualche sorpresa, un minimo di sgomento , ma nulla , non sentivo nulla .
Possibile che non riuscissi a sentirmi quantomeno stupita di trovarmi in un mondo fantastico , con creature immortali e strani animali ?
Possibile che non avessi paura di trovarmi a chissà quanti chilometri di distanza dalla mia casa , sola ?
Si , era possibile a quanto potevo capire .
Forse Selena ,la madre di Lilian e moglie di Alan aveva ragione , non ero umana , ero come fatta di granito o addirittura di diamante .
Forse era per questo che tutti mi detestavano .
Era per questo che mia madre era morta .
Era per questo che mio padre mi aveva abbandonata .
- Ci accamperemo qui per un po’ , oramai siamo quasi arrivati. Perciò possiamo concederci un po’ di riposo - urlò a pieni polmoni il Gigante Buono , posandomi dolcemente sul carro blindato che ,  avevo scoperto tempo addietro , custodiva diamanti e pietre preziose, doni che William aveva scovato per la sua donna .
Patetico .
Passai di fianco a Cloe  , la vampira che parve come infastidita dal mio odore , scoccando un occhiata in tralice a Leon , il capitano di un esercito distrutto da William che si era unito a quella piccola combriccola , i rivoltosi al principe oscuro .
Sembrava quasi un libro fantasy .
William , il nome di quell’uomo riusciva stranamente a suscitare in me un minimo di curiosità .
Chissà com’era il suo viso .
Accostai al dittatore di quel mondo un volto dolce , dai lineamenti delicati così in contrasto con l’anima distruttiva di quell’uomo , ma avevo il sentore che egli fosse tutt’altro che crudele .
Doveva sentirsi molto solo , forse quasi quanto me .
Non era forse la solitudine a spingere l’essere umano sull’orlo della disperazione  che degenerava in una struggente follia ?
Non era forse la solitudine a congelare il cuore di coloro che venivano abbandonati a loro stessi ?
Non era forse la solitudine l’unica vera causa di quella mia apatia e del mio bisogno di non avere nessun contatto con il mondo esterno ?
Essere soli è deprimente .
Alla solitudine dopo un po’ però ci si fa l’abitudine , come era avvenuto per me .
La solitudine dopo un po’ comincia ad essere rincuorante perché essa è certa, non si dovrà mai patire un abbandono e il dolore che da quello potrà scaturire .
Non si dovrà mai avere paura di non trovare più nessuno al proprio ritorno a casa .
Tutto ciò poteva apparire quasi rincuorante , la paura di non soffrire più era allettante ,  certo ,ma la solitudine era tutt’altro che positiva .
Abbandonai l’accampamento non appena spuntarono le prime stelle scarlatte nel manto perlaceo del cielo , avviandomi verso il piccolo laghetto che avevo intravisto durante il tragitto .
Inciampai in una radice che tardai a scorgere , ritrovandomi distesa sul terriccio con il volto sporco e le nocche sbucciate .
Con un mugolio infastidito vidi Nicholas , accoccolato tra le mie braccia ,  risvegliarsi a fatica , guardandomi con i suoi deliziosi occhietti bianchi sempre così placidi.
Come vorrei aver avuto anche io quello sguardo sereno .
Sbuffai nel rimettermi in piedi , lasciando che il cucciolo mi seguisse a piedi lungo il tortuoso sentiero che mi portò in uno spiazzo circolare completamente occupato da un vasto bacino di acqua dolce .
Mozzafiato , questo era l’aggettivo che un comune essere umano avrebbe attribuito a quel luogo incantato .
Noioso , questo era quello che riuscivo a pensare .
La mia esistenza era quasi triste .
Il non provare emozioni  era triste .
Il non poter ricambiare l’affetto dei miei cari era triste .
Io forse ,  in fondo ,  ero triste della mia stessa natura .
Senza aspettare oltre mi spogliai velocemente dei miei abiti , gettandoli malamente su uno spuntone che sbucava dall’acqua.
E non appena sentì la  brezza della sera accarezzarmi la pelle nuda  mi gettai tra le acque del laghetto , sorridendo del gelo che mi perforò le ossa .
Mi piaceva il freddo , era confortante , stabile , terribilmente familiare .
Riemersi per riprendere fiato , muovendo le gambe per non affondare , finchè la possibilità di lasciarmi andare per qualche secondo non mi convinse a rilassare i muscoli .
L’ultima cosa che vidi prima di essere inghiottita dalle acque fu lo sguardo teso di Nicholas , poi il nero della superficie mi oscurò gli occhi , annebbiandomi la vista .
Sembrava quasi che stessi piangendo .
Era quello che si provava nel versare lacrime ?
Quello stordimento e irrigidimento dei muscoli facciali dovuti però dalla temperatura terribilmente bassa  dell’acqua ?
Era la pesantezza di quelle palpebre che ora facevo fatica a tenere aperte?
 Non ebbi però la possibilità di crogiolarmi oltre in quel limbo che vidi una mano grande e bianca afferrarmi per la spalla , portandomi in superficie con una velocità tale che mi ritrovai a tossire per aver inghiottito un po’ d’acqua .
-  Cosa credevi di fare ? - sibilò l’uomo che mi aveva sottratto al mio attimo di tranquillità , spingendomi a fulminare con lo sguardo l’incappucciato che come me era sommerso dall’acqua fino alla vita .
Mi sorpresi nel riconoscere la voce raggelante di Alec , nonostante l’avessi udita una sola volta .
E rimasi sorpresa nel constatare come la mano del ragazzo mi serrasse la spalla , creando segni violacei sotto la pressione delle sue dita .
Cosa voleva da me ?
Graffiai il braccio di Alec quando notai con fastidio come i lividi si facessero sempre più violacei , e dovette accorgersene anche lui perché , scostandomi dolcemente la mano con la quale accarezzavo le chiazze  , mi toccò con infinita dolcezza .
- Mi dispiace .
Il suo sussurro non fece altro che accrescere la mia curiosità , specialmente quando notai che il mercenario indossava ancora il cappuccio nero che sembrava non togliersi mai
. Ripensandoci , il gigante buono mi aveva detto qualcosa  al riguardo , una leggenda secondo la quale Alec era stato vittima di una maledizione che gli proibiva di abbandonare quelle spoglie .
Una maledizione scagliatagli per colpa di William .
Chissà come doveva sentirsi nel non poter avere nessun contatto con la gente esterna .
Chissà come doveva patire la mancanza di un tocco femminile sul suo volto .
Per nulla turbata dallo sguardo del ragazzo che si era abbassato sul mio seno  , tesi una mano verso di lui , più precisamente all’interno del cappuccio che con mia sorpresa riuscì ad oltrepassare .
Lo sentì trattenere il respiro al mio gesto , in particolar modo quando riuscì a sfiorargli lo zigomo .
Era liscio  , morbido , terribilmente invitante .
Senza neanche accorgermene gli sfilai con entrambe le mani il cappuccio , ma feci appena in tempo ad intravedere una fulva capigliatura che una mano di Alec andò a coprirmi gli occhi ,  facendomi sussultare .
- Ferma !
Il tono quasi isterico del ragazzo e il suo respiro spezzato , quasi tentasse di controllarsi da chissà quale impeto ,  mi lasciò basita .
Perché non voleva che lo guardassi ?
Era tanto orrendo da aver paura di un mio giudizio ?
Io che non potevo neanche parlare ?
Sorrisi tristemente a quel pensiero , schiudendo le labbra quando , tolto le mani dai miei occhi mi accorsi di non riuscire a vedere ugualmente .
Una distesa di tenebre , era questo che riuscivo ad intravedere .
Probabilmente doveva avermi scagliato un incantesimo .
Cosa voleva che facessi ora ?
Per puro istinto portai un braccio a coprirmi il seno sebbene non ne sentissi la necessità , nè provassi  nessun imbarazzo nel sentire lo sguardo ardente dell’uomo su di me .
Finchè stranamente non percepì  una strana intermittenza al cuore quando sentì le mani gelide del mercenario afferrare le mie , portandole sul proprio viso .
Cosa aveva intenzione di fare ?
- Toccami .
Per la prima volta rimasi turbata da una semplice voce maschile , ma il tono disperato e quasi implorante di Alec mi fece rabbrividire .
Seppur tremante cominciai a far scorrere i polpastrelli sul volto dell’uomo alla ceca , aggrottando le sopracciglia quando mi accorsi di quanto bello fosse quel viso .
Perché mai allora non voleva che lo guardassi ?
Continuai imperterrita a sfiorare le labbra sottili che tremando sotto il mio tocco si dischiusero appena .
La mascella pronunciata e i lineamenti affilati mi spinsero verso l’alto , sulle palpebre che sentì chiudersi pesantemente al mio passaggio mentre il respiro freddo di Alec diveniva via vai sempre più affannoso .
E senza rendermene conto mi ritrovai con le dita tra i capelli morbidi del ragazzo e la bocca a pochi centimetri da quella del mercenario .
Spaesata , sbattei le palpebre più volte senza sapere cosa fare .
Cos’era quel bisogno che mi spingeva a toccarlo ?
Cos’era quella brama che mi infiammava il corpo ?
Un ondata di calore si propagò su tutto il mio viso , mentre un gemito lasciava le mie labbra quando una mano di Alec andò a sfiorarmi in una carezza carica di desiderio il seno .
E per la prima volta nella mia vita mi sentì arrossire .
-  Sei così dannatamene bella .
La voce arrochita del ragazzo a pochi millimetri dal mio orecchio mi gettò nel panico ,  e ancor prima che me ne rendessi conto tentai di scappare di lì .
Rischiai di affogare  , ma le braccia del mercenario si serrarono attorno alla mia vita in una morsa possessiva e rude .
In meno di due secondi mi ritrovai schiacciata contro il corpo teso del ragazzo al quale mi aggrappai quando mi spinse contro lo spuntone sul quale  avevo lasciato i miei vestiti .
Non azzardai nessun movimento , troppo turbata da qualcosa che spingeva spasmodicamente contro il mio inguine con sempre più prepotenza.
Fui costretta ad allacciargli le gambe attorno alla sua vita quando le mani di Alec si strinsero sui miei glutei , sfregandoli contro il bacino con il quale il ragazzo dava violenti spinte contro il mio corpo nudo .
 La pelle delle braccia e delle gambe si irritò nello sfregamento con gli abiti del ragazzo che , con voce ansante continuava a balbettare il mio  nome .
Come lo conosceva  ?
Tentati di spingerlo via da me , ma una sorta di strano intorpidimento mi annebbiò la vista e chissà come mi ritrovai ad ansimare sotto quelle spinte che si erano fatte sempre più forti .
- Spogliami .
Trattenni il fiato quando dalle labbra che Alec premeva con insistenza sull’angolo della mia bocca fuoriuscì quella che alle mie orecchie sembrava un implorazione disperata alla quale ,  stranamente  , acconsentì.
Lo liberai con una certa fretta dagli abiti , e quando fu completamente nudo , il contatto con il suo corpo mi fece urlare sofficemente .
L’urlo che Alec catturò nella sua bocca morbida .
Inesperta , lasciai che la lingua del mercenario forzasse l’entrata delle mie labbra , e con un sussulto ricambiai  il bacio vorace e famelico con il quale Alec sembrava volermi divorare .
Percepivo i muscoli della schiena contrarsi sotto le mie carezze , così come il ginocchio del ragazzo con il quale scostò le mie gambe serrate .
E non potei evitare  di urlare quel grido silenzioso che mai sarebbe riuscito a riecheggiare nella foresta quando mi sentì penetrare con violenza da quello che potevo chiamare il mio amante .
Dolore .
Per la prima volta conobbi il dolore .
Era lancinante , atroce , ma ben presto venne sostituito da un piacere che mi tramortì .
Le spinte di Alec divennero incalzanti , le sue mani premevano con lussuria le mie natiche contro il suo bacino , i suoi gemiti mi fecero sorridere debolmente .
Sudata fui costretta ad inarcarmi sotto una spinta più potente e profonda , alla quale ne seguirono altre sempre più carnali dato che il mercenario , piegandosi sulle ginocchia mi penetrava con sempre più foga .
Finchè  , con un urlo grottesco ,  non si accasciò contro il mio corpo che , tendendosi come una corda di violino fu inondato da un piacere così intenso da farmi lacrimare gli occhi .
Pochi secondi dopo mi trovai ad accarezzare il volto di Alec abbandonato sul mio petto , mentre sentivo il respiro del ragazzo riprendere un ritmo naturale .
- Ho sognato intere notti di farti ansimare di piacere sotto di me sai ?
 Fui colpita dal tono basso e seducente con il quale il mercenario mi si rivolse e al quale risposi con un ulteriore carezza tra i suoi capelli .
Poco dopo mi aiutò a rivestirmi , accarezzandomi quasi con venerazione ,e quando anch’egli fu nascosto dal mantello tornai a vedere .
Ed ora ?
Non ebbi il tempo di rispondere a quella domanda che un braccio di Alec mi avvolse la vita, guidandomi verso l’accampamento  prima che mi girassi un ultima volta in cerca del mio piccolo Nicholas che sembrava nuovamente scomparso .
A quella sera così particolare ne seguirono molte altre, mai le stesse , sempre accese da una devozione quasi maniacale che Alec mi riservava .
E nonostante avessi perso la mia verginità con uno sconosciuto .
Nonostante continuassi a fare l’amore con lui senza mai averne abbastanza non mi sentì per nulla colpevole .
Per la prima volta stavo provando qualcosa che non fosse solitudine e dolore .
In fondo anche io avevo diritto ad un minimo di felicità no ?
Ammetto che alcune volte la possessività del mercenario mi aveva turbato non poco , ma ben presto ci feci l’abitudine .
Finchè non giungemmo finalmente al porto di Albedora dove fummo caricati su un enorme veliero ,  e per la prima volta mi sentì a disagio .
Anche ora , affacciata sull’oceano mi sentivo irrequieta .
Forse era tutta quell’acqua a farmi uno strano effetto .
Non lo sapevo , l’unica cosa della quale ero sicura era che volevo andare sulla terra ferma .
Per puro istinto andai a sfiorare i graffi che la regina degli abissi mi aveva inferto nel mio sogno , e chissà perché mi sentì ancora più in ansia .
L’idea di trovarmi nel dominio di quella strega non mi piaceva per niente .
Era calata sera e ancora fissavo guardinga il mare, quasi come se gli avessi voltato le spalle mi sarei trovata in pericolo .
Smisi di rimuginarci su quando udì la voce di Alec provenire da sotto coperta ,ma d’un tratto mi irrigidì nel vedere sul riflesso del mare illuminato dalle lanterne la possente figura di un mio compagno di viaggio .
Sobbalzai e non ebbi la forza di ribellarmi quando due mani mi presero di peso , gettandomi al di fuori della nave .
E mentre la voce di Alec tornava allarmata a chiamarmi , mi sorpresi di vedere Aquerius con ancora le mani tese in avanti fissarmi con crudeltà mentre precipitavo in mare  .
L’impatto con l’acqua fu traumatizzante , ma mai quanto la figura che si avventò su di me .
Mi dimenai nella presa della regina degli abissi, orribile con il bel volto distorno in una maschera di pura perfidia .
E persi il respiro quando la vidi trapassarmi da parte a parte con un braccio , mentre un’ingente quantità di sangue lasciava una scia rossa lungo il braccio che mi perforava il petto  .
Persi lucidità , ma continuai comunque a ribellarmi nella presa ferrea di quella dannata creatura che mi rovistava nel petto e che mi faceva urlare dal dolore .
Qualcos’altro fu gettato nell’acqua , creando un mulinello dal quale intravidi il mantello di Alec che a dispetto di quanto mi aspettassi rimase immobile a guardare la donna .
Perché non  mi aiutava ?
Perché non faceva nulla ?
Continuai ad urlare e a tendere una mano verso il mercenario che sembrava essere caduto in una specie di trans e che non sembrava intenzionato a soccorrermi .
E nella mia mente continuamente scossa da scariche di dolore assistetti a dei flash che mi fecero annaspare in cerca d’aria .
Un uomo ammantato di nero stava baciando la regina degli abissi , lo stesso ragazzo che riconobbi come Alec.
A scatti , come brevi fotomontaggi vidi la pietra che avevo ammirato al collo della donna venire trafugata e portata via dal mare , mentre una mano pallida incideva con un ago una scritta sul nero diamante .
Il nome di un uomo che l’Alec di quell’immagine chiamava fratello .
La pietra che un uomo dagli occhi verdi consegnava ad un Eleonora piangente .
L’uomo che risucchiato dallo specchio lasciò alle sue spalle una donna sorridente e dallo sguardo speranzoso .
L’uomo che mi  sorrise con dolcezza nel mentre questi svaniva nel nulla .
E urlai , urlai con rabbia  , scalciando via la donna dal mio corpo irradiato da una luce opaca che lentamente accecò me e la regina .
Un uomo  mi attrasse a sé e mi portò sulla nave , l’uomo che presami in braccio cominciò ad accarezzarmi i capelli con tenerezza .
Udì le voci affaticate di Antoniette e di Ian , ma non me ne curai  , né prestai attenzione ad Alec che  , risalito a fatica sulla nave , ringhiò contro il mio salvatore .
A fatica rialzai il volto inondato di lacrime  , scorgendo un volto d’angelo  mentre due occhi di giada mi scaldavano il cuore .
-  Andrà tutto bene mia adorata Clara .
Chissà perché riconobbi quella voce , così come il trentenne che mi cullava dolcemente tra le sue braccia .
William .
- Come osi andare contro la regina ? Non ti è bastato quello che tu e quel bastardo di tuo fratello le avete fatto ?
Smisi  di sorridere tra le lacrime quando Aquerius si rivolse con tanta acredine contro l’uomo , e in quel momento desiderai con tutto il cuore che quel lurido traditore morisse .
D’un tratto sentì una sorta di calore infiammarmi il petto e un bruciore fastidioso alla base del collo ,  sui palmi delle mani che mi fece storcere il naso .
Finchè un tonfo sordo non attirò la mia attenzione ,e non battei ciglio quando vidi il cadavere della creatura d’acqua distesa in una pozza di sangue .
Le urla e i pianti di Antoniette non mi scalfarono , né compresi il perché mi guardasse quasi con ….odio.
- Non utilizzare il tuo potere per questi scarafaggi mia dolce Clara , risparmia le forze .
Chissà perché non mi ero accorta di aver proteso la mano verso Aquerius .
La mano che vidi circondata da una luce azzurrognola che si ritirò con la stessa velocità con la quale era venuta .
Cosa stava succedendo ?
Ero stata io ad ucciderlo ?
Smisi di fissare le mie mani quando udì la voce spezzata di Alec poco distante da me ,  e fui sul punto di tornare da lui tanto era il dolore che percepivo nella sua voce quando una mano di William si posò sulla mia spalla , fermandomi .
- Guarda me Clara , da ora in poi devi ascoltare solo il tuo padrone ,  mia piccola bambina dei desideri .
Un intenso bruciore al petto mi fece desistere dal mio intento .
E mentre la nave toccava le coste del Paese oscuro mi accoccolai tra le braccia di William con espressione fiduciosa , afferrandogli una mano come in cerca di sostegno .
E non vi fu più nessuno .
Né Antoniette .
Né Ian .
Né il gigante buono.
Né Alec.
Solo lui , l’uomo al quale sentivo di appartenere senza sapere il perché .
 
 
 
 
 
 
CONTINUA….
 
 
 
X Laban : grazie di cuore per la tua recensione , cominciavo a temere di aver fatto una schifezza .
Grazie davvero per i complimenti , sei stata davvero gentilissima ,spero che questo capitolo ti sia piaciuto , mentre nel prossimo verranno svelati tutti i segreti .
Grazie di cuore  , spero continuerai a seguirmi un bacio gold eyes

 


  
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