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Autore: RubyChubb    11/12/2009    1 recensioni
La classe scoppiò in un boato di risate, cosa più tipica della neve d’inverno, e i tre fecero finta di non aver sentito. La loro vita era in quel modo da quando i loro genitori li avevano messi al mondo, c’erano più che abituati. Danny era il parafulmine, quello a cui venivano scoccate le prime frecce; dopo di lui, veniva direttamente Tom, detto anche FletChin, per via della prominenza del suo mento, ed infine Dougie, più propriamente definito Handjob Station. Tutti quei soprannomi avevano il copyright Made in Judd, ovviamente, era stato lui ad averli inventati. Quello stronzo se lo erano portati dietro dal primo anno di scuola elementare, non potevano liberarsene fino al termine di quell’ultimo anno scolastico di liceo. Eppure, in fin dei conti Danny lo invidiava un po’. Aveva una vita facile, piaceva alle ragazze ed aveva tutto quello che voleva. Se ne fregava dei voti, del suo futuro, aveva il papà che lo aspettava a braccia aperte.
Sentì qualcosa bussare alle sue spalle e si voltò verso Dougie. Con un gesto veloce del dito indice il suo amico gli indicò la porta.
Oh no… Ci risiamo.
Genere: Romantico, Commedia, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 6

If you don't believe me then just look into my eyes



E sabato arrivò.
Danny bussò alla porta di camera di Vicky, la trovò china su un libro di chimica. Odiava ammetterlo ma aveva bisogno del suo aiuto e non appena si spiegò, sua sorella digrignò la bocca in un sorriso diabolico ed incrociò le dita con soddisfazione. Danny se ne stava seduto sul letto, intento a guardarla sventrare il suo guardaroba alla ricerca della giusta camicia, del giusto maglioncino e del giusto paio di pantaloni e di scarpe. Ci volle mezzora di tempo, poi altri minuti per trovare l’abbinamento più consono. Alla fine, dopo un paio di furiose litigate, Vicky approvò una camicia con piccoli quadretti celesti, pantaloni e scarponcini scuri. Danny ebbe poco da ridire, ma si preoccupò quando vide lo sguardo di lei concentrarsi sui suoi capelli.
Che ne diresti se prendessi un paio di forbici e…”
Assolutamente no!”, abbaiò Danny, “Nessun taglio ai capelli!”
Portò terrorizzato le mani alla testa e coprì istintivamente le orecchie.
Li posso almeno sistemare per il giusto verso?”, disse Vicky, “Sembrano solo una massa spettinata e senza senso!”
Ma non li tagliare!”, la avvertì ancora, “O ti giuro che vengo in camera tua, prendo i tuoi trucchi e li metto al sole!”
Solo una spuntatina al ciuffo sulla fronte…”, lo pregò lei.
No!”, si oppose ancora.
Ad Alicia non piaci, con quei capelli…”


Aveva cercato di evitare il ritardo, ma non le era stato possibile. Suo padre le aveva fatto un sacco di domande su Danny, aveva voluto farsi dire dove abitava, si era fatto dare il suo numero di telefono e le aveva negato il permesso di prendere la macchina. Non c’erano state parole di Alicia che avrebbero potuto convincerlo, tanto che alla fine fu costretta a farsi accompagnare da lui. Adrian l’aveva torturata nello stesso esatto modo anche l’ultima volta che era uscita con un ragazzo, ma era accaduto quando era stata una bambinetta di quindici anni, non avrebbe mai pensato che avrebbe bissato le sue paranoie di genitore.
Aveva diciotto anni e Jones era un ragazzo a posto.
Ma non è Ratleg…
Accantonò il pensiero. Vide Danny seduto su una panchina nei pressi del cinema e disse a suo padre di fermare il suo grande monovolume a lato della strada.
Mi raccomando, comportati bene.”, le disse Adrian, muovendo il suo indice da ramanzina, “E non farmi stare in pensiero, chiamami appena puoi.”
Ok, papà.”, disse Alicia stancamente.
Raccolse la sua borsa.
Me lo dai un bacio?”
Voltò il viso verso suo padre, seduto al volante, che sembrava attendere una sua risposta positiva.
Alicia esitò.
Ogni volta si chiedeva come potesse quell’uomo farsi perdonare con lo sguardo, con le sue grandi iridi marroni, i capelli brizzolati di quasi cinquantenne, gli occhiali e la barbetta incolta. In quei momenti Alicia poteva passare ore a chiedersi cosa stesse accadendo nella mente di Adrian. Avrebbe voluto sapere cosa pensava, se si sentiva orgoglioso di lei, se mamma era ancora nella sua testa. Talvolta, quando litigavano e, in un modo o nell’altro, si trovavano soli e facevano pace, Alicia aveva notato una certa espressione dipingersi sul volto di Adrian, a cui lei stessa somigliava molto. Si era chiesta spesso cosa potesse significare ed una voce lontana sembrava dirle: ti crede, ma era solo un’illusione. Nonostante si sentisse tradita dall’unico familiare che le era ancora vicino, Alicia non riusciva ad odiarlo. Chiuse le braccia intorno al suo collo e gli dette un bacio sulla guancia spinosa.
In lei c’era ancora la flebile speranza che, prima o poi, Adrian sarebbe stato dalla sua parte.
Fai la brava.”, le disse suo padre, “E non farlo impazzire…”
Prese quell’ultima raccomandazione e scese dall’auto. Jones la notò non appena il potente motore si allontanò e la salutò con un cenno della mano. Alicia lo osservò attentamente finché non gli fu abbastanza vicina da notare che il grande e spesso ciuffo sulla sua fronte era stato ridimensionato.
Gli occhi chiari di Jones erano ben visibili, contornati dal solito paio di occhiali dalla montatura scura.
Non è Ratleg…
Ma era comunque Jones.


Si sedettero ai posti che erano stati assegnati loro e si prepararono per la visione del film. Dopo aver scoperto una comune passione per i popcorn ne avevano comprato una confezione gigante, accompagnata da grandi bicchieri di coca cola che, sebbene Dougie lo avesse ammonito sulle bevande gassate, era ottima per dissetarsi dal sale che mettevano in quantità industriali sui fiocchi di mais. Avevano scelto un sofisticato thriller fanta-psicologico il cui protagonista era Denzel Washington, attore che andava a genio ad entrambi. Danny si sentiva piuttosto tranquillo, ma degli aghi mostruosi premevano contro il suo fondoschiena dal primo momento in cui l’aveva vista. In semplici jeans e in un maglioncino chiaro a collo alto, Alicia era seduta accanto a lui e guardava lo schermo con aria attenta, infilava la mano nel grande contenitore e prendeva popcorn, che poi sgranocchiava lentamente. Anche Danny era molto interessato alla pellicola, che si stava dimostrando complicata e coinvolgente, ma lei lo distraeva involontariamente.
Erano quasi alla fine del primo tempo e si chiedeva quando sarebbe arrivato il momento giusto per abbracciarla. Voleva davvero farlo, ne sentiva quasi il bisogno, poi le luci si accesero e lo schermo si abbuiò.
"Abbiamo proprio scelto bene!”, esclamò Alicia, “Questo film mi piace davvero tanto!”
Oh, bene, piace molto anche a me!”
Chiacchierarono sui possibili risvolti della trama, chiedendosi cosa sarebbe succedesso al protagonista, quando l’intervallo finì. Insieme alla riproduzione del film, tornarono i suoi tormenti. Erano piuttosto vicini, ma soltanto perché le poltroncine non lasciavano molto spazio tra un posto ed un altro; le loro mani si erano incontrate così tante volte alla ricerca di una manciata di popcorn. Forse non avrebbe mai avuto il coraggio di chiederle il permesso di abbracciarla, ma dopotutto aveva preso decisioni molto più impegnative.
Si avvicinò ad Alicia.
P-posso… Posso…”, le disse, prima di riprendere la concentrazione, “Posso abbracciarti?”
Alicia lo guardò, il suo viso era così vicino al proprio che per un attimo ebbe l’impulso di baciarla, ma si trattenne. Lei gli sorrise.
Certo.”
Con un certo impaccio, Danny alzò il suo braccio sinistro e la circondò, la testa di Alicia si appoggiò sulla sua spalla. Come gli aveva consigliato Tom, appoggiò il mento sui suoi capelli e ne respirò il profumo dolce. Chiuse gli occhi, rubò quell’istante e se lo stampò nella mente, era geloso che qualsiasi cosa potesse cancellarlo come del gesso sulla lavagna. Era un’emozione bellissima, non avrebbe mai potuto sperare in qualcosa di meglio. Forse Alicia riusciva a sentire il suo cuore battere all’impazzata, così forte che avrebbe potuto lacerargli il petto, spezzare in due lo sterno come in un vecchio horror di serie B. Da quel momento il film non esisté più.
Se pensava a poco più di un mese prima, a quando la osservava di nascosto durante l’ora di matematica pensandola così lontana e estranea… Era stupido, ma Danny sapeva che una volta usciti da quel cinema sarebbero ritornati ad essere Jones e Alicia. Voleva godersi quell’abbraccio fino in fondo e non scordarlo mai più.


I titoli di coda apparvero e le luci si accesero. L’abbraccio di Jones l’aveva scaldata per tutto il secondo tempo e si sciolse, lasciandola lievemente infreddolita e quasi stordita. Alicia si accomodò sul sedile e sbadigliò, poi si rivolse a lui.
Gran bel film.”, disse, mentre si stiracchiava, “Washington al suo meglio.”
Jones impiegò qualche attimo per risponderle, Alicia notò subito il colorito vivace delle sue guance.
Già… Sono pienamente d’accordo con te.”, disse poi.
Si alzarono impacciati ed uscirono gettando via i bicchieri vuoti. Era diventato buio, durante la proiezioni aveva anche piovuto, potevano vederlo dall’acqua che bagnava ogni millimetro della città, e lei non aveva uno straccio di ombrello nella sua borsa.
Cosa facciamo adesso?”, gli chiese Alicia, mentre indossava la giacca che si era portata con sé.
Jones fece altrettanto, infilandosi il maglioncino e sistemando il colletto della camicia.
Hai fame? Perché la serata prevedeva anche un hamburger.”
Ho già detto che non torno a casa per cena.”, gli disse sorridendo.
Allora andiamo.”
Si chiusero in uno dei più famosi fast food del mondo, salutarono il vecchio clown tutto scarabocchiato ed ordinarono il menù più classico di tutti. Si sedettero e parlarono. Parlarono, parlarono, parlarono.
Ma non è Ratleg.
Ogni volta che Jones la faceva ridere, Alicia si ricordava quella frase di quattro parole, poi la ricacciava in fondo alla mente. Era un memento, un post-it lasciato sulla superficie lucida del frigo, un fazzoletto legato.
E poi Dougie mi disse che dovevo controllare attentamente, ma proprio attentamente!”
Alicia scoppiò in una risata più grossa delle altre.
Io gli dissi: ma non vedo niente! E lui: coglione, non lo vedi che sei cieco!”
E rise ancora, tanto che la famiglia del tavolo accanto si voltò con aria scocciata. Gli episodi buffi di Jones e la risata di lui, ancora più stridula e gracchiante della sua, erano un cocktail micidiale.
Dio, Jones, ma siete un trio di deficienti!”, esclamò allora Alicia, una volta che si fu asciugata le lacrime.
Sì, lo sappiamo, è per questo che ci divertiamo tanto.”, rispose lui.
Nell’attimo di silenzio che seguì, Alicia si chiese chi fosse veramente Jones. Quando era entrata per la prima volta nella classe di matematica non lo aveva nemmeno visto, era rimasto confuso con il bianco sporco che ricopriva le pareti. Quando era stato interrogato, oppure quando aveva ritirato il suo compito in classe, Alicia aveva sempre emesso uno schiocco di disappunto nel sapere i bei voti che collezionava uno dopo l’altro, tanto che una volta lo aveva silenziosamente mandato a fanculo. Poi l’aveva soccorsa alla lavagna e con semplici passaggi le aveva fatto capire quello che né il libro né la professoressa Gambler erano stati in grado di spiegarle con chiarezza. Fletcher le aveva proposto di andare a farsi aiutare da lui, aveva accettato solo perché ne aveva avuto veramente bisogno e perché suo padre aveva dimostrato da subito dubbi sull’utilità di quelle ripetizioni.
Una lezione dopo l’altra Jones aveva smesso di balbettare, aveva fatto uscire un po’ di quella parte di lui che non era mai stata messa in mostra per nessuno dei suoi compagni di scuola, compresa lei ed esclusi Poynter e Fletcher. Con una specie di tranello, l’aveva baciata, e poi invitata fuori.
Ma non è Ratleg!
No, non era lui.
Cosa mi racconti della tua vecchia scuola?”, le chiese Jones, guardandola sorridente.
Alicia era ancora sintonizzata su quel pensiero, tanto che anche lui se ne accorse.
E’ tutto ok?”
Sì, pensavo solo che dovrei mandare un messaggio a papà, così si tranquillizza.”, gli disse.
Certo, fai pure.”, disse Jones, “Intanto mi assento per qualche minuto.”
Si alzò e la lasciò sola, Alicia prese il cellulare e disse realmente ad Adrian che la serata stava procedendo bene e che sarebbe tornata sana e salva. Lui le rispose che nel giro di mezzora sarebbe stato da lei.
Ed Alicia si maledisse.
Con tutta sincerità, non aveva pensato di passare una serata del genere, non con Jones, con lo strano balbuziente mago dei numeri. Aveva accettato di uscire con lui quasi d’istinto, senza riflettere. Jones era gentile, simpatico, divertente… E dolce, molto dolce. L’aveva tenuta stretta al suo corpo, caldo e profumato di buono, durante tutto il film. Si era sentita felice, tanto che aveva rischiato di addormentarsi. Per molto aveva perso il filo della trama ma non le era importato assolutamente niente.
Ma non è Ratleg.
Perché doveva rovinare tutto con quel pensiero? Perché doveva lasciarsi ossessionare da qualcuno che, in fin dei conti, non esisteva?
Il tocco sulla sua spalla la fece trasalire.
Alicia, non stai bene…”, disse Jones.
Si sedette accanto a lei sfruttando la poltroncina libera, ed il braccio che l’aveva tenuta le circondò ancora la vita. Alicia incontrò i suoi bei occhi blu, quelli nascosti dalle lenti degli occhiali, e non riuscì ad essere ancora triste.
Ma non è Ratleg.
Sto bene.”, gli rispose, “E’ che papà mi tiene un po’ il muso…”
Mi dispiace.”, disse Jones, “Non voglio crearti dei problemi…”
Ma no, non preoccuparti!”, lo calmò, “Non c’entri niente, è solo tanto geloso di me.”
La cena era ormai finita, potevano anche andarsene. Uscirono dal fast food e si incamminarono verso il luogo in cui suo padre sarebbe passata a prenderla.
Se non è sconveniente, posso accompagnarti a casa”, le disse Jones, una volta sul marciapiede, “Così tuo padre non si scomoderà.”
Una volta che si è deciso, è meglio non contraddirlo.”, rispose Alicia.
Va bene!”, esclamò lui, alzando le mani in segno di arresa.
Le insegne erano accese, altre persone passeggiavano per quella stessa strada e l’acqua si era quasi del tutto asciugata. Il cielo prometteva altra pioggia ma, a vedere dagli sprazzi stellati, avrebbe concesso loro una tregua di qualche tempo. Metro dopo metro, le parole tra di loro erano le uniche a mancare.
Non mi sono ancora complimentato con te per il risultato della verifica semestrale.”, disse ancora Danny, sciogliendo l’attimo di silenzio, “Quindi complimenti, sei stata molto brava.”
E’ tutto merito tuo.”, ed era le verità, “Altrimenti non avrei saputo rispondere a nessuna delle domande.”
Diciamo che grazie al ripasso fatto con te, mi sono salvato il culo.”
Alicia lo guardò di sbieco.
E perché?”
Se non ci fossi stata tu, gran parte degli argomenti su cui siamo stati esaminati li avrei saltati a piè pari… E mi sarei segato le gambe da solo.”
Che gran bugiardo che sei!”, esclamò allora Alicia, “Tu sai tutto della matematica!”
Non è vero, andiamo!”, si difese lui, “Non sono il genio che credete!”
Ma piantala!”
Alicia rise ancora, si coprì la bocca con la mano. Forse stavano camminando troppo vicini, ma quando quella cadde lungo il suo fianco incontrò le dita di Jones. Timidamente si intrecciarono tra loro ed Alicia sentì le sue guance più calde.
A-Alicia…”, la chiamò Danny.
Quel piccolo balbettio la costrinse a fermarsi ed a osservarlo attentamente. Ecco il vecchio Jones, quello strambo.
Devo… Devo dirti una cosa.”
Percepì le dita della mano di Jones stringersi alle sue ed Alicia prese a preoccuparsi. L’espressione di Jones era bassa e sfuggente, c’era qualcosa che non andava?
Dimmi pure, Jones.”, lo esortò.
Beh… Ecco… Vedi…”, borbottò lui.
Le dita libere andarono a sistemare gli occhiali sul naso, poi si intrufolarono tra i capelli e li spettinarono, come se prima non fossero già stati completamente fuori posto. Jones sospirò profondamente e sembrò rilassare le spalle: per quel poco che lo conosceva, Alicia comprese che stava per arrendersi.
Avanti.”, gli fece, “Dimmi.”
Non ci riesco, è stupido.”, sentenziò lui.
Fammi giudicare.”
Jones scosse la testa.
No, lasciamo perdere.”
La bestiaccia curiosa insorse e protestò.
Se è una cosa che mi riguarda, ho il diritto di saperlo.”
Lui esitò, poi sospirò ancora.
Alicia… Io… A me…”
Forse era solo un'impressione, ma la mano intrecciata alla sua stava lievemente tremando.
Mi piaci… Da sempre.”, sparò lui nel bel mezzo del silenzio.
Alicia si sentì immobilizzare, pietrificare.
Io… Era questo… Quello che ti volevo dire.”, aggiunse Jones, con voce traballante, “Mi piaci… Non posso farci niente…”
Inaspettatamente lui lasciò la sua mano e la nascose nella tasca dei jeans scuri, insieme all’altra. Sfuggì lo sguardo e scrollò le spalle.
C’è tuo padre che ti aspetta.”, disse poi, “Si arrabbierà.”
Alicia era ancora lì, con un palmo di naso, e lo guardava senza essere in grado di far caso al resto. In fondo lo aveva sempre saputo, ma non aveva mai voluto pensarci veramente. Solo così spiegava il suo impaccio, l’arrossire ingiustificato e tanti altri particolari che aveva notato ed attribuito a quel suo essere strano, alla maniera in cui solo Jones poteva essere.
Anche lei mise le mani nelle tasche della giacca ed abbassò lo sguardo, non sapeva cosa dire.
Ti piace, ma non è Ratleg.
Alicia, tuo padre ha acceso l’auto, vuole andarsene.”, disse ancora Danny.
Se lo ripeteva ancora, lo avrebbe schiaffeggiato. Sapeva che quella non era l’auto di suo padre, c’era caduta anche lei, ma il suv sportivo della famiglia Lewis non aveva il paraurti anteriore graffiato. Difatti, l’auto partì con una poderosa sgommata, lasciandoli soli nella via. Danny si perse.
Jones, io…”
Alicia non aggiunse altro ed alzò le spalle.
Ti piace, ma non è Ratleg.
Te l’avevo detto che era una stupidata.”
No, non lo era.
No, non lo è.”, lo contraddisse subito.
Lo guardò in viso, trovando il timido Jones che l’aveva accolta in camera sua, pieno di paura. Nell’incavo vuoto tra le sue braccia e i fianchi Alicia vi infilò le mani, che si chiusero alle sue spalle; appoggiò la testa al suo petto e lo trovò pulsante e vivo, come al cinema. Jones fece altrettanto e la abbracciò.
Ti piace, ma non è Ratleg.
Non è Ratleg.
Ti piace.
Anche a me.”, disse Alicia, piano piano.
Qualche attimo.
Co-come?”
Anche a me… Piaci anche a me.”
Alicia alzò il mento e lo guardò: era un bel po’ più alto di lei, la sua fronte arrivava a fatica oltre il profilo delle spalle di Jones.
Si chiese perché non la stesse baciando.
Perché non è Ratleg.
Jones esitò, poi avvicinò le labbra alle sue e le sfiorò. Le baciò ancora, poi un’altra volta, e di nuovo.
Vuoi… V-vuoi stare con me?”
Alicia gli rispose con un sorriso, poi con un bacio vero.
Non è Ratleg.
Ma le piaceva e voleva vivere quell’opportunità.


.*.*.*.

Un mese dopo quella domanda, Danny era ancora incapace di crederci. Alicia aveva risposto sì per un’altra volta ed era diventata la sua ragazza. Alicia Lewis era tuttora la sua ragazza. Poteva abbracciarla, baciarla quando voleva… Pura e reale fantascienza. Chiuse gli occhi e lasciò che il cuore si riprendesse dal piccolo sbalzo che uno dei tanti sorrisi di Alicia aveva causato in lui. Era quello l’effetto Lewis, la quotidianità che lei era in grado di dargli e di cui non avrebbe potuto più fare a meno.
L’aveva davvero desiderata, in ogni modo, ed ora che era la sua ragazza Danny avrebbe fatto di tutto.
Di tutto per lei.
Quando si era confessato con i suoi amici, Tom e Dougie lo avevano consigliato di mettere un piede sul freno e calmarsi. Ma come si può calmare un cuore innamorato?, si chiedeva Danny. Avrebbe voluto condividere ogni momento con Alicia, dalla scuola fino ai compiti, alle serate ed ai fine settimana, ma era realista. La scuola lo costringeva distanziarsi da lei: vuoi per Judd, che sembrava non aver capito di essere sull’orlo di un baratro profondo. Vuoi per Tom e Dougie, i due cani bastonati. Ogni tanto gli rivolgevano occhiati tristi e sconsolate, ricordavano i momenti felici passati insieme, tanto che la loro amicizia pareva ormai sul viale del tramonto. Eppure niente era cambiato: il martedì era tornato ad essere la loro serata cinematica, il sabato lo passavano davanti ad un tavolo di biliardo. Il tempo che rimaneva lo dedicava ad Alicia ed a lei soltanto. Al lunedì ed al venerdì veniva a prendere le solite ripetizioni, stavano insieme, poi passavano la domenica al parco.
Quindi perché i suoi due migliori amici continuavano ad avere quei musi lunghi? Sinceramente non li capiva… Erano forse invidiosi di lui?
Danny scrollò le spalle.
E non era gli unici a preoccuparlo…






BecauseTheNight scrive:
Mi sta suonando il cellulare :-) e sono anche piuttosto stanca… Ci sentiamo presto, Ratleg!

I’m RATLEG scrive:

Ah… Ok, va bene :-) a presto! Ciaooooo!

Alicia concluse frettolosamente quella chiacchierata e spense il pc. Era quella la sua tattica: ogni volta che Ratleg iniziava a parlare di quanto adorava quella sua cavolo di fidanzata e di come le voleva bene, Alicia ne approfittava per inventarsi la scusa più stupida e piantarlo in asso. Prima o poi avrebbe capito che quell’argomento le stava sullo stomaco.
Non le interessava alcunché di quello che poteva dirle di lei, Alicia voleva solo tornare a parlare con il vecchio Ratleg. Voleva provare di nuovo quella sensazione di sollievo e delicato benessere che aveva sentito in passato, poco dopo avergli dato la buonanotte ed essersi accoccolata nel suo letto. Ora, ogni volta che Ratleg appariva on line, Alicia percepiva la tensione salire, nell’attesa del momento in cui lui avrebbe tirato fuori la sua splendida e meravigliosa ragazza. Ratleg, voleva il vecchio Ratleg.
Il cellulare prese davvero a vibrare, c’era un messaggio in arrivo per lei. Sorrise e lo aprì, sapeva già chi fosse il mittente.
Che fai di bello? Mi sento piuttosto solo…’
Erano anni che Alicia si sentiva sola, sapeva benissimo quello che il suo ragazzo stava provando. Il suo ragazzo… Jones era squisitamente perfetto, adorabile e premuroso, tanto che a volte lo rimproverava di essere troppo stucchevole e poco uomo. Niente a che vedere con le misere esperienze precedenti.
Stava bene con lui e, in fondo, gli voleva bene, anche se era presto per dirlo con certezza. Solo che il solito refrain si presentava nella sua testa, pronto a ricordarle di quello che stava facendo a quel povero ragazzo troppo innamorato. Si diceva che prima o poi gli avrebbe parlato di Mark, ma era certa che non lo avrebbe fatto presto, soprattutto perché era altrettanto sicura che non sarebbero durati a lungo. Non poteva essere crudele, ma non era facile stare con lui e ricordarsi che ogni sorriso, ogni bacio ed ogni carezza appartenevano a Jones, e non al ragazzo che avrebbe voluto accanto a lei.
Era vero che si stava affezionando a quel timido Daniel che le teneva la mano stretta nella sua, che le cedeva sempre il passo con galanteria e che le baciava i capelli perché era troppo alto e lei non aveva sempre la voglia di alzarsi sulle punte e baciarlo sulle labbra… Sì, si stava affezionando, ma non avrebbe mai saputo corrispondere a pieno i sentimenti che Jones provava per lei con estrema evidenza.
Non sei solo, ci sono io con te’, gli rispose.
Anche se pronunciava quelle parole con sincerità… Per quanto altro tempo era in grado di continuare ad illuderlo?
Ad illudersi?



Alla fine era successo, l’inimmaginabile si era avverato e tutti sembravano essere felici e contenti. Tutti.
Danny era contento, aveva raggiunto la ragazza dei suoi sogni e l’aveva fatta sua, come piaceva tanto dire agli scrittori romantici di un tempo. Alicia era contenta… Contenta per fatti suoi. Cosa ne potevano sapere loro di quello che girava nella mente della ragazza? Kathy e Vicky erano contente. Il figlio-fratello era uscito dal suo guscio, pronto a diventare un uomo, questione di giorni. Judd era contento. I due fidanzatini riempivano la sua giornata.
Gli unici totalmente scontenti erano loro due, Tom e Dougie. Da buoni amici non avrebbero dovuto esserlo: dovevano invece sentirti orgogliosi di se stessi, in fondo erano stati proprio loro due a mettere Danny sulla strada giusta, quella che lo portava dritto da Alicia… Ma non era proprio così, non era la verità. Il trio era il trio e quello che accadeva ad uno accadeva anche agli altri.
Non si sentivano trascurati o messi da parte, no, fondamentalmente non era quello il loro problema. Quello che a loro mancava era la luce che si accendeva negli occhi di Danny non appena Alicia gli era accanto, o quando veniva anche solo pronunciato il suo nome. Erano un pochetto invidiosi: sebbene avessero avuto le loro storielle, non avevano mai conosciuto quella particolare sensazione… Era piuttosto frustrante non essere al passo di Danny, dovevano innamorarsi anche loro!
Martedì sera, la luce era spenta in camera di Jones. Seduto a terra sul grande cuscino, Tom si sentiva infastidito dallo sguardo insistente di Dougie, comodo sulla poltrona, che lo osservava da diversi secondi a quella parte.
Che vuoi, cretino…”, borbottò Tom.
Ti amo, Fletcher.”
Prendi un dito , ficcatelo in culo ed estraiti il cervello”, fu la risposta del biondo.
Così mi ferisci…”, si lamentò Dougie.
No, ti farai più male da solo con quel dito.”
Piantatela di prendermi indirettamente per il culo.”, li rimbeccò Danny, con aria monotona, “Voglio vedere il film.”


.*.*.*.


Avevano disteso la vecchia coperta sull’erba scaldata dal sole, al parco comunale di Watford, dove passavano quasi tutte le loro domeniche insieme. Danny aveva portato con sé il suo vecchio pallone e, con poca modestia, si era rifatto della sconfitta sonora che Alicia gli aveva inflitto un po’ di tempo fa. Stanchi ed accaldati, abbandonarono il pallone per stendersi: Danny le circondò le spalle ed Alicia si accomodò sul suo petto. Non poteva chiedere niente di meglio.
Sai una cosa?”, esordì Alicia, quando entrambi i respiri si furono calmati, “Mi sa che non vado più in Svezia.”
Danny cadde dalle nuvole.
Cosa?”, le domandò di ripetere.
Sì… Non ti ricordi?”, gli fece lei, “Ci sarà presto il compleanno di mio padre… Ed io me ne dovrei andare con lui per qualche giorno in Svezia, in vacanza.”
Ora ricordava tutto: Svezia, compleanno e concerto… E lui che doveva andarci con Vicky, con sua sorella.
Come mai non vuoi andare?”, le domandò.
Perché… Mi annoierei.”, rispose Alicia, “Sarò sola con la mia famiglia…”
Beh, ma ci saranno tanti posti da vedere.”, si permise di consigliarla, “I musei, i paesaggi… La città, Stoccolma. Dicono che sia bellissima e che la gente sia molto accogliente.”
Alicia non rispose.
Voglio andare al concerto.”, disse poi, con espressione imbronciata e scontenta.
Possiamo scambiarci il posto!”, le propose, tanto per farla ridere un po’, “In fondo, ci somigliamo abbastanza!”
Non sortì l’effetto sperato. Alicia sospirò, si mise seduta ed abbracciò le ginocchia. Danny la seguì subito, preoccupato. Per un attimo aveva pensato ad una reazione troppo infantile da parte sua: Alicia si rifiutava di partire per un viaggio con suo padre solo per un concerto. L’aveva quasi stupito, non si era aspettato quel [i]‘Voglio andare al concerto…’[/i] detto con una voce piccola e quasi piangente…
Ad ogni modo, Danny poteva dire di conoscerla almeno un poco e quello che il linguaggio non verbale gli trasmetteva era piuttosto evidente. No, non poteva essere solo per un concerto.
Allie…”, la disse.
Alicia alzò un sopracciglio.
Scusami…”, le fece prontamente, forse non le piacevano essere chiamata così.
Gli era uscito spontaneamente, era solo un nomignolo innocente che non aveva assolutamente niente a che vedere con la Allie che aveva conosciuto on line, ma con l'assonanza tra i due nomi.
Non ti preoccupare.”, rispose lei, sorridendogli, “Allie va bene.”
Quel piccolo sorriso lo rincuorò, ma solo per un breve istante.
Allie, se c’è qualcosa che non va, puoi parlarmene.”, le disse e la abbracciò ancora, “Se potrò aiutarti, credimi, lo farò.”
La sentì sospirare.
So che ci sei, Jones. Questo è sufficiente per me.”, rispose lei, “E comunque sono solo stupidi problemucci familiari.”
Ne sei sicura?”, volle accertarsene.
Certo.”, rispose Alicia, “Te ne parlerei.”
Sì, non gli stava mentendo. Le dette un bacio sulla fronte e le sorrise.
Non voglio comunque andarci in vacanza con loro.”, ripeté Alicia.
Vuoi venire al concerto con me?”, le chiese, “Posso dire a Vicky di darti il suo biglietto… In fondo non è così entusiasta…”
Ecco, sì!”, esclamò lei, senza però togliersi dal viso quel broncio così carino, “Verrò al concerto con te!”
Ed invece andrai in vacanza.”, la ammonì Danny dolcemente, “Vedrai tanti bei posti e tornerai piena di fotografie.”
Alicia scosse la testa.
E’ il compleanno di tuo padre.”, aggiunse Danny, “Starai con lui, devi farlo.”
Non avrebbe mai cambiato le sue idee.
Pensa a me, che non so nemmeno dove sia il mio!”, le disse comunque
Alicia schioccò le labbra.
Scusami, non volevo offenderti.”, disse poi.
Ci sono abituato.”, la rassicurò, “Non sento nemmeno la sua mancanza. Ma tu che un padre ce l’hai, tienilo stretto.”
Mi manca la mamma.”, mormorò lei.
Danny non seppe cosa dirle. Appoggiò il mento sulla spalla di Alicia e rimasero così per gran parte di quel pomeriggio. Avrebbe voluto farla stare meglio, ma non sapeva come.
Che belle famiglie che abbiamo, Jones.”, disse ad un tratto lei, cogliendolo di sorpresa, “Almeno la tua sembra felice.”
Te l’ho già detto una volta.”, le rispose, “Sappiamo nascondere bene quello che ci fa star male.”
Vorrei poterlo fare anch’io.”
Non devi nasconderti, non con me.”
Sto bene, Jones, sto bene.”
Danny non la capiva. Sembrava voler parlare ma poi si ritraeva, gli concedeva una parte della sua vita per poi sottrargliela improvvisamente.
Come si chiama la compagna di tuo padre?”, le domandò.
Invece di rispondergli, Alicia si alzò e gli sorrise.
Torniamo al nostro pallone?”, propose, “Voglio la rivincita!”




L’urlo animale di Vicky squarciò la tranquillità di quella cena. Sua madre rabbrividì e chiese loro di abbassare i toni, ma non sarebbe stato per niente facile.
Toglitelo dalla testa, pezzo di cretino!”, abbaiò Vicky, “Voglio venire a quel concerto, costi quel che costi, e non me ne frega un bel niente se ci vuoi portare la tua fidanzatina!”
Danny non insistette: si dava il caso che, comunque, Alicia non sarebbe potuta venire.
Vicky, andiamo…”, disse Kathy, “Potresti anche…”
Non sapete che cosa mi sono costati quei due biglietti!”, esclamò sua sorella, incrociando le braccia.
Avanti, diccelo!”, Danny la costrinse a parlare, “Così potrò ripagarti della perdita!”
No, scordatelo.”
Con fare da diva scalpitante, Vicky li abbandonò in cucina e si chiuse in camera sua. Era come parlare con un muro di cemento armato, e comunque il calcestruzzo aveva più orecchie di lei. Danny sospirò e si arrese, ma almeno ci aveva provato, anche se non sarebbe comunque servito a nulla.
Come va con Alicia?”, gli domandò sua madre, cercando di recuperare le fila della cena, ormai miseramente stracciate e perse.
Beh… Piuttosto bene.”, le rispose.
Le sue parole avevano una capacità di convinzione quasi nulla e lo notò dall’espressione ovvia di Kathy.
Non è vero…”, disse infatti la donna, “Lo so quando mi menti, Daniel.”
Danny sbuffò, gettando il tovagliolo sul tavolo.
Non lo so cos’è che non va, mamma.”, le disse, in vena di essere totalmente sincero, aveva bisogno di un suo consiglio, “Non lo so, credimi.”
Lo capisco.”, rispose sua mamma, “C’è qualcosa che non ti convince.”
Sì… Ma non lo so… Non la so focalizzare.”
Provaci.”
Sospirò e tentò con tutte le sue forze.
Per esempio…”, esordì Danny, “Non capisco se vuole andare al concerto perché… Perché è il concerto, o se voglia andarci perché vuole farlo con me.”
Kathy annuì ma sembrava non bastarle.
E poi non potrebbe comunque andarci… C’è il compleanno di suo padre ed hanno organizzato un viaggio, ma non vuole unirsi alla sua famiglia.”
Deve farlo.”, rispose allora sua madre, “La famiglia è la famiglia.”
E’ quello che le ho detto anch’io ma…”, Danny si grattò la testa, come se quel gesto avesse potuto schiarirgli le idee, “Non so, sembra quasi che ci sia qualcosa che non vada… Intendo, nella sua famiglia.”
Kathy si appoggiò allo schienale della sua sedia.
Beh… Le mie clienti, al negozio…”, disse, citando una tra le fonti assolute dell’opinione pubblica di Watford, “Mi hanno detto che vive con suo padre, che si è risposato.”
Questo lo sapevo anch’io.”, le fece, “Sua madre è morta…”
Oh, mi dispiace!”, esclamò Kathy, “Questo non me lo hanno detto...”
Danny le annuì, dispiaceva davvero anche a lui.
Comunque, la nuova moglie ha un figlio, di qualche anno più grande di lei.”, aggiunse sua madre, “Poi non ne ho idea… Magari Alicia va poco d’accordo con quella donna.”
Può essere…”, disse Danny, che non aveva pensato a quella eventualità.
Chi sa la verità, se non lei?”, concluse Kathy.



Suo padre aveva cosparso lo studio con libri aperti e carte stracciate; camminava su e giù per la stanza, che somigliava tanto all’ufficio del preside del liceo, e teneva un vecchio volume tra le mani. Era il suo modo per riflettere.
Papà?”, lo chiamò Alicia.
Si voltò e chiuse il libro.
Posso parlarti?”, gli chiese, “O magari ti disturbo…”
Adrian le sorrise.
Certo che no, entra pure.”
Si affrettò a liberare il divanetto dall’occupazione abusiva che i volumi di medicina generale stavano perpetuando ad oltranza e le fece cenno di accomodarsi accanto a lui.
Cosa vuoi dirmi?”, le chiese, sempre sorridente.
Alicia si concentrò, era andata lì per dirgli del viaggio, del fatto che non voleva andarci e sapeva in anticipo che suo padre si sarebbe imbestialito.
Beh… Il prossimo venerdì partiamo… Per la Svezia.”, gli anticipò con tono insicuro.
Suo padre chiuse gli occhi e strinse i denti, come faceva quando cercava di trattenere la rabbia ed imporsi al calma. Guai in vista, enormi guai in vista.
Vuoi dirmi che non vuoi venire con noi, ma che vuoi andare al concerto di Bruce Springsteen?”, le disse.
Alicia, impaurita, rispose con un cenno positivo della testa.
Lo fai perché Mark si è aggregato a noi e non perché ti interessa davvero il concerto, non è così?”, le chiese ancora suo padre.
No, è che vorrei davvero andarci…”, gli disse, “Danny ha un biglietto per me, sono dei posti stupendi…”
Suo padre scosse la testa.
Ok, vai a questo cazzo di concerto.”, e si alzò dal divano.
Ma… Papà…”
Adrian riprese il volume che stava studiando con attenzione.
Hai ottenuto quello che volevi, adesso fammi lavorare.”
Alicia lasciò il divano, suo padre e lo studio. Andò verso la sua stanza con viso basso ed occhi pieni di lacrime. In fondo se l’era cercata, quella reazione rabbiosa di Adrian era pienamente giustificata: era la fonte di delusione più grande per suo padre, era giusto che la trattasse in quel modo.
Brutta giornata?”, e una risatina ironica.
Lasciò perdere Mark, lo Stronzo, e si chiuse in camera. Prese il suo i-pod ed ascoltò tutte le canzoni che conteneva, almeno finché non si addormentò


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Eccomi di nuovo qua, con un nuovo capitolo :) Grazie a chi legge e segue questa storia! Sono graditi commenti, di qualsiasi tipo :P
Ruby




   
 
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