cOME cANE E gATTO!
Un bolide volò veloce attraverso il campo. I giocatori della squadra di Quidditch di Griffyndor si spostarono velocemente, scansandolo giusto per un pelo.
Ginny in vece, che aveva la sua pluffa in mano ed era pronta a segnare, si girò giusto in tempo per prendere in pieno stomaco quella palla indiavolata e cadere a terra.
Fortuna che l’erba zuppa d’acqua aveva attutito il colpo.
La ragazza, sporca di fango, si alzò in piedi. A parte un po’ di
disorientamento per via del balzo, non si era fatta nulla: aveva prontamente
indossato la divisa anti – bolidi quel giorno.
Perché, con gli Slytherin nell’altra parte del campo, non c’era da
fidarsi.
Ron scese immediatamente dalla sua porta, e le corse incontro.
“Ginny, ti sei fatta male?!” Chiese, apprensivo.
Ginny, scosse un paio di volte la testa, come per liberarsi dallo
stato confusionale in cui ancora versava.
“Ginny!” Disse Harry, preoccupato, scendendo dalla scopa col
boccino in mano e poggiando l’altra nella spalla dell’amica.
La ragazza rimase per un po’ muta.
Quando rialzò gli occhi però, la luce sinistra che sfavillava in
essi fece allontanare di qualche passo i due ragazzi.
Ron ed Harry erano terrorizzati: quello sguardo assatanato
l’avevano visto solamente negli occhi di mamma Weasley nei suoi momenti di
furia più nera.
Gli Slytherin che sghignazzavano dall’altra parte del campo non
avrebbero avuto vita lunga.
Ginny si chinò lentamente, prendendo con una mano il bolide che
l’aveva colpita. Con l’altra, afferrata la sua scopa, si rialzò in volo.
Ron e Harry deglutirono nervosi: la
piccola rossa aveva tanto l’aria di un’amazzone furibonda…
Ginevra si fermò proprio di fronte alla squadra verde-argento.
Tutti la guardavano divertiti, con quei ghigni perfidi da vere serpi dipinti in
volto.
Ma lei fissava negli occhi solo uno.
Colui che aveva osato scaraventarla giù dalla sua scopa.
Colui che non aveva fatto altro per anni interi che insultarla con
i peggiori epiteti.
Colui che non si meritava nemmeno di vivere sulla Terra.
Colui che presto sarebbe tornato da dove era venuto…
Quel sorriso strafottente non sarebbe rimasto ancora a lungo nella
sua brutta faccia da bambinetto viziato.
Un ghigno altrettanto perfido comparve nelle labbra di Ginevra,
mentre rafforzava la presa sul bolide.
“E’ tuo questo, Malfoy?!” Sibilò poi. Nello stesso momento, con
forza inaudita, tirò la palla indiavolata sul suo avversario che, non
aspettandosi quella mossa, venne colpito in pieno petto proprio come lei poco
prima. Solo, essendo ben più robusto e allenato, riuscì a non cadere a terra.
Fra gli Slytherin iniziò a scorrere la rabbia, ma prima che
potessero anche alzare un solo dito su Ginevra, i compagni di lei giunsero in
suo soccorso.
Ebbe inizio una lotta tremenda fra i membri delle due Case, senza
esclusione di maledizioni.
E, mentre la guerra infuriava in mezzo a loro, Draco e Ginevra
continuavano a guardarsi, entrambi con un ghigno perfido sulle labbra, entrambi
pronti alla sfida.
Negli ultimi tempi quei due non facevano altro che stuzzicarsi a
vicenda. Innumerevoli erano state le volte in cui erano finiti in punizione, e
i professori incominciavano ad irritarsi seriamente. Perfino Silente non sapeva
più che pesci pigliare: figurarsi che aveva addirittura detto che il tempo
avrebbe giovato al loro rapporto!
Sì, certo, come no! Prima o poi qualcuno di loro due sarebbe
rimasto stecchito! E questo sarebbe stato il solo modo in cui il loro rapporto
sarebbe potuto migliorare!
Lucius Malfoy era perfino venuto a scuola per lamentarsi con il
figlio di questa sua condotta sconsiderata: ma nemmeno le minacce del padre
erano riuscite a calmare i bollenti spiriti di Draco.
Anche mamma Weasley aveva fatto la sua bella comparsa davanti alla
figlia… non sopportava quando si comportava addirittura peggio dei fratelli!
Eh, ma che ci poteva fare, in fondo questa era la verità: Ginevra
pareva aver preso tutti i difetti maggiori di quelli che erano nati prima di
lei. Era ribelle come Charlie, inquietantemente forte come Bill,
puntigliosamente intelligente come Percy, acutamente sveglia e scaltra come i
gemelli, testarda come Ron…
Un vero e proprio maschiaccio… si era pentita di non averla mandata
ad un collegio femminile invece che ad Hogwarts.
Infine, capirete dunque che anche le sue minacce erano servite a
ben poco…
Le liti fra i due erano dunque continuate, così come anche le
punizioni dei professori, che diventavano sempre più pesanti col passare del
tempo.
Effettivamente la situazione stava diventando insostenibile, specie
da quando i due ragazzi venivano spalleggiati dai loro compagni di Casa, che a
loro volta si prendevano a botte quando i loro ‘capi’ si scontravano per via.
Più o meno quello che era successo ora.
Solo che questa volta Ginevra e Draco non avevano ancora iniziato a
fare la loro parte nella guerra.
Già, non ancora…
Fu questione di un solo secondo. Ginevra si fiondò in avanti,
veloce come la luce, direttamente sopra il suo nemico. Draco fu scaraventato di
lato, e perse il bolide che andò a colpire un suo stesso compagno Slytherin.
Appena si fu ripreso, il ragazzo, più adirato che mai, cercò con lo
sguardo la rossa. La trovò ben presto, su, in alto, seduta a cavalcioni sulla
sua scopa, che sovrastava indomita tutta la battaglia, un sorrisetto sfacciato
sulle labbra.
Già, le sue labbra… questa volta avrebbe spaccato quella sua bella
bocca carnosa a suon di pugni.
Si fiondò su di lei, che subito iniziò a volare velocemente lontano
da lui.
Iniziò un feroce inseguimento, rallentato ogni tanto dalle fatture
che i due si tiravano addosso, fino a che Ginevra, capito ormai che non avrebbe
potuto battere il suo avversario in velocità dato che la di lui scopa era ben
più veloce della sua, scese in picchiata nell’ultimo luogo dove si sarebbe
aspettata che Malfoy la seguisse: la foresta proibita.
Purtroppo per lei però Draco, forse perché troppo furioso o forse
perché aveva finalmente superato la sua paura dell’oscurità, continuò ad
andarle dietro.
Si ritrovarono ben presto distesi sull’umida e paludosa terra della
foresta, uno sopra l’altro, immersi in un feroce combattimento.
Oramai il fango dei loro vestiti si mischiava col sangue delle
ferite che si provocavano con i loro colpi, oppure sfregando sopra qualche
pianta spinosa.
Alla fine Draco, ben più forte di lei, riuscì ad afferrarla per le
spalle e bloccarla contro un grosso albero.
Lei lo guardò furente e lo sputò in faccia.
“Non c’è che dire, sei un vero e proprio animale, Weasley!”
Commentò Malfoy, guardandola con occhi disgustati.
“Tu invece non riesci ad essere manco quello: sei un parassita del
genere umano, uno schifoso Mangiamorte che aspetta solo di finire strozzato da
ciò di cui si nutre con tanta avidità!” Sbottò lei, fissandolo furiosa e
tentando di liberarsi. Ma la presa di Malfoy si fece ancora più salda.
“Anche tu lo saresti, se la tua stupida famiglia non avesse scelto
di schierarsi dalla parte dei babbani.” Le sibilò.
“Mi spieghi come mai ce l’avete tanto contro di loro?! Forse siete
gelosi del fatto che la natura ha dato loro un cervello e un cuore e a voi no?!
Oh, poveri bambini!”
“Cervello e cuore non ci mancano, sciocca Weasel: ed infatti usiamo
molto bene entrambi per la causa giusta.”
Appena finì la fresa però, gli
occhi di Ginevra iniziarono ad inumidirsi, mentre le labbra si aprivano
lentamente in un sorriso divertito. Poco dopo la ragazza scoppiò in una sonora
risata, che irritò non poco Malfoy.
Il ragazzo dapprima si limitò a ridurre gli occhi a due fessure,
stringendo ancor più la morsa intorno alle braccia di lei. Poi però non ce la
fece più a trattenersi e, con un’agilità felina, mollò un forte ceffone a
Ginevra, che non cadde a terra solamente perché lui continuava a tenerla per
l’altro braccio.
Ginny rimase così, immobile, il volto ancora girato per il violento
manrovescio, i capelli che le coprivano parte della faccia, il sapore del
sangue in bocca.
Quando si voltò, Malfoy si sorprese a vederla sorridere.
Anzi, più che sorridere, ghignare.
Draco corrugò la fronte.
“Che c’è Malfoy, la verità che ciò che
dici sono solo frottole fa male?!”
“Fanno certamente più male i miei pugni.”
Commentò il ragazzo, riacquistando la sua calma espressione di scherno.
“A dire il vero non sono un gran che. Penso
che a furia di cercare di diventare l’uomo elegante e perfetto che non sei,
Malfoy, tu abbia finito per effeminarti! Non mi stupirei di venire a sapere che
a letto preferisci gli uomini alle donne…eh eh eh!” Disse lei, aggiungendo poi
al tutto una risatina di scherno.
Draco alzò un sopracciglio. Non c’è che dire, quella ragazza aveva
davvero una lingua troppo lunga. Non riusciva proprio a capire quando era il
momento di stare zitta.
Stupida Griffyndor.
Poi sorrise. Sapeva come fargliela pagare.
Si abbassò di scatto, cogliendola del tutto di sorpresa, e la baciò
con violenza, succhiandole via maliziosamente il sangue che le fuoriusciva
ancora dal labbro tagliato. Ginevra tentò di ribellarsi, ma tutti i suoi sforzi
furono inutili.
Come le era stato già dimostrato prima, il ragazzo era più forte di
lei.
Quando si allontanò dalla ragazza, lei lo fissava con sguardo pieno
di disprezzo e di disgusto. Era più furiosa di prima.
Draco sorrise, trionfante.
“Come puoi vedere, tutto ciò che hai detto si è rivelato niente
meno che un’idiozia.”
“Mi fai schifo!” Gridò lei, divenendo sempre più rossa e tentando
di divincolarsi dalla sua presa. E, dopo un calcio agli stinchi ed un morso
alla spalla, riuscì finalmente ad allontanarsi da lui.
Si guardarono ancora un po’, lui divertito, lei furiosa. Poi,
Ginevra prese la sua scopa e uscì dalla foresta.
“Vaffanculo Malfoy.” Furono le parole di commiato che rivolse al
ragazzo.
“Anche tu, Weasley.” Rispose Draco calmo, prendendo la scopa e
alzandosi in volo.
Questa volta aveva vinto lui.
Ginevra entrò come una furia nel suo dormitorio. Le compagne di
stanza, quando la videro furiosa, piena di tagli e totalmente ricoperta di
fango, sospirarono per lo sconforto. Non le chiesero nemmeno cosa le fosse
successo: certamente aveva litigato con Malfoy!
La piccola Weasley spalancò la porta del
bagno e, appena dentro, prese il suo spazzolino e iniziò a riempirlo di
dentifricio. Non contenta, prese il tubetto della stessa sostanza e se ne fece
scendere un bel po’ dentro la bocca. Poi, iniziò a sfregare furiosamente.
Si sentirono dei colpi di tosse.
Eleanor, la sua migliore amica, si avvicinò con cautela al bagno.
Quando finalmente riuscì a vedere cosa stava combinando Ginevra, rimase completamente
sbalordita. La ragazza era davanti al lavandino, lo spazzolino in una mano e il
tubetto del dentifricio nell’altro, e continuava a sputare schiuma bianca.
Che alla fine Malfoy fosse riuscito a farle venire la rabbia?!
Ginevra sospirò e, dopo aver
gettato da una parte sia tubetto sia spazzolino, si risciacquò di nuovo la
bocca e iniziò a svestirsi.
“Ginny?!” Chiese con un filo di voce l’amica.
“Che c’è?!” Sbottò lei, acida.
“Che è successo?”
“Malfoy mi ha infilato la sua schifosa lingua in bocca. Giuro che
se mi viene qualche strana malattia vado e gliela taglio.” Sbottò la ragazza,
finendo di togliersi gli abiti e infilandosi dentro la doccia, chiudendo le
tende dietro di se.
“COSA?! Malfoy ti ha baciata?!” Gridò l’amica, allibita.
Si sentì il rumore dell’acqua aprirsi. E, subito dopo, Ginevra
gridò: “No, non mi ha baciata! Mi ha completamente divorato la bocca! Quello è
un cane, non un essere umano! Ma gliela faccio pagare! Oh, se gliela faccio
pagare…!”
Eleanor uscì dal bagno. Sapeva che quando l’amica iniziava a dire
così, seguiva poi un delirio di minacce contro il suo eterno nemico, molte
delle quali probabilmente non sarebbero state mai realizzate… per fortuna di
Malfoy.
Ginny scese a cena da sola. Si era trattenuta molto sotto la doccia,
e contando che quando era arrivata dopo lo scontro con Malfoy era già l’ora di
scendere in Sala Grande, preferì dire alle amiche di andare prima di lei: poi,
le avrebbe raggiunte.
Decise però di passare attraverso uno dei passaggi segreti, così da
arrivare il più in fretta possibile, dato che sospettava che le amiche, già di
poco appetito, fossero addirittura già sul punto di lasciare la sala.
Mentre però girava l’angolo di uno dei tanti corridoi che stava
percorrendo, si ritrovò davanti una scenetta disgustosa: Pansy Parkinson,
appoggiata contro un muro, con Malfoy davanti a lei. Sembravano immersi in
un’importante conversazione.
Conversazione che, naturalmente, lei non si sarebbe mai e poi mai
persa: magari poteva ricavare qualcosa con cui prendere per i fondelli Malfoy
nei prossimi giorni.
Così in tutta fretta tornò indietro e si mise ad ascoltare con
attenzione ciò che i due si dicevano.
“Senti Draco… a me non piace più questa situazione. Quest’anno
lasceremo Hogwarts, e si presume che dopo la fine di giugno noi ci sposeremo. E
a me non va che, nonostante il nostro matrimonio sia alle porte, tu ti diverta
con altre ragazze…” Disse Pansy, con la sua voce fintamente dispiaciuta.
Ginny fece una smorfia di disgusto: certo, come se lei fosse una
santa! Lo sapevano tutti che ogni notte non faceva altro che scoparsi Blaise
Zabini!
“Vale lo stesso per te, Pansy: come mai mi fai questo discorso
ipocrita quando sai che io…so?!” Chiese Draco, leggermente irritato. “Dimmi con
chi non vuoi che io mi veda, e finiamola qui.”
“Cosa stai dicendo Draco?! Stai per caso insinuando che… io vada a
letto… con qualcun altro che non sia tu?!” Sbottò Pansy, facendo l’addolorata.
Ginny scosse la testa: era proprio una pessima attrice quella
ragazza.
“Esattamente.”Rispose Draco.
“Ma come osi!”
“Oso perché so, te l’ho già detto. E poi, ti ho anche visto l’altra
notte, sulla torre di Astronomia!”
“Ah sì? E tu cosa ci facevi là? Sei andato lì con Satine, non è
vero?!”
“Proprio così. Facciamo una cosa, se tu vuoi che io non mi veda più
con altre ragazze, tu non devi più vederti con altri ragazzi. Mi pare un affare
equo. Sono anche fin troppo gentile con te…”
“Sei gentile solo perché non ti sbatte niente di me!” Gridò la
ragazza, sull’orlo delle lacrime.
“Allora?!” Chiese gelido lui, insensibile a tutto.
“Va bene… ma se da questo momento in poi, io ti becco con un’altra
ragazza, o vengo a sapere che tu hai qualche storia con qualcun’altra… invio un
gufo a mio padre e di matrimonio non se ne sentirà più niente!”
“Sei solo tu quella che ci perde…” Commentò ironico, Malfoy.
“E anche tu… tuo
padre non la prenderà bene.” Rispose minacciosa Pansy.
Ginny, tra se e se, sorrise. Benissimo, aveva trovato il modo di
far pagare a Malfoy ciò che le aveva fatto prima, nella foresta.
Brutto stronzo, vediamo se ora si
permetteva di nuovo di metterle le mani addosso. Non aveva ancora capito bene
chi era Ginevra Weasley.
Uscì dal suo nascondiglio, facendo finta di niente. E appena vide
Draco, gli saltò addosso, mostrando l’espressione più felice che fosse riuscita
a trovare nel suo repertorio e cercando di mettere da parte il suo disgusto.
Il ragazzo, preso alla sprovvista, non riuscì a muovere un solo
muscolo quando lei gli prese la testa fra le mani e iniziò a baciarlo con
fervore.
Pansy, davanti a loro, era allibita.
“Oh, ciao Draco! Finalmente! Allora, glielo hai già detto a Pansy
che preferisci me a lei!” Disse poi, allontanandosi prontamente da lui dopo
avergli rubato, senza che se ne accorgesse, la bacchetta, e guardandolo
radiosa.
“Che…cosa?!” Mugugnò la Parkinson.
“Oh sì! Vedo che l’hai presa bene! Allora è stato gentile come gli
avevo consigliato ieri notte, mentre eravamo a letto insieme! Figurati che lui
aveva semplicemente in mente di non presentarsi al vostro matrimonio! Ma io gli
ho detto di no… è un gesto troppo vigliacco… senza contare poi la vergogna che
getterebbe su te e la tua nobile famiglia…”
Pansy rimase a fissarla in silenzio, allibita, mentre Draco le
diceva, con la sua gelida voce sicura, che erano tutte frottole. Ma, come si
poteva non credere ad una ragazzina dal viso angelico, che oltre ad essere una
babbanofila e una pezzente, quindi non abituata ai sottili e meschini
sotterfugi dell’alta società, era perfino un’onestissima Griffyndor?! Certamente
la sua parola aveva un fondamento di veridicità assai più alto di quello di una
serpe… e lei le serpi le conosceva bene: mentivano sempre.
Draco, poi, era il re degli Slytherin!
La ragazza iniziò a singhiozzare. Poi, improvvisamente, dopo aver
urlato un forte ‘Stronzo’ a Draco e avergli mollato un sonoro ceffone, se ne
scappò via.
Draco e Ginevra rimasero un attimo immobili, a fissarsi. Lui era
furioso. Nero nel vero senso della parola.
Lei era la prosopopea della felicità.
Improvvisamente Ginevra iniziò a correre per i corridoi, ridendo
come una matta. Questa volta aveva vinto lei!
Draco infilò subito la mano nella sua tasca, pronto a lanciarle con
la bacchetta una Maledizione Senza Perdono.
Purtroppo, la bacchetta però non c’era… non ci mise molto a capire
chi gliel’avesse presa.
Ancora più irato, iniziò a correrle dietro. Questa volta
gliel’avrebbe fatta pagare davvero cara, stupida Weasley pel di carota,
lenticchia, babbanofila e pezzente. Nonché schifosa Griffyndor.
Non vedeva l’ora di raggiungerla.
Quella schifosa gatta, questa volta, l’aveva fatta grossa. Si
sarebbe dilettato parecchio a spellarla viva.
Peccato però che Ginevra corse dritta in Sala Grande, e, appena
dentro, si diresse verso il suo tavolo, mettendosi a mangiare in mezzo ai suoi
eterni amici: niente meno che il fantastico trio, San Potter, Re Weasel e la
Mezzosangue.
Draco la guardò storto per un po’; poi, sentendo su di se lo
sguardo indagatore di Silente, se ne andò, sfoggiando una delle sue solite camminate
eleganti e superbe
Gliel’avrebbe fatta pagare… Oh, se gliel’avrebbe fatta pagare!
Non c’era niente da fare. Quei due si sarebbero odiati per il resto
della loro vita. Erano incompatibili.
Nessun sentimento positivo sarebbe mai potuto nascere nei loro
cuori verso l’altro. La loro divisione era eterna.
Ginevra Weasley e Draco Malfoy erano… come cane e gatto! Sempre
pronti a litigare, sempre pronti a graffiarsi e morsicarsi a vicenda.
Due specie diverse.
Incompatibili!
Salve!!!! Allora, questo mio
nuovo racconto, per chi mai avesse voglia di leggerlo, potrebbe essere
interpretato come una semplice oneshot contro la coppia Draco-Ginny…se rimanesse così.
Se
invece qualche lettore è del parere che sarebbe meglio (per il mio bene)
continuarlo e fare evolvere la storia…. Beh, penso di essere più o meno pronta
a farlo!!!! Ciaooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!
;P
P.S.: COMMENTATE,
PLEASE!!!!!!!!!!!