TUTTA COLPA DI MALFOY!
Non riuscì a mangiare praticamente niente. Aveva tentato di
mettersi in bocca un po’ di puré di patate e qualche peperone bollito… ma il
risultato era stato sempre lo stesso: schifo.
Profondo schifo.
Autentico Schifo.
Schifo.
Le veniva la nausea se solo osava pensare che nella sua bocca ci
fossero i germi di quel furetto platinato, e che essi, ogni boccone che
ingoiava, le scendevano nello stomaco, infettando da lì tutto il suo puro
organismo Gryffindor. Certo, aveva fatto quel gesto per pura necessità
vendicativa… ma le conseguenze erano state catastrofiche!
E dire che aveva anche una fame da lupo…
“Ginny… non mangi?!” Le chiese stupito il fratello, vedendola
guardare con occhi famelici il suo piatto colmo di cibo, senza accennare però a
toccarlo.
La ragazza si mise le mani in faccia e, con voce saltellante per
l’afflizione, borbottò: “NoOoOo!”
Hermione, Ron e Harry si rivolsero un’occhiata interrogativa.
“Perché Ginny? Non hai fame forse?” Chiese gentilmente la
Granger.
La ragazza non rispose e, di conseguenza, il trio iniziò a
preoccuparsi.
“E’ successo forse qualcosa che non sappiamo?” Chiese Harry,
poggiandole una mano sulla spalla.
Ginny stava per scoppiare a piangere: aveva baciato Draco Malfoy
per ben DUE volte quella sera, ora stava morendo di fame però per colpa SUA non
poteva mangiare, e in più stava per sorbirsi un terzo grado da parte dei suoi
tre amici. Si poteva essere messi peggio?!
“Sono a dieta!” Mugugnò poi la ragazza, scostandosi le mani
dalla faccia e allontanando il piatto lateralmente. Scusa banale… ma come
faceva a toglierseli di torno, altrimenti?
I tre ragazzi la fissarono a bocca aperta: Ginny li guardò
tranquillamente, uno per volta, mentre loro non accennavano a riprendersi dallo
stupore. Bene, a vedere le loro facce, l’avrebbero assillata con la storia
della dieta fino alla fine dell’anno, obbligandola a mangiare il doppio delle
razioni di cibo che normalmente trangugiava.
Sospirò e lasciò cadere la testa sopra il tavolo: quella era
proprio una giornata No.
Appena entrata in camera sua, la giovane Weasley si diresse
nuovamente come una furia verso il bagno, ignorando le occhiate interrogative
che le compagne, già sui loro letti in pigiama, le avevano rivolto.
Prese il suo dentifricio, si ficcò la metà della pasta che
ancora vi rimaneva in bocca, un’altra buona parte la mise nello spazzolino, e
riprese a sfregare con forza tutta la cavità orale: denti, gengive, LINGUA,
labbra… e quando, a causa della sua foga, lo spazzolino andò troppo in fondo
nella gola minacciando di soffocarla, fu costretta a sputare tutto tossendo
come un’ossessa.
Subito la porta del bagno si aprì, e apparve sulla soglia
Eleanor, con in volto la stessa espressione preoccupata di poche ore prima.
“Gin, qualcosa non va?” Le chiese poi, apprensiva. “Non dirmi
che Malfoy ti ha baciata di nuovo!”
“No- mormorò la Weasley, finendo di risciacquarsi
abbondantemente la bocca- e comunque, ti ho già detto che quello di questa sera
non è stato un bacio, ma un tentativo di soffocamento!”
“Beh, io tentativi di soffocamento di quel genere li chiamo
baci…” Rispose l’amica, sorridendole divertita. Se Ginny aveva ancora voglia di
rispondere a tono alle sue provocazioni, allora non era successo niente di
grave.
“Sì, come vuoi.” Disse infine la rossa, asciugandosi la faccia e
poi gettando l’asciugamano da una parte.
“Beh, ma allora che è successo? Perché stai facendo lo stesso…
rito purificatore di questa sera, se lui non ti ha baciata?”
“Perché questa volta l’ho baciato io.” Sbottò la rossa, mentre i
suoi lineamenti si contraevano in una smorfia schifata e il corpo tremava a
causa di un lungo brivido freddo.
“CHE COSA?!” Gridò Eleanor, spalancando gli occhi per lo
stupore.
“Che schifo, ti prego, non farmici ripensare! Adesso mi devo
fare di nuovo anche la doccia!” Esclamò la ragazza, spogliandosi e infilandosi
di nuovo sotto l’acqua. “Praticamente gli sono saltata addosso a mo’ di
sanguisuga… bleah!”
“Scusa ma…perché?!” Chiese Ele, sbalordita, sedendosi sul gradino
del bagno.
“Per metterlo nei casini con Pansy! Ho sentito una loro
conversazione dove lei diceva che se non avesse smesso di tradirla da quel
momento in poi, non lo avrebbe sposato. E così ne ho approfittato per
vendicarmi di questa sera!”
L’amica rimase un attimo in silenzio, mentre il sangue le si
gelava nelle vene. “Mi stai
dicendo… che per colpa tua… Draco Malfoy non si sposa più con Pansy Parkinson,
a cui è promesso dalla nascita?!”
“Ah ah…” Fece Ginny, in segno d’assenso.
“MA SEI PAZZA, GIN?! Sai in che casini ti sei messa? Malfoy te
la farà pagare cara! E non solo lui, anche tutta la sua famiglia, e la famiglia
di Pansy farà lo stesso, e magari chiameranno a rapporto anche tutti i loro
amichetti Mangiamorte! Ti conviene scomparire da Hogwarts finché sei in tempo!”
“Naaa… sei esagerata, Ele! E poi, per quanto riguarda il nostro
Malfoy…gli ho preso anche la bacchetta, cosa vuoi che mi faccia…”
“Gli ha preso…GINNY! Ma che ti è saltato in testa?!”
Ginny, sbuffando, uscì dalla doccia immersa in un mare di caldo
vapore, coperta dal suo asciugamano rosso in cui risaltava la lettera G in giallo oro: made by mamma Weasley,
naturalmente!
Afferrò i suoi pantaloni, che nella fretta aveva buttato in un
lato della stanza: prese la sua bacchetta dalla tasca e si asciugò in un
battibaleno.
Tutto sotto gli occhi pieni di rimprovero della povera Eleanor.
“Uff… finiscila di guardarmi così, Ele: tanto lo sai, non andrò
certamente a chiedergli scusa in ginocchio e a pregarlo di perdonarmi,
consegnandogli su un piatto d’argento la sua preziosa bacchetta!”
“No, penso di no… anche perché sono sicura che ti lancerebbe
comunque un Avada Kedavra…” Rispose piatta lei.
“Ahhhhh…Ele, stai diventando pallosa! Lo sai che a Malfoy lo so
tenere a bada! E’ solo uno stupido pivellino che si crede l’imperatore
dell’universo, colui che può ciò che vuole!”
“E immagino sarai tu a fargli cambiare idea…” Disse sarcastica
Ele.
“Ma, onestamente non sentivo questo grande bisogno di riportare
la giustizia nel mondo fino a che lui non ha cominciato a mettermi i bastoni
fra le ruote: è colpa sua!” Rispose vaga la rossa, uscendo dalla stanza.
“Secondo me dovresti dirlo a tuo fratello e ai tuoi amici…”
“Non ci penso nemmeno! Quelli sono capaci di chiamare un intero
esercito di Auror per farmi seguire a vista ogni minuto secondo della mia
vita!” Disse Ginny, andando a prendere il pigiama dal baule ai piedi del suo
letto.
“E farebbero bene!” Commentò Ele, rimasta sulla soglia del
bagno.
“Ehi, di che parlate?!” Chiese vivacemente una biondina,
emergendo da sotto le coperte del proprio letto.
“Di niente che t’importi, Vanessa!” Rispose Ginny, con un
sorriso ironico sulle labbra.
“Ah sì, lo vedremo!” Gridò quella, afferrando il suo cuscino e
tirandolo in faccia alla rossa.
Iniziò una vera e propria battaglia a suon di cuscini, senza
esclusione di colpi, e mentre le piume incominciava a propagarsi imperterrite
per tutta la stanza e le grida di guerra delle quattro amazzoni coprivano
qualsiasi altro suono, Eleanor fissava la scena dalla sua posizione di vedetta.
No, Ginny questa volta si era ficcata
davvero in guai seri. E il guai era che nemmeno se n’era resa conto.
Ginevra si svegliò nel cuore della notte. Il suo stomaco ormai
stava emanando degli ululati degni di un licantropo inferocito, e non la
lasciava dormire.
Pfiu… Maledetto Malfoy e i suoi germi di serpe, ora si sarebbe
dovuta alzare per uscire oltre l’ora del coprifuoco e recarsi nelle cucine.
Scese dal letto, cercando di non fare rumori, e uscì
silenziosamente dalla sua stanza. La Sala Comune dei Gryffindor fortunatamente
era del tutto vuota, a parte una coppietta d’innamorati, addormentati l’uno fra
le braccia dell’altro in una poltrona davanti al caminetto col fuoco ormai
morente. Ginny sorrise nel vederli: erano davvero teneri. Chissà se lei, un
giorno, avrebbe avuto qualcuno con cui stare sveglio vicino al camino della sua
Casa, sussurrandosi dolci parole a vicenda…
Scosse la testa…No, non avrebbe mai voluto nessuno con cui fare
una cosa del genere! Lei non era il tipo da lasciarsi andare a gesti così
sdolcinati! Già… e forse era proprio per questo che le sue storie non erano
durate più di qualche mese. I ragazzi che aveva avuto erano uno più dolce
dell’altro. Dopo un po’ divenivano noiosi…
Sbuffò e proseguì per la sua via: non era il caso di farsi
prendere da pensieri di quel tipo mentre oramai i brontolii dello stomaco
minacciavano di fare crollare perfino le fondamenta del vecchio castello di
Hogwarts!
Una volta fuori dal suo dormitorio, corse silenziosamente per i
freddi corridoio della scuola, diretta al passaggio segreto che i sui fratelli
gemelli avevano scoperto, e che finalmente si rivelava molto utile anche per
lei.
Quando riuscì a trovarlo e ad arrivare alle cucine, stava per
fare i salti dalla gioia: finalmente si mangia, finalmente si mangia,
finalmente si mangia!
Un corno.
C’era qualcuno là, nelle cucine, insieme a lei… solamente che
dai rumori che si sentivano non pareva essere lì per i suoi stessi motivi.
Soprattutto, non pareva essere lì da solo.
Si poggiò teatralmente una mano davanti agli occhi con fare
disperato quando si ritrovò davanti quella scena orripilante: Pansy Parkinson
distesa sul tavolo, con sopra di lei Blaise Zabini in una posizione piuttosto
compromettente. E sicuramente, a presumere dai gemiti e dalle parole soffocate
che provenivano da loro, in quella posizione compromettente i ragazzi non ci
erano finiti certamente per puro caso.
Ma perché dovevano succedere a lei tutte queste cose! Quasi si
pentiva di aver fatto quello scherzo a Malfoy… almeno ora Pansy sarebbe stata
con lui nella sua stanza da letto, e non qui a farsi consolare sul tavolo della
cucina da Zabini!
No, ma che stava dicendo! Lei colpevole?! Giammai! Era sempre
tutta colpa di Malfoy alla fine: se lui non l’avesse provocata quella sera lei
non lo avrebbe baciato e quindi avrebbe tranquillamente potuto mangiare in Sala
Grande, se lui non avesse tradito la ragazza costringendola a dargli un
ultimatum lei non avrebbe potuto vendicarsi, se lui non le avesse dato
l’opportunità di vendicarsi ora Pansy non sarebbe qui a farsi consolare, e lei
invece avrebbe potuto ingozzarsi di ogni ben di Dio preparato dagli elfi…
Decisamente Draco Domitian Malfoy era una grandissima seccatura.
Possibile che a questo mondo esistessero persone nate proprio per rompere le
scatole alle altre?! Bella utilità, davvero…
Sbuffò sonoramente, tanto quei due
erano così impegnati che anche se si fosse messa a saltare e gridare come una
talpa impazzita intorno a loro non si sarebbero comunque accorti di nulla; ed
uscì dalla cucina, borbottando maledizioni contro Malfoy di qualsiasi genere…
Non so se la povera Ginny conoscesse l’antico detto babbano: nomini
il diavolo, ed ecco che spuntano le corna… perché come mai in quel momento
la sapienza dei vecchi saggi ebbe maggiori conferme.
La ragazza stava tranquillamente camminando per i corridoi,
mormorando mille e mille anatemi contro il suo eterno nemico, di ritorno dalla
sua passeggiata notturna, quando si accorse della presenza di qualcun altro
davanti a lei. Così, si distolse un attimo dai suoi pensieri omicidi e alzò il
capo.
Lo vide.
Malfoy era lì, a pochi passi da lei, vestito di tutto punto, con
il volto reso ancora più brutto da una smorfia di rabbia. Sul suo mantello
scintillava la splendente spilla dei Caposcuola.
Ginny lo fissò biecamente, poi alzò un dito accusatore in sua
direzione:
“E’ tutta colpa tua se sto morendo di fame!” Gridò.
“Sse svuoi sti spossso slenire sle soffferenze…”Rispose
lui, con la sua voce che in quel momento pareva più serpentina e strascicata
del solito… Ma che… cosa diamine…
Ginny scosse un paio di volte il capo, guardandolo allibita, più
incuriosita dal suo timbro di voce che dalle minacce che lui le aveva appena
rivolto…
Poi capì…E scoppiò a ridere a lacrime, causando ancora più
l’irritazione del ragazzo. A quanto pare le maledizioni che aveva pronunciato
erano davvero arrivate a destinazione…!
Peccato che però fosse stato colpito
solo da quella in cui auspicava che gli venisse una bella lingua biforcuta
degna della sua natura di serpe… vabbè, sempre meglio che niente.
Quando tornò in se dopo la
grande crisi di risate, che le aveva fatto perdere completamente la cognizione
di tutto il mondo circostante, si accorse che il ragazzo, purtroppo per lei,
non era rimasto immobile a guardarla mentre lei lo derideva… ma aveva iniziato
ad avanzare con fare minaccioso nella sua direzione.
Ginevra, spaventata dal brusco mutamento di situazione, gridò
con quanto fiato aveva in gola e, riappropriandosi immediatamente del controllo
del suo corpo, iniziò a correre via il più velocemente possibile, mentre Draco
la seguiva a pochi passi di distanza.
Ben presto però si sentì afferrare per le gambe, e cadde
rovinosamente per terra, battendo la testa contro una grande porta in legno che
si affacciava a quel corridoio.
Si voltò, e non appena lo fece, un sonoro pugno le girò il viso
dall’altra parte. Malfoy era seduto sopra di lei, maledizione, e le bloccava i
polsi!
Con un’agilità felina che stupì il ragazzo, prima che lui
potesse riprendere a schiaffeggiarla Ginevra gli mollò un calcio da dietro,
dritto nella testa, e con forza lo spinse giù da lei, alzandosi subito in piedi
per prenderlo a pedate.
Peccato che però al ragazzo non piacesse stare giù da solo, e
con un inaspettato movimento delle gambe le fece uno sgambetto e la giovane
Weasley cadde letteralmente sopra di lui.
Non so cosa sarebbe successo poi… forse Ginevra lo avrebbe morso
sul naso e Draco avrebbe tentato di strozzarla; fatto sta che mentre loro si
trovavano ancora uno sopra l’altro, la porta in legno contro cui la ragazza
aveva urtato poco prima si aprì, e comparve, sulla sua soglia, una McGranitt
insonnolita e letteralmente furiosa, che quando
li vide iniziò a stringere nervosamente le labbra mentre la vena nelle tempie
pulsava in maniera preoccupante…
Draco e Ginny deglutirono contemporaneamente, fissando il brutto
mostro con un’ombra di paura negli occhi. Credo che per la prima volta fossero
d’accordo a pensare che questi sì che erano c***i grossi…!
“E’ inammissibile! Questa vostra condotta ormai degenera
di giorno in giorno! E’ oltremodo inammissibile che due studenti non
facciano altro che litigare in modo così barbaro ogni qual volta entrano a
contatto!
Da lei, signorina Weasley, non me lo sarei mai aspettato! Ma
cosa le è preso in questi ultimi tempi? Era una bambina così dolce e
ubbidiente…” Gridò la McGranitt, nell’ufficio del Preside, guardando con occhi
pieni di rimprovero la rossa che, seduta su una seria con le mani posate in
grembo, teneva il capo chino.
“E che dirle, signorino Malfoy? Questo atteggiamento così
infamante e questi modi così volgarmente ‘babbani’ di appianare dei contrasti…
non le si addicono proprio!” Aggiunse poi con voce stizzita, riservando al
ragazzo platinato in piedi davanti a lei uno sguardo tutt’altro che amichevole.
“Va bene così, professoressa McGranitt. Penso che i signorini
qui presenti abbiano capito che il loro comportamento è prettamente scorretto.
– disse il vecchio Preside, invitando con un cenno della mano la professoressa
a sedersi. – Mi dispiace però dover aggiungere che, poiché sono risultati vani
i nostri tentativi di innalzare i vostri rapporti ad un livello almeno prossimo
alla pacifica convivenza, credo purtroppo che sia il momento di fare delle
scelte assai più drastiche.
Non si può più continuare così, questa è l’ultima volta che ve
lo ripeto: a quanto pare la nostra sorveglianza si è dimostrata inutile;
potrebbe accadere che, in futuro, noi professori perverremo troppo tardi ad una
vostra lite, quando oramai per uno di voi due non ci sarà più nulla da fare.
Onde evitare questo, sono pronto ad accettare qualsiasi decisione che i
genitori qui presenti, la signora e il signor Weasley, e il signor Malfoy, prenderanno
per voi.”
A quelle parole, Ginevra sussultò lievemente: sapeva che cosa
l’aspettava, la mamma glielo aveva già detto in passato, le volte precedenti
che era stata richiamata per lo stesso motivo dal preside di Hogwarts.
Non alzò nemmeno il viso per incontrare gli occhi della signora
Weasley: doveva essere furiosa. E il papà altrettanto, e anche se l’idea della
moglie non gli era mai piaciuta, sicuramente l’avrebbe accettata per paura che
la sua ira si sprigionasse anche contro di lui.
Draco, dal canto suo, si limitò a stringere i pugni. Quella
mattina, quando aveva visto il padre entrare nell’ufficio del preside,
incontrando i suoi occhi per un solo istante aveva capito che Pansy lo aveva
già avvertito dell’accaduto, e che probabilmente lui doveva anche già avere
avuto un colorito scambio di opinioni con Mister Parkinson; sicuramente dunque
questa convocazione urgente da parte del preside, verso cui nutriva un’aperta
ostilità, gli aveva fatto saltare del tutto i pochi nervi che ancora erano rimasti
saldi.
Lucius lo aveva già avvertito diverse volte di cambiare
condotta, di moderarsi con la piccola stracciona, anche se lo irritava e gli
faceva perdere le staffe: non voleva avere noie da parte sua, si trovava già da
solo in una situazione difficile, dopo che era riuscito a liberarsi da Azkaban
solamente grazie all’intervento della sua nutrita schiera di avvocati e dei
suoi numerosi quattrini. La sua immagine pubblica ne aveva risentito molto, e
ora stava facendo passi da gigante per poter riacquistare un minimo di
popolarità: ma lo spargersi della notizia del brutto carattere del suo unico
figlio ed erede certamente non avrebbe aiutato i suoi intenti di risollevare il
nome della nobile casata dei Malfoy.
Per Malfoy si preannunciava dunque un amaro, nonché
dolorosamente lungo, futuro.
“Se non le dispiace, Preside Silente, credo che oramai sia
giunta l’ora di fare ciò che avevo in mente già da tempo: senza offesa, questo
non è il posto adatto per Ginevra. Ha sempre avuto un carattere troppo ribelle,
che non si addice ad una ragazza, e in questi ultimi tempi è palesemente
peggiorata. Credo che un buon collegio femminile alla vecchia maniera possa
riuscire a placare il suo animo combattivo.” Disse la signora Weasley, con una
voce così pacata e così estranea alla sua naturale persona che il marito e la
figlia tremarono nell’animo. Soprattutto la figlia.
“Per quanto mi riguarda mi limito ad annunciare che da questo
momento in poi prendo io il controllo dell’educazione del mio caro
unigenito.
Draco, incomincia a fare e valigie, verrai via con me.” Disse il
signor Malfoy, rivolgendo a Draco un’occhiata raggelante.
Il giovane, senza battere ciglio, si diresse verso la porta. Era
tutta colpa di quella stronza se si trovava in quella situazione. Era pronto a
scommettere qualunque cosa che il padre, non appena usciti d Hogwarts gli
avrebbe fatto rimpiangere amaramente di essere nato. Poi lo avrebbe spedito in
fin di vita in qualche zona sconosciuta e poco abitata dell’Europa, magari in
un campo di concentramento dove avrebbe imparato col sangue a mantenere la
disciplina: e dopo ciò, naturalmente, lo avrebbe atteso senza alcun dubbio
l’addestramento di Mangiamorte.
“Un attimo di pazienza, per favore.” Disse la voce pacata del
preside in quel momento. Draco si fermò e, corrugando la fronte, si voltò a
guardare il vecchio barbuto: che magari avesse in mente qualche idea miracolosa
per salvargli la vita?! Odiava ammetterlo, ma purtroppo la sua vita era nelle
sue mani.
“Penso che l’ira di questo momento non possa aiutarvi a decidere
in maniera opportuna il destino dei vostri figli. Naturalmente mantengo la mia
parola, vi lascio libera scelta sul modo in cui cercare di fare calmare i
bollenti spiriti che alloggiano nei vostri pargoli.
Vorrei però darvi un consiglio: concedete a Draco e Ginevra una
sorta di ultimatum. Se da questo momento in poi fino a Natale compiranno anche
una sola delle loro usuali liti, allora accadrà di loro ciò che voi volete.
Altrimenti, Draco potrà rimanere ad Hogwarts e diplomarsi,
mentre Ginevra potrà concludere la scuola tranquillamente, e l’anno prossimo
dedicarsi con maggior attenzione e senza la distrazione del signorino Malfoy ai
suoi M.A.G.O.”
Il signor Weasley, sentendo ciò, rivolse subito la sua
attenzione alla moglie, poggiandole una mano sul braccio. La signora alzò lo
sguardo, incontrando quello supplicante del marito, e poi sospirò.
“Penso che lei abbia ragione, Preside…
Ma, voglio sottolineare maggiormente alla signorina qui
presente che si tratta di un ULTIMATUM: se farai anche un solo sgarro vengo a
prenderti io e allora sai cosa ti attenderà.
La ringrazio ancora, signor Silente, per la sua gentilezza; e mi
scuso per il disturbo che Ginevra le causa. La prego, continui ad informarmi
dettagliatamente sulla sua condotta!” Disse la donna, avvicinandosi al Preside
e stringendogli la mano, imitata subito dopo dal marito.
“Non ne dubiti!”
“Arrivederci allora!” Dissero i coniugi, scomparendo oltre le
scale mentre il vecchio preside ricambiava il saluto.
“A questo punto, dato che anche i Weasley si sono impegnati in
questo Ultimatum, credo di doverlo fare pure io.
Bene, ora è il momento di andare.
Arrivederci, Silente…” Disse Malfoy senior, facendo un leggero cenno del capo
al vecchio seduto oltre la scrivania, che ricambiò. “E… Draco: vedi di non
farmi pentire di tanta generosità.” Sibilò poi, al figlio, un attimo prima di
scomparire anche lui dalla sala.
Rimasero dunque solo loro tre: Draco in piedi davanti alle
scale, ancora esterrefatto di essere riuscito per un pelo a scamparla.
Ginevra, seduta sulla sua poltrona, con la testa appoggiata sua
una mano e un’espressione sconvolta in viso.
Silente, accomodato dietro la sua scrivania, che fissava con le
mani giunte davanti a se e un sorriso complice in volto i due allievi davanti a
lui.
“Prima di tornare alle vostre lezioni: signorina Weasley, sia
così gentile da eliminare la maledizione che ha lanciato sul signorino Malfoy,
e gli renda la sua bacchetta.”
Ginevra arrossì lievemente, abbassando lo sguardo. “Certo.”
Disse poi.
In un lampo la bacchetta del giovane platinato comparve nella
sua mano, e poco dopo anche la lingua di Malfoy tornò alla normalità.
“Questa volta, mi raccomando, cercate di non combinare guai!”
Disse il preside, mentre i due lasciavano il suo ufficio in silenzio.
Una volta fuori, non si guardarono neppure in faccia: fecero
esattamente come gli era stato consigliato, ossia finsero che l’altro non
esisteva.
Anche perché, se così non avessero
fatto, niente sarebbe riuscito ad impedire loro di lanciarsi qualche Cruciatus
a vicenda.
Ginny, con una camminata strascicata, andò diritta all’aula di
pozioni: avere Piton in quel momento era proprio il colpo di grazia dopo le
ultime catastrofiche dodici ore.
Senza contare che, per colpa della McGranitt che l’aveva
trattenuta assieme a quel verme gigantesco nell’aula del preside fino
all’arrivo dei loro genitori, aveva perfino saltato la colazione…
Appena arrivò davanti alla botola che fungeva da ingresso all’aula
del professor Piton, il suo stomaco si fece nuovamente sentire, e lei,
lasciando cadere la testa sulle spalle, brontolò: “E’ tutta colpa di Malfoy!”
Salve a tutti!!! Come potete vedere sono tornata, anche piuttosto celermente!!!! Ma, chissà, forse a impormi di fare in fretta sono stati i complimenti che ho ricevuto… o forse le minacce…!?!?!?!
Fatto
sta che ora sono qui con un nuovo capitolo e…. con tanta paura di aver deluso
molti di voi!!! Sì, perché mi sembra un capitolo cagata, non so se mi sono
spiegata (a proposito, ehm, scusate i miei termini poco eleganti, ma non ho
trovato modo migliore e più diretto per esprimere il mio pensiero in
proposito!)
Fatemi sapere, per favore,
perché non sono abituata a scrivere long fic su delle coppie di Hogwarts!!!
Solitamente nelle mie storie c’è sempre qualche personaggio di mia invenzione…!
Passiamo allora ai ringraziamenti!!!!
hermy90: grazie mille!!! La tua è stata la prima recensione che ho
ricevuto!!!! Mi fa piacerissimo che ti
sia piaciuta la fic!!!!!Ciauuu!!! ;P
marta: ciao Marta!!!! Hai visto, l’ho continuata!!! Spero di aver lenito in parte la tua incredibile curiosità!Ciaooooo!!!
ruka88: ho notato che la mia idea di bloccare lì la mia fic ti ha fatto venie un po’ d’isteria…ehehehe! Ma sta tranquilla, ho proseguito!!!! Ciau!!!
Minako-chan: sei stata chiarissima!!!! E siccome ci tengo
alla mia incolumità, mi prodigo ad avverti che le scene romantiche ci saranno,
anche se in questo capitolo i due sembravano pronti a scannarsi!!!Ciaoo!!!! ;P
Tink: grazie Tink per il commento costruttivo, mi
piace quando qualcuno parla anche del mio stile!!! So che non è un gran che, e
a dire il vero non è da me comunque scrivere in maniera complicata: la
semplicità fa entrare meglio e più in fretta le cose in testa e lascia pochi
dubbi! Anche se, naturalmente lo ammetto, in certi frangenti un linguaggio
aulico è certamente preferibile ad uno medio… per fortuna non è il mio caso! Mi
fa piacere che la storia ti abia fatto divetire: questo è un obiettivo fondamentale
di quasi ogni mio racconto!!! Se non ci si diverte, diventa tutto uno palla… Va
beh, la finisco qua!!!! Grazie mille per la recensione e… spero di aver sviato
la minaccia di morte imminente che gentilmente mi hai prospettato,
ehehehehe!!!!Ciaooooooo!!!!! ;P
Ringrazio tantissimissimissimo
anche tutte le altre che hanno recensito questo mio nuovo capitolo, e ripeto:
spero di non aver deluso nessuno!!!
Mi dispiace non aver potuto
fare delle riconoscenze più decenti, ma purtroppo questo dannato programma si è
chiuso mentre scrivevo proprio l’ultima parola dell’ultima frase dei
ringraziamenti per l’ultima recensitrice….Ahhhhhhhhhhhhhhhhhh…mi sto ancora
mordendo le mani per il nervoso, stupido pezzo di plastica senza un minimo di
cervello… ehehe…va beh, lasciando perdere la mia stupidità e quella del mio pc,
RINGRAZIO NUOVAMENTE TUTTI QUANTI!!!!
Ciaoooooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!