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Autore: Hermia_and_Izumi    24/06/2005    4 recensioni
Eccoci qui con una storia scritta a 4 mani ambientata nel 7° anno ad Hogwarts...tra triangoli amorosi che coinvolgeranno e stravolgeranno il magico trio, cotte adolescenziali non corrisposte, amori nati dall'odio e antichi obblighi di famiglia a complicare il tutto. Vedremo come se la caveranno i nostri amati protagonisti...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter | Coppie: Draco/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chiuse di scatto il libro di Pozioni

Eravamo ragazzi

 

***

 

If you drove me on the way

 

 

 

Mi chiamibella”? Rimangiati quel “bella”!

Per Demetrio che ti ama, “bella” sei tu. Oh bella felice!

 

(…)

 

Se tutto il mondo fosse mio, escluso solo Demetrio, 

te lo darei, se potessi cambiarmi in te .

Oh, insegnami il modo in cui guardi, e con quale arte

influenzi i moti del suo cuore.

 

(A midsummer night’s dream – W. Shakespeare)

 

 

Chiuse di scatto il libro di Pozioni.

Solo un altro minuto e l’avrebbe tirato fuori dalla finestra.

Fortunatamente solo un giorno li separava dalle tanto agognate vacanze natalizie.

Che poi proprio quel giorno Piton avesse deciso di datare un compito in classe poco importava.

Si stiracchiò comodamente sulla poltrona portando con un gesto distratto i lunghi riccioli rossi dietro la schiena. Era tremendamente annoiata.

La Sala Comune era stranamente vuota. Certamente tutti erano al momento in giro a bighellonare sulla neve.

Beh, poco male.

Le piaceva la solitudine.

Strano a dirsi ma, dati gli ultimi eventi, preferiva di gran lunga starsene da sola in santa pace a rimuginare e, perché no, piangersi addosso.

Era da circa...un mese e mezzo che evitava accuratamente di rimanere per troppo tempo da sola col magico trio. Consumava velocemente i pasti e tentava di passare in biblioteca il minor tempo possibile dato che, come sempre, loro erano lì a studiare con lei.

Anche adesso…

Pensò allungando le gambe sul tavolino di fronte in un gesto poco signorile.

Tanto era sola.

Tentò ancora una volta di analizzare la sua situazione:

Harry l’aveva invitata al Ballo di Halloween.

Ron aveva invitato Hermione al Ballo di Halloween.

Harry si era dichiarato ad Hermione.

Lei era scappata.

E da allora non aveva più rivolto la parola ad Harry, odiava Hermione ed era diventata insofferente nei confronti di suo fratello.

Complimenti Gin, davvero bella situazione…

Non sapeva davvero come comportarsi. Harry tentava quasi ogni giorno di parlarle e chiederle cosa non andasse e, dato che l’aveva mollato al Ballo senza una spiegazione e lo evitava come la peste, forse, aveva ragione.

Ma cosa esattamente avrebbe potuto dirgli?

Che aveva sentito la sua dichiarazione?

Che era gelosa?

Che lo…amava?

Perché, dopo tutto, sentiva ancora qualcosa per lui.

Idiota…e patetica…

Non faceva altro che ripeterselo, il suo atteggiamento era assolutamente patetico: il ragazzo che amava la prendeva in giro ed era innamorato della sua (ex) migliore amica e lei non faceva altro che…morirgli dietro lo stesso?

Patetico.

Assolutamente…patetico.

E tutto ciò le faceva anche rabbia.

-Certo Dean, figurati! E’ sempre un piacere aiutarti.-

Hermione e Dean erano appena entrati nella sala vuota con una serie interminabile di libroni in mano.

Volse gli occhi al cielo alzandosi di scatto dalla poltrona. Era del tutto intenzionata a mettere quanta più distanza possibile tra lei e la ragazza castana.

-Ferma lì, Gin.-

Le ordinò imperiosa Hermione.

Ma…chi si credeva di essere?

Vide con la coda dell’occhio Dean salire velocemente le scale.

Perfetto, erano sole.

-Che succede, Hermione?- chiese sorridendo.

Ultimamente stava imparando a recitare davvero bene. Elargiva sorrisi a chiunque pur di essere lasciata in pace e far vedere a tutti che stava bene e non aveva bisogno di nulla.

-Dovrei essere io a chiedertelo, Ginny.- continuò seria posando i libri sul tavolo e sedendosi sul divano -Siediti!-

Ginny le voltò incurante le spalle ed andò ad appoggiarsi al davanzale della finestra.

Non che non si sedeva!

 

 

-Ma smettila Hermione! Ho sentito tutto la sera del Ballo. Io sono innamorata di Harry e non puoi negare di essertene accorta e, dato che le sue attenzioni sono rivolte a te, scusa tanto se mi arrabbio e voglio starmene per i fatti miei!-

Ecco, l’aveva fatto.

Aveva inveito contro Hermione.

Aveva…tentato in tutti i modi di trattenersi, di evitare una scenata.

Aveva contato fino a cento, aveva trattenuto il respiro, aveva guardo la neve cadere…ma non era servito a nulla.

Un tremendo senso di frustrazione l’aveva assalita e non aveva potuto resistere.

Non dopo che Hermione le aveva ricordato di poter contare su di lei.

Che era una sua grande amica.

Che non voleva vederla soffrire.

Belle parole, Herm…complimenti davvero…

Adesso, come quella sera, sentiva le lacrime pungere.

Le mancava il respiro, aveva bisogno di stare da sola. Di respirare, di piangere, di urlare.

-Ginny io…-

La ragazza tentò di avvicinarsi per consolarla ma quel gesto le diede ancora più fastidio.

Non voleva la compassione di Hermione.

Non ne aveva per nulla bisogno.

-No!- urlò scostandola brutalmente. -Nulla Hermione! Oltre Harry non pretendevo nulla. Perché non posso…lascia stare!- disse allontanandosi definitivamente mentre le luci del tramonto entravano dalla finestra ancora aperta.

Salì velocemente le scale che portavano al dormitorio del sesto anno.

Aprì la porta di scatto e di nuovo la chiuse dietro di sé.

Merlino, se era stanca.

Stanca di tutto.

Si lasciò cadere sul letto coprendosi il viso con un braccio e lasciando che le lacrime le scivolassero lente sulle gote.

Alla fine aveva pianto.

Però non per Harry.

E nemmeno per Hermione.

Piangeva per se stessa. Per la rabbia che provava. Per la voglia di prendere a pugni qualcosa.

Perché si sentiva stupida.

Decise che avrebbe pianto tutta la sera, anche tutta la notte se ne avesse avuto voglia.

Si alzò per chiudere le imposte. Le urla dei ragazzi che giocavano nel parco erano troppo per lei da sopportare.

Mentre tornava verso il letto, scossa dai singhiozzi, posò lo sguardo sulla sua scrivania.

Un sorriso amaro le si dipinse sulle labbra.

Sedette sulla sedia in legno davanti al mobile e prese a contemplare ciò che vi era posto sopra.

La rosa di Draco.

All’inizio era rimasta stupita.

Dopo una settimana non era ancora appassita.

E, più i giorni passavano, più restava bella e fresca come la prima sera.

Erano passati quasi due mesi e quella stupida rosa non voleva saperne di appassire.

Non c’era altra spiegazione: Draco doveva aver fatto un incantesimo.

Persino la scia del suo sangue, lì, sul petalo più esterno, appariva ancora scarlatta, come si fosse appena punta.

E, notò stupendosi, ancora una volta non aveva più le lacrime agli occhi.

La annusò.

…una rosa, è come la vita. E’ bella, ha un ottimo profumo…ma ha le spine!

Sorrise ancora una volta. Amaramente.

La prese tra le mani, senza pungersi.

L’importante, è saperla prendere.

Davvero Draco Malfoy aveva detto una cosa simile?

Lo stesso Draco Malfoy che prendeva sempre in giro lei, la sua famiglia e tutto il resto?

Beh, qualunque Draco Malfoy fosse…era stato davvero molto saggio…

Ma come faccio a prendere la vita senza pungermi, Malfoy?

 

 

Aprì la porta dello spogliatoio con un calcio.

Era arcistufo di tutto.

Di Piton…

Di Blaise…

Di Pansy…

Di suo padre…

Di Voldemort…

Possibile che non potesse starsene un’intera giornata in pace senza che nessuno andasse a rompergli le scatole?!

Fortuna che durante le vacanze sarebbe rimasto a scuola.

E c’erano delle ottime probabilità che non ricevesse nessuna lettera e non vedesse nessuno.

Per sicurezza avrebbe sigillato tutte le uscite della sua camera, anche le tende del baldacchino, se necessario.

Afferrò di malagrazia la sua Firebolt (si, ne aveva una anche lui, come Potter!), ed uscì nella neve.

Infilò i guanti in pelle e si assicurò meglio la sciarpa verde-argento alla gola, poi decollò.

Sentire l’aria gelida sul volto aveva un effetto prodigioso. Lo faceva sentire libero.

Sorvolò a velocità massima tutto il parco del castello senza mai abbassare lo sguardo, sperando che tutto ciò che c’era sotto di lui sparisse per sempre, risucchiato in un vortice scuro, e lo lasciasse finalmente libero.

Desiderò ardentemente rompere le catene che lo tenevano prigioniero della vita…

Oltrepassò il castello effettuando uno slalom tra le torri.

Veloce…

Guardò per un attimo in basso, in direzione del lago e notò una figura camminare lentamente tra la neve…si abbassò in modo da poterla riconoscere, poi sorrise sarcasticamente...

Ginevra Weasley…

Ancora per una volta da sola, lontana dal Magico Trio…si avvicinò silenziosamente, ancora a cavallo della sua scopa fino ad esserle a fianco…

-‘sera Weasley!- sussurrò.

La ragazza si voltò di scatto impaurita, poi fece una smorfia esasperata continuando a camminare per la sua strada…

Ancora lui?

D’accordo, gli era grata per quello che aveva detto la sera del ballo ma…avrebbe volentieri fatto a meno di discutere anche con lui.

Poi ripensò alla rosa che ancora faceva bella mostra di sé sulla sua scrivania e decise che magari non l’avrebbe cacciato via…

Draco smontò dalla scopa accompagnandola silenziosamente nel suo cammino…

-Ho litigato con Hermione!- disse Ginny semplicemente.

Non aveva davvero intenzione di dirlo a lui, però aveva bisogno di parlarne e, dato che ultimamente non aveva più amici con cui si sarebbe volentieri confidata, e si era ritrovata accanto un Draco Malfoy che stranamente sembrava ben intenzionato…aveva agito di conseguenza…

-Mi dispiace.- rispose dopo alcuni secondi di silenzio il ragazzo non riuscendo a trovare intanto qualcosa di più adatto e meno falso da dire.

-Non è vero! Ma va bene così.- sussurrò lei.

Continuarono a camminare senza dire una parola per un po’, lasciando delle profonde scie sulla neve fresca…

Ginny si fermò rabbrividendo per il freddo. Chiese con uno sguardo malinconico al ragazzo di rientrare.

Lui assentì con un lieve gesto del capo, poi si sfilò la sciarpa gelando e gliela pose attorno al collo allacciandogliela in modo da non farle sentire più troppo freddo.

Lei lo guardò stupita.

Quello era decisamente troppo.

Insomma lui era…

…lei era…

Bah…

Draco sorrise di scherno notando la sua espressione e, con voce distaccata disse:

-Pensa a cosa diranno Lenticchia e San Potter vedendoti entrare in Sala Grande per la cena con la sciarpa dei Serpeverde al collo.-

Sorrise anche lei. Stava scoprendo un lato di se stessa alquanto interessante.

Era…divertita all’idea di far ribollire di rabbia il Magico Trio.

Sentì che, se avessero fatto le facce che si aspettava…sarebbe stata molto soddisfatta.

Poi ripresero a camminare dirigendosi verso il castello. Ormai era buio.

Il cielo inglese era ricoperto di grossi nuvoloni carichi di neve. Si intravedeva solo uno squarcio di cielo limpido trapuntato di stelle.

Una domanda nuotava nella testa di Ginny da un pezzo.

Si decise finalmente a porla.

Voleva togliersi quel capriccio.

-Cos’hai fatto a quella rosa?-

Non si meravigliò notando lo sguardo divertito sul volto del ragazzo, anche se, al tempo stesso, vi lesse qualcosa di indefinito che non riuscì a decifrare.

-Qualcosa che ti aiuterà a ricordare quello che ti ho detto.-

Non rispose subito.

Era sicura che avrebbe ricordato le parole di Draco anche senza ricorrere a quell’espediente.

-E’ difficile.- sussurrò soltanto alla fine.

-Ricordare?- domandò lui fingendo di non aver colto il senso della sua affermazione.

Lei scosse la testa.

-No…saper prendere la vita.-

-Tu alla fine hai preso la rosa senza pungerti.-

Erano già arrivati all’ingresso del castello quando Draco pronunciò quelle parole. Il suo fiato si condensava sempre di più in una nuvola bianca per via del gelo.

La ragazza ripensò a come esattamente aveva preso il fiore.

In realtà non l’aveva afferrato lei.

Draco le aveva indicato il verso giusto.

Alzò lo sguardo corrucciata ma…si accorse di essere sola.

Il ragazzo si era come volatilizzato.

Anzi…si era proprio volatilizzato, pensò Ginny osservando un punto scuro che si dirigeva alla velocità di una Firebolt verso il campo di Quidditch.

Eppure avrebbe giurato di avergli sentito dire qualcosa prima di andarsene.

Le spine, per quanto proviamo ad evitarle, ci saranno sempre, Weasley…

Ma doveva esserselo immaginato. Quello non era decisamente da Malfoy.

Rientrò con un sorriso misterioso stampato sul volto.

Forse sarebbe riuscita a prendere la vita senza pungersi…bastava farsi guidare dalla persona giusta.

Si strinse nella sciarpa verde-argento impregnata di un profumo ormai familiare e si diresse a testa alta verso il tavolo dei Grifondoro, ancora semivuoto, per la cena.

 

 

Draco adagiò la scopa al suo posto e fece per uscire, quando sentì un rumore provenire dallo spogliatoio dei Grifoni.

Sorrise sadico, sperando di poter prendere in giro qualcuno.

Un po’ di svago prima della cena.

Varcò l’uscio del loro spogliatoio ed il suo sorriso si allargò quando si scontrò con un volto pieno di lentiggini.

-Salve Lenticchia.-

Una piccola, maligna idea, aveva preso forma nella sua mente nel momento in cui aveva visto i capelli rossi, così simili a quelli della sorella, del ragazzo.

Con sguardo curioso iniziò a guardare dietro le spalle del Grifondoro, come se stesse cercando qualcosa.

-Sai che quasi non ti riconoscevo senza Potter e Granger alle spalle?!- disse con tono volutamente tagliente.

-Che diavolo vuoi Malfoy?-

Con noncuranza il ragazzo biondo si sedette su una panca fingendo di allacciarsi le scarpe.

-Che cattive maniere Weasley. Pensare che volevo solo aiutarti!-

Il rosso gli lanciò un’occhiata truce, poi si diresse a passo spedito verso l’uscita principale.

-Sai…- disse alzandosi lentamente -…con gli amici che ti ritrovi, fossi in te starei attento alla mia ragazza.-

Ron si fermò appena sulla soglia digrignando qualcosa tra i denti.

-Dato che…non capita tutti i giorni che il mio migliore amico le faccia una dichiarazione d’amore coi fiocchi.-

Il rosso si voltò verso di lui furente mentre un lampo di incertezza gli illuminava gli occhi.

Il sorriso di Malfoy era sempre più soddisfatto.

-Ops…non dirmi che non lo sapevi! Forse avrei fatto meglio a star zitto.- sibilò falsamente dispiaciuto mentre un furioso Ron Weasley si dirigeva a grandi passi fuori dallo spogliatoio, verso il castello.

Appena rimasto solo Draco si lasciò cadere di nuovo sulla panca dietro di lui.

La faccia di Weasel era stata davvero impagabile. Sperò di arrivare in tempo per vedere la sfuriata che avrebbe fatto.

L’infallibile Trio distrutto…che soddisfazione!

Eppure…non era quello l’unico motivo per cui aveva parlato con Lenticchia.

La verità, pensò inarcando la testa all’indietro e battendola leggermente al muro, era che stava prendendosi una vendetta non sua.

E si stava decisamente confondendo le idee.

Una insistente voce nella sua testa gli urlava che non sarebbe stata quella la cosa giusta da fare per...

Sospirò alzandosi di scatto ed uscendo.

Accelerò il passo…almeno si sarebbe preso la soddisfazione di assistere allo show.

 

 

 

 

 

Allora…come vi sembra? Tutto sembra andare per il verso sbagliato al Magico Trio…chissà…

Dal prossimo capitolo vi spiegheremo chi delle due scrive i diversi capitoli e narra i diversi eventi…

Ringraziamo:

Zina: cm vedi il caos regna ancora sovrano…dovrai aspettare un po’ x vedere se deluderemo o meno le tue aspettative…grazie x i tuoi commenti!

Jennina: Davvero ti è piaciuta la storia della rosa? Anche a quella delle due che l’ha scritta è piaciuto davvero tanto immaginarla ed è felice che ti sia piaciuta! E siamo anche molto felici che Draco ti piacia…x quanto riguarda Harry…beh…poverino!!! Però cerca di capirlo…è stato rifiutato…grazie anche a te x la recensione!

Claccy92: davvero molto esauriente la tua recensione…comunque ecco il 3° chappy, ke te ne esembra?

Seyenne: Draco/Ginny?! Presto lo saprai!!! La fic è davvero incasinata x adesso ma ci piace un sacco descrivere questo macello…grazie mille!!!

  
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