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Autore: Elly    17/12/2009    11 recensioni
Cento buoni motivi a favore della coppia Runami, riuniti in una raccolta di flash fic.
*...aveva i suoi amici, i soldi, un'avventura da vivere e un sogno da realizzare. Tutto era perfetto...o no?*
Genere: Avventura, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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CAP11

...perchè Nami ha affidato a Rufy la propria speranza, la propria felicità e, soprattutto, la propria vita.

“Avremo anche noi dolori
che forse non sapremo evitare,
nemmeno affrontare,
ma niente di noi perduto andrà.”


******

Con gli occhi spalancati, Nami registrò mentalmente ciò che le stava accadendo: Rufy la stava baciando! Sentiva le labbra del capitano premute con urgenza sulle sue, in maniera impacciata ma decisa. Ciò che la stupì fu il fuoco che avvampò improvvisamente in lei, spingendola, senza sapere esattamente come, a rispondere al bacio. Non appena le labbra di Nami cominciarono a muoversi su quelle del capitano, il ragazzo la strinse tra le braccia, annullando la distanza tra i loro corpi. Poteva sentire ogni singolo battito del cuore della sua navigatrice, ogni piccolo movimento del suo corpo; prima che l’eccitazione prendesse il sopravvento su ogni pensiero, Rufy si allontanò bruscamente da Nami, come se la vicinanza della navigatrice gli procurasse dolore. Rimasero ad osservarsi ansanti, cercando di ignorare il rispettivo imbarazzo.

-Perchè?-

Domandò ad un tratto Rufy, con voce rotta.

-Perchè non riesco a far smettere questo battito furioso?-

Il ragazzo si portò una mano alla fronte, traendo un profondo respiro per calmarsi. Nami lo osservò in silenzio, mentre una nuova consapevolezza si faceva largo in lei: voleva baciarlo ancora.

-Va bene così-

Mormorò, avvicinandosi al capitano e cercando il suo sguardo.

-Significa essere umani-

Rufy scosse la testa con aria colpevole.

-Nami, io...non posso venirti vicino-

La ragazza sorrise rassicurante.

-Allora mi avvicinerò io-

Si mosse verso il capitano e gli accarezzò lentamente una guancia; lo sguardo di Rufy cambiò.

-Nami...posso baciarti ancora?-

La ragazza annuì, avvicinando il viso al suo; il contatto fu dolce e misurato, privo dell’urgenza di prima. Nami lasciò che Rufy esplorasse le sue labbra con calma, conscia che quella era la prima volta del ragazzo. Certo, anche lei aveva passato anni senza preoccuparsi di amore e relazioni (Arlong occupava tutti i suoi pensieri) , ma spesso, per riuscire a sottrarre il denaro, aveva dovuto recitare la parte della ragazza facile e questo le aveva procurato una certa esperienza in merito.
Accarezzò i capelli di Rufy e si strinse contro di lui, mentre le mani del capitano, un po’ più audaci dell’inizio, le accarezzavano pigramente la schiena. Quando si separarono per riprendere fiato, entrambi si resero conto che a breve qualche bacio non sarebbe più bastato.

-Nami...-

La ragazza scosse la testa e gli intimò di fare silenzio, mentre appoggiava la fronte contro la sua.

-Va tutto bene, Rufy.-

-Non capisco cosa stia succedendo-

Ammise il capitano, sconfortato.

-Sei la mia navigatrice. Ti ho sempre considerato una ragazza speciale, perchè sei intelligente e forte e ti ho protetta quando ne avevi bisogno, perchè sei una mia compagna...ho sempre considerato normale provare affetto per te ma questo...questo è strano-

Tentò di spiegare Rufy, sforzandosi di trovare le parole giuste.

-Quello che provo ora...brucia. E soprattutto non passa; più ti sto vicino e più sento il mio corpo caldo e ho voglia di...-

Il ragazzo si interruppe, in imbarazzo, e fissò lo sguardo al pavimento.

-Anche io-

Rispose Nami all’improvviso.

-Non c’è niente di sbagliato, Rufy. Non se lo vogliamo tutti e due-

Il capitano abbracciò Nami e nascose il viso nell’incavo del suo collo. La navigatrice gli accarezzò i capelli, il collo e poi scese con le mani sulle spalle e sulla schiena.
Rufy sollevò il capo e la baciò ancora, mentre le mani superavano l’ostacolo della stoffa, venendo finalmente in contatto con la pelle. Nami sentì le dita del capitano esplorarle la schiena con delicatezza, evitando le zone in cui non aveva ancora avuto il permesso di avventurarsi. Nami gli sbottonò dolcemente la casacca rossa, facendola scivolare a terra in un fruscio delicato. Non era la prima volta che vedeva Rufy con indosso solo i pantaloni ma, questa volta, la sua visione le provocò un brivido diverso. Questa volta era stata lei a scegliere di vederlo così.
Le bende che avvolgevano in parte il torace del capitano attirarono l’attenzione della navigatrice.

-Se ti tocco qui ti faccio male?-

Domandò, sfiorando con i polpastrelli la trama ruvida dei bendaggi. Rufy, ubriaco di sensazioni, scosse il capo.

-Non mi fai male neanche quando mi riempi di botte-

Mormorò, sorridendo. Nami si accigliò.

-E allora perchè fai tutte quelle storie?-

-Perchè ti dà soddisfazione-

Spiegò il ragazzo, scrollando le spalle.

-Sei proprio un idiota-

Disse in un soffio la ragazza, allontanandosi temporaneamente da lui e poggiandosi le mani sui fianchi. Rufy sbuffò, assumendo un’espressione capricciosa.

-Non sei mai contenta-

-Cosa?!-

Sbottò Nami, infervorandosi. Il ragazzo le voltò le spalle, incrociando le braccia al petto.

-Smettila di fare il bambino!-

Esclamò la ragazza, alzando un po’ la voce. Com’erano arrivati a litigare?
Rufy le rivolse uno sguardo offeso e tornò ad osservare cocciutamente il mare.

-E va bene!-

Disse Nami esasperata, allargando le braccia in un gesto di resa.

-Buona nottata!-

Aggiunse, avvicinandosi alla scaletta e cominciando a scenderla. Sentendo che la navigatrice se ne stava andando, Rufy le rivolse nuovamente tutta la sua attenzione.

-Te ne vai?-

Domandò, con voce incerta. Solitamente Nami lo riempiva di botte, non lasciava mai cadere così le questioni.
Nami, già a qualche piolo di distanza da Rufy, sollevò la testa per incontrare il suo sguardo.

-Non è ovvio?-

Domandò di rimando, seccata.

-Non volevo farti andare via-

Mormorò allora il capitano con voce mogia. La ragazza sbuffò.

-Non era serata, Rufy-

E riprese a scendere la scaletta, senza più guardarlo.

***

“Avvicinati anche tu
e permettimi di più,
la tua bocca sulla mia
per non andare via.”


***

Che il clima in quei giorni fosse più teso del solito, nessuno nella ciurma poteva negarlo; Rufy passava molto del suo tempo sulla polena, con lo sguardo perso , mentre Nami si innervosiva per ogni minima situazione imprevista. Bastava anche un piccolo screzio tra Zoro e Sanji per far sì che le saltassero i nervi.

-Per me dovresti parlare con Rufy-

Disse Robin una sera, senza staccare gli occhi dal grosso libro che aveva tra le mani. Lei e Nami si erano ritirate in cabina subito dopo la cena e la navigatrice aveva passato tutto il tempo china sulle carte nautiche.

-Che centra Rufy, adesso?-

Mormorò stancamente la ragazza, giocherellando con la penna che aveva stretta tra le dita.

-Questo dovresti dirmelo tu. Che centra Rufy ?-

Nami abbandonò la penna e si voltò verso l’amica, con aria seccata.

-Rufy centra sempre! Se non fosse stato per lui avremmo rischiato la nostra vita su SkyPia? Saremmo andati a sbattere contro l’enorme guscio di un mostro marino rovinando ulteriormente la Merry ? Avremmo sempre questo maledetto caos sulla nave? Se si desse una regolata magari la smetterei di essere sempre così...così isterica!-

-O così innamorata-

Le parole di Robin, cariche di tranquillità e sicurezza, ebbero l’effetto di uno sparo; Nami, sul punto di lamentarsi ancora del capitano, si zittì improvvisamente, scioccata.

-Co...cosa?-

Domandò, senza distogliere gli occhi dall’amica ed ignorando il fastidioso rossore che, di sicuro, le aveva colorato le guance. Robin si alzò lentamente dalla sedia e, posato il libro sul ripiano della libreria, si avviò verso l’uscita della cabina.

-E’ il mio turno di fare la vedetta. Buonanotte, Nami-

Senza darle il tempo di ribattere, Robin si chiuse la porta alle spalle, rimanendo un attimo ferma nel buio, con un sorriso dipinto sulle labbra. Nami credeva davvero che non si fosse accorta del feeling tra lei ed il capitano?

-Puoi andare a parlarle se vuoi-

Disse ad alta voce, osservando il fondo del corridoio; Rufy, imbarazzato, emerse dal buio, sistemandosi nervosamente il cappello sulla testa.

-Mh...sì. Stavo andando in cucina a...-

Robin annuì e sorrise, allontanandosi. Quando i suoi passi diventarono solo un’eco lontano, due braccia apparvero sulla schiena di Rufy e gli diedero una decisa spinta, che lo fece barcollare fino alla porta della cabina. Senza preoccuparsi di bussare, il ragazzo entrò nella stanza, illuminata dal tenue bagliore dorato di una lampada. Nami, impegnata nel mettere via le carte, non si accorse subito di lui.

-Robin, se cerchi il libro te l’ho ritirato nel...-

Nami si voltò e, trovandosi di fronte il capitano, prese il primo oggetto a portata di mano e glielo scagliò contro, colpendolo in piena faccia.

-BAKA!-

Urlò la ragazza, avvicinandosi al capitano con passo marziale.

-Non si entra senza bussare nella cabina di una signora!-

Rufy, dolorante, si massaggiò il viso arrossato.

-Ahiaa!-

Si lamentò, alimentando la furia della navigatrice.

-E se fossi entrato mentre mi cambiavo?!-

-Ma non ti stavi cambiando!-

-Ma avrei potuto!-

-Strega!-

-Idiota!-

I due ragazzi si stavano urlando contro a pochi centimetri l’uno dall’altra.

-Volevo solo parlarti!-

Sbottò il capitano, guardando la ragazza con la fronte aggrottata.

-Avresti potuto bussare!-

Ribattè Nami, infervorata.

-Oppure parlarmi in un altro momento, viviamo in una nave, maledizione!-

-Lo avrei fatto se tu non mi avessi scagliato contro qualunque cosa appena mi vedevi!-

-E hai mai pensato che magari ho un buon motivo per farlo?!-

Esclamò la ragazza, al colmo della frustrazione. Le utime parole galleggiarono nell’aria ancora per un momento, prima che Rufy, abbandonata ogni intenzione di parlare, avvolgesse Nami in una stretta soffocante e le premesse le labbra sulle sue, con disperata urgenza. La ragazza rispose immediatamente al bacio, passando le braccia dietro al collo di Rufy e avvicinandolo di più a sè. Si baciarono con urgenza e desiderio, senza risparmiare nulla. Le mani di Rufy vagavano sul corpo della ragazza, lo esploravano, mentre Nami rispondeva a quei tocchi con lievi sospiri. Senza smettere di baciarsi si avvicinarono al letto e vi si lasciarono cadere sopra di peso, senza preoccuparsi del lamento delle molle. Rufy, senza domandare il permesso, sfilò la maglietta a Nami, lasciandola cadere sul pavimento, e si mise in ginocchio per osservare la sua navigatrice, distesa sotto di lui, immobile e bellissima. Si osservarono per lunghi momenti, prima che Nami annuisse leggermente. Il ragazzo si chinò e le diede piccoli baci lungo il collo, per poi scendere più giù, tra l’incavo dei seni. La pelle di Nami profumava di inchiostro e mandarino e Rufy scoprì di amare quell’odore; rallentò la sua discesa per stordirsi di quel profumo e chiuse gli occhi, cullato dal tepore della pelle di Nami, che gli accarezzò i capelli, rassicurante. Dopo qualche attimo, Rufy fece leva sui gomiti per poter incontrare lo sguardo della navigatrice.

-Nami...-

Mormorò in un soffio, con l’espressione di un bambino determinato.

-Voglio averti tutta per me-

Il cuore della ragazza aumentò i battiti e un lieve rossore si impossessò delle sue guance.

-Va bene-

-Non solo stasera-

Disse precipitosamente Rufy, improvvisamente preoccupato. La risposta stupì Nami che, preso il viso del capitano tra le mani, lo avvicinò in modo che le loro labbra potessero quasi sfiorarsi.

-Sempre-

Mormorò la ragazza, prima di increspare le labbra in un sorriso e baciarlo ancora.
Le mani di Nami accarezzarono le spalle di Rufy, per poi prendere la casacca rossa e farla scivolare addosso al capitano. Le bende non avvolgevano più il corpo del ragazzo e, nei punti in cui era stato colpito, facevano mostra di sè lucide cicatrici. Nami le sfiorò ad una ad una, con delicatezza, per poi scendere con lo sguardo sui jeans del capitano. Non finse inutile imbarazzo, era una donna già da molto tempo; con le dita accarezzò il rigonfiamento del capitano; Rufy sussultò, sorpreso. Quella situazione lo metteva in evidente disagio e Nami se ne accorse; interruppe il contatto e prese una mano di Rufy tra le sue, per poi portarla sul proprio seno. All’inizio il ragazzo rimase immobile, incerto, poi cominciò ad accarezzarla con dolcezza, attraverso la sottile stoffa del reggiseno. Nami si morse le labbra ed inarcò la schiena, cercando un contatto maggiore con il capitano.

-Come sono morbide!-

Eclamò sorpreso Rufy, facendo spuntare un sorriso sul volto di Nami.

-Voglio vederti tutta-

Esclamò il capitano e la ragazza annuì, mettendosi seduta ed armeggiando con il gancetto del reggiseno. Dopo qualche secondo anche questo indumento raggiunse gli altri sparsi sul pavimento. Rufy osservò il corpo della sua navigatrice e non potè evitare di arrossire; era la prima volta che vedeva il corpo di una donna, ma seppe che non era dato da ciò il suo imbarazzo. Da quel momento in avanti avrebbe potuto incontrare anche la donna più meravigliosa del mondo, ma già sapeva che non avrebbe retto il confronto con Nami, perchè lei era bellissima, in tutti i suoi aspetti.

-Sei bellissima-

Mormorò Rufy con trasporto, nascondendo il viso nell’incavo del collo della ragazza. Nami sorrise ed arrossì.
Rimasero in silenzio per alcuni attimi, poi il capitano scese a baciare il collo della ragazza, la clavicola, e poi ancora più giù. Voleva sentirla, voleva perdersi in lei, perchè ora, finalmente, aveva capito quanto la desiderasse e quanto l’avesse sempre desiderata. Prese tra le labbra un capezzolo di Nami e lo accarezzò lentamente, con la lingua, mentre con la mano dava attenzioni all’altro seno. Quando sentì Nami sospirare per il piacere si staccò da lei e, senza esitazioni, si sbottonò i jeans e se ne liberò, insieme all’intimo.

-Guidami-

Chiese in un soffio, in ginocchio sopra di lei. La ragazza sollevò il bacino e si sfilò gli indumenti, prendendo poi il membro di Rufy tra le mani, per esaudire la sua richiesta. Nami guidò Rufy fino alla sua entrata e poi lo guardò,improvvisamente esitante. Quel momento rappresentava un punto di svolta nella sua vita: segnava il cambiamento drastico dei suoi rapporti con il capitano e poi...
Un’improvvisa spinta la fece sussultare; il ragazzo era penetrato in lei, con forza, facendole perdere il filo dei suoi pensieri. Avrebbe voluto domandargli il perchè di quella fretta improvvisa, però le bastò guardarlo negli occhi per capire; aveva colto il suo turbamento. Aveva notato che un’ombra le aveva oscurato gli occhi e che il passato volevo portarsi via la sua mente, come spesso accadeva. Aveva scelto di riportarla alla realtà, perchè il presente era rappresentato da loro due e lui non voleva lasciarla andare.

“Nooo! Lasciami!”

“Lascia stare Nami!”

“Gen, aiuto!”

“Non alzare le mani sulle bambine!”

“Gen!”

“Ti aiuterò Nami!”

“Cosa ci fai qui? Tu non c’entri niente!”

“No...non c’entro”

“Non sei di qui...Vai via da quest’isola! Te l’ho già detto!”

“Sì, me l’hai detto...”

“Rufy...”

“Aiutami...”


Il ricordo esplose violento nella mente di Nami, come uno specchio colpito da un sasso. Le schegge volarono in più direzioni, tintinnando, e riflettendo il debole bagliore dorato della lampada ad olio. Al posto dello specchio, l’immagine di Rufy sopra di lei; i capelli sudati appiccicati sulla fronte, il volto concentrato e lo sguardo incatenato al suo. Erano loro la realtà. Un’altra spinta.

“E’ pericoloso! Allontaniamoci”

“Nami! Vieni via!”

“Rufy è ancora là dentro!”

“Rufy!!”

“E’ vivo?”

“NAMI!”

“TU SEI LA MIA NAVIGATRICE!”

“...sì”

L’aveva aiutata. Senza chiederle nulla in cambio, senza voler ascoltare la sua storia, senza preoccuparsi di nient’altro se non della sua felicità. Nami non riuscì a trattenere un piccolo gemito, quando Rufy entrò dentro di lei ancora una volta.
Altre schegge andarono ad unirsi a quelle già presenti sul pavimento.
I ricordi si susseguirono, così come le paure, e Rufy li infranse ad uno ad uno, trattenendo il proprio piacere, perchè voleva la navigatrice per sè, senza condividerla con i dolorosi ricordi del suo passato, le sue umiliazioni, le sue bugie.

“Rufy, devi promettermi una cosa...d’ora in poi la mia vita è tutta nelle tue mani”

“Sta tranquilla! Conta su di me!”


Con un’ultima spinta, Rufy riversò la sua vita in Nami, socchiudendo gli occhi e trattenendo a stento un gemito. La ragazza lo abbracciò più stretto, godendo di quel calore che la invadeva, pregando che quella sensazione di completezza non finisse mai. Attese che anche l’ultimo ricordo andasse in frantumi, ma ciò non avvenne; la promessa di Rufy galleggiava nell’aria, tra loro, solida come non mai.
E Nami capì; la sua vita, così come il suo cuore e la sua felicità, erano tra le mani del suo capitano, e lo sarebbero state per sempre; non servivano parole.
Rufy abbandonò il capo sui seni di Nami, facendo respiri profondi.

-Grazie-

Mormorò piano Nami, posandogli un bacio tra i capelli bagnati. Senza rispondere, Rufy allungò una mano, raccolse il cappello da terra e glielo mise in testa.

-Tu sei la mia navigatrice-

Mormorò piano il capitano e Nami, commossa, ripensò a quando Rufy aveva pronunciato la medesima frase; nonostante le parole fossero le stesse, il significato nascosto dietro quelle parole era molto diverso.

-...sì-

Mormorò la ragazza, con la stessa voce rotta di allora; Rufy, però, si era già addormentato.


NDA

ò.ò Non guardatemi così! Lo so che ci è voluto un po’ ad aggiornare, ma volevo rendere al meglio le scene...senza riuscirci purtroppo ç_ç Il fatto è che, solitamente, non mi immagino Nami e Rufy in situazioni simili >.> Preferisco altre situazioni, più soft, in cui comicità e romanticismo si mescolano (e magari con un pizzico di angst :D). Che dire? E’ stato complicatissimo °-°” Ho tentato di rendere Rufy il più IC possibile, con un altalena continua tra desiderio (ha 17 anni, per cui mi pare normale) e imbarazzo, soprattutto considerando che Nami è la sua navigatrice e che è la sua prima volta. Ovviamente Nami l’ho fatta già vissuta, perchè, alla fin fine, per strappare denaro ai pirati certi...”trucchetti” deve pure averli imparati. L’ultima parte della storia può lasciare perplessi, lo so °-° L’ho scritta così perchè quella, in un certo senso, è la prima vera volta di Nami: ha deciso di farlo per amore, senza secondi fini, e Rufy questo l’ha capito, infatti ha voluto che stesse con lui fino in fondo, senza che la mente andasse alla deriva con esperienze passate. Spero di essere riuscita a far passare tutti i concetti che volevo! ù_ù Oltre a questo, aggiungo: ci saranno altri missing moments in cui affronterò l’argomento “intimità” con Rufy e Nami e spero di essere migliorata per allora! ;D Avevo promesso di rispondere a tutti coloro che hanno commentato, ma se lo faccio ritardo ulteriormente l’uscita del capitolo e non mi pare il caso! ^-^ Scusatee! ;_; Sappiate che vi adoro però e che leggere le vostre opinioni mi fa venire una grande voglia di scrivere!! :D Un ultima cosa e poi non vi scoccio più: Rufy si è addormentato perchè è nella sua natura e un finale solo romantico o melenso non mi piaceva XD Un bacio a tutte :**

Canzone by Laura Pausini “Con la musica alla radio”








   
 
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