Ssssssalve!!! So che molti di voi saranno
rimasti a bocca aperta vedendo il mio aggiornamento…ebbene,
non è un sogno (o un incubo, dipende dai punti di vista xD),
la vostra Marie è QUI!!! Caramba che sorpresa!! Cavoli, quanto tempo è passato?
O_O Beh, mi scuso davvero tanto T__T Di quanto è
passato non ricordavo nemmeno dov’ero arrivata, ahahahah
xD Scusate se questo capitolo è un po’ strano,
diciamo, ma tornando a scrivere una fic dopo tanto
tempo devo riprenderci la mano, diciamo così xD Se
anche voi come me non vi ricordate bene cosa sia successo (e io sono la
scrittrice! Il che dimostra che la mia memoria fa schifo -.-), allora ecco un….
RIASSUNTO DELLE PUNTATE
PRECEDENTI
Dopo
aver combattuto con Aokiji, Rufy
è rimasto congelato. E’ stato curato subito da Chopper ma costretto a letto per
un po’, così Marie va a trovarlo di nascosto. Rufy
delira e la bacia, ma lei scappa via. La ciurma attracca a Water Seven e lì
Marie decide di parlare con Rufy, ma lui dice di non
ricordare niente e accantonano l’argomento.
Sembra
andare tutto bene, ma la Merry dev’essere cambiata e Usop non l’accetta, sfidando Rufy
e lasciando la ciurma. Le parole tra Rufy e Usop durante il litigio fanno scattare il senso di colpa in
Marie, che decide quindi di scappare e lasciare la ciurma a sua volta. Si
rifugia in un hotel ma scopre di essere ricercata per il tentato omicidio di Iceburg, il sindaco della città, quindi indossa una
parrucca e scappa. Incontra Usop e decide di fare un
accordo con lui, ma l’indomani scoprono di essere stati rapiti con tutta la
nave da uno strano omaccione dai capelli azzurri!
Ok, lo so, con i
riassunti sono una frana, ma spero comunque che sia stato utile xD buona lettura!!!
P.S.: ora devo
uscire, ma pubblico lo stesso il cap…appena torno
scrivo i ringraziamenti e li aggiungo ;)
Dream On
Capitolo 23: Rapiti un’altra volta?! Viaggio sul Puffing Tom!
“Waaaah che storia
triste!!!” Fece l’uomo dai bizzarri capelli azzurri, mentre dai suoi occhi
grondavano fiumi di lacrime. “Tristissima, tristissima!!” Fecero in coro le sue
aiutanti, piangendo anche loro come due fontanelle. Di fronte ai tre, Marie e Usop stavano seduti su un divanetto con gli occhi
spalancati per la strana scenetta. “E ora perché piangete?” Fece Usop. A dire il vero, il motivo del loro pianto era la
‘drammatica’ storia che il nasone aveva appena raccontato: ovvero, di come
aveva lasciato la ciurma. Già, perché nonostante l’offerta del the e tutto il
resto, Franky era ancora convinto di usarli come
ostaggio per ricattarli. “Non stiamo piangendo, non stiamo affatto piangendo!!!”
Fecero i tre in coro, facendo sospirare i nostri amici. “Scriverò una canzone
su questo!” “Non ce n’è bisogno!!!” Rispose Usop
vedendo che Franky aveva preso una chitarra e
cominciato a strimpellare qualcosa, dando prova della sua NON bravura nel suonare.
“E tu non hai nessuna storia da raccontare?” Fecero le donne dalla strana
capigliatura quadrata, avvicinandosi con occhi lacrimanti all’albina. “Io?? No
affatto!” Rispose lei, secca. “Ho una domanda, invece…”
E si voltò verso il cyborg, scrutandolo. “Chi sei tu?” Calò il silenzio. Franky e Marie si guardarono crucciati e attenti, poi
finalmente l’uomo parlò. “Dico, non hai sentito la mia SUPER presentazione di
prima? Io sono…” Fece con tono serio, per poi alzarsi
in piedi e lanciare le braccia in aria, unite per far si che i tatuaggi nelle
sue braccia formassero un'unica stella. “FRRRRRRANKY!!!!!!” “QUESTO L’AVEVO
CAPITO!!!” Ringhiò lei, dando un sonoro pugno al povero azzurrino. “Intendevo dire…COSA sei tu? Quando ti ho colpito ho notato che il tuo
corpo ha un’alta percentuale di metallo.” “Eeeek?! E
come puoi dirlo?!” Fece Usop, sbarrando gli occhi.
“Ti devo ricordare il Kootu-Kootu no mi, idiota?!?”
“Dato che hai già capito…” Fece Franky
rispondendo alla sua domanda, un grande sorriso stampato sulle labbra. “Non ho
altre spiegazioni da darti.” E nuovamente, calò il silenzio. “Beh, dato che
come ti ho detto Rufy non verrà, potresti lasciarci
andare? Ho davvero fretta di lasciare quest’isola!!” A quelle parole Franky guardò Usop quasi
incredulo. Anche se gli occhiali da sole non lasciavano trasparire ciò che il
suo sguardo diceva… “Aspetta solo un attimo. Tu
vorresti lasciare con quella nave?” Disse indicando la Merry, per poi sospirare
e fare cenno di no con la testa. “Mi spiace, ma devo impedirtelo…”
Aggiunse poi, avvicinandosi alla caravella scrocchiandosi le dita. “Questa nave
è da smantellare!” E poggiò le grandi mani su una fiancata della Merry, staccando
letteralmente un pezzo di nave.”MA CHE FAI??? MERRY!!!” Urlò Usop in preda al panico, saltando giù dalla Merry e
parandosi di fronte al cyborg. “Non ti lascerò danneggiare ancora la mia
Merry!!!” Fece lui, con le gambe che tremavano per la paura. Ma non si sarebbe
mosso di là.
“Amico, questa
nave andrebbe a pezzi comunque, non resisterebbe fino alla prossima isola…Lasciami fare il mio lavoro!” Esclamò, scaraventando Usop in un punto impreciso della stanza e poggiando
nuovamente le mani sulla Merry, ma qualcosa lo bloccò. Marie era scesa
rapidamente dalla nave, e ora teneva le sue mani sulle grandi braccia
innaturali di Franky
“Ti avverto, il
frutto del diavolo che ho mangiato mi permette di controllare il metallo. Fai
una mossa e dì addio a tutte le tue parti metalliche.” Non sapeva esattamente
la percentuale di metallo che costituiva il suo corpo, forse se avesse davvero
fatto una cosa del genere sarebbe morto.
Ma quello scoppiò
a ridere, allontanando le mani dalla Merry.
“Siete dei pazzi!
Se non credi alle mie parole, guarda tu stessa!” Esclamò, e approfittò della
fitta presa che Marie aveva sulle sue braccia per alzarla in aria. L’albina si
rese conto troppo tardi di quello che voleva fare, e prima che potesse fare
qualcosa fu gettata in acqua.
Sentì uno strano
dolore alle ossa, cercò di muoversi ma non ci riusciva. Non sentiva più gambe e
braccia, non riusciva nemmeno ad aprire gli occhi. Sentì la parrucca staccarsi
dalla sua testa, i suoi capelli argentei ora vagavano liberi nell’acqua.
La riserva d’aria
stava per finire…non era abituata, non avrebbe
resistito neanche trenta secondi…
Riuscì ad aprire
gli occhi con un ultimo sforzo, e proprio prima di chiuderli riuscì a vedere
qualcuno che si tuffava in acqua per andare a riprenderla…Era
Usop!
Quando le arrivò
abbastanza vicino le mise una mano al fianco e cercò di trascinarla nuotando in
alto. Sembrò vacillare quando il suo sguardo si spostò verso la nave, ma poi
voltò la testa chiudendo gli occhi e nuotando più velocemente possibile.
Quando furono
fuori dall’acqua Marie non fu mai così felice di poter respirare.
Si mise a gattoni
sul pavimento, a poco a poco le tornava la capacità di muovere i muscoli, anche
se era ancora un po’ intontita.
“Marie, stai
bene??” Fece Usop, avvicinandosi a lei e preoccupandosi
nel vederla ansimare. L’albina si voltò verso di lui, e non riuscendo a parlare
gli fece solo un cenno con la testa. Il ricciolino sorrise più rilassato,
mentre Franky si avvicinava ai due.
“Allora? Adesso mi
credi?” Domandò. Usop calò la testa, incerto su cosa
rispondere.
Qualcuno bussò
alla porta ma nessuno dei tre ci fece caso, e lasciarono perdere.
“Ti aveva appena
detto che ha mangiato un frutto, sarebbe potuta morire annegata!” Gli urlò
contro, senza fissarlo negli occhi.
Bussarono ancora
alla porta, ma ancora una volta nessuno diede retta a ciò.
“Lo so che la
Merry non è più in grado di navigare…l’ho sempre
saputo!” Ammise Usop abbassando sempre più lo
sguardo, mentre gli occhi si facevano lucidi.
“Ma lei non è una
semplice nave, è una compagna! Come avrei potuto…”
Ma proprio in quel
momento, la porta fu sfondata da chi aveva bussato ben due volte: la CP9.
Marie, Usop e Franky sgranarono gli
occhi increduli al loro ingresso. Il Cyborg si riempì di rabbia alla loro
vista.
“Cosa ci fate voi
qui??” Chiese, cominciando a discutere con quello che sembrava il capo, dai
lunghi capelli ricci e neri. Marie intanto cercava di alzarsi da terra, ma
faceva molta fatica.
“Guarda guarda chi
abbiamo qui…Kurilian Marie!” Sentì una voce molto
vicina, e alzando lo sguardo vide una donna bionda vestita di nero con un
sadico sorriso sulle labbra.
Un’espressione
sorpresa si disegnò sul volto di Marie, che la guardò come sconvolta.
Come aveva fatto a
riconoscerla…?
Poi si ricordò. La
parrucca l’aveva persa prima.
Quindi sospirò,
mordendosi il labbro inferiore e cercando di alzarsi da terra, ma fu tutto
inutile.
Quella la squadrò
dall’alto in basso, e vedendola bagnata, ghignò ancora di più.
“Mi sa che hai
scelto il giorno sbagliato per fare il bagno…buon
riposo!”
Esclamò la donna,
poggiando sulla testa della ricercata un paio di manette. Marie pian piano
cominciò a perdere le poche forze che le rimanevano, e allora capì.
“Al…ga…ma…to…li…te…” Riuscì solo a sussurrare prima di
svenire sul pavimento.
Quando riaprì i
grandi occhi rosso fuoco, capì subito che non si trovava nel luogo in cui si
era addormentata: si trovava in una piccola stanza rettangolare, nera, completamente
vuota e dalle strane pareti.
C’era un gran
rumore il pavimento muoversi: non c’erano dubbi, era sicuramente su un mezzo di
trasporto.
Ma dove stava
andando?
Cercò di alzarsi,
ma scoprì che ai polsi le erano state attaccate delle manette d’algamatolite. “Dannazione!” Esclamò quindi, agitando le
mani come se potesse liberarsi di quelle cose facilmente.
Aveva recuperato
le forze, è vero…ma non poteva utilizzare i suoi
poteri!
Cercò di alzarsi,
ma scoprì che anche le sue caviglie erano circondate dall’algamatolite,
e per di più erano fissate ad una sbarra attaccata alla parete!
Cominciò ad
imprecare e a dimenarsi per terra, finché degli strani rumori fuori dalla porta
non attirarono la sua attenzione. “Hey! C’è qualcuno
lì?”
Gridò, nella
speranza che qualcuno la sentisse. Fortunatamente la porta venne sfondata da un
calcio, e quando un ragazzo biondo entrò nello stanzino Marie lo riconobbe
subito.
“Sanji!!” Esclamò, parecchio sorpresa, ma decisamente felice
di vederlo. “Che diavolo ci fai qui?!” Gli domandò, ma quello non le rispose.
Piuttosto, si mise a festeggiare come uno scemo con gli occhi a forma di cuore.
“Marie!!
Finalmente ti ho ritrovata!!! Ah, i tuoi bellissimi occhi, come mi…”
“Vuoi
piantarla?!?! Sono LEGGERMENTE ammanettata, sai?!” Sbraitò quella, dimenandosi
senza successo.
“Si, subito mia
adorata!” Esclamò, quindi si portò vicino alla sbarra fissata al muro, e
alzando la gamba con stile, caricò un forte calcio su di essa.
Al contrario di
come pensava il giovane, però, non si spezzò. Entrambi sbarrarono gli occhi,
increduli.
“Ma com’è
possibile?!? Marie, non ti preoccupare!!! Ti libererò al più presto!!”
“Hey damerino!” Esclamò una voce dall’esterno, che Marie
riconobbe essere quella di Franky. Ed infatti, il
cyborg dai capelli blu fece capolino nello stanzino, con i suoi inseparabili
occhiali da sole.
“Eh?? Franky?? Ma che sta succedendo??” Urlò la povera albina,
che cominciava a non capirci più niente.
“Dammi solo
qualche altro minuto, devo liberare Marie!” Esclamò Sanji,
ma il cyborg era furente.
“Fa in fretta!!
Naso lungo è riuscito a portare via la vostra amica Robin, se non facciamo in
tempo ci prenderanno!!”
Marie sgranò
ancora di più gli occhi, mettendosi in ginocchio per poter almeno alzare il
busto da terra.
“Usop ha fatto che?? Robin è qui?? Chi prenderà chi??”
Faceva Marie, che aveva sempre più domande e nessuna risposta.
“Te lo spiegheremo
a tempo debito, mio fiorellino, ora dobbiamo liberarti!” Fece Sanji, e senza perdere tempo cominciò a caricare calci
sulla sbarra, cercando di spezzarla.
Fuori dalla stanza
si udivano le urla di Franky e rumori di esplosioni,
evidentemente stava combattendo contro qualcuno.
Marie abbassò lo
sguardo, mettendosi a pensare.
Non sapeva che
cosa ci faceva lì, chi e perché l’aveva ammanettata, come facevano Sanji, Usop e quello strambo
cyborg ad essere lì, dove stava andando quel mezzo di trasporto, contro chi
stavano combattendo, cosa c’entrava Robin…
Sapeva solo una
cosa, che avevano poco tempo e che non c’era modo di liberarla.
“Lasciami stare!!”
Urlò stringendo gli occhi, e Sanji fermò i calci un po’
ansimante, voltandosi verso di lei.
“Cosa…?” Fece il
biondo, sorpreso, ma lei continuò. “Lasciami qui! Hai poco tempo, e queste
dannate manette non si vogliono togliere!” Disse seria, mentre da fuori Franky gli gridava di fare in fretta.
“Non ti lascerò
qui!! Non posso assolutamente farlo!” Continuò lui, ma Marie non aveva alcuna
intenzione di mollare. “Io me la caverò, ora devi pensare a te e agli altri! Qualunque…qualunque cosa stia succedendo! Fidati di me!” Il
biondo la guardò incerto sul da farsi, ma lo sguardo determinato di lei e le
urla di Franky gli fecero prendere la decisione.
Strinse gli occhi, abbracciandola di sorpresa.
“Tornerò a
salvarti, contaci! Non lasceremo una nostra compagna in manette!”
Disse, poi si
allontanò da lei e corse via, con molta fatica.
Marie era rimasta
un po’ spiazzata da quel gesto, ma soprattutto dalle sue parole.
Era scappata via,
era sparita per giorni…e lui l’aveva chiamata compagna…
Non aveva dubitato
neanche per un secondo.
L’albina sorrise
amaramente, appoggiando la schiena alla parete e sedendosi a terra, fissando un
punto indefinito della parete.
“Sanji, sei uno scemo…” Sussurrò
piano e l’immagine della ciurma si fece largo nella sua mente. “Siete tutti
degli scemi…ma vi aspetterò…”
Disse infine, sospirando e preparandosi al peggio.