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Autore: Quiyu    19/12/2009    14 recensioni
Ciao a tutti, siamo Yuko chan e Quistis18, ed abbiamo deciso di unirci e scrivere una storia tanto per torturare un pò Sasuke! Speriamo possa piacervi e vogliate seguirci in questo nostro piccolo delirio ^^!
Sono cresciuti insieme, come migliori amici, come due fratelli.
Il loro legame è saldo, indissolubile. I loro sentimenti sono profondi, come l'amicizia che li lega.
Ma piano questi sentimenti, si trasformano, diventano più profondi, molto più forti di una semplice amicizia.
Unico problema, riuscire a far capire ad un dobe, quello che
si prova realmente per lui.
Questa è la missione di Sasuke, riuscire a conquistare il suo dobe,
e tenere lontani tutti i malintenzionati che tentano di portarglielo via.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Itachi | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Un teme alla disperata conquista di un dobe

 

 

Sasuke alle prese con la gelosia: versione uno

 

 

Era pronto. Quella sera, ne era sicuro, avrebbe conquistato il suo dobe una volta per tutte!

Aveva passato l’ultima mezz’ora a decidere se mettersi o meno la cravatta, optando infine per il portarla lenta. Infondo avrebbero partecipato i vari soci degli Uchiha, era bene che facesse bella figura.

Poi avrebbe sempre potuto usarla per legare il dobe alla tastiera del letto, si disse, ghignando maliziosamente mentre si apprestava a scendere al piano di sotto per raggiungere il salone.

Camminava lentamente, la mente proiettata sulla sua prossima conquista, ma non fece in tempo a raggiungere il salone, perchè si bloccò sull’ultimo gradino, quando una voce a lui fin troppo nota e fin troppo odiata gli giunse alle orecchie. La voce del suo rivale, la voce di colui che da qualche tempo a quella parte osava insidiare il suo dobe, la voce di Sai.

Preparandosi mentalmente allo scontro, assunse l’espressione più decisa che possedeva, varcando poi la soglia del salone.

Al suo arrivo, gli ospiti si bloccarono, girandosi a guardarlo, in molti gli si avvicinarono per salutarlo, mentre in un angolo, andavano raggruppandosi diverse ragazze, tutte intente a fissarlo con uno sguardo che Sasuke classificò come –decisamente inquietante-.

Mentre scambiava saluti e convenevoli con i vari ospiti che lo avvicinavano, prese a guardarsi furtivamente intorno al solo scopo di individuare il suo dobe e colui che avrebbe presto ridotto a mero cadavere.

Indurì lo sguardo, come in un angolo appartato vide i due, certo non erano soli, con loro allegra e gioviale vi era anche Sakura. Ma quello che lo infastidì oltremodo, era la mano che Sai aveva tranquillamente appoggiato sulla spalla del SUO dobe. Gliel’avrebbe volentieri  staccata a morsi…

Si impose la calma con un profondo respiro. Non poteva di certo perdere il controllo davanti a tutti quegli invitati, no di certo, avrebbe solo fatto il gioco di quel viscido di Sai facendo una brutta figura davanti a Naruto. E questo non poteva assolutamente permetterselo, non quella sera, la sera in cui avrebbe sicuramente conquistato il suo sogno proibito.

 

La serata procedeva tranquillamente.

Gli ospiti si divertivano, e sua madre si divertiva a torturare lui, cercando di rifilargli quelle odiose tartine al caviale che a lui davano tanto il  voltastomaco, cominciò anche a chiedersi se la donna non lo stesse facendo apposta, e dal sorriso che aveva sulle labbra, non poteva escludere che fosse proprio così.

La sola nota storta, era stato il fatto di non riuscire a trovare il modo per avvicinare e soprattutto restare da solo con Naruto. Sembrava sempre che cercassero di dividerli, e non gli sarebbe sembrato neanche strano, se a farlo fossero stati suo fratello o i suoi assurdi amici, invece a farlo erano involontariamente gli altri ospiti. C’era chi si avvicinava per parlare con lui di varie questioni finanziarie, o chi si avvicinava a Naruto per parlare di leggi e di qualunque cosa potessero parlare gli avvocati. Insomma, sembrava che anche il destino ce l’avesse con lui, una congiura.

Guardò nuovamente nella direzione di Naruto, sperando di trovarlo da solo e abbordabile, ma con suo sommo dispiacere e crescente rabbia lo vide ancora in compagnia del ladro di dobe altrui, Sai. Guardò bene in giro, ma sembrava che Sakura li avesse lasciati da soli per andare a parlare con Ino, dannata, una volta che gli era utile non ne combinava una giusta! Non doveva lasciarli soli, assolutamente no!

Furioso, prese ad avvicinarsi ai due, con il chiaro intento di mettere fine a quella diatriba, voleva il dobe e lo avrebbe avuto.

Con sua somma sfortuna, il destino aveva in mente altri piani per lui.

La mandria di ragazze che lo aveva mangiato con gli occhi per tutta la sera si avvicinò a lui con fare che dal loro punto di vista probabilmente risultava seducente ma che a Sasuke parve solo terrificante.

In un attimo, si ritrovò a scappare elegantemente per la sala, dribblando con classe tavolini e sedie varie, persone e quant’altro si mettesse sulla sua strada, tutto pur di sfuggire a quelle pazze assatanate.

Si premurò di avvicinarsi, zigzagando, al dobe.

Ma Sai fu più furbo di lui, e non appena lo vide arrivare, si abbassò sussurrando qualcosa all’orecchio di Naruto, attirando così la sua curiosità su altro che fosse il teme in fuga.

Inutile dire che come vide gli occhi di Naruto, prima puntati su di lui, cambiare destinatario, la sua rabbia nei confronti di Sai crebbe a dismisura.

Negli anni aveva imparto cosa fosse la gelosia. Per colpa di quel dobe l’aveva sperimentata più volte, ma col tempo aveva imparato a convogliarla in sguardi omicidi e gelidi, riuscendo man mano a creare intorno al dobe una specie di cortina invisibile ed invalicabile, che gli permetteva di averlo tutto per sé. Cortina abilmente valicata da Sai, orrido individuo immune ai suoi sguardi e fonte di tutti i suoi guai e della sua ritrovata gelosia.

Ma, purtroppo, non aveva tempo di pensarci ora, un solo errore di distrazione, e quelle pazze lo avrebbero preso.

 

Itachi, seduto ad un tavolo in compagnia dei suoi amici, osservava tranquillamente divertito il suo otouto scappare dalle sue pazze inseguitrici. Era divertente vedere come aveva imparato a correre simulando una camminata elegante, davvero divertente.

Girò lo sguardo verso i suoi amici, un branco di pazzi ora intenti a scommettere su quanto tempo sarebbe passato prima che Sasuke fosse agguantato dalle sue fan. La sua solidarietà fraterna durò circa un minuto, prima che decidesse di puntare anche lui, scommettendo che entro la fine della serata lo avrebbero preso. Certo, il suo otouto era un  ottimo atleta, ma la sua gelosia lo rendeva prevedibile e presto anche le sue fan avrebbero capito qual’era il suo obbiettivo, e lo avrebbero anticipato… povero piccolo otouto, ghignò. Ovviamente, poi sarebbe andato a salvarlo da bravo fratello maggiore, infondo Sasuke gli serviva vivo, se no come lo avrebbero passato il tempo loro? Non c’era qualcun altro così di vertente e sfigato al tempo stesso su cui poter imbastire così tante scommesse insieme, eh no, il suo fratellino era unico... anche se probabilmente Sasuke non avrebbe preso la cosa come un complimento.

“Che hai da ridacchiare Itachi?” gli chiese curioso Pain.

“Oh, niente di che. Riflettevo sull’unicità di mio fratello…”

Diverse risatine si alzarono dal tavolo, tra di loro bastava poco per capirsi.

“Hai ragione Ita-chan! Senza di lui ci annoieremmo a morte!”

“Deidara, quante volte ti ho detto di non chiamarmi così?”

“Troppe eheh!” rispose allegro, suscitando lo sconforto di Itachi e le risate di Hidan.

“Oh, sembra che fosse quasi riuscito a raggiungere Naruto, invece è stato fermato da tuo padre” osservò tranquilla Konan.

“Hai ragione, chissà che vuole tou-san da lui. Sembra gli stia facendo un discorso serio” osservò i due parlare concitatamente in un angolo, o almeno Fugaku parlava, Sasuke sembrava sul punto di fare una carneficina. Scrollò le spalle “bhè, sembra che il mio otouto abbia comunque guadagnato una tregua. Le fan si sono fermate a debita distanza. Probabilmente attendono il momento buono per riprendere l’inseguimento”

“Qualcuno di voi ha visto Naruto?” chiese ad un tratto Hidan, che si stava osservando intorno curioso, non riuscendo però a trovare il biondino da nessuna parte.

“Oh eccolo là!” urlò Deidara, indicando un punto imprecisato della pista da ballo.

“Oddio, ora sì che la posta si alza!”

“Già, se lo vede Sasuke come minimo stavolta implode” ghignò divertito Sasori.

“Povero otouto” commentò Itachi, per poi sorridere allegramente girandosi verso Kakuzu e chiedendogli “ora a quanto sale la scommessa?”

“Bhè” gli rispose pratico quello, osservando con occhio critico i due ballerini a centro pista “direi che come minimo raddoppia” e ghignò alla prospettiva di facili guadagni futuri.

 

 

 

 

*****

 

 

 

 

La musica riecheggiava allegra per il grande salone di Villa Uchiha, il chiacchiericcio degli ospiti la copriva solo lievemente, ma per lui continuava a rimanere una splendida serata. Si stava divertendo, ed era in ottima compagnia.

Sai era un accompagnatore premuroso e gentile, sarebbe stato perfetto se ogni tanto non gli fossero uscite le solite battute indecenti, ma nulla su cui non potesse sorvolare almeno per quella sera; a loro poi si era anche unita una Sakura raggiante e più bella che mai, che con i suoi modi un po’ maneschi riusciva a tenere a freno la lingua velenosa di Sai.

Si stavano divertendo un mondo, chiacchieravano e osservavano i vari ospiti che quella sera erano riuniti nella grande sala della magione degli Uchiha; ma quelli che attiravano di più la sua attenzione erano i folli amici d’Itachi, nonché soci dell’azienda; per tutta la sera non avevano fatto altro che parlottare fra loro e sghignazzare, soprattutto quando guardavano lui.

Chissà che cosa avevano da ridere…  

Non riusciva a capirne il motivo, ma il loro atteggiamento non preannunciava nulla di buono.

Lì conosceva bene, fin troppo.

Anche alle superiori e all’università né combinavano di tutti i colori, e caso strano il buon novanta percento delle volte il loro obbiettivo era Sasuke.

Adoravano prenderlo di mira e fargli tremendi scherzi, ovviamente sotto il beneplacito appoggio d’Itachi, che mai aveva ammesso di essere loro complice, ma a ben pensarci, non lo aveva neanche mai negato.

E così da anni il loro divertimento più grande era mettere il teme in situazioni imbarazzanti, o prenderlo in giro fino a quando quest’ultimo non perdeva totalmente il controllo e cominciava a blaterare di vendette e torture.

Faceva impressione quando i suoi occhi diventavano completamente rossi dalla rabbia.

Non che non fosse divertente vederlo nelle situazioni più assurde, ma poi sapeva come sarebbe andata a finire; come ogni volta si sarebbe dovuto sorbire per giorni il suo pessimo umore e le sue lamentele su quanto fossero stupidi e infantili gli amici di suo fratello.

Quanto odiasse il fratello in persona perché non si faceva mai gli affari suoi e via dicendo.

Quando erano ancora bambini, Naruto rimaneva ad ascoltare il suo migliore amico per ore, anche giorni. Poi crescendo aveva imparato a disconnettere il cervello, annuendo nei momenti giusti senza correre il rischio di essere scoperto dall’altro.

Alla fine anche se gli scherzi cambiavano, le lamentele di Sasuke erano sempre le stesse, così con il passare degli anni sapeva perfettamente quando annuire o fare la faccia scandalizzata al suo racconto.

Non che non gli interessassero realmente le sue disavventure, ma dopo un po’ le sue mire di vendetta, rivolte sempre verso Itachi, iniziavano a risultare noiose.

Molte volte si era soffermato a pensare che questo essere completamente preso di mira dal gruppetto di folli lo avesse portato alla completa follia, ecco perché il suo comportamento era sempre scorbutico e astioso, soprattutto verso tutte le nuove persone che tentavano di fare amicizia, e non solo con l’Uchiha ma anche con lui.

Ogni volta che gli si avvicinava un ragazzo o una ragazza, Sasuke ringhiava neanche fosse un mastino da guardia.

Quel comportamento lentamente lo stava portando all’esasperazione, gli Uchiha erano veramente tutti strani.

Diverse volte si era domandato se quegli strani attacchi di megalomania e il bisogno costante si stare al centro dell’attenzione non sarebbero potuti essere curati da un bravo psicologo. No perché obiettivamente non si poteva andare avanti a quel modo.

A proposito del teme, chissà dove era andato a cacciarsi, pensò fra sé e sé.

Posò lo sguardo in ogni angolo della sala da ballo, alla ricerca del suo migliore amico, stupendosi che non fosse puntuale come al solito.

Strano, eppure una delle milioni di doti che caratterizzavano gli Uchiha era proprio la puntualità.

Fin da quando era un bambino quante volte aveva sentito dire a Fugaku-san che gli Uchiha erano sempre puntuali, più di un orologio svizzero!

Un miliardo e forse più.

 

Tornò a volgere lo sguardo sull’intera sala, quando improvvisamente tutt’intorno a lui il silenzio calò, persino Sai e Sakura avevano smesso di chiacchierare per volgere la loro attenzione al nuovo entrato.

Lentamente, posò lo sguardo dove erano voltati tutti quelli degli ospiti, compresi quelli delle ragazze, che tentavano in ogni modo di evitare di sbavare.

All’entrata della sala c’era il teme, completamente in tiro, che aveva attirato l’attenzione della fauna femminile che popolava per quella sera casa sua.

Naruto decisamente sconsolato, scosse la testa sbuffando.

Tale atteggiamento attirò l’attenzione di Sai, che con un sorriso birichino stampato in volto cominciò a stuzzicarlo:

 

“Non sarai mica geloso Naru-chan? Sappiamo tutti che Sasuke-kun ha questo effetto su ogni donna che incontra, non devi abbatterti in questo modo.”

 

Naruto fissò quasi incredulo Sai, mentre le sue iridi si spalancavano dalla sorpresa alle parole che l’altro gli aveva rivolto. Non riusciva a capire perché tutti sé né uscivano con frasi tanto ambigue, lui e Sasuke erano amici, nulla di più.

Scacciò dalla mente quei pensieri, poi sorridendo e scrollando le spalle affermò:

 

“Non sono affatto geloso. Però lui è veramente un baka-teme. So perfettamente come andrà a finire, si mette in tiro perché è un egocentrico vanesio, e alla fine verrà a chiedere aiuto a me per salvarlo da quelle pazze squilibrate che cercheranno in tutti i modi di saltargli addosso.” Il biondo scosse la testa, mentre dalle sue labbra fuoriusciva un sospiro sconsolato ed un brivido di terrore percorreva la sua schiera, quelle pazze a volte mordevano anche.

Gettò un ultima occhiata al suo migliore amico, prima di riprendere a conversare con Sai, per quel momento la situazione sembrava ancora calma e non c’era bisogno del suo intervento.

 

La serata procedeva bene.

La musica era bella, allegra, non la solita monotonia di ogni festa. Questa volta sua madre e Mikoto-san si erano occupate personalmente del galà, facendo risultare quella serata una delle più eleganti e divertenti degli ultimi anni.

Anche il cibo era ottimo, ma come al solito non avevano fatto scorte di ramen.

Sinceramente, non capiva perché ad un galà di lusso non si poteva mangiare quel cibo divino, quale era il ramen. Chi lo aveva proibito?

In fondo per lui il ramen, era come l’ambrosia per le divinità greche.

Già era proprio così, il ramen era il cibo degli dei!

Dove era scritto che non fosse un piatto rinomato, adatto ad una serata di lusso?  A quel pensiero sul suo volto comparve un adorabile broncio.

 

Mentre nella sua testa di formulavano decine di domande inutile sul perché il ramen non fosse mai menzionato nei menù delle grandi cene importanti, il suo sguardo si volgeva sull’intera sala.

Per tutta la sera non era riuscito a parlare con Sasuke nemmeno una volta.

Quando provava a cercarlo lo vedeva intento  a chiacchierare con qualche ospite, di solito soci di Fugaku-san e via dicendo. Altre volte invece tentava di scappare, da un’infervorata Mikoto, che in tutti i modi tentava di fargli mangiare le tartine al caviale che aveva preparato con tanto amore.

Non era proprio cambiato il teme, in tutti quegli anni ancora non riusciva a mangiare quelle strane palline nere… ghignò divertito, in fondo rimaneva il solito ragazzino imbronciato che aveva conosciuto molti anni addietro.

 

Tornò a cercare con lo sguardo il moro, questa volta era stato bloccato da Fugaku in persona, chissà cosa mai doveva digli di così importante, ma dalla faccia del teme sembrava che non né fosse così contento.

Sinceramente poteva anche capire del perché non volesse che il capo clan degli Uchiha lo fermasse per fargli qualche tipo di discorso. Una delle ultime volte che per sbaglio aveva ascoltato una delle loro conversazioni, o meglio un discorso a senso unico di Fugaku che non permetteva al figlio minore di spiccicare parola, il maggiore degli Uchiha stava parlando di come la api impollinavano i fiori e via dicendo.

La faccia di Sasuke  non l’avrebbe mai dimenticata,  era sconvolta, mentre per lui tutto quel discorso non aveva avuto né capo né cosa.

Ci aveva rimuginato per giorni cercando di capire, per quale oscuro motivo i due stessero parlando di api e impollinazione, alla fine con un sorriso sulle labbra era giunto all’unica conclusione possibile: Fugaku voleva che Sasuke si occupasse della nuova ditta che stavano per aprire interamente dedicata all’apicoltura. Come in un cartone animato gli si era creata in testa una versione del teme, vestito con una tuta bianca, un grande cappello con la retina che conversava con uno sciame di api… sembrava però che la cosa non fosse andata in porto, perché Sasuke occupava ancora il suo vecchio posto, mentre al suo studio non erano arrivati i documenti riguardanti la nuova attività.

Mentre la sua mente oramai vagava, mischiando i suoi pensieri a strane fantasie, storie che si era creato con il passare degli anni, la sua attenzione fu attirata da un’orda di giovani donne, che con sguardo famelico e bava alla bocca fissavano un punto impreciso della sala.

Sbuffò. Sapeva cosa stava per accadere. Lo sapeva fin troppo bene.

Da lì a pochi minuti si sarebbe dovuto mettere in mezzo, come muro fra il teme e quell’orda di pazze assatanate.  Mentre con lo sguardo cercava di individuare Sasuke, la sua testa formulava il pensiero che non sarebbe stato male che il più piccolo degli Uchiha facesse l’apicoltore, con una tuta bianca e un retino davanti agli occhi sarebbe risultato molto meno affascinante agli occhi delle sue ammiratrici.

E lui avrebbe evitato morsi e graffi da parte delle fan.

Era quasi pronto a farsi sbranare da quelle tipe, quando la voce di Sai non lo ricosse dai suoi pensieri.

 

Gli occhi scuri del giovane pittore lo scrutavano intensamente, attendeva una risposta alla domanda che gli aveva appena posto; mente nella sua testa si facevano largo le parole che gli aveva detto.

Ballare! Il ragazzo gli aveva chiesto di ballare con lui.

Un lieve rossore andò a imporporare le sue gote, mentre completamente dimentico di Sasuke che fuggiva dalle sue inseguitrici, accettava l’invito.

In fondo lui adorava ballare, ed era da molto tempo che nessuno lo invitava, e non riusciva a capirne il motivo. In fondo frequentava quei noiosissimi parti solo per ballare con qualcuno, ma per qualche oscuro motivo nessuno gli si avvicinava. Sì quella sera avrebbe ballato.

Al teme avrebbe pensato più tardi.

 

 

 

 

*****

 

 

 

Sakura aveva osservato per tutta la sera i vari pedoni di quello strambo gioco, e bisognava dirlo, si stava divertendo un mondo.

Aveva visto come Sasuke fuggiva disperato dalle sue inseguitrici.

Come un’Itachi divertito più che mai prima di andarlo a salvare ci aveva pensato su un bel po’.

Ma di sicuro la cosa che risultava più divertente era quel preciso momento, in cui lei, e i due fratelli Uchiha osservavano Naruto danzare con Sai.

Gli occhi scuri del pittore che fissavano intensamente le iridi cristalline del suo compagno di ballo.

 

“Sai sono veramente una bella coppia. Non credi Sasuke-kun?” domandò con voce sognate Sakura, mentre le sue iridi smeraldine brillavano maligne. Adorava prendere in giro l’Uchiha, forse la sua era una forma di vendetta per averla rifiutata per un sacco di anni quando erano alle superiori.

Non aveva importanza che l’Uchiha non avesse mai tenuto nascosta la sua preferenza sessuale, lei si divertiva un mondo a stuzzicarlo e farlo arrabbiare, e aveva trovato in Sai e in Itachi dei validi alleati.

 

“Ha ragione lei otouto, non vedi come sono carini, e poi le mani di Sai posate sui fianchi di Naruto, sembra siano fatti apposta per stare insieme.” Incalzò Itachi sempre più divertito, mentre lanciava uno sguardo complice all’affascinante ragazza dai capelli rosa, che continuò:

 

“Anche come sono vestiti, due lati della stessa medaglia, Sai completamente vestito di nero, mentre Naruto in quello splendido smoking bianco, che non lascia nulla all’immaginazione, penso che se non fosse venuto accompagnato questa sera in molti avrebbero voluto ballare con lui, almeno metà delle ragazze che ti stava inseguendo ti avrebbe snobbato per lui.”

 

I due continuavano a parlare divertiti,mentre da un angolo Pein, Konan e compagnia li osservavano sbalorditi.

Osservavano i due che chiacchieravano, insinuando quanto Sai e Naruto stessero bene insieme. Di quanto fossero carini, mentre accanto a loro un Sasuke sempre più verde dalla rabbia, a stento riusciva a reprimere quella gelosia che man mano si faceva strada in lui.

 

I due capirono di aver giunto l’apice quando videro un piccolo Uchiha furioso, attraversare la sala a grandi falcate ed abbandonare la festa.

 

“Mi sa che abbiamo un tantino esagerato.” Affermò Sakura mangiando una tartina al caviale.

 

“No assolutamente no, questo era niente rispetto a quello che gli faccio di solito. Tra un paio di giorni gli sarà passata.” Rispose Itachi mentre rilassato assaporava il costoso champagne che i camerieri servivano in eleganti flute di cristallo.

 

“Tanto per curiosità Itachi-san a quanto ammontano le scommesse? Sai stavo quasi pensando di buttare qualche yen anche io, in fondo tuo fratello è troppo divertente da prendere in giro.”

 

“Oh dopo questo ballo, Kakuzo ha raddoppiato le poste, se qualcuno riuscirà veramente a capire cosa accadrà fra quel dobe, e il mio otouto diventerà milionario.”

 

“Sinceramente” continuò Sakura “io spero che nessuno vinca mai una di quelle scommesse, in fondo tutta questa situazione è il massimo del divertimento.” Affermò divertita prima di allontanarsi verso il centro della festa, dove alcuni suoi amici la stavano aspettando.

 

Itachi la osservò allontanarsi fasciata nel suo elegante vestito rosso, mentre ripensava alle parole che la giovane gli aveva appena rivolto.

Ghignò malefico, in fondo capiva perfettamente quella ragazza, far terminare quel passatempo, quel divertimento sarebbe stato veramente troppo deprimente per tutti loro.

Osservare Sasuke alle prese con centinaia di emozioni differenti.

Che giorno dopo giorno scopriva la gelosia e come non tutto fosse così semplice nella vita, era un vero e proprio spettacolo.

Ed era anche una fonte inesauribile di divertimento.

Un giorno quei due si sarebbero potuti anche mettere insieme, quando Naruto si sarebbe reso conto che i sentimenti di Sasuke erano sinceri, ma fino ad allora lui e il suo gruppetto di amici avrebbero continuato a divertirsi un mondo.

 

 

 

 

 

 

-       Angolo delle pazze squilibrate –

 

Ed ecco a voi il primo vero capitolo di questa ff.

Speriamo che sia di vostro gradimento, e che ci lasciate tanti commenti come nel prologo.

A una cosa solamente, questo capitolo è stato scritto appositamente per questo periodo natalizio, diciamo come regalo di Buon Natale, gli aggiornamenti, per quanto ci rammarichi non saranno così veloci, anche perché entrambe abbiamo delle ff da portare a termine e pochissimo tempo per scrivere. Quindi speriamo che attendiate con impazienza i nuovi capitoli che cercheranno di essere il più puntuali possibili, uno ogni mese.

Un grandissimo bacio, ciaooo Yuko e Quistis.

 

 

Risposta ai commenti:

 

Grazie siamo felicissime che il prologo vi sia piaciuto, e che vi faccia piacere leggere una storia scritta da noi due insieme.

Grazie per i complimenti e..un grandissimo bacio ad ognuna di voi, e ci scusiamo per non poter rispondere

ad ogni singolo commento ma il tempo scarseggia.

Un grande bacio a tutte le persone che hanno messo la storia fra le seguite e le preferite.

Veramente ci fa immensamente piacere, e nel prossimo capitolo cercheremo di rispondere ai commenti singolarmente.

Ciaooooo Quistis e Yuko.

  
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