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Autore: Quiyu    25/11/2009    15 recensioni
Ciao a tutti, siamo Yuko chan e Quistis18, ed abbiamo deciso di unirci e scrivere una storia tanto per torturare un pò Sasuke! Speriamo possa piacervi e vogliate seguirci in questo nostro piccolo delirio ^^!
Sono cresciuti insieme, come migliori amici, come due fratelli.
Il loro legame è saldo, indissolubile. I loro sentimenti sono profondi, come l'amicizia che li lega.
Ma piano questi sentimenti, si trasformano, diventano più profondi, molto più forti di una semplice amicizia.
Unico problema, riuscire a far capire ad un dobe, quello che
si prova realmente per lui.
Questa è la missione di Sasuke, riuscire a conquistare il suo dobe,
e tenere lontani tutti i malintenzionati che tentano di portarglielo via.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Itachi | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Un teme alla disperata conquista di un dobe

 

Prologo

 

 

L’estate se né era andata da qualche settimana, lasciando il posto al fresco autunno e alle sue piogge.

Le strade della città ed i suoi grandi parchi andavano tingendosi dei colori caldi di quella stagione.

Lentamente, giorno dopo giorno le foglie degli alberi perdevano il loro solito verde brillante, per lasciare posto al   rosso e al giallo.

Colori così vivaci che creavano un’atmosfera magica, come a voler trasportare chiunque osservasse il magnifico paesaggio in un mondo popolato da fate e folletti, o almeno era quello che pensava un ragazzo dai ribelli capelli dorati mentre tranquillamente passeggiava per i vicoli, diretto verso il luogo dove avrebbe incontrato il suo appuntamento.

Naruto, questo il suo nome, camminava tranquillamente per i silenziosi sentieri del grande parco di Konoha, le iridi cristalline che non si perdevano nulla di quel meraviglioso spettacolo che la natura gli stava offrendo.

Amava il susseguirsi delle stagioni fin da quando era un bambino, e ogni volta né rimaneva incantato.

Rimaneva incantato da come la natura fosse in grado di creare quegli spettacoli meravigliosi, paesaggi che nessun pittore avrebbe mai saputo ricreare.

Paesaggi ai quali nessuna foto, avrebbe mai potuto rendere giustizia.

Quel giorno però non riusciva a godersi appieno il magnifico panorama che gli si stagliava davanti, la sua mente era altrove.

Era rimasta ferma al momento in cui Itachi, dopo la fine della riunione con gli azionisti delle aziende Uchiha lo aveva chiamato in disparte e gli aveva posto quella domanda:

 

“Pensi di essere solamente un amico per lui?”

 

Il giovane scosse la testa esasperato, ma che razza di domande gli andava a fare anche Itachi.

Ovvio che lui e il teme fossero amici, che altro sarebbero dovuti essere?

La sua mente volò a Sasuke, ricordava perfettamente quando si erano conosciuti, o meglio sapeva che il più giovane dei fratelli Uchiha era sempre stato nella sua vita.

Una presenza costante, fin da quando erano piccoli.

I loro padri erano amici, Fugaku Uchiha era il presidente nonché proprietario delle grandi industrie Uchiha, mentre suo padre Minato Namikaze era un famoso avvocato, nonché avvocato della famiglia del teme.

I due ragazzi erano cresciuti insieme, frequentato le stesse scuole, ed anche se in due facoltà differenti la migliore università del paese.

Fin da bambini erano stati inseparabili, anche se caratterialmente erano agli antipodi.

Un sorriso illuminò il volto del giovane al pensiero di quando ancora erano bambini; ricordava perfettamente l’amicizia e la rivalità che lo legava al suo migliore amico.

Le continue liti e le zuffe in cui si cacciavano, quante volte le loro madri avevano dovuto separarli perché una parola di troppo di Sasuke, una presa in giro aveva fatto scattare quell’uragano biondo.

Eppure, fra le loro differenze, fra i loro bisticci,  il loro legame con il passare degli anni si era rafforzato di giorno in giorno.

Divenendo un’amicizia meravigliosa, preziosa per entrambi.

Loro erano amici, migliori amici.

Questo era il pensiero di Naruto sul suo rapporto con il teme.

 

Agli occhi del fratello maggiore di Sasuke, Itachi, le cose erano andate diversamente.

Sin da quando si erano visti per la prima volta, il suo otooto era rimasto talmente affascinato da quel bambino così differente da lui, una piccola stella luminosa dalle iridi cristalline, tanto che da bravo Uchiha lo aveva decretato di sua proprietà. E in tutti quegli anni non aveva fatto né tanto né quanto di sorvegliare quello che aveva scelto come compagno per la vita.

Sì ovviamente, la gelosia e l’attaccamento che provava quando erano ancora due bambini non si poteva definire amore, ma Itachi lo aveva osservato bene, ed essendo un genio, già sapeva che con il tempo quel ragazzo testardo e imbronciato che era suo fratello si sarebbe reso conto dei suo reali sentimenti verso il suo migliore amico.

Difatti come aveva profetizzato anni addietro le cose erano andate come aveva predetto, con un'unica differenza.

Un piccolo particolare che gli era sfuggito, ovvero l’ingenuità di Naruto, che con il passare degli anni era rimasto tale e quale a quando né aveva quattordici, almeno per la sua purezza e la sua allegria.

Qualsiasi ragazza o ragazzo sarebbe stato felice di essere considerato proprietà privata di un membro del prestigioso clan, chiunque non fosse Naruto Uzumaki, che  in tutti quegli anni non si era nemmeno reso conto di ciò che provava Sasuke nei suoi confronti.

Non si era mai reso conto degli sguardi taglienti, come a voler incenerire qualcuno, che il fratello lanciava a chiunque si prendeva qualche confidenza di troppo con il suo migliore amico.

Tanto meno si era reso conto di come l’altro lo osservasse in continuazione, con bramosia, ossessività, ed uno strano luccichio negli occhi. Il brillare maligno delle iridi scure del minore degli Uchiha poi non passava di certo inosservato, anche uno stupido avrebbe capito cosa stava a significare, e più degli altri lo sapeva Itachi.

 Ogni volta che il suo otooto osservava Naruto con uno sguardo di tale intensità la sua intenzione era una sola: voleva legarlo eternamente a se, e questo per non addentrarsi nei pensieri più profondi della mente del più piccolo, perché Itachi sapeva cosa Sasuke avrebbe voluto fare con Naruto, e il tutto consistevano in loro due rinchiusi dentro una stanza,  un letto e il suddetto biondino legato al di sopra citato letto.

E ancor meno Naruto si era accorto delle scenate di gelosia che il suo otooto gli faceva in continuazione, mascherandole abilmente in prese in giro, né tanto meno delle esplicite avance che oramai erano all’ordine del giorno.

In quei momenti il genio degli Uchiha pensava sul serio che Sasuke facesse bene a chiamare l’Uzumaki dobe.

 

Itachi sempre più divertito da tutta la situazione, si domandava, come fosse possibile che l’ingenuità di Naruto arrivasse a tanto; non voleva credere che il giovane pensasse che tutti i migliori amici si comportavano come Sasuke faceva con lui.

Persino quando lo palpava o quando erano a casa e il suo fratellino tentava in tutti i modi di convincerlo a farsi la doccia insieme, sembrava che nella mente dell’Uzumaki non balenasse minimamente l’idea che potesse esserci un secondo fine.

Non che permettesse a Sasuke di entrare in bagno con lui, ma considerava tutto quello come degli stupidi scherzi.

Come se il più piccolo degli Uchiha avesse senso dell’umorismo e fosse in grado di scherzare.

Ogni volta che pensava a quei momenti, Itachi, non poteva far altro che scuotere la testa sconsolato e rammaricarsi per il fratello, almeno fino ad un certo punto.  Ma la sua solidarietà fraterna svaniva non appena pensava alle scommesse di Kakuzo, e a quanto si sarebbe divertito ancora, o almeno fino a quando Naruto non avrebbe riattaccato il cervello.

 

Per tutti quegli anni il comportamento dei due aveva movimentato e rallegrato le sue giornate; osservare i tentativi di suo fratello per conquistare Naruto, e quest’ultimo non rendersi conto assolutamente di nulla era stato un vero e proprio spasso.

Molti dei suoi amici avevano accettato anche le quote pazzesche che Kakuzo aveva imposto quando aveva messo su un giro di scommesse proprio su i due ragazzi.

Difatti, in molti in città, si domandavano quando Sasuke Uchiha sarebbe riuscito a portarsi a letto Naruto Uzumaki, o se quest’ultimo avrebbe continuato a vivere nel suo mondo immaginario per il resto della vita.

Tutti loro non aspettavano altro di scoprire come sarebbe andata a finire, soprattutto ora che sembrava che Naruto avesse uno spasimante, qualcuno del tutto immune agli sguardi furiosi e alle minacce di morte del suo otooto.

Si quell’autunno si pregustava decisamente movimentato, e lui si sarebbe divertito un mondo a stuzzicare il suo fratellino; ma prima di tutto doveva scoprire chi fosse il temerario che aveva sfidato la sorte provandoci con Naruto.

 

 

 

 

*****

 

 

 

 

Mentre il sole pigro cominciava la sua discesa, chiuso nel suo studio all’interno dell’edificio in cui lavorava, Sasuke osservava tranquillo, attraverso le grandi vetrate, il vento muovere le foglie degli alberi nel parco poco distante.
Di lavorare non se ne parlava per quel giorno, la mente troppo persa nell’analizzare i fatti degli ultimi giorni, qualcuno aveva puntato il suo Naruto e lui doveva assolutamente provvedere alla sua dolorosa e ovvia eliminazione, peccato solo che il tipo in questione sembrasse immune a tutti i suoi attacchi.
Strinse con forza i braccioli della sedia sulla quale era seduto, la rabbia che provava in quel momento era molta, fino ad allora nessuno aveva mai osato interferire nel suo personale rapporto con il dobe, aveva provveduto personalmente ad allontanare chiunque si avvicinasse troppo a lui, facendo ben capire al mondo a chi appartenesse Naruto Uzumaki.

Peccato che proprio lo stesso Naruto sembrava non volerlo capire. Quello era uno dei tanti motivi per cui lo chiamava dobe, perché era inconcepibile che non si fosse ancora accorto ,dopo tutti quegli anni, del reale interesse che nutriva nei suoi confronti, delle sue occhiate maliziose o possessive, del suo comportamento verso di lui; insomma, bisognava veramente essere ciechi per non accorgersene.

Sospirò, l’ironia della sorte stava proprio nel fatto che tutti se ne fossero accorti, suo fratello Itachi compreso, il che non era un bene, almeno per lui.

 

Da quando aveva memoria, Itachi e il suo branco di amici psicopatici si erano sempre divertiti a mettergli i bastoni tra le ruote con Naruto.

Giocavano sulla tremenda ingenuità di quest’ultimo, e approfittavano delle varie situazioni che venivano a crearsi per scommettere su di loro.

Ma di questo non doveva preoccuparsi a lungo, ghignò, aveva già in mente un bel modo per farla pagare al suo adorato aniki, avrebbe giocato anche lui con il rapporto che Itachi aveva con Gaara.

Certo, restava ancora il problema della signora Kushina, madre di Naruto, la quale in collaborazione con Itachi (e in varie occasioni anche con sua madre Mikoto) si divertiva a rovinargli sul più bello le situazioni romantiche che si venivano a creare con il dobe, situazioni di cui ovviamente tutti tranne il dobe si accorgevano… ma a questo avrebbe pensato in seguito, un problema alla volta.

 

Spostò lo sguardo dagli alberi del parco allo stemma della sua famiglia, gli Uchiha, che sventolava fiero su uno dei pennoni posti lungo il viale d’ingresso.

La sua mente gli riportò subito l’immagine austera di suo padre, grande uomo d’affari, genio dell’economia, fiero ed orgoglioso come solo gli Uchiha sanno essere, ma tremendamente inopportuno a volte.

Da quando aveva scoperto, come gli altri, della sua attrazione verso Naruto, figlio del suo migliore amico ed avvocato di famiglia Minato Namikaze, aveva cominciato ad assillarlo, e non perché lo lasciasse stare, il contrario. Fugaku pretendeva che lui conquistasse nel minor tempo possibile il dobe, così da onorare il credo di famiglia secondo il quale –tutto ciò che un Uchiha vuole, un Uchiha ottiene-. Lo avrebbe volentieri ucciso quando glielo ricordava.

Che credeva, che lui non volesse fare subito suo quel dobe? Ma era con un dobe infondo con cui aveva a che fare lui! Senza contare la mandria di psicotici che si divertivano alle sue spalle. Fosse stato per lui, Naruto sarebbe già stato preso e legato al suo letto, da anni.

 

Girò lo sguardo, individuando l’orologio da parete, che con le sue eleganti lancette gli ricordava che anche per quel giorno aveva finito di lavorare.

Stancamente si alzò dalla sedia, recuperò il soprabito e dopo averlo indossato prese la sua valigetta e si diresse spedito verso l’uscita.

Doveva escogitare un modo per far capire a Naruto quali fossero i suoi reali sentimenti.

E doveva essere un modo a prova di dobe. Sospirò, premendo il bottone per richiamare l’ascensore, la sua non era cattiveria, infondo a quel dobe lo amava, però doveva ammettere che la sua ingenuità e la sua stupidità a volte lo disarmavano completamente.

Ricordava benissimo la prima volta che gli si era dichiarato. Aveva preso il coraggio a due mani, e da fiero Uchiha era andato dritto al punto, senza giri di parole, e mentre aspettava trepidante la risposta di Naruto, quello era scoppiato a ridere, dicendogli che non credeva possibile che lui avesse un tale senso dell’umorismo, ma che non doveva scherzare troppo su queste cose altrimenti qualcuno avrebbe potuto fraintendere… DOBE!

Pigiò con forza il tasto del pianoterra, dopo essere salito sull’ascensore.

Quel dannato cretino aveva osato credere che lui, Sasuke Uchiha, il ghiacciolo per antonomasia, stesse scherzando! Ma per chi lo aveva preso?

Doveva fargli capire che lui era serissimo, e non scherzava affatto.

 

Uscito dall’ascensore percorse veloce la hall, salutando distrattamente le persone alla reception. Arrivato al parcheggio esterno, raggiunse svelto la sua macchina, una nera porche decappottabile, ed una volta al suo interno posò le mani sul volante cercò di calmarsi, facendo profondi respiri.

Doveva far sbollire la rabbia, sia quella verso il suo ottuso ‘migliore amico, sia quella verso quell’ameba del suo nuovo spasimante.

 

Quella sera c’era un ricevimento a casa sua, sarebbero stati presenti molti importanti azionisti e soci delle aziende Uchiha, per cui doveva recuperare la calma, o non avrebbe saputo svolgere al meglio il suo lavoro di Pr.

 

Ancora gli veniva da ridere pensando all’incarico che gli era stato affidato all’interno della società.
Lui, così asociale, poco incline alle conversazioni e non amante dei luoghi affollati e dei rapporti con il prossimo, era l’addetto alle pubbliche relazioni.

Sorrise beffardo, ingranando la retromarcia ed uscendo definitivamente dal parcheggio.

Infondo, però, era un bravo manipolatore, sempre capace di raggiungere accordi impossibili anche con soci ostici o diffidenti.

Ma infondo era scontato, visto che lui era un genio, il migliore tra gli Uchiha, anche se in molti continuavano ad insistere sul fatto che il migliore fosse Itachi, cosa assolutamente impossibile secondo lui.

 

Ringraziando il poco e quasi inesistente traffico serale, riuscì a raggiungere la sua residenza in meno di mezz’ora. Aveva tutto il tempo di prepararsi a dovere per la serata.

 

Non aveva smesso un attimo di pensare ad un modo per conquistare Naruto ed eliminare il suo rivale.

Un ghigno maligno gli ornò le labbra, mentre l’acqua della doccia gli scendeva lenta sul corpo, rilassandolo.

Quella sera poteva essere il primo passo da fare per far capire a Naruto i suoi sentimenti, e per far capire al mondo ancora una volta, che Naruto Uzumaki era una sua esclusiva proprietà.

 

Finita la doccia si diresse nell’enorme armadio a muro che custodiva ogni suo abito ed oggetto. Doveva prepararsi al meglio, quella sera avrebbe fatto una strage, ed anche Naruto non sarebbe potuto restare indifferente dinnanzi a lui ed al suo fascino. Sì, gli sarebbe ovviamente e giustamente caduto tra le braccia! Era un piano a dir poco geniale, semplice e senza controindicazioni del caso.

Quella sera, Naruto sarebbe stato suo. Per sempre.

 

 

Avendo visto rientrare il suo otooto con quell’aria omicida ad avvolgerlo,  Itachi aveva pensato bene di stargli alla larga per un po’. Era meglio non finire nelle mani di Sasuke, quando era arrabbiato, non che avesse paura ovvio, ma si era appena sistemato per la serata, e non aveva alcuna voglia di sciupare il vestito nuovo o la sua fluente chioma appena acconciata.

Con rinnovata allegria si diresse in salone, tanto che c’era avrebbe aiutato la madre a finire di sistemare con i domestici gli ultimi ritocchi prima del ricevimento.

Quella sera, lui e i suoi amici si sarebbero divertiti come matti nell’ammirare le mirabolanti imprese di Sasuke per conquistare Naruto, se lo sentiva.

Ampliò il ghigno che gli era salito alle labbra alla prospettiva di divertirsi alle spalle del suo otooto, non appena individuò suo madre. Quella santa donna che con la sua migliore amica, la madre di Naruto, si divertiva come lui ed i suoi amici a complicare l’esistenza di Sasuke.

Ma ora non aveva tempo da perdere a rimuginare su queste cose, doveva chiedere alla madre se avesse in programma qualche scherzetto in combutta con la signora Kushina, chissà, magari lui ed i suoi amici avrebbero potuto dar loro una mano…

 

 

 

 

-       Angolo delle pazze squilibrate –

-        

Come avete letto nell'introduzione siamo Yuko chan e Quistis18..

Il nick è l'unione delle prime sillabe dei nostri, che all'inizio sembrava una geniale idea

ma rivedendolo sembra tanto un nome di un uccello raro, non so, dopo che si è tornati da un viaggio in Australia, si sentono le persone dire, ho visto i canguri, gli struzzi, i kiwi ed anche i Quiyu... non puoi capire come sono carini, con tutte quelle piume colorate...

Finiamola qui che sto degenerando…

In ultimo, vi avvertiamo che le parti scritte da Yuko saranno quelle con il punto di vista di Naruto

mentre quelle scritte da Quistis saranno quelle dal punto di vista di Sasuke.

Gli altri personaggi verranno gestiti man mano da entrambe.

Ed ora vi lasciamo alla lettura, fateci sapere se vi piace!!!

  
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