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Autore: Mark Bargnani    21/12/2009    4 recensioni
Harry salva una ragazza dalle grinfie di Malfoy e lei lo ricompensa...cosa succederà? Ambientato durante il 6o anno, ripercorre molti tratti del libro di zia Row, ma poi si evolve su un binario diverso.
Genere: Commedia, Azione, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Daphne Greengrass, Harry Potter
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4

Capitolo 4

 

Harry non era totalmente sicuro di come ci fosse riuscito ma in qualche modo, nonostante tutto il veleno che il Preside aveva bevuto quella sera, era riuscito a smaterializzare il vecchio fino ad Hogsmeade, per poi volare con le scope fino alla porta principale della scuola. Anche dopo tutto ciò, il vecchio era ancora vivo…per ora. Fortunatamente, la professoressa McGranitt li aveva incontrati proprio mentre oltrepassavano la porta. Seguendo i balbettanti ordini del Preside, la donna ordinò ad Harry di levitarlo fino all’infermeria mentre lei sarebbe andata alla ricerca del professor Piton.

Mentre Harry conduceva il Preside verso l’infermeria, ripensò a tutto quello che era successo quella sera.

Il Preside lo aveva avvicinato dopo la cena e gli aveva chiesto di raggiungerlo nel suo ufficio. Lì, il vecchio mago aveva speso circa un’ora a convincere Harry che, nonostante non fossero della medesima opinione sugli ultimi avvenimenti, erano ancora dalla stessa parte e solo lavorando assieme avrebbero potuto sconfiggere Voldemort. Harry certamente non concordava con tutto quello che il Preside aveva detto, ma era sicuro che avrebbe avuto maggiori probabilità di liberarsi di Voldemort se avesse permesso al Preside di aiutarlo, almeno fintanto che egli non facesse qualcosa di stupido o non mettesse Harry in rischi non necessari.

Quindi, ancora una volta avrebbero lavorato assieme per sconfiggere Voldemort. Per dimostrargli la sua buona fede, Silente aveva proposto ad Harry di accompagnarlo in una missione di ricerca di un Horcrux. Dopo essersi introdotti in una caverna lungo la costa, piena di trappole mortali compreso un lago pieno di Inferi, Harry era felice di avere il Preside al suo fianco. La peggior trappola della sera consisteva in una grande quantità di veleno che proteggeva l’Horcrux; veleno che Silente fu costretto a bere, per permettere ad Harry di recuperare l’oggetto maledetto. Questo era il motivo per cui il vecchio stregone era in pessime condizioni. Ora, non solo il Preside aveva una mano che era più che morta dall’inizio dell’estate precedente, ma aveva anche così tanto veleno in corpo che dubitava del fatto che sarebbe riuscito a passare la notte.

Raggiungendo l’Infermeria, Harry vide che la McGranitt e Piton erano già lì. La Chips prese in custodia Silente e lo mise su un letto. Piton osservò la diagnosi della medimaga e poi infilò un bezoar nella gola di Silente. Il Preside consegnò il calice con cui aveva bevuto il veleno a Piton, in modo che potesse analizzarlo per ricavarne un antidoto.

In quel momento, la McGranitt prese da parte Harry. –Signor Potter, può dirmi cos’è successo? Ho bisogno di sapere il più possibile, se vogliamo salvarlo.-

-Mi spiace, professoressa, ma tutto quello che posso dire è che ci trovavamo in un’escursione e che ad un certo punto il Preside s’è trovato a bere tanto veleno. Non posso dire che tipo di veleno, anche se immagino che sia molto potente.-

Lei aggrottò le ciglia, squadrandolo con cipiglio severo. –Dove avete trovato quel veleno?-

-Sono veramente dispiaciuto, professoressa, ma il Preside mi ha fatto giurare di non dire niente. Ha detto che era molto importante e che doveva rimanere segreto.-

La McGranitt tentò altre vie per estorcergli le informazioni, ma Harry non cedette. Mentre lasciò l’Infermeria, udì che Piton aveva scoperto di che veleno si trattasse e che avrebbe potuto distillarne l’antidoto. Sfortunatamente, il Preside avrebbe passato il resto di Giugno e probabilmente anche Luglio in Infermeria. Era la prima settimana di Giugno, con gli esami finali che sarebbero cominciati il lunedì successivo o al massimo tra 9 giorni. Harry era felice di non essere lui a dover stare sotto le grinfie della Chips per tutto quel tempo. Lo avrebbe fatto sicuramente impazzire.

Harry diede ai suoi amici una versione leggermente ridotta di ciò che aveva detto alla McGranitt. Hermione non fu affatto felice di ricevere così poche informazioni, ma si addolcì quando lui le parlò della promessa. Per ragioni che nemmeno lui sapeva spiegarsi, diede a Daphne una versione più dettagliata di ciò che era successo. Quando le mostrò il medaglione che era al posto dell’Horcrux, Daphne si offrì volontariamente di scoprire chi fosse R.A.B., dato che entrambi supponevano che fosse la persona che in quel momento era in possesso del vero Horcrux.

Una volta che ebbero svolto i “doveri”, Harry e Daphne poterono dedicarsi ai “piaceri”. Lei gli permise di “conoscerla fisicamente” un po’ più del solito. Erano ancora completamente vestiti, ma Harry si sentì così felice, amato e vicino a lei che era sicuro che il suo Patronus ne avrebbe risentito MOLTO positivamente la prossima volta che lo avrebbe eseguito.

Una dura verità lo colpì quella notte, quando andò a letto: la Guerra era terribile e avrebbe dovuto fare cose molto brutte che normalmente non avrebbe fatto, per poter vincere. Fu molto rinfrancato dal fatto di avere Daphne al suo fianco. Era sicuro che avrebbe avuto bisogno di lei quando tutto questo sarebbe finito.

 

Tardo pomeriggio di sabato prima degli esami, una settimana dopo che Silente era stato ricoverato.

La buona notizia era che sarebbe sopravissuto. La cattiva erano le sue condizioni di salute. Era ancora molto debole e lo sarebbe stato almeno fino a Luglio, per questo gli insegnanti erano obbligati ad andare nell’ala ospedale per parlargli.

Un’altra buona notizia era la fine della stagione di Quidditch annuale, così Harry poté incontrare Daphne e passare due memorabili ore con lei. Oltre a parlare e amoreggiare, entrambi abbassarono le loro barriere occlumantiche per scambiarsi a vicenda pensieri. Oltre ad incrementare la conoscenza reciproca, aumentava anche la passione. I loro sentimenti l’uno per l’altro raggiunsero nuovi massimi, come se fossero gli ultimi momenti insieme.

Alcuni minuti prima che la cena iniziasse, lasciarono il loro luogo d’incontro, Daphne per prima. Harry la seguì poco dopo. Una volta entrato in Sala Grande, gettò un’occhiata al tavolo dei professori e notò che Piton improvvisamente si toccò il braccio sinistro per alcuni secondi, per poi cercare di defilarsi il più anonimamente possibile.

Harry pensò che questa poteva essere una buona occasione; tornò nella Sala d’Ingresso e velocemente s’apposto verso il corridoio laterale dove sapeva che Piton sarebbe sbucato. Indisturbato, indossò il Mantello dell’Invisibilità. Pensando che Piton sarebbe stato il suo aiuto dall’interno, tirò fuori anche la piccola scatola di pozioni e la riportò alle dimensioni originali. Tirò fuori la boccetta color latte e mise via la scatola.

Girò l’angolo e vide Piton arrivare. Prudentemente, si spostò verso il lato dove Piton non l’avrebbe visto e tirò fuori la bacchetta. Una volta che il professore gli fu passato davanti, Harry puntò la bacchetta fuori dal mantello e lanciò non-verbalmente Imperio. Si sentì un po’ colpevole nel colpire il gran bastardo unto alle spalle.

Il Potion Master s’accorse immediatamente dell’attacco e, muovendosi molto lentamente, cercò di tirare fuori la bacchetta. Harry sentì la resistenza mentale dell’uomo e aumentò la pressione di volontà nell’incantesimo. Dopo alcuni secondi, Piton smise di muovere la mano verso la bacchetta. Tirando fuori la pozione, in modo che sembrasse comparire dal nulla e fluttuare nell’aria, Harry bisbigliò –Bevi la pozione.-

Piton stava ancora resistendo, ma lentamente la sua mano si mosse, prese la pozione per poi berla. Ci vollero solamente 10 secondi prima che Harry notasse che Piton ormai non lottava quasi più all’influenza dell’incantesimo.

Con un sorriso, Harry sussurrò –Girati ed entra in quella classe-

Piton obbedì ed Harry lo seguì per poi chiudere la porta, in modo che nessuno li disturbasse.

Tenendo l’incantesimo attivo, diede i suoi ordini a Piton –Non resisterai ai miei comandi e risponderai alle mie domande.-

Piton annuì, lentamente.

-Sei stato convocato e ti stavi recando da Voldemort?-

-Sì- disse l’uomo, lentamente.

-Come ci arrivi?-

-Lascio i terreni della scuola e uso una Passaporta.-

Bene, pensò Harry. –La Passaporta può portare più di una persona?-

-Sì-

Ancora meglio, si compiacque. –Per quale motivo pensi d’essere stato chiamato?-

-L’Oscuro Signore non sta molto bene probabilmente ha bisogno di altre pozioni.-

-Oh? Che genere di pozioni?- le idee correvano nella mente di Harry.

-Alcune pozioni speciali di rinforzo.-

-Quando ha cominciato a sentirsi male?-

-Lo scorso sabato pomeriggio e anche la sera dell’ultimo mercoledì-

Harry ci pensò su e il risultato era così bello da meravigliarlo; beh, se Voldemort poteva influenzarlo, lui poteva fare altrettanto. Era assolutamente divertente. Capendo che doveva muoversi, disse a Piton –Verrò con te e non mi attaccherai; non dirai a nessuno che sono con te; ti comporterai normalmente con gli altri mangiamorte e con l’Oscuro Signore; ma farai anche ciò che ti dirò. Hai capito?-

-Sì-

-Molto bene. Avviati al cancello principale della scuola.-

Piton s’avviò con il suo passo abituale e Harry s’affrettò a seguirlo. Accorgendosi che i suoi passi potevano essere uditi, lanciò un incantesimo di silenzio ai suoi piedi. Piton sembrò fermarsi, così Harry gli ordinò di proseguire.

Una volta fuori dai cancelli e dopo essersi accertato di essere da soli, Harry decise di scoprire ulteriori informazioni.

-Da che parte stai: quella di Silente o dell’Oscuro Signore?- chiese Harry, molto curioso.

-Di Silente- la risposta chiara stupì Harry.

-Da quanto sei dalla sua parte?-

-Sin da quando sono diventato una spia.-

Harry roteò gli occhi alla risposta insoddisfacente. –Quando diventasti una spia?-

-La notte che l’Oscuro Signore uccise Lily Potter.-

Harry riuscì per un pelo a trattenersi dal sussultare. Dopo aver riguadagnato il controllo, chiese –Perché la morte di Lily Potter t’ha spinto a diventare una spia?-

-Perché l’amavo e la sua morte mi ha fatto capire che l’Oscuro Signore non si preoccupa di niente e nessuno.-

Pensando che non c’era ragione di fermarsi, Harry continuò –Perché odi Harry Potter?-

-Perché è il figlio di James Potter, assomiglia così tanto a lui che mi sembra di rivederlo e ho odiato James Potter con tutto me stesso.-

Harry scosse la testa. Quindi Piton era davvero un supremo bastardo che non poteva vedere e capire che lui non era suo padre. Apparentemente, Piton aveva amato sua madre e odiato suo padre per averla sposata al suo posto. Che pasticcio. Incapace di pensare altro che ritenesse giusto sapere, seguì Piton in silenzio.

Poi fece le ultime domande, dopo averci pensato su –Che Passaporta usi per raggiungere l’Oscuro Signore?-

-Una piuma.-

-Ci sono barriere, sigilli o altre magie che potrebbero fermarmi o rivelare la mia presenza perché non ho il Marchio Nero?- era preoccupato a proposito.

-No.-

Harry sorrise alla sua fortuna. –Come fai a tornare a scuola, normalmente?-

-Utilizzo un’altra Passaporta e rientro ai cancelli.-

-Dammi la tua Passaporta di ritorno.- Piton gli consegnò una boccetta di inchiostro, che Harry si mise in tasca. –Come la attivi?-

-Semplicemente toccandola con la bacchetta.-

Poco dopo, Piton tirò fuori una piuma d’aquila e la bacchetta.

-Usa la tua bacchetta solo per attivare la Passaporta.- ordinò Harry.

Piton eseguì ed Harry, tenendosi stretto, sentì la fastidiosa sensazione di avere un uncino all’ombelico.

Arrivarono in un vecchio maniero e Harry non riuscì a reggersi in piedi. Si rialzò subito e s’irrigidì perché, a pochi metri da lui, c’era Lucius Malfoy.

-Sei in ritardo, Severus.- ringhiò Malfoy.

-Sono venuto più in fretta che ho potuto. Dove il padrone?-

-Nella sua stanza.- rispose Malfoy, osservandolo attentamente.

Piton si mosse ed Harry lo seguì il più silenziosamente possibile. Ora che era in ballo, si domandò se fosse davvero una buona idea. Decise di andare avanti, di ridimensionare con fermezza la sua testardaggine grifondoro e di dare più ascolto al suo lato interiore serpeverde. Il pensiero di utilizzare la pozione della fortuna lo attraversò, per poi ricordarsi di averla lasciata nel baule. Riflettendoci, la pozione avrebbe potuto fargli evitare di incontrare Voldemort, quindi era meglio non usarla.

Salite le scale, Harry entrò in fretta dentro una grande stanza prima che Piton potesse chiudergli la porta in faccia. Fortunatamente, non c’era nessun altro all’interno tranne Voldemort, che stava disteso su un divano e sembrava molto pallido, anche per uno come lui. La sua cicatrice lo infastidì per un secondo, prima di rialzare le sue barriere occlumantiche le quali ridussero il dolore ad un leggerissimo formicolio.

-Piton, idiota, perché ci hai messsssso tanto?!- sibilò il Signore Oscuro.

Il Master di Pozioni s’avvicinò e gli si inginocchiò davanti. –Sono spiacente, mio signore. Ho avuto qualche problema nel venir via, ma sono venuto più in fretta che ho potuto.-

-Dammi le mie pozioni! Quel maledetto Potter mi sssta facendo ssssentir male di nuovo!-

Piton tirò fuori una fiala e Voldemort stava per berla, quando Harry lanciò silenziosamente Petrificus Totalus. Voldemort si paralizzò. Piton si guardò attorno per capire da dove provenisse l’incantesimo, così Harry lo stordì.

Harry prese un respiro profondo, ancora incredulo al fatto che il suo azzardato piano stesse funzionando. Lanciò velocemente incantesimi di imperturbabilità attorno alla stanza. Ora veniva la parte difficile. Avrebbe tanto voluto avere un’altra di quelle pozioni di costrizione, ma non poteva recriminare proprio ora.

Poi gli venne un’idea; quasi si colpì alla fronte per quanto imbecille era dall’essersi scordato quell’incantesimo. Con determinazione, lanciò un incantesimo di costrizione a Voldemort con il forte impulso a cooperare. Per precauzione, Harry gliene lanciò un altro, questa volta con l’impulso a dire la verità. Sperando il meglio, annullò l’incantesimo alla faccia di Voldemort in modo che potesse parlare.

-Chi ssssei e cosssa ssstai facendo?- domandò Voldemort.

Camminando oltre il divano sempre nascosto dal mantello, Harry lanciò Imperio sul Signore Oscuro. Dato che era riuscito a rompere l’incantesimo durante la battaglia al cimitero, Harry sperava di poter vincere anche questa battaglia mentale. La resistenza e i contrattacchi erano incredibili. Se pensava che controllare la mente di Piton fosse stato difficile, questo lo era ancora di più. Gli ci vollero diversi minuti per ottenere il controllo, ma alla fine Harry riuscì a battere Voldemort e a soggiogarlo con l’incantesimo.

-Tom Riddle, parlami degli Horcrux, dove sono nascosti, le trappole attorno ad essi e come superare le trappole.- comandò Harry. Passò i successivi 15 minuti ad ascoltare con molta attenzione. Sapeva che avrebbe dovuto farsi prestare o addirittura comprare un Pensatoio da usare in modo da poter rivedere quella conversazione, così che non potesse dimenticare nulla.

Quando Riddle finì, Harry gli chiese –Posso usare una Passaporta per uscire da questa stanza o devo tornare al punto di entrata al piano di sotto?-

-Puoi ussssare la Passsssaporta per ussscire, di fronte a quessssto camino.-

Un ispirazione colse Harry; una cosa che avrebbe dovuto chiedere subito. –Nomina tutti i mangiamorte.-

Voldemort iniziò ad elencarli tutti ed Harry ne contò 37, alla fine. Avrebbe pensato dopo a cosa farne della lista. C’era un’altra domanda che necessitava di risposta.

-Nomina tutti i mangiamorte che hai avuto il cui cognome iniziava con la B.-

Era una lista più corta e solo uno di essi aveva il nome che iniziava con la R.

Pensando di avere tutto ciò di cui aveva bisogno, Harry costrinse Voldemort a bere una delle Pozioni di Daphne. Il Signore Oscuro cadde come addormentato. Nemmeno un Innerva avrebbe potuto svegliarlo. Harry guardò Piton e decise di farla finita anche con lui, perciò utilizzò un’altra delle pozioni di Daphne. Harry non poteva certo uccidere l’unto bastardo, ma era sicuramente troppo pericoloso lasciarlo libero. Specialmente dopo avergli lanciato la Maledizione Imperius. Harry sapeva che l’unto bastardo non gliel’avrebbe certo perdonata; la punizione sarebbe stata di certo severa.

Mentre Harry stava levitando Voldemort verso il camino, udì un sibilo. Lasciando cadere il Signore Oscuro con un sonoro , si girò giusto in tempo per vedere un enorme serpente sgusciare fuori dal muro. Riconoscendolo, Harry lanciò un anatema tagliente contro il serpente, mancandolo di poco. Si gettò dietro una poltrona, per poi riprovarci. Il serpente evitò anche il secondo tentativo. Harry cominciava ad innervosirsi. Gli occorreva qualcosa che avesse un maggior raggio d’azione. Lanciò un Sectumsempra con un movimento di taglio. Questa volta il colpo andò a segno. La testa del serpente scivolò a terra, tranciata di netto.

Ansimando per la fatica e l’eccitazione, Harry s’alzo e osservò la scena. Quella bestia doveva essere lunga almeno tre metri e mezzo. Stupido serpente! Beh, se non altro s’era risparmiato la fatica di una missione futura, dato che Nagini aveva un Horcrux al suo interno.

Harry levitò il corpo e la testa del serpente sopra a Voldemort. Piton fu l’ultimo pezzo di quella strana colonna. Proprio mentre s’accingeva ad andarsene, qualcuno bussò alla porta.

Harry maledì la sua sfortuna e indossò il mantello. Poi rese invisibile la pila di corpi, annullò l’incantesimo di imperturbabilità sulla porta e vi si posizionò accanto. Sperando di ottenere una buona imitazione di Voldemort, sibilò –Avanti.-

La porta s’aprì e Bellatrix Lestrange entrò. Harry non poteva credere alla sua fortuna, visto che aveva davanti a sé uno dei mangiamorte più potenti e pericolosi. Non appena lei lo oltrepassò, lui le lanciò uno schiantesimo non verbale, per poi osservarla cadere a terra. Ancora una volta non si curò di preoccuparsi del fatto che avesse colpito qualcuno alle spalle, ma solo perché la donna era tutt’altro che innocente e anche per il fatto che il suo lato Serpeverde interiore gli diceva che era giusto così. Velocemente chiuse di nuovo la porta. La schiantò nuovamente per sicurezza e poi aggiunse anche lei alla pila di corpi, per poi legarli tutti assieme. Sperò che la Passaporta fosse abbastanza potente da portare quattro persone e un serpente gigante.

Con l’intento di lasciare ai mangiamorte un piccolo regalo, oltre ad aver portato via il loro padrone, lanciò numerose sfere di fuoco alla stanza. Con una mano tirò fuori la bacchetta mentre con l’altra si teneva agganciato alle corde e impugnava la Passaporta contemporaneamente. Toccò con la bacchetta la boccetta di inchiostro e sparì. Alcuni secondi più tardi, fu più che felice di vedere nuovamente i cancelli di Hogwarts, immersi nell’oscurità così come la pila di corpi di fianco a lui.

Dopo aver tagliato le corde, Harry si smaterializzò con una persona alla volta vicino alla costa, dove Silente lo aveva portato con sé una settimana prima. Dopo che ebbe trasportato lì anche l’ultimo, si sentì molto stanco, sia nel fisico che nella magia. Fortunatamente non ne aveva ancora per molto, solo alcuni incantesimi di levitazione.

In breve, portò i corpi nella caverna, utilizzò un po’ del sangue di Bella per aprire il portale di roccia. All’interno, posò Voldemort, la carcassa del serpente e Piton sull’isolotto al centro del lago sotterraneo, dopo aver rimosso qualunque oggetto dai corpi. Fece evanescere persino i vestiti, tranne i boxer. Mise le due bacchette nella tasca. Fu felice e sorpreso allo stesso tempo di vedere che la bacchetta di Tom funzionava bene come la sua.

Tornato alla spiaggia, Harry perquisì Bella e trovò la sua bacchetta e la chiave della sua camera blindata. Ciò significava ulteriore fatica in meno. Possedendo la chiave e il titolo di Capo della Famiglia Black, avrebbe potuto recuperare uno degli Horcrux all’interno della camera blindata. Proclamandosi giudice, giuria e boia, Harry lanciò Bella nell’acqua del lago. La reazione degli Inferi fu istantanea. Dubito che lei si fosse svegliata con l’urto. Comunque, aveva usato molta più umanità di quanta lei ne meritasse.

Lasciando la grotta, Harry incise quattro piccole rune attorno alla porta. Una di caricamento fu aggiunta al centro, in modo da mantenere attivo al massimo l’incantesimo successivo. Completato il tutto, Harry lanciò l’incanto Fidelius sul portale, connettendolo alle rune e nominando sé stesso Custode Segreto. Dato che si trattava di un’area piccola, non occorreva molto potere. Se qualcuno fosse giunto lì, avrebbe visto solamente una solida parete di roccia. Era contento di aver trovato il tempo di farsi insegnare da Vitious quel metodo di protezione.

Soddisfatto di aver messo fuori gioco Voldemort per un bel po’, Harry si smaterializzò nuovamente ai cancelli della scuola. Con molta fatica, arrivò al portone principale per poi recarsi alle cucine. Dobby lo accolse immediatamente.

-Harry Potter, Signore. Dobby può portarle qualcosa? Cibo? Una sedia?-

-Sì, Dobby. Ho un gran bisogno di aiuto.- disse Harry col fiato corto, mentre si trascinava lungo il muro, esausto. –Ho bisogno di un piccolo snack da mangiare mentre cammino e poi ho davvero bisogno che tu porti un messaggio a Daphne. Puoi fare questo per me, Dobby, per favore?-

-Senza problemi. Aspetti qui.- Dobby si girò e prese un piatto. Dopo alcuni schiocchi di dita, oggetti svolazzavano per la cucina. Dieci secondi più tardi, un bel sandwich comparve sul piatto.

-Panino al prosciutto, Harry Potter Signore?-

-Grazie, Dobby, sei il migliore.- prese il panino e iniziò a mangiare; era squisito. –Sei fantastico Dobby.- L’elfo si inchinò e saltellò di felicità. –Un’altra cosa. Per favore, trova Daphne e dille, senza che nessuno ti ascolti, che mi trovo nel nostro posto speciale, che ho bisogno di lei e che è urgente. So che è ormai è scattato il coprifuoco, ma ho davvero bisogno di lei stasera.-

-Sì, signore, Dobby porta il messaggio di Harry Potter Signore.- con un pop, scomparve.

Harry si rimise il mantello e si recò al settimo piano, mangiando ciò che rimaneva del panino. Incrociò solamente uno studente che stava correndo in tutta fretta verso la propria sala comune, ma, essendo sotto il mantello, non lo notò. Una volta giunto al settimo piano, Harry desiderò ad un posto ben fornito e sicuro in cui riposare più un bagno. Aveva appena aperto la porta quando udì rumore di passi rapidi. Si girò e vide Daphne correre verso di lui, con ancora indosso la divisa.

-Harry? Sei tu?- lo chiamò lei.

Lui abbassò il cappuccio. –Daph, sono così felice di vederti, vieni.- disse lui sollevato ed esausto.

Lei lo aiuto ad entrare poi chiuse la porta. –Che succede? Sembri così…sfinito. Scusami, ma sembri uno con un piede nella fossa.-

-Questo perché è così che mi sento. Aiutami a togliermi questa roba. Ho bisogno di farmi una doccia veloce prima che io collassi.

Un ghigno malevolo comparve sul viso di lei. –Mi piace l’idea, ma siamo pronti per quello?-

-No- era troppo stanco per ribattere. –Dammi solo una mano a prepararmi per la doccia, poi ho bisogno di qualcuno che mi stia vicino e che mi dica che andrà tutto bene.- Cominciò a levarsi il mantello per poi accorgersi di fare molta fatica ad alzare le braccia. Daphne iniziò velocemente ad aiutarlo, finché lui non rimase in boxer. Notò un set di asciugamani di seta sul letto, così ne prese uno e si recò nel bagno. –Ci metterò un po’. Tu intanto puoi cambiarti, se vuoi.-

Daphne notò un altro set, questa volta di pigiami. Decidendo di assecondarlo, si tolse velocemente i vestiti e indossò un pigiama di seta. Doveva ammettere che erano molto carini, anche meglio dei suoi normali pigiami. Udì il suono dell’acqua interrompersi e poco dopo Harry uscì dal bagno, trascinandosi fino al letto. Appoggiò gli occhiali e la bacchetta su un comò lì vicino.

-Dimmi cosa c’è che non va, Harry.- lo indusse lei mentre si accomodava nel letto. Erano vicini l’un l’altro.

-Sono così stanco, Daph. Non immaginavo di poter fare così tanta magia in una notte.-

-Oh? Cos’hai fatto?-

-Numerose smaterializzazioni, incluse tre doppie smaterializzazioni a lunga distanza. E Daph, o’Dio, è stato orribile. Ho lanciato l’Imperius almeno tre volte. C’ero così vicino e dovevo completare la mia missione.- tirò su di naso.-E ho ucciso qualcuno stanotte, probabilmente tre persone prima che tutto sia finito.- Harry crollò, incapace di dire altro.

Daphne lo guardò e vide scendere delle lacrime sulle sue guancie. –Ssh, tranquillo Harry, tranquillo.- sussurrò lei. Daphne lo avvicinò a sé, facendo in modo che la testa di Harry fosse poggiata sulle sue spalle. –Abbracciami e tienimi stratta.- Incredibilmente, lui lo fece senza esitazione. Iniziò anche a singhiozzare. –Hai fatto ciò che dovevi fare, Harry, e tutto si aggiusterà. Sono qui, Harry, e starò con te mentre dormi. Dormi tra le mie braccia. Sei al sicuro con me.-

Sospettò che lui stesse avendo un attacco di rimorso dalla sua coscienza, così lo tenne stretto e fece del suo meglio per rassicurarlo. Fece scorrere con gentilezza le sue dita lungo i capelli ribelli di lui, per poi scendere sulle spalle. –Hai fatto la cosa giusta, Harry, e io ti amo ancora.- ripeté lei più volte. Ci volle un po’, ma piano piano i suoi singhiozzi diminuirono e il suo respiro cominciò a farsi lento e poco profondo. Daphne gli baciò la fronte.

Daphne ripensò a quel poco che le aveva detto. Sembrava che fosse riuscito a compiere la profezia. Se fosse stato così, sarebbe stata molto felice e forse lui avrebbe finalmente avuto una vita più tranquilla. Non sarebbe mai stata normale; no di certo, lui era Harry Potter. Sorrise a sé stessa mentre si immaginava incoraggiarlo a diventare Ministro della Magia un giorno. Non c’era ragione per cui non potesse provarci, magari dopo una carriera di successo nel Quidditch. Sì, avrebbero discusso di questo e altro durante l’estate. Un po’ alla dimora dei Potter e un po’ alla dimora dei Greengrass quando i suoi genitori non c’erano, sapeva che sarebbero stati capaci di vivere una vita felice anche senza lavorare, se lo volevano.

Quel pensiero la shockò un momento. Stava davvero pensando di sposare Harry Potter, il ragazzo d’oro di Grifondoro? Ridacchiò leggermente un momento. Pensandoci onestamente, si rese conto che sarebbe stata felice con Harry. C’erano ancora alcune cose da discutere prima che si potesse parlare di matrimonio, ma avevano una buona base su cui poggiarsi visto il lungo tempo trascorso a chiacchierare.

Tirando Harry un po’ più a sé, chiuse gli occhi e ordinò mentalmente alle luci di spegnersi. Nell’oscurità, sognò di come potesse essere la vita con il suo Harry. Lui e lei potevano essere una coppia potente…

 

Il giorno successivo, più precisamente a mezzogiorno, Harry finalmente si svegliò. Quando aprì gli occhi, si rese conto di quanto fosse comodo e al caldo, di come l’aria profumasse…come Daphne. Poi vide un mucchio di seta di fronte a sé e la sua mano sopra di esso. Ancora peggio, li mucchio era vivo dato che si muoveva lentamente su e giù. Rendendosi conto di cosa era successo e sperando di essere ancora dormiente, lo mosse lentamente verso il basso per poi rendersi conto su cosa stesse dormendo: lo stomaco di Daphne.

-Che c’è, Harry?- una voce calma gli giunse da sopra la testa –Non t’è piaciuto tenermi stretta così? Sai quanti ragazzi vorrebbero essere al posto tuo?-

Arrossendo enormemente, Harry tirò su la testa e notò il ghignò sul viso della sua fidanzata. –Io, uh, m’è piaciuto, Daph; ma penso che la prima volta dovrebbe essere, lo sai, speciale.-

Lei ridacchiò –QUELLA prima volta sarà speciale, Harry, ma questa prima volta è comunque speciale di per sé. So che abbiamo semplicemente dormito assieme, ma m’è piaciuto molto. Tu che ne dici?-

Tutto ciò che riuscì a fare fu annuire, dato che non si fidava molto della sua voce e non voleva sentirla stridere sul “dormire assieme”.

-Ne sono felice.- disse lei –Ora, parlami della scorsa notte. A sentire dai tuoi commenti, sembra che tu abbia avuto successo. È così?-

-Sì. Riddle sta dormendo in un posto ben sorvegliato sotto l’incanto Fidelius. Conosco anche l’ubicazione di tutti gli Horcrux, o almeno la loro ubicazione originale, e come superare tutte le trappole predisposte attorno ad essi. Quindi ora la cosa fondamentale è occuparmi di questi oggetti per poi fare quello che devo fare. Probabilmente la cosa più facile sarà ciò che ho fatto con Bella.- Si tenne la testa come a ripensare a cosa avesse fatto. Quella strega pazza e malvagia avrebbe meritato anche peggio di ciò che le era stato inflitto, ma ancora non si sentiva bene nell’averla uccisa.

-D’accordo, sappiamo che la storia ha un lieto fine. Ora raccontamela per intero, Harry.- gli chiese Daphne.

Quindi Harry le raccontò tutto quello che aveva fatto e ciò che provava al riguardo. Le disse anche che capiva un pochino meglio Silente sul dover fare cose che non andrebbero fatte “per il bene superiore”.

Daphne lo squadrò –Harry, andrà tutto bene, credimi. So che hai fatto cose che non vorresti aver fatto, ma aiuteranno la società. Hai tolto dalla circolazione numerosi assassini e terroristi, salvando così molte vite. Ancor più importante, l’hai fatto senza ferire nessuno; gli innocenti sono salvi. Ecco perché non ti piace ciò che fa Silente, vero? Fa le cose del “bene superiore” alle spese degli altri, come la tua infanzia deprimente.-

Lui tirò su di naso –Capisco il tuo punto di vista.-

Lei ridacchiò –Lo sai che ho ragione, Harry. Rifletti con il tuo lato Serpeverde su ciò e ti renderai conto che sei d’accordo con me.- Daphne lo strinse a sé per alcuni secondi. –Sai, hai fatto un’altra opera di bene senza che tu te ne sia reso conto.-

-Cioè?- chiese lui, incuriosito.

-Pensa a quanto sarà migliore la vita a scuola senza Piton.- gli disse lei con un sorriso enorme. –Tutti i lavori che richiedono M.A.G.O. in Pozioni inizieranno ad avere molti più candidati nei prossimi anni.-

Harry non riuscì a resistere e sorrise anche lui. Poi iniziò a ridere. Era bello ridere e ne aveva un gran bisogno. Si stiracchiò e la bacio gentilmente. –Non so se ci credo ancora completamente, ma grazie per avermi aiutato a capire cos’è successo. Sono certo che ci crederò tra un po’.-

-Ovvio che sì, Harry. Farò in modo che sia così.- promise lei con fervore.

-Sai, questo significa anche altro.- le disse lui con uno sguardo speranzoso. Lei scosse la testa, non capendo cosa volesse dire. –Significa che non abbiamo più bisogno di nasconderci.-

-Mi piace l’idea.- gli disse lei con un sorriso. –Ma penso ancora che sia meglio aspettare fino alla prossima estate.-

-Perché? Voldemort è andato…-

-Vero, ma hai una lista di Mangiamorte. Troviamo gli Horcrux e occupiamoci di questi bastardi. Se c’è un Auror a cui affideresti la tua vita, forse potremmo fornirgli questa lista. O forse…- si fermò, riflettendo su qualcosa.

-Cosa?- si domandava cosa stesse rimuginando la sua mente Serpeverde.

-Oppure potremmo occuparcene da soli. Se il tuo obiettivo è fare in modo che non ci siano più Mangiamorte in circolazione, potremmo adescarli in qualche posto pericoloso e poi occuparci di loro in modo da non rivederli più in giro, e non ci sarà modo per loro di farla franca con la scusa “ero sotto Imperius”.- ci pensò ancora un po’. –Ciò porterà anche alla scomparsa del suocero di mia sorella, ma non penso gliene importerà molto. Forse suo marito, ma non me ne frega.- Gli aveva parlato del matrimonio di sua sorella con il fratello maggiore di Theo Nott, nel tentativo di mettersi al sicuro sembrando simpatizzanti per l’Oscuro Signore. Per quanto ne sapesse, suo cognato non era un Mangiamorte, nonostante simpatizzasse per la politica di Voldemort.

-Un’idea interessante, dovrò rifletterci su.- disse Harry –Dato che lo hai detto a Tracey, potrei dirlo ai miei amici all’ultimo giorno di scuola? Mi piacerebbe che sfruttassero l’estate per abituarsi all’idea di noi.-

-Pensi che sarà dura per loro?-

Harry annuì. –Sì, o almeno per Ron. È molto prevenuto contro i Serpeverde, per via della vostra fama. Hermione ne sarà sorpresa, ma si abituerà presto a ciò. Sarà così anche per Neville. Ginny sarà molto cauta, ma accetterà la cosa. A Luna non importerà poi molto.-

-Credo di avere un’idea sul come svelarglielo, ma ho bisogno di pensarci su e di rifinire i dettagli.-

-Ok-

-Meglio andare. Sarà pure sabato, ma è già mezzogiorno. Abbiamo anche gli esami che cominciano lunedì e ho bisogno di studiare.- disse lei autoritaria.

-Mi ricordi Hermione.- disse lui con uno sbadiglio mentre s’alzava dal letto –Hey, guarda, i miei vestiti sono puliti e stirati.-

-Probabilmente opera di Dobby.- rimarcò lei alzandosi e prendendo i suoi. –Sarò in bagno. Puoi cambiarti qui tu, stavolta.- Poco dopo, si separarono, entrambi diretti alle rispettive Sale Comuni per cambiarsi.

Harry entrò nella Sala proprio mentre i suoi amici stavano per uscirne.

-Eccoti qui, amico! Dove diavolo sei stato?!- era difficile dire se Ron fosse esasperato o arrabbiato.

Discorso più facile per Hermione. –Harry James Potter! Dove sei stato? Sai quanto ci hai fatto preoccupare? Non eri a letto, non c’hai lasciato un biglietto, non hai detto a nessuno dove saresti stato, non…-

-HERMIONE!- urlò Harry per zittirla, cosa che lei fece. Guardando oltre, notò che Ginny gli lanciava occhiate di fuoco mentre Neville ghignava e si godeva la scena, probabilmente felice di non essere il soggetto delle urla, pensò.

Li condusse ad un angolo e lanciò un incantesimo di privacy. –Questa è una cosa segreta, ma vi posso dire che ero impegnato in un’altra missione…-

-Harry! Non puoi farlo! Il professor Silente è ancora ricoverato! Sai che…-

-Hermione!- si zittì nuovamente. –Se hai intenzione di continuare così, non dirò niente.- lei sbuffò, ma non obiettò, almeno per il momento. –Non posso dirvi molto, ma vi dirò che basandomi su buone informazioni ho trovato un altro oggetto che stavamo cercando. Questo è ciò che posso dire, ma saprete tutti i dettagli quest’estate.-

-Perché quest’estate, Harry?- chiese Neville.

-Perché credo che abbiamo raggiunto un punto di svolta, in questa guerra, molto importante e di certo il mondo non cadrà se certi segreti verranno svelati allora oppure no. Nel frattempo, vedrò di starmene tranquillo e godermela.-

-Finché non andrai di nuovo in giro a fare chissà cosa di testa tua.- disse Hermione, accusandolo esplicitamente di aver fatto così.

Harry stava per dirle che aveva avuto un aiuto, ma si trattenne all’ultimo secondo. S’era reso conto che era la peggior cosa da dire a Hermione, poiché l’avrebbe fatta sentire esclusa. –Che ne dite di dimenticarci per un po’ della guerra e di andare a pranzo?- suggerì Harry.

-Questa mi sembra una buona idea!- disse Ron, avviando il gruppo verso la Sala Grande.

Harry notò che Ginny lo stava squadrando minuziosamente, come se stesse cercando di capire qualcosa. Avrebbe dovuto fare maggior attenzione, con lei affianco. Sospettava che fosse più intelligente di quanto lasciasse trapelare, o almeno così credeva dalle poche conversazioni che aveva avuto con lei durante l’anno. Anche Hermione lo stava osservando, ma Harry non le badò e s’incamminò assieme a Ron.

 

Quel Lunedì iniziarono gli esami e ci fu un gran mormorio generale per la scuola. Gran parte delle emozioni rientravano in queste categorie: gioia, oltraggio o preoccupazione. Il professor Severus Piton era scomparso e nessuno aveva la vaga idea di dove potesse essere; e le due persone che lo sapevano, di certo, non avevano intenzione di svelarlo.

La maggioranza della scuola, inclusi alcuni dei professori, era felice che se ne fosse andato. Dopo tutto, era il professore più detestato nella storia della scuola.

Alcuni Serpeverde teorizzavano su possibili cospirazioni ordite contro il loro Capocasa, forse portato via da qualcuno, magari dal Ministero. Senza saperlo, ci erano vicini ma avevano le idee completamente sbagliate sull’esecutore del rapimento. Gran parte dei Serpeverde si comportò come se non gliene importasse granché, ma se fossero stati onesti avrebbero confessato di essere contenti anche loro del fatto che fosse sparito.

Alcuni professori erano preoccupati su cosa poteva essere accaduto al loro collega. Molti credevano che la stessa sorte di Severus poteva accadere anche per loro. Altri erano preoccupati del fatto che avrebbero dovuto sostituirlo durante le lezioni e gli esami. Solamente uno di loro era preoccupato per davvero della salute dell’uomo. Quell’uomo fece una richiesta alla vice-preside, la quale gli portò uno studente.

Harry fu scortato dalla professoressa McGranitt nell’Infermeria. Una volta lì, raggiunse il letto in cui giaceva un uomo dallo sguardo debole e con una mano annerita. Harry alzò al massimo le sue barriere occlumantiche; era abituato a fare così, quando era vicino al Preside.

-Ha chiesto di vedermi, signore?-

-Sì Harry.- Il Preside sembrava molto vecchio e stanco in quel frangente –Per prima cosa, devo ringraziarti per il tuo aiuto nel riportarmi qui. Sono sicuro che, se non fosse stato per te, io non sarei ancora su questa terra.-

-Non c’è problema, signore.- disse Harry con tono grave –In qualche modo, mi dispiace di averle obbedito, ma immagino che alla fine s’aggiusterà tutto.-

-Capisco, ragazzo mio. Hai con te l’oggetto che cercavamo?-

Harry gli fece un sorriso sinistro –Ce l’ho, ma è un falso. Qualcuno, le cui iniziali sono R.A.B., ci ha preceduti.- Gettò uno sguardo alla McGranitt, la quale sembrava confusa. Beh, si arrangi il Preside, pensò Harry.

Silente annui. –Capisco. Ci dovrò riflettere su.-

Harry non disse nulla. Dopo la sua conversazione con Voldemort, sapeva che si trattava del fratello di Sirius. Sperava che l’oggetto fosse ancora nella casa dei Black e che Kreacher lo avesse. Se così non fosse stato, avrebbe ordinato a Kreacher di cercarlo.

-Dovrai continuare la ricerca di quell’oggetto, Harry.- disse nuovamente Silente –E anche di tutti gli altri.- aggiunse.

-Naturalmente, signore.- Harry non vide il bisogno di confidargli che sapeva dove fossero gli altri, soprattutto vista la presenza della McGranitt che lo guardava in modo strano.

-Ora, Harry, so che il professor Piton è dovuto partire all’improvviso Sabato notte per il suo “secondo lavoro”. So anche che tu non eri a cena quella sera. Sai per caso che gli è accaduto?-

Harry non sentì alcuna intrusione, ma poteva vedere che il Preside lo stava fissando intensamente. –Se sta parlando delle visioni, posso dirle che non ne ho avute Sabato. Posso dirle che la mia cicatrice mi dava un po’ di fastidio, così ho saltato la cena. Solitamente accade quando Voldemort è arrabbiato, quindi potrebbe essere accaduto qualcosa a Piton mentre era impegnato nel suo “secondo lavoro”.- Harry era orgoglioso con sé stesso per la sua calma e la sua prudenza nel pronunciare le parole, così come nel mantenere neutra la sua espressione.

-Probabile. Immagino che dovremo avere pazienza ancora un po’. Se dovessi vedere qualcosa, ti prego di avvertirmi.-

-Come desidera, signore.- Harry si voltò verso la sua Capocasa. –Professoressa, se Piton non sarà tornato Mercoledì, potrei fare il mio esame di Difesa con i miei compagni?-

-Naturalmente, signor Potter.- le rispose la donna –Se per quel giorno non sarà di ritorno, vedrò di farvelo avere per la sera.-

-Grazie Professoressa. Se non c’è altro, avrei un esame di Incantesimi tra poco.-

La McGranitt lo congedò. Lui alzò i tacchi e se ne andò, sorridendo una volta lasciata l’Infermeria.

Di tutti i suoi amici, Hermione era l’unica un po’ preoccupata dell’assenza di Piton ma allo stesso tempo non gliene importava tantissimo visto che anche lei non lo considerava un buon insegnante. Ron era al settimo cielo perché, come sosteneva lui, “Un serpeverde in meno al mondo è un buon inizio”. Harry scosse la testa nel sentire quell’affermazione.

 

Harry si svegliò presto l’ultimo giorno di scuola. Aveva già preparato tutto quanto ed era pronto alla partenza, nonostante non avesse alcuna intenzione di prendere il treno di ritorno per Londra. La McGranitt gli aveva fatto sapere che i suoi parenti si sarebbero fatti trovare alla stazione, come di consueto, per portarlo a casa. Lui aveva incassato la notizia senza protestare o commentare. Harry rise all’idea dei suoi odiosi zii che lo aspettavano invano. Non sarebbe mai più ritornato dai Dursley. Non gli importava di ciò che Silente o la McGranitt volevano in quel campo della sua vita.

Oltre al fatto che Voldemort non fosse più un problema, anche alcuni dei Mangiamorte erano fuori gioco. La notizia non fu fatta trapelare per una settimana, ma alla fine la “Gazzetta del Profeta” aveva annunciato che un incendio aveva devastato Malfoy Manor, distruggendone la metà. Ancor più incredibile e sconcertante, quando gli addetti del Ministero erano giunti per domare le fiamme, furono ritrovati molti dei Mangiamorte fuggitivi, tra cui i fratelli Lestrange. Erano quasi morti per via delle inalazioni di fumo, incapaci di fuggire alle fiamme come se fossero ubriachi. Ora che erano ritornati ad Azkaban, era stata inoltrata una richiesta di procedere con il Bacio dei Dissenatori il prima possibile, in modo che non potessero scappare nuovamente.

Date le circostanze, Lucius e Narcissa Malfoy furono presi sotto custodia e indagati. Harry si domandò cosa sarebbe successo ai Malfoy, ora che tutti e tre si trovavano ad Azkaban. Lo trovava molto ironico. Harry era molto felice che Draco Malfoy non fosse più a scuola, ora che lui e la sua ragazza Serpeverde avevano intenzione di vivere la loro storia alla luce del sole. Il biondo serpeverde era stato condannato a 30 anni, che molto probabilmente non avrebbe concluso sano di mente o vivo.

Controllando per due volte che avesse impacchettato tutto, tranne il Mantello dell’Invisibilità, la Mappa e la sua Firebolt, Harry rimpicciolì il baule e se lo mise in tasca. Una volta preso il resto, lasciò il dormitorio mentre i suoi compagni di stanza si stavano ancora svegliando.

 

Quando Ron scese in Sala Comune, venti minuti dopo, trovò Harry intento a guadarsi intorno, in mezzo alla stanza.

-Harry! Che stai facendo? Che ci fai lì in mezzo?-

-Oh, stavo solo guardandomi attorno e pensando.- replicò con nonchalance.-Ti sei mai chiesto come fossero le altre Sale Comuni?-

Ron ridacchiò –Beh, abbiamo visto quella di Serpeverde. Era davvero orrenda.-

Harry rise –Già, non m’importava dei colori, ma sospetto che sarebbe lo stesso per loro se venissero qui.-

-Sarà meglio per loro!- Ron era irremovibile.

-Ma perché no? Non sarebbe male.- Harry si fermò e guardò Ron. –Mi piacerebbe vedere la Sala Comune di Corvonero e Tassorosso. Credo che lo farò, l’anno prossimo.- disse infine, pensieroso.

-Tu sei fuori.- commentò calmo Ron –Senti, perché hai la scopa con te? Non abbiamo tempo per volare, oggi.-

Harry alzò lo sguardo e vide Neville, Ginny ed Hermione scendere dalle scale dei dormitori. Tutti e tre li stavano raggiungendo. Harry sorrise e lentamente si avvicino alla grande finestra lì vicino.

-Credo che tornerò a casa volando.- disse con calma, aprendo la finestra.

-COSA?!- udì chiaramente provenire la medesima esclamazione da quattro bocche differenti. Altri loro compagni di casa li stavano osservando, così Harry lanciò un incantesimo di privacy. Quelli scuoterono la testa e se andarono, diretti in Sala Grande per la colazione.

-Ho detto che volerò a casa, o dovunque io voglia fermarmi per l’estate.- Harry osservò i suoi amici, in attesa delle loro reazioni, e non ne fu deluso. Era un gran casino, ma Harry doveva ammettere che lo spettacolo era divertente, come previsto.

La voce di Hermione ruppe la bagarre di commenti e si fece sentire tonante, come previsto.

-Harry James Potter! Non puoi farlo! Non è sicuro! Cosa direbbe Silente a proposito?-

Harry rise, sorprendendo tutti. –Hermione? Adoro il tuo modo logico di vedere la vita, ma potresti, per la barba di Merlino, cortesemente smetterla di urlare su cose di cui non sai nulla al riguardo.-

Prima che lei potesse ricominciare la sua predica, Harry le mise un dito sulle labbra, cosa che la fece zittire di sorpresa.

-Primo.- cominciò ad elencare Harry. –Questa è la MIA vita, non quella di Silente. Ha tiranneggiato su troppe cose nella mia vita e non ho intenzione di lasciarlo fare ancora. Me ne posso fregare altamente di cosa pensa dovrei fare per l’estate. Voglio godermela fino a settembre, prima del mio ultimo anno qui. E nessuno potrà fermarmi. Avrò 17 anni tra poco meno di un mese.-

-Ma Harry…- Ron era parecchio confuso –Non hai mai fatto così prima d’ora.-

-Hai assolutamente ragione Ron, ed è un vero peccato non averlo fatto prima.- disse lui ridacchiando –Quindi ho intenzione di divertirmi e…-

-Ma non è sicuro, Harry.- obiettò Hermione –Lo sai che il professor Silente ha sempre agito per la tua sicurezza.-

-Hermione? Silente da indicazioni alla tua famiglia su cosa fare nelle vacanze estive?- lei scosse la testa –Non lo fa con nessun’altro studente, per cui non vedo ragione per cui lui debba pianificare la mia vita un giorno di più-

-Ma Harry- la voce di Ron lo obbligò a voltarsi nuovamente verso di lui –Credevo che noi tre avessimo qualcosa da fare insieme, quest’estate, per la guerra no?- nel vedere la faccia di Ron, nonostante cercasse di resistere, era semplicemente impossibile non ridere.

-Intendi la nostra ricerca di oggetti?- chiese Harry, ricevendo un cenno di assenso –Non c’è bisogno di rovinare la tua estate, Ron. Silente e io ne abbiamo già trovato la metà e so dove si trova l’altra metà, così come superare le trappole attorno ad essi, perciò me ne occuperò. Non c’è fretta.- disse lui, come se non fosse un gran problema.

-Harry!- Hermione sbuffò come una bambina –Non puoi fare per conto tuo, hai bisogno di noi. Sarà pericoloso trovare quelle cose e distruggerle.-

-Ma di che cosa state parlando?- chiese Ginny. Anche Neville sembrava curioso.

-Per cercare di ottenere l’immortalità,- iniziò a spiegare Harry –Voldemort ha creato degli Horcrux…-

-Harry! Hai detto che doveva essere un segreto!-

-Rilassati Hermione, mi fido di Ginny e Neville.- disse lui, per poi guardare gli interpellati .-Dovete promettermi di mantenere il segreto.- Entrambi annuirono, così lui si girò di nuovo verso Hermione. –Ok, ora potrai spiegar loro la situazione sul treno, dopo aver lanciato gli opportuni incantesimi. Se tutto andrà bene, avrò con me gli ultimi entro la fine della prossima settimana.-

-Come, Harry? Hai detto che sono custoditi in posti pericolosi.- disse Hermione, fulminandolo con lo sguardo.

-Vero- annuì Harry –Ma se conosci il Serpentese e ciò che si trova lì, si arriva senza problemi all’oggetto. Da lì, basta solo distruggerlo. Penso di farlo con la Spada di Grifondoro, o lo farà Silente quando si sentirà meglio. Non ha importanza, dato che ormai la profezia è stata compiuta, in tutti i sensi.-

-COSA?!- urlarono tutti e quattro, per il divertimento di Harry.

-Spiegati Harry.- gli ordinò Hermione.

-Calma Hermione, non farti rizzare i capelli dalla tensione.- la ragazza s’imbarazzò per un secondo, prima di rivolgergli nuovamente il suo sguardo “SPIEGATI”. –Ok, ricordate quando sono scomparso una sera e poi ho dormito per quasi tutta la mattina del giorno successivo, prima che cominciassero gli esami?- tutti annuirono. –Ho compiuto la profezia quella notte. La prima riga dice: Ecco giungere il solo col potere di sconfiggere l'Oscuro Signore. Cosa vuol dire sconfiggere?-

Tutti guardarono Hermione –Significa batterlo, metterlo fuori gioco.- disse lei.

-E infatti io l’ho messo fuori gioco.- disse Harry, con semplicità.

-Harry, devi dirci di più. Lo hai, ehm, ucciso?- Hermione sembrava come se avesse mangiato qualcosa di disgustoso.

-No, non proprio, ma ci sei vicina. La versione breve è: quando Piton è stato chiamato da Voldemort, io l’ho seguito con il mantello addosso. Una volta lì ho costretto Voldemort a rivelarmi tutto sugli Horcrux e poi gli ho fatto bere il Distillato della Morte Vivente.- tutti e quattro sussultarono. –Poi l’ho portato in un posto sicuro, nascondendone l’entrata con un Incanto Fidelius, di cui io sono il Custode Segreto. Quindi, come potete capire, non può andare da nessuna parte e posso occuparmi facilmente di tutti gli Horcrux.- Harry sorrise, omettendo il fatto che molto del successo era dovuto ai piani e al supporto di Daphne.

-Quindi tu sai dove si trova il professor Piton- esclamò Hermione.

-Certo. Sta facendo compagnia a Voldy.- Quando Hermione stava per aprire bocca, Harry parlò di nuovo. –E lì resterà, per ora. Se mai dovessi perdonarlo per ciò che mi ha fatto in questi anni, lo libererò.-

-Ma Harry, lui è dalla nostra parte.-

-E allora?- disse Ron sarcastico –Concordo con Harry. Lasciamo Piton lì dov’è. Stiamo tutti meglio senza di lui.- prima che Hermione potesse ribattere, Ron cambiò velocemente argomento. –Harry, visto che non andrai dai Dursley, non verrai alla Tana a stare con noi?-

Harry notò interessante l’espressione di Ginny. Sembrava molto interessata alla sua risposta, molto di più che rispetto alle altre rivelazioni. –Grazie per l’invito, Ron, e penso mi fermerò per una visita, ma ho intenzione di passare più tempo possibile con la mia fidanzata.- Non fu deluso dalla reazione degli amici a quella rivelazione.

-La tua COSA?- ancora una volta, tutti e quattro parlarono in sincronia.

-La mia fidanzata, sai, una ragazza con cui passare del tempo ad amoreggiare, chiacchierare, immaginarla con un bel bikini su una spiaggia…- sentì un piccolo colpetto sul fianco, ma lo ignorò.

-Harry!- questa volta fu Ginny ad interromperlo. –Chi?- gli chiese quando lui la guardò.

-Beh, mi frequento con Daphne Greengrass da gran parte dell’anno…-

-Cosa?! Una Serpeverde? Ti sei fottuto il cervello?- Ron sembrava sul punto di scoppiare, da quanto rosso era in viso. –Non puoi stare con una Serpeverde, Harry. Tu sei un Grifondoro.-

Un segno di quanto Hermione fosse shockata era il non aver rimproverato Ron per il suo linguaggio.

Harry scosse la testa per un momento, prima di continuare –Ron. Sei il mio migliore amico. Come tuo migliore amico devo dirti di crescere. Smettila di pensare secondo i pregiudizi e di mettere le persone in determinate “scatole” come Malfoy.-

A Ron non sfuggì l’implicita accusa. –Io NON sono come Malfoy!-

Harry fu felice del fatto che il suo amico non avesse mancato il punto principale. –Vero, tu sei troppo buono per colpire qualcuno alle spalle, non chiami i nati babbani Mezzosangue e non ti pavoneggi. Ma lasciando perdere queste e altre cose, ti comporti esattamente come lui, Ron.-

Ron boccheggiava, visibilmente offeso e rosso di rabbia. Harry notò che Ginny non sembrava affatto contenta di ciò che diceva a Ron.

-Ron, tu etichetti le persone e decidi sul come devono o non devono comportarsi e sul come trattarle in base a queste etichette. Hai scelto l’esempio più ovvio: tutti i Serpeverde sono cattivi.-

-Ma è vero.- constatò Ron.

-No, non è così. Prendi il professor Lumacorno. Non mi piace il suo LumaClub, ma non è una cattiva persona visto che tratta tutti alla stessa maniera, a lezione. Moody era un Serpeverde, non lo sapevi?-

-No.- Ron non sembrava così sicuro ora.

-La professoressa Vector e altri membri dell’organizzazione speciale di Silente sono Serpeverde. Devo anche ricordarti che non tutti i Grifondoro sono buoni. Ti dice niente il nome Peter Minus? A me sì.- disse Harry.

-Ma non sono come Malfoy!- Ron era ancora molto rosso in viso.

-Sei prevenuto come lui, ma dalla parte opposta naturalmente. In effetti, se dovessi prendere le tue frasi e cambiare le parole “Grifondoro” con “Serpeverde” e “Hermione” con “Daphne”, aggiungendoci alcuni insulti, sarebbero come uscite dalla Bocca di Malfoy.- Harry notò un piccolo cenno di rassegnazione da parte di Hermione. –Se tu non fossi così prevenuto nelle tue idee, non faresti così tante storie su di me che frequento una Serpeverde; dovresti essere felice per me, invece.-

-Tu sei fuori.- borbottò Ron.

-Tu odi i Serpeverde tanto quanto Malfoy odia i Grifondoro. Calmati e pensaci su. Fatti spiegare da Hermione. Posso dirti che lei capisce cosa intendo.-

Hermione gli lanciò un’occhiataccia; ovviamente non voleva intromettersi nella discussione.

-Ron, questo è proprio quello che il Cappello Parlante canta ogni anno. Ecco perché non c’è unità nella scuola. Tutti quanti, in pratica, etichettano gli altri. Ecco perché molte persone pensano che io sia un mostro quando accadono cose brutte, anche se non ci sono prove. Sentono delle voci e pensano al peggio. Il motivo è che mi hanno già etichettato come un “diverso”, come qualcuno da biasimare. Mi hanno dato un titolo che non m’appartiene.- Harry scosse la testa a tale ingiustizia. –Oh beh, solo un ultimo anno di tutto questo. Penso che ora debba andare a godermi la mia estate.-

-Aspetta Harry.- lo chiamò Ron –C’è un’altra ragione per cui non puoi stare con la Greengrass, una ragione ben più importante.-

-Oh?- chiese Harry con una smorfia. Poteva esserlo davvero, pensò, specialmente da quanto Ron era improvvisamente diventato nervoso.

-Sì, non puoi stare con lei perché, beh, tu dovresti stare con Ginny.-

Harry rimase shockato da tale affermazione.

-RON!- urlò Ginny.

-Ginny, sai che è così, lo hai sempre voluto- spiegò il fratello –Doveva andare così.-

Ginny era molto rossa, non si capiva se dalla rabbia o dall’imbarazzo. Poteva essere benissimo per entrambe le ragioni.

Harry scosse la testa nel vedere la scena. –Beh, Ron, non è così che funzionano le cose.- sorrise poi si rivolse a Ginny –Ginny, tu sei molto carina, ho apprezzato le nostre chiacchierate e la possibilità di conoscerti meglio. Sono felice di considerarti un’amica. Avrei anche potuto chiederti di uscire se le cose fossero andate diversamente. Ma tu frequentavi Dean quando io ero single e io frequentavo Daphne quando tu eri single.- scosse le spalle. –Se un giorno Daphne dovesse decidere che non le piaccio più, vedrò se sarai ancora single, ma non aspettarmi. Goditi la vita e trovati un buon ragazzo, esci con lui. Sei una persona meravigliosa e odierei vederti aspettarmi quando potrebbe benissimo non accadere.-

Ginny sembrava ancora arrabbiata e imbarazzata, ma lentamente annuì.

-Grazie Harry. Anch’io ho apprezzato il poterti conoscere meglio.- Ginny si fermò e mandò giù, come se stesse raccogliendo il coraggio. –E, Harry…se Daphne dovesse lasciarti, fammelo sapere. Potremmo parlare un po’. Penso di essere abbastanza grande da sapere se può funzionare o no.-

Le sue parole lo fecero sentire meglio. Annuì grato.

-Ma se ho cercato di farvi mettere assieme, voi due.- si lamentò Ron, non arrendendosi, sebbene il suo tono di voce e di colore del viso stessero tornando a livelli normali.

Ginny fulminò con lo sguardo il fratello, sorpresa, mentre Harry rise. –Ceeeeerto.- strascicò lui –Scusa Ron, ma a me non sembra. In effetti, hai fatto il fratellone protettivo così bene che pensavo NESSUNO potesse chiederle di uscire.- Ginny lanciò un’occhiataccia al fratello, che abbassò lo sguardo. Harry immaginò quanto poteva essere esplosiva la prossima discussione tra quei due.

-Harry?- si girò verso Hermione, che lo aveva richiamato dolcemente. –Dove andrai quest’estate?-

Sorrise –Non lo so ancora. Devo incontrare i genitori di Daphne e chiedere il loro permesso prima di…-

-Tu cosa?- urlò Ron, nuovamente rosso in viso.

Harry roteò gli occhi. –Ron, potresti PER FAVORE smetterla di urlare!-

Ron balbettò per un secondo –Ma…ma, hai intenzione di sposarla dopo pochi mesi? Che ha fatto, ti ha dato un filtro d’amore?-

Harry avrebbe voluto avere con sé una mazza da battitore per poterla rompere sulla testa di Ron. –Ma che diavolo stai dicendo? Non abbiamo parlato di QUELLO per ora, o almeno che io ricordi.-

-Ma hai detto che hai intenzione di chiedere il permesso dei suoi genitori.- protestò Ron.

-Yeah- confermò Harry. –Vorrei portarla con me nei miei viaggi estivi e pensavo fosse una buona idea chiedere il permesso ai suoi, prima di partire.-

-Oh, scusa.-

Harry scosse la testa prima di rivolgersi nuovamente ad Hermione –Comunque, Hermione, mi hai raccontato di alcuni posti interessanti nei tuoi viaggi durante gli anni, così ho pensato di visitarne alcuni, magari una spiaggia incantevole o…non lo so, semplicemente dei posti divertenti in cui andare a rilassarmi. Sai, dimenticarmi di tutta la stupidità con cui ho avuto a che fare.- avrebbe voluto guardare Ron mentre diceva l’ultima parte, ma si trattenne.

-Ancora non riesco a credere che tu esca con una Serpeverde.- borbottò Ron, ricevendo un’occhiataccia da Harry.

-Sei proprio un’idiota, Ron.- commentò Neville.

Ron lo incenerì con lo sguardo, mentre Harry gli sorrise.

-Ron, ma ti sei reso conto di chi stai parlando?- chiese Neville –Non solo è il tuo presunto migliore amico, che tu dovresti supportare, ma è anche Harry Potter, recente eliminatore di un certo Signore Oscuro e di un certo sogghignante Piton. Quante altre persone conosci così potenti nella magia da farlo? E tu ti lamenti della sua scelta in fatto di fidanzate? Può avere tutte le ragazze che vuole e lui ha ritenuto che la Greengrass fosse perfetta per lui. Per caso hai preso troppi Bolidi in testa, Ron? Diamine…-

Harry si godette il discorso. Neville era solitamente un tipo tranquillo, ma quando esce dal suo guscio è un verso spettacolo. Poi Harry ebbe la grande idea sul come concludere la conversazione; sapeva che a Daphne sarebbe piaciuta.

-Ron, se Daphne fosse qui- indicò un punto vuoto, alla sua sinistra –cosa le diresti?-

-Ora?- squittì Ron, preso alla sprovvista.

-Sì Ron, proprio qui e proprio ora. Cosa le diresti, in faccia?- Harry guardò con calma il suo amico. Sapeva cosa stava per succedere. La sola domanda era: chi avrebbe preso a calci in culo Ron dopo?

-Semplice, le dire che non è adatta per te, che non ti merita.- disse lui sicuro.

Harry strabuzzò gli occhi. –Lo diresti nonostante tu non la conosca minimamente?-

-Yeah.- confermò Ron.

-Vai avanti, di ciò che vuoi.- disse triste Harry –Magari ti sta ascoltando.-

-Ma che stai dicendo?- disse Ron, proprio mentre un’altra persona comparve vicino ad Harry, sulla sinistra. Era una ragazza con soffici capelli biondi, vestita con un top verde e jeans alla moda. A giudicare da quanto fossero attillati i vestiti, la ragazza doveva avere un’ottima linea. Il suo sguardo non presagiva nulla di buono e i suoi occhi blu guardavano intensamente il rosso.

-Sei proprio un coglione, Ron Weasley.-

-Greengrass?- balbettò Ron, diventando pallido come un cencio. Hermione lo scosse un po’, cercando di fargli riprendere fiato.

Harry fu felice di vedere che Neville si stava godendo la scena, ridacchiando silenziosamente. Decise che avrebbe fatto visita a Neville, durante l’estate.

-Oh, che bravo, Weasley.- disse sarcastica Daphne, per poi girarsi verso Ginny. –Scusa, non ce l’avevo con te. Tu sei ok, per me.- si girò nuovamente verso Ron. -Ron, per usare le tue stesse parole, tu non sei degno di essere amico di Harry, non meriti di avere un amico come lui. Hai davvero bisogno di riflettere su ciò che ti ha detto. I pregiudizi non contano; è la persona che conta.-

Daphne si mise le mani sui fianchi, intensificando lo sguardo -Inoltre, lascia che ti dica una cosa. Conosco Draco Malfoy molto meglio di te, sfortunatamente, e tu, Ron Weasley, vevo con te. ica Daphne, per poi girarsi verso Ginny. la scena, ridacchiando silenziosamente.

 guscio è un verso spettacolo.  assomigli a quel pomposo bastardo più di quanto ti immagini. Andiamo Harry. Ho fame e non voglio fare colazione qui. Glasgow non è lontana. Possiamo mangiare lì e poi decidere che cosa fare.-

Dato che poteva farlo, e anche per stupire Ron, Harry avvolse con il braccio la vita di Daphne, la tirò a sé e la baciò; ma non era un semplice bacio sulla guancia. La fece accomodare sulla sua Firebolt. Daphne montò dietro di lui e gli si aggrappò, abbracciandolo alla vita.

-Ron, tu e io discuteremo le tue idee su certe persone durante il viaggio in treno a Settembre. Spero che tu sia cresciuto prima di allora. Hermione?- Harry volse lo sguardo alla sua migliore amica. -Ricordi la domanda che mi facesti due mesi fa, su ciò che poteva accadere?-

Hermione lo guardò confusa, finché lui non diede una veloce occhiataccia a Ron. Lei capì e anche i suoi occhi si posarono su Ron.

-Sì, quella.- confermò Harry -Credo di aver cambiato idea e che tu debba cambiare obiettivo e cercare in altre direzioni. Penso che ciò che cerchi si trovi in qualcuno meraviglioso come te.-

La riccia lo guardò -Tu credi?-

-Sì. Sei troppo intelligente, non funzionerebbe. Questa è una tua scelta, naturalmente, ma credo che meriti molto di meglio.- confermò Harry -Qualcosa su cui pensare, quest'estate.-

-Di che diavolo state parlando?- chiese Ron.

-Un'opinione privata tra Hermione e me. Se vorrà parlartene, sarà lei a deciderlo, ma non chiederle niente.- Harry guardò i suoi amici con un ghigno. -Ci vedremo presto. Mi farò sentire.- Harry s'alzò lentamente in volo sulla scopa, con Daphne saldamente aggrappata a lui poco più indietro. I suoi amici sussultarono quando li videro sfrecciare via nell'alba.

 

Ok, ecco l’ultima parte del cap. 4.

Cosa succederà adesso ad Harry e Daphne?

Lo saprete…solo se continuerete a seguire la storia e (magari) a recensire.

Ciao

Mark Bargnani

  
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