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Autore: whateverhappened    21/12/2009    4 recensioni
Blaise Zabini era comodamente seduto – o, per meglio dire, sdraiato – sulla poltrona verde posizionata accanto al suo letto. Ma non era semplicemente Blaise, non si sarebbe messo ad urlare nel vedere quello che per anni era stato quasi un fratello, bensì un Zabini in versione opalescente, sembrava quasi un fantasma. Non poteva essere Blaise, non era reale, era frutto della sua fantasia.
- C-c-chi sei? - balbettò a voce bassissima.
- Sai chi sono, Dra, sono Blaise. - Malfoy guardò la presenza dubbioso – Tu non credi in me. - affermò nuovamente quella che era convinto essere un'allucinazione.
- No. -
- Che prova vuoi del fatto che io sia qui, oltre a quella fornita dai tuoi occhi? -
- N-n-non lo so. - Draco non balbettava mai, mai si mostrava poco sicuro di sé, eppure quella presenza gli incuteva un terrore che non aveva mai provato, neppure quando si trovava davanti alla zia Bellatrix, tanto nota per le sue cruciatus e per la poca pazienza.
- Perché dubiti della tua vista? -
- Mah, non lo so, forse perché sei un'allucinazione dovuta al troppo vino? Dovrò convertirmi alla Burrobirra di questo passo! - cercò di scherzare, altra cosa che non caratterizzava affatto Draco Malfoy in condizioni normali, ma quella decisamente non era una condizione normale.
Blaise si alzò in piedi, raggiungendo il letto e costringendo Draco, spaventato, ad avvicinarsi sempre più alla testata di questo.
- Che cosa sei? - chiese ad un tratto.
- Sono la tua coscienza, Draco Lucius Malfoy. -
- La mia... coscienza? - ripeté a bassa voce Draco, non molto certo di aver capito bene.
- Sembrerà strano ma anche tu ne hai una. Sono venuto per avvertirti, Draco. Riceverai la visita di tre spiriti nelle prossime tre notti. -

Fanfic ispirata a "Canto di Natale" di Charles Dickens.
Avviso che il personaggio protagonista, Draco Malfoy, non sarà OOC fin da subito ma vi sarà una crescita nel corso dei capitoli.
Genere: Commedia, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Blaise Zabini, Draco Malfoy
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
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A Draco pareva che fossero passati solamente pochi minuti da quando era tornato sano e salvo nel suo letto, eppure il solito orologio segnava le tre. Qualcosa non andava, avrebbe dovuto farlo guardare da qualche buon esperto, certamente suo padre ne conosceva qualcuno.
Il pensiero del padre gli fece tornare in mente Malfoy e Manor, la festa di Natale, Blaise... Blaise, e con lui il ricordo ben chiaro della chiacchierata di qualche ora prima, la visita dei tre fantasmi. Tre, e lui ne aveva visto solamente uno.
Immediatamente Draco capì che la seconda visita era il motivo per cui si era svegliato nuovamente, ormai gli pareva anche inutile ribellarsi a quello scherzo di così poco gusto, e si preparò all'incontro. Si mise a sedere al centro esatto del letto, incrociò le gambe e con la bacchetta appellò la vestaglia, quindi aspettò. Passarono due, tre, quattro minuti... e il fantasma non si vedeva. Draco Malfoy, si sa, non era mai stato una persona paziente e non lo fu nemmeno quella sera: stanco di aspettare, scostò lui stesso tutte le tende del letto, aspettandosi di trovarsi di fronte ad un altro elfo domestico, ma la stanza era vuota. O peggio, era come in balia di qualche strano incantesimo: una strana luce rossastra aleggiava attorno al suo letto, come se quello fosse il centro esatto di un enorme fuoco. La luce era di per sé molto più inquietante di tutta la vicenda, tanto che un brivido scorse lungo la spina dorsale di Malfoy, che era quasi certo di poter provare meno paura di fronte a una dozzina di fantasmi. Fantasmi veri, non i bonaccioni che giravano per Hogwarts. Passarono i minuti e Draco era sempre bloccato a letto, bacchetta alla mano, terrorizzato all'idea di muovere anche solo un muscolo, finché un sospetto si insinuò pian piano nella sua testa: stava forse dando origine a un fenomeno di combustione spontanea senza accorgersene? Dandosi mentalmente del cretino per aver anche solo pensato ad un'ipotesi del genere, si decise ad alzarsi, intuendo all'improvviso che molto probabilmente l'origine della strana atmosfera non era altro che una luce molto più potente nella Sala Comune.
Combustione spontanea, idiota!, pensò scuotendo la testa, compiendo lentamente quei due-tre passi che separavano il suo letto dalla porta d'ingresso alla sua camera. Purtroppo per lui nemmeno nel mondo dei maghi si poteva compiere un metro e mezzo in più di cinque minuti, quindi in un attimo di trovò con la maniglia fra le dita, leggermente tremanti.
Quando spalancò la porta si trovò davanti uno spettacolo che mai si sarebbe immaginato.
Di sicuro quella era la Sala Comune, non vi era alcun dubbio, ma le pareti – solitamente ricoperte di stendardi di Serpeverde, foto degli studenti e dei simboli delle Casate più in vista del mondo magico – erano interamente decorate con rami verdi, quasi un boschetto. In tutta quella vegetazione Draco poteva facilmente distinguere rami di agrifoglio, edera e vischio, che riflettevano la luce come se fossero stati degli specchi. Notò che il camino era accesso e che in esso ruggivano potenti delle fiamme che il camino di Serpeverde mai aveva conosciuto da quando lui era studente, probabilmente era quella stessa luce che si infiltrava nella sua stanza da sotto la porta. Dai muri, lo sguardo di Draco si abbassò al pavimento, dove erano accatastate cibarie di ogni genere: da tacchini a mandarini e frutta di stagione, ogni ben di Merlino si trovava in quella stanza. Notò immediatamente che, in mezzo a tutti quei piatti, si trovavano due piedi enormi. Spaventato, Draco fece un passo all'indietro, come se volesse tornare al sicuro nella sua stanza, e lentamente alzò lo sguardo su quel gigante che occupava tre quarti della sua Sala Comune; indossava dei pantaloni ed un mantello verde bosco, il cui bordo era contornato da morbida pelliccia bianca, mentre i piedi erano nudi. Rimase sorpreso dall'identità del gigante, non si aspettava certo di trovarsi Rubeus Hagrid ad insegnargli il significato del Natale.
- Tu non sei davvero Hagrid, vero? Hai solo assunto le sue sembianze – gli disse, ricordando le parole dello spirito visto precedentemente. Inoltre Hagrid non era così grande, in fondo era gigante solo per metà.
- Esatto, Malfoy! - rispose ridendo il gigante – Sono il fantasma del Natale presente -
Fantastico, eccoci pronti alla predica sul Natale da passare in famiglia con le persone care... tutto molto Granger, pensò Draco, non con il giusto disprezzo che avrebbe voluto.
- E va bene, spirito – sospirò arrendendosi – Mostrami quello che vuoi -
Prima iniziamo, prima finirà.
- Tocca il mio manto – disse semplicemente Hagrid, mentre Malfoy obbediva, solamente desideroso di tornare a letto.
In un attimo fuoco, agrifoglio, cibarie e vischio sparirono nel nulla, sostituiti da una distesa di bianco interrotta solamente da alberi, anch'essi carichi di neve. Draco non riconobbe il luogo, gli pareva di essere finito in mezzo al nulla, e guardò Hagrid con uno sguardo interrogativo.
- Capirai, Malfoy. Cammina ora, seguimi! - il gigante si mosse sicuro nella neve, lasciando delle enormi impronte nel manto fino ad allora immacolato. Malfoy lo seguì un po' più lentamente, impacciato nelle sue pantofole da camera – doveva ricordarsi di indossare delle scarpe per l'ultimo fantasma, fino ad un piccolo paesino. Notò il susseguirsi di case tutte identiche, grigie e cupe, dalle cui finestre si poteva intravedere la luce del camino acceso, in qualcuna notò degli alberi decorati.
- Ma è Natale? - chiese ad un tratto Draco.
- Già. Giorno felice, il Natale – rispose il fantasma, continuando il suo cammino senza fermarsi.
I due passarono davanti ad altri paesi, ad altre case, a bambini che facevano pupazzi di neve e a famiglie che si recavano in chiesa per la messa di Natale... Draco non notò nulla di particolare per cui lo spirito potesse averlo portato in quel luogo, ma percepiva la tranquillità e l'allegria che aleggiavano nell'aria, non riusciva a rimanerne immune.
Provò a porre qualche domanda ad Hagrid, come il motivo della visita o se vi fosse una meta precisa, ma quello continuava a rispondere ad enigmi, motivo per cui ad un tratto Malfoy decise di non porre più domande e di godersi i vari spettacoli che lo spirito gli offriva.
Quando vi arrivarono quasi non lo riconobbe, non lo aveva mai visto da quella prospettiva, il retro. Il fantasma gli mostrò dapprima le cucine, dove decine di elfi domestici erano intenti a preparare pietanze di ogni genere, quindi la stanza della servitù, dove le cameriere stavano sistemando i piatti da portare in tavola. Il tavolo della sala era apparecchiato come tutti i giorni di festa, al centro della tavola un vaso di Stelle di Natale faceva bella mostra di sé, come per tradizione.
Malfoy Manor era splendida, come in tutti i giorni di Natale, come sempre.
- Casa... - sussurrò Draco con un nodo alla gola. Lo spirito rimase in silenzio, non disturbò il ragazzo mentre osservava la scena e tutti i suoi dettagli, non gli rivolse parola mentre il suo sguardo cadeva sull'albero decorato in un angolo. Sul suo volto un semplice sorriso ad esprimere la propria soddisfazione.
Lo sguardo di Draco accarezzò ogni millimetro della sala, mentre le labbra si piegavano nell'osservare le decorazioni appese all'albero, molte di quelle erano state realizzate proprio da lui quando era bambino e frequentava la Scuola per Giovani Maghi. Non voleva affrontare la tavolata, aveva il timore di leggere la tristezza negli occhi della madre, ma alla fine – non dopo un lungo sospiro – si decise a voltare la testa in quella direzione.
- M-ma... Spirito, dov'è Blaise? - domandò turbato, notando che non vi era solo il suo posto vuoto, ma anche quello dell'amico. Hagrid si limitò a prenderlo per il colletto della vestaglia, con non poco disappunto del ragazzo, e ad avvicinarlo maggiormente ai commensali.
- É un peccato che neanche Blaise sia qui – stava dicendo sua madre alla signora Zabini, Draco non poté fare a meno di notare con quanta malinconia Narcissa avesse detto “neanche”. Si morse la lingua, non avrebbe mai dovuto rinunciare a quella festa, se non altro per sua madre.
- Dispiace anche a me, Cissy. Blaise ha insistito, ha detto che non avrebbe avuto senso festeggiare senza Draco. - rispose la donna, alzando le spalle e scuotendo la testa. Non avrebbe avuto bisogno di altre parole, come lui e Blaise anche le madri erano in grado di capirsi con un semplice sguardo o una frase lasciata a metà. - Vorrà dire che quando si decideranno a fare pace festeggeremo nuovamente il Natale! - continuò ridacchiando.
Draco sorrise istintivamente, la madre di Blaise era sempre stata una donna con un profondo amore per le risate, oltre che per i mariti ricchi. Solo in un secondo momento notò che la donna, che considerava quasi una seconda madre, aveva indicato un angolo della sala, dove un albero molto più decorato di quello che aveva visto faceva bella mostra di sé.
- Cos'è? - chiese spaesato al fantasma, il quale per risposta lo riprese per il colletto e lo posizionò proprio davanti all'albero.
- Loro non possono vederti – disse poi.
Leggermente rincuorato dalle parole del fantasma, Malfoy si chinò ad osservare la marea di pacchetti sotto l'albero. Ci mise solo una manciata di secondi a vedere che i destinatari di tutti quei pacchetti erano solo due persone: lui e Blaise.
- Loro... - sussurrò – Loro stanno male di questa situazione, vero? -
Il fantasma annuì. - Sì. Siete cresciuti insieme, Malfoy, siete come un'unica famiglia, è logico che ci stiano male. Non vi parlate da settimane ormai, non è per nulla semplice assistere ad un litigio così forte senza intervenire. -
Draco annuì, consapevole di quanto fossero vere le parole dello spirito. Si rifiutava di chiamarlo Hagrid, così diverso dal vero guardaboschi di Hogwarts sia nelle dimensioni che nel modo di parlare, decisamente troppo corretto per essere quello di Hagrid.
- Andiamo, spirito. Mostrami qualcos'altro. - Malfoy si alzò da terra, in parte turbato dalla vista della sua famiglia, non voleva più vedere gli occhi lucidi della madre. Il fantasma annuì e, nello stesso istante in cui Draco toccò il mantello di Hagrid la scena si dissolse, rivelando un altro paesaggio innevato.
Malfoy si guardò intorno, cercando di riconoscere quell'ambiente che supponeva di aver già visto qualche volta durante la sua vita, ma nulla gli tornò in mente. A quanto ricordava, non aveva mai visto quelle colline deserte con una casa di tanto in tanto, né quel boschetto in lontananza.
- Spirito, dove siamo? - chiese, sconcertato. Non credeva che il fantasma del Natale presente lo avrebbe portato in posti mai visti, non avrebbe avuto senso, eppure l'impressione era quella.
- Ora vedrai, Malfoy – il fantasma prese nuovamente Draco per il colletto della vestaglia e si mise a camminare, senza dire una parola circa la destinazione nonostante le urla di protesta di Malfoy, che si sentiva sempre più una marionetta.
- Eccoci, siamo arrivati – disse ad un tratto Hagrid, lasciando andare Draco proprio sopra una montagna di neve.
- Grazie, molto molto gentile! - rispose lui acidamente, rialzandosi e notando l'abitazione di fronte a loro – La casa dei Weasley? -
- Esatto. Vieni, Malfoy -
Un po' controvoglia il ragazzo seguì il fantasma fino alle finestre di quella che lui riteneva una catapecchia – come diavolo faceva a viverci una famiglia così numerosa? - e, in particolare, alla cucina. Guardò dubbioso Hagrid, che in tutta risposta si sedette a terra e gli indicò nuovamente le finestre. Rassegnato a capirci sempre meno, Draco si avvicinò maggiormente e osservò l'interno della casa, che era meno povero di quanto si aspettasse, e i suoi occupanti. Vide immediatamente i due gemelli, Fred e George, in un angolo della stanza a confabulare fra loro – probabilmente erano intenti ad organizzare chissà quale scherzo – ma il suo sguardo cadde quasi subito sulle due persone in piedi accanto al tavolo. La Granger e Ginny Weasley erano intente ad ammorbidire un impasto, probabilmente per dei biscotti viste le formine appoggiate poco lontano da dov'erano loro, e ridevano come mai le aveva viste a scuola. Certo, non poteva dire di averle viste sempre serie e ligie al loro dovere ed era a conoscenza dello stretto legame che le univa, ma mai avrebbe pensato di vederle un giorno intente a preparare dei dolci.
- Ma ieri la Granger era a scuola! - si ricordò ad un tratto.
- Sono partiti questa mattina. - rispose semplicemente il fantasma. Draco annuì, e ripensando alle parole che le aveva detto circa il suo essere sola a Natale percepì un nodo allo stomaco: lei non sarebbe stata sola, lei sarebbe stata circondata dall'affetto di amici e di persone che considerava parenti, lei avrebbe aperto dei regali davanti al camino... lui no. Osservò le due ragazze che ridevano e ad un tratto riuscì a sentire anche le loro parole, probabilmente per intervento dello spirito.
- Ahahah! Te lo giuro, Ginny! - rideva la Granger – Diceva che “il Natale è solo una scusa per spendere un po' di soldi”! E ci credeva anche! - Draco sussultò non appena capì che il centro del discorso altri non era che lui e il loro incontro del giorno prima.
- Bella vergogna per lui, Hermione, davvero. Con tutti i soldi che ha dovrebbe passare un Natale coi fiocchi! - ribatté Ginny.
- E con questo? É pieno di galeoni e non fa altro che spenderne in cavolate... gli serviranno a qualcosa le camicie in seta fatte su misura quando sarà solo al mondo, Gin? Non fa del bene a nessuno e non è assolutamente in grado di capire che per avere una bella vita bisogna lavorarci, non pretendere che ci venga servita su un piatto d'argento solo perché si ha qualche galeone in più degli altri -
- É per questo che non lo sopporto! Non lo posso proprio soffrire Malfoy, è troppo pieno di sé – Draco fece una smorfia di disprezzo nel sentire le parole della Weasley, per lo meno tutto quello che diceva era reciproco.
- Oh, io sì invece – Malfoy sussultò nuovamente, mai si sarebbe aspettato che quelle parole uscissero dalla bocca della Mezzosangue – Mi fa solo tanta pena, mi dispiace per come si comporta. Un tempo non lo sopportavo nemmeno io, ma alla fine ci ho fatto il callo e ho capito anche qualcosina in più. Pensaci, Gin, chi soffre delle sue parole e delle sue malefatte ora come ora? Lui, sempre lui. La gente ha capito com'è e gli sta alla larga, è sempre solo... ora nemmeno Zabini vuole più la sua compagnia! -
- In effetti forse hai ragione. Stare soli il giorno di Natale dev'essere tremendamente triste! - osservò Ginny, che probabilmente non era mai stata sola in vita sua.
- Già, poi credo che sia stata una sua scelta. Peggio per lui, a causa della sua antipatia si perde momenti piacevoli che non gli farebbero male di certo! Alla fine penso che stia anche bene con la sua famiglia, sono un po' strani – certo – però sono molto uniti, o almeno così dice Harry. Peggio per lui! -
Draco rimase sorpreso dalle parole della Granger, sia perché erano state dette da lei che per i ragionamenti, non credeva che sapesse così tanto di lui. Sentendola parlare si rese conto di quanto fosse vero tutto, di quanto tenesse alla sua famiglia e alle loro tradizioni, fra cui anche quella di Natale.
- Portami via, spirito, ho capito la lezione – disse dopo qualche attimo di silenzio, osservando Hagrid dritto negli occhi.
- Prima voglio mostrarti una cosa, Malfoy – in un attimo la scena cambiò nuovamente, ma questa volta non si trovarono di fronte a nessun manto candido. Era la Londra babbana, Draco riconobbe quegli strani oggetti che chiamavano “automobili” e la confusione che aveva visto qualche volta durante le sue visite nella città. La neve c'era, come nelle due precedenti visioni, ma era totalmente diversa: non era un manto candido e quasi intatto, ma era marrone, simile ad un pantano, stipata ai lati delle strade e schiacciata dalla gente che passava. Quando alzò lo sguardo da terra notò un enorme edificio scuro, tetro ed enorme.
- Cos'è? - chiese d'istinto allo spirito.
- Un orfanotrofio. Qui vivono i figli delle vittime della Guerra Magica, figli di Mezzosangue e di Mangiamorte, insieme. -
- Perché fra i babbani? - domandò sbigottito Draco, che fino ad allora era sempre stato convinto che i bambini venissero dati in adozione.
- Perché in quelli magici non c'è più posto e il Ministero non fornisce fondi, confidando sui privati -
La rivelazione piombò addosso a Malfoy come un enorme macigno. Per quello gli erano stati chiesti soldi il giorno precedente, per i bambini che si trovavano all'interno di quella struttura orribile.
Avrebbe voluto porgere molte altre domande allo spirito del Natale presente, chiedergli come fosse possibile che tanti bambini non avessero nessuno che si occupasse di loro, perché non venisse precisato che i fondi richiesti servivano per quel motivo... ma quando si voltò verso il fantasma egli non c'era più, la scena era cambiata del tutto: niente più Londra o neve schiacciata, solo il suo letto a baldacchino e la poltrona accanto. Osservandola Draco si ricordò immediatamente di Blaise e del racconto: tre fantasmi, ne mancava uno solo.
Si voltò di scatto, uno solenne spettro drappeggiato e incappucciato strisciava lungo il suolo come nebbia, si stava avvicinando a lui.



















Questo capitolo è scritto molto peggio dei due precedenti perché è stato scritto a pezzi... spero non faccia totalmente schifo!
Dopo aver visto la versione dei Looney Tunes e della Barbie del Canto di Natale posso confermare che quella Disney è la più bella XD A tal proposito, in quella versione lo Spirito del Natale Presente era Willie il Gigante, personaggio non molto conosciuto ma tanto paciocco! :)

lady lilithcullen: sono contenta che ti sia piaciuto! Questo capitolo non mi piace quanto l'altro, ma spero che comunque non ti abbia fatto schifo. Nel libro mi sembra che ci fosse un altro episodio, o forse due, ma non riuscivo proprio ad adattarlo a Malfoy! Spero di ricevere un tuo commento anche per questo capitolo ^^
malfoy__: io non sono una grandissima fan di Dobby, faccio il tifo per Kreacher XD Però ci sono rimasta male anch'io quando è morto! Sniff, altra vittima della Rowling :'( Draco che legge le fiabe è fantastico, secondo me, non ce lo vedo affatto e proprio per questo mi piace un sacco! XD Tra l'altro le fiabe di Beda il Bardo sono fantastiche, se riesco nel prossimo capitolo inserisco un rimando ^^ Temevo il tuo responso per Pansy, sai? So che sei sua fan quanto me e non ero sicura di averla resa al meglio! Son contenta di aver passato la prova *.* E sì, il fantasma spaventoso era quello dei Natali futuri, ma comunque ti eri già risposta guardando il film XD E anche nel capitolo si capisce abbastanza... accettasi scommesse sull'identità di questo fantasma!

Ora corro a vedere quanti centimetri di neve ci son giù, al prossimo capitolo!
   
 
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