Yagari
guardava ancora i due vampiri davanti a lui, scuotendo ripetutamente
il capo. La storia che aveva sentito non era nuova, se non per
qualche particolare, ma non capiva che profitto ne avrebbero potuto
trarre loro. Osservò le dita del ragazzo giocare con le
ciocche scure dell'altra , attorcigliandole tra di loro, creando
disegni che poi svanivano nell'aria.
“E voi cosa ci
guadagnate? Non credo lo facciate per puro spirito di sacrificio”,
insistette il cacciatore, con una smorfia sul viso serio e adulto. Si
era acceso un'altra sigaretta, incurante delle proteste di Kaien.
Certo i vampiri non potevano morire di cancro, no?
“Abbiamo
i nostri motivi. Non tutti vanno d'accordo con il Concilio, sai?”
Spostò gli occhi scuri sulla ragazza, ancora ferma e
immobile come quando aveva iniziato a parlare, in una posa che certo
non era tipica di una ragazza di strada, ma sembrava essere stata
insegnata da qualcuno. I bracciali stretti attorno ai polsi
brillarono per un istante quando la luce del lampario li colpì.
Il direttore Cross, nel frattempo, era rimasto in silenzio,
pensieroso e serio, senza saper per la prima volta cosa fare.
Accidenti a lui e a quando aveva deciso di creare quella scuola per
vampiri e umani.
Prese finalmente la parola, dopo un lungo e
sofferente sospiro.
“Questa è una scuola, non un
campo di battaglia. Non potete tenere tutto questo fuori di qui? Ci
sono anche esseri umani”, ricordò giustamente,
sistemandosi gli occhiali sul viso. Gli altri tre presenti inarcarono
un sopracciglio – due perchè erano abbastanza
disinteressati a quella protesta, l'altro perchè non credeva
che a quelli sarebbe importato. E non aveva tutti i torti.
“Non
sapranno nulla. Non c'è un altro luogo. Qui sono raccolti la
maggior dei vampiri della famiglie nobili e, non dimentichiamolo,
l'ultimo erede della stirpe dei Kuran. E' il luogo ideale per
attaccare qualcuno, sì.. ma al tempo stesso, il luogo ideale
per formare un..”, si voltò verso il fratello in cerca
di suggerimenti e la parole uscì dalla bocca dell'altro senza
la minima esitazione, quasi un prolungamento della voce della
ragazza.
“esercito.”
Esercito.
Era minacciosa
quella parola, perchè significava armi, sofferenza, sangue –
guerra, semplicemente. Ed era una decisione dura da prendere,
soprattutto per un essere umano ex cacciatore di vampiri. Serrò
gli occhi cercando di riflettere con calma, riflettendo sul perchè
aveva davvero creato quella scuola. Per aiutare vampiri ed essere
umani. Per aiutarli. E Kaname.. be', lo aveva sempre aiutato. Forse
avrebbe dovuto ricambiare il favore.
“Kaien...”
Lanciò
un'occhiata a Yagari, accennando un sorriso.
“Potete dare
davvero una mano a Kaname?”
Li vide entrambi sorpresi, per
un attimo, perchè non si aspettavano una domanda simile; si
guardarono per una frazione di secondo prima di annuire in segno di
assenso.
“Possiamo aiutarlo. Be', se vorrà farsi
aiutare. Altrimenti...”
Ci pensò seriamente per un
attimo, eh. Ma davvero. Poi scrollò le spalle,
sorridendo.
“Altrimenti si adatterà.”
Touga
scosse il capo, ricordandosi ancora una volta perchè odiava
tanto quei succhiasangue.
Maledetti aristocratici con la mania di
comandare. Kaien invece trattenne un sorriso, immaginandosi Kaname,
da sempre leader della Night Class, spodestato da una
ragazzina.
“Siamo d'accordo, allora. Immagino dovremo
iniziare a.. prepararci? Mai combattuta una guerra”, confessò
con una risata poco naturale, non spaventata ma nemmeno contenta.
I
due ragazzi si alzarono in contemporanea senza il minimo rumore,
sorridendo, un braccio del ragazzo avvolto attorno alla vita snella
della gemella.
“Quando sarà il momento. Non ancora.
Prima dovranno... capire. Possiamo iniziare comunque le lezioni? Non
siamo mai andati a scuola. Solo insegnanti privati.”
Sorrise
scostandosi una ciocca scura e lunga, gettandola dietro le spalle,
rivelando candidamente quel piccolo dettaglio e richiedendo qualcosa
di così semplice. Rimase sorpreso da quel sorriso perchè
era... be', un bel sorriso. Persino umano, contrariamente a quegli
occhi viola e profondi che lo studiavano continuamente, troppo
antichi, troppo vecchi.
Assomigliavano a quelli di Kaname, in un
certo senso – e a quelli di Zero, si ritrovò a
pensare.
“Certo. Vi farò avere le uniformi... sono
sicuro che starete benissimo!” cinguettò
improvvisamente
allegro, sorridente come sempre, immaginando i due non-morti davanti
a sé nella divisa bianca della sezione notturna. Sarebbero
stati bene, sì, con i capelli scuri e gli occhi di quel bel
colore.
Il ragazzo sorrise divertito sfiorando un orecchio della
sorella, accarezzandole la vita.
“Io ti preferisco nuda
però.”
Non si preoccupò di abbassare la voce,
tanto che persino Kaien si risvegliò dal suo mondo fatato –
che comprendeva uno strano Zero sorridente e che gridava 'papà',
chissà perchè – e arrossì tossendo
qualcosa, mentre Yagari scuoteva il capo commentando qualcosa che
suonava molto come un 'dannati cadaveri pervertiti'.
“Noi
andiamo, allora. Non causeremo problemi, davvero”, assicurò
la mora, sorridendo di nuovo per tranquillizzarli – eppure
Kaien sentì un brivido lungo la schiena, per un qualche
motivo. Forse era tutta la situazione, forse erano loro. Annuì,
ricordandosi solo dopo un istante un dettaglio.
“A-aspettate!
Conosco i vostri nomi ma... il cognome?” chiese, dato che non
lo avevano mai citato. I due ragazzi lo guardarono quasi perplessi,
scambiandosi di nuovo un'occhiata.
“Non hanno un cognome.
Non uno vero. O forse lo hanno dimenticato.”
Rispose Yagari
per loro, sputando fuori fumo grigiastro che si dissolse nell'aria.
Non dissero nulla, limitandosi a guardarlo con gli occhi scuri e
stranamente inespressivi ora, simili a quelli di un serpente.
“Quindi solo... il nome? Null'altro?” poteva
inventarsene uno, ma forse non era neanche così importante. Il
vampiro si sistemò i bracciali attorno ai polsi, identici a
quelli della sorella, scuotendo il capo.
“Solo il nome. Non
usiamo altro... e sarebbe inutile, così come lo sono i nomi,
in realtà”, ribattè senza spiegare davvero cosa
intendeva, sorridendo in modo enigmatico, divertito.
Scribacchiando
qualcosa su un foglio Kaien prese degli appunti, annuendo.
“Va
bene, va bene... non è importante. Strano che la vostra
famiglia non abbia un nome”,
constatò senza volerla
far sembrare un'offesa. Era solo strano, tutto qui.
Prima di
aprire la porta la gemella lo guardò, inclinando la testa.
“Ce
lo abbiamo. Ma non lo usiamo come cognome, è solo il nome
della stirpe. Di solito basta quello...” per
farci riconoscere,
stava per aggiungere, ma si trattenne. Il preside sorrise di nuovo,
allegro come prima, felice di poter sapere qualcosa di più sui
suoi nuovi alunni. Yagari preferì distogliere lo sguardo
quando gli chiese finalmente il nome della loro stirpe, ormai
scomparsa.
Sorrisero entrambi, mostrando in un luccichio brillante
le zanne, senza farle apparire minacciose - ma presenti, affilate
come le fauci di una belva.
Il maestro Touga chiuse gli occhi, la
schiena increspata da un brivido gelido ancora prima che gli altri
due parlassero, in contemporanea.
“Thanatos.”
( When darkness comes you know I'm never far
Hear the whispers in the dark
Whispers in the dark )
Resistere
ai morsi della fame – pardon, della sete – era stato
difficile.
Resistere al richiamo del sangue di Kaname Kuran era
stato impossibile.
Ci aveva provato, davvero. Aveva gridato,
urlato di lasciarlo in pace, graffiato e ringhiato, ma non era
servito a nulla; alla fine, come sempre, aveva ceduto, aggrappandosi
alle sue spalle come un naufrago, bevendo da lui come un assetato nel
deserto.
E la sete era passata, finalmente soddisfata da quel
liquido denso e scuro che lui aveva inghiottito con una violenza
estrema.
Alla fine, come sempre, il vampiro si era rialzato,
sistemandosi i vestiti e guardandolo con gli occhi castano-cremisi,
indifferente.
“La prossima volta non aspettare un'altra
crisi, Zero.”
Una volta rimasto solo, notò –
con molto ritardo, sì – che l'altro l'aveva chiamato per
nome.
Non erano amici, ma in fin dei conti condividevano un
segreto, un'intimità più profonda di quella di due
amanti.
Beveva il suo sangue; un privilegio concesso a pochissimi,
forse solo ai compagni di vita dei purosangue. Un privilegio che da
altri sarebbe stato visto come un crimine.
Lui, il più
impuro tra tutti i vampiri – che viveva del sangue del più
puro.
Un ossimoro continuo, come erano le loro esistenze.
Si
sfiorò le labbra, ancora sporche del sangue di Kaname,
passandovi la lingua sopra,
ricordando per l'ultima volta il
sapore del sangue dell'altro.
Fino al prossimo incontro.
Fino
al prossimo delitto.
Più
tardi, quella sera, dovette ancora una volta scortare i ragazzi della
Night Class per evitare che fossero aggrediti dalle ragazzine
isterice della Day Class. Scomparsa la sete, anche il disciplinare
era più calmo – per quanto lo rendesse nervoso e
facilmente irritabile vedere Yuuki, la sua adorata Yuuki, in mezzo a
quel branco di succhiasangue.
… succhiasangue che lo
fissarono malissimo, quando la loro principessa corse incontro
all'ex-umano, abbracciandolo e salutandolo. Sorridendo leggermente,
senza lasciarsi andare troppo, cercò di ricambiare in modo
tranquillo, per quanto gli risultasse difficile.
“E' meglio
se vai a lezione, Yuuki... i tuoi...compagni, ti stanno aspettando”,
mormorò con una leggera smorfia, accarezzando però il
capo moro della ragazza, che scosse il capo e rise a bassa voce.
“Non
lo sai? Da oggi siamo in classe insieme!”
Ora, se Zero in
quel momento fosse stato intento a bere... si sarebbe strozzato. Dato
che non era la situazione, si limitò a soffocare con la sua
stessa saliva, costretto a battersi sul petto per non stramazzare al
suolo sotto lo sguardo divertito degli altri succhiasan..vampiri.
Quando finalmente fu sicuro di non star più rischiando la
vita, sollevò gli occhi viola verso Yuuki,
scandalizzato.
“Come, prego?!”
Non si preoccupò
neanche di tenere bassa la voce, se non quando vide Kuran lanciargli
un'occhiata ammonitrice, le braccia incrociate al petto, mentre
attendeva la sorella.
“L'ha deciso il Preside Cross. Ha
detto che...mh...” rigirò una ciocca castana e lunga tra
le dita, senza saper come dirlo senza sembrare offensiva o
indelicata.
“Che ormai sei troppo succhiasangue per stare
tra gli esseri umani, e quindi devi muovere il culo nella Night
Class.”
Fortuna che esisteva il maestro Touga, che con la
sua solita delicatezza e dolcezza era riuscito, in poche parole, a
sintetizzare il poema che avrebbe invece fatto Yuuki...
…
ma vaffanculo, avrebbe preferito la Divina Commedia recitata a
memoria ad una notizia simile!
“Ma.. cioè... ma
perchè!”
Da bravo, Zero. Respira ed articola bene le
parole.
Seh, come no.
Il suo maestro scrollò le spalle
indifferente, avviandosi verso la classe dove avrebbe dovuto fare
lezione.
“Seguici e zitto, Zero. Sei un vampiro, arrenditi
all'evidenza.”
Probabilmente il suo intento non era quello
di ferirlo, di fargli male, ma ci riuscì comunque. Serrò
le dita, stringendo i pugni, mordendo il labbro inferiore per evitare
di dire
qualcosa.
Vampiro.
Vampirovampirovampirovampirovampiro!
Protestare
era persino inutile, ormai. Una fortuna che le ragazze della sezione
diurna fossero state già allontanate anzi. Privo di libri o
qualsiasi materiale scolastico – cosa pretendevano, che fosse
già pronto?- seguì Touga, ignorando la mano di Yuuki e
lo sguardo di Kaname, che non lo abbandonò neanche per un
istante.
Il principe dei Vampiri sospirò, avviandosi al
fianco della sorella e di Takuma verso la classe.
Sarebbe stata
una lunga nottata.
( it's something supernatural
It wont let me go
I feel so alone again )
Quando
entrarono in classe, si accorsero subito che Touga, che già
non era simpatico di suo, era più nervoso del solito. Forse a
causa di Zero, forse perchè erano mesi – così
credevano – che non faceva una sana scopata.
Così
come notarono anche l'espressione poco allegra di Kiryuu e due odori
simili nell'aria; simili, mischiati, quasi non si capiva dove
iniziava l'uno e finiva l'altro.
“Ma che cav... giù
le mani, voi due!”
Tutti i vampiri, non ancora seduti ai
propri banchi, alzarono lo sguardo verso la cattedra, lì dove
si trovava Yagari, intento ad urlare contro qualcuno.
Uh. La cosa
si faceva interessante.
Qualcuno sorrise divertito e malizioso,
Yuuki si portò una mano alla bocca, Zero si limitò ad
inarcare un sopracciglio, in disparte rispetto agli altri.
Un
ragazzo ed una ragazza erano vicino alla cattedra, la seconda seduta
lì sopra, l'altro davanti a lei, una mano sotto alla maglia
della divisa bianca e femminile, quella della studentessa, invece,
verso il fondoschiena del giovane. Dato che erano voltati verso il
professore non riuscirono a vedere bene il viso dei due, ma notarono
le mani tornare al loro posto.
“Non arrivava nessuno”,
protestò una, ancora seduta sul mobile, le gambe accavallate,
lasciate mezze nude dalla gonna chiara. Con quelle divise, tra
l'altro, il colore scuro dei capelli risaltava perfettamente.
“Scendi
di lì, ragazzina”, brontolò l'Hunter,
scacciandoli via.
“E voi a sedere!”
Ecco, insomma,
sempre il solito simpaticone. Zero rimase a guardare i vampiri
prendere posto, prima di dirigersi verso il fondo della classe,
cercando un banco vuoto – e fermandosi quando sentì una
mano bloccarlo. Si voltò convinto di trovare Yuuki, pronto a
darle una risposta neanche troppo gentile, ma rimase sorpreso quando
vide Kaname che lo tratteneva.
“Siediti, Kiryuu. Il banco è
vuoto”, invitò a voce bassa, persino gentile,
nascondendo quello che, alla fine, era un ordine. Per un qualche
oscuro motivo gli occhi scivolarono verso il collo del purosangue,
soffermandosi sulla stoffa che nascondeva la pelle morbida. Fu un
attimo, e l'attimo dopo, scuotendo il capo, si era già seduto
di fianco al capodormitorio, sotto lo sguardo minaccioso del resto
della classe. Quando alzò il proprio per cercare il maestro
Touga, trovò quello viola di qualcun'altro, del tutto simile
al suo – no, pressochè identico.
Esaminò il
viso sottile e dai tratti quasi mediterranei della ragazza seduta
alla cattedra,
notando i lunghi capelli scuri che sfioravano i
fianchi snelli, accarezzando con qualche ciocca il volto dalla
carnagione chiara – tratti mediterranei forse, ma pur sempre
vampira. Gli rivolse un sorriso leggero che raggiunse anche gli occhi
di quel particolare colore viola, forse appena più scuro del
suo. Il contatto visivo si interruppe quando una mano del ragazzo
vicino a lei le sfiorò il viso, attirando la sua attenzione,
quasi richiamandola.
Una volta che Yagari si fu seduto, si degnò
anche di presentare i due che fino a poco prima erano in procinto di
fare ben altre attività, forse.
… molto forse,
perchè una volta che si furono voltati la loro fisionomia si
rivelò pressochè identica, non tanto quanto quella di
Zero e Ichiru, ma solo perchè invece che essere gemelli
monozigoti, erano eterozigoti.
“Piantatela di avere
quell'espressione sorpresa, voi altri. E non fatemi dire le solite
cose del 'fate i bravi, comportatevi bene.. ', ci siete passati con
Maria Kurenai.”
Spicciolo e sbrigativo come sempre, l'Hunter
non si sprecò a dire perchè i due erano lì, era
abbastanza chiaro che erano vampiri e che avrebbero frequentato
quella classe.
Non avevano quella bellezza travolgente che
apparteneva a Kaname, che si notava subito, piuttosto quella
particolare di Zero, non immediata, ma che andava studiata; sembrava
che qualcosa stonasse nel loro aspetto, pur creando nel complesso una
fantastica armonia di colori e tratti del corpo – era come se
qualcosa non gli appartenesse. Se la ragazza aveva i capelli lunghi,
il gemello, che li aveva del medesimo colore, li teneva scalati fino
al colletto, qualche ciuffo più lungo sul davanti, un
sorrisino furbo sulle labbra morbide ed invitanti.
Riflettendoci
bene, Zero giunse alla conclusione che gli ricordavano molto un
dipinto che aveva visto anni prima, con ritratta una delle tante
raffigurazioni di Morgana la Strega.
“ Che parole
profonde”, ironizzò la mora, con un sorriso leggero
sulle labbra, divertito, prima di rivolgersi alla classe.
“Io
sono Lamia. Chiedo perdono per aver ritardato la vostra lezione”,
il sorriso si ampliò quando guardò Kaname, piegando il
capo verso di lui in un inchino breve, riconoscendo evidentemente la
sua superiorità di purosangue.
“Aster”.
Non
disse molto il gemello, limitandosi ad una sola parola – il
nome -, prima di afferrare la mano della sorella e trascinarla verso
gli ultimi banchi.
Yagari fissò l'intera classe, prima di
sospirare e passarsi una mano tra i capelli, esasperato.
“Maledetti
vampiri.”
(
Chiudere
gli occhi e poi,
ali scure tagliano il cielo,
chiudere gli
occhi e poi,
trema l'aria tagliano il cielo
)
Kaname,
incredibilmente, non fu troppo irritato quando venne a sapere della
presenza di due nuovi vampiri, anche se il direttore non si era
premurato di informarlo. Affabile ed educato come sempre, si limitò
a presentarsi e ad esplicare le poche regole della scuola, prima di
scortarli alle loro stanze. Arrivati davanti a queste, Lamia, la
ragazza, si voltò verso di lui.
“Se non potete
nutrirvi di esseri umani... come trovate il sangue?” chiese
confusa, anche se certo non aveva problemi di questo tipo, avendo la
propria 'risorsa' di sangue. Il purosangue estrasse dalla giacca
delle scatolette che porse ad Aster, affrettandosi a
spiegare.
“Usiamo queste, sono delle pasticche di sangue.
Basta farle sciogliere in un bicchiere con dell'acqua, o ingoiarle.
Potete chiederle a me”, si offrì senza modificare il
tono di voce, piacevole da ascoltare, morbido come velluto. Notò
i due fratelli scambiarsi un'occhiata ed un sorriso enigmatico, prima
che annuissero.
“Perfetto. Vi ringrazio,
Kaname-sama.”
Almeno non erano irritanti come Maria Kurenai
– d'altra parte, neanche erano purosangue. Sorrise augurando
loro una buona serata, prima di voltarsi. Si bloccò solo
quando la voce di Lamia lo raggiunse, bassa e curiosa.
“Come
mai un ex essere umano, un Hunter, si trova qui?” non c'era
disprezzo nel tono, piuttosto solo un reale interesse – anche
troppo, commentò Kaname tra sé. Si voltò verso
di loro, quasi esitando.
“E' un vampiro anche lui. Come
figlio del Preside Cross e come Hunter, ha sempre vissuto nella
scuola. Ora che è a tutti gli effetti un vampiro, per quanto
di livello inferiore, è suo diritto e dovere stare con noi”,
spiegò senza alcuna emozione sul viso, quasi la cosa non lo
interessasse. Come se la presenza di Zero, lì nella sezione
notturna, non lo mettesse a disagio e quasi in difficoltà. Ci
fu un attimo di silenzio, prima che la ragazza sospirasse voltandosi
per aprire la porta della camera, senza dire altro.
“Allora
meglio che lo facciate capire ai vostri compagni, Kaname-sama . Non
sembrano molto propensi ad accettarlo. Gli ex umani... non sono mai
trattati bene”, suggerì Aster, senza sorridere, le mani
nelle tasche, seguendo subito dopo la sorella, chiudendosi la porta
alle spalle. Sentì la chiave girare nella toppa ma non ci fece
caso, limitandosi a tornare nella sua stanza, poco distante.
Zero
nella Night Class.
Sperava di non essersi sbagliato, nell'aver
chiesto al preside di trasferirlo definitivamente lì, nel
posto che gli spettava, tra i suoi simili, tra i vampiri.
Peccato
che spesso i propri simili sono più infidi e pericolosi di un
covo di serpenti.
Author's
Note:
E finito anche questo u_u
Che sì, lo so, è
una palla. Annoia anche me °_° Ma devo procedere con calma o
faccio boiate u_u E tra poco arriva pure lo yaoi, perchè devo
scriverlo è_é
Le canzoni sono di :
Whispers
in the Dark – Skillet
Parallel Worlds – Elliot
Minor
Ali Scure - Subsonica
Ringrazio
Ikarikun e Il_Genio_Del_Male
per le recensioni*_*
E... Buon Natale a tutti u_u
Jemei