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Autore: Matt_Plant    23/12/2009    2 recensioni
Siamo abituati a vedere i supereroi alti e muscolosi, belli e fieri, ma cosa succederebbe se un supereroe uscisse dagli schemi? Una catastrofe! Ed è proprio da una catastrofe che nascono due supereroi, che hanno avuto la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. O almeno è il caso di Allan e Judy, due fratelli gemelli che del supereroe per eccellenza hanno ben poco. Allan è disoccupato, perché ogni volta che viene assunto ne combina una delle sue e viene licenziato, Judy della bella eroina formosa ha solo la tuta, troppo aderente. I due ben presto si ritroveranno ad avere a che fare con le forze del male che puntualmente, a notte fonda, si presentano in città per scatenare il caos. Riusciranno questi simpaticissimi eroi a superare i loro difetti e a donare alla loro città pace e serenità?
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sono in un terribile ritardo, lo so...tutta questa valanga di compiti mi ha sotterrato e la scuola non ha fatto altro che stringermi con la sua morsa fatale!! (Ok, ora la smetto con questi paroloni da poeta...*-*)...Ma ora che sono iniziate le vacanze natalizie sono ritornato su efp! ;)
In questo cap. ho inserito molti dialoghi, spero vi piacciano e che la storia risulti sempre piacevole e divertente!
Buona lettura a tutti! :]



6. Due tute e uno spazzolone!




Il momento era giunto.
Androgina stava per realizzare il suo sogno malvagio.
Un muro compatto e vegetale aveva attanagliato il cielo, coprendo le stelle. E così quella notte era diventata ancora più buia.
Le liane e i rovi secchi si muovevano veloci; convulsi si allungavano, creando un'enorme ombra agitata che avvolgeva tra le tenebre tutta la città di Notthingwish.
Nonostante tutto quel trambusto nessuno in città si era accorto di nulla. O almeno fino a quel momento.
- Oh, santo cielo!- si spaventò una ragazza, sguardo vigile e fisso su una finestra appannata dal suo respiro. - Rosso di sera bel tempo si spera, ma il verde scuro?-
Mia sorella era spiazzata. I suoi occhioni blu non riuscivano a credere a quello che stavano vedendo.
Mi avvicinai alla finestra.
- Judy, che c'è?- domandai alzando un sopracciglio, regalando una strana espressione interrogativa al mio volto.
- Guarda un pò qua, fratellino.- rispose e strofinò una mano sulla lastra trasparente. La ritirò all'istante, era gelida.
Il mio volto diventò paonazzo e il mio sguardo incontrò quello di Judy. Rimanemmo lì, a guardarci intensamente negli occhi. Poi sbirciammo nuovamente fuori dalla finestra. Infine presi dalla disperazione, scoppiammo a urlare. Non erano urla di terrore, ma di circostanza. Non trovavamo altro modo per esprimere le nostre sensazioni, le nostre emozioni.
E intanto Mardock sobbalzò.  I  ricci si drizzarono sopra la sua testa.
Eravamo nel suo laboratorio. Era tutto così disordinato.
In quello stanzino piccolo e angusto lo scienziato pazzo svolgeva i suoi esperimenti. Il pavimento era liscio e scivoloso e le pareti di un giallo acceso e riempite dai  piccoli quadri appesi ai chiodi arruginiti.
Grandi lampadari allungati e rettangolari pendevano dal soffitto e illuminavano la stanza, forse un pò troppo. Mi sembrava di stare sotto i riflettori.
Un grande camino accesso irradiante di luce e calore rendeva il laboratorio ancora più accecante per i miei occhi.
Beute, provette e matracci erano posti sopra gli scaffali in modo pericolante. Sembrava stessero per cadere da un momento all'altro.
Mi ero tenuto alla larga dagli scaffali. Judy aveva fatto lo stesso; il suo vestito con i girasoli e il mio pigiama marrone ora erano asciutti e pieni di macchie e noi non avevamo avuto alcuna voglia di subire altri danni.
Al centro della stanza c'era un grosso tavolo di marmo, anch'esso stracolmo di materiali che normalmente si trovano in un laboratorio. Lì lo scienziato pazzo aveva spostato con un'unica manata le pozioni e vi aveva sistemato sopra un oggetto avvolto in una lastra opalescente. Ma non ci aveva detto subito di cosa si trattava.
Mardock sospirò. Poi si diresse pensieroso verso me e Judy, per capire che cosa stava succedendo.
- Qui c'è qualcosa che non va.- starnazzò leggermente allarmato. E scrutò l'orizzonte fuori dalla finestra da sopra gli occhiali rotondi. - La donna dalle fruste facili sta tramando qualcosa di losco. Si, si me lo sento.-
- Chi è la donna dalle fruste facili?- cominciavo ad essere preoccupato. Una goccia di sudore prese a gocciolarmi sul viso e cadde sul pavimento. Non capii se era per la tensione o per le fiamme divampanti che emanavano calore dal camino.
Era successo tutto così velocemente.
La mia vita e quella di mia sorella non erano mai state così frenetiche come nell' ultima settimana.
Prima l'incidente in ospedale, poi l'inseguimento della stessa setta che mi aveva aggredito e rubato l'orologio. Infine quello strano fenomeno paranormale che Mardock aveva definito teletrasporto.
Ma ora sembrava ci fosse un nuovo problema.
- E' una donna estremamente pericolosa. E' lei l'artecife di questo strano fenomeno, è in grado di scatenare un pandemonio grazie alle sue liane e ai suoi rovi secchi. Il suo nome è androgina. Si, si.-
- E' una supereroina?- chiese Judy sgranando gli occhioni blu. Probabilmente stava pensando di essere in un film. E non le potevo dare torto.
Nonostante la confusione che la mia vita stava attraversando, ero felice di avere ancora la mia sorellona al mio fianco. E sapevo che anche per Judy era lo stesso. Di una cosa ero certo, finchè io e Judy fossimo rimasti insieme, niente o nessuno poteva farci paura.
- No, no, pollicina, mi dispiace, Androgina è perfida come una strega. Non ne sono sicuro, ma credo sia lei che controlla la banda di ladri che ci ha attaccato sta sera.-
- Accidenti, ma che cosa vogliono da noi?- domandai.
- Ormai ci siete dentro fino all'osso del collo. A causa dell'incidente avete acquisito dei superpoteri e in un modo o nell'altro ora vi vogliono far fuori, così da essere sicuri che non intralciate i loro loschi piani.-
- Come possiamo difenderci da questa minaccia che incombe su di noi e su Notthingwish?- chiese Judy.
- Già cosa possiamo fare se non sappiamo neanche come utilizzare i nostri poteri?-
- Non ci metteremo molto a capirlo. No, no, non con la tecnologia di cui dispongo. Bisogna solo trovare un filo conduttore per incanalare al meglio i vostri poteri affinchè possiate utilizzarli senza fare altri disastri. Ho io la soluzione per la ragazza.-
- Ah, sono Judy, Judy Chord e questo è mio fratello Allan.- diede il via alle presentazioni mia sorella, come se ci trovassimo a banchettare con un amico. Ma Mardock tagliò subito corto.
- Va bene, va bene perfetto. Seguitemi!-

Avevamo seguito Mardock fin nel seminterrato del laboratorio. Senza aggiungere una parola aveva dato a Judy il suo incanalizzatore di potere. Era l'oggetto che aveva appoggiato sul tavolo di marmo.  Grazie a quell'oggetto mia sorella avrebbe potuto utilizzare i suoi poteri.
- L'unica possibilità di salvezza sta nelle tue mani. Si, si signorina.- aveva detto poi notando la stranissima espressione sul volto di mia sorella. Quella di una bambina che ha appena ricevuto una nuova bambola.
Judy fissò l'oggetto che cingeva tra i ditoni sbattendo freneticamente le palpebre. Si trattava di un grande spazzolone per il bagno tutto azzurro.
- Ma io con questo ci pulisco casa!-
Sorrisi sotto i baffi divertito. In effetti non si poteva pensare ad un migliore utilizzo per un oggetto simile. Ma evidentemente non era così.
- No, no. Premi il bottone al centro, e vedrai che con quello la casa la distruggi!- replicò lui portandosi le mani sui capelli ricci e disordinati. - Non farlo ora, però!- aggiunse velocemente, tanto che la frase diventò un unico balbettio disordinato.
Mia sorella annuì. - E Allan? Come farà ad utilizzare i suoi superpoteri?- chiese preoccupata.
- Per il ragazzo devo ancora lavorarci, troverò un oggetto tecnologico adatto anche per lui.-
" Spero solo che non sia un altro oggetto per la toilette." borbottai tra me e me mentre Mardock prese a fissarmi da sotto gli occhiali rotondi.. 
Proseguimmo per il lungo corridoio. Se al di sopra il laboratorio risultava un piccolo stanzino stretto e angusto, non si poteva dire lo stesso per il seminterrato; un' ampio spazio simile ad una grotta ancestrale.
C'era poca luce. Le torce appese alle pareti rocciose mandavano qualche debole fiamma inossidata.
Ci fermammo.
Lo scienziato tirò fuori dalla tasca del camice bianco un dispositivo rettangolare con un pulsante rosso al centro. Lo premette.
All'istante si formò una spaccatura sul pavimento. Due grandi lastre di vetro spuntarono da quel solco nel terreno. Dentro le capsule trasparenti, in un liquido rosa denso e opalescente galleggiavano due tute dai colori scintillanti.
- Eccovi le tutineee!- enunciò concitato. - Ho pensato che avrete bisogno di costumi per non farvi riconoscere dalla gente quando userete i vostri superpoteri.- Lo scienziato diede a me il dispositivo e cercò di estrarre le tute dalle due lastre di vetro.
Senza che me ne rendessi conto, un dito mi scivolo sull'interruttore rosso.
Le capsule si aprirono in due e il liquido rosa prese a sgorgare dappertutto. Era una sostanza simile al plasma che prese ad indurirsi pian piano.
Le tute vennero catapultare fuori dalle capsule e andarono a finire sulla mia testa e quella di Judy.
Mardock cacciò un urlo, mentre il suo corpo veniva avvolto da quell'intruglio rosa.
"Ops!" pensai mentre le mie guance diventavano rosse sotto il costumino di colore verde acido. Non riuscivo proprio a stare lontano dai guai.
- Accidenti, ma voi ne combinate una più del diavolo! Avete idea di quanto mi ci vorrà per ripulire tutto quanto? Per fortuna c'è qualcuno che mi darà una mano.-
"Clap" Mardock battè le mani e subito dopo si sentì un ronzio provenire dal corridoio. Quello di ali vibranti che si stavano avvicinando.
Quando io e mia sorella riuscimmo a toglierci le tute dalle teste, a stento ci trattenemmo ad esultare per la meraviglia.
Tre esili corpi femminili erano sospesi in aria. Squttivano amabilmente e lanciavano petali di rose rosse lungo il cammino.
- Vi presento le fate del cristallo.- enunciò con riverenza lo scienziato pazzo. - Mie fedeli aiutanti e sostenitrici.-
Judy rimase estasiata.
Una delle fatine si avvicinò verso lei. Le altre volarono dal loro padrone.
" Priiuu!" faceva la fatina mingherlina che le si era appoggiata sulla spalla.
- Oh, ma che carina!- disse mia sorella accarezzandole una guanciotta e abbandonandosi ad un sorrisone sdentato.
La creaturina era così piccola. Aveva due grandi occhioni color acquamarina e una piccola chioma di fluenti capelli viola che terminavano sul suo viso con una frangia disordinata. Portava un vestitino di petali di rosa rossa e sul suo polso teneva un cesto di vimini pieno di fiori.
- Fate?- chiesi incredulo mentre porgevo il dito alla piccolina. Questa si posò subito sopra. Era leggerissima. - Ma è impossibile!-
- Tutto è possibile, Allan.- rispose Judy con gli occhioni lucidi. - Da qualche ora a questa parte quella parola sembra non esistere più nel nostro dizionario di famiglia...-
Mia sorella aveva ragione. Ora non risultava difficile vedere le cose da una prospettiva diversa.
- Loro due sono Annabell, Clarabell.- iniziò Mardock indicando le due fate sopra la sua testa. Avevano iniziato a fare delle piroette in aria. Poi come per magia una polverina dorata prese a cadere dai loro corpi. Questa si andò a posare sull'intruglio rosa che prese a sciogliersi all'istante, fin quando sparì del tutto.
- E quella sul tuo dito è Dionisia.- concluse finalmente libero. - E' difficile da spiegare come loro siano qui, vi basti sapere che abitano sotto il mio laboratorio, in un mondo incantato racchiuso dentro una piccola porticina.-
- Oh, mi promette che un giorno mi ci porterà dentro quella porticina?- chiese Judy con un'espressione sognante.
- D'accordo, pollicina. Ma ora c'è qualcosa di più importante a cui ti dovrai dedicare. Si, si. Forza indossate tutti e due le tute, dovrai intervenire per rompere il facio di rovi secchi di Androgina.-

Eravamo usciti dal laboratorio. Tutti e tre fissavamo il cielo.
Judy aveva premuto il pulsante al centro dello spazzolone e un uccellino le si era depositato proprio sopra il suo incanalizzatore di potere.
Mardock aveva spiegato che probabilmente il suo potere individuale era quello di controllare gli uccelli.
- Ehi, ciao! Quindi tu saresti il mio aiutante!-
- Ma no, pollicina! Un solo pennuto non basta. Dai, su prova ancora, concentrati.-
Fissai la mia tuta.
"Che colore orribile" pensai. Se non altro rappresentava il mio strambo modo di vestire.
La avevo indossata senza obbiettare. Avevo infilato le gambe e chiuso la cerniera. Con mia grande soddisfazione avevo visto che questa si era chiusa subito.
Judy mi aveva fissato gelosetta. Lei non era stata altrettanto fortunata.
Aveva indossato l'enorme calzamaglia fatta di un materiale simile alla pelle, ma così lucida e di un giallo abbagliante da risultare un faro persino per la più cieca delle talpe. La sua cerniera arrivata da altezza busto si bloccò.  Io la avevo afferrata e tirata su con tutta la forza che avevo. Questa si era richiusa con qualche borbotto metallico.
Ma ora mia sorella faceva fatica a muoversi dentro quella tuta così stretta e aderente. Allungò il pollicione sullo spazzolone e finalmente riuscì a premerlo nuovamente.
All'istante un grande stormo nero iniziò a roteare sotto il fascio verde scuro di liane e rovi secchi. Judy non sapeva proprio cosa fare. Aveva messo una mano appoggiata sul fianco e lasciato quella con lo spazzolone alzata a mezzaria. - E ora che si fa?- si rivolse verso lo scienziato pazzo.
La massa nera di volatili diventò una spirale perfetta. Questa lentamente stava roteando verso il basso in direzione di Judy.
- Stanno arrivando. Si, si, aspettano i tuoi ordini, devi solo dir loro di rompere il fascio di rovi secchi.-
- In che modo questo ci potrà aiutare?- chiesi guardando l'estensione vegetale che attanagliava il cielo. Si estendeva fino a un punto in cui i miei occhi non riuscivano a vedere. Neanche tanti uccelli come quelli avrebbero potuto sfalciare quel muro così compatto, seppur vegetale.
- Tantovale provare, non oso immaginare cosa succederebbe se quelle dannate liane raggiungessero il generatore della città .-
Dozzine di piccioni, fringuelli e corvi atterrarono ai piedi di mia sorella. Cinguettando e gracchiando incrinarono le teste, fissando la loro padrona.
Anche Judy li fissò.
- Coraggio pollicina, non è ora di essere timida, dì loro cosa fare!-
Mia sorella raccolse un pò di coraggio, tirò su la tuta e mise a posto gli occhiali.
- Coraggio miei beniamini, all'attacco!- disse infine, inscenando una specie di coreografia teatrale e alzando lo spazzolone in direzione del cielo.

-Aaargh!- la donna driade ritrasse all'istante le sue fruste letali.
Si era creato uno squarcio in cui stava passando attraverso un grande stormo di uccelli.
- Dannate bestiacce.- diceva Androgina serrando i pugni e digrignando i denti. E detto questo le liane avvolsero il suo corpo coriaceo. Dentro quest'ultime qualcosa si mosse e un' immagine apparve in modo nitido e perfetto. Raffigurava una ragazza con una tuta aderente, armata di uno spazzolone che controllava gli uccelli.
- Ancora lei!- disse infuriata. E i suoi occhi rifletterono tutti e sette i colori dell'arcobaleno. - Questa volta morirà.-
Androgina si abbandonò ad uno dei suoi peggiori ghigni malvagi. Poi, con furia lanciò il dono lontano. Ormai non le serviva più. Aveva bisogno di qualcosa di potente, di molto potente.


Ed ecco a voi Judy Chord, "la piccionaia" che ve ne pare del superpotere di controllare gli stormi d'uccelli?? ^-^
Per quanto riguarda il potere individuale di Allan, non l'ho ancora definito bene, ragion percui non l'ho inserito in questo cap....suggerimenti??


ringraziamenti:

Lovy 91: ciao lovy, finalmente le vacanze, eh?? Che cosa ne pensi del nuovo cap.? Un bacione.

TheOnlyRealBoss: Hey, quanto tempo! Appena posso ti lascierò una bella recensione per la tua storia, mi sono perso proprio tanti capitoli della valle delle eufrasie... :[ Ma ora dimmi, come ti sembra il cap.?? Ah, si...La driade e Mardock in un certo senso sono "vicini di casa"...( anche se non si può proprio dire che Androgina sia la classica ragazza della porta accanto!) troverai la conferma a questa tua affermazione nel prox capitolo!! ;)

Girl in theMirror: ciao misteriosa ragazza nello specchio!!! ;] Come avrai potuto notare anche io sono stato assorbito da mille impegni e non solo per quanto riguarda la scuola, ma anche da altri piccoli problemi che un diciottenne come me deve affrontare ogni giuorno ( ma io mi chiedo, non si può tornare indietro nel tempo???) Ad ogni modo grazie per le tue belle parole, dentro il maggiolino Judy è stata proprio forte e ora finalmente hai potuto scoprire il suo potere individuale, tutto particolare e inusuale come sempre!! Che cosa te ne pare?? ^-^ Un abbraccio e a presto! ;)

Grazie a chi mi segue ancora...
* Buone feste a tutti!!!! *     :]
Matt_Plant

  
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