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Autore: Damned_Roar    24/12/2009    3 recensioni
La donna ha questo in comune con gli angeli: gli esseri che soffrono le appartengono.
{Pairing: Piton/Nuovo Personaggio}
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 3

 Alexandra Mustang

Il giorno seguente, dirigendosi da sola verso la Sala Grande per la colazione, gli sguardi dei Serpeverde erano più pesanti che mai. Spezzare la mano al ragazzo il giorno precedente era stato come firmare la propria condanna agli occhi di quei bambini viziati. Eppure, si stupì lei stessa di pensarlo, non le importava minimamente. Che vengano pure le bestie assetate del mio sangue, pensava trafiggendoli con lo sguardo, venderò cara la pellaccia che mi porto addosso. C’era talmente tanta rabbia in lei che il dolore per la perdita dei genitori era annientato da essa. Quasi non aveva pianto la loro morte. Quasi. Non era però una macchina, il dolore sordo in fondo al petto lo sentiva pure lei; ma era come se si fosse risvegliata una belva dentro il suo essere, fino a quel momento rimasta sopita. Una belva che ora richiedeva un sacrificio di sangue.

La luce che illuminava la Sala Grande sembrò riportarla alla realtà e, intenta a procacciarsi qualche brioche, Alexandra mise da parte le macabre riflessioni di poco prima. Perfino Leslie ed Eva ora mi evitano. La sera prima avevano litigato e quella stessa mattina si erano urlate addosso insulti che mai avrebbero pensato di poter formulare. Mentre prendeva la caraffa del succo d’arancia, le cadde l’occhio sulla prima pagina della Gazzetta che qualcuno aveva lasciato lì: “Aggressione ad Hogwarts: i vecchi rancori non ancora sanati?”, lesse stupefatta il titolo; sotto di esso c’era una foto scattata, chissà come e da chi, che la ritraeva mentre legava il Serpeverde, gli pestava la mano e ci sputava sopra.

Ma come diavolo…? Non riusciva a capacitarsene: perché era così grave quell’accaduto? Ad Hogwarts tutti i giorni saltavano in aria dei calderoni e una mano rotta finiva in prima pagina?

Aprì il giornale e lesse l’articolo. La giornalista, una certa Rita Skeeter, aveva trascritto la “sofferta” testimonianza di Thomas Fawyer, Serpeverde del quinto anno, che, assalito da una studentessa più grande, era in fin di vita nell’Infermeria di Hogwarts. In fin di vita?

-Allora, piace l’articolo?- sentì una voce dire di fronte a lei. Alzò lo sguardo dal giornale e vide Thomas, perfettamente in salute che la guardava, tronfio del suo successo.

Alexandra sentì la rabbia montare dentro di sé e fece per prendere la bacchetta e cambiare i connotati di quell’idiota, quando un movimento catturò la sua attenzione. Spostò lo sguardo al tavolo dei Professori e vide Piton che, alzatosi in piedi per vederla meglio, la guardava dritto negli occhi, come per sfidarla a fare qualcosa di stupido. Alexandra allora riportò lo sguardo su Thomas e gli rivolse un sorriso truffaldino. Dunque prese la caraffa e col succo innaffiò la sua copia della Gazzetta. Poi prese la borsa a tracolla e si alzò, schioccando un bacio nella direzione di un Thomas che guardava, ancora basito, il quotidiano con uno sguardo da pesce lesso. Uscendo dalla Sala, Alexandra sentiva che lo sguardo di Piton era ancora su di lei. Alla prima ora aveva Pozioni.

 

Severus Piton entrò in Aula e il silenzio calò come un sipario. Camminò fino alla cattedra con il mantello nero che gli svolazzava dietro: aveva in mano una copia della Gazzetta del Profeta. Aprì il quotidiano con un colpo secco:

-Mustang.- fece –Curioso quest’articolo, non trovi?- si sentirono dei risolini dal fondo della classe

-Oh sì professore, molto curioso.- rispose lei prendendo la copia del compagno di banco –In particolare dove, cito parole testuali, dice che “quella ragazza è completamente priva di senno, dice il provato Thomas con le lacrime, ha gli occhi iniettati di sangue e quando parla si esprime per mezzo di versi animali”; a questo punto dovrei grugnire?- chiese ironica e i risolini cessarono di colpo. Piton si limitò a far apparire alla lavagna la pozione del giorno e l’argomento fu chiuso.

 

-

 

L’orologio a pendolo appeso all’entrata della Biblioteca batté un colpo per le sette e mezza. Alexandra alzò la testa dal libro di Trasfigurazione avanzata e si stiracchiò come un gatto. Le piaceva trascorrere le ore da sola circondata da libri. Tanto più che in quel momento non era esattamente una buona idea girare per i corridoi della scuola. Gettò un’occhiata alla pila di libri che aveva sul tavolo e sorrise amaramente: aveva di nuovo passato il pomeriggio da sola a studiare. Raccolse i testi di scuola e li mise nella borsa, insieme ai rotoli di pergamena con i compiti; poi sbirciò la bibliotecaria e, vedendola intenta a pulire in giro, fece scivolare furtivamente anche il testo di Trasfigurazione, di proprietà della Biblioteca, nella tracolla. Poi saltellò in giardino, sicura di averla fatta franca anche quella volta.

Scendendo le scale incrociò diversi studenti che si dirigevano a cena, ma, seppur tentata dal delizioso odore che arrivava dalla Sala, decise di saltare il pasto per non rischiare di mangiare qualcosa di “involontariamente” avvelenato dai suoi simpaticissimi compagni.

Uscita in Giardino, camminò fino al Lago e si sedette vicino alla riva, sotto lo stesso salice della sera precedente. Dentro di sé c’era una speranza di cui si rifiutava d’ammettere l’esistenza. Una speranza sbagliata che però la faceva stare bene, la faceva sentire diversa da prima, la faceva sentire migliore. Si sdraiò sulla pancia e aprì il testo di Trasfigurazione, riprendendo a leggere da dove era arrivata prima.

La decisione di diventare un’Auror era sorta all’improvviso e non se n’era mai andata. Se nei primi cinque anni di scuola Alexandra non aveva certo brillato per propensione allo studio, da quando aveva deciso di diventare Auror lo aveva ripreso in considerazione. Ora passava le sue giornate sui libri. Era come entrare in un mondo differente. Era come resettare tutto e cominciare un’altra vita. Adorava Storia della Magia. Immergersi in avvenimenti passati sui quali si basa ciò che è il presente la emozionava. Sorrise, si era di nuovo persa nei suoi pensieri. Il suo viso poi si rabbuiò e gli occhi tornarono verde cupo, come oscurati da un’ombra: la Realtà era un’altra. Chiuse il libro con un botto e si girò sulla schiena, a guardare il cielo che si scuriva sempre di più. Allungò la mano destra e la immerse nella gelida acqua del Lago. Come sempre il freddo pungente la aiutò a riprendere terreno, a recuperare sé stessa. Chiuse gli occhi e si concentrò solo sullo sciacquio dell’acqua del Lago.

-Presumo che quel libro sia della Biblioteca.-

-Ma chi cazz…- fece sollevandosi di colpo, per poi tapparsi la bocca con le mani, una volta identificato il proprio interlocutore. Dannazione, che diavolo ci fa qui il pipistrello? –Ehm, nooo. E’ un libro che ho preso…uh…in prestito da…da…sì! Da mia cugina!- Groan.

-Uh-uh.- fece lui prendendo il libro di Trasfigurazione e aprendo la copertina: sulla prima pagina capeggiava bellamente il timbro di Hogwarts –Una cugina, sì. E’ divertente come, in questi casi, cugine e cugini appaiano dal nulla per prestare i loro libri.-

Alexandra tacque preferendo non scavarsi ancora di più la fossa. La mano sinistra ancora bagnata stretta a pugno.

-Allora?- fece Piton, tamburellando sulla copertina con le dita

-Uh?-

-Sto aspettando una scusa più sensata Mustang.-

-Ehm. Può darsi che, in un caso molto eventuale eh, io abbia…come dire…preso in prestito questo libro dalla Biblioteca della scuola e l’abbia, forse, portato fuori dalla Biblioteca stessa.-

-Ah.-

-Ho detto può darsi…- aggiunse con voce molto flebile

-Indovina un po’?-

-Stasera alle nove nel mio ufficio; la strada dovresti saperla.- fece lei imitando la voce del professore

-Esatto Mustang, esatto.- rispose lui esibendosi in un sorriso ironico –E questo lo tengo io.- concluse sventolandole il libro sotto il naso.

Perché a me? Ma cosa ho fatto di male stavolta?

Eppure oggi non ho ucciso nessuno.

 

-

 

Dannazione a lui, imprecava mentalmente Alexandra mentre, alle nove circa, aspettava fuori dall’ufficio di Piton che questo si presentasse per la punizione. Sbuffando. Bussò di nuovo alla porta, ma niente, nessuna risposta. Si sedette sulla sua borsa, di fronte alla porta, sempre sbuffando come una ciminiera. Non le piacevano le persone che la facevano aspettare. Poi con Piton non era mai successo. Infine sentì dei passi provenire dal corridoio alla sua sinistra e si voltò verso la fonte del rumore. Con sua grande sorpresa però vide Thomas e due suoi amici grossi come armadi. Inquieta, mise mano alla bacchetta e si alzò in piedi per fronteggiarli:

-Calma tigre.- fece Fawyer alzando le mani –Oggi non voglio farti niente. Punizione col pipistrello.- concluse indicando l’ufficio. Alexandra annuì e rimise a posto la bacchetta, sebbene poco convinta:

-E’ in ritardo.- mormorò; Thomas bussò spazientito alla porta. Mi crede così idiota da non averci provato io stessa? –Può darsi che ci stia aspettando in Aula.- fece lei, raccogliendo la borsa da terra e iniziando a camminare.

 

Quando aprì la porta dell’Aula la prima cosa che la colpì fu il fetore: dentro i calderoni c’erano centinaia di baccelli verde vomito che parevano guardarla malevoli.

-Alla buon’ora Mustang.- fece Piton, comodamente seduto alla cattedra

-Merlino, che puzza! Ma cosa diavolo è?- disse Thomas disgustato, entrando in Aula.

Sul viso di Severus si allargò un sorriso che non lasciava a presagire nulla di buono:

-La vostra punizione, Fawyer.-

-E a giudicare dal fetore,- fece Alexandra toccando un baccello con la punta della bacchetta –Sono baccelli di Koilon, elementi fondamentali del Balsamo Rigenerante.-

-Esatto, e li dovete schiacciare tutti, farne uscire il pus e raccoglierlo nell’apposita ampolla. Senza la magia.-

Con un sospiro Alex posò la borsa sulla sedia di un banco della prima fila, si alzò le maniche della divisa e, trattenendosi dal vomitare qual poco che era riuscita a mangiare, prese a schiacciare un baccello. Da quello, come aveva anticipato Piton, uscì un pus giallo-marrone e lei si affrettò a mettersi sopra un’ampolla, per evitare di sporcare il banco. Se, mezz’ora dopo, qualcuno le avesse proposto di girare nuda per tutto il castello invece di schiacciare baccelli maleodoranti, avrebbe accettato senza pensarci due volte.

 

Era mezzanotte passata quando Alexandra schiacciò l’ultimo baccello di quelli che, alle nove, c’erano nel suo calderone. Thomas aveva finito e se n’era andato da circa dieci minuti, mentre i suoi amici erano usciti molto prima. Sigillò l’ampolla e la mise insieme alle altre. Prese la bacchetta e con un -Gratta e netta- mormorato alla stregua di una preghiera pulì sé stessa e il banco. Prese la borsa e poi si avvicinò a Piton, ancora seduto alla cattedra:

-Hai finito?- chiese lui con un tono leggermente ironico nella voce, Alexandra si limitò ad annuire –E vorresti il tuo libro, vero?- fece, posandolo sul piano di lavoro che li separava

-Esatto, signore.-

Lui si appoggiò allo schienale della sedia e incrociò le braccia sul petto, crogiolandosi nella completa attenzione della studentessa.

Alexandra si scoprì ad osservare attentamente il profilo del professore. La tenue luce dell’Aula li illuminava entrambi, lasciando però ampie zone d’ombra. L’attenzione della Serpeverde si soffermò sugli occhi di Piton che, invece, guardava verso le ampolle piene di pus. Quegli occhi così scuri le ricordavano vagamente dei pozzi. Profondi pozzi atti a raccogliere al proprio interno speranze e oscurità. Così profondi da non intravederne la fine. Così profondi che si sentì attanagliare la viscere dalla paura di cadervi dentro. Quando però lui si voltò verso di lei, Alexandra capì di non averne compresa l’intera essenza. Quegli occhi erano anche specchi: ella si vedeva riflessa al loro interno, ma tale riflesso era fin troppo reale, fin troppo realistico. Spostò lo sguardo sul libro di Trasfigurazione:

-Non è un libro del corso del sesto anno.- fece lui

-No. L’ho trovato in Biblioteca e mi sono incuriosita, così ho voluto leggerlo.-

Qualche minuto di silenzio e poi Piton lo spinse verso di lei:

-Riprenditelo.-

-Grazie professore, arrivederci.-

Per prima cosa, un sentimento nasce nel cuore. Col passare del tempo la mente comprende. Col passare del tempo.

 

Angolo Autrice: Shallalalla Polly *asd* Ok, non abituatevi a leggere un capitolo nuovo al giorno eh u.u Oggi ho voluto postare pecchè...pecchè è Natale 'nsomma. E a Natale si è tutti più buoni XD Così si dice in giro. Prendetelo come un regalo da parte mia. E' anche un po' più lungo degli altri, ma solo perchè io il 26 parto e torno il 2, quindi per tutto 'sto tempo non potrò aggiornare ^^" E poi ricomincia la scuola çwç E io non riuscirò mai a finire i compiti *panico* Ma, chissene ùwù Allegria, allegria, allegria *-* Domani è Natale x3 Ok, basta, ho scritto un commento quasi più lungo del capitolo .____. Ringrazio tantissimo Dogma, che, dall'alto della sua magnanimità, ha aggiunto la ff alle preferite *-* Grazie <3 Ringrazio anche alice81 per la recensione: io adoro le persone che recensiscono *3* E anche Lukk, che l'ha aggiunta alle seguite: mi sono divertita a leggere i Pairing che ti piacciono XD Anche io adoro Lucius *-* Mi hai fatto venire voglia di scrivere una ff su di lui °-° Però dovrò aspettare l'ispirazione giusta XDDD Anche un grandissimo abbraccio alla mia Kiki, la mia BRSS: Beta-Reader Subito Santa *asd*

We wish you a Meeeeeeerry Christmas and a Haaaaaappy New Year <3 (Plurale maiestatis XD)

Damn <3

PS: Mi sono accorta ora di non averlo mai detto, ma Rust, il titolo della ff, vuol dire Ruggine in inglese ùwù

  
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