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Autore: Lirio    24/12/2009    3 recensioni
- E tu vuoi dirmi che riuscirai dove io fallisco da ben due anni ?
- Si. E ti dirò di più ci metterei non mesi ma giorni.
- Ah davvero? Allora visto che la sai così lunga provaci. Avanti trova un modo in … 40 giorni!
- Mi stai proponendo una scommessa Zabini?
- Perché no?
- Va bene ci sto!- Ron guardò la sua ragazza come se di colpo avesse scoperto di stare con una lumaca carnivora.
Restauro di The player
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Blaise Zabini, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Il re del gioco

                Il re del gioco

perchè Blaise è il nostro re, ogni due ne azzecca tre..”

 

 

Improvvisamente il sipario si aprì, rivelando una scena che molti avrebbero pagato pur di vedere e che molti avevano effettivamente fatto, scommettendo. Fu quello, tra l’altro, l’istante esatto in cui l’enorme orologio per il conto alla rovescia sospeso in aria al centro della sala, regalo di Seamus per l’occasione ,battè le 00.00, facendo un baccano enorme e sputando fuori una tripudio di stelle filanti e coriandoli che finirono con l’investire gli invitati congelati dallo stupore. Tanto per dare una panoramica basterà dire che Ronald Weasley sembrava aver ingerito un intera confezione di pasticche vomitose; Hermione Granger aveva un cipiglio tale da far sembrare la ruga sulla fronte un solco perenne; Seamus Finnigan aveva la faccia di uno a cui era stato rotto il giocattolo preferito o più semplicemente di uno che ha perso una baracca di soldi. L’unica che sembrava di buon umore era Daphne Greengrass, che sfoggiava un sorrisetto che avrebbe fatto concorrenza a quelli più folli di Bellatrix Lenstrange. Blaise Zabini non c’era.

Fu solo in quel fracasso e al silenzio tombale che ne seguì che i protagonisti, entrambi distesi sul letto a baldacchino servito alla scenografia dell’opera teatrale che aveva avuto luogo prima della scena incriminata, si degnarono di interrompere il loro di teatrino. Harry Potter, che fino a quel momento aveva avuto mani e bocca impegnate su Draco Malfoy, si tirò su alla velocità della luce mentre un lampo di comprensione e orrore faceva apparizione sul suo viso. Nessuno dei due brillò per eloquenza. Perché Harry Potter farfugliò un ridicolo ”non è come sembra”e Draco Malfoy disse “Ops!”.

Dopodiché sulla sala si scatenò il putiferio.

 

 

 

 

 

 

                                                                 Ron & Blaise    

 

La testa di porco era un posto squallido, fatto di sedie sgangherate, bicchieri dalla dubbia pulizia e tipi loschi. Il posto perfetto per ubriacarsi in santa pace e nascondersi. Il posto perfetto per Ronald Weasley.

Il rosso, sconsolato e abbattuto, sedeva al bancone. Era alla sua terza burro birra. Avrebbe tanto, tanto,  voluto prendere qualcosa di più forte: un idromele barricato, un Whiskey incendiario. Ma non osava. Se si fosse ubriacato Hermione lo avrebbe scoperto in un modo o nell’altro (posto che lui quando alzava il gomito finiva sempre col combinare qualcosa di enorme, ridicolo e inappropriato) e beh… lei era già stressata per la storia di Harry, lui voleva vivere ancora a lungo.

- Buonasera!- disse una voce alle sue spalle.

- Oh, ciao – disse con voce smorta quando riconobbe chi gli si era seduto accanto. Il nuovo arrivato guardò con aria circospetta il locale, per poi ordinare una burro birra, naturalmente guardandosi bene dall’appoggiare i gomiti sul bancone appiccicaticcio.

- Come facevi a sapere che ero qui- aggiunse poi il rosso.

- Intuito, direi! Allora quali nuove?- chiese cordiale.

- Oh beh, sapessi.- rispose laconico Ron, di solito invece di tante parole.

- Problemi? – chiese preoccupato l’altro- se ne vuoi parlare…

- Credo che non dovrei dire niente a te. Sai per la scommessa…immagino che vorrà essere Hermione la prima dirtelo- fece un buffo sospiro- Davvero non sono sconvolto. Insomma c’ero anch’io quando avete scommesso. Però non pensavo che lei… Non sono sconvolto, davvero, solo che io… miseriaccia! E comunque Harry lo è di più.

- Che cosa?

- Sconvolto ecco. Non l’ho mai visto così. Ok, no. Al quinto anno faceva  molta più paura.

- Amico, perché lo sai che noi siamo amici ormai, con me ne puoi parlare, se vuoi- disse in tono affettuoso- e al diavolo la scommessa!

- Al diavolo la scommessa!- disse di rimando Ron svuotando quel che rimaneva del boccale- e va bene. Tanto ormai è finita-

Gli occhi dell’altro luccicarono di bramosia e curiosità. Poi con un tono casuale disse: - e perché?

- Per fartela breve dietro alla storia del giro di scommesse di Seamus c’è Hermione. L’idea è stata sua. Harry l’ha scoperto. Non l’ha presa bene. Sai Hermione diventa un tantino estrema quando pensa di star facendo la cosa giusta. E Harry…te l’ho mai detto che al quinto anno è stato un incubo? Una crisi adolescenziale, credo. Gli saltavano i nervi per qualsiasi cosa, si arrabbiava…

- Capisco benissimo- disse di rimando l’altro pensando a uno studente biondo.

- Ma certo- rispose Ron, certamente capendo a chi si riferiva.

- Comunque, sono curioso, Potter come ha fatto a smascherare la Granger?- disse assottigliando lo sguardo il ragazzo.

- Diciamo che è stata Hermione a smascherare Harry. Lo ha trovato negli spogliatoi con Malfuret…, con Malfoy volevo dire. Loro due stavano…- aggrottò la fronte- e poi credo che Hermione ha parlato a Malfoy e a Harry e  insomma è venuto fuori tutto.

- Non c’è bisogno che tu aggiunga altro, ho capito- e poi aggiunse secco- e così la Granger ce l’ha fatta.

- Mi dispiace.- disse sincero il rosso dandogli una pacca sulla spalla.

- Va bene così. Però non mi hai ancora detto cos’è che ti preoccupa. Mi sembrava che tu ormai avessi metabolizzato il fatto che loro due si attraevano.

- E’ che non so cosa fare…sono intrappolato tra la mia ragazza e il mio migliore amico. Capisco Harry, è il mio compagno di disavventure, abbiamo combattuto insieme, siamo come fratelli. Capisco anche Hermione però; che poi è la mia ragazza,  fantastica, un po’ testarda e con certe manie come quel Crepa… un diavolo a lett..

- Ron-

- Si cioè, capisci? Cosa faccio?

- Scommetti- disse in tono serissimo.

- Scusa?- disse Ron recuperando in un attimo tutta la vitalità.

- Scommetti al gioco di Seamus. Non importa quanto. Scommetti e basta.

- Dici sul serio?

- Certo! E già che ci sei parla con Potter. Lo sa anche lui che in realtà è in debito con la Granger. Non ascolterà lei, ma ascolterà le parole di un amico. Poi va dalla tua ragazza, dille che ti dispiace per il tuo appoggio tardivo. Che sei d’accordo con lei e che ha fatto bene. E che ci hai pensato tu a sistemare tutto con Harry.

- Ok… grazie, sei un amico- disse stupito Ron, con l’aria di chi ha appena ricevuto un salvagente in alto mare.

- No, grazie a te- disse l’altro sorridendo- ora però devo andare. Buonanotte, Ron- E così dicendo si alzò dal suo sedile.

- ‘Notte- disse con un tono decisamente diverso di quello di inizio conversazione. Poi all’improvviso, quando ormai Blaise era alla porta, esclamò- aspetta Blaise, su cosa scommetto?-

Ma Blaise Zabini sorrise soltanto, per poi dileguarsi nella notte.

 

 

 

                                             DAPHNE, THEO & ROMILDA

 

 

- NO! Non ci siamo! Theo da te mi aspettavo di più! Dovresti conoscere ogni gesto, ogni battito di ciglia di Draco a memoria! Com’è che lei ancora non ci riesce?

Theodore Nott, si morse forte il labbro per impedirsi di rispondere. Era meglio non contrariare Daphne, oltretutto ci teneva troppo a quell’occasione, anche se significava farsi strapazzare da quella arpia.

- Che cosa ho sbagliato ora?- sbottò Romilda Vane con la sua voce starnazzante- dopotutto dovrò impersonarlo solo per poco tempo no? Poi comunque saremmo troppo impegnati a fare altro- aggiunse con un sorriso.

Thedore trattenne il fiato. Conosceva troppo bene il carattere di Daphne da sapere che era sempre meglio non contrariarla. Infatti la ragazza attraversò la stanza a grandi falcate fino a trovarsi a due centimetri dal viso di Romilda.

- Tu sciocca e stupida ragazzina! Ti sto dando l’opportunità più favolosa della tua inutile e patetica vita e osi lamentarti? Se non fosse per me e per il mio ingegnoso piano tu non riusciresti a toccare, anzi no… sfiorare Potter neanche se vivessi a lungo quanto Nicolas Flamel-  Romilda smise di sorridere mentre terrorizzata fissava Daphne in preda alla furia. Quest’ultima, soddisfatta dell’aria spaventata della ragazza, si allontanò tornando a sedersi graziosamente al suo posto. Poi con la voce più soave e leziosa disse:- Oh mia cara Romilda, io pensavo che tu fossi  la candidata perfetta per questo ruolo. Vuoi dire che mi sono sbagliata? Sarebbe una seccatura certo- fece una pausa godendosi l’espressione ansiosa della ragazza- tuttavia se mi dici che non ce la fai posso sempre sostituirti con qualcun’altra…magari con una delle tue amiche, che dici?- e il suo bellissimo viso si illuminò di un sorriso angelico.

- No!- disse con voce strozzata Romilda- io vado benissimo! Ero distratta ecco, Nott rifacciamo e dimmi se sono convincente - Daphne sorrise compiaciuta mentre con una mano si lisciava i capelli e con l’altra prendeva un pasticcino dal vassoio al suo fianco.

Theodore sospirò. Non gli piaceva affatto avere a che fare con Daphne Greengrass. Però lei gli aveva fatto una proposta difficile, anzi impossibile, da rifiutare.

 

FLASHBACK

 

 Theodore Nott stava tornando sconsolato ai dormitori serpeverde. Nonostante fossero passati più di due mesi ancora non riusciva a dimenticare la pessima figura che aveva fatto con Draco. Una caduta di stile, indecorosa. Ossessionato da quel biondo e non riuscendo più a trattenersi, causa anche il fatto che aveva alzato troppo il gomito, gli si era dichiarato. Per la precisione gli aveva fatto una serenata. Era stata una scena orripilante. Avrebbe dovuto dare ascolto a Zabini che gli aveva detto di non bere. Ad ogni modo era troppo tardi ormai.

Era così assorto nei suoi pensieri che si accorse chi aveva davanti solo quando ormai era a un metro da lei. Appoggiata alla parete del corridoio, statuaria nella sua bellezza, c’era Daphne Greengrass. Nott sudò freddo. Non veniva mai nulla di buono da quella li. Sperando di non essere lui chi stava aspettando, cercò di tirare dritto salutandola con un cenno della testa ma, non poté fare neanche due passi oltre al punto in cui si trovava lei, che la ragazza disse- Nott! E’ così che si saluta? E pensare che io mi ero presa il disturbo di venirti incontro. Poi però mi sono stufata di cercarti e ho deciso di fermarmi qui ad aspettare…te.

- Gentile da parte tua Daphne! - disse Theodore in un tono davvero poco credibile. Si voltò verso di lei, rimanendo però al suo posto.

- Già sono proprio una brava persona- sorrise- dai Theo vieni qui, che dobbiamo parlare.

- Non mi pare proprio- disse lui. Ok aveva anche fatto una pessima figura. Ma era pur sempre Theodore Nott e non uno dei tirapiedi di Daphne.

- E invece si- insistette la ragazza il tono di voce che da lezioso diventava pungente.

- Buona giornata Daphne- la salutò Nott proseguendo per la sua strada.

- Nott sei davvero cattivo!- strepitò lei come una ragazzina. Il suo tono però presto si fece pericolosamente suadente- E io che pensavo ti avrebbe fatto piacere parlare della possibilità di spupazzarti Draco impunemente…

Theodore Nott si fermò di colpo.

La ragazza lo raggiunse e gli diede un buffetto nella schiena.

- Su andiamo a parlarne in un posto più tranquillo Theo.

 

FINE FLASHBACK

 

 

 

Ed era così che si era trovato in una stanza a provare e riprovare il “piano” assieme a Romilda Vane, probabilmente l’unica altra persona a Hogwart, oltre a lui, così ossessionata dal suo oggetto del desiderio, e allo stesso tempo così disperata, da accettare una proposta simile. Il perché di tanti giorni assieme supervisionati da Daphne, la quale si comportava peggio di un carceriere, era presto detto. Dovevano insegnarsi a vicenda. Lui avrebbe dovuto impersonare Harry Potter e Romilda Vane, Draco. Ovviamente sarebbe stato molto più semplice personificare loro stessi i loro beniamini, visto la loro ampissima conoscenza in merito. Però questo avrebbe mandato a rotoli la fase due del piano di Daphne, perché sia lui sia Romilda erano disposti a strozzarsi piuttosto che baciare il rispettivo rivale.

Un piano del genere poteva venire in mente solo alla bionda più pericolosa di Serpeverde.

- Bene!- disse la voce squillante di Daphne interrompendoli- può bastare. Ora ascoltatemi. Romilda tu hai il compito più difficile. E’ probabile che rimarrà tappato nella vostra torre su suggerimento della Granger. Dovrai intercettarlo, stordirlo e poi trovarvi prima di mezzanotte sul palco. Conto sul fatto che essendo della stessa casa non ti sarà difficile farlo. Nott: ho fatto in modo che Draco si trovi alle undici sera nella quindicesima aula dell’ala est dei sotterranei. Non dovrà uscire da quella stanza per nessun motivo al mondo. Non mi interessa come farai. Fallo e basta. Ricordate: delle due pozioni che vi ho dato la polisucco va bevuta, dopo, capito? Dopo. Altrimenti come effetto collaterale vi troverete trasformati in un golden retriver.

 E’ tutto. Ora io vado. E se per colpa vostra non andrà come io ho diligentemente programmato…ma cosa vado a pensare– sorrise- non accadrà dico bene?.

E con un sorriso leggiadro quanto pericoloso lasciò la stanza.

Theodore e Romilda sospirarono.

 

 

                                           

 

                                          RON,  HERMIONE & HARRY (I parte)

 

 

Ormai si rasentava il ridicolo. Ogni volta che lei, Hermione, metteva piede in qualunque stanza ci fosse Harry, questi o spariva, oppure si mostrava impegnatissimo a fare tutt'altro, ignorando la sua presenza. In questo modo impediva a Hermione di avvicinarsi. La ragazza era mortificata. Sapeva di essere andata un po' oltre, diciamo un bel po', ma era convinta di aver agito per il meglio. Di aver fatto la cosa giusta. E anche se Harry lo sapeva ed era consapevole di quanto si stesse rendendo ridicolo, era comunque troppo arrabbiato per cambiare atteggiamento. Per cui Hermione si era trovata a vagare da sola come in quell'orribile terzo anno in cui Ron e Harry ce l'avevano avuta con lei. Ecco. Ron era un altro grattacapo. Non aveva mai sperato che Ron potesse appoggiarla o addirittura capire. Certo accettava il gusto di Harry: era da tre anni che ormai si era mentalizzato al fatto che l'ossessione dell'amico per Draco Malfoy non sarebbe sparita tanto in fretta. E, probabilmente, aveva accarezzato pure lui l'idea di fare qualcosa, da quando le liti e le zuffe furibonde non avevano più fine. Tuttavia “tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare”. Quando Ron era stato messo al corrente di tutta la faccenda (Harry aveva usato parole come “tradimento, giocare con la vita delle persone, Finnigan, manipolazione e trucchi”), era rimasto attonito e muto. Poi quando Harry gli aveva descritto il siparietto degli spogliatoi, aveva fatto la stessa identica espressione di quel lontano giorno sulla botola davanti a Fuffy. Si era ripreso in fretta però e, dopo aver assunto un atteggiamento inquietantemente tranquillo, aveva detto: - Ah! Meno male che ci sei andata tu Hermione a riprendermi il portafoglio!- poi aveva riso di gusto, aveva salutato Hermione con un bacio sulla guancia, Harry con una pacca sulla spalla e... ed era sparito. Letteralmente. Nessuno lo vedeva da giorni, eccezion fatta per le lezioni. Le rare volte in cui l'aveva beccato le era sembrato normale, era carino e affettuoso come sempre. Rifiutava però di parlare dell'argomento. L'unica cosa che la consolava era che Harry riceveva lo stesso trattamento. Però lei era la sua ragazza! C'era voluto tanto per dichiararsi i rispettivi sentimenti, Ron era un bravo ragazzo dal grande cuore, eppure ora che aveva bisogno di lui, mancava. Triste e abbattuta mentre sfogliava un libro nella sala comune, che a quell'ora di pomeriggio inoltrato era deserta, (probabilemnte si stavano tutti preparando per il gran galà), Hermione si chiese infine se aveva davvero fatto la cosa giusta.

-        Hermione- era così assorta che non si accorse che qualcuno le si era seduta a fianco sul divano finchè, sentendosi chiamare, alzò la testa per trovarsi di fronte proprio l'oggetto delle sue elucubrazioni.

-        Cosa vuoi?- disse brusca, voleva essere gentile, davvero, perchè era da tanto che lui non veniva a cercarla, ma la frustrazione era troppa.

Ron fece un sospiro dicendosi che, dopotutto, se lo era meritato; era stato un fidanzato inqualificabile.

-        Hermione, mi dispiace!

La ragazza spalancò gli occhi, presa in contropiede.

-        Sono stato un pessimo fidanzato, ti ho lasciato da sola ad affrontare tutto, mi sono comportato come una cacca di troll...Ho pensato, tanto, e ...Hermione sei stata eccezionale a fare tutto questo da sola. Mi dispiace solo che mi hai tenuto nascosto tutto, anche se beh...come al solito hai avuto ragione, visto come mi sono comportato. Forse i tuoi metodi non sono stati il massimo...ma perlomeno Harry non sarà più isterico per quello- disse riferendosi alla tensione sessuale- e poi, a lui ci parlerò io. Non sarò un genio ma quello di parlare ad un amico, credo ancora di saperlo fare. Cosa dici? Sono perdonato?-

-        Oh Ron! Si, si, certo che lo sei!- Hermione non seppe dire altro prima di buttarglisi tra le braccia piangendo, come quella volta di tanti anni fa. Ron imbarazzato come allora, le accarezzò i capelli- Scusami tu invece! Avrei dovuto dirti tutto prima, pensavo...Sono stata una sciocca. E anche con Harry....

Hermione si sfogò a lungo mentre Ron contento per come alla fine erano andate le cose, ringraziava mentalmente quel genio di Zabini. Anche se era dell'idea di riuscire a dare il meglio di sé quando c'era in ballo Hermione.

Dopo lo sfogo, Hermione si ricompose, diede un bacio a Ron e disse:- Bene!Ora credo di dover scusarmi con Harry, riconosco di aver gestito male la cosa. Si trova nella torrre di Astronomia vero? Mi dicono che è li dove va a rifugiarsi.

-        Prima però gli parlo io. A differenza di te, io ormai sono immune a tutti i suoi attacchi- disse pensando ai bei epiteti che Harry gli aveva rivolto il quinto anno- se andassi tu prima, finireste col litigare.- Ron vedendo l'espressione pensosa della sua ragazza pensò di aver detto la cosa sbagliata, ma lei invece disse una cosa che lui gli avrebbe rinfacciato per i seguenti dieci anni durante le loro liti domestiche.

-        Hai ragione tu, Ron, per cui faremo come hai detto.

Un sorriso ebete non potè fare a meno di spuntare sul viso del rosso- Andiamo insieme! Tu aspetterai fuori dalla porta, così non perderemo tempo. Ne abbiamo già sprecato troppo con questa storia- e così dicendo la prese per mano aiutandola ad alzarsi. Prima di uscire dal rittratto, Ron diede un'occhiata al suo orologio. Mmm. Aveva circa una ventina di minuti prima della chiusura. Era meglio per Harry che gli desse retta al primo colpo.

 

 

                                                         

 

                                                               blaise  & Draco

 

 

Blaise sapeva che Daphne stava architettando qualcosa di molto losco. Lo sapeva da settimane e ne aveva avuto conferma quando si era sparsa la voce che lei aveva deciso di partecipare al giro di scommesse. Da allora Blaise l'aveva tenuta d'occhio e  seguita come un segugio.La cosa si era fatta interessante quando le perosne da una, erano diventate tre. Tra tutta la gente che c'era a Hogwarts, Daphne aveva scelto proprio quelle che probabilmentesapevano più di Potter e Draco di quanto ne sapessero loro stessi. Questo, e il fatto che Piton si fosse lamentato che per l'ennesima volta qualche canaglia gli aveva rubato ingredienti dal laboratorio, quegli ingredienti per quella pozione dal colore marrone,  avevano fatto trarre a Blaise interessanti conclusioni. Conclusioni di cui avrebbe verificato la validità molto tempo prima, se il principe delle serpi non avesse architettato una seriedi sabotaggi alla sua persona, a ripetizone. A parte il fatto di non rivolgergli la parola se non per ringhiargli contro, Draco aveva cercato di intossicarlo, avvelenarlo, gli aveva fatto sparire i vestiti, gli faceva sparire i compiti fatti e come se non bastasse se non stava attento rischiava di trovarsi appeso a una caviglia ogni due secondi, lui che soffriva di vertigini. Era palese che ce l'aveva con lui. Glielo stava dimostrando in ogni modo. Ed era altrettanto palese che se non gli parlava era perchè lui, Blaise, doveva sapere bene il motivo. Il che era vero. Quello che non sapeva era come fosse risucito a scoprirlo. L'enigma però era stata risolto dopo la chiacchierata con Weasley. Assolutamente illuminante. Gli aveva fatto capire che la partita era lungi dall'essere finita. Doveva ammetterlo: doveva molto a quel ragazzo. Sperava davvero che seguisse il suo consiglio. L'istinto gli diceva di si.

Così quel pomeriggio, l'ultimo a sua disposizione, reprimendo la sua frustrazione per tutto quel ritardo, seguì il trio portandosi dietro un'orecchia oblunga ( ringrazio mentalmente i Weasley in generale) e scoprì la verità. Il diabolico piano di Daphne. Concitato, rendendosi conto che aveva meno tempo di quel che pensava, si allontanò dalla stanza di quel sotterraneo polveroso. Doveva trovare subito Draco, farsi ascoltare e convincerlo a nascondersi.Tutte cose una più difficile dell'altra, ma lui era Blaise Zabini e la parola impossibile per lui non esisteva e....

-        Ahhhhhhhhhh....No, maledizione Draco, non adesso!- nel tornare in camera sua era così assorto nei suoi piani da non accorgersi che dietro la porta si era nascosto il biondino a tendergli un agguato.

-        Si, si e  invece si. Zabini devi imparare la lezione- disse diabolicamente divertito il biondo.

-        L'ho imparata, giuro! E' stata una settimana d'inferno...ma ora mettimi giù così ne parliamo! E poi da quando usi il mio cognome?

-        Da quando scommetti su di me, Giuda!

-        Ok, non mi sono comportato bene, scusa!

-        Scusa un accidenti! Il mio si che è stato un incubo. Per di più, oltre ad aver ignominiosamente usato il mio nome e “maledizione” nella stessa frase, osato darmi ordini e propinarmi scuse da quattro soldi, non appari affatto pentito! Scommetto che pensi di aver avuto ragione- disse il biondino inviperito e allo stesso tempo divertito nell'usare quel verbo ed avere contemporaneamente Blaise in pugno.

-        Hai ragione, hai perfettamente ragione, e potrai prendertela con me quanto ti pare, dopo, ora c'è qualcosa di più importante, vitale direi, che ti devo spiegare...

Il biondo assottigliò lo sguardo valutando le parole dell'amico. Ma fu solo un attimo.

-        Te lo puoi scordare. A testa in giù si riflette meglio sui propri errori.

-        E' per il tuo bene Draco, Daphne vuole che...

-        Lascia che decida io per il mio bene. Buona serata Blaise- e furibondo sbattè la porta andandosene.

-        Merda!!!- urlò frustrato il moro, la bacchetta per terra e lui per aria. Si chiese con terrore quanto durasse l'incantesimo. Per il bene di tutti, e per il suo stesso, sperava non troppo.

 

 

 

                                      

 

                                     RON,  HERMIONE & HARRY (I I parte)

 

 

 

Quando Harry si vide apparire Ron, rimase molto sorpreso. Il suo amico Ron si era dato alla macchia per giorni e giorni ma, dopo tutto quello che gli aveva fatto passare il quinto anno, non  gli riusciva proprio di biasimarlo. Era logico che Ron temesse il ripetersi di quelle sfuriate, persino lui riusciva a stento a sopportarsi a quel tempo. Anche in quel periodo a dirla tutta, ma tant'è. Sapeva di rendersi  ridicolo e patetico, ma aveva faticato tanto a conquistarsi uno spazio, ad essere artefice del suo destino, che sapere che tutto quello che aveva vissuto era frutto del disegno di qualcun altro... gli ricordava i tempi in cui Dumbledore gli diceva di fare una cosa senza però spiegargli mai veramente tutto. Molto frustrato, ecco come si sentiva. Con Hermione ma soprattutto con se stesso. E ora che era riuscito a digerire la cosa e a capire quanto alla fine lui ci avesse guadagnato (Draco baciava benissimo oltre a saper fare un mucchio di altre cose...), complice il fatto che ormai il gioco era agli sgoccioli, non riusciva a trovare un modo carino per avvicinarla senza apparire un perfetto imbecille. Ed ora ecco apparire Ron con un aria seriosa non da lui. Sembrava più serio di Percy, il che era tutto dire.Il rosso, chiudendo accuratamente la porta e lanciando contemporaneamente un incantesimo silenziante, lo raggiunse in tre falcate e ponendogli le mani sulle spalle come fa un padre con un figlio disse:- Harry lo so che Hermione è pazza. Sono il suo ragazzo per cui, credimi, lo so. Però so anche che è dannatamente intelligente e quando fa una cosa lo fa per un buona ragione. E so anche che ti vuole un mare di bene e che se fa, le follie che fa, è per il bene tuo e un bene generale. Non mi fraintender eh! Penso ancora che Malfoy si uno stronzetto bastardo e che hai dei gusti davvero, davvero pessimi. Però mi va bene. Non che tu abbia bisogno del mio consenso per qualcosa... però giuro, non ho quasi problemi. E... beh... credo tu debba fare pace con Hermione, amico.

-        Wow!- disse Harry dopo un attimo di imbarazzato silenzio. Imbarazzato perchè Ron aveva appena fatto il discorso più eloquente e più intelligente di tutta la sua vita mentre lui in quegli ultimi giorni si era comportato in modo indecente- Wow, Ron sei stato... magnifico...

-        Dici sul serio Harry?- disse quasi scodinzolando l'altro ragazzo, che si era aspettato tutto tranne un complimento- ha ha ha, si in effetti sono stato magnifico!-

-        Uh beh, allora io non ho più scuse, se anche tu ora agisci in modo maturo credo che dovrò farlo  anche io. Naturalmente quello che hai detto era tutto giusto e vero. Sono stato un cazzone.

-        Noooooo. Sei stato nella norma, credimi il quinto anno è stato peggio-

Harry sghignazzò complice.

-        E comunque non è che io sono stato meglio, sono sparito come un vigliacco.

-        E' tutto posto. Capito che siamo stati dei cazzoni tutti e due ora lasciamoci tutto alle spalle.

-        Con piacere! Harry mi puoi fare un favore però?

-        Certo!

-        Per favore, per favore, non fare quelle cose davanti a me!

-        Quelle cose, cosa?- chiese Harry non capendo.

-        Quelle che Hermione ti ha visto fare con malfuretto- disse Ron facendo uno sforzo sovraumano nel tentivo di non immaginarsele.

-        D'accordo Ron!- E Harry ridacchiò di gusto.

-        Bene!- disse Ron visibilmente sollevato- e ora devi solo parlare con hermione e tutto sarà risolto.

-        Ah sai dove è ora, così risolviamo subito

-        Veramente è dietro la porta, che aspetta...- disse Ron imbarazzato.

-        Oh beh...d'accordo già che ci si sono- Harry improvvisamente parve nervoso.

-        Herm, vieni, ora puoi entrare- la chiamò il rosso dopo aver dissolto l'incantesimo silenziante.

Hermione aprì la porta lentamente e disse timidamente- Ciao Harry..

-        Ciao Hermione- disse Harry concitato.

-        Ragazzi io andrei...- e guardando l'orologio con fretta improvvisa Ron si dileguò

 

 

 

                                                                  Ron  &  dean

 

Dopo aver lasciato Harry e Hermione al proprio destino, sicuro del fatto che almeno con lui non ce l'avrebbero avuto, Ron si chiese ancora una volta se seguire l'ultimo e più enigmatico consiglio di Blaise, fosse una cosa saggia. Trafelato per la corsa lungo i corridoi, giunse in fine in sala grande, nell'angolo in cui Seamus aveva fatto un banco per le scommesse, gemello di quello che già c'era in sala comune. Si frugò nelle tasche alla ricerca di qualcosa, qualunque cosa, da scommettere. Vi trovò un solo zellino e con quello si diresse al banco delle scommesse dove in quel momento c'era solo Dean, intento a chiudere cassa e controllare i libri di conto.

-                    Siamo chiusi- disse Dean senza neanche alzare lo sguardo dal libro. Seamus era un maledetto rompiscatole e se i conti non rano perfetti gli faceva sconti sulla sua già risicata percentuale.

-                    Chiusi?- disse Ron in tono stridulo. A quel verso Dean levò gli occhi dal testo per fissare Ron con sufficienza.

-                    E' scritto nel cartello- disse indicando qualcosa in basso. E in effetti c'era un enorme pannello luminoso che portava scritto “Chiusura inderogabile alle ore 19.00”. Ron guardò il suo orologio che segnava le 18.59.

-                    Manca un minuto tecnicamente sono ancora in tempo!

-                    Il tuo orologio è sicuramente in ritardo. Mi dispiace Ron, nessuna eccezione.

-                    Neanche per un amico?

-                    Mi dispiace.

-                    Esci con mia sorella!

-                    E questo cosa centra?

-                    Beh devi essermi riconoscente per tutte le volte che non ti ho preso a pugni quando pomiciavate in pubblico in quel modo osceno!

-                    Scusa?- il tono di Dean era tra lo sbalordito e il perplesso.

-                    Ti prego...- piagnucolò Ron.

Dean soppesò per un attimo la cosa poi sospirò e disse- Va bene, da qui. Dimmi quanto vuoi scommettere e su chi o cosa?- disse aprendo la cassa.

-                    Uno zellino- disse Ron allungandogli la moneta. Dean inarcò un sopracciglio ma non disse niente.

-                    Su chi o cosa?

Ron non rispose. Non ne aveva la minima idea. Blaise gli aveva detto di scommetere ma non gli aveva detto altro. Massaggiandosi le tempie con fare pensoso, Ron si disse che dopotutto Harry e malfuretto avevano già perso ma che se conosceva bene la sua ragazza avrebbe fatto in modo che nessuno ci guadagnasse sopra. Per cui nessuno avrebbe vinto.

-                    Ok, allora tu punti su “nessuno”. Davvero Ron un bel coraggio soprattutto considerando che gioca anche la Greengrass. Non ti facevo un giocatore d'azzardo.- e con u tonfo chiuse il libro e la cassa.

-                    Cosa? No Dean io non ho ancora deciso!!- disse con panico Ron. Aveva fatto il ragionamento ad alta voce!

-                    Mi dispiace Ron ma ho già fatto un eccezione. Non posso anche sgarrare sulla regola “ la prima cosa che dicono, vale”.

Ron pensò non per la prima volta, ma sicuramente mai con così tanta ragione, che Seamus era il diavolo.

 

 

 

 

 

All'ora di cena tutto era pronto. La sala comune, grazie al sapiente lavoro di Pansy, era grandiosa. Un po' troppo stucchevole e decorata per i gusti sobri di Hermione, ma comunque bella. Dopo aver fatto pace con Harry e avergli raccomandato di non muoversi per nessun motivo dalla torre di grifondoro, Hermione era scesa per assistere alla festa, augurandosi che non accadesse nulla e che Draco avesse avuto il buonsenso di tenersi al riparo da eventuali macchinazioni. Ron l'aveva raggiunta poco dopo, più allegro del solito anche se continuava a fulminare Seamus con lo sguardo. Seamus poi si era vestito del suo abito migliore e lanciava grandi sorrisi. L'unica altra persona che sorrideva quanto lui era Daphne, bellissima nel suo abito da cocktail blu elettrico.

Lo spettacolo che andò in scena sul palco fu divertente e molto ben fatto, ma nessuno ci fece caso. La maggior parte della gente si ingozzava di cibo o si abbeverava a grandi sorsate di punch corretto, lanciando occhiate furtive all'enorme orologio montato su ordine di Seamus, aspettando che accadesse qualcosa.

Quello che preoccupava Hermione era il non vedere Zabini da nessuna parte. Diventò sempre più nervosa man mano che ci si avvicinava allo scadere e del tempo e ormai quando con sollievo vide che mancavano una manciata di secondi alla fine, ecco che accadde, quel che accadde.

Daphne si alzò dalla sedia come se fosse stata spinta da una molla. La faccia di Harry era smarrita.

In quel silenzio Draco Malfoy non trovò di meglio da dire che :- Ops!

Dopo di che scoppiò il putiferio.

 

 

 

 

 

 

NdA: avevo la storia scritta da mesi! L'avevo scritta a mano sul mio quaderno negli appunti tra un ritaglio di tempo e l'altro, tra una pausa studia e l'altra. E' stata una sofferenza fisica sapere che la la storia c'era, scritta e finita, ma non avere il tempo per trascriverla sul pc! Dopo il tram tram dei pre appelli, mi sono messa d'impegno. Volevo farvi un regalo di Natale, e quindi ecco qua. Ci sono altre quattro pagine circa con l'epilogo. Le ho divise apposta perchè vorrei che tutti quelli che hanno seguito “the player”in  questi anni, mi lascessero un loro commento prima della fine. Perchè questa sarà la mia unica ultima fanfiction che scriverò. Magari cercherò di finire “profumo” ma non ci credo neppure io. D'ora in poi mi dedicherò al massimo alle traduzioni, e alla mia storia originale. Col 2009 si chiude un ciclo(per cui la fine della storia sarà postata prima di capodanno).Grazie infinite a tutti quelli che hanno recensito e letto! ^^ besos! E BUON NATALE!!

ps: la chiave di tutto è Blaise Zabini.^^

  
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