Il re del gioco
“perchè Blaise è il nostro re, ogni due ne azzecca tre..”
Improvvisamente il sipario si aprì,
rivelando una scena che molti avrebbero pagato pur di vedere e che molti
avevano effettivamente fatto, scommettendo. Fu quello, tra l’altro, l’istante
esatto in cui l’enorme orologio per il conto alla rovescia sospeso in aria al
centro della sala, regalo di Seamus per l’occasione ,battè le 00.00, facendo un
baccano enorme e sputando fuori una tripudio di stelle filanti e coriandoli che
finirono con l’investire gli invitati congelati dallo stupore. Tanto per dare
una panoramica basterà dire che Ronald Weasley sembrava aver ingerito un intera
confezione di pasticche vomitose; Hermione Granger aveva un cipiglio tale da
far sembrare la ruga sulla fronte un solco perenne; Seamus Finnigan aveva la
faccia di uno a cui era stato rotto il giocattolo preferito o più semplicemente
di uno che ha perso una baracca di soldi. L’unica che sembrava di buon umore
era Daphne Greengrass, che sfoggiava un sorrisetto che avrebbe fatto
concorrenza a quelli più folli di Bellatrix Lenstrange. Blaise Zabini non
c’era.
Fu solo in quel fracasso e al silenzio
tombale che ne seguì che i protagonisti, entrambi distesi sul letto a
baldacchino servito alla scenografia dell’opera teatrale che aveva avuto luogo
prima della scena incriminata, si degnarono di interrompere il loro di
teatrino. Harry Potter, che fino a quel momento aveva avuto mani e bocca
impegnate su Draco Malfoy, si tirò su alla velocità della luce mentre un lampo
di comprensione e orrore faceva apparizione sul suo viso. Nessuno dei due
brillò per eloquenza. Perché Harry Potter farfugliò un ridicolo ”non è come
sembra”e Draco Malfoy disse “Ops!”.
Dopodiché sulla sala si scatenò il
putiferio.
Ron & Blaise
La
testa di porco era un posto squallido, fatto di sedie sgangherate, bicchieri
dalla dubbia pulizia e tipi loschi. Il posto perfetto per ubriacarsi in santa
pace e nascondersi. Il posto perfetto per Ronald Weasley.
Il
rosso, sconsolato e abbattuto, sedeva al bancone. Era alla sua terza burro
birra. Avrebbe tanto, tanto, voluto prendere qualcosa di più forte: un
idromele barricato, un Whiskey incendiario. Ma non osava. Se si fosse ubriacato
Hermione lo avrebbe scoperto in un modo o nell’altro (posto che lui quando
alzava il gomito finiva sempre col combinare qualcosa di enorme, ridicolo e
inappropriato) e beh… lei era già stressata per la storia di Harry, lui voleva
vivere ancora a lungo.
-
Buonasera!- disse una voce alle sue spalle.
-
Oh, ciao – disse con voce smorta quando riconobbe chi gli si era seduto
accanto. Il nuovo arrivato guardò con aria circospetta il locale, per poi
ordinare una burro birra, naturalmente guardandosi bene dall’appoggiare i
gomiti sul bancone appiccicaticcio.
-
Come facevi a sapere che ero qui- aggiunse poi il rosso.
-
Intuito, direi! Allora quali nuove?- chiese cordiale.
-
Oh beh, sapessi.- rispose laconico Ron, di solito invece di tante parole.
-
Problemi? – chiese preoccupato l’altro- se ne vuoi parlare…
-
Credo che non dovrei dire niente a te. Sai per la scommessa…immagino che vorrà
essere Hermione la prima dirtelo- fece un buffo sospiro- Davvero non sono
sconvolto. Insomma c’ero anch’io quando avete scommesso. Però non pensavo che
lei… Non sono sconvolto, davvero, solo che io… miseriaccia! E comunque Harry lo
è di più.
-
Che cosa?
-
Sconvolto ecco. Non l’ho mai visto così. Ok, no. Al quinto anno faceva molta più paura.
-
Amico, perché lo sai che noi siamo amici ormai, con me ne puoi parlare, se
vuoi- disse in tono affettuoso- e al diavolo la scommessa!
-
Al diavolo la scommessa!- disse di rimando Ron svuotando quel che rimaneva del
boccale- e va bene. Tanto ormai è finita-
Gli
occhi dell’altro luccicarono di bramosia e curiosità. Poi con un tono casuale
disse: - e perché?
-
Per fartela breve dietro alla storia del giro di scommesse di Seamus c’è
Hermione. L’idea è stata sua. Harry l’ha scoperto. Non l’ha presa bene. Sai
Hermione diventa un tantino estrema quando pensa di star facendo la cosa
giusta. E Harry…te l’ho mai detto che al quinto anno è stato un incubo? Una
crisi adolescenziale, credo. Gli saltavano i nervi per qualsiasi cosa, si
arrabbiava…
-
Capisco benissimo- disse di rimando l’altro pensando a uno studente biondo.
-
Ma certo- rispose Ron, certamente capendo a chi si riferiva.
-
Comunque, sono curioso, Potter come ha fatto a smascherare la Granger?- disse
assottigliando lo sguardo il ragazzo.
-
Diciamo che è stata Hermione a smascherare Harry. Lo ha trovato negli
spogliatoi con Malfuret…, con Malfoy volevo dire. Loro due stavano…- aggrottò
la fronte- e poi credo che Hermione ha parlato a Malfoy e a Harry e insomma è venuto fuori tutto.
-
Non c’è bisogno che tu aggiunga altro, ho capito- e poi aggiunse secco- e così
la Granger ce l’ha fatta.
-
Mi dispiace.- disse sincero il rosso dandogli una pacca sulla spalla.
-
Va bene così. Però non mi hai ancora detto cos’è che ti preoccupa. Mi sembrava
che tu ormai avessi metabolizzato il fatto che loro due si attraevano.
-
E’ che non so cosa fare…sono intrappolato tra la mia ragazza e il mio migliore
amico. Capisco Harry, è il mio compagno di disavventure, abbiamo combattuto
insieme, siamo come fratelli. Capisco anche Hermione però; che poi è la mia ragazza, fantastica, un po’ testarda e con certe manie
come quel Crepa… un diavolo a lett..
-
Ron-
-
Si cioè, capisci? Cosa faccio?
-
Scommetti- disse in tono serissimo.
-
Scusa?- disse Ron recuperando in un attimo tutta la vitalità.
-
Scommetti al gioco di Seamus. Non importa quanto. Scommetti e basta.
-
Dici sul serio?
-
Certo! E già che ci sei parla con Potter. Lo sa anche lui che in realtà è in
debito con la Granger. Non ascolterà lei, ma ascolterà le parole di un amico.
Poi va dalla tua ragazza, dille che ti dispiace per il tuo appoggio tardivo.
Che sei d’accordo con lei e che ha fatto bene. E che ci hai pensato tu a
sistemare tutto con Harry.
-
Ok… grazie, sei un amico- disse stupito Ron, con l’aria di chi ha appena
ricevuto un salvagente in alto mare.
-
No, grazie a te- disse l’altro sorridendo- ora però devo andare. Buonanotte,
Ron- E così dicendo si alzò dal suo sedile.
-
‘Notte- disse con un tono decisamente diverso di quello di inizio
conversazione. Poi all’improvviso, quando ormai Blaise era alla porta, esclamò-
aspetta Blaise, su cosa scommetto?-
Ma
Blaise Zabini sorrise soltanto, per poi dileguarsi nella notte.
DAPHNE, THEO & ROMILDA
-
NO! Non ci siamo! Theo da te mi aspettavo di più! Dovresti conoscere ogni
gesto, ogni battito di ciglia di Draco a memoria! Com’è che lei ancora non ci
riesce?
Theodore
Nott, si morse forte il labbro per impedirsi di rispondere. Era meglio non
contrariare Daphne, oltretutto ci teneva troppo a quell’occasione, anche se
significava farsi strapazzare da quella arpia.
-
Che cosa ho sbagliato ora?- sbottò Romilda Vane con la sua voce starnazzante-
dopotutto dovrò impersonarlo solo per poco tempo no? Poi comunque saremmo
troppo impegnati a fare altro- aggiunse con un sorriso.
Thedore
trattenne il fiato. Conosceva troppo bene il carattere di Daphne da sapere che
era sempre meglio non contrariarla. Infatti la ragazza attraversò la stanza a
grandi falcate fino a trovarsi a due centimetri dal viso di Romilda.
-
Tu sciocca e stupida ragazzina! Ti sto dando l’opportunità più favolosa della
tua inutile e patetica vita e osi lamentarti? Se non fosse per me e per il mio
ingegnoso piano tu non riusciresti a toccare, anzi no… sfiorare Potter neanche se vivessi a lungo quanto Nicolas Flamel- Romilda smise di sorridere mentre
terrorizzata fissava Daphne in preda alla furia. Quest’ultima, soddisfatta
dell’aria spaventata della ragazza, si allontanò tornando a sedersi
graziosamente al suo posto. Poi con la voce più soave e leziosa disse:- Oh mia
cara Romilda, io pensavo che tu fossi la
candidata perfetta per questo ruolo. Vuoi dire che mi sono sbagliata? Sarebbe
una seccatura certo- fece una pausa godendosi l’espressione ansiosa della
ragazza- tuttavia se mi dici che non ce la fai posso sempre sostituirti con
qualcun’altra…magari con una delle tue amiche, che dici?- e il suo bellissimo
viso si illuminò di un sorriso angelico.
-
No!- disse con voce strozzata Romilda- io vado benissimo! Ero distratta ecco,
Nott rifacciamo e dimmi se sono convincente - Daphne sorrise compiaciuta mentre
con una mano si lisciava i capelli e con l’altra prendeva un pasticcino dal
vassoio al suo fianco.
Theodore
sospirò. Non gli piaceva affatto avere a che fare con Daphne Greengrass. Però
lei gli aveva fatto una proposta difficile, anzi impossibile, da rifiutare.
FLASHBACK
Theodore Nott stava tornando sconsolato ai
dormitori serpeverde. Nonostante fossero passati più di due mesi ancora non
riusciva a dimenticare la pessima figura che aveva fatto con Draco. Una caduta
di stile, indecorosa. Ossessionato da quel biondo e non riuscendo più a
trattenersi, causa anche il fatto che aveva alzato troppo il gomito, gli si era
dichiarato. Per la precisione gli aveva fatto una serenata. Era stata una scena
orripilante. Avrebbe dovuto dare ascolto a Zabini che gli aveva detto di non
bere. Ad ogni modo era troppo tardi ormai.
Era
così assorto nei suoi pensieri che si accorse chi aveva davanti solo quando
ormai era a un metro da lei. Appoggiata alla parete del corridoio, statuaria
nella sua bellezza, c’era Daphne Greengrass. Nott sudò freddo. Non veniva mai
nulla di buono da quella li. Sperando di non essere lui chi stava aspettando,
cercò di tirare dritto salutandola con un cenno della testa ma, non poté fare
neanche due passi oltre al punto in cui si trovava lei, che la ragazza disse-
Nott! E’ così che si saluta? E pensare che io mi ero presa il disturbo di
venirti incontro. Poi però mi sono stufata di cercarti e ho deciso di fermarmi
qui ad aspettare…te.
-
Gentile da parte tua Daphne! - disse Theodore in un tono davvero poco
credibile. Si voltò verso di lei, rimanendo però al suo posto.
-
Già sono proprio una brava persona- sorrise- dai Theo vieni qui, che dobbiamo parlare.
-
Non mi pare proprio- disse lui. Ok aveva anche fatto una pessima figura. Ma era
pur sempre Theodore Nott e non uno dei tirapiedi di Daphne.
-
E invece si- insistette la ragazza il tono di voce che da lezioso diventava
pungente.
-
Buona giornata Daphne- la salutò Nott proseguendo per la sua strada.
-
Nott sei davvero cattivo!- strepitò lei come una ragazzina. Il suo tono però
presto si fece pericolosamente suadente- E io che pensavo ti avrebbe fatto
piacere parlare della possibilità di spupazzarti Draco impunemente…
Theodore
Nott si fermò di colpo.
La
ragazza lo raggiunse e gli diede un buffetto nella schiena.
-
Su andiamo a parlarne in un posto più tranquillo Theo.
FINE
FLASHBACK
Ed
era così che si era trovato in una stanza a provare e riprovare il “piano”
assieme a Romilda Vane, probabilmente l’unica altra persona a Hogwart, oltre a
lui, così ossessionata dal suo oggetto del desiderio, e allo stesso tempo così
disperata, da accettare una proposta simile. Il perché di tanti giorni assieme
supervisionati da Daphne, la quale si comportava peggio di un carceriere, era
presto detto. Dovevano insegnarsi a vicenda. Lui avrebbe dovuto impersonare
Harry Potter e Romilda Vane, Draco. Ovviamente sarebbe stato molto più semplice
personificare loro stessi i loro beniamini, visto la loro ampissima conoscenza
in merito. Però questo avrebbe mandato a rotoli la fase due del piano di
Daphne, perché sia lui sia Romilda erano disposti a strozzarsi piuttosto che
baciare il rispettivo rivale.
Un
piano del genere poteva venire in mente solo alla bionda più pericolosa di Serpeverde.
-
Bene!- disse la voce squillante di Daphne interrompendoli- può bastare. Ora
ascoltatemi. Romilda tu hai il compito più difficile. E’ probabile che rimarrà
tappato nella vostra torre su suggerimento della Granger. Dovrai intercettarlo,
stordirlo e poi trovarvi prima di mezzanotte sul palco. Conto sul fatto che
essendo della stessa casa non ti sarà difficile farlo. Nott: ho fatto in modo
che Draco si trovi alle undici sera nella quindicesima aula dell’ala est dei
sotterranei. Non dovrà uscire da quella stanza per nessun motivo al mondo. Non
mi interessa come farai. Fallo e basta. Ricordate: delle due pozioni che vi ho
dato la polisucco va bevuta, dopo, capito? Dopo.
Altrimenti come effetto collaterale vi troverete trasformati in un golden
retriver.
E’ tutto. Ora io vado. E se per colpa vostra
non andrà come io ho diligentemente programmato…ma cosa vado a pensare–
sorrise- non accadrà dico bene?.
E
con un sorriso leggiadro quanto pericoloso lasciò la stanza.
Theodore
e Romilda sospirarono.
RON, HERMIONE &
HARRY (I parte)
Ormai
si rasentava il ridicolo. Ogni volta che lei, Hermione, metteva piede in
qualunque stanza ci fosse Harry, questi o spariva, oppure si mostrava
impegnatissimo a fare tutt'altro, ignorando la sua presenza. In questo modo
impediva a Hermione di avvicinarsi. La ragazza era mortificata. Sapeva di
essere andata un po' oltre, diciamo un bel po', ma era convinta di aver agito
per il meglio. Di aver fatto la cosa giusta. E anche se Harry lo sapeva ed era
consapevole di quanto si stesse rendendo ridicolo, era comunque troppo
arrabbiato per cambiare atteggiamento. Per cui Hermione si era trovata a vagare
da sola come in quell'orribile terzo anno in cui Ron e Harry ce l'avevano avuta
con lei. Ecco. Ron era un altro grattacapo. Non aveva mai sperato che Ron
potesse appoggiarla o addirittura capire. Certo accettava il gusto di Harry:
era da tre anni che ormai si era mentalizzato al fatto che l'ossessione
dell'amico per Draco Malfoy non sarebbe sparita tanto in fretta. E,
probabilmente, aveva accarezzato pure lui l'idea di fare qualcosa, da quando le
liti e le zuffe furibonde non avevano più fine. Tuttavia “tra il dire e il fare
c'è di mezzo il mare”. Quando Ron era stato messo al corrente di tutta la
faccenda (Harry aveva usato parole come “tradimento, giocare con la vita delle
persone, Finnigan, manipolazione e trucchi”), era rimasto attonito e muto. Poi
quando Harry gli aveva descritto il siparietto degli spogliatoi, aveva fatto la
stessa identica espressione di quel lontano giorno sulla botola davanti a
Fuffy. Si era ripreso in fretta però e, dopo aver assunto un atteggiamento
inquietantemente tranquillo, aveva detto: - Ah! Meno male che ci sei andata tu
Hermione a riprendermi il portafoglio!- poi aveva riso di gusto, aveva salutato
Hermione con un bacio sulla guancia, Harry con una pacca sulla spalla e... ed
era sparito. Letteralmente. Nessuno lo vedeva da giorni, eccezion fatta per le
lezioni. Le rare volte in cui l'aveva beccato le era sembrato normale, era
carino e affettuoso come sempre. Rifiutava però di parlare dell'argomento.
L'unica cosa che la consolava era che Harry riceveva lo stesso trattamento.
Però lei era la sua ragazza! C'era voluto tanto per dichiararsi i rispettivi
sentimenti, Ron era un bravo ragazzo dal grande cuore, eppure ora che aveva
bisogno di lui, mancava. Triste e abbattuta mentre sfogliava un libro nella
sala comune, che a quell'ora di pomeriggio inoltrato era deserta, (probabilemnte
si stavano tutti preparando per il gran galà), Hermione si chiese infine se
aveva davvero fatto la cosa giusta.
-
Hermione- era
così assorta che non si accorse che qualcuno le si era seduta a fianco sul
divano finchè, sentendosi chiamare, alzò la testa per trovarsi di fronte
proprio l'oggetto delle sue elucubrazioni.
-
Cosa vuoi?- disse
brusca, voleva essere gentile, davvero, perchè era da tanto che lui non veniva
a cercarla, ma la frustrazione era troppa.
Ron
fece un sospiro dicendosi che, dopotutto, se lo era meritato; era stato un
fidanzato inqualificabile.
-
Hermione, mi
dispiace!
La
ragazza spalancò gli occhi, presa in contropiede.
-
Sono stato un
pessimo fidanzato, ti ho lasciato da sola ad affrontare tutto, mi sono
comportato come una cacca di troll...Ho pensato, tanto, e ...Hermione sei stata
eccezionale a fare tutto questo da sola. Mi dispiace solo che mi hai tenuto
nascosto tutto, anche se beh...come al solito hai avuto ragione, visto come mi
sono comportato. Forse i tuoi metodi non sono stati il massimo...ma perlomeno
Harry non sarà più isterico per quello- disse riferendosi alla tensione
sessuale- e poi, a lui ci parlerò io. Non sarò un genio ma quello di parlare ad
un amico, credo ancora di saperlo fare. Cosa dici? Sono perdonato?-
-
Oh Ron! Si, si, certo
che lo sei!- Hermione non seppe dire altro prima di buttarglisi tra le braccia
piangendo, come quella volta di tanti anni fa. Ron imbarazzato come allora, le
accarezzò i capelli- Scusami tu invece! Avrei dovuto dirti tutto prima,
pensavo...Sono stata una sciocca. E anche con Harry....
Hermione
si sfogò a lungo mentre Ron contento per come alla fine erano andate le cose,
ringraziava mentalmente quel genio di Zabini. Anche se era dell'idea di
riuscire a dare il meglio di sé quando c'era in ballo Hermione.
Dopo
lo sfogo, Hermione si ricompose, diede un bacio a Ron e disse:- Bene!Ora credo
di dover scusarmi con Harry, riconosco di aver gestito male la cosa. Si trova
nella torrre di Astronomia vero? Mi dicono che è li dove va a rifugiarsi.
-
Prima però gli
parlo io. A differenza di te, io ormai sono immune a tutti i suoi attacchi-
disse pensando ai bei epiteti che Harry gli aveva rivolto il quinto anno- se
andassi tu prima, finireste col litigare.- Ron vedendo l'espressione pensosa
della sua ragazza pensò di aver detto la cosa sbagliata, ma lei invece disse
una cosa che lui gli avrebbe rinfacciato per i seguenti dieci anni durante le
loro liti domestiche.
-
Hai ragione tu,
Ron, per cui faremo come hai detto.
Un
sorriso ebete non potè fare a meno di spuntare sul viso del rosso- Andiamo
insieme! Tu aspetterai fuori dalla porta, così non perderemo tempo. Ne abbiamo
già sprecato troppo con questa storia- e così dicendo la prese per mano
aiutandola ad alzarsi. Prima di uscire dal rittratto, Ron diede un'occhiata al
suo orologio. Mmm. Aveva circa una ventina di minuti prima della chiusura. Era
meglio per Harry che gli desse retta al primo colpo.
blaise
& Draco
Blaise
sapeva che Daphne stava architettando qualcosa di molto losco. Lo sapeva da
settimane e ne aveva avuto conferma quando si era sparsa la voce che lei aveva
deciso di partecipare al giro di scommesse. Da allora Blaise l'aveva tenuta d'occhio
e seguita come un segugio.La cosa si era
fatta interessante quando le perosne da una, erano diventate tre. Tra
tutta la gente che c'era a Hogwarts, Daphne aveva scelto proprio quelle che
probabilmentesapevano più di Potter e Draco di quanto ne sapessero loro stessi.
Questo, e il fatto che Piton si fosse lamentato che per l'ennesima volta
qualche canaglia gli aveva rubato ingredienti dal laboratorio, quegli
ingredienti per quella pozione dal colore marrone, avevano fatto trarre a Blaise interessanti
conclusioni. Conclusioni di cui avrebbe verificato la validità molto tempo
prima, se il principe delle serpi non avesse architettato una seriedi sabotaggi
alla sua persona, a ripetizone. A parte il fatto di non rivolgergli la parola
se non per ringhiargli contro, Draco aveva cercato di intossicarlo,
avvelenarlo, gli aveva fatto sparire i vestiti, gli faceva sparire i compiti
fatti e come se non bastasse se non stava attento rischiava di trovarsi appeso
a una caviglia ogni due secondi, lui che soffriva di vertigini. Era palese che
ce l'aveva con lui. Glielo stava dimostrando in ogni modo. Ed era altrettanto
palese che se non gli parlava era perchè lui, Blaise, doveva sapere bene il
motivo. Il che era vero. Quello che non sapeva era come fosse risucito a
scoprirlo. L'enigma però era stata risolto dopo la chiacchierata con Weasley.
Assolutamente illuminante. Gli aveva fatto capire che la partita era lungi
dall'essere finita. Doveva ammetterlo: doveva molto a quel ragazzo. Sperava
davvero che seguisse il suo consiglio. L'istinto gli diceva di si.
Così
quel pomeriggio, l'ultimo a sua disposizione, reprimendo la sua frustrazione
per tutto quel ritardo, seguì il trio portandosi dietro un'orecchia oblunga (
ringrazio mentalmente i Weasley in generale) e scoprì la verità. Il diabolico
piano di Daphne. Concitato, rendendosi conto che aveva meno tempo di quel che
pensava, si allontanò dalla stanza di quel sotterraneo polveroso. Doveva
trovare subito Draco, farsi ascoltare e convincerlo a nascondersi.Tutte cose
una più difficile dell'altra, ma lui era Blaise Zabini e la parola impossibile
per lui non esisteva e....
-
Ahhhhhhhhhh....No,
maledizione Draco, non adesso!- nel tornare in camera sua era così assorto nei
suoi piani da non accorgersi che dietro la porta si era nascosto il biondino a
tendergli un agguato.
-
Si, si e invece si. Zabini devi imparare la lezione-
disse diabolicamente divertito il biondo.
-
L'ho imparata,
giuro! E' stata una settimana d'inferno...ma ora mettimi giù così ne parliamo!
E poi da quando usi il mio cognome?
-
Da quando
scommetti su di me, Giuda!
-
Ok, non mi sono
comportato bene, scusa!
-
Scusa un
accidenti! Il mio si che è stato un incubo. Per di più, oltre ad aver
ignominiosamente usato il mio nome e “maledizione” nella stessa frase, osato
darmi ordini e propinarmi scuse da quattro soldi, non appari affatto pentito! Scommetto
che pensi di aver avuto ragione- disse il biondino inviperito e allo stesso
tempo divertito nell'usare quel verbo ed avere contemporaneamente Blaise in
pugno.
-
Hai ragione, hai
perfettamente ragione, e potrai prendertela con me quanto ti pare, dopo,
ora c'è qualcosa di più importante, vitale direi, che ti devo spiegare...
Il
biondo assottigliò lo sguardo valutando le parole dell'amico. Ma fu solo un
attimo.
-
Te lo puoi
scordare. A testa in giù si riflette meglio sui propri errori.
-
E' per il tuo
bene Draco, Daphne vuole che...
-
Lascia che decida
io per il mio bene. Buona serata Blaise- e furibondo sbattè la porta
andandosene.
-
Merda!!!- urlò
frustrato il moro, la bacchetta per terra e lui per aria. Si chiese con terrore
quanto durasse l'incantesimo. Per il bene di tutti, e per il suo stesso,
sperava non troppo.
RON, HERMIONE & HARRY (I I parte)
Quando
Harry si vide apparire Ron, rimase molto sorpreso. Il suo amico Ron si era dato
alla macchia per giorni e giorni ma, dopo tutto quello che gli aveva fatto
passare il quinto anno, non gli riusciva
proprio di biasimarlo. Era logico che Ron temesse il ripetersi di quelle
sfuriate, persino lui riusciva a stento a sopportarsi a quel tempo. Anche in
quel periodo a dirla tutta, ma tant'è. Sapeva di rendersi ridicolo e patetico, ma aveva faticato tanto
a conquistarsi uno spazio, ad essere artefice del suo destino, che sapere che
tutto quello che aveva vissuto era frutto del disegno di qualcun altro... gli
ricordava i tempi in cui Dumbledore gli diceva di fare una cosa senza però
spiegargli mai veramente tutto. Molto frustrato, ecco come si sentiva. Con
Hermione ma soprattutto con se stesso. E ora che era riuscito a digerire la
cosa e a capire quanto alla fine lui ci avesse guadagnato (Draco baciava
benissimo oltre a saper fare un mucchio di altre cose...), complice il fatto
che ormai il gioco era agli sgoccioli, non riusciva a trovare un modo carino
per avvicinarla senza apparire un perfetto imbecille. Ed ora ecco apparire Ron
con un aria seriosa non da lui. Sembrava più serio di Percy, il che era tutto
dire.Il rosso, chiudendo accuratamente la porta e lanciando contemporaneamente
un incantesimo silenziante, lo raggiunse in tre falcate e ponendogli le mani
sulle spalle come fa un padre con un figlio disse:- Harry lo so che Hermione è
pazza. Sono il suo ragazzo per cui, credimi, lo so. Però so anche che è
dannatamente intelligente e quando fa una cosa lo fa per un buona ragione. E so
anche che ti vuole un mare di bene e che se fa, le follie che fa, è per il bene
tuo e un bene generale. Non mi fraintender eh! Penso ancora che Malfoy si uno
stronzetto bastardo e che hai dei gusti davvero, davvero pessimi. Però mi va
bene. Non che tu abbia bisogno del mio consenso per qualcosa... però giuro, non
ho quasi problemi. E... beh... credo tu debba fare pace con Hermione, amico.
-
Wow!- disse Harry
dopo un attimo di imbarazzato silenzio. Imbarazzato perchè Ron aveva appena
fatto il discorso più eloquente e più intelligente di tutta la sua vita mentre
lui in quegli ultimi giorni si era comportato in modo indecente- Wow, Ron sei
stato... magnifico...
-
Dici sul serio
Harry?- disse quasi scodinzolando l'altro ragazzo, che si era aspettato tutto
tranne un complimento- ha ha ha, si in effetti sono stato magnifico!-
-
Uh beh, allora io
non ho più scuse, se anche tu ora agisci in modo maturo credo che dovrò
farlo anche io. Naturalmente quello che
hai detto era tutto giusto e vero. Sono stato un cazzone.
-
Noooooo. Sei
stato nella norma, credimi il quinto anno è stato peggio-
Harry
sghignazzò complice.
-
E comunque non è
che io sono stato meglio, sono sparito come un vigliacco.
-
E' tutto posto.
Capito che siamo stati dei cazzoni tutti e due ora lasciamoci tutto alle
spalle.
-
Con piacere!
Harry mi puoi fare un favore però?
-
Certo!
-
Per favore, per
favore, non fare quelle cose davanti a me!
-
Quelle cose,
cosa?- chiese Harry non capendo.
-
Quelle che
Hermione ti ha visto fare con malfuretto- disse Ron facendo uno sforzo
sovraumano nel tentivo di non immaginarsele.
-
D'accordo Ron!- E
Harry ridacchiò di gusto.
-
Bene!- disse Ron
visibilmente sollevato- e ora devi solo parlare con hermione e tutto sarà
risolto.
-
Ah sai dove è
ora, così risolviamo subito
-
Veramente è
dietro la porta, che aspetta...- disse Ron imbarazzato.
-
Oh
beh...d'accordo già che ci si sono- Harry improvvisamente parve nervoso.
-
Herm, vieni, ora
puoi entrare- la chiamò il rosso dopo aver dissolto l'incantesimo silenziante.
Hermione
aprì la porta lentamente e disse timidamente- Ciao Harry..
-
Ciao Hermione-
disse Harry concitato.
-
Ragazzi io
andrei...- e guardando l'orologio con fretta improvvisa Ron si dileguò
Ron &
dean
Dopo
aver lasciato Harry e Hermione al proprio destino, sicuro del fatto che almeno
con lui non ce l'avrebbero avuto, Ron si chiese ancora una volta se seguire
l'ultimo e più enigmatico consiglio di Blaise, fosse una cosa saggia. Trafelato
per la corsa lungo i corridoi, giunse in fine in sala grande, nell'angolo in
cui Seamus aveva fatto un banco per le scommesse, gemello di quello che già
c'era in sala comune. Si frugò nelle tasche alla ricerca di qualcosa, qualunque
cosa, da scommettere. Vi trovò un solo zellino e con quello si diresse al banco
delle scommesse dove in quel momento c'era solo Dean, intento a chiudere cassa
e controllare i libri di conto.
-
Siamo chiusi-
disse Dean senza neanche alzare lo sguardo dal libro. Seamus era un maledetto
rompiscatole e se i conti non rano perfetti gli faceva sconti sulla sua già
risicata percentuale.
-
Chiusi?- disse
Ron in tono stridulo. A quel verso Dean levò gli occhi dal testo per fissare
Ron con sufficienza.
-
E' scritto nel
cartello- disse indicando qualcosa in basso. E in effetti c'era un enorme
pannello luminoso che portava scritto “Chiusura inderogabile alle ore 19.00”.
Ron guardò il suo orologio che segnava le 18.59.
-
Manca un minuto
tecnicamente sono ancora in tempo!
-
Il tuo orologio è
sicuramente in ritardo. Mi dispiace Ron, nessuna eccezione.
-
Neanche per un
amico?
-
Mi dispiace.
-
Esci con mia
sorella!
-
E questo cosa
centra?
-
Beh devi essermi
riconoscente per tutte le volte che non ti ho preso a pugni quando pomiciavate
in pubblico in quel modo osceno!
-
Scusa?- il tono
di Dean era tra lo sbalordito e il perplesso.
-
Ti prego...-
piagnucolò Ron.
Dean
soppesò per un attimo la cosa poi sospirò e disse- Va bene, da qui. Dimmi
quanto vuoi scommettere e su chi o cosa?- disse aprendo la cassa.
-
Uno zellino-
disse Ron allungandogli la moneta. Dean inarcò un sopracciglio ma non disse
niente.
-
Su chi o cosa?
Ron
non rispose. Non ne aveva la minima idea. Blaise gli aveva detto di scommetere
ma non gli aveva detto altro. Massaggiandosi le tempie con fare pensoso, Ron si
disse che dopotutto Harry e malfuretto avevano già perso ma che se conosceva
bene la sua ragazza avrebbe fatto in modo che nessuno ci guadagnasse sopra. Per
cui nessuno avrebbe vinto.
-
Ok, allora tu
punti su “nessuno”. Davvero Ron un bel coraggio soprattutto considerando che
gioca anche la Greengrass. Non ti facevo un giocatore d'azzardo.- e con u tonfo
chiuse il libro e la cassa.
-
Cosa? No Dean io
non ho ancora deciso!!- disse con panico Ron. Aveva fatto il ragionamento ad
alta voce!
-
Mi dispiace Ron
ma ho già fatto un eccezione. Non posso anche sgarrare sulla regola “ la prima
cosa che dicono, vale”.
Ron
pensò non per la prima volta, ma sicuramente mai con così tanta ragione, che
Seamus era il diavolo.
All'ora
di cena tutto era pronto. La sala comune, grazie al sapiente lavoro di Pansy,
era grandiosa. Un po' troppo stucchevole e decorata per i gusti sobri di
Hermione, ma comunque bella. Dopo aver fatto pace con Harry e avergli
raccomandato di non muoversi per nessun motivo dalla torre di grifondoro,
Hermione era scesa per assistere alla festa, augurandosi che non accadesse
nulla e che Draco avesse avuto il buonsenso di tenersi al riparo da eventuali
macchinazioni. Ron l'aveva raggiunta poco dopo, più allegro del solito anche se
continuava a fulminare Seamus con lo sguardo. Seamus poi si era vestito del suo
abito migliore e lanciava grandi sorrisi. L'unica altra persona che sorrideva
quanto lui era Daphne, bellissima nel suo abito da cocktail blu elettrico.
Lo
spettacolo che andò in scena sul palco fu divertente e molto ben fatto, ma
nessuno ci fece caso. La maggior parte della gente si ingozzava di cibo o si
abbeverava a grandi sorsate di punch corretto, lanciando occhiate furtive
all'enorme orologio montato su ordine di Seamus, aspettando che accadesse
qualcosa.
Quello
che preoccupava Hermione era il non vedere Zabini da nessuna parte. Diventò
sempre più nervosa man mano che ci si avvicinava allo scadere e del tempo e
ormai quando con sollievo vide che mancavano una manciata di secondi alla fine,
ecco che accadde, quel che accadde.
Daphne
si alzò dalla sedia come se fosse stata spinta da una molla. La faccia di Harry
era smarrita.
In
quel silenzio Draco Malfoy non trovò di meglio da dire che :- Ops!
Dopo
di che scoppiò il putiferio.
NdA: avevo la storia scritta da mesi!
L'avevo scritta a mano sul mio quaderno negli appunti tra un ritaglio di tempo
e l'altro, tra una pausa studia e l'altra. E' stata una sofferenza fisica
sapere che la la storia c'era, scritta e finita, ma non avere il tempo per
trascriverla sul pc! Dopo il tram tram dei pre appelli, mi sono messa
d'impegno. Volevo farvi un regalo di Natale, e quindi ecco qua. Ci sono altre
quattro pagine circa con l'epilogo. Le ho
divise apposta perchè vorrei che tutti quelli che hanno seguito “the
player”in questi anni, mi lascessero un
loro commento prima della fine. Perchè questa sarà la mia unica ultima
fanfiction che scriverò. Magari cercherò di finire “profumo” ma non ci credo
neppure io. D'ora in poi mi dedicherò al massimo alle traduzioni, e alla mia
storia originale. Col 2009 si chiude un ciclo(per cui la fine della storia sarà
postata prima di capodanno).Grazie infinite a tutti quelli che hanno recensito
e letto! ^^ besos! E BUON NATALE!!
ps: la chiave di tutto è Blaise Zabini.^^