Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Kaileena1987    26/12/2009    3 recensioni
“Al diavolo il Natale, sto volando in mezzo alla neve con solo le mutande addosso, cosa vuoi che me ne importi del Natale?!” “Appunto, ed è questo il tuo problema” annuì il piccolo saggiamente. Con l'aiuto di un pizzico di magia il nostro amato protagonista imparerà ad amare il Natale. O, almeno, a sopportarlo. :P Fan fiction dedicata al mondo della Saga di Kysa e Axia, potreste non conoscere alcuni dei personaggi citati all'interno.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Piccola premessa: in questa terza e ultima parte appariranno tre personaggi... Il primo è il Fantasma del Natale Futuro, che verrà impersonato da un personaggio di Axia molto, molto, molto amato dalle fanciulle del Semper Fidelis; non dirò il nome, ma tanto si capisce benissimo da solo chi è. ;)

Poi il secondo, giusto le ultime frasi, un simpatico vecchietto con una strana mania per le anime che ha creato (e sta creando) parecchi problemi ai nostri amici.

E infine il terzo, un piccolo personaggio (grazie a Susy per avermi suggerito il nome) che NON esiste e probabilmente NON esisterà mai; l’ho inventato io per i fini della fic (e quanto ho riso, credetemi), quindi vedete di non andare a fare domande ad Axia, grazie.

 

Comunque… Buona lettura e ancora auguri a tutti!!




 

A Denny

 




“Oggi papà è strano.” Glory passò una pallina rossa a Faith che, arrampicata in cima a una scala, stava finendo di addobbare l’albero più grande nel salone dell’ala Potter.
“Perché strano?”
“Non so, lo ha detto anche mamma. Va in giro con la testa fra le nuvole e mi ha detto che anche stanotte non ha riposato per niente bene. Starà facendo degli incubi?”
“Allora Dio esiste!” trillò Lucas posando una pila di pacchetti ai piedi dell’abete.
“Lucas non dire cattiverie” lo reguardì pazientemente la sorellina prendendo dalle mani di Glory un elfo canterino.
“La settimana scorsa ha tentato di strozzarmi."
“Tu gli hai bruciato la sua camicia preferita.”
“Volevo stirargliela!”
“Con le mani?!”
Ignorando il battibecco, la piccola Malfoy fece il giro dell’albero e cominciò a riempirlo di palline anche sul retro. Sua madre e Elettra avrebbero potuto addobbarlo in un istante con l’aiuto della magia, ma avevano deciso che i bambini, facendolo a mano, lo avrebbero reso più bello. Se ne erano convinte, allora...
In quel momento entrò Harry, con una strana espressione in viso. “Qui qualcuno deve soffrire di personalità multiple” bofonchiò andando a sedersi su una poltrona.
“Chi, pa’?” domandò Lucas strappando dalle mani della sorella un angioletto che sprizzava scintille ogni volta che lo si muoveva.
“Il Malefico, chi altri. Mi ha salutato... mi ha dato il buongiorno... e mi ha chiesto...” Deglutì a fatica, soffiando poi sulla tazza di caffè che aveva fra le mani.
“Cosa, papà?” La piccola Faith gli si avvicinò, curiosa, mentre il faccino di Glory sbucava da dietro l’albero.”Cosa, Harry?”
“Se avevo programmi per pranzo.”
Lucas inciampò, da fermo, nei suoi stessi piedi e Faith guardò con occhi spalancati il padre. “E’ una bugia.”
“Giuro di no, piccola.”
Glorya tornò dietro l’abete, corrugando perplessa le sopracciglia.
Suo padre, Draco Lucius Malfoy, che invitava a pranzo... qualcuno?

 

“Allora... oggi come andiamo?” Sarah Grant si chinò sulla collega, bisbigliando a bassissima voce la domanda.
“Oh, non so. Oggi è strano.”
Solo oggi, tesoro?”
“Be’, più strano del solito, ok. Almeno il signor Duncan mi ha dato una bella notizia.” Emily si alzò e andò a riporre alcune carte in uno schedario lì accanto, sorridendo sotto i baffi.
“Del genere?”
“Dopo Natale il signorino se ne starà a casa una settimana a...”
“Farla esplodere, sì conosco il tipo. Lui e i suoi esperimenti.” Sarah alzò gli occhi al cielo, posando poi un plico di documenti sulla scrivania dell’amica. “Questi glieli dovresti far firmare.”
L’altra sorrise e tornò alla scrivania, dove riprese a copiare delle lettere. “Almeno non lo vedrò per un po’ di tempo.”
“Con la fortuna che hai verrà in ufficio solo per torturarti.”
“Probabile. Comunque ho deciso di dargli un mese, se entro questo lasso di tempo mi tratterà meglio resterò, altrimenti, nonostante mi pianga il cuore all’idea della perdita del mio attuale stipendio, me ne andrò. Jenny è tristissima per domani e a me non piace vederla triste.”
“Be’, immagino. Sei sempre andata alle sue recite e quest’anno sei costretta a saltarla.”
“SIGNORA RUPERT! I DOCUMENTI, GRAZIE!”
Emily alzò gli occhi al cielo. “Come non detto.”
“Tesoro, almeno ha detto grazie.”

 

Quella stessa sera Emily, invece di raccogliere le sue cose e andarsene subito come faceva sempre, prese coraggio e bussò alla porta dell’ufficio di Draco, entrandovi senza aspettare il permesso.
“Cosa vuole, signora Grant? Ho ancora delle carte da firmare se non se n’è accorta. Comunque lei può andare.”
“Lo farò, ma prima le devo dare questa.” Si avvicinò alla scrivania di Malfoy e vi posò sopra una lettera chiusa.
Gli occhi grigi di Draco si sollevarono a guardarla. “Cosa sarebbe?”
“Mi aspettavo di meglio da lei, devo dire. Qui mi sento... sfruttata.”
L’uomo alzò un sopracciglio. “L’ho già sentita questa frase.” Poi tornò ai documenti. “Se non le vado bene può tranquillamente andarsene, anche se in effetti lei è la migliore segretaria che io abbia mai avuto. Non sarei contento di dovermene cercare un’altra.”
Emily rimase senza parole per un lungo momento prima di continuare con il piccolo discorsetto che si era preparata. “Be’, io... io... Insomma, mia figlia, Jenny... Cioè, nemmeno la Vigilia di Natale posso stare con lei. Per noi questa festività è molto importante e...”
“Per voi, appunto. Il lavoro è pur sempre lavoro, e in questi giorni ne abbiamo molto se non se n’è accorta. Se non le va bene può andarsene, come le ho detto. Ora, se non le dispiace, dovrei davvero finire qui. Anche io ho una famiglia a casa.”
“Purtroppo” disse Emily girandosi e uscendo in fretta dall’ufficio, seguita dallo sguardo sorpreso del suo capo.
Sciocchezze, il Natale è... Un forte quanto improvviso mal di testa lo costrinse a chiudere gli occhi e per un attimo la sua vista fu appannata da un lampo dorato e uno argenteo. Che diavolo...?

 

*

 

“Draco alla fine sono andata io a comprare i regali insieme ad Elettra, ma non può sempre finire così.” Hermione posò le mani sui fianchi, piazzandosi davanti al marito seduto sul bordo del letto. “Mi hai sentita?”
“Ho mal di testa” borbottò lui lasciandosi cadere sul cuscino.
“Sì, ho capito.” La donna fece il giro del letto e si accomodò fra le coperte. “Un giorno rovinerai il Natale a tutti noi, compresi i bambini, con il tuo dannato odio verso questa festa.”
“Non è odio, semplicemente non mi piace. Trovo insulsa la cosa del: tutti più buoni se no Babbo Natale non vi porta i regali. Ma va.”
Lei non gli rispose e poco dopo lo raggiunse il debole suono del suo respiro.
Così, non gli restò altro da fare che chiudere gli occhi e cercare di scacciare il pulsante mal di testa che lo stava tormentando da un paio d’ore, da quando aveva visto quelle due luci brillargli dietro le palpebre chiuse.
Luci? No, un attimo!
Si alzò a sedere di scatto e provò a svegliare la moglie scrollandola per una spalla, invano.
“Sta dormendo, come le due sere precedenti, Draco.”
Oh, Merlino, ancora.
Sospirando esasperato, Draco si voltò verso la poltroncina accanto alla specchiera, su cui stava seduto l’ennesimo fantasma; sembrava giovane, nonostante fosse avvolto da una cupa aura grigio scuro, quasi nera. Aveva profondi occhi argentei e capelli castani, e anche lui gli sembrava familiare nonostante non lo conoscesse. “Di nuovo? Non avete proprio fantasia, voi.”
Il fantasma sorrise leggermente, alzandosi e avvicinandosi al letto. “Questa è l’ultima notte, la più importante. Io sono il Fantasma del Natale Futuro. O, almeno, di quel Natale che potrebbe essere.”
“Come non detto, mancate proprio di fantasia. Potter me la pagherà.”
“Non ricorderai niente, mai. Rimarrà solo una sorta di... conoscenza nel tuo spirito. Una conoscenza che ti aiuterà ad essere migliore. Se supererai la prova.” Una pallida mano si allungò verso Draco e l’uomo sul polso notò uno strano tatuaggio.
“Noi due ci conosciamo?”
Il ragazzo-fantasma scrollò le spalle. “Potremmo, nonno, chi lo sa.”
“Eh, senti, non sono così vecchio da poter essere chiamato ‘nonno’, moccioso.”
L’altro si limitò a sghignazzare e a sollevarsi dal terreno, trascinandosi dietro un depresso Malfoy. “Non capite un cazzo, voi stupidi fantasmi. Il Natale non mi piace e non mi piacerà mai, stop. Finita qui.”
“Le persone possono sempre cambiare idea, nonno.”
“Senti, se vuoi che andiamo d’accordo non chiamarmi ‘nonno’.”
“Certo, nonno.”
Questa volta Draco fu avvolto da una pesante nebbia nera, che quasi gli chiuse i polmoni, rendendogli difficile respirare. “Cosa...?”
“E’ il futuro, Draco. Un possibile futuro, ma pur sempre un tuo futuro, un futuro che ti sei creato tu, con le tue azioni.”
“Il mio futuro è una nebbia nera?” chiese Malfoy tossendo.
“Chissà.”
Dopo pochi attimi si ritrovarono nel salone principale della Lucky House, dove solitamente Hermione ed Elettra organizzavano le feste più importanti.
Era uguale a come Draco se lo ricordava; le decorazioni erano le stesse, il grande caminetto acceso spandeva un piacevole tepore. Lì davanti, seduta a gambe incrociate, una bambina stava giocando con un pelouche che galleggiava a mezz’aria.
“Siamo tornati indietro. Quella è Glory qualche anno fa” borbottò Draco riconoscendo in un lampo i lunghi riccioli biondo chiaro della bimba.
Il fantasma sorrise e si avvicinò alla piccola, inginocchiandolesi di fianco. “Eh, no, nonnetto, non è tua figlia.”
Draco alzò sorpreso un sopracciglio e si avvicinò, accucciandosi accanto al fantasma. Proprio in quel momento la bambina alzò la testa, affascinata dalle scintille del fuoco nel camino, mostrando un paio di splendidi occhi azzurri.
“No, non è Glory...” mormorò sbattendo le palpebre più volte, stupefatto da quella straordinaria somiglianza.
“Eh, no.”
“Sophia! Dove sei?”
Nel salone entrò una graziosa donna di circa vent’anni, con lunghi capelli scuri e un paio di bellissimi occhi color zaffiro.
Draco la scrutò a lungo prima di riconoscere in lei la piccola Faith. “Oddio, mi hai davvero portato nel futuro.”
“Te ne sei convinto, finalmente.”
Sempre seduti sul pavimento, i due esseri evanescenti osservarono la giovane donna sorridere e prendere in braccio la bimba bionda, che le ritornò il sorriso e le sfiorò le guance con le manine paffute. “La mamma tornerà presto, che ne dici di andare a mangiarci qualche biscottino in cucina mentre la aspettiamo?”
“Papà?”
“Torna anche il papà, andiamo.”
Il Fantasma del Natale Futuro si alzò e tese una mano a Draco. “Andiamo anche noi.”
Docile, Malfoy accettò la mano e, stringendola come non aveva mai potuto fare con gli altri due fantasmi, seguì donna e bambina verso la cucina dell’ala Potter della Lucky House. Lì, Faith posò Sophia su un seggiolone posto accanto al tavolo e poco dopo le servì un bicchiere di latte e alcuni biscottini rotondi.
“Paaaapà!” esclamò la piccola dopo aver sgranocchiato un dolcetto.
“Torna subito, tesoro.”
La bimba sorrise e prese a canticchiare.
“E’ carina” disse il fantasma passando la mano a pochi centimetri dai riccioli biondi.
Draco lo guardò sospettoso. “Sì...”
Improvvisamente qualcuno entrò nella cucina, gridando a pieni polmoni: “Dov’è il mio biscottino?”
La bimba lanciò un urletto di gioia e si voltò di scatto verso la porta, porgendo le braccine all’alto, giovane uomo che si avvicinò a lunghi passi al seggiolone per poi prenderla in braccio e farla volare in aria. “Come sta il mio pasticcino?”
“Paaaapà!” urlò la bimba ridendo con la tipica gioia irresistibile dei più piccoli.
Faith si avvicinò sorridendo ai due, accarezzando i capelli alla bambina. “Benissimo, e si è comportata ancora meglio anche se sentiva la vostra mancanza.”
“Oh, ogni tanto un viaggetto ci vuole” rispose il giovane dando un bacio umido alla guanciotta della figlia.
Draco, alla fine di quella scenetta, sgranò gli occhi e si sporse in avanti, stentando a credere a ciò che vedeva. “Scusa, ma... quello è mica Lucas?”
Il suo accompagnatore sorrise e annuì. “Infatti.”
“Lucas ha una figlia?” Malfoy perse l’equilibrio e si dovette appoggiare alle spalle dell’altro per evitare di finire a terra. “Quello? Quel dannato moccioso avrà una figlia...”
“... con bellissimi riccioli biondi, eh sì” terminò il fantasma sorridendo sotto i baffi.
Draco cominciò a sudare freddo e gli ci vollero parecchi secondi per riuscire a girarsi verso l’entrata della cucina.
Lì, una bellissima donna con i capelli raccolti in un elegante chignon, aveva appena fatto scendere dolcemente a terra una valigia.
“Sophia?” disse sorridendo dolcemente verso la bambina.
“Mamma!”
Allora Draco cadde a terra, svenuto.

 

Lentamente, Draco tornò alla coscienza. Aprì gli occhi e si ritrovò a guardare i sorridenti occhi grigi del suo accompagnatore, seduto accanto a lui. “Sei rinvenuto, finalmente.”
“Cosa... è successo?”
“Sei svenuto!”
Draco corrugò le sopracciglia, alzandosi a sedere con grazia. “Impossibile.”
“Sei svenuto, nonno.”
Il fantasma fu fulminato con gli occhi. “Ti ho detto... impossibile.”
L’altro allora scrollò le spalle. “Come vuoi. Ora continuiamo il giro.”
La nebbia nera li riavvolse per poi farli ricomparire nel salone di prima, dove era in corso una cena.
Al lungo tavolo apparecchiato sfarzosamente Draco riconobbe gran parte dei suoi conoscenti; a capotavola erano sedute Hermione ed Elettra, sempre bellissime. Scorse più volte il tavolo, ma...
“E io dove diavolo sono?”
Il fantasma si alzò in piedi e si avvicinò al seggiolone di Sophia. “Ovviamente non partecipi alle cene di famiglia natalizie da quasi tre anni.”
“Ovviamente?” ripeté Draco sforzandosi di non fissare la bambina e la coppia che le sedeva di fianco.
“Be’, sai. Il tuo caratteraccio ha avuto la meglio. Hai dato un ultimatum tre anni fa, non saresti più venuto se lui fosse rimasto.”
“Lui?”
Il fantasma indicò l’uomo accanto alla bambina. “Lui Lucas? Be’... andiamo...”
“Così ora ti diverti a rovinare la vita a tutti coloro che conosci, specialmente a tua nipote, tua figlia e tua moglie... da cui, in effetti, hai divorziato.”
“Cosa cazzo stai dicendo?”
“La gravidanza di tua figlia non ti è andata molto giù, per usare un eufemismo, se poi pensi che te l’ha anche detto un mese esatto dopo Natale... Tira le tue conclusioni. Ora vivi da solo in una villa vicino al Ministero, ma nessuno ne è felice, tua figlia in primis. Ogni anno rovini il Natale a tutti, anche se non è mai stato detto. Loro ti amano, e ti vogliono con loro, ma non possono.”
“Ma... i Bracciali...”
Il fantasma indicò con la testa Lucas, sul cui braccio brillava quello che era il Bracciale di Draco. “Ah, be’, allora... Ma... il Natale bisogna passarlo in famiglia, è un’occasione allegra, suvvia, che cazzo avevo in testa quando...”
All’improvviso furono di nuovo circondati dalla nebbia scura e Draco non vide più niente se non il suo accompagnatore.
“Cosa…?”
“E' questo ciò che volevamo. Dovevi dirlo tu, non noi. Non ricorderai nulla di questa notte come delle precedenti, solo il tuo spirito ne conserverà il ricordo.” Il Fantasma del Natale Futuro sorrise e lo riprese per il braccio. “Ricorda, lo hai detto tu stesso: il Natale bisogna passarlo in famiglia, è un’occasione allegra. Allora perché rovinarla a tutti coloro che ti amano?”
Pian piano gli occhi di Draco cominciarono a chiudersi, e presto i ricordi di quella notte e delle precedenti cominciarono a svanire.

 

*

“Draco, spegni quella dannata sveglia.”
Svegliato dalla voce della moglie, l’uomo obbedì e poi rimase per lunghi minuti a fissare il soffitto, confuso.
“Draco” la voce arrochita dal sonno di Hermione lo raggiunse. “Sei sveglio? Devi andare a lavoro presto oggi. Cerca però di arrivare in orario, stase...”
Non riuscì a finire la frase, interrotta dalle labbra del marito che le chiusero le sue. “Ti amo.”

 

“Dai, Jenny, dovresti davvero fare colazione. Devi essere in forma per la recita!” Cercando di far sorridere sua figlia, Emily le porse un boccone di frittelle ricoperte di sciroppo d’acero, le preferite della piccola, invano.
Jenny serrò le labbra e voltò la testa da un lato, incrociando stizzita le braccia sul petto. “Non voglio andarci a quella stupida recita.”
“Ma, tesoro...”
“No, se tu non ci sei non ne vale la pena.”
Emily sospirò pesantemente. “Ti ringrazio, amore, però...”
Un TOC TOC alla finestra attirò l’attenzione delle due. “Quello è il gufo reale del signor Malfoy” mormorò Emily andando ad aprirgli.
Curiosa, Jenny seguì la madre, che stava srotolando la pergamena che le aveva consegnato il gufo.

Non la voglio vedere in ufficio da oggi fino ad almeno due settimane, vada a quella dannata recita e distribuisca pure a destra e a manca stucchevoli auguri di Buon Natale anche per me.
Quattrocento galeoni sono stati versati alla sua cassetta di sicurezza alla Gringrott, ci faccia
quello che le pare.

Draco Lucius Malfoy

P.S: Buon Natale

Il buon Natale era stato scritto con una grafia femminile, ma ad Emily non importava proprio un bel niente.

 

“Ehm... mamma è arrivato un gufo.”
Una donna vestita con abiti da cameriera si avvicinò ad una sedia a dondolo posta accanto a un caminetto acceso, porgendo una pergamena all’anziana che vi era seduta.
Una mano tremante si sollevò e prese la lettera.

Sono stati versati sul suo conto i soldi che le dovevo, signora McAddams. Presto riceverà una visita da parte di una società di catering, mi faccia il favore di accoglierli in casa e di godersi un vero pranzo natalizio insieme ai suoi figli e nipoti.
Non le chiederò scusa, non ho scusanti, accetti solo questo dono.

D.L.M.

P.S: Mi perdoni.

La donna più giovane, che stava leggendo insieme alla vecchia, si portò una mano alla bocca e guardò l’altra stupefatta. “Cosa...? E’ stata chiusa con il sigillo dei Malfoy.”
La signora McAddams piegò accuratamente la pergamena e la gettò nel fuoco.
“No, mamma, che fai?”
“Portami carta e penna” mormorò la signora, “ci sono da chiamare Jeremy e John e gli altri. E porta qui quelle palline che lasciano cadere caramelle quando le si prendono in mano. Se non ti ricordi ho sei nipotini.”

 

“La stavo cercando.”
Un’anziana megera con un porro sul naso si fermò di scatto in mezzo al marciapiede, osservando circospetta l’uomo che le si era parato davanti. “Ah, sì?”
L’altro non rispose, limitandosi a consegnarle un borsellino pieno di monete. “Per i suoi orfani. Quando tornerà indietro troverà anche un sacco pieno di regali. Sa... il pelouche dell’altro giorno le era piaciuto... Arrivederci.” L’uomo si toccò il cappello in gesto di commiato e girò sui tacchi, allontanandosi lentamente.
Per un lungo minuto la vecchia tenne lo sguardo puntato sulla borsa che teneva fra le mani, poi sorrise. “Hai vinto tu.”
Un altro uomo si fece avanti, circondandole le spalle con un braccio mentre con la mano libera si accarezzava amorevolmente le boccettine colme di fumo colorato che teneva intorno al collo. “No, ha vinto di nuovo lui” rispose sorridendo amabilmente.

 

*

 

Fischiettando allegramente, Draco roteò più volte il suo bastone da passeggio, rischiando di falciare le gambe ai passanti.
“Ehi, idiota, sta’ attento!” gli gridò dietro un nano.
“Mi scusi, e buon Natale!”
Maglia di cachemire, maglia di cachemire...
Si fermò davanti ad un negozio di vestiti, osservando con cura la vetrina. Stava per entrare quando andò a sbattere contro la coppia che ne stava uscendo. “Oh, scusate e buon Natale! Ah, siete voi, buongiorno.”
I due lo osservarono a lungo con occhi talmente sgranati che rischiarono di cadere fuori dalle orbite. Mai e poi mai Milos Morrigan e Beatrix Vaughn avevano sentito Draco Malfoy chiedere scusa.
Rimasero impalati all’entrata del negozio fin quando lui non ne riuscì con un pacco sotto il braccio. Vennero prontamente ignorati, fino a che, qualche passo dopo, lui non si voltò e li fissò.
“Be’? Che cazzo avete da guardare?”

 

FINE

 




A Denny perché...
Ok, calma, prendi un grande respiro e cerca di non venire a Udine per ammazzarmi, te ne sarò molto grata.
Ti sei calmata? Hai smesso di ridere? Hai messo via l’ascia? E il cianuro? E’ tornato dentro il suo cassetto? Ok, calmati. Ti è venuto il diabete? Benissimo. u.u
... perché sei una persona magnifica [con tendenze slash (mio marito è etero, grazie. Ah, e grazie per averlo inventato, ovvio)] che mi sopporta anche se a volte sono un po’... asfissiante. Ti voglio bene e sempre te ne vorrò, non cambiare mai ché mi piaci esattamente così. 
Auguri di Buon Natale!

(Sono ancora viva? Me lo merito? Che dici?)

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Kaileena1987