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Autore: Natalja_Aljona    27/12/2009    4 recensioni
DAL PRIMO CAPITOLO:
-Hey, è troppo chiedere di chiudere la porta? Questi spifferi non fanno bene alla salute!- bofonchiò un ragazzo dalla penultima fila di sedili.
-Ma George! E' un autobus! Quando saranno saliti tutti chiuderanno!- gli rispose una donna-sua madre, probabilmente.
Poco dopo la donna scese dall'autobus, salutandolo agitando un fazzoletto, rossa in viso e con gli occhi lucidi.
-E dai, mamma! Mica sto andando in guerra!- rise il ragazzo della penultima fila.
Distratta da quell'insolita scena mi ero completamente dimenticata di sedermi, così che adesso anche gli ultimi posti liberi erano occupati.
-Beh, ragazzina, che aspettiamo? Facciamo notte?- bofonchiò il conducente guardandomi di sbieco.
-Sì...cioè, no, mi scusi- balbettai, confusa, affrettandomi a cercare, anche se invano, un posto a sedere.
-NOOO!- gridò qualcuno, sempre dalla penultima fila.
Era ancora lui, il ragazzo degli spifferi...
-Problemi?- domandai, giacchè ormai ero giunta alla sua fila.
Il ragazzo alzò lo sguardo, intimorito.
-Chi è la?- domandò, sospettoso.
-Io sono Martina, piacere. Ti stavo chiedendo se c'erano problemi-
Lui sembrò sollevato dalla mia risposta.
-Molto piacere, io sono George-
-Bene. C'è qualche problema, George?- domandai, accennando un sorriso.
-Oh, beh...guarda da te-
George mi passò la sua cartella.
Lanciai una rapida occhiata al suo interno.
-Una...chitarra?-
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: George Harrison
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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4/9/1957

Capitolo 1-The Magical Mystery...First Day of School

(Prima Parte)


Era un tranquillo lunedì di settembre, il sole splendeva alto nel cielo, gli uccellini cantavano...

-Martina! Sono le sette! Alzati immediatamente!-

Beh, forse non proprio per tutti...

Guardai distrattamente l'orologio.

7.01

-Sì, va beh, mamma, c'è tempo!-

Ci fu una pausa di silenzio.

Aspettai i consueti trenta secondi, prima che mia mamma si precipitasse in camera come una furia.

-C'è tempo? C'E' TEMPO?-

Quando iniziava a cambiare colore non era mai un buon segno.

-Ok, ok, mi alzo-

Aspettai che fosse uscita, dopodichè ficcai di nuovo la testa sotto il cuscino e ripresi a dormire come se niente fosse.

-Martina? Ti sei alzata?-

-Sìììì, mammina, certo!- le risposi, da sotto le coperte.

-Mmmmh- sentivo che si avvicinava, era sempre più vicina.

-MARTINA?-

In un quarto di frazione di secondo mi precipitai giù dal letto, giusto un attimo prima del suo arrivo.

-Martina! Che fai lì per terra?-

-Ho tentato il suicidio- sarei stata tentata di dirle, ma mi limitai a rispondere, con un filo di voce:

-Stavo cercando l'orologio...-

-L'orologio? Ma se è qui!- mia mamma indicò il comodino con un cenno del capo.

Impallidii, cercando di non darlo a vedere(più facile a dirsi che a farsi).

-Proprio così. Ma stanotte ho fatto uno strano sogno...-

-Che sogno?-

-L'orologio cadeva dal comodino e io...io lo raccoglievo!-

Mia mamma sollevò un sopracciglio con aria scettica.

-Bel sogno- commentò, facendo dietro front.

-Sbrigati, la colazione è pronta-

Tirai un sospiro di sollievo.

Se l'era bevuta.

Risi, tra me e me.

I miei sogni erano molto, molto migliori.

Così migliori che al mattino nemmeno me li ricordavo.

Logica da quattro soldi!

Barcollai fino alla cucina, ancora mezza addormentata e divorai in fretta una tazza di the al limone e mezzo pacchetto di biscotti al cioccolato, i miei preferiti.

Passiamo alla scelta dei vestiti” pensai tra me e me.

Era la parte che mi piaceva di meno.

Ma che scelta e scelta! Sono proprio un'idiota!” pensai, battendomi una mano sulla fronte.

Devo indossare la divisa scolastica. Che allegria”.

Diedi una rapida occhiata alla divisa prevista dal Liverpool Institute of Art.

Gonna e maglioncino da classica brava ragazza del diciannovesimo secolo.

Le divise non mi erano mai andate giù.

Perchè cavolo uno non può vestirsi come gli pare?

Va beh, non sono qui per fare la rivoluzionaria, quindi...facciamo buon viso a cattivo gioco.

Infilai rapidamente la divisa, afferrai la cartella e uscii di casa.

Lanciai una rapida occhiata al Cavern Club, a pochi passi da casa mia.

Incantevole visione!

Quel posto mi metteva sempre di buon umore.

Non ci ero mai stata, ma sembrava come circondato da un alone di mistero, un'atmosfera quasi mistica, inverosimile.

Mi sarebbe piaciuto entrarci, così, tanto per dare un'occhiata.

Spesso vedevo entrarci uomini in nero, che avevano tutta l'aria di essere pezzi grossi, altre volte giovani vestiti in modo strano.

Inutile dire che quel posto mi intrigava.

Ma ora non c'era tempo per perdersi in chiacchere immaginarie, o in inutili pensieri buttati lì, tanto per fare qualcosa.

A momenti sarei arrivata alla fermata dell'autobus e, di conseguenza, l'autobus che mi avrebbe portato a scuola.

Non andavo pazza per gli autobus, ma quando trovavo anche solo uno striminzito posto a sedere, poteva anche essere rilassante.

-Hey, è troppo chiedere di chiudere la porta? Questi spifferi non fanno bene alla salute!- bofonchiò un ragazzo dalla penultima fila di sedili.

-Ma George! E' un autobus! Quando saranno saliti tutti chiuderanno!- gli rispose una donna-sua madre, probabilmente.

Poco dopo la donna scese dall'autobus, salutandolo agitando un fazzoletto, rossa in viso e con gli occhi lucidi.

-E dai, mamma! Mica sto andando in guerra!- rise il ragazzo della penultima fila.

Distratta da quell'insolita scena mi ero completamente dimenticata di sedermi, così che adesso anche gli ultimi posti liberi erano occupati.

-Beh, ragazzina, che aspettiamo? Facciamo notte?- bofonchiò il conducente guardandomi di sbieco.

-Sì...cioè, no, mi scusi- balbettai, confusa, affrettandomi a cercare, anche se invano, un posto a sedere.

-NOOO!- gridò qualcuno, sempre dalla penultima fila.

Era ancora lui, il ragazzo degli spifferi...

-Problemi?- domandai, giacchè ormai ero giunta alla sua fila.

Il ragazzo alzò lo sguardo, intimorito.

-Chi è la?- domandò, sospettoso.

-Io sono Martina, piacere. Ti stavo chiedendo se c'erano problemi-

Lui sembrò sollevato dalla mia risposta.

-Molto piacere, io sono George-

-Bene. C'è qualche problema, George?- domandai, accennando un sorriso.

-Oh, beh...guarda da te-

George mi passò la sua cartella.

Lanciai una rapida occhiata al suo interno.

-Una...chitarra?-

George assunse un'aria trasognata, quasi fosse un cieco che vedeva la luce per la prima volta.

-La mia chitarra. La mia adorata chitarra-

-Suoni la chitarra?-

-No, va beh, scusa, è una domanda retorica...E' ovvio che la suoni-

-Sin da quando ero piccolo. Questa chitarra...è tutta la mia vita-

-Mi fa piacere. Ma...scusa...cosa te ne fai della una chitarra, a scuola?-

-E' proprio questo il punto. Ho sbagliato cartella-

-Oh...mi dispiace...-

Proprio in quel momento una frenata brusca mi fece rovinosamente cadere per terra, insieme alla mia cartella e a tutti i miei libri.

-Ti serve una mano...come hai detto che ti chiami?-

-Martina-

-Ti serve una mano, Martina?-

-Magari...-sospirai, tentando di rialzarmi.

George fece per alzarsi, ma, neanche fossimo in qualche comica televisiva, cadde a terra anche lui.

-Beh? Che si fa?- si lamentò un signore seduto in ultima fila.

Fu allora che me ne accorsi. Ero atterrata proprio sui suoi piedi.

-Mi scusi, mi scusi, mi scusi!- balbettai, rialzandomi, anche se con qualche difficoltà.

-Scusi anche me, già che c'è- aggiunse George, passandosi una mano tra i capelli.

-Di la verità, Martina, sono spettinato?-

-Nooo, affatto! Cosa te lo fa pensare?- risposi, senza riuscire a smettere di ridere.

-Spiritosa...-

-Beh, visto che tu mi hai aiutato ad alzarti...cioè, più o meno...adesso tocca a me aiutarti-

-Hai un pettine?-

-Ma che pettine...vediamo di fare qualcosa per la storia della cartella e della chitarra...ok?-

George sorrise.

-Davvero?-

-Tutto è possibile- risposi, con il mio tipico sorriso diabolico.

-Se lo dici tu...-



Angolo Autrice:

Ieri sera mi sono ritrovata a sognare, come a tutti I Fans dei Fab avranno fatto almeno una volta nella vita...cosa sarebbe successo se avessi conosciuto I Beatles?

Se fossi nata a Liverpool in quegli anni e se fossi stata nella stessa classe di George(piccola anticipazione xD), prima della nascita dei Beatles?

Vivere nel 2009 con tutta questa gente che considera I Beatles roba vecchia il più delle volte è davvero insopportabile...

Così è nata questa fanfic...spero che vi piaccia!

A presto

Martina














  
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