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Autore: Miss_Slytherin    27/12/2009    6 recensioni
"Lilian Luna Potter, diversa dagli altri Potter. Fredda, crudele, insensibile, apparentemente senza cuore. Questa è la sua storia, la storia di un Giglio che non è un Giglio, non è puro, non è innocente". Dal primo capitolo: "...vedo ambizione, desiderio di gloria…intelligenza anche…poi…uno spiccato senso di autoconservazione…e se non mi sbaglio quella dovrebbe essere una punta di cattiveria mista ad astuzia…".
Genere: Generale, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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                                                              CAPITOLO 20

                                                                                                                 Holiday

 

-Allora? Come va con Lynda?

Beatrice Venci cercò di apparire il più naturale possibile nel porre la domanda, ma dentro di sé le sue viscere stavano ballando la samba.

James, aggiustandosi gli occhiali da sole sui capelli, rispose con noncuranza:

-Oh, l’ho scaricata alla festa di fine anno-.

Bea esultò segretamente e non poté impedirsi si sorridere.

Lei e James stavano facendo una passeggiata intorno al lago, sul quale i Potter avevano una villetta a tre piani. Dì lì a poco sarebbe arrivati anche Dominique, Louis, Victoire con Teddy, che avrebbe passato due settimane lì, mentre Bill e Fleur si concedevano una seconda luna di miele dopo più di vent’anni di matrimonio. Andati via loro, sarebbe stato il turno di Rose ed Hugo, che non vedevano l’ora di riposarsi un po’ dallo sfiancante tour per città culturalmente interessanti che Hermione li costringeva a fare ogni estate.

Tuttavia, ora Beatrice aveva James tutto per sé, ormai da una settimana, e stava cercando di “lavorarselo” ben bene. Prima di tutto, non aveva ancora indossato una cosa che non fosse corta e scollata…non era da lei vestirsi in quel modo, ma d’altra parte in amore vale ogni cosa. E a quanto pare stava funzionando: più di una volta aveva pescato James a guardarla non proprio negli occhi…Punto secondo, per via del il fatto che spesso stavano a prendere il sole in riva al lago, gli chiedeva più di una volta di metterle la crema solare; a dirla tutta, con tutta la lozione che si era fatta spalmare, non si sarebbe ustionata neanche se fosse stata sotto il sole per ventiquattro ore consecutive. Il punto terzo del piano era far ingelosire James e ci stava riuscendo con successo: aveva fatto amicizia con Luke, il figlio dei vicini di villa dei Potter, un sedicenne dongiovanni che aveva messo gli occhi sulla bella italiana non appena era arrivata.

Il punto quarto era mostrarsi interessata, senza essere troppo indiscreta, alla vita sentimentale di James, cosa che Bea stava facendo proprio in quel momento.

-Oh…e come mai?- gli chiese, mostrandosi un minimo dispiaciuta.

James fece spallucce, prima di rispondere:

-A dire il vero non è che mi interessasse granché…e poi voleva una cosa troppo seria-.

Bene, si disse Bea, non fargli intendere che vorrei sposarlo…

-Perché me lo chiedi?- le disse poi lui.

-Oh…ecco…l’ho vista piangere in bagno, sul treno- si inventò Bea sul momento; in realtà Lynda si era già consolata con un certo Tassorosso…

-Ah…senti un po’, a te piace davvero quel Luke? Io l’ho sempre trovato un po’ troppo pieno di sé…- chiese James, qualche secondo dopo, vedendo appunto il suddetto corteggiatore steso su un asciugamano a prendersi il sole tutto beato.

-Perché lo vuoi sapere?- fece Beatrice, senza rispondere alla domanda.

-Così…sai, è uno che ci prova con tutte!- rispose James, pettegolo coma una portinaia, come se lui fosse un santo.

-Ma sentilo! Ha parlato Mister Castità!- lo prese in giro Bea, bagnandosi un po’ i piedi nell’acqua fresca del lago. Quel 10 giugno faceva davvero caldo, e la bella italiana stava pensando di farsi un bel bagno…

-Ehi! Mi potrei sentire offeso!- si difese James, mettendo su un adorabile broncio.

-Tu? Offeso? Ma per favore!!!- rise Bea, soprattutto per la sua faccia.

-Ah! E così mi ritieni senza sentimenti eh?!- la rimbeccò lui, e poi, all’improvviso, la sollevò fra la braccia, come se fosse leggera come una piuma, e corse con lei dentro l’acqua.

-No, no, no James non farlo!!!- lo implorò Bea, tempestandogli il petto di pugni.

-Cosa? Questo?- le domandò James ed un secondo dopo l’aveva mollata nell’acqua.

-Sei un maledetto!!! Ora ti faccio vedere io…- lo minacciò Beatrice e prese a schizzargli acqua a raffica negli occhi. Ingaggiarono una vera e propria lotta a suon di schizzi, come due bambini, osservati da lontano dai coniugi Potter.

-Quella ragazza è cotta di tuo figlio- commentò Ginny, comodamente sdraiata con la pancia al sole e il capo all’ombra; un po’ di calore avrebbe fatto bene ai bambini.

-Dici? Io non me ne sono accorto…- rispose Harry, tutto intento a costruire un castello di sabbia, come se non fosse un uomo adulto. Ma d’altra parte quando era stato bambino, non aveva avuto la possibilità di comportarsi come tale.

-Ovvio che non te ne sei accorto, sei un maschio!- lo rimbeccò Ginny, accarezzandosi la pelle tesa del ventre; uno dei due gemelli era piuttosto irrequieto, a giudicare dai calci che stava sferrando.

-Ehi signorina, cosa vorresti dire con questo?- le chiese Harry, fintamente minaccioso.

Ginny rise del suo tono, prima di rispondere:

-Intendo dire che voi esseri dotati di cromosoma Y non siete geneticamente programmati per capire questo genere di cose…infatti ci hai messo sei anni a capire che mi piacevi!-

-Beh, allora speriamo che James non abbia preso da me in questo…quella povera ragazza diventerà vecchia altrimenti!- scherzò Harry, facendo ridere di più Ginny.

-Ehi Ginny, qualcuno lì dentro è parecchio agitato…- notò il Bambino Sopravvissuto che, terminata la sua grande opera d’arte fatta di sabbia, si era steso accanto alla moglie ad abbronzarsi.

-Direi di sì, guarda come scalcia! Ehi Harry…dovremmo decidere i nomi- replicò la signora Potter, rilassata e felice. Era ormai di otto mesi ed era probabile che i gemelli sarebbero nati prematuri, come Lily e James. Solo Albus aveva rispettato la data prevista per il parto: probabilmente non voleva disturbare troppo sua madre venendo al mondo in anticipo, al contrario di Lily e James, che se ne erano fregati ed erano nati quando volevano.

-Vi prego, non scegliete nomi appartenuti a qualche defunto!-

Eccola. Lily Potter, in bikini nero con coordinato coprisole e ciabattine abbinate e occhiali da sole a tenerle ferma la chioma rubina, aveva fatto la sua comparsa, all’alba delle undici del mattino. La piccola Potter aveva preso la bella abitudine di alzarsi tardi e di scendere in spiaggia quando voleva.

-Anche perché credo siano finiti gli amici morti da cui prendere il nome…- commentò poi, dopo essersi stesa su una sdraio accanto a suo padre.

-A meno che non vogliate chiamare la bambina Ninfadora! Totalmente aberrante…- proseguì, incurante delle facce dei suoi genitori.

-Dacci qualche idea tu allora Lily…- disse Harry, duro. Non gli era piaciuto per niente il tono con cui Lily aveva parlato.

-Mmh…non saprei…cosa ne pensate di Miuccia? Come Prada! O Donatella, come Versace? O perché non Chanel? E per il bambino…Giorgio, come…-

-Armani?- fece Ginny esitante.

-Brava mamma, esatto!- approvò Lily, spalmandosi la crema sulla sua delicata pelle chiara.

-Lily, dimmi che non stai parlando sul serio…- fece Harry supplicante, ma a giudicare dall’espressione di sua figlia non sembrava che stesse scherzando.

-Allora sentiamo i vostri, di nomi!- replicò Lily, rassegnata da una sfilza di Minerva, Dobby, Edwige e quant’altro. E così, battibeccando su nomi e nomignoli, Lily passò per la prima volta del tempo con i suoi genitori senza litigare…eccessivamente.

 

 

                                                            *****

 

Glorya Zabini si stava godendo una bellissima mattinata di puro e sano relax. Prendeva il sole sul bordo della piscina che suo padre aveva fatto installare qualche anno prima e di tanto in tanto leggeva qualche pagina di un romanzo piuttosto interessante. Si era fatta servire la colazione lì dai suoi personali elfi domestici che, insieme a Harold il maggiordomo, costituivano la sua unica compagnia. Suo padre infatti era partito due giorni prima, dopo appena cinque giorni di convivenza con sua figlia, e questo significava totale e beata solitudine. O almeno questo era quello che pensava la bella Zabini, finché una voce femminile –che decisamente non poteva appartenere al vecchio Harold- non la strappò dalla riflessione riguardante gli acquisti necessari per l’estate.

-Oh! Tu devi essere Gloryà!-

Glorya aprì gli occhi di scatto, sia per l’orribile modo in cui era stato storpiato il suo nome, sia per capire da dove provenisse quella voce di donna decisamente troppo acuta.

Nel suo campo visivo apparve una stangona di circa un metro e settanta, dai capelli castano scuro, mossi, e occhi verdi. Era pallida e aveva il tipico nasino alla francese. Poco dietro di lei Glorya scorse un paio di valige e riportando gli occhi sulla sconosciuta, notò che sembrava vestita da viaggio, con pantaloncini grigi e un top bianco.

-Glorya, non Gloryà- preciso la mora Zabini, per poi chiede neanche tanto educatamente:

-E tu chi saresti?-

-Glorya, lei è Camille. Camille, ti presento mia figlia Glorya-.

Blaise Zabini era appena entrato in giardino, e avanzava verso di loro a grandi passi; Glorya non faceva altro che spostare gli occhi allibiti da lui alla francesina che torreggiava su di lei.

-Camille?- chiese Glorya esterrefatta, senza accettare la mano fresca di manicure che Camille le stava tendendo.

-Sì, è…-

-…la sua fidanzata!- concluse la francese al posto di Blaise.

Ci mancò poco che Glorya morisse d’infarto a soli undici anni.

Fidanzata??? pensò mentre si alzava di scatto e correva in casa, sotto lo sguardo allibito di suo padre e di Camille.

Ha lasciato mia madre perché non voleva legami!! urlò dentro di sé Glorya infuriata sbattendosi la porta della sua stanza alle spalle per poi andare a buttarsi sul letto.

Come diavolo ha potuto pensare di portare qui la sgualdrina del momento, sapendo che ci sono io? Pensa forse di convincermi ad andarmene, mancandomi così di rispetto? Queste erano le domande che Glorya si poneva, senza che una sola lacrima solcasse il suo volto chiaro. Pensa di liberarsi così facilmente di me?? Si sbaglia di grosso!

Nessuno può trattare Glorya Zabini in questo modo, si disse, e giurò che avrebbe reso la vita di suo padre e di quella Camille un inferno.

 

 

                                                    *****

 

-Cassiopea, c’è una lettera per te- disse Scorpius Hyperion Malfoy, entrando nella stanza di sua sorella. Cassiopea, che stava mettendo le ultime cose in valigia, si voltò a guardarlo sorpresa. Era passato troppo poco tempo perché Lily le scrivesse e sapeva che Glorya non aveva ancora a disposizione un gufo con cui mandarle una lettera; non capiva perciò di chi potesse essere la missiva che Scorpius le aveva portato.

-Sei sicuro che sia per me?- gli domandò, prendendogliela fra le mani.

-So ancora leggere- le fece notare Scorpius ironico, meritandosi una linguaccia.

Quando Cassiopea ebbe letto il mittente, riuscì ad evitare per un pelo di cacciare un urlo furibondo. Ma l’ira che le si era riversata nello stomaco doveva essere in qualche modo trapelata dal suo volto perché Scorpius, che stava per andarsene, le chiese:

-Tutto bene?-

-Bene?!- chiese Cassiopea con un che di isterico della voce, -bene?! Questo maledetto idiota di un sanguesporco babbano della malora deve perseguitarmi anche d’estate!!! Ma ti rendi conto?? Potrei denunciarlo! Come osa?! Dico, non sono stata abbastanza chiara?? Come accidenti si permette!!- urlò poi, pestando un piede a terra come una bambina capricciosa che non è stata accontentata. Scorpius, abituato ad una Cassiopea imperturbabile e abbastanza impassibile, la guardò con tanto d’occhi e, immaginando di dover far qualcosa per calmare sua sorella, tornò sui suoi passi.

-Di chi staresti parlando, di grazia?- le chiese con tutta la calma di cui era capace, intuendo che non bisognava darle altri pretesti per esplodere; fuori discussione usare il sarcasmo, dunque.

-Di Shane Burke!! Di chi altri sennò? Ma puoi anche chiamarlo Flagello!- gli rispose lei sgarbata; reprimendo l’impulso di sgridarla per come gli si era rivolta, Scorpius le domandò ancora:

-Che sarebbe…?-

-Grifondoro terzo anno, la cui unica passione sembra essere farmi venire l’esaurimento nervoso nel giro di un anno- replicò Cassiopea a denti stretti, lanciandogli la lettera.

 

Alla mia Purosangue preferita…- iniziò a leggere Scorpius ed immediatamente strinse le labbra: come osava scrivere preferita a sua sorella?! Doveva forse staccargli le dita una ad una, così non avrebbe potuto più scriverle un bel niente??

 

Le vacanze sono iniziate da poco ma, avendo saputo che le avresti trascorse lontana dall’Inghilterra, ho deciso di scriverti prima che partissi. Allora, ti manco? Tu mi stai mancando…mi manca prenderti in giro, mi manca vedere le tue guance imporporarsi per la rabbia, mi mancano persino le battutine sarcastiche che mi fai quando ti rivolgo la parola!

Devo dire però che qui ci sono delle Babbane persino più carine di te…ah, dimenticavo di dare un’ubicazione precisa al “qui”. Mi trovo in Costa Azzurra, in un villaggio turistico pieno, come ti stavo dicendo, di belle Babbane più bendisposte di te a far due chiacchiere…peccato non poter far vedere loro delle vere magie! Beh, ora devo andare, volevo solo augurarti buone vacanze dato che –non riesco proprio a capire come mai- cerchi sempre di evitarmi.

 

A presto, con ironia

Shane Burke

 

Scorpius alzò gli occhi dalla lettera, per guardare Cassiopea, e poi sibilò, mortalmente serio:

-Io lo ammazzo. Come diavolo osa parlare in questo modo a mia sorella? Chi si crede di essere?-  

-Eh no, se Shane Burke deve morire voglio essere io ad ucciderlo!- disse Cassiopea, calmatasi un pochino.

-Allora, sediamoci- propose Scorpius, più diplomatico di quanto non fosse mai stato in vita sua,

-raccontami tutto di questo tizio, devo sapere più cose possibili riguardo la mia vittima-.

-Cosa vuoi che ti dica? Un bel giorno camminavo per i corridoi di Hogwarts, quando questo idiota mi spunta alle spalle e comincia a parlare con me. Avendo intuito subito dal suo cognome che era un Babbano, gli ho subito fatto capire che doveva lasciarmi stare, ma lui nulla. Da allora continua a perseguitarmi, voleva persino che andassi al Ballo con lui!- gli raccontò Cassiopea, iniziando di nuovo ad irritarsi. Non aveva mai conosciuto nessuno di più irritante in tutta la sua breve esistenza!

 

 

                                                           *****

-Lily, posso entrare?-

Albus Severus Potter, dopo aver educatamente chiesto permesso, entrò nella stanza di sua sorella. Lily era seduta alla sua scrivania e stava aspettando che la cena fosse pronta scrivendo qualcosa. Quando Albus aveva bussato, aveva messo via il tutto, ed ora lo stava osservando mentre si sedeva sul suo letto. Guardandolo, pensò che Albus avrebbe tranquillamente potuto prendere il posto di dongiovanni di James all’interno per Hogwarts: gli occhi smeraldini magnetici, il sorriso gentile ma accattivante, i capelli neri ed una certa pelle ambrata gli conferivano una bellezza non comune. Quello che ad Albus mancava erano l’arroganza e la spavalderia di James, che lo rendevano popolare e desiderato; Albus passava sicuramente in secondo piano. Riflettendo su queste cose nel giro di un secondo appena, Lily si disse che avrebbe anche potuto dare una mano ad Albus, una volta che fosse diventata Regina…sempre che ne ricevesse qualcosa in cambio. 

-Allora…volevi parlami?- chiese Lily, visto che suo fratello non si decideva a parlare. Albus, che stava studiando con molta attenzione le sue infradito, sollevò timidamente gli occhi su di lei e poi rispose:

-Sì, volevo chiederti…alcune cose-.

-Bene- rispose a sua volta Lily, cercando di non mostrarsi troppo irritata, anche se il fatto che Albus dicesse una parola ogni mezz’ora la stava alquanto seccando.

-Vedi Lily, ti ho osservata da quando siamo arrivati qui e ho avuto modo di dedurre alcune cose- iniziò Albus, guardandola ora in viso. Lily, piuttosto incuriosita, lo incalzò:

-Cosa avresti notato?-

-Beh…lontana da Hogwarts sei meno snob e fredda di quanto mostri a scuola. Sì, ogni volta che devi scendere in spiaggia sembra che tu debba fare una sfilata, quando cammini ti atteggi a dea scesa in terra e non so come tu abbia fatto ma sei riuscita ad ottenere di nuovo galeoni da papà ma…a parte questo sembri un po’ più umana. Così mi sono detto che forse…il tuo comportamento ad Hogwarts è tutto montato- disse lui lentamente, senza fretta, come se le stesse esponendo un teorema, con tanto di tesi e dimostrazione.

Lily lo fissò e lentamente sul suo volto comparve un sorriso.

-Albus, tu sei troppo ottimista. Vuoi vedere del buono in ogni persona, anche dove non ce n’è e così ti sei convinto di quello che mi hai appena detto. Ti piace pensare che sia Slytherin ad avermi resa quella che sono, che in fondo anch’io non sono poi così cattiva e che anche in me ci sia un po’ dei Potter. Ma non è così. Qui forse mi comporto in maniera diversa perché ho capito che solo così evito che papà mi tagli di nuovo i fondi. È qui che sto fingendo Albus, non ad Hogwarts-.

Albus la osservò ancora, con quei suoi occhi verdi che sembravano volerti trapassare l’animo, e stava per ribattere, quando un urlo femminile lo batté sul tempo:

-Harry!!! Harry corri!! Mi si sono rotte le acque!!!

Ginevra Potter Weasley era appena entrata in travaglio.

 

 

 

Spazio Autrice:

 

Lo so, lo so. Devo chiedervi perdono in ginocchio sui ceci…e penso non basterebbe. Sono troppo dispiaciuta per il fatto che sono passate più di due settimane dall’ultimo aggiornamento, ma sono stata senza pc per un po’ e perciò mi sono ritrovata a scrivere questo capitolo tutto in un pomeriggio…e i risultati sono questi : ( .Oltre a postare in tempi rapidi, avrei anche voluto farvi gli auguri di natale ma, ahimè, mi sa che potrò solo augurarvi un felice 2010. Cosa dirvi…beh, ecco un nuovo “capitolo”, come potete vedere. Spero che come al solito mi diciate cose ne pensate anche se so di avervi fatto aspettare un bel po’…scusate davvero tanto : ( oltretutto ho pochissimo tempo, quindi devo subito passare a ringraziare chi mi mette fra seguite e preferiti, chi legge solamente e chi ha recensito lo scorso capitolo:

 

Aislin: grazie mille per la recensione!!! Devo dire che mi è piaciuta molto perché essendo dettagliata, mi ha aiutata a capire quali sono i “punti di forza” di questa fanfiction e quali invece potrebbero essere le cose da migliorare…perciò ti ringrazio ancora moltissimo, e spero continuerai ad aiutarmi tramite i tuoi commenti : )

 

Me_Emo: grazie tantissimo per la recensione!!! Eh sì, il nostro Scorpius doveva in qualche modo scombussolare Lily…sono contenta che la mia storia ti piaccia, grazie ancora!! Alla prossima

 

Kalahary: davvero non ti stanchi mai di leggere cosa la mia mente malata produce?? Wow, sono contentissima che il mio modo di scrivere ti piaccia, e soprattutto di aver creato qualcosa che non sia troppo banale…ti ringrazio moltissimo per la recensione e mi scuso se ti ho fatta aspettare troppo per un altro aggiornamento…cercherò di essere più veloce : )

 

Emma95: eeh purtroppo non ho aggiornato tanto presto, in ogni caso sono molto felice che la mia storia ti piaccia e spero recensirai ancora!!! Grazie mille per la recensione, alla prossima!!!

 

Aleu: eeeh sì, Scorpius sta cominciando a capire che la nostra Lily non gli è proprio indifferente e la cosa lo irrita abbastanza!!! Grazie mille per la recensione, alla prossima!!!

 

979: prima di tutto ti ringrazio per la recensione, poi devo assolutamente chiederti perdono per aver postato così in ritardo e in terzo luogo ti confesso che vorrei già essere arrivata a scrivere il quinto anno ma…non devo cadere in tentazione sorvolando su eventi come la nascita dei gemelli o la situazione Glorya-Blaise. Perciò dovremo aspettare ancora un po’ : ( grazie ancora per la recensione, alla prossima!!!

  
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