CAPITOLO 20
Holiday
-Allora?
Come va con Lynda?
Beatrice
Venci cercò di apparire il più naturale possibile
nel
porre la domanda, ma dentro di sé le sue viscere stavano
ballando la samba.
James,
aggiustandosi gli occhiali da sole sui capelli, rispose con
noncuranza:
-Oh,
l’ho scaricata alla festa di fine anno-.
Bea
esultò segretamente e non poté impedirsi si
sorridere.
Lei
e James stavano facendo una passeggiata intorno al lago, sul
quale i Potter avevano una villetta a tre piani. Dì
lì a poco sarebbe arrivati
anche Dominique, Louis, Victoire con Teddy, che avrebbe passato due
settimane
lì, mentre Bill e Fleur si concedevano una seconda luna di
miele dopo più di
vent’anni di matrimonio. Andati via loro, sarebbe stato il
turno di Rose ed
Hugo, che non vedevano l’ora di riposarsi un po’
dallo sfiancante tour per
città culturalmente interessanti che Hermione li costringeva
a fare ogni
estate.
Tuttavia,
ora Beatrice aveva James tutto per sé, ormai da una
settimana, e stava cercando di “lavorarselo” ben
bene. Prima di tutto, non
aveva ancora indossato una cosa che non fosse corta e
scollata…non era da lei
vestirsi in quel modo, ma d’altra parte in amore vale ogni
cosa. E a quanto
pare stava funzionando: più di una volta aveva pescato James
a guardarla non
proprio negli occhi…Punto secondo, per via del il fatto che
spesso stavano a
prendere il sole in riva al lago, gli chiedeva più di una
volta di metterle la
crema solare; a dirla tutta, con tutta la lozione che si era fatta
spalmare,
non si sarebbe ustionata neanche se fosse stata sotto il sole per
ventiquattro
ore consecutive. Il punto terzo del piano era far ingelosire James e ci
stava
riuscendo con successo: aveva fatto amicizia con Luke, il figlio dei
vicini di
villa dei Potter, un sedicenne dongiovanni che aveva messo gli occhi
sulla
bella italiana non appena era arrivata.
Il
punto quarto era mostrarsi interessata, senza essere troppo
indiscreta, alla vita sentimentale di James, cosa che Bea stava facendo
proprio
in quel momento.
-Oh…e
come mai?- gli chiese, mostrandosi un minimo dispiaciuta.
James
fece spallucce, prima di rispondere:
-A
dire il vero non è che mi interessasse
granché…e poi voleva una
cosa troppo seria-.
Bene,
si disse Bea, non fargli intendere che vorrei sposarlo…
-Perché
me lo chiedi?- le disse poi lui.
-Oh…ecco…l’ho
vista piangere in bagno, sul treno- si inventò Bea
sul momento; in realtà Lynda si era già consolata
con un certo Tassorosso…
-Ah…senti
un po’, a te piace davvero quel Luke? Io l’ho
sempre
trovato un po’ troppo pieno di sé…-
chiese James, qualche secondo dopo, vedendo
appunto il suddetto corteggiatore steso su un asciugamano a prendersi
il sole
tutto beato.
-Perché
lo vuoi sapere?- fece Beatrice, senza rispondere alla
domanda.
-Così…sai,
è uno che ci prova con tutte!- rispose James, pettegolo
coma una portinaia, come se lui fosse un santo.
-Ma
sentilo! Ha parlato Mister Castità!- lo prese in giro Bea,
bagnandosi
un po’ i piedi nell’acqua fresca del lago. Quel 10
giugno faceva davvero caldo,
e la bella italiana stava pensando di farsi un bel bagno…
-Ehi!
Mi potrei sentire offeso!- si difese James, mettendo su un
adorabile broncio.
-Tu?
Offeso? Ma per favore!!!- rise Bea, soprattutto per la sua
faccia.
-Ah!
E così mi ritieni senza sentimenti eh?!- la
rimbeccò lui, e
poi, all’improvviso, la sollevò fra la braccia,
come se fosse leggera come una
piuma, e corse con lei dentro l’acqua.
-No,
no, no James non farlo!!!- lo implorò Bea, tempestandogli il
petto di pugni.
-Cosa?
Questo?- le domandò James ed un secondo dopo
l’aveva
mollata nell’acqua.
-Sei
un maledetto!!! Ora ti faccio vedere io…- lo
minacciò
Beatrice e prese a schizzargli acqua a raffica negli occhi.
Ingaggiarono una
vera e propria lotta a suon di schizzi, come due bambini, osservati da
lontano
dai coniugi Potter.
-Quella
ragazza è cotta di tuo figlio- commentò Ginny,
comodamente
sdraiata con la pancia al sole e il capo all’ombra; un
po’ di calore avrebbe
fatto bene ai bambini.
-Dici?
Io non me ne sono accorto…- rispose Harry, tutto intento a
costruire un castello di sabbia, come se non fosse un uomo adulto. Ma
d’altra
parte quando era stato bambino, non aveva avuto la
possibilità di comportarsi
come tale.
-Ovvio
che non te ne sei accorto, sei un maschio!- lo rimbeccò
Ginny, accarezzandosi la pelle tesa del ventre; uno dei due gemelli era
piuttosto irrequieto, a giudicare dai calci che stava sferrando.
-Ehi
signorina, cosa vorresti dire con questo?- le chiese Harry,
fintamente minaccioso.
Ginny
rise del suo tono, prima di rispondere:
-Intendo
dire che voi esseri dotati di cromosoma Y non siete
geneticamente programmati per capire questo genere di
cose…infatti ci hai messo
sei anni a capire che mi piacevi!-
-Beh,
allora speriamo che James non abbia preso da me in
questo…quella povera ragazza diventerà vecchia
altrimenti!- scherzò Harry,
facendo ridere di più Ginny.
-Ehi
Ginny, qualcuno lì dentro è parecchio
agitato…- notò il
Bambino Sopravvissuto che, terminata la sua grande opera
d’arte fatta di
sabbia, si era steso accanto alla moglie ad abbronzarsi.
-Direi
di sì, guarda come scalcia! Ehi Harry…dovremmo
decidere i
nomi- replicò la signora Potter, rilassata e felice. Era
ormai di otto mesi ed
era probabile che i gemelli sarebbero nati prematuri, come Lily e
James. Solo
Albus aveva rispettato la data prevista per il parto: probabilmente non
voleva
disturbare troppo sua madre venendo al mondo in anticipo, al contrario
di Lily
e James, che se ne erano fregati ed erano nati quando volevano.
-Vi
prego, non scegliete nomi appartenuti a qualche defunto!-
Eccola.
Lily Potter, in bikini nero con coordinato coprisole e
ciabattine abbinate e occhiali da sole a tenerle ferma la chioma
rubina, aveva
fatto la sua comparsa, all’alba delle undici del mattino. La
piccola Potter
aveva preso la bella abitudine di alzarsi tardi e di scendere in
spiaggia
quando voleva.
-Anche
perché credo siano finiti gli amici morti da cui prendere
il nome…- commentò poi, dopo essersi stesa su una
sdraio accanto a suo padre.
-A
meno che non vogliate chiamare la bambina Ninfadora! Totalmente
aberrante…- proseguì, incurante delle facce dei
suoi genitori.
-Dacci
qualche idea tu allora Lily…- disse Harry, duro. Non gli
era piaciuto per niente il tono con cui Lily aveva parlato.
-Mmh…non
saprei…cosa ne pensate di Miuccia? Come Prada! O
Donatella, come Versace? O perché non Chanel? E per il
bambino…Giorgio, come…-
-Armani?-
fece Ginny esitante.
-Brava
mamma, esatto!- approvò Lily, spalmandosi la crema sulla
sua delicata pelle chiara.
-Lily,
dimmi che non stai parlando sul serio…- fece Harry
supplicante, ma a giudicare dall’espressione di sua figlia
non sembrava che
stesse scherzando.
-Allora
sentiamo i vostri, di nomi!- replicò Lily, rassegnata da
una sfilza di Minerva, Dobby, Edwige e quant’altro. E
così, battibeccando su
nomi e nomignoli, Lily passò per la prima volta del tempo
con i suoi genitori
senza litigare…eccessivamente.
*****
Glorya
Zabini si stava godendo una bellissima mattinata di puro e
sano relax. Prendeva il sole sul bordo della piscina che suo padre
aveva fatto
installare qualche anno prima e di tanto in tanto leggeva qualche
pagina di un
romanzo piuttosto interessante. Si era fatta servire la colazione
lì dai suoi
personali elfi domestici che, insieme a Harold il maggiordomo,
costituivano la
sua unica compagnia. Suo padre infatti era partito due giorni prima,
dopo
appena cinque giorni di convivenza con sua figlia, e questo significava
totale
e beata solitudine. O almeno questo era quello che pensava la bella
Zabini,
finché una voce femminile –che decisamente non
poteva appartenere al vecchio
Harold- non la strappò dalla riflessione riguardante gli
acquisti necessari per
l’estate.
-Oh!
Tu devi essere Gloryà!-
Glorya
aprì gli occhi di scatto, sia per l’orribile modo
in cui
era stato storpiato il suo nome, sia per capire da dove provenisse
quella voce
di donna decisamente troppo acuta.
Nel
suo campo visivo apparve una stangona di circa un metro e
settanta, dai capelli castano scuro, mossi, e occhi verdi. Era pallida
e aveva
il tipico nasino alla francese. Poco dietro di lei Glorya scorse un
paio di
valige e riportando gli occhi sulla sconosciuta, notò che
sembrava vestita da
viaggio, con pantaloncini grigi e un top bianco.
-Glorya,
non Gloryà- preciso la mora Zabini, per poi chiede
neanche tanto educatamente:
-E
tu chi saresti?-
-Glorya,
lei è Camille. Camille, ti presento mia figlia Glorya-.
Blaise
Zabini era appena entrato in giardino, e avanzava verso di
loro a grandi passi; Glorya non faceva altro che spostare gli occhi
allibiti da
lui alla francesina che torreggiava su di lei.
-Camille?-
chiese Glorya esterrefatta, senza accettare la mano
fresca di manicure che Camille le stava tendendo.
-Sì,
è…-
-…la
sua fidanzata!- concluse la francese al posto di Blaise.
Ci
mancò poco che Glorya morisse d’infarto a soli
undici anni.
Fidanzata???
pensò mentre si alzava di scatto e correva in casa,
sotto lo sguardo allibito di suo padre e di Camille.
Ha
lasciato mia madre perché non voleva legami!!
urlò dentro di sé
Glorya infuriata sbattendosi la porta della sua stanza alle spalle per
poi
andare a buttarsi sul letto.
Come
diavolo ha potuto pensare di portare qui la sgualdrina del
momento, sapendo che ci sono io? Pensa forse di convincermi ad
andarmene,
mancandomi così di rispetto? Queste erano le domande che
Glorya si poneva,
senza che una sola lacrima solcasse il suo volto chiaro. Pensa di
liberarsi
così facilmente di me?? Si sbaglia di grosso!
Nessuno
può trattare Glorya Zabini in questo modo, si disse, e
giurò che avrebbe reso la vita di suo padre e di quella
Camille un inferno.
*****
-Cassiopea,
c’è una lettera per te- disse Scorpius Hyperion
Malfoy, entrando nella stanza
di sua sorella. Cassiopea, che stava mettendo le ultime cose in
valigia, si
voltò a guardarlo sorpresa. Era passato troppo poco tempo
perché Lily le
scrivesse e sapeva che Glorya non aveva ancora a disposizione un gufo
con cui
mandarle una lettera; non capiva perciò di chi potesse
essere la missiva che
Scorpius le aveva portato.
-Sei
sicuro che sia per me?- gli domandò, prendendogliela fra le
mani.
-So
ancora leggere- le fece notare Scorpius ironico, meritandosi una
linguaccia.
Quando
Cassiopea ebbe letto il mittente, riuscì ad evitare per un
pelo di cacciare un
urlo furibondo. Ma l’ira che le si era riversata nello
stomaco doveva essere in
qualche modo trapelata dal suo volto perché Scorpius, che
stava per andarsene,
le chiese:
-Tutto
bene?-
-Bene?!-
chiese Cassiopea con un che di isterico della voce, -bene?! Questo
maledetto
idiota di un sanguesporco babbano della malora deve perseguitarmi anche
d’estate!!!
Ma ti rendi conto?? Potrei denunciarlo! Come osa?! Dico, non sono stata
abbastanza chiara?? Come accidenti si permette!!- urlò poi,
pestando un piede a
terra come una bambina capricciosa che non è stata
accontentata. Scorpius,
abituato ad una Cassiopea imperturbabile e abbastanza impassibile, la
guardò
con tanto d’occhi e, immaginando di dover far qualcosa per
calmare sua sorella,
tornò sui suoi passi.
-Di chi
staresti parlando, di grazia?- le chiese con tutta la calma di cui era
capace,
intuendo che non bisognava darle altri pretesti per esplodere; fuori
discussione usare il sarcasmo, dunque.
-Di Shane
Burke!! Di chi altri sennò? Ma puoi anche chiamarlo
Flagello!- gli rispose lei
sgarbata; reprimendo l’impulso di sgridarla per come gli si
era rivolta,
Scorpius le domandò ancora:
-Che
sarebbe…?-
-Grifondoro
terzo anno, la cui unica passione sembra essere farmi venire
l’esaurimento
nervoso nel giro di un anno- replicò Cassiopea a denti
stretti, lanciandogli la
lettera.
Alla mia
Purosangue preferita…-
iniziò a leggere Scorpius ed
immediatamente strinse le labbra: come osava scrivere preferita a sua
sorella?!
Doveva forse staccargli le dita una ad una, così non avrebbe
potuto più
scriverle un bel niente??
Le vacanze
sono iniziate da poco
ma, avendo saputo che le avresti trascorse lontana
dall’Inghilterra, ho deciso
di scriverti prima che partissi. Allora, ti manco? Tu mi stai
mancando…mi manca
prenderti in giro, mi manca vedere le tue guance imporporarsi per la
rabbia, mi
mancano persino le battutine sarcastiche che mi fai quando ti rivolgo
la
parola!
Devo dire
però che qui ci sono
delle Babbane persino più carine di te…ah,
dimenticavo di dare un’ubicazione
precisa al “qui”. Mi trovo in Costa Azzurra, in un
villaggio turistico pieno,
come ti stavo dicendo, di belle Babbane più bendisposte di
te a far due
chiacchiere…peccato non poter far vedere loro delle vere
magie! Beh, ora devo
andare, volevo solo augurarti buone vacanze dato che –non
riesco proprio a
capire come mai- cerchi sempre di evitarmi.
A presto, con
ironia
Shane Burke
Scorpius
alzò gli occhi dalla lettera, per guardare Cassiopea, e poi
sibilò, mortalmente
serio:
-Io lo
ammazzo. Come diavolo osa parlare in questo modo a mia
sorella? Chi si crede di essere?-
-Eh no,
se Shane Burke deve morire voglio essere io ad ucciderlo!- disse
Cassiopea,
calmatasi un pochino.
-Allora,
sediamoci- propose Scorpius, più diplomatico di quanto non
fosse mai stato in
vita sua,
-raccontami
tutto di questo tizio, devo sapere più cose possibili
riguardo la mia vittima-.
-Cosa
vuoi che ti dica? Un bel giorno camminavo per i corridoi di Hogwarts,
quando
questo idiota mi spunta alle spalle e comincia a parlare con me. Avendo
intuito
subito dal suo cognome che era un Babbano, gli ho subito fatto capire
che
doveva lasciarmi stare, ma lui nulla. Da allora continua a
perseguitarmi,
voleva persino che andassi al Ballo con lui!- gli raccontò
Cassiopea, iniziando
di nuovo ad irritarsi. Non aveva mai conosciuto nessuno di
più irritante in
tutta la sua breve esistenza!
*****
-Lily,
posso entrare?-
Albus
Severus Potter, dopo aver educatamente chiesto permesso,
entrò nella stanza di
sua sorella. Lily era seduta alla sua scrivania e stava aspettando che
la cena
fosse pronta scrivendo qualcosa. Quando Albus aveva bussato, aveva
messo via il
tutto, ed ora lo stava osservando mentre si sedeva sul suo letto.
Guardandolo,
pensò che Albus avrebbe tranquillamente potuto prendere il
posto di dongiovanni
di James all’interno per Hogwarts: gli occhi smeraldini
magnetici, il sorriso
gentile ma accattivante, i capelli neri ed una certa pelle ambrata gli
conferivano una bellezza non comune. Quello che ad Albus mancava erano
l’arroganza e la spavalderia di James, che lo rendevano
popolare e desiderato;
Albus passava sicuramente in secondo piano. Riflettendo su queste cose
nel giro
di un secondo appena, Lily si disse che avrebbe anche potuto dare una
mano ad
Albus, una volta che fosse diventata Regina…sempre che ne
ricevesse qualcosa in
cambio.
-Allora…volevi
parlami?- chiese Lily, visto che suo fratello non si decideva a
parlare. Albus,
che stava studiando con molta attenzione le sue infradito,
sollevò timidamente
gli occhi su di lei e poi rispose:
-Sì,
volevo chiederti…alcune cose-.
-Bene-
rispose
a sua volta Lily, cercando di non mostrarsi troppo irritata, anche se
il fatto
che Albus dicesse una parola ogni mezz’ora la stava alquanto
seccando.
-Vedi
Lily, ti ho osservata da quando siamo arrivati qui e ho avuto modo di
dedurre
alcune cose- iniziò Albus, guardandola ora in viso. Lily,
piuttosto
incuriosita, lo incalzò:
-Cosa
avresti notato?-
-Beh…lontana
da Hogwarts sei meno snob e fredda di quanto mostri a scuola.
Sì, ogni volta
che devi scendere in spiaggia sembra che tu debba fare una sfilata,
quando
cammini ti atteggi a dea scesa in terra e non so come tu abbia fatto ma
sei
riuscita ad ottenere di nuovo galeoni da papà
ma…a parte questo sembri un po’
più umana. Così mi sono detto che
forse…il tuo comportamento ad Hogwarts è
tutto montato- disse lui lentamente, senza fretta, come se le stesse
esponendo
un teorema, con tanto di tesi e dimostrazione.
Lily lo
fissò e lentamente sul suo volto comparve un sorriso.
-Albus,
tu sei troppo ottimista. Vuoi vedere del buono in ogni persona, anche
dove non
ce n’è e così ti sei convinto di quello
che mi hai appena detto. Ti piace
pensare che sia Slytherin ad avermi resa quella che sono, che in fondo
anch’io
non sono poi così cattiva e che anche in me ci sia un
po’ dei Potter. Ma non è
così. Qui forse mi comporto in maniera diversa
perché ho capito che solo così
evito che papà mi tagli di nuovo i fondi. È qui
che sto fingendo Albus, non ad
Hogwarts-.
Albus la
osservò ancora, con quei suoi occhi verdi che sembravano
volerti trapassare
l’animo, e stava per ribattere, quando un urlo femminile lo
batté sul tempo:
-Harry!!!
Harry corri!! Mi si sono rotte le acque!!!
Ginevra
Potter Weasley era appena entrata in travaglio.
Spazio
Autrice:
Lo so, lo
so. Devo chiedervi perdono in ginocchio sui ceci…e penso non
basterebbe. Sono
troppo dispiaciuta per il fatto che sono passate più di due
settimane
dall’ultimo aggiornamento, ma sono stata senza pc per un
po’ e perciò mi sono
ritrovata a scrivere questo capitolo tutto in un
pomeriggio…e i risultati sono
questi : ( .Oltre a postare in tempi rapidi, avrei anche voluto farvi
gli
auguri di natale ma, ahimè, mi sa che potrò solo
augurarvi un felice 2010. Cosa
dirvi…beh, ecco un nuovo “capitolo”,
come potete vedere. Spero che come al
solito mi diciate cose ne pensate anche se so di avervi fatto aspettare
un bel
po’…scusate
davvero tanto : (
oltretutto ho pochissimo tempo, quindi devo subito passare a
ringraziare chi mi
mette fra seguite e preferiti, chi legge solamente e chi ha recensito
lo scorso
capitolo:
Aislin: grazie
mille per la
recensione!!! Devo dire che mi è piaciuta molto
perché essendo dettagliata, mi
ha aiutata a capire quali sono i “punti di forza”
di questa fanfiction e quali
invece potrebbero essere le cose da
migliorare…perciò ti ringrazio ancora
moltissimo, e spero continuerai ad aiutarmi tramite i tuoi commenti : )
Me_Emo: grazie
tantissimo per la
recensione!!! Eh sì, il nostro Scorpius doveva in qualche
modo scombussolare
Lily…sono contenta che la mia storia ti piaccia, grazie
ancora!! Alla prossima
Kalahary: davvero non
ti stanchi mai di
leggere cosa la mia mente malata produce?? Wow, sono contentissima che
il mio
modo di scrivere ti piaccia, e soprattutto di aver creato qualcosa che
non sia
troppo banale…ti ringrazio moltissimo per la recensione e mi
scuso se ti ho
fatta aspettare troppo per un altro
aggiornamento…cercherò di essere più
veloce
: )
Emma95: eeh
purtroppo non ho aggiornato
tanto presto, in ogni caso sono molto felice che la mia storia ti
piaccia e
spero recensirai ancora!!! Grazie mille per la recensione, alla
prossima!!!
Aleu: eeeh
sì, Scorpius sta
cominciando a capire che la nostra Lily non gli è proprio
indifferente e la
cosa lo irrita abbastanza!!! Grazie mille per la recensione, alla
prossima!!!
979: prima di
tutto ti ringrazio per
la recensione, poi devo assolutamente chiederti perdono per aver
postato così
in ritardo e in terzo luogo ti confesso che vorrei già
essere arrivata a
scrivere il quinto anno ma…non devo cadere in tentazione
sorvolando su eventi
come la nascita dei gemelli o la situazione Glorya-Blaise.
Perciò dovremo
aspettare ancora un po’ : ( grazie ancora per la recensione,
alla prossima!!!