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Autore: LittleHellScream    28/12/2009    3 recensioni
Una ragazza sola vive un amore contorto e malato per l'unica persona capace di farla sentire viva anche solo con un gesto. Ispirata dal cantante di una delle mie band preferite *_*
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Disclaimer: i personaggi di questa storia sono tutti maggiorenni, i fatti narrati non sono mai avvenuti davvero e ogni riferimento a persone esistenti o fatti realmente accaduti è puramente casuale.


2 - DEATH - LIFE

Il rumore lieve e fastidioso del gesso sulla lavagna scandiva i tediosi minuti di Hell che vedeva materializzarsi numeri e simboli che non era interessata a decifrare. Sembrava il ticchettio di un irreale orologio concepito da una mente disturbata. Era completamente assorta nel nulla, mentre la squallida cinquantenne occhialuta alla lavagna continuava a produrre segni a una velocità sufficiente a tenerla fuori dalla realtà. Mentre scarabocchiava sul quaderno la solita croce capovolta si guardava le mani senza smettere di pensare alla sera prima. Il sangue, la voce, il corpo deforme, lo sguardo feroce e disperato contemporaneamente: divino non era la parola esatta, ma non gliene venivano altre in mente. Qualcosa era accaduta nella sala, per un secondo, forse per una frazione infinitesimale tutto si era fermato, Mark, Ivan, la troietta, la gente, il palco, tutto sparito: solo lei e Nattramn, che la penetrava col suo sguardo allucinato, mettendola a nudo di fronte alla sua aberrante teatralità, soggiogandola col suo violento verbo, parole fustigatrici, che l’avevano sottomessa e violentata nel profondo dell’anima, fecondando i mostri allo stato larvale che nascondeva nei recessi più profondi e abbandonati. Erano stati una cosa sola, e adesso erano stati separati. Dalla punta storta del crocifisso si era accorta che un leggero tremore le aveva colto la mano e si stava propagando in tutto il corpo. Non erano convulsioni o brividi, più che altro un leggero e incontrollabile prurito al di sotto della pelle, piacevole se non fosse stato così improvviso, e al centro di un’aula. Chiese di uscire a mezza voce, e mentre si avviava a grandi falcate verso la porta sentì che il pizzicore le stava provocando piccole scosse di piacere nelle mutandine. Entrò nel bagno investita da uno sgradevole odore di cloro e si appoggiò a una porta, ansimando. Il prurito stava diventando un formicolio sempre meno piacevole e il leggero convulsione. La sofferenza cresceva, facendosi sempre meno sopportabile, e Nattramm era sempre davanti ai suoi occhi, col trucco sbavato e col sangue che colava dai numerosi tagli su braccia e petto. Sangue, sangue, sangue! Hell affondò le unghie nel suo ventre senza capire esattamente cosa stesse facendo, ma sapeva di doverlo fare, l’organismo glielo comunicava alleviando gradualmente il dolore e il formicolio. Affondava e raschiava il ventre pallido mentre il sangue iniziava a colare, macchiandole gonna e scarpe. Lo assaggiò, e si sentì bene come mai prima, le mutandine si bagnarono facendola strillare di piacere. Si sentì come abbracciata da Satana, aveva toccato il più sublime dei piaceri.
-    Tutto bene?
Non si era accorta che intanto una ragazzina era entrata nel bagno. La fissava sbigottita, evidentemente terrorizzata dal sangue. Hell provò un odio profondo per quella piccoletta bionda che la guardava come se fosse una pazza in camicia. Una vampata di pensieri malevoli e attraenti l’avevano pervasa mentre chiudeva la porta, in silenzio.
-    Tutto bene? Tutto bene? Si, tesoro. A me va sempre tutto bene. E a te? A te non va sempre tutto bene?
La ragazzina stava sudando e non riusciva a risponderle. Continuava a fissare con orrore il ventre scoperto e lacerato, il sangue che le colava dalle mani e la tronfia perversione del suo sguardo. Senza dire nulla, la ragazzina si era avviata verso la porta ma Hell la prese da un braccio:
-    Te ne vai già? Ma non dovevi fare il bisognino?
La tipetta tremava, senza il coraggio di risponderle. Hell la spinse contro il muro, dall’altra parte del bagno. La ragazzina iniziò a gridare, a chiamare aiuto. Hell le fu addosso in pochi secondi e la schiaffeggiò con violenza, una, due, cinque, dieci volte. Poi le assestò una tremenda ginocchiata dritta sul diaframma, che la fece accasciare ai suoi piedi, tossendo.
-    Piccola troia, lo sai che non si esce dall’aula se non devi far nulla? Che c’è, la scuola non ti piace?
La ragazzina piangeva e tremava, farfugliando qualcosa di incomprensibile, forse una richiesta di pietà, forse una preghiera, nella remota e improbabile speranza che quel Dio così buono a cui si era rivolta la potesse salvare. Hell la trascinò nel secondo bagno a destra e chiuse la porta a chiave. Le strappò via  gonna e camicetta lasciandola solo con la biancheria e le calze. Alzò la tavoletta del water e la costrinse a salire con i piedi in equilibrio sui bordi della tazza. La ragazza piangeva e cercava di non cadere, mentre Hell osservava divertita la scena.
-    P-perché? Cosa ti ho fatto?
-    Allora ce l’hai la lingua, troietta. Come ti chiami?
Stavolta non rispose.
-    Dimmi come cazzo ti chiami o giuro che ti uccido!
-    Hazel…
Hell fece un sorriso tanto largo quanto falso.
-    Era tanto difficile? Bene, adesso diamo un senso a questa tua sortita. – Lo disse mentre le accarezzava una coscia e le toccava le grandi labbra al di sopra delle mutandine, provocando un gelido fremere nella ragazza, che fissava il soffitto piagnucolando.
-    Su, pisciati addosso.
-    N-no… perché… - la ragazza la guardò sbigottita.
Il volto di Hell si contrasse in un’espressione durissima, che terrorizzò Hazel.
-    Ti do un minuto. Se in un minuto non te la fai sotto ti taglio tutta e mi bevo il tuo sangue. Poi ti faccio conoscere quattro amici che si divertiranno con te. Vedrai, ti faranno strillare come la puttanella che sei.
-    Ma cosa… ma che vuoi da me? Non ti ho fatto niente, ti prego…
-    Quattro… cinque…sei…
-    Basta ti prego!
-    Undici…dodici…
Mentre contava i suoi pensieri erano rivolti al suo venerando mentore, il cui semplice sguardo l’aveva liberata dall’oppressione in cui si era rinchiusa. Immaginava di essere percossa da Nattramn, immaginava che le sputava in faccia sangue misto a saliva, di essere insultata, presa a cinghiate, violentata, picchiata, che il sangue scorresse sul suo corpo mentre il suo Dio la profanava elevandola alla sua grandezza, immaginava di chiederne sempre più, di godere della sofferenza. Intanto sentì un leggero gocciolare e vide che le mutandine bianchissime di Hazel si erano ingiallite e gocciolavano nel water, mentre la ragazzina piangeva.
-    Hai pisciato adesso, no? Che cazzo fai ancora qui? Vestiti e vattene, stronza!
La ragazzina obbedì in silenzio e in un attimo fu nel corridoio. Hell pensava al suo volto terrorizzato e si pentì di non averla fatta a pezzi. Sorrise pensando che il tempo non le sarebbe mancato. Si lavò le mani e uscì dal bagno.
“Nattramn, mio signore, sono la tua serva. La mia vita sarà dedicata ai tuoi piaceri e alla glorificazione del tuo nome”.





Ecco il secondo capitolusso *_* spero di non essere stata troppo... ehm... esplicita U_U il rating era per questo capitolo, dato che poi non ne ho più scritti X°°°D aspetto i vostri commentini ^_^
Hell
  
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