RITORNO
A CASA
Arrivai
in fretta al limitare della foresta
proibita, “è ora” pensai accasciandomi al suolo, il fiato corto, le
mani
sudate, il battito accelerato. Stava per albeggiare e dovevo
assolutamente
agire o sarebbe stato troppo tardi. Pensai a Blaise, si sarebbe
certamente
arrabbiato, mi avrebbe dato dello stupido, dell’incosciente, “perdonami
amico
mio” dissi a bassa voce regalando quelle parole al vento. Dovevo andare
dannazione, era mia madre, dovevo scoprire il modo per distruggere quel
fottutissimo bastardo e tutti i suoi degni compari, tra cui mio padre.
“Lucius”
pensai, sarei mai stato in grado di ucciderlo? Sarei riuscito ad alzare
la bacchetta
contro mio padre? Avrei tanto voluto rispondere di sì, avrei voluto che
nel mio
cuore ci fosse solo odio per lui, odio per tutto quello che mi aveva
fatto,
“padre?”, lo era stato davvero? Era un padre un uomo che scaglia
maledizioni
senza perdono sul figlio? “Uomo?” è un uomo colui che assiste alla
morte della
moglie senza muovere un muscolo?. “NO” sbottai di rabbia, eppure non
sapevo se
sarei mai stato in grado di ucciderlo “codardo” dissi a me stesso.
Era
ora, solo l’idea di ciò che stavo per fare
mi dava la nausea “al diavolo tutto” sbottai slacciandomi il polsino
della
camicia, alzai la manica rivelando il marchio nero, un moto di stizza
mi
invase, presi la bacchetta e la appoggia sul marchio. Chiusi gli occhi
per non
vedere mentre pronunciavo a bassa voce l’incantesimo, un formicolio si
propagò
in tutto il braccio, iniziava a pulsare, tenni gli occhi chiusi
“codardo” mi
dissi nuovamente, la verità è che non volevo vedere quello che stavo
facendo,
non volevo vederlo mentre si muoveva, non volevo vedere il fascio di
luce nera
che si stava propagando attorno a me. Dovevo solo aspettare e sperare
che
qualche mangia morte avvistasse il segnale.
Erano
già passati una trentina di minuti, le
luci della scuola pian piano si stavano accendendo, probabilmente
quegli
orrendi elfi domestici stavano preparando la colazione. E nuovamente,
nemmeno
rendendomene conto tornai a pensare a lei, lei che mi guardava
sognante, il suo
corpo stretto al mio, la naturalezza di ogni nostro gesto….
“Nipote”,
mi voltai di scatto ridestato dai miei
sogni ad occhi aperti, bene qualcuno mi aveva trovato.
Mi
girai sapendo perfettamente chi mi sarei
trovato davanti, Bellatrix, mia zia se ne stava avvolta dalla nebbia in
un
angolo al limitare della foresta, il mantello nero svolazzante alle sue
spalle,
c’è solo un aggettivo utile a descriverla: pazza. Si, di tutti le
stranezza
della famiglia Black lei è quella che è uscita peggio, o meglio,
dipende dai
punti di vista.
“Vieni
qui nipote” disse lei con la solita
vocetta stridula, una morsa mi strinse lo stomaco, feci forza sui piedi
per
spingerli a camminare verso di lei, probabilmente se avessi resettato
la mia
mente il mio corpo non avrebbe atteso 2 secondi prima di darsela a
gambe. Mi
avvicinai a lei celando ogni possibile paura “Benarrivata zia, ti stavo
aspettando” dissi sprezzante, lei mi guardò sorpresa “Draco, che ci fai
a
quest’ora nella foresta proibita, so che ti hanno convocato ma non è
certamente
oggi il giorno”. “Non potevo più aspettare” dissi fermandole sul
nascere ogni
possibile congettura, era la verità non potevo più aspettare, dovevo
sapere
cosa stesse succedendo. “E’ Vero che l’oscuro signore è tornato?”
chiesi. “E’
vero” disse sorridendo estasiata, un sorriso mortale, che metteva
paura. Era
innamorata di lui, innamorata del potere, della follia “Avanti andiamo,
tuo
padre non sarà felice di vederti” aggiunge prendendomi per un braccio.
“Mio
padre non si fida di me?” chiesi ben conoscendo già la risposta “Lucius
è uno
stupido Draco, tu sei un Black, non potresti mai tradirci, per cosa
poi, per
qualche mezzosangue?” e ridacchiò gettando indietro la testa.
“mezzosangue,
mezzosangue” pensai, che loro
sapessero? No, impossibile, eppure….. un rivolo di sudore freddo mi
corse lungo
la schiena. Avrei desiderato chiederle altro, desideravo sedare i miei
dubbi,
ma non ce ne fu il tempo, con un sonoro BOP ci smaterializzamo.
Ero
nella tana del lupo, riconoscevo l’odore
acre di terra misto a sangue “Malfoy Manor” aveva detto mia zia,
ebbene, eccoci
tornati a casa mia. “Casa” pensai, beh, forse un tempo avrebbe potuto
definirsi
tale, ora non era altro che il quartier generale di questi quattro
idioti
mascherati.
Mi
voltai sentendo alcune risate, eccoli lì, il
padre di Teheodor Nott, il padre di Blaise e la dietro ecco pure il
mio. “Figliolo”
lo sentii dire “Che diamine ci fai tu qui?”, la voce tesa, se fossimo
stati da
soli probabilmente non avrebbe esitato a pestarmi per non aver ubbidito
ai suoi
ordini. “Sono venuto a conoscere le ultime novità signore” risposi,
“Ansioso di
ricominciare ragazzo?” ghignò Nott dando una bella pacca sulle spalle a
mio
padre “Vedi Lucius, l’hai cresciuto bene il tuo mocciosetto” aggiunse
sempre
ridendo. Il padre di Blaise continuava a guardarmi preoccupato, lui
sapeva
benissimo che stavo fingendo, doveva capire che mi trovavo in quel
luogo con la
smania di uccidere, ma la mia vittima designata non era certamente un
babbano.
“Draco l’Oscuro signore dev’essere avvertito che sei qui” disse Nott
guardandomi dall’alto in basso “Come se la passa Theo?” chiese, sapeva
benissimo che io e il figlio ci odiavamo fin dal primo anno, ma
ammetterlo in
quel momento non avrebbe certamente giocato a mio favore, dovevo
tenermeli
buoni tutti, ero lì per sapere cosa cazzo stesse succedendo. “Theo sta
magnificamente signore” dissi atono.
Mio
padre mi prese in disparte “Cosa cazzo sai
venuto a fare” chiese spingendomi a forza contro il muro. “Padre dovevo
sapere
cosa stesse succedendo” risposi di getto, ed altrettanto velocemente
uno
schiaffo mi colpì in pieno viso, barcollai. “draco non capisci, il
Signore
Oscuro non si fida, io non mi fido di te, devi ubbidire agli ordini
dannazione”
ed un altro schiaffo mi raggiunse. Stare fermo, zitto, questa era
l’unica cosa
da fare in questi casi, quando mio padre partiva per la tangente non
c’era
nulla che potesse placarlo, si sarebbe fermato quando avesse voluto.
“Cosa
credi, di essere ancora nelle sue grazie,
ti chiederà una prova per la tua devozione”. Stava per colpirmi
nuovamente
quando il padre di Blaise venne
chiamarci. “L’Oscuro lo attende” disse solo, ci guardammo
e io abbassai
gli occhi.
Lucius
si incamminò a passo spedito, io con lui,
ma prima di sparire dietro la porta dove avrei incontrato Voldemort mi
sentii
afferrare, “Stai bene Draco?” mi chiese Zabini sottovoce guardandomi,
non
dovevo essere proprio un bello spettacolo, un livido stava comparendo
sotto un
occhio, un labbro spaccato, feci di sì col capo ed entrai, sentì solo
che
diceva a bassa voce “Lucius è un idiota”.
Il
mio cuore inziò a battere all’impazzata, ok
avevo paura e con questo? Più mi avvicinavo al luogo dove si trovava
Voldemort
più mi agitavo. Non lo vedevo dalla notte in cui aveva ucciso mia madre
e solo
al ricordo desideravo correre lì ad ammazzarlo, ma è impossibile, lo so
benissimo. Mio padre si fermò e prese ad inginocchiarsi. Bastò una sua
occhiata
carica di disprezzo per farmi capire che dovevo agire come lui, “non
fare
cazzate” dicevano i suoi occhi puntati nei miei.
La
stanza finale era piccola, carica di fumo e
di drappi neri che impedivano alla luce del sole di penetrare dalle
enormi
vetrate gotiche, la luce era spenta e tutto era illuminato da candele
che
fluttuavano nell’aria.
“Vieni
avanti Draco” disse una voce, la sua
voce! “E’vivo” pensai e una rabbia folle mi invase. Cosa dovevo fare,
alzarmi e
dirigermi verso di lui o rimanere in ginocchio, mio padre colse la mia
indecisione “striscia” disse a bassa voce.
Inorridì,
ma mi piegai ugualmente sul pavimento
e iniziai a muovermi, odiavo tutto ciò che stava succedendo, i
mangiamorte
adoravano L’Oscuro Signore come un Dio, lo veneravano come se si
trattasse di
non so quale santo, ma per me lui non era altro che un demonio.
“Fermati
ora” disse Voldemort, mi bloccai e
restando inginocchiato alzai il viso verso il nulla, non cera niente di
umano
in quella stanza, nessun cuore stava battendo oltre al mio, nessun
respiro, il
nulla, solo nebbia. Poi vidi due occhi, rossi come sangue apparire
sfavillanti
in tutto quel nero. Era lui, mi osservava in silenzio, sentivo sulla
pelle il
suo potere che strisciante cercava di carpire i miei segreti “chiudi la
mente”
disse una voce nella mia testa, la voce di mia madre, un ricordo
sicuramente,
Occlumanzia, lei mi aveva insegnato bene.
Lo
sguardo di Voldemort non lasciava i miei
occhi, si stava avvicinando e io sentivo la testa scoppiare, avevo male
alle
braccia, alla schiena, sapevo che se solo avesse voluto avrebbe potuto
uccidermi.
Passavano
i minuti e la mia forza di volontà
stava venendo meno “chiudi la mente“ “Chiudi la mente” la voce di mia
madre mi
rimbombava nella testa sormontando il dolore fisico che provavo.
Caddi
a terra ansimante, Voldemort aveva mollato
la presa e si era ritirato nuovamente nell’ombra lasciandomi lì a terra
ansimante e sconvolto.
Cercai
di mettermi in piedi quando Lui iniziò a
parlare.
“Draco
mi ami?” chiese “Sì mio signore” risposi
ansimando
“draco
vuoi servirmi?”, lo guardai e risposi
“Darei la mia vita per Voi mio Signore, non chiedo altro che servirvi”,
ero
disgustato dalle mie stesse parole.
“Ti
credo” disse solo “Voglio una prova della
tua sottomissione” aggiunse
“Quello
che volete mio Signore”
“Draco,
dammi un erede”
Ecco
questo nuovo capitolo, spero che sia di
vostro gradimento, come ben vedete Voldemort è tornato, ma ancora non
sappiamo
quali siano i suoi poteri ne se abbia ancora un corpo. Ringrazio tutti
coloro
che mi leggono e mi farebbe piacere avere qualche recensione in più, lo
ammetto, sono un po’ demoralizzata, pensavo che scrivere 2 parole non
fosse uno
sforzo così grande, mi vanno
bene anche
recensioni negative, ma almeno mi aiuterebbero a capire cosa devo
migliorare e
cosa invece va bene.
Ringrazio:
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