L'ècole de medicine
Renaissance
«Ed all’Abisso, all’Abisso e al baratro condannerò gli empi che mai
seppero accedere al proprio animo: i vuoti, coloro che altro non conoscono
che il colorare porte serrate con le indelebili vernici della loro miseria; ed essi verranno giudicati
secondo ingiustizia da angeli rattoppati che forse, forse che è pietà più non rimembrano:
e con il loro ago e il loro bisturi porranno sentenza sui vuoti,
sui nulla»
La polvere cadeva sugli occhi.
Bianco di cornee, luci e lenzuola: bianco di camici, garze e sorrisi.
Vedo.
Luci bianche, sopra di me e le lenzuola galantemente colorate dal sangue. Quanta…. Vita, sprecata.
La mia?
Mano nella mano i corpi delle matricole vennero vivisezionati dai curiosi professori, svuotati e riempiti con malattie, significati e medicine, poltiglia di organi; scolpiti da metallo e assoggettati dagli aghi caritatevoli; vennero tutti strappati dalle braccia di un Dio per essere riconsegnati come bimbi nudi e inermi nella culla di un altro. « Che scelgano tempo e dosi, l’importante è la sostanza!»
Mano nella mano furono seviziati e bendati, da angeliprofessorimagnanimi che tenevano in una mano il bisturi e nell’altra la luce.
Salvezza.
Morti sull’acciaio rinacquero nel bianco.
E nel laboratorio dell’anima i sogni vennero ricuciti e vivisezionati, visionati e riversati sull’acciaio freddo e sterile: e dopo essere stati colorati e commentati, alla rinfusa vennero ricondotti d’artificio in anime ricostruite.